Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

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    teresa d'andrea


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty 8bis.lab.31marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (facoltativo)

    Messaggio  teresa d'andrea Dom Apr 03, 2011 11:01 am

    Quanto raccontato da Caterina veramente mi ha fatto rimanere a bocca aperta. Sapevo che i detenuti non vivessero in condizioni bellissime ma mai mi sarei immaginato quanto detto da Caterina. Sono persone che hanno commesso degli errori ma non per questo devono essere trattati in quel modo.
    Non c'è rispetto per la dignità umana. Inoltre i disabili,all'interno del carcere si trovano difronte a situazioni ancora peggiori perché non hanno lo spazio per muoversi liberamente e non hanno adeguati mezzi di sostegno. Che dire....la situazione presentataci da Caterina è davvero terrificante e non so se in futuro riuscirei ad assistere a queste situazioni oscene.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  rosariaverde Dom Apr 03, 2011 11:03 am

    la lezione che ci e' stata offerta da caterina e' stata di grande commozione e conoscenza cioe sono venuta a conoscenze di situazioni che non immaginavo assolutamente.si e' vero ho sempre pensato ed immaginato che la vita in carcere non sia assolutamente facile ma non si puo assolutamente immaginare un carcere che produce disabilita'.rebibbia un carcere che educa a non rispettare visto che i detenuti non vengono rispettati,dimenticando che questi detenuti prima di tutti sono uomini sono persone e bisogna assolutamente rispettare la loro dignita' di persona
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty DISABILI NELLE CARCERI ITALIANE

    Messaggio  russo rosa 1989 Dom Apr 03, 2011 11:13 am

    Muore un disabile nel carcere di Sanremo, aveva 27 anni, ma ragionava come un bimbo di 3 anni, pesava 180 Kg ed era invalido al 100% ( epilettrico, semiparalizzato, problemi di linguaggio, ecc). Nonostante ciò venne arrestato e rinchiuso in carcere fin dall'età di 19 anni, sempre per piccoli reati. E' morto probabilmente per un arresto cardiaco (era obeso).
    La malattia e la disabilità non sono incompatibili con la detenzione. Non esiste in Italia una normativa specifica per i detenuti con disabilità: L'articolo 47 dell'Ordinamento Penitenziario, in base al comma 3, relativo alla detenzione domiciliare cita che: "la pena della reclusione non superiore a quattro anni, anche se costituente parte residua di maggior pena, nonchè la pena dell'arresto, possono essere espiate nella propria abitazione o in altro luogo di privata dimora ovvero in luogo pubblico di cura, assistenza o accoglienza, quando trattasi di persona in condizioni di salute particolarmente gravi, che richiedono costanti contratti con i presidi sanitari territoriali". Poi c'è l'articolo 11 dell'Ordinamento Penitenziario che cita i casi in cui il detenuto entra sano e si ammala all'interno del carcere.
    Ritornando al caso "Paniccia" in Italia c'è un grosso silenzio. Sono circa 500 i disabili gravi nelle carceri italiane ed io mi chiedo quanti di loro faranno la sua stessa fine?
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty l educatrice in carcere

    Messaggio  federicanobile Dom Apr 03, 2011 11:17 am

    in questa lezione,a mio parere molto interessante,abbiamo ascoltato l esperienza di Caterina,un'educatrice nel carcere di Reibibbia che ci ha descritto la vita del carcere dei detenuti che vivono in condizioni igieniche pessime,con servizi snitari praticamente assenti tutto ciò è scandaloso poichè Anche la legge numero 354 deve assicurare un trattamento rieducatvo e il rispetto della dignità della persona.la figura dell educatore in questa situazione può avere un ruolo fondamentale per far si che i detenuti possano sentirsi meno soli ed ascoltati ed educati a una vita migliore....e quindi non soltanto puniti.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty 8bis.laboratorio31marzo IL DISAVILE IN CARCERE CATERINA

