Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

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    mariaderosa


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  mariaderosa Ven Apr 01, 2011 5:21 pm

    Affrontare il discorso dlla situazione nelle carceri non è molto semplice..spesso sento parlare di casi di suicidio prpr in questi luoghi..una delle tante motivazion è dovuta alla mancanza di assistenza sanitaria..c'è stato d esempio l'educatrice Caterina che ci ha testimoniato la situazione nel carcere di Rebibbia..attraverso alcune foto ci ha mostrato le condizioni disumane che i detenuti sono costretti a vivere(allucinante sapere che hanno a disposizione solo 2 rotoli di cara igienica, o magari assenza di spazzolini e dentifrici) per non parlare poi delle persone diversamente abili che di barriere architettoniche ne incontrano a centinaia..indubbiamente se un detenuto si ritrova nel carcere un motivo ci sarà ma questo non giustifica il trattamento che sono costretti a subire..ritorniamo di nuovo al discorso del razzismo..una persona poichè differisce dall altro per il colore della pelle allora deve essere "emarginato" non ha alcun senso logico dire ciò e intanto vi è ancora questo modo di pensare..stessa cosa potremmo dirla per i detenuti con la differenza che a causa di un loro errore sono costretti a pagare anche subendo trattamenti poco dignitosi.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty caterina- il carcere di Rebibbia

    Messaggio  talotti laura Ven Apr 01, 2011 5:22 pm

    In questa lezione ci è stata raccontata l'esperienza di Caterina come educatrice nel carcere di Rebibbia.Il carcere è già di per sè una realtà a dir poco disumana e questo si sapeva.. ma sentire parole come:i detenuti non hanno oggetti personali(come ad esempio lo spazzolino), asciugamani e hanno diritto a soli due rotoli di carta al mese, mi hanno fatta sentir male.Vivono già in condizioni igieniche precarie con celle sovraffollate e con uno spazio ridottissimo che li costringe a fare a turno per alzarsi per un po dalle proprie brande.In un contesto del genere già così complicato e dove non sono state neanche abbattute le barriere architettoniche, come come potrebbe starci un disabile????chi lo aiuta ad alzarsi??? chi lo aiuta ad andare in bagno???La sopravvivenza in carcere è dura e tutto ciò spesso ha spinto i detenuti verso una scelta secondo loro più "facile": il suicidio!!!Come abbiamo ribadito in aula il compito dell'educatore non è quello di giudicare ma cercare di rieducare il detenuto per far sì che si possa reinserire nella società una volta uscito.Questo è stato sicuramente uno degli argomenti che ha scatenato maggiori dibattiti tra noi ragazzi.
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    Mgrazia Piscopo


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty sbagliare è umano perseverare è diabolico.

    Messaggio  Mgrazia Piscopo Ven Apr 01, 2011 5:25 pm

    L'intervento di Caterina ha creato molto brusio in aula, l'educatore in carcere.
    Educare un reo è a mio avviso un pò una scommessa, se si parla di persone orami adulte e che hanno vissuto la loro vita commettendo reati. E' la lotta più difficile per l'educatore , lasciare a casa i propri pregiudizi, ma di fronte a pedofili, assassimi, stupratori, è complicato, in questo caso fa bene CAterina a non farsi dire il motivo per cui si è stati incarcerati. Non riesco a vedere un disabile in carcere, ma come ci è stato detto ci sono, e se sono lì è perchè hanno commesso un qualche reato, vanno tratta come tutti, e anche loro devono avere la pena che meritano, ma meritano una struttura adeguata, come esistono i carceri per chi ha disturbi mentali, cosi dovrebbero esserci settori adibiti per chi ha un deficit. La dignità dell'uomo a mio avvioso è anche lavorare, chi è in carcere per furto per spaccio o altro di certo non ha lavorato, ma ha trovato semplicemente la via più facile, l'educazione deve partire prima non solo dal carcere, non bisogna appellarsi sul fatto che per telefonare o per la medicina bisogna pagare,e che stando lì non hanno soldi perchè i più non hanno la possibilità di lavorare, perchè prima lo hanno fatto? quando hanno commesso il reato sapevano che la pena era quella,Non dimentichiamo che chi è in carcere ha diritto alla pensione,che paga chi ha lavorato tutta la vita in modo onesto, e magari è stato scippato, pestato o peggio, da chi è in uan cella.Lo stato a chi non può pagarsi l'avvocato gliene fornisce uno.La prigione non deve essere un albergo, e nonostante ciò sono sovraffolati, molto spesso le persone preferiscono farsi uno o due anni di carcere anzichè pagare le tasse, chi non ha un tetto si fa arrestare appositamente perchè almeno lì ha un posto dove dormire e un pasto, per quanto disumano possa essere.
    Il paradosso è nello stesso concetto di educare alla libertà stando chiusi in una cella, bisogna educare chi veramente vuole essere educato e non chi vede nell'educatore una scappatoia per uscire dal carcere e ricominciare a essere fuorilegge. Sono più prorpensa all'educazione dei minori, li si che si può lavorare, lì si che se un ragazzo ha sbagliato può essere rinserito, ma un adulto con più precedenti ha fatto sua quella vita, la vita fatta di sforzi di lavoro onesto e spesso sottopagato con difficoltà sarà accettata. Mi fa rabbia vedere in tg uno criminale che quando viene arrestato manda i baci alla folla come se fosse una star, e magari la droga che ha messo in giro ha ucciso tante persone, magari il pizzo che ha chiesto ha fatto impicare il padre di famigli che non sapeva più come pagare quel debito salito alle stelle.
    Se sono lì in quel luogo è perchè hanno fatto qualcosa, piccolo o grande che sia,la loro punizione è la limitazione della libertà, si certo hanno una dignità umana (ma a quante persone hanno tolto la dignità?), non bisogna confondere i deficit delle strutture carcerarie con la punizione che meritano. Purtroppo in Italia le strutture sono carenti, non c'è la possibilità di costruire nuovi carceri, sono pochi che funzionano bene, il carcere di Poggioreale una volta aveva la sala operatoria, però è stata chiusa per inagibilità, non ci sono fondi per rimodernare le strutture, e per crearne di nuove e si passa dunque per l'indulto per risolvere il problema per un mese perchè dopo la guardia carceraria se li ritrova quasi tutti lì.
    Una seconda possibilità va data a tutti, qual che sia lo sbaglio che è stato fatto, con questo mio lungo e polemico intervento, non voglio dire che non debbano essere rieducati, ma mi infastidisce che li si faccia passare come dei piccoli innocenti.
    Tutte le strutture italiane sono carenti un esempo qualsiasi:la scuola primaria che frequenta mio fratello è priva persino della cartaigienica che deve essere acquistata dalle mamme! Per fare una visita nelle strutture sanitarie pubbliche c'è una lista che va dai tre( se si é fortunati) ai sei mesi(in sei mesi un tumore ti uccide).
    Il problema dell'Italia sono le strutture, forse la privatizzazzione di carceri, sanità, scuole, non è una cattiva idea.
    Mi scuso se sono uscita fuori topic.
    Allego la statistica dell'istat per i suicidi in italia nel 2008, in base alle malattie, ci sono più ragazzi che si suicidano per motivi affettivi che carcerati per rimorsi di coscienza.Ricordando che il suicidio è un omicidio!!! Neutral
    http://giustiziaincifre.istat.it/Nemesis/jsp/dawinci.jsp?q=pl11-0010013000&an=2008&ig=1&ct=271&id=4A|17A


