Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

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    Messaggio  luciaparadiso Lun Apr 04, 2011 9:09 am

    Con il racconto di Caterina ho capito come vivono davvero in pessime condizioni i detenuti che scontano le proprie pene in carcere...non possono usufruire nemmeno di alcuni beni che per l'uomo sono indispensabili...penso che anche se hanno commesso un reato non c'è bisogno di trattarli così, in fondo già stanno pagando per quello che hanno fatto...invece bisogna aiutarli, educarli, riabilitarli e questo è quello che ogni educatore dovrebbe fare...
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 7 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  AlessandraCarfora Lun Apr 04, 2011 9:10 am

    Il racconto di Caterina, riguardo la sua esperienza di educatrice nel carcere di Rebibbia,è stato interessante e toccante. E’ impensabile pensare che una persona che ha commesso un reato,debba essere trattata in modo disumano. Non è giusto! Secondo me,il compito dell’educatore,è quello di contribuire alla crescita umana della persona ma per fare cio’,l’educatore deve avere i mezzi che glielo permettono e la collaborazione anche degli altri. Un detenuto rimane comunque una persona che deve pagare i suoi sbagli,ma che deve essere trattato con umanità e con rispetto. Se non vi è tutto questo,credo che sia quasi impossibile contribuire alla crescita umana della persona ed al suo reinserimento sociale. Una persona disabile che si trova in carcere è giusto che si trovi li’ ma come tutti i detenunti deve essere tratta con umanità,perchè rimane comunque una persona,anche se ha commesso degli sbagli. Una persona disabile su una sedie a rotelle,che è un po' il simbolo dell'handicap,deve avere gli spazi per potersi muovere in carcere e come tutti gli altri detenuti deve ricevere il giusto trattamento, bisogna dargli quello che gli serve e farlo vivere nell'igiene.La legge esiste per essere rispettata ed è giusto che si provveda di fronte ad un reato commesso ma un detenetuto rimane comunque una persona e deve essere trattata come tale,anche in carcere.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 7 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  giovannarennella Lun Apr 04, 2011 9:46 am

    la lezione di Caterina è stata anche quella molto interessante e ci fa capire che anche all'interno del carcere di rebibbia i disabili nn godono dei dovuti supporti dove la dignità umana viene calpestata e buttata via.rendendoli cosi ancora di più prigionieri un carcere che nn educa al rispetto e alla reintegraziopne nella societa ma alla nn educazione e alla nn umanità...........
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 7 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  teresaferraro Lun Apr 04, 2011 1:03 pm

    L'esperienza di Caterina all'interno del carcere di Rebibbia è stata molto interessante e toccante.Non perchè una persona abbia commesso un reato è da ritenere e da trattare come un mostro in modo assolutamente disumano.Un carcere ha lo scopo di rieducare ,riabilitare il detenuto per prepararlo alla reintegrazione sociale,e non quindi di maltrattarlo per punirlo del reato commesso.A maggior ragione se si parla di disabili.Non si dovrebbe proibire ad un detenuto quel minimo di libertà che gli spetta.Anche i detenuti hanno i loro diritti.La cosa che più mi ha colpito del racconto di Caterina è stata la poca umanità e sensibilità nei confronti di questi detenuti disabili,che restano dei detenuti al pari degli altri per il reato commesso,ma non per questo devono essere abbandonati visto che di fatto gia sono in una condizione diversa dagli altri,condizione accentuata dalle cattive strutture.L'importante è non dimenticare che questi detenuti,anche se hanno commesso un reato,sono pur sempre degli esseri umani!
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 7 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  de lucia anna maria Lun Apr 04, 2011 1:33 pm