    Messaggio  Marisa Gallo Cantone Dom Apr 03, 2011 1:11 pm

    Il racconto di Caterina sulla sua esperienza da educatrice nel carcere di Rebibbia è stata molto interessante.
    Innanzitutto l' educatore ha il compito di osservare e cercare di comprendere i comportamenti e gli atteggiamenti dei detenuti partecipando alle attività di gruppo, aiutarlo a superare quelle difficoltà psicologiche tipiche dell' impatto con il carcere. Dovrà pertanto instaurare un rapporto di fiducia e stima reciproca con il detenuto.
    Inoltre l' educatore è chiamato a svolgere compiti di tipo organizzativo e funzionale..INCREDIBILE!!Questa figura infatti ha un sacco di responsabilità!
    secondo me Nell'esperienza educativa del carcere le categorie dello spazio e tempo assumono un significato molto particolare: i ragazzi percepiscono quel luogo come il "luogo che non c'è", così come le ore che trascorrono come momenti superati verso un qualcosa che avverrà. Sono luoghi e tempi di passaggio, nei quali il pensare di "investire" sulle azioni educative, nei quali progettare un percorso di nuove dinamiche relazionali e di cambiamento, diventa quasi un paradosso. Eppure l'agire educativo si sviluppa anche lì perché si apre al dialogo con la rete di luoghi educativi che vivono nel territorio e sono fisicamente esterni al carcere.
    I detenuti vivono in condizioni pessime e soprattutto i disabili che devono chiedere aiuto ai loro compagni di cella a causa della mancanza di barriere architettoniche, mancanza di beni di prima necessità...
    Vorrei tanto farla anche io un’esperienza nel carcere come Caterina.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  roberta pengue Dom Apr 03, 2011 1:18 pm

    Oggi in aula una ragazza di nome Caterina già laureata ci ha raccontato della sua esperienza come educatrice nel carcere portando l ' esempio del carcere di Rebibbia.Caterina ci ha illustrato delle slide con immagini di come il carcere viene vissuto da chi ha commesso dei reati con spazi molto piccoli poco igienizzati ma soprattutto ci ha parlato di persone disabili che hanno commesso dei reati e che purtroppo vivono in modo ancora di più disagiato la loro vita in carcere con spazi ristretti dove è difficile far passare una carrozzina o bagni non appositi per loro.Io credo che il carcere ovviamente non deve esser visto come un albergo dove le persone che si trova dentro devono vivere nel migliore dei modi anzi però penso per chi ha commesso un reato paghi il suo sbaglio con umiltà e che la giustizia faccia il suo lavoro.Il ruolo dell' educatore per me è una figura utile che possa dare una mano a chi ha commesso un reato nel fargli capire il suo sbaglio e ad indirizzarlo una volta scontata la sua pena ad un reiserimento sociale in modo tale che una volta uscito dal carcere non commetti più reati.
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    Messaggio  Andreozzi Teresa Dom Apr 03, 2011 1:22 pm

    Nella lezione del 31 Caterina,educatrice nel carcere di Rebibbia,ci ha parlato della situzione nelle carceri... Una situazione nelle carceri italiane al limite del sopportabile, con il sovraffollamento che ha raggiunto livelli insostenibili e la condizione di vita dei detenuti che non rispetta alcun tipo di diritto umano.
    La discussione in aula ha interessato un pò tutti con piensieri diversi,alcuni contrastanti altri meno...
    Quello che secondo me è importante ricordare e che forse tendiamo a dimenticare è che lo scopo delle carceri è soprattutto rieducativo, e servirebbe per reinserire le persone che hanno sbagliato nella società.Si è vero chi “sbaglia deve pagare”,è giustissimo,ma il modo più giusto atraverso la quale scontare le proprie pene è quello di capire il proprio sbaglio,perchè trattarli in maniera disumana non porterebbe sicuramente ad un miglioramento della persona.
    Capita dire,quando sentiamo delle notizzie brutte,”quella persona deve pagare nel modo peggiore possibile”,ma se ci fermassimo a pensare capiremo:
    “A cosa serve torturare fisicamente e psicologicamente le persone che sbagliano?”
    ”Cambierebbe calcosa?”

    Importante è anche il caso del disabile in carcere. Si deve, per prima cosa, "promuovere la pari opportunità al fine di eliminare le molestie e promuovere atteggiamenti positivi nei confronti delle persone con disabilità".Le azioni per raggiungere lo scopo sono un attento monitoraggio e la nomina di un "funzionario di collegamento disabilità", un membro del personale incaricato di tenere costanti rapporti con i detenuti.Prevedere spazi ad hoc nelle carceri e procedere a delle ristrutturazioni per rendere gli ambienti accessibili.

    https://www.youtube.com/watch?v=gO2AdOHKgYA&feature=player_embedded#at=19

    Vorrei concludere dicendo si alla pena,ma una pena che abbia un valore rieducativo!!!
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    Messaggio  assuntagraziuso Dom Apr 03, 2011 1:26 pm

    Il 31 marzo abbiamo ascoltato l'esperienza di caterina come educatrice nel carcere di rebibbia.La lezione è stata interessante e ha fatto molto discutere.Innanzitutto si è fatto chiarezza sul quale sia il ruolo dell'educatore,in carcere.Il suo ruolo è rieducare il disabile o persona "normale" al reinserimento nella società.Caterina ci ha raccontato le pessime condizioni in cui vivono i detenuti.Soprattutto i disabili hanno molte difficoltà e chiedono aiuto ai compagni..si spera in condizioni migliori. Compito dello stato
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    Messaggio  MartinaRitaIzzo Dom Apr 03, 2011 1:46 pm

    Durante la lezione del 31 marzo abbiamo affrontato un argomento a noi vicino che è il ruolo dell’educatore, in particolare l’educatore nel carcere. Questo è un argomento che mi sta molto a cuore perché è proprio questa la strada che voglio percorrere; è sempre stato il mio sogno fin da piccola quello di diventare educatrice in un carcere. L’esperienza di Caterina è stata molto interessante in quanto ha evidenziato degli aspetti di questo ambiente che spesso non vengono considerati come il diritto di vivere dignitosamente da parte dei detenuti. Ho scritto che spesso non viene considerato questo aspetto semplicemente perché le persone tendono a soffermarsi sull’aspetto che un detenuto è un delinquente, che ha sbagliato, che deve pagare e che non merita niente dalla vita. Io non credo in queste cose, penso che un detenuto sia un essere umano come noi che ha commesso un errore, credo che sia una persona debole che merita un aiuto da parte nostra in quanto futuri educatori. Ero a conoscenza delle condizioni in cui sono costretti a vivere i detenuti, spesso sono vittime di violenza fisica e sessuale da parte degli stessi compagni o anche di figure autoritarie che sono presenti nelle carceri. Per non parlare dell’aspetto sanitario che è del tutto scadente, come ha detto Caterina molte ferite possono trasformarsi in veri casi di disabilità e tutto questo è una conseguenza non solo delle scarse cure mediche ma anche della totale indifferenza che si prova nei confronti dei detenuti. Se non c’è una vita dignitosa per una persona normale figuriamoci per un disabile! Le foto che ci sono state mostrate durante il corso ci hanno fatto capire che per un disabile sarà impossibile compiere tutti quegli atti che fanno parte della quotidianità di una persona, come l’andare nel bagno oppure fare una passeggiata nel cortile. Sono numerose le barriere architettoniche presenti nelle carceri, passiamo dalle scale alle porte delle celle che sono piccolissime.
    Nello scorso semestre ho seguito e studiato una materia che ritengo sia stata molto importante per la mia formazione educativa: Pedagogia della Devianza; proprio nello studio di questa materia, in particolare nello studio dei vari aspetti dell’educatore nel carcere, c’era scritto che l’aspetto più importante per un educatore deve essere la mancanza di un giudizio nei confronti del detenuto, disabile, minore ecce cc.. E questo anche per me è un aspetto importantissimo, chi siamo noi per dare dei giudizi o per poter criticare qualcuno? Soprattutto noi educatori abbiamo il dovere di aiutare chi abbiamo difronte a prescindere se questa persona abbia commesso dei crimini o non. Io spero che ci sia un cambiamento all’interno delle carceri, in maniera tale da permettere a queste persone di vivere dignitosamente in quanto hanno dei diritti come noi e lo Stato deve assicurare che questi diritti siano rispettati. Inoltre spero anche che noi futuri educatori riusciremo a svolgere il nostro lavoro nel migliore dei modi, senza pregiudizi e critiche nei confronti di una persona che ha bisogno solo d’aiuto, sostegno ed anche un po’ di affetto.
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    Messaggio  Viviana Esposito Dom Apr 03, 2011 2:39 pm

    L'intervento di Caterina sul disabile in carcere è stato molto coinvolgente ed ha aperto un dibattito piuttosto animato,da cui è emerso che ci sono ancora molti pregiudizi nei confronti di chi sbaglia.
    Questo mi è servito per riflettere sul ruolo dell'educatore in carcere che deve imparare a separare il giudizio dalla funzione.
    Egli entra in contatto con persone che hanno compiuto azioni riprorevoli,però non deve essere condizionato da questo nella sua attività educativa.Si deve porre quindi senza pregiudizi e mi rendo conto che è facile dirlo ma non è sempre facile farlo.
    Nonostante la normativa vigente,che insiste sul concetto di dignità della persona,le condizioni di vita in carcere sono estremamente difficili,a volte anche degradanti.
    Soprattutto i disabili si trovano di fronte a molte difficoltà,a iniziare dalle barriere architettoniche.
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    Messaggio  luanacirma Dom Apr 03, 2011 2:49 pm

    Ciao ragazzi,sicuramente già avrete capito il mio pensiero,poichè mi sono esposta anche troppo in classe...mi fa molto piacere partecipare alle lezioni,perchè lo scambio di opinioni è sempre interessante.
    torniamo a noi,per quanto riguarda la vivibilità in carcere,a prescindere o meno se stiamo parlando di un disabile,è una cosa che mi ha fatto molto riflettere,e credo che la testimonianza di Caterina sia stata ancora più efficace...
    conosco perfettamante norme e regole in carcere,posso garantirvi che non sempre la situazione è quella!!!
    Però ancora ora sono sconcertata al pensiero che nelle carceri ci siano detenuti disabili,questa cosa mi fa molta ma molta rabbia,credetemi,perchè a questo punto so che queste persone,all'esterno erano (O lo sono ancora)dimenticate,escluse del tutto dal mondo reale,dalla civiltà...e credo che non bisogna condannare e punire un disabile che ha commesso un reato,ma bisognerebbe punire le persone disinteressate dei proprio cari...di tutti quei familiari che trattano i loro figli o fratelli,etc disabili,solo come mercè,per racimolare un pò di soldi al mese..(tipo la pensione di invalidità)...perchè credetemi,ci sono tantissime persone che se ne approfittano e beffano i "disabili" e questi,purtroppo,non hanno il coraggio di denunciare,o per paura, o perchè temono di sentirsi soli....
    a questo punto,è proprio in questo caso che l'educatore dovrebbe entrare in campo,sostenendo queste persone,parlandoci,farli stare bene,cosi che possano aiutarli a non commettere gesti che possano infine condannarli a vita.
    un'altro punto che vorrei chiarire,e che purtroppo ciò che vige in italia è una normativa assurda,perchè disagi come quelli visti nelle foto portateci da Caterina,sono solo una piccola parte a cui lo stato dovrebbe provvedere..perché tendo a ricordare,per chi non lo sapesse,che un detenuto costa circa 67euro al giorno,che noi cittadini paghiamo di tasca nostra,e per alcuni,il carcere è davvero un hotel.
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    Messaggio  MartinaRitaIzzo Dom Apr 03, 2011 2:57 pm

    https://www.youtube.com/watch?v=c86mbdWXgok&feature=relmfu

    Questo è un servizio di RaiNews che affronta l'emergenza nei carceri Italiani
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    Messaggio  Maria Mercone Dom Apr 03, 2011 3:05 pm

    Una persona disabile, ha delle difficoltà già nella vita di tutti i giorni, poi chiuso in un carcere, privato della sua libertà, avrà maggiori disagi. La prima cosa da fare è intervenire su di loro con una rieducazione. Anche se io credo che loro avrebbero dovuto avere un’educazione già precedentemente. Nel carcere questi ragazzi non hanno una “vita facile”, poiché vengono tenuti in pessime condizioni, hanno difficoltà nel muoversi, dato che la loro cella è stretta e in una situazione di scarsa igiene. Infatti loro spesso vengono aiutati dai loro compagni di cella. Hanno bisogno di attenzioni, di una persona che li possa ascoltare, che parli con loro e cosa più importante è di avere una buona rieducazione. Quest’ultima è molto difficile, poiché quando la si fa l’educatore deve essere in grado di non giudicarli ma deve essere più sensibile con loro, dato che già pagano stando in carcere per i loro crimini commessi, anche perché a volte la famiglia gira loro le spalle. Non hanno più nessuno, questa è la causa che porta molti ragazzi a togliersi la vita. Per mancanza di attenzioni loro si procurano tagli sul volto, sul corpo. Io credo che, avendo già problemi nella loro vita fuori del carcere, se poi viene loro privata anche la libertà produrremo in loro molti più disagi.
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    Messaggio  Maria Luisa Ceriello Dom Apr 03, 2011 3:11 pm

    Ascoltare Caterina,della sua esperienza nel carcere di Rebibbia,mi ha fatto riflettere tanto,anche perchè,ho sentito storie
    di persone che hanno avuto la sfortuna di vivere il carcere,avrànno avuto anche le loro colpe,ma quanto ha raccontato Caterina,è solo un'infarinatura di quello che avviene all'interno di queste strutture,se cosi vogliamo definirle!
    Il carcere dovrebbe essere un percorso riabilitativo,per il reinserimento nella società,ma talvolta peggiora la vita di
    queste persone,perchè costrette a "VIVERE", in pessime condizioni e maltrattati....
    Con Caterina abbiamo visto le difficoltà che incontrano i Disabili nel carcere,tutto questo è assurdo,ingiusto e poco umano
    perchè io credo che togliere la libertà a queste persone che hanno commesso dei reati dovrebbe fargli capire i giusti valori della vita ,è giusto anche che scontino la loro pena,ma sarebbe anche giusto non cestinare la loro dignità perchè la giustizia si,la violenza fisica e psicologica no!Soprattutto per i Disabili che in un certo senso la loro condizione è già una pena da scontare.....
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty diversabili tra le sbarre

    Messaggio  nunziomarrone Dom Apr 03, 2011 3:27 pm

    COME IN OGNI CONTESTO ED OGNI REALTà,LA DIVERSABILITà ARRIVA ED è PRESENTE ANCHE NELLE CARCERI,COME QUELLO DI REBIBBIA..SU CUI CATERINA PONEVA L'ACCENTO..DAL SUO RACCONTO..ANZI DALLA SUA TESTIMONIANZA è EMERSO UN MICRO MONDO GRONDANTE DI BARRIERE NN SOLO ARCHITETTONICHE CHE IMPEDISCONO "ALLA VITTIMA" DI POTER ESERCITARE QUEL MINIMO DI LIBERTà DATA DALLE ORE DI PASSEGGIO NELL'AREA VERDE,CONCESSA ALMENO 1 VOLTA A SETTIMANA..è EMERSA UNA REALTà-GABBIA IN CUI CIRCOSCRITTI IN POCHI METRI DI SPAZIO VIVONO ALMENO SEI SE NN SETTE PERSONE..SPAZZANDO VIA OGNI LORO ESIGENZA,OGNI LORO BISOGNO,OGNI LORO TRATTO UMANO E PERSONALE..TRASFORMANDO IL LORO DEFICIT IN UN VERO E PROPRIO HANDICAP ALL'INTERNO DI UNA STRUTTURA CHE DA QUANTO EMERGE OPERA CON POCO RISPETTO E POCHISSIMA ATTENZIONE VERSO L'ANALISI FATTORIALE CHE A MIO AVVISO OLTRE AD INDIVIDUARE LE CAUSE CHE HANNO INDOTTO ALLA TRASGRESSIONE,OLTRE A CERCARE DI GUGARE LA LORO STORIA FAMILIARE E SOCIALE DOVREBBE OPERARE ANCHE UN'ANALISI DI LIMITI FISICI,PERMETTENDO LORO DI POTER ESPLETARE TUTTE QUELLE FUNZIONI CHE SVOLGONO I NOROMODOTATI...IN AULA SI è DETTO TANTO RISPETTO AL RUOLO CHE DOVREBBE SVOLGERE LA FAMIGLIA,SUL PREVENIRE DEGLI ATTI CRIMINALI,SULL'ABILITà DEL DIVERSABILE NEL TRASGREDIRE...MA NESSUNO HA MESSO IN EVIDENZA CHE FORSE UN DISABILE è INDOTTO A TRASGREDIRE DALLA STESSA SOCIETà..SI XKè MI CHIEDO:IN QUANTI VITTIME DI PREGIUDIZIