Salve prof. devo sostenere l'esame il 15 giugno sulla dematerializzazione e in particolare Caronia e il corpo virtuale,questa è la mia relazione:
“Forse oggi L’obietti vo principale non è di scoprire che cosa siamo,ma piuttosto di rifiutare quello che siamo.dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare.”(Foucault)
Il tema che ho scelto di affrontare è la “Dematerializzazione”,trattato nel libro”Corpo,tecnologie e disabilità”,ma mi collego anche ad alcuni temi trattati in”Nozioni introduttive di pedagogia della disabilità”,intendo quindi abbracciare un po’ degli argomenti di cui abbiamo trattato in questo intenso percorso culturale.Per quanto riguarda i laboratori,mi collegherò al n°7:”Tecnologie integrative”,al n°11:”Immagini diversità,al n°12:”Tecnologie estensive.L’avatar”,al n°15 bis:”Tecnologie invasive”.Vorrei concentrarmi e rendere il centro del mio discorso “Caronia e il corpo virtuale”.
“Tutte le cose,anche le meno interessanti,o le più brutte,hanno un lato piacevole.Bisogna solo volerlo vedere.”(Herman).
Quando parliamo di “Dematerializzazione”,ci riferiamo al rapporto tra reale e virtuale e a quanto interesse stia suscitando questo fenomeno per gli studiosi.Sicuramente non è un tema semplice da dibattere perché ci si ritrova di fronte ad un complesso dibattito sull’assenza/presenza del corpo in rete.Effettivamente ci troviamo davanti ad un bivio:c’è o non c’è un corpo fisico,reale in rete?NO,in rete ci troviamo di fronte ad una de materializzazione del corpo,cioè abbiamo persone senza fisicità,possiamo dire che corpo ed anima si trovano separati.Ci si ritrova dinnanzi ad un corpo teoricamente immateriale,ma che comunque c’è,perché il corpo fisico “guida” quello virtuale nascosto dietro al pc.Da questa scissione del corpo nasce anche la riflessione sul rapporto tra ciò che è reale e ciò che non lo è,perché viviamo appunto in un mondo rele,ma siamo proiettati in un mondo estremamente virtuale,e non mi riferisco solo l web,ma anche ai tanti videogame con cui si trovano a giocare i bambini,che diventano protagonisti loro stessi del gioco.Secondo il mio parere,arrivati a questo punto possiamo affermare che mondo virtuale e mondo reale viaggiano parallelamente,anche se a differenza delle rette parallele,che non si incontrano mai,questi due modi sono spesso a contatto tra di loro arrivando al punto di innesco,quindi a mescolarsi l’un con l’altro,a volte perdendo di vista qual è quello reale e ci si ritrova a vivere in questo universo parallelo,in questa realtà parallela.McLuhan ci parla di “Villaggio Globale”,cioè del mondo unito da un sistema di comunicazioni straordinario..Grazie al progresso ed alle nuove tecnologie è possibile comunicare con qualsiasi parte del mondo in qualsiasi momento,in tempo reale dandoci così l’idea di un mondo piccolo che assume le caratteristiche di un villaggio,di una piccola comunità.Come citato nel libro”attraverso i nostri sensi estesi dai mezzi tecnologici possiamo fare esperienza in tempo reale di eventi che avvengono dall’altra parte del pianeta Inoltre è globale anche la comunità in cui tutti sono interconessi all’interno di uno spazio anche se virtuale”,,questa rete mondiale di comunicazione è sicuramente un fattore positivo però sta riducendo l’uomo ad essere un essere artificiale,è l’uomo stesso a modificare la propria natura,è come se non volesse più essere umano,ma uomo tecnologico.Anche se Kerckhove ritiene che il villaggio di McLuhan sia superato,in quanto siamo diventati esseri globali e grazie alle tecnologie non potrebbe che essere così,Kerckhove con globalizzazione non si riferisce solo alle reti di comunicazione ma anche e soprattutto alla psicologia,allo stato mentale e alla nostra percezione.Tornando al nostro tema centrale la “Dematerializzazione”,Sandy Stoneafferma che:”non importa quanto virtuale il soggetto possa diventare,c’è sempre un corpo attaccato”,ridando così importanza e valore al corpo,con questa frase secondo me la Stone dà quell’importanza al ruolo del corpo che era forse andata persa,ci ricorda appunto che tutto è legato alla fisicità,potremmo dire che anche i pensieri sono “cose astratte”perché non materiali,ma dimentichiamo che provengono comunque da un corpo fisico,il cervello.Sempre Sandy Stone ci introduce il concetto di “invisibilità”e sostiene che questo stato perché ci troviamo appunto senza corpo,o più semplicemente basta mettersi “offline” in una chat per essere invisibili,per gli altri non ci siamo perché non ci vedono,diciamo che ci siamo senza esserci!Come dicevo prima ci ritroviamo senza corpo e di conseguenza senza i cinque sensi che dominano la nostra vita,che la accompagnano.Sottolineava in oltre quanto le nuove tecnologie avessero modificato il concetto stesso di identità,divenuta ormai uno spazio virtuale di infiniti collegamenti.La Stonesi occupava della realizzazione tra genere e tecnologia e sul futuro dell’identità negli spazi mediati elettronicamente.Dopo questa forse un po’ lunga introduzione inizierei a parlare dell’argomento specifico che ho deciso di trattare ed approfondire,”Caronia e il corpo virtuale”.Caronia ci parla appunto di corpo e di come una costruzione di un’identità virtuale,quindi senza corpo,determina comunque una scissione con la sua immagine reale.Riflettendoci,l’assenza corporea la ritroviamo non solo nel web ma anche in altri media o tecnologie.E come se ognuno di noi avesse due corpi,un doppio corpo,come è più correttamente definito nel libro “Corpo,tecnologie e disabilità”,un corpo fisico che appartiene alla realtà e che è possibile vedere e toccare ed uno virtuale che appartiene alle tecnologie,un corpo cioè invisibile ma che esiste,che fa parte di noi,del nostro mondo,quindi della nostra realtà.Questo corpo virtuale è in un certo senso costituito dall’insieme delle nostre informazioni online.Parlando sempre di doppio corpo,possiamo parlare anche di “Avatar””,cioè un alter-ego ideato dall’uomo.Lo scorso anno al cinema è uscito un film intitolato proprio “Avatar”che però ha un senso diverso dal nostro”Avatar Virtuale”,l’avatar di cui parliamo non ha fisicità,è composto di sola virtualità,ad esempio prima citavo i videogames o delle realtà simulate nelle quali l’individuo può essere ricreato in potenziale,cioè con le caratteristiche reali o possibili ma anche con qualche aggiunta fantasiosa,nel nostro pc,possiamo gestirlo,decidere le sue azioni,ma resta comunque altro da noi,non possiamo toccarlo.L’avatar del film invece è un prodotto di laboratorio,potremmo addirittura definirlo come un vero e proprio “clone”conseguito da un gruppo di scienziati mettendo insieme caratteristiche genetiche/DNA umane con quelli di una razza aliena,ci troviamo anche di fronte al tema della disabilità,infatti il protagonista è un ragazzo disabile che proiettato nel mondo virtuale,perde la sua disabilità e rivive il brivido della corsa,cosa significa avere delle gambe che però riperde tornano nel mondo reale,il protagonista del film vive in prima persona questa esperienza,la vive sulla propria pelle. Questo personaggio non appartiene al mondo dei computer,perché ci troviamo di fronte ad una coesione che non è più uomo/pc,ma uomo/corteccia del clone mezzo alieno.L’avatar del film è per ora irreale mentre il “nostro”,cioè quello della rete,è già esistente,vicino a noi,quindi presente nella nostra vita.
“Riconoscere se stessi come individui può essere facile,ma l’importante è riconoscere che sono individui anche gli altri.”(Calvino)
Tornando a Caronia,al corpo ed alle tecnologie,mi viene da fare una riflessione sulle tecnologie e sul ruolo di quest’ultime nella nostra vita.Viviamo ormai in una società costantemente sorvegliata,da telecamere,cimici,satelliti,siamo controllati 24h su 24h,mi viene in mente un delitto di qualche anno fa,quello di Chiara Poggi di cui è stato accusato il fidanzato che ha ammesso che durante l’ora del decesso lui lavorava alla tesi al pc,i tecnici informatici,attraverso l’analisi del pc sono riusciti a capire se effettivamente durante quelle ore era al pc.Ho accennato questo esempio per collegarmi ai prossimi due argomenti trattati da Caronia.Prima parlavo di una società della videosorveglianza,Caronia parla di corpi tagged and tracked ,termine che gli inglesi usano per indicare persone pericolose etichettate e ricercate,controllate da un guinzaglio elettronico,ed in fondo ne siamo tutti legati,siamo tutti schiavi della tecnologia,siamo dipendenti da essa,potremo citare la net addictioncioè la dipendenza dal net o rete.Ha usato il termine etichetta ,ma chi sono le persone etichettate?Chi ci parla di questo etichettamento?Cosa vuol dire essere etichettati?Colui che ha studiato l’etichettamento tanto da farci una teoria è Becker alla quale dedicherà un libro dal titolo “Outsiders” che mette in evidenza che la diversità esiste,ma che non è quella che intendiamo noi,ma che semplicemente siamo tutti diversi da tutti e che non esistono diversi speciali o addirittura dei “mostri”.L’etichettamento cioè la divisione in categorie di persone reputate “diverse” che cioè escono fuori dalla norma,che si ribellano agli schemi,queste persone vengono di conseguenza emarginate,e vittime di questa emarginazione sono spesso persone di colore,stranieri vittima di razzismo,in proposito vvorrei citare una poesia che ho letto in rete:
quando nasco, sono nero -
quando cresco, sono nero -
quando è caldo, sono nero -
qu...ando è freddo, sono nero -
quando ho paura, sono nero -
quando sono malato, sono nero -
quando muoio, sono nero -
Tu, quando nasci, sei rosa -
quando cresci, sei bianco -
quando è caldo, sei rosso -
quando è freddo, sei viola -
quando hai paura, sei giallo -
quando sei malato, sei verde -
quando muori, sei grigio.
allora, perché continui a chiamare me "uomo di colore"?
Ad essere vittima di emarginazione sono anche le persone disabili,termine comunemente utilizzato per etichettare delle persone con delle menomazioni fisiche,c’è però da dire che questo termine non è poi così corretto,perché essere disabile vuol dire non saper fare qualcosa,utilizzando invece il termine diversabile ci riferiamo ad una persona che non può o non sa fare qualcosa,ma sa farne altre.Ad occuparsi del concetto di integrazione sarà A.Murdaca che nel suo testo “Complessità della persona e disabilità”mira:
-Alla ricostruzione di una nuova cultura della disabilità;
-Alla rimodulazione del termine integrazione;
-Alla comprensione delle reali condizioni di vita quale ruolo effettivamente possono assumere i soggetti disabili,quali servizi vengono erogati per le loro esigenze.
La Murdaca ci parla di inclusione concetto opposto a quello di esclusione o emarginazione.Ci parla infine di disabili come cittadini a pieno titolo in quanto persone come le altre che hanno i loro diritti che sono gli stessi di quelle che definiamo persone”normali”.Tornando invece alle nostre tecnologie,alla de materializzazione del corpo in rete introdurrei il concetto di furto di identità,del quale ne siamo spesso vittime,ad esempio facebook,è capitato e può capitare che persone,magari anche estranee rubino la nostra password ed inizino a chattare con i nostri amici,oppure che ci vengono rubate le foto per creare contatti fasulli che utilizzano appunto la nostra immagine,come possiamo vedere il web nasconde numerose insidie,ma la privacy?Abbiamo privacy in rete?Il rischio di essere derubati di informazioni personali è più alto offline che online e la gestione della privacy non è poi così semplice,magari chi non ha molta dimestichezza con il computer potrebbe trovarsi in difficoltà ad impostare la propria privacy,anche perché ci sono persone definite “hackers” che sono maghi del computer sia in positivo che in negativo.Secondo me in internet non abbiamo privacy,tutti sanno tutto di tutti,alcune volte per volere nostro,altre per cattiva gestione della già citata privacy.Tornando a Caronia , il corpo diventa disseminato,cioè un corpo sennza più centro.Le tecnologie digitali sembravano andare verso un’evanescenza del corpo,delle interazioni elettroniche.Caronia ritiene che è come se vi fossero tre processi:
-Replica del corpo;
-Invasione del corpo;
-Disseminazione del corpo.
Conclude poi affermando che è proprio il corpo disseminato che modifica il rapporto tra corpo e identità.Il nuovo corpo artificiale e disseminato funziona come strumento di contatto e di inserimento nel nuovo paesaggio tecnologico,in una nuova dimensione del mondo in cui artificiale e naturale si confondono.Contato e inserimento che saranno sempre meno garantiti dall’accoppiata tra stabilità della forma corporea e instabilità del flusso mentale individuale.Nel mondo digitale,il processo di identificazione deve anche fare i conti con l’estensione della deriva corporea,con una nuova possibile generazione di corpi virtuali.Non c’è più referente,il corpo scomparso riappare libero,il significante dispotico diventa significante vuoto,significante zero,fluttuante assieme a tutti gli altri segni.I tre processi di Caronia sono quasi equivalenti alle tre tecnologie che chiamiamo:
-Tecnologie Integrative;
-Tecnologie Invasive;
-Tecnologie Estensive.
Caronia parla sempre di corpo. Quando parliamo di corpo replicato,invaso o disseminato,ci troviamo di fronte ad un corpo che non può avvere nessunn tipo di disabilità.Non possiamo incontrare il tema della disabilità,per cui è assente il corpo che chiamiamo integrativo con le tecnologie o le protesi .La replica del corpo,un corpo di questo tipo viene affrontato da diverse prospettive.Gli altri due,uno è considerato come ultimo stadio di analisi,l’altro è frantumato nelle reti.Per estensione intendiamo un potenziamento e un prolungamento,non una perdita.Il corpo disseminato modifica il rapporto tra corpo e identità.Ci ritroviamo così di fronte ad una nuova possibile generazione di corpi virtuali:
-Replica del corpo = Tecnologie Integrative
-Invasione del corpo = Tecnologie Invasive
-Disseminazione del corpo = Tecnologie EstensivePrima parlavo di assenza di disabilità,se non c’è corpo,di conseguenza non può esserci disabilità,possiamo dire o vedere più che altro il corpo come Handicap e non dimentichiamo che la materia prima del mutamento è proprio il corpo.Vorrei ora affrontare una ad una questi tre tipi di tecnologie.
Le tecnologie Integrative (Corpo replicato)
Parlando di tecnologie mi sembra il caso di introdurre ed accennare il tema delle protesi che possono essere sia corporee che non.Le protesi che noi ci occupiamo di trattare ed analizzare,sono quelle collegate alle tecnologie e possono essere ad esempio relative alla disabilità o allo sport.Quando parliamo di tecnologie integrative ci riferiamo alla tecnologia come integrazione del corpo.Parlando di tecnologie integrative,mi viene in mente l’esempio di Oscar Pistorius definito:”La cosa più veloce senza le gambe”.La cosa?Possibile che un essere umano possa essere definito una cosa,solo perché al posto delle gambe ha delle protesi flex foot?Si parla tanto di progresso,ma la nostra mente in questo progresso nonn è voluta entrare,forse siamo troppo legati ai pregiudizi,siamo dotati di menti troppo chiuse,poco elastiche.Pistorius è un esempio per tutti,lui come la Atzoriche però ha rinunciato alle protesi,è un esempio di forza,di quella vitalità che spesso manca a noi persone”complete”,siamo noi a creare i divvervsi,a far senntire diverso qualcuno,perché la Atzori ad esempio,è nata sì senza arti superiori,ma è nata così quindi lei è completa anche se per noi non lo è,e la Atzori è un perfetto esempio di resilienza, cioè capacità di uscire vincenti da una situazione avversa.E’ un termine che può assumere diversi significati a seconda dei contesti di riferimento.I sinonimi di resilienza sono:
-Flessibilità;
-Elasticità;
-Mobilità;
-Adattabilità.
La resilienza è definibile anche come un insieme di abilità,capacità di adattamento attivo e flessibilità necessaria per adottare nuovi comportamenti,connetterla alla disabilità riporta il discorso al significato di affrontare e superare situazioni dolorose e di disagio esistenziale,una risorsa preziosa per la costruzione di un percorso di vita stabile e positivo.L’ambiente esterno non dovrebbe porsi nei confronti del soggetto con disabilità con atteggiamenti svalutativi o riduttivi ma riconoscendo l’originalità di ogni persona e i punti di forza che ciascuno possiede,solo così sarebbe possibile favorire il processo resiliente di recupero.In psicologia la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici.La resilienza presuppone relazioni intense e significative,è un meccanismo di adattamento all’ambiente che consente alla persona di trasformare il suo ruolo sociale,da vittima a soggetto attivo,con idee,azioni e progetti suoi propri.
Le tecnologie Invasive (Corpo Invaso)
Quando invece parliamo di tecnologie invasive,ci riferiamo alla tecnologia come intromissione nel corpo.Questo tipo di tecnologie,consentono una vera e propria modifica del corpo,tra di esse sono inclusi i pearcing,le protesi dentarie fino alle più esagerate corna di platino sulle tempie a scopi decorativi e di appartenenza.La chirurgia plastica e le protesi tecnologiche sono considerate elementi dell’essere cyborg.Quando si parla di invasione bisogna pensare ad un impianto.Per gli apocalittici i robot e le macchine avrebbero finito per sostituire gli uomini e questo degrado era cominciato surrogando gli organi danneggiati e si sarebbe concluso rimpiazzando con parti di ricambio cibernetici fino ad un totale scavalcamento identitario.Caronia,nel suo testo “Il cyborg.Saggio sull’uomo artificiale”parla di computer come cyborg pensando ad un cyber-organo,quando cioè l’uomo diventa una sola cosa con l’elaboratore elettronico,sostenendo che molte persone rifiutano queste tecnologie,in particolare il corpo cyborg in quanto punto limite.il cyborg di cui parla Caronia è il nostro Avatar, si parla ancora di estensione,di artificializzazione come realtà virtuale e di cyborg come personaggio collegato al computer.Noi,invece,intendiamo il cyborg come l’essenza dell’invasione,un essere cioè mezzo uomo mezzo tecnologia.Ci troviamo di fronte ad un corpo cyborg quando una persona ha ad esempio un arto bionico,ma in questa categoria troviamo anche le protesi al seno ad esempio.Un esempio clamoroso è il caso Orlan,che si è fatta impiantare artificialmente sulla fronte due bernoccoli come segno di lota con gli attuali canoni estetici affinchè si parli di un nuovo corpo,del corpo mutante,rivendica una libertà di intervento sul proprio corpo,la possibilità di riprogettarsi.Questa possibilità ci è data dalla chirurgia plastica,alla quale,molto facilmente ci si affida per modificare il proprio corpo.Ai nostri giorni la chirurgia è diventata ormai un fenomeno di massa molto diffuso sia tra le donne che tra gli uomini che vogliono diventare degli adoni di bellezza perfetta che ci viene imposta dai media.Ci troviamo così di fronte a donne che non accettano l’età che avanza,che vogliono cancellare dai loro volti e dai loro corpi i segni del tempo.Come dissi già precedentemente in un commento,io non appoggio questo modo di fare…A me non piace,io sono dell’idea che non bisogna “giocare” troppo con il nostro corpo,ci sono personaggi dello spettacolo che sono ormai diventati donne di plastica e si somigliano tutte,ma poi sinceramente non le vedo neanche così belle,sembrano quasi delle extraterrestri.Sono delle “Barbie Girl” ma almeno le barbie sono belle!!Ma perché invece di pensare solo ad apparire belle non svegliami i cinque sensi che sono ormai atrofizzati e mettiamo in moto il cervello per cose davvero importanti?Negli ultimi mesi è stato trasmesso in tv un programma “Plastik”,l’ho guardato un po’ con sospetto perché ho pensato al solito programma inno della chirurgia plastica con fini estetici.Non nascondo che spesso l’ho visto perché ci ha anche raccontato di quella chirurgia che resta nascosta,di cui parlano troppo poco,della chirurgia con scopi medici,come ad esempio il trapianto di viso,la separazione di due gemelli uniti,la separazione degli arti inferiori ad una bimba chiamata “L bimba sirena” e tanti altri.Ho citato questo programma,ma ce ne sono tanti altri che ci impongono quegli ideali di bellezza di cui parlavo prima,e che portano molte ragazze nel vortice dell’anoressia e della bulimia.Si ritiene che i media siano costruttori della realtà sociale in grado di orientare l’opinione pubblica sull’idea di femminile e maschile,come sui concetti di femminilità e mascolinità,rendendo più visibili e simbolicamente rafforzati comportamenti e convinzioni.Trattando le tecnologie invasive,nel mio commento su questo tema,ho citato due esempi:l’uomo gatto e l’uomo lucertola,secondo me questi possonno essere definiti dei veri e propri ibridi perché per ibridazione è intesa una trasformazione che determina un cambiamento in un individuo o una cosa che subisce delle alterazioni.Ma più specificamente possiamo parlare di ibrido tecnologico ,che si ottiene cioè quando vi è contaminazione tra naturale e artificiale.Non si tratta più di usare gli artefatti tecnologici ma di ospitarli all’interno del nostro corpo biologico.La tecnologia si avvicina a tal punto all’uomo,al suo corpo,alle sue capacità,tanto da diventare invisibile,mutando così il rapporto tra uomo e tecnologia.Personalmente sono con le tecnologie,però sono un po’ contro questo tipo di tecnologie,perché tendono a modificare l’uomo.Io voglio vivere in un mondo reale,umano,fatto di persone carne ed ossa,non di plastica.
Le tecnologie Estensive (Corpo Disseminato)
Borges: ”Tra i diversi strumenti dell’uomo,il più stupefacente è,senza dubbio,il
Libro.Gli altri sono estensioni del suo corpo.Il microscopio,il telescopio,
sono estensioni della vista,il telefono è estensione della voce,poi ci sono
l’aratro e la spada,estensioni del suo braccio.Ma il libro è un’altra cosa:
il libro è un’estensione della memoria e dell’immaginazione.”
Una tecnologia è detta estensiva,quando è intesa come ampliamento del corpo.McLuhan che ho già citato in quanto ci parlava di un villaggio globale,nel suo lavoro “Galassia Gutenberg”sottolineava per la prima volta l’importanza dei mass media nella nostra storia,ma di questo ne abbiamo già parlato.Lo sviluppo della tecnologia ha cambiato radicalmente il rapporto tra l’essere umano e gli strumenti tecnologici.Tra gli esempi di tecnologie estensive abbiamo l’automobile come estensione delle gambe,il telefono cellulare come estensione della voce e dell’udito.
“l’uomo è nato libero e ovunque è in catene.” (Rousseau)
Il corpo cyborg,metà fisico-biologico,metà macchina,diventa l’espressione finale del nuovo rapporto corpo/tecnologie.Lindividuo si inizia a muovere e ad impadronire del mondo virtuale,riscoprendo nuove opportunità identitarie per ripensarsi e ricrearsi secondo prospettive impensabili fino a qualche anno fa.Riassumendo possiamo dire che le tecnologie integrative vedono l’integrazione del corpo e questo campo è soprattutto relativo al campo della disabilità,intendiamo le tecnologie come miglioramento.Le tecnologie estensive e le protesi immateriali rappresentano un ondo aparte connesso al virtuale,mentre le tecnologie invasive concludono il discorso perché la tecnologia è intesa come intromissione nel corpo.Il corpo disseminato di Caronia è centrifugato all’interno di necessità legate a reti di comunicazione,assenza di referenti e significati.Il corpo diventa interfaccia,flusso di informazione senza contenuto.Vorrei concludere la mia relazione con una famosa frase del libro “Il Piccolo Principe”:
“L’Essenziale è Invisibile Agli Occhi”