    l incontro con Caterina è stato veramente bellissimo e interessantissimo,anche e soprattutto per il suo modo di renderci partecipi alla discussione.durante il corso mi sono resa conto di cose alle quali non avevo pensato mai,come la difficile condizione dei detenuti nella quale sono costretti a rimanere fino alla decisione del giudice.analogamente succede con i disabili,i quali,purtroppo,oltre al loro deficit,devono fare i conti con uno stato che funziona male,o se vogliamo,non funziona per niente!in particolar modo,sono stata colpita da un commento di una ragazza,la quale ha esclamato"un disabile per stare in carcere deve aver fatto qualcosa!"...il suo appunto m ha colipita in quanto ho sentito un forte etichettamento riguardo alla condizione di disabilità,come se considerasse impossibile il fatto che una persona cieca o paralitica,possa fare ciò che facciamo noi,e questo è discriminare secondo me...dobbiamo invece cercare di abbattere quest orizzonte delle differenze,perchè ogni individuo è bello in quanto unico,e questo è da ricordare sempre...anche nelle nostre piccole difficoltà quotidiane(diffuse soprattutto tra noi giovani)di mancanza di autostima!
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 7 Empty La vita nel carcere

    Messaggio  mariacantice Lun Apr 04, 2011 2:21 pm

    Assistere lezioni come queste è molto piacevole in quanto riusciamo ad imparare di più. Caterina, educatrice, lavora in un carcere e infatti ci ha raccontato come un detenuto vive nel carcere. Ascoltare che un detenuto vive in condizione pessime è davvero un'orrore in quanto la persona che ha sbagliato deve essere rieducata per poi non poter più commettere gli stessi errori. Questa disumanità la ritroviamo anche per i disabili che devono chiedere aiuto ai proprio compagni di cella in quanto incontrano continuamente difficoltà. E se i compagni non sono così generosi? Beh l'unica risposta è che devono rimanere a letto perché non ci sono aiuti adatti. Sono contenta che la legge viene messa in atto e che punisca la persona per il reato commesso ma dobbiamo ricordarci che sono esseri umani e che tutta questa disumanità non la meritano.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 7 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO

    Messaggio  roberta Lun Apr 04, 2011 2:47 pm

    Oggi fare l'educatore è un compito che richiede pazienza, carattere e soprattutto passione per farlo perchè come ci ha parlato della sua esperienza Caterina bisogna avere un carattere molto forte quello che io non ho almeno in quelle situazioni a me questo mi spaventa di no riuscire ad essere forte per queste persone io trovo più semplice occuparmi di bambini con problemi di autismo, di handicap nelle scuole anzichè nelle carceri non lo so ma parlando con le mie colleghe non mi trovavo con i loro discorsi perchè per loro sarebbe bello intraprendere questa esperienza lavorativa ma per me no!scusate se la penso così e poi si è vero che sono disabili e essere umani ma anche quando hanno compiuti reati erano esseri umani e se è giusto che vivono in quelle condizioni un motivo ci sarà se no la prigione farebbe comodo a tutti no?Come Misseri che dice è meglio stare in carcere che a casa...La prigione che sia disabile o meno deve servire a rieducare e se pur in condizioni pessime almeno capiranno l'errore e a non ritornarci più.Baci a tutti. DE SANTIS ROBERTA


    Ultima modifica di roberta il Lun Apr 04, 2011 6:33 pm - modificato 1 volta.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 7 Empty Ruolo della famiglia

    Messaggio  mara cestrone Lun Apr 04, 2011 5:14 pm

    Il 31 marzo non ho potuto seguire la lezione di pedagogia della disabilità perchè ero impegnata nel laboratorio del SAAD.Durante questo laboratorio insieme alla professoressa Napolitano abbiamo letto la storia di una madre con un figlio gravemente ritardato,cerebroleso ed epilettico.Un racconto commovente ma nello stesso tempo significativo, perchè viene accentuat l'AMORE di questa madre per il proprio figlio,citando questo parole:"... Sono sicura che anche per un dottore che lavora ogni giorno con bambini come Stephen è difficile immaginarsi i genitori di un bambino disabile.Io non ci sarei riuscita;prima di avere Stephen ero totalmente impreparata.Ma non ho rimpianti adesso: desidererei che Stephen fosse un bambino normale,ma dal momento che è così,sono contenta che sia nostro.Vorrei che tutti i padre e le madri a cui nasce un bambino handicappato potessero avere la fortuna di voler bene al loro figlio"
    Bellissime parole!!! Smile
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    Messaggio  Serena Pompeo Lun Apr 04, 2011 6:59 pm