    Ultima modifica di Mgrazia Piscopo il Ven Apr 01, 2011 5:46 pm - modificato 1 volta.
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    rosa micillo


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  rosa micillo Ven Apr 01, 2011 5:28 pm

    Stare in un carcere è già di per se difficile e deprimente,qualsiasi sia il reato commesso;Impossibile credo lo sia per un disabile.Ciò che si dice sui carceri per i normodotati è alquanto scontato,riguardo le loro condizioni igieniche e sanitarie,ma al racconto di Caterina:stesse condizioni o addirittura peggio per i disabili sono rimasta scioccata!Da non credere che il livello di disinteresse arriva anche su semplici bisogni(carta igienica).Vero che il carcere serve per capire gli errori commessi,c'è un giusto tempo per rifletterci su,ma le condizioni devono arrivare a questo punto?Una minima pietà dove è finita?Essendomi ripresa..spontaneamente mi è venuto da esporre:"Non hanno aiuto o comprensione quando sono liberi,figuriamoci rinchiusi là dentro!"E' dura affermare che il nostro paese si comporta davvero così.Per avere medicine passano chissà quanti giorni ..intanto il malato deve sopravvivere in condizioni disumane.C'è da ribadire che la società è indifferente,impassibile a tutto.Vorrei chiedere se poi tali condizioni riscattano davvero quello che sarebbe l'obiettivo del carcere!In tal modo c'e rispetto per la dignità dell'uomo e soprattutto si tramanda Rieducazione?Beh,, non credo affatto.Come si fa ad andare fieri del proprio lavoro quando non ci si preoccupa delle cose biù banali!Quanto costa rendere una cella meno peggiore di come si trova?Una cosa è certa :chi ci guadagna dietro questo lavoro riceve un compenso per niente meritato!
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  mariagraziarusso Ven Apr 01, 2011 5:49 pm

    l incontro con Caterina mi ha portata a riflettere e a pormi delle domande su un mondo che ritenevo estraneo da me....oggi mi chiedo come vive una persona in carcere come passa il suo tempo cosa prova lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia?....Caterina ci ha fatto conoscere la vita in carcere che forse vita non puo essere definita date le condizioni in cui queste persosne sono costrette a vivere:celle sovraffollate condizioni igenigiche disastrose mancanza di beni primari....pensiamo pero ad una persona disabile in carcere che incontra difficlota nella vita figuriamoci in un carcere.Non riceve aiuto assistenza passa settimane intere a letto non puo uscire per prendere una boccata d aria come puo questa essere chiamata vita?come si riesce a sopravvivere in tutto cio?....eppure questa persona puo contare esclusiavamente sull aiuto dei suoi amici di cella

    https://www.youtube.com/watch?v=UjQHOD1tUiU

    una frase mi è saltata all orecchio "il carcere è una discarica" e bene si il carcere non è piu luogo di riabilitazione di aiuto sostegno ma è un luogo che ti conduce verso la morte ti porta al suicidio

    https://www.youtube.com/watch?v=6AFfX7zATOo

    Molti dicono che il carcere non deve essere un albergo, ma nessuno chiede questo!.. i detenuti non vogliono mica la playstation vogliono solo essere trattati come persone. Il carcere deve essere un luogo che possa rstituire ciò che non si ha avuto nella vita come consapevoleza, educazione, cultura e sostegno.
    bisogna dare una chance a coloro che hanno sbagliano e hanno sete di rivincita,è giusto che chi sbaglia paga ma è anche giusto restituire la vita a chi per un attimo la persa....
    Caterina inoltre ci ha fatto notare,almeno io non l avevo mai pensato, che il carcere produce disabilita a causa delle gravissime condizioni in cui vivono e dall assenza di servizi sanitari e cure mediche...a proproposito di cio ho trovato un articolo:

    È libero, Ariel Sigler, dissidente cubano di 47 anni, in carcere all’Avana dal 2003 e rilasciato per ragioni di salute dopo un anno d’ospedale. Paraplegico per una serie di infezioni dovute al pessimo cibo, torna a casa su una sedia a rotelle
    uno dei suoi compagni, Orlando Zapata, è morto dietro le sbarre dopo uno sciopero della fame. Una morte che ricorda al mondo, ha detto Sigler, che a Cuba vengono sistematicamente violati i diritti fondamentali dell’uomo.

    La liberazione di Sigler, che in carcere ha perso il 40 per cento del suo peso, è stata ottenuta dalla Chiesa cubana insieme al trasferimento vicino a casa di altri sei detenuti politici. Una svolta importante per la dissidenza dell’Avana, a pochi giorni dalla visita del segretario vaticano per i rapporti con gli Stati.

    Miglioriamo la vita di queste persone doniamogli una seconda possibilità



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    Messaggio  annadellaventura Ven Apr 01, 2011 6:09 pm

    Durante l'ultima lezione abbiamo ascoltato l'esperienza di Caterina, educatrice nel carcere di Rebibbia. Ci ha spiegato come vengono trattati i detenuti, come sono le celle e la difficoltà che hanno queste persone nello stare chiusi per tutto il giorno in un piccolo spazio in tanti e senza i servizi primari, come una persona disabile è costretta a restare nel letto perchè non può muoversi, almeno che qualcuno non gli dia una mano.
    Inoltre ci ha fatto capire che il carcere produce disabilità, infatti se una persona si fa male non ha cure immediate e per questo può diventare disabile.
    Ci sono perfino delle persone che in carcere si suicidano perchè sono soli, non hanno più una famiglia.
    Il ruolo dell'educatore oltre a quello di rieducarli e aiutarli nell'inserimento nella società, ha anche il compito di ascoltarli.
    La legge del 1975 all'art.1 dice che "il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona" e spesso questo nel carcere non avviene.
    L'educatore in carcere non dovrebbe lasciarsi influenzare dal crimine che quella persona ha comesso, ma aiutarla senza pregiudizi.
    Io penso che tutti gli esseri umani anche se hanno sbagliato, hanno il diritto di essere ascoltati e aiutati perchè la loro pena la stanno già pagando.
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    Messaggio  IVANA D'ANNA Ven Apr 01, 2011 7:01 pm

    In aula abbiamo ascoltato la testimonianza di Caterina nel carcere di Rebibbia, una testimonianza che ha acceso un lungo dibattito tra noi!
    Ciascuno ha condiviso la sua idea.
    Ci ha mostrato foto e ha spiegato le condizioni disumane che questi detenuti sono costretti a vivere... Due rotoli di carta igienica al mese, lenzuola che a volte vengono utilizzate anche come asciugamani..Per avere un medicinale devono attendere settimane.Una situazione disastrosa...!E' vero, sono detenuti, sicurmente avranno compiuto un reato, e staranno pagando la loro pena ma sono comunque essere umani,e come si discuteva ieri durante la lezione.. hanno bisogno di essere rieducati e non giudicati..Quindi la figura dell'educatore in carcere è molto importante!Sicuramente Il detenuto in carcere deve rispettare le regole, ma oggi in carcere gira di tutto,anche la droga..Quindi a mio avviso innanzitutto bisogna migliorare questi edifici carcerari... e poi l'educatore deve rieducarli e insegnare loro a vivere legalmente,per concedergli un futuro reinserimento nella società facendo si che, non commettessero piu' gli stessi errori.
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    Messaggio  Maria Francesca Avolio Ven Apr 01, 2011 7:06 pm

    Quando Caterina ci ha parlato della sua esperienza nel carcere di Rebibbia sono rimasta veramente affascinata!Devo dire che non ero neanche a conoscenza dell'Ordinamento Carcerario.Ma ciò che è veramente assurdo che si parla tanto di dignità e di rispetto della persona è pure nei carceri tutto questo non viene rispettato.Si sentono tantissime notizie di maltrattamento e di abusi che avvengono in carcere ma questo non è il modo di rieducare una persona.
    I detenuti è guisto che paghino per i mali commessi ma già pagando la pena lo fanno e quindi bisogna lavorare e porre l' accento sull' loro rientro nella società attaraverso un intervento educativo.
    Noi educatori non siamo nessuno per guidicare una persona ma dobbiamo soltanto aiutarla e ascoltarla.La situazione disagiata nei carceri è ancora più pesante per le persone che hanno disabilità che sono costretti se non hanno un aiuto a rimanere nella loro cella.Bisogna cercare di migliorare le varie procedure affinchè la permanenza in carcere non porti disabilità in quanto il detenuto che ha bisogno di cure deve ricevere assistenza senza aspettare mesi!!!
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    Messaggio  veronicadolce Ven Apr 01, 2011 7:18 pm

    Oggi abbiamo ascoltato la testimonianza di Caterina,un educatrice nel carcere di Rebibbia.è stato importante per me ascoltare le sue parole,ne ho fatto un bagaglio perchè spero che anche io diventerò come lei un'educatrice penitenziario.Ammiro molto la sua affermazione cioè quella di non voler sapere il reato commesso da ogni detenuto,sicuramente in questo modo non avrà dei pregiudizi nei loro confronti,secondo me è cosi che si lavora.Sicuramente non ci sono parole per le condizioni nel carcere per come vengono trattati,anche per quanto riguarda i disabili,il carcere dovrebbe essere un luogo di punizione dei reati commessi privando i detenuti della loro libertà e non un luogo di sofferenza.Quest'ultima esiste già per la mancanza di libertà...se si aggiungono le condizioni precarie all'interno delle celle allora diventa un inferno.Spero che queste situazioni andranno a migliorare per il bene dei detenuti.Anche se devono pagare la loro pena non è detto che devono soffrire in questo modo sono pur esseri umani.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty Il disabile in carcere

    Messaggio  Rosaria Polverino Ven Apr 01, 2011 7:55 pm

    Ieri abbiamo trattato un altro argomento molto toccante,cioè quello del disabile in carcere attraverso la testimonianza diretta di Caterina, un’educatrice che lavora da 2 anni nel carcere di Rebibbia(Roma).
    Prima del suo racconto, io ero una di quelle persone che considerava il carcere il luogo giusto dove le persone devono scontare i loro reati, e mettevo in secondo luogo tutto ciò che riguardava le loro condizioni di vita,ma dopo la testimonianza di Caterina la mia opinione è mutata radicalmente.
    Non ero a conoscenza delle limitazioni che il carcere pone nei confronti dei detenuti,come ad esempio la possibilità di avere a disposizione solo due rotoli di carta igienica a mese, oppure un paio di lenzuola nel corso di tutta la loro permanenza (5,10, 30 anni o per sempre).
    E’ giusto che le persone che commettono reati devono scontare la loro giusta pena,ma ciò non significa che la loro dignità deve essere calpestata!!!
    Solo attraverso le immagini mostrate da Caterina ho potuto immaginare in quali condizioni queste persone sono costrette a vivere ogni giorno .
    Sono condizioni difficili, ma lo sono ancora di più per le persone disabili le quali non godono di nessuna assistenza,possono solo contare sulla solidarietà che potrebbe nascere tra compagni di cella.
    Un semplice accesso ai servizi igienici può diventare per loro un percorso insormontabile!!!!!
    Quando viene data la possibilità di prendere una boccata d’aria, c’è chi preferisce restare a letto e questo lo fa per settimane intere perchè già sa che le barriere architettoniche che dovrà affrontare sono infinite(scale,porte piccole…).
    E proprio in questi contesti,il ruolo dell’educatore è ancora una volta di fondamentale importanza!!!
    Dalle parole di Caterina:L’EDUCATORE NON DEVE MAI GIUDICARE LA PERSONA CHE HA D’AVANTI,
    altrimenti non è coerente con il ruolo che si trova a ricoprire.
    Il compito dell’educatore è quello di riabilitare il detenuto alla vita sociale,cercando di insegnargli quello che è giusto da fare,e facendolo anche con un sorriso in più,così da regalare un pizzico di serenità a queste persone che si trovano a lottare per ottenere una nuova speranza nella vita.


    Ultima modifica di Rosaria Polverino il Ven Apr 01, 2011 9:01 pm - modificato 3 volte.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty un'infarinatura sulla costituzione....

    Messaggio  ivana cannavale Ven Apr 01, 2011 8:31 pm

    questo laboratorio diventa sempre + interessante grazie alle tematiche che si affrontano un lavoro direi interdisciplinare!sappiamo che rispettare le regole sopratutto quelle giuridiche non è facile come sembra...perchè ho nominato le regole?sappiamo che queste ultime fanno parte della nostra società per far si che ci sia un'ordine ed un buon funzionamento.correlato alle regole vi è il diritto(argomento vasto):naturale e positivo.il primo riguarda i nostri bisogni primari mentre il secondo è inerente ai ruoli che occupiamo all'interno della società.il diritto naturale è sicuramente il + importante,in quanto susseguono ad esso una serie di leggi del tipo quello legato al diritto alla salute costituzionalmente tutelata art.facente parte della nostra costutuzione ossia (32)comma 1;problematiche attuali:eutanasia(Gherardo Colombo).sono 139 gli articoli presenti nella nostra costituzione ma circa 5/6 sono stati abrogati ancora presenti ma non attuabili.tutto questo giro ingarbugliato di parole perchè?per dire che ci sono molte regole scritte che bisogna rispettare per stare bene con se e con gli altri ma molte come il ripetto per gli altri non sono scritte in modo esplicito ma ma dovrebbero far parte del nostro dna...la costituzione è la regola delle regole e bisogna conoscerla per essere consapevole!il racconto della nostra collega è stata molto esaustivo nel farci capire le problamatiche legate al proprio ambito lavorativo e personalmente mi ha fatto immergere x un attimo nel mio futuro di sicuro difficile e ricco di controversie.il suo è un ambito a cui aspiro in quanto bisogna avere un pugno fermo un carattere forte e molta pazienza e non solo credo di avere tali "doti".le condizioni nella quale vivono molte persone nelle carcerianche diversabili sono orribili,x alcuni di noi,facendo anche un piccolo sondaggio in famiglia per esempio, è giusto in quanto chi sbaglia paga ma sappiamo anche che la responsabilità penale è personale!bisogna tendere alla rieducazione del condannato,non è ammessa la pena di morte in fine le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di UMANITA' art.27 comma 1,2,3 nel caso di alcuni carceri a parte le cosidette case-lavoro l'ultimo comma non mi risulta.ragazzi vi dico leggete la costituzione leggi della quale siamo noi gli "artefici" difendendo cosi:la "democrazia" la legalità la "giustizia" la nostra dignità ma innanzitutto la nostra libertà che è inviolabile art.13in tal caso + che di libertà utilizziamo per lo meno il termine di dignità....
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    Messaggio  NUNZIA PINTO Ven Apr 01, 2011 8:42 pm

    L'esperienza lavorativa di Caterina,le immagini che ci ha mostrato in aula, raccontano ancora una volta la realtà triste di chi vive nelle carceri.Realtà che spesso trovo sui giornali e in televisione.Una realtà che mi lascia sempre più esterefatta,indignata...eppure mi dico:"non è possibile che persone che abbiano compiuto atti criminali, che siano meno gravi (come rubare) o molto gravi (omicidio),siano costretti a perdere il loro senso di umanità!!!!!!!!!!
    Lo scopo dei carceri è quello di rieducare il corpo,l'anima della persona e conferirgli ordine disciplinare...
    MA COME PUò AVVENIRE CIò SE LA STESSA PERSONA NON VIENE RISPETTATA COME TALE?!?!Non oso poi immaginare come possa vivere un disabile in una mostruosa struttura come questa!!!Morirei al suo posto o forse mi porterebbero a morire!!!!
    Eppure gli articoli della costituzione italiana(esempio:art 27"le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato")sono stati stipulati però perchè non vengono rispettati?!
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    Messaggio  nicolettabarbato Sab Apr 02, 2011 8:20 am

    Il racconto di Caterina sulla sua esperienza da educatrice in carcere è stato molto bello, istruttivo e interessante, in quanto, ci ha consentito di avvicinarci alla realtà del nostro futuro mondo lavorativo. In base a quello che ci è stato mostrato e detto, penso, che sia ingiusto il modo in cui i detenuti vengano trattati. Partendo, comunque, dal presupposto che tutti devono pagare per i propri errori e scontare la pena che è stata prefissata, penso, che la dignità della persona anche se rea, debba essere preservata e rispettata e che un disabile all’interno del carcere, debba aver garantiti gli stessi diritti degli altri normodotati. E’ impossibile pensare che una persona disabile non possa godere neanche di quelle poche ore di aria giornaliere che vengono concesse ai detenuti, solo perché, ci sono barriere architettoniche che lo impediscono. Come ci ha mostrato nelle foto Caterina, per esempio, a Rebibbia per un disabile sarebbe realmente impossibile riuscire a salire tutte quelle scale che gli permettono di accedere ad un terrazzo e quindi, la persona disabile è costretta a rimanere nel letto tutto il giorno. Questa è una cosa grave, che dovrebbe essere eliminata. Il carcere spesso, provoca e aumenta la disabilità, questa è una cosa inaccettabile che deve essere combattuta perché, comunque, siamo tutti esseri umani e da tali dobbiamo essere trattati.
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    Messaggio  anna raffaella carannante Sab Apr 02, 2011 8:21 am

    Nella lezione del 31 marzo la docente ci ha esposto ad un dialogo davvero molto interessante. Caterina una ragazza del SUOR ORSOLA gia laureata ci ha dato spiegazioni sui disabili che si trovano in carcere e tutto ciò ha davvero acceso un lungo dibattito tra di noi ,appunto perchè non proprio tutti la pensavamo allo stesso modo . Caterina ha cercato di spiegare che dietro tutto ciò c'era comunque una persona che magari anche essendo disabile aveva commesso un reato cosi' senza nemmeno esserne cosciente e quindi bisogna dare importanza alla persona in primis , non giustificandola del tutto appunto perchè anche se disabile é umano come noi e può sbagliare . I disabili che si trovano dietro le sbarre sono tanti in tutte le zone d'ITALIA , ne abbiamo 27 in lombardia, 10 con problemi motori a ragusa ,a san vittore almeno il 20% dei detenuti ha una patologia psicologica ,per non parlare poi dei detenuti che nel carcere non hanno un minimo di assistenza. All'inizio della lezione Caterina ci ha spiegato un pò come può essere vissuta la vita nel carcere e il suo discorso mi ha colpito tanto . Ha detto che i detenuti non hanno il materiale a sufficenza per poter condurre una vita normale , chi non ha vestiti deve rimanere con quelli che aveva all'inizio, la maggior parte di loro non hanno il sapone per potersi lavare come non hanno le asciugamani e si asciugano con le federe del cuscino . Beh! che dire io di fronte a questa cosa sono rimasta davvero allibita , perchè credo che non si devono fare parzialità siamo tutti uguali e dobbiamo essere trattati allo stesso modo quello che non avviene però nei carceri italiani per i disabili . Sei il disabile ha difficoltà mentale , questo costituisce un problema tra esso e il carcere perchè la disabiltà di questo tipo costituisce problemi nel processo. I casi di disabilità sono tanti ne ho accennato uno perchè credo che sia quello che mi è rimasto piu a cuore , ma con tutto ciò anche il disabile deve essere trattato come noi ne ha il diritto in tutto e per tutto , perchè io credo che dietro quella disabilità ci sia una persona che ha delle serie difficoltà e deve essere valutato come persona .
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty DISABILI IN CARCERE .

    Messaggio  linapaudice Sab Apr 02, 2011 8:58 am

    OGGI SI è DISCUSSO , ANCHE CON TONI ABBASTANZA ACCESI , DI DISABILI NELLE CARCERI . SOPRATTUTTO QUELLO DI REBIBBIA, ESPOSTO DA CATERINA, UN'EDUCATRICE NEL SETTORE DELLA REINTEGRAZIONE DEL REO NELLA SOCIETà . PARTIAMO DICENDO CHE TUTTI NOI SIAMO ESSERI UMANI , QUINDI DISABILI O MENO , SIAMO SPINTI ALL'ERRORE E COME TALE BISOGNA PAGARE PER GLI SBAGLI COMMESSI, PERò IL PUNTO ESSENZIALE è QUELLO CHE NONOSTANTE IL REO SIA RINCHIUSO IN 4 MURA , ABBIA CMQ LA CURA E IL RISPETTO CHE SI MERITA , ESSENDO PERSONA UMANA E DIGNITOSA , MA CHE SOPRATTUTTO SIA AIUTATO PRINCIPALMENTE NELL'AMMISSIONE E LA REINTEGRAZIONE NELLA SOCIETà , AFFINCHè NON SI CADE NEL CONTRARIO , OVVERO NELL'EDUCAZIONE ALL'ILLEGALITà O ADDIRITTURA ALLA RECIDIVA . TUTTO QUESTO PER DIRVI CHE TUTTI POSSIAMO SBAGLIARE , L'IMPORTANTE PERò CHE CI SI è CONSAPEVOLI DEI PROPRI ERRORI E CHE SI POSSA DA QUESTI MIGLIORARE E RIFLETTERE, PRIMA DI COMMETTERNE ALTRI . ANCHE SE TUTTO QUESTO QUESTO è POSSIBILE , NON SOLO CON L'AIUTO DELL'EDUCATORE MA IN PARTICOLAR MODO DELLE ALTE CARICHE ISTITUZIONALI . OGGI è DAVVERO , ALLUCINANTE , A TUTTO CIò CHE AVVIENE NELLE CARCERI , DOVE PER UN DISABILE VIVERCI ED ESSERE AUTONOMO RISULTA DAVVERO MOLTO DIFFICILE , A CAUSA SEMPRE DELLA BARIERE ARCHITETTONICHE ,ACCENTUANDO ANCORA DI PIù I LORO DISAGI FISICI , SFOCIANDO IN VERI E PROPRI SUICIDI .

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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty 31 marzo Il disabile in carcere

    Messaggio  Sonia Sab Apr 02, 2011 9:05 am

    Abbiamo ascoltato in aula la testimonianza di un'educatrice di nome Caterina che lavora nel carcere di Rebibbia.Da quello che ha raccontato ho capito che i detenuti vivono in condizioni disastrose, ma molto più grave è la situazione per i detenuti disabili perchè si trovano a fare i conti con delle barrierre archittettoniche e sono costretti a chiedere aiuto ai compagni di cella. Il compito di noi educatori è quello di RI-EDUCARE queste persone ke hanno bisogno di aiuto. Sonia Di Marco
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty DISABILI NELLE CARCERI !

    Messaggio  linapaudice Sab Apr 02, 2011 9:20 am

    OGGI SI è DISCUSSO , ANCHE CON TONI ABBASTANZA ACCESI , DI DISABILI NELLE CARCERI . SOPRATTUTTO QUELLO DI REBIBBIA, ESPOSTO DA CATERINA, UN'EDUCATRICE NEL SETTORE DELLA REINTEGRAZIONE DEL REO NELLA SOCIETà . PARTIAMO DICENDO CHE TUTTI NOI SIAMO ESSERI UMANI , QUINDI DISABILI O MENO , SIAMO SPINTI ALL'ERRORE E COME TALE BISOGNA PAGARE PER GLI SBAGLI COMMESSI, PERò IL PUNTO ESSENZIALE è QUELLO CHE NONOSTANTE IL REO SIA RINCHIUSO IN 4 MURA , ABBIA CMQ LA CURA E IL RISPETTO CHE SI MERITA , ESSENDO PERSONA UMANA E DIGNITOSA , MA CHE SOPRATTUTTO SIA AIUTATO PRINCIPALMENTE NELL'AMMISSIONE E LA REINTEGRAZIONE NELLA SOCIETà , AFFINCHè NON SI CADE NEL CONTRARIO , OVVERO NELL'EDUCAZIONE ALL'ILLEGALITà O ADDIRITTURA ALLA RECIDIVA . TUTTO QUESTO PER DIRVI CHE TUTTI POSSIAMO SBAGLIARE , L'IMPORTANTE PERò CHE CI SI è CONSAPEVOLI DEI PROPRI ERRORI E CHE SI POSSA DA QUESTI MIGLIORARE E RIFLETTERE, PRIMA DI COMMETTERNE ALTRI . ANCHE SE TUTTO QUESTO QUESTO è POSSIBILE , NON SOLO CON L'AIUTO DELL'EDUCATORE MA IN PARTICOLAR MODO DELLE ALTE CARICHE ISTITUZIONALI . OGGI è DAVVERO , ALLUCINANTE , A TUTTO CIò CHE AVVIENE NELLE CARCERI , DOVE PER UN DISABILE VIVERCI ED ESSERE AUTONOMO RISULTA DAVVERO MOLTO DIFFICILE , A CAUSA SEMPRE DELLA BARIERE ARCHITETTONICHE ,ACCENTUANDO ANCORA DI PIù I LORO DISAGI FISICI , SFOCIANDO IN VERI E PROPRI SUICIDI .

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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty Il disabile in carcere Caterina

    Messaggio  maria reccia Sab Apr 02, 2011 9:39 am

    Il racconto di Caterina della sua esperienza da educatrice nel carcere di Rebibbia è stato interessantissimo...
    Ci ha parlato delle persone con disabilità nei contesti carcerari, di com'è organizzato il carcere di Rebibbia, di come sono trattati i detenuti e sinceramente dalle foto che ci ha mostrato in aula non mi aspettavo una cosa del genere!
    Come ha stabilito l'ordinamento carcerario, non consente di utilizzare: detergenti, prodotti per il corpo, medicinali, asciugamani e quindi non consentono di rispettare l'umanità della persona e non ne parliamo delle condizioni delle celle che sono disastrose!Non solo si ritrovano davanti alle barriere architettoniche nella quotidianità ma anche nei carceri, che sono costretti a vivere nelle celle in cui le stanze sono piccole e difficilmente riescono ad adattarsi...
    Non solo, i detenuti subiscono anche delle violenze fisiche, abusi sessuali ecc...
    E' giusto che queste persone scontino la loro pena, ma è giusto anche che devono essere rispettate come persone perchè anche loro come noi hanno una dignità a prescindere del reato commesso!
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty Carcere - rispetto della dignità dell'uomo

    Messaggio  GiovannaCasiello Sab Apr 02, 2011 9:46 am

    La spiegazione di Caterina sul concetto di rispettare la dignità della persona in carcere è stata estremamente interessante. E' un argomento delicato, quando si parla di reo o di detenuto lo si associa direttamente al delitto che ha commesso e si risolve la discussione con la solita affermazione "ha sbagliato e deve pagare". Ammetto che quando ascolto per televisione i casi di omicidio, di rapina, di stupro, il mio pensiero è questo; mi rendo conto,però, che così non si trova alcuna soluzione perchè la persona uccisa non tornerà in vita, ciò che è stato tolto a chi ha subito violenza non penso possa essere restituito, quindi che fare? Il colpevole deve andare in prigione in nome della GIUSTIZIA, una volta uscito di galera chi ci assicura che questi non ricomincerà? Il ragionamento comune è: "la galera deve essere una sorta di tortura cosicchè quando usciranno si ricorderanno di quello che hanno subito, delle condizioni in cui dovevano sopravvivere" e questo non rende l'animo del reo ancora più oscura e ricca di rabbia?Una volta uscito, quindi,non sarà motivato a reintegrarsi nella società, a condurre una vita retta in quanto nessuno lo ha aiutato a migliorare. Ed ecco che entra in gioco il ruolo dell'educatore, quest'ultimo non ha il compito di difendere il reo dal delitto che ha commesso, deve aiutarlo a realizzare un cambiamento interiore. Chi fa questo lavoro deve "spogliarsi" del ruolo di giudice anzi deve creare con l'altro un ruolo basato sulla fiducia, perchè solo così è possibile un vero cambiamento e un reale inserimento.
    Naturalmente l'educatore per diventare tale deve attuare un lavoro personale che lo aiuti a maturare e a sostenere delle situazioni forti.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty IL DISABILE IN CARCERE

    Messaggio  pascarella mariateresa Sab Apr 02, 2011 9:56 am

    Il racconto di Caterina sulla sua esperienza da educatrice nel carcere di Rebibbia è stato molto interessante e mi ha portato a fare una importante riflessione: nell'ambito del carcere il concetto stesso di disabilità deve essere riconsiderato perché non è possibile che una banale frattura al menisco, durante una partita di calcetto, può produrre disabilità e in molti casi anche permanenti. Spesso passano mesi che un detenuto ottenga di essere sottoposto a una risonanza magnetica per verificare il trauma riportato e ancor più tempo passa prima che riceve la cura di cui ha bisogno, specialmente quando si tratta di un intervento. Il carcere, nella quotidianità, non offre adeguati ausili o addirittura assistenza anzi nella maggior parte dei casi è sulle spalle dei loro compagni. E quando l'autonomia è ridotta, il carcere ancor più contribuisce a ridurla. In italia sono circa cinquecento detenuti che muoiono disgraziati e abbandonati dallo Stato. Dice Foucault "il carcere è uno strumento per sorvegliare e punire ma anche per educare a pentire". l'educatore quindi ha un ruolo fondamentale volto a contribuire al reinserimento sociale di suddette persone o al reinserimento nella vita libera dei sottoposti a misure di sicurezza non detentive attraverso un'attenta osservazione e l'intrattenimento.
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    Messaggio  Rusciano Deborah C Sab Apr 02, 2011 10:24 am

    La testimonianza di Caterina per me è stata molto significativa, in quanto sono venuta a conoscenza di una realtà che precedentemente non conoscevo del tutto. Non immaginavo che le condizioni dei detenuti all'interno del carcere fossero a tal punto disumane,questi ultimi possono disporre solo di 2 rotoli di carta igienica al mese,un paio di lenzuola,se i detenuti hanno bisogno di medicine dovranno attendere moltissimo tempo. Tale realtà viola l'articolo 3 della Convenzione dei diritti dell'uomo che proibisce il trattamento disumano e degradante dei detenuti, e non mette in pratica l'articolo 1 dell'Ordinamento Penitenziario che afferma:"il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto e la dignità della persona". Come sappiamo il carcere è una realtà eterogenea che racchiude in un unico luogo diverse nazionalità,religioni,esperienze di vita ma anche persone diversamente abili. Secondo il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria sono circa 500 le persone disabili che entrano in carcere e dove purtroppo ,la disponibilità di ambiente e strutture adeguate che è indispensabile,vitale per le loro difficili condizioni, è spesso negata. Prendiamo in considerazione una persona con disabilità motorie,sarà difficile per questa usufruire dei bagni alla turca di cui sono dotate molte carceri,i disagi che dovrà provocare a sè e ai suoi compagni chi è costretto a dover manovrare una sedia a rotelle in spazi molto stretti e in celle sovraffollate ,ci sono casi in cui c'è chi deve essere imboccato dai propri compagni per nutrirsi. A causa di tali condizioni , che non sono conformi ad umanità,molti sono i disabili che muoiono nel carcere, tra questi ricordiamo Fernando Pamicccia ,invalido al 100%,ragionava come un bambino ma è morto all'età di 27 anni essendo "abbandonato dallo Stato",ucciso probabilmente da un arresto cardiaco, era entrato in carcera a 19 anni per il furto di 3 palloni, ed era stato arrestato più volte per piccoli reati. Un altro aspetto di cui abbiamo molto discusso durante l'incontro con Caterina è la figura dell educatore all'interno del contesto carcerario. I detenuti all'intreno di questo contesto ,come abbiamo visto,vivono una realtà deprivante fondamentale,quindi, deve essere la relazione che deve instaurarsi tra educatore e detenuto.nel momento in cui l'educatore entra nel carcere deve mettere da parte il giudizio che riguarda la persona ,che ha compiuto azioni che non condivide,e deve focalizzare l'attenzione sull'azione educativa. L'educatore può offrire ai detenuti l'opportunità di migliorare la qualità della loro vita all'interno del carcere.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty laboratorio 31marzo Caterina

    Messaggio  annabattaglia Sab Apr 02, 2011 10:37 am

    Nel laboratorio de 31 marzo Caterina ci ha raccontato la sua esperienza come educartice nel carcere di Rebibbia per persone disabili.
    Inoltre ci ha mostrato in quali condizioni si trovano una volta entrati in cella queste persone;è vero che se queste persone si trovano in carcere significa che hanno commeso,anche se piccolo un reato,ma non vuol dire che non possono avere un'altra possibilità a ri-integrarsi nella società.
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    Messaggio  luisa sacco Sab Apr 02, 2011 12:23 pm

    il carcere? l'educatore in carcere? questo laboratorio mi ha sconvolto perchè sentire che non ci sono dei percorsi e delle celle per i disabili è una cosa terrificante. All'inizio del discorso,forse non ho rispecchiato la figura di educatrice,ho dato troppi giudizi,però penso che non ho ancora finito il mio percorso e quindi grazie ai vari corsi capirò e mi formerò e spero con tutto il cuore che queste tragiche storie che si sentono possano scomparire e cercherò di sorridere anche nei momenti di difficoltà allo sguardo di qualsiasi persona che ha bisogno di aiuto senza nessun pregiudizio, ma solo con l'amore per il mio spero futuro lavoro.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 4 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  mara pipola Sab Apr 02, 2011 12:37 pm

    Caterina è un educatrice del carcere di Rebibbia,che nella scorsa lezione ci ha offerto la sua testimonianza,permettendomi di conoscere più da vicino un mondo che forse per tutti o per molti è conosciuto solo tramite libri,articoli giornalistici,televisione.
    Ci ha mostrato foto e immagini che hanno messo in luce la disumanità in cui i detenuti si trovano a vivere. E’ vero le persone che si ritrovano dietro le sbarre sono persone che hanno commesso da quello che può essere il più banale crimine a quello più grave,forse imperdonabile,ma sono comunque essere umani e hanno il diritto di essere trattati come tali. Deve essere assicurato loro il rispetto della persona e della dignità!
    Caterina ci ha raccontato anche della vita di un disabile in carcere e qui i brividi mi hanno attraversato la schiena!Le loro condizioni sono ancora peggiori,in quanto,non avendo come muoversi addirittura hanno bisogno dell’aiuto di un compagno di cella per andare in bagno,o devono trascorrere intere giornate a letto perché non vi sono gli strumenti adatti nemmeno per godersi un po’ di “libertà”
    Tutto ciò è assurdo!tutti abbiamo diritto a una seconda possibilità e a tutti deve essere concessa.
    Importante è qui il ruolo dell’educatore che deve saper mettere da parte i giudizi,le opinioni su persone che hanno compiuto azioni non condivisibili per predisporsi all’ascolto e promuovere un azione riflessiva volta non solo al reinserimento sociale ma anche alla crescita e all’emancipazione della persona.
    L’educatore deve essere un punto di riferimento,una guida per chi purtroppo si trova lontano dalla sua famiglia,e molto spesso dimenticato dalla società.
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    Messaggio  rosadecristofaro Sab Apr 02, 2011 12:40 pm

    SONO RIMASTA COLPITA DA CIò CHE CI HA RACCONTATO CATERINA PERCHè NON PENSAVO CHE NE CARCERI LE PERSONE VIVONO IN UNO STATO COSI INDEGNO SOPRATUTTO PER I DISABILI CHE ENTRANO IN CARCERE NON POSSONO MUOVERSI AUTONOMAMENTE MA SOLO CON L'AIUTO DEGLI ALTRI PERCHè VANNO INCONTRO A TANTISSIME BARRIERE ARCHITETTONICHE. ANCHE SE LE PERSONE CHE SBAGLIANO E COMMETTONO ERRORI NELLA LORO VITA DEVONO PAGARE MA NON IN QUESTO MODO COSI PIETOSO SENZA NEMMENO AVERE I BENI IN QUANTITà SUFFICIENTI PER NUTRIRSI E LAVARSI Sad

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