    Giovedi abbiamo ascoltato l'esperienza dell'educatrice Caterina nel carcere di Rebibbia.Ci ha raccontato delle condizioni dei detenuti e dei disabili che sono disastrose.Pensavo che i detenuti avessero a disposizione gli oggetti si uso quotidiano,invece mi sbagliavo perchè Caterina ci ha detto che hanno a disposizione due rotoli di carta al mese,le lenzuole a volte le utilizzano come asciugamani,i denti se li lavano con il detersivo e per avere un medicinale devono aspettare settimane.Alcuni detenuti possono svolgere lavori in carcere e quindi avendo a disposizione dei soldi possono permettersi "comfort" maggiori rispetto ad altri.I disabili in carcere trovano tantissime barriere architettoniche,infatti spesso rimangono nella loro cella e non possono uscire fuori.L'educatore in carcere deve "riabilitare" il reo per farlo integrare nella società una volta scontata la sua pena.Inoltre,non ha bisogno di conoscere il reato commesso dal reo perchè altrimenti potrebbe avere dei pregiudizi nei suoi confronti.
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    Messaggio  raffaella Lun Apr 04, 2011 7:05 pm

    Nel laboratorio del 31 marzo abbiamo avuto la testimonianza dell'educatrice(Caterina) che lavora presso il carcere di Rebibbia,la sua esperienza è stata molto interessante e significativa,perchè mi ricorda ancora una volta di quanto il ruolo dell'educatore è importantissimo e richiede soprattutto tanta responsabilità e pazienza.Credo che questo sia un lavoro che vada svolto con tutto l'amore che un uomo può donare al suo prossimo,e non come in questo caso dove la persona deve essere trattata come un animale,privo di dignità, solo perchè ha commesso un reato.Anzi gli educatori che si trovano ad affrontare determinate situazioni ogni santo giorno,devono avere la capacità di saper comunicare,dialogare e confrontarsi con questi ragazzi ,senza che vengano lasciati e dimenticati dalla società stessa.

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    Messaggio  maria viro Lun Apr 04, 2011 8:17 pm

    Un altro argomento che è stato affrontato durante il laboratorio riguarda le condizioni dei detenuti in carcere.Caterina,educatrice del carcere di Rebibbia ci ha parlato delle sue esperienze come educatrice in carcere.Ho ascoltato con attenzione e mi sono resa conto di non aver mai considerato la possibilità di trovare persone disabili in carcere,persone che vanno per scontare una pena come tutti ma il più delle volte muoiono per le condizioni disastrose e per la mancanza di aiuti.Per svolgere l'educatore in carcere bisogna mettere da parte i pregiudizi e rieducare le persone al meglio
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    Messaggio  veronica romano Lun Apr 04, 2011 8:27 pm

    l'argomento affrontato in aula il 31 marzo è stato le condizione che vivono i detenuti nei carceri.questo dibattito è stato reso interessante da un esperienza vissuta in prima persona da caterina nel carcere di rebibbia.caterina ci ha raccontato le condizione che sono costretti a vivere i detenuti in carcere cioè non hanno asciugamani,dentrificio,spazzolino,carta igienica.io credo che queste sono davvero condizioni disumane,perchè è vero che chi sta li dentro ha sbagliato però lo scopo della galera non è di abolire la dignità umana ma bensì di rieducare il soggetto ad integrarsi di nuovo nella società,perche queste sono persone deviate che nn hanno ricevuto un educazione consistente tanto da darsi alla mala vita.quindi io penso che il nosrto compito cioè EDUCATORE non è quello di guidicarli ma bensì ascoltarli e sostenerli forse come mai nessuno ha fatto fuori.ah poi per quanto la condizione dei disabili nelle carceri è altrettanto disastrosa,ma questo non mi meraviglia perchè così come nei luoghi più comuni come tram,matropolitane,stazioni ci sono barriere architettoniche non mancano anche nelle galere.
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    Messaggio  veronica romano Lun Apr 04, 2011 8:29 pm

    http://www.fainotizia.it/2010/12/29/ragiona-come-un-bimbo-di-tre-anni-muore-carcere-0?channel=5117836
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 7 Empty IL CARCERE

    Messaggio  RosannaPepe Mar Apr 05, 2011 10:29 am

    Nella lezione del 31/3/2011 abbiamo ascoltato la testimonianza di Caterina un educatrice nel carcere di Rebibbia, da questo incontro sono rimasta un pò amareggiata a sentire le pessime condizioni in cui vivono i detenuti, ad esempio in sei in una cella piccolissima e li dove ci dovesse essere un disabile sarebbe costretto a restare sul letto perché la carrozzina deve restare fuori dalla cella visto che lo spazio non è sufficiente,oppure se un detenuto si fa male non gli vengono dati ne soccorso e neanche cure adatte e cosi una ferita o una patologia anche se non grave può provocare grandi danni con il passar del tempo...
    Sentendo queste cose penso come sia possibile vivere in un mondo così, si è vero se queste persone sono in carcere hanno sbagliato e devono pagare ma la loro punizione è già la reclusione, l'allontanamento dai loro affetti dalla loro casa perché trattarli come bestie.
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    Messaggio  111000295 Mar Apr 05, 2011 10:48 am

    caterina in classe ci ha raccontato la sue esperienza di educatrice in carcere a rebibbia ci ha mostrato anche alcune immagini e sottolineava che esiste in carcere poca umanità e non si rispetta la dignità della persona per me il carcere dovrebbe consentire il recupero al detenuto e un futuro rinserimento in società


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    Messaggio  Rossella Lauria Mar Apr 05, 2011 12:42 pm

    ..per quanto riguarda la lezione del 31 marzo quella sul carcere io ho un pò di cose da dire..
    Non sono molto d'accordo con quello detto in aula..soprattutto con alcuni punti.
    Inizio col dire che io credo che ad ogni uomo debba essere garantita la dignità che non bisogna calpestare le persone e che si debbano rispettare in quanto tali..ma io mentre si parlava del carcere e di chi ci stava dentro pensavo a tante famiglie che hanno perso i figli, tutti quelli che fanno dei sacrifici per acquistare qualcosa (qualsiasi cosa) e se lo vedono rubare..
    Io penso che per i piccoli reati è quasi tutto giusto quello che ha detto Caterina ma per i gandi reati No...!
    ..mi dispiace essere cosi distante dal pensiero di tutti voi..ma io la vedo da un punto di vista diverso..penso che chi uccide,chi violenta soprattutto i bambini e per altri reati del genere non merita rispetto non merita dignità..e io lo giudicherò e lo condannerò sempre..perchè ad uno che uccide che stupra e violenta i bambini non ho niente da insegnare..non ho voglia,non ho il coraggio di stare al finaco di chi fa soffrire la gente inutilmente..e preciso che stò parlando di grandi reati..per chi ha fatto piccoli reati invece credo nella rieducazione credo nel miglioramento del soggetto per il rinserimento in società...per i disabili in carcere penso che debbano essere seguiti affinchè i diritti della persona non vengano calpestati..ma penso anke che ci voglia qualcuno ke li segua costantemente affinchè in carcere non ci arrivino..
    Ho capito forse che l'educatore in carcere non lo posso fare..preferisco usare le mie forze per chi è nato con una sfortuna come i bimbi autistici e non per chi la "sfortuna " l'ha cercata con le sue mani..io credo fermamente nella figura dell'educatore..e sento che posso farcela..ma la mia vita e le esperienze brutte che quasta mi ha donato oggi mi fanno ragionare così..
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 7 Empty L'esperienza di Caterina

    Messaggio  mariagrazia villoni Mar Apr 05, 2011 12:52 pm

    Giovedì 31 marzo abbiamo conosciuto Caterina,un'educatrice che lavora nel carcere di Rebibbia.La sua esperienza è stata molto intensa e il suo racconto ci ha colpito molto.Le condizioni dei disabili, nel carcere, sono inaccettabili, non solo le celle sono troppo piccole, rendendo quindi difficile il movimento della carrozzella, ma anche le condizioni igieniche sono al limite dell'accettabile, non è infatti raro che manchino carta igienica e asciugamani.Un altro grave problema è la mancanza di personale adebito al loro spostamento,senza aiuto essi sono costretti a passare intere giornate a letto senza potersi muovere, e la loro partecipazione sociale è minima, se non inesistente.
    Anche se queste persone hanno commesso dei crimini, non dobbiamo dimenticare che sono esseri umani e che come tali devono essere trattati. Bisognerebbe migliorare la loro condizione, sopratutto per permettere ad essi di spostarsi più agevolmente.Anche loro hanno una dignità, ed essa deve essere rispettata.
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    Messaggio  Viviana Parascandolo Mar Apr 05, 2011 12:54 pm

    DISABILITA' LE SBARRE - A PARMA È PIENA LA SEZIONE DEI DETENUTI DISABILI

    http://www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Superabilex/Dossier/info-82536625.html
    Martina Verde
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    Messaggio  Martina Verde Mar Apr 05, 2011 2:44 pm

    Diciamo che questo argomento ha particolarmente suscitato la mia attenzione,visto che sono combattuta tra il fare l’assistente sociale e la criminologa minorile…Quindi nel caso scegliessi criminologia minorile mi troverei sicuramente di fronte a casi di disabili in carcere.Come ben sappiamo anche se spesso ciè tenuto nascosto,la situazione nelle nostre carceri non è delle migliori,certo il carcerato non si trova in un hotel a 5 stelle,ma neanche in una fogna.Sono spesso in condizioni pietose,non sono trattati come esseri umani,la vita carceraria non è semplice,la reclusione è comunque uno stato di “punizione”,ma questo non vuol dire essere annullati o non avere più capacità giuridica,ogni uomo ha i propri diritti anche in carcere.Celle sovraffollate,strette,in condizioni igieniche raccapriccianti. Di solito quando parliamo di carceri non le si associa alla disabilità e di conseguenza non si dà neanche abbastanza peso o rilievo alla presenza di persone disabili in prigione come se un disabile non andasse in carcere,ma così non è,anche il disabile può finire in carcere,proprio perché non “diverso”,anche una persona disabile paga giustamente le proprie pene.Infatti facendo un po’ di ricerche su internet ho letto che nel 2006 erano presenti nelle nostre carceri 500 detenuti disabili,solo in Campania 96.Francesco Morelli afferma:”Si sa che in Italia non esiste una normativa specifica per i detenuti disabili”.Ma allora mi chiedo,i nostri ministri,i politici di che si occupano??Magari mettere un disabile in carrozzella in carcere,in una cella troppo stretta,dove non ha possibilità di movimento è vincolare i diritti della persona.Penso che anche se una persona è in stato di detenzione,i suoi diritti non devono essere totalmente annullati.Per quanto riguarda i minori,di solito si cerca di evitargli l’esperienza carceraria e magari metterlo in case famiglia e si mira a RIEDUCARLO,perché il minore può essere RECUPERATO e reintrodotto nella società proprio per evitare etichettature e problemi sociali,proprio perché come sappiamo guardiamo con occhi diversi chi ha commesso un crimine ed ha vissuto una situazione di reclusione…
    filomena granato
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    Messaggio  filomena granato Mar Apr 05, 2011 3:16 pm

    la testimonianza di caterina su quelle che sono le condizioni del carcere di rebibbia ci ha posti dinanzi ad una realtà non idonea per la dimensione umana!!sentire i suoi racconti, su ciò che ha visto mi ha fatto venire la pelle d'oca!eppure parliamo di uomini, che, pur avendo commessi errori (chi piccoli e chi grandi) hanno il diritto di vivere civilmente. se al detenuto,gli viene presentato un atteggiamento indifferente, che poco aiuta la sua personalità, è difficile credere che, una volta uscito dal carcere, assumerà comportamenti di altruismo o di gentilezza verso l'altro!!per quato riguarda i disabili, mi viene da dire che neanche nei carceri sono riusciti a trovare un'ambiente adatto alle loro condizioni... ma in fondo, se al di fuori la realtà si presentava piena di barriere architettoniche, figuriamoci,un carcere che presenta condizioni orribili. la figura di educatore, si presenta come guida o salvezza per il detenuto, affinchè quest'ultimo possa non solo riaquistare un educazione ed un' identità forse perduta nel corso della sua vita, ma capire l'importanza esistente nel relazionarsi con gli altri avendo il giusto rispetto, cosa che non viene fatto nei suoi confronti!
    di seguito, è riportata la struttura del carcere che non fa altro che confrmar ciò che è stato detto da caterina!
    Si tratta di 3 edifici (ognuno ha il Piano Terra più 4 piani), con 6 sezioni; per la maggior parte sono celle singole, di 10.5 mq, ma in ogni piano ci sono due stanze più grande, un tempo utilizzate per la socialità, nelle quali vivono, in condizioni precarie, sei detenuti. In questi cameroni, il water è collocato nella stanzetta attigua a quella dove si dorme, che coincide con il luogo dove si cucina. In tutte le celle singole il water è invece collocato nell’unico vano insieme al letto, e è aperto alla vista del corridoio. Le finestre delle celle sono quadrate, di circa 1.5 metri per lato. Le docce, in cattive condizioni di manutenzione e spesso ammuffite, sono circa sei per piano, ma da molto tempo ne funzionano solo meno della metà. I piani superiori delle sezioni sono strutturati a ballatoio. A rotazione, vengono effettuati lavori di manutenzione di alcuni piani delle sezioni, che tuttavia creano negli altri piani problemi di sovraffollamento e di altro tipo (al piano base, polvere e detriti cadono dai ballatoi, anche al momento del passaggio del carrello che porta il vitto).

    Le prime 3 sezioni sono di penale in senso stretto, 2 per detenuti comuni.

    - Iª sez. – 4 piani

    - IIªsez. – 4 piani

    - IIIª sez. (al Iºpiano - reparto Servizio minorati psichici, al IIº e IIIº piano - detenuti comuni)

    - IVªsez. (collaboratori)

    - Vª sez. (piano terra - scuole; 3 piani - detenuti comuni)

    - VIªsez. (semiliberi e art. 21)

    C’è una cucina centrale e una per i collaboratori.
    C’è uno spazio per l’aria verde - che è verde solo per la pavimentazione e non perché vi sia l’erba: tutta l’area è in cemento - al quale si accede attraverso un ingresso in un muro di recinzione; vi si trovano due file di tavolini (una quarantina), con una retina di copertura. È un’area utilizzata per i colloqui in caso di bel tempo. Quando è brutto tempo, i colloqui si tengono invece nelle due sale apposite, che sono molto strette e scomode per i pochi famigliari che riescono a entrarci contemporaneamente e dalle quali ancora non è stato rimosso il bancone.
    C’è la cappella e una piccola biblioteca all’ingresso del corridoio iniziale dopo la portineria.
    Il teatro sotto la 3ª sez. è stato dichiarato inagibile perché non rispetta i requisiti di sicurezza. Essendo infatti situato nel seminterrato dell’edificio, è pericoloso ad esempio in caso di incendio. La stessa cosa vale per la palestra attigua, lasciata dunque inutilizzata nonostante sia dotata di attrezzi e nonostante i lavori di restauro di cui è stata oggetto (sono stati recentemente rifatti i servizi igienici). I detenuti possono servirsi di alcuni attrezzi situati nel cortile, che sono tuttavia inagibili durante tutto l’inverno e le giornate di cattivo tempo. I passeggi sono nella zona verde, con alcune aiuole abbastanza curate e la ghiaia. Ci sono un campo di calcio, uno di bocce e uno polivalente per i comuni, nonché un campo polivalente a 5 e uno di bocce per i collaboratori.
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    Messaggio  Carmela Carbone Mar Apr 05, 2011 3:38 pm

    Allora che dire....io su questo argomento ho trovato qualche difficoltà, perché non mi sento in grado di giudicare una persona, disabile o meno, rispetto alle proprie azioni e al proprio comportamento. Tutti nella vita possono sbagliare...chi siamo noi da poterci mettere nella condizione di puntare il dito, dopotutto è la stessa nostra religione, nonché Gesù, che ci insegna il perdono!!! Ed ecco perché che nella mia testa si sono trovati innumerevoli pensieri opposti e contrari. E' vero da una parte è importante garantire a tutti i detenuti, disabili o meno, condizioni adeguate nella vita carceraria, i propri diritti e doveri e soprattutto cercare di abbattere le barriere che ostacolano e impediscono la "semplice", se così si può chiamare, vita di un reo; ma dall'altra però penso che io riesco a parlare così perché, fortunatamente, non ho mai subito un qualsiasi reato, violenza, dolore da una persona in carcere. Basti pensare a un omicidio, a una violenza carnale ecc... come si fa a pensare di migliorare le condizioni di vita, le condizioni igieniche, abbattere qualsiasi tipo di barriera per una persona che mi ha arrecato solo del dolore,che mi ha segnato per sempre negativamente la vita?!?! E' da dire , però, che sono d'accordo con l'idea di RIEDUCAZIONE, affinché il reo venga appunto rieducato e reintrodotto nella società per condurre, poi si speri, una vita migliore!!!
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    Messaggio  Carmela Carbone Mar Apr 05, 2011 3:41 pm

    http://www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Superabilex/Dossier/info-82536273.html

    http://www.inmp.it/index.php/ita/Eventi-e-Formazione/Corsi-di-Formazione/Eventi-formativi/Carcere-senza-barriere-dall-abbattimento-delle-barriere-architettoniche-ad-un-percorso-di-integrazione-e-di-inserimento-nel-mondo-del-lavoro-per-detenute-normalmente-abili-come-assistenti-a-persone-disabili-II-Edizione
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    Messaggio  MariaFCostantino Mar Apr 05, 2011 5:40 pm

    La ragazza che ha testimoniato oggi in aula è indubbiamente da ammirare,in quanto svolge uno dei lavori più difficili.
    Lavorare all'interno di un carcere non è solo una prova di grande umanità e sensibilità,ma richiede una capacità di mettersi alla prova,una dose di forza e speranza ,non facili da trovare.Quando ci ha spiegato in che condizioni vivono i carcerati mi sono vergognata di appartenere a questa Nazione. Perchè,senza dubbio queste persone hanno sbagliato, ma non meritano di essere trattati come animali. Devono essere rieducati, capire i loro sbagli e possibilmente non commetterli più.Se vengono tormentati in questo modo ciò non è possibile.
    Per quanto riguarda la situazione dei disabili l' unica parola che mi viene in mente è ALLUCINANTE!
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 7 Empty *Le dignità calpestate*

    Messaggio  MiriamFalanga Mar Apr 05, 2011 5:48 pm

    In aula grazie all'intervento della Docente Caterina, educatrice nel carcere di Rebibbia ho pututo constatare l'immenso interesse che nutro verso questo tipo di lavoro una volta che mi sarò laureata.
    Questo racconto mi ha portato a conoscenza delle innumerevoli problematiche che affliggono una persona nel momento in cui viene immessa in carcere, ma soprattutto sono rimasta sorpresa dalle condizioni disastrose in cui è costretta a vivere.
    In alcune celle delle caceri italiane,maggiomente in quelle singole il water è collocato nell’unico vano insieme al letto, aperto alla vista del corridoio, le finestre di altre sono quadrate, di circa 1.5 metri per lato, le docce in pessime condizioni di manutenzione,sporche, fradice sono circa sei per piano, ecc.
    Tendo a precisare innanzitutto che credo fermamente che tutti coloro che abbiano commesso reato di qualsiasi natura debbano scontare e pagare una pena, ma non credo però che sia giusto calpestarne la dignità e/o il rispetto di persona, cosa che purtroppo spesso accade se non sempre in parecchie carceri italiane e starniere, riformatori, centri riabilitativi, ecc.
    Sono comunque uomini, donne, ragazzi, che pur avendo commesso degli sbagli hanno il diritto di vivere civilmente, e se luoghi riabilitativi e rieducativi come le carceri non garantiscono trattamenti igienico-sanitari idonei, ma al contrario presentano atteggiamenti di completa indifferenza è difficile credere che, una volta usciti, riusciranno ad assumere comportamenti di altruismo o di gentilezza verso gli altri, o riescano a percepire realmente come sbagliato Il REATO commesso, o quanto meno abbiano IMPARATO LA LEZIONE. Credo al contario, in un più propenso atteggiamento deviante, orientato verso una forma sempre più esaltata di ILLEGALITà.
    Per quanto concerne invece le persone affette da disabilità nelle carceri la discussione si fà sempre più complessa, sempre più disastrosa, inquietante, terrificante. Per quanto ho potuto capire dal racconto della Docente Caterina le persone affette da disabilità vivono in condizioni DISUMANE, molto spesso le celle delle carceri sono molto piccole, sudice e per questo non riescono a fuoriuscirne se non accompagnati dagli "amici di cella" quando ad esempio gli viene permessa l'ora d'aria.
    Il mio sogno, oltre a quello di studiare a fondo l'autismo è quello di diventare un'educatrice professionale nelle carceri, mi piacerebbe molto entrare a contatto con circondoriali femminili, o con minori. Sò che è una strada che richiede molto impegno, molta audacia, molto coraggio perchè comunque si entra a far parte di una REALTA' DIVERSA, che spesso mi trovo a giudicare (ovviamente dal mio punto di vista come pericolosa) ma cercherò in tutti i modi di far condividere alle persone con le quali mi rapporterò che :"I beni materiali, il potere, la superbia, l'ira, l'avidità ci fanno sentire onnipotenti, re o regine..padroni del mondo, ma solo l'educazione, la cultura ci fanno signori, e ci permettono di vivere bene in una comunità!
    E' da qui voglio infine citare una delle leggi della nostra Costituzione, la quale afferma che SIAMO TUTTI CITTADINI EGUALI DAVANTI ALLA LEGGE E COME TALI ABBIAMO PARI DIRITTI E PARI DOVERI. Nessuno può perciò permettersi di "gestire o degradare la vita di un'altra persona, soprattutto se quest'ultima è affetta da una qualsiasi patologia neuro-fisiologica, e si trova perciò in condizioni di disagio.
    Il compito dell'educatore secondo li mio parere è quello di orientare il soggetto deviante verso modelli e comportamenti di vita adeguati, senza però intaccare la verà complessità, diversità e univocità di ognuno.
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    Messaggio  cristina romano Mar Apr 05, 2011 8:48 pm

    Nella lezione del 30 marzo è intervenuta Caterina, una ragazza che lavora da un pò di anni nel carcere di Rebibbia a Roma. In questa occasione ci sono state mostrate foto e documenti da cui si evince l'assurdità dei regolamenti vigenti in talune case circondariali. Tra queste, quelle che più mi hanno colpito sono state: il numero limitato di rotoli della carta igienica (solo 2 al mese!), indumenti, asciugamani, addirittura il dentifricio(molti sopperiscono alla mancanza lavandosi i denti con il cif). Ma i problemi e le difficoltà sono maggiori per i disabili che devono affrontare porte strette, scale, mancanza di ascensori e discese. Coloro che non hanno la possibilità di potersi muovere, o almeno di farsi aiutare da qualcuno, restano a letto per giorni. In tanti sono costretti a farsi aiutare per uscire o semplicemente per andare in bagno anche se la solidarietà tra i detenuti mitiga le difficoltà più aspre. Un detenuto in carrozzella deve affrontare tante difficoltà dovute sia alla propria condizione che alla mancanza di supporto comportando la continua richiesta di assistenza e aiuto da chi vive accanto. Tutto ciò denota una profonda mancanza di rispetto e tutela da parte dello stato, perchè non gli assicura dignità. Ciò che ho visto e ascoltato è veramente assurdo, non pensavo che la realtà fosse così diversa da come l'immaginavo.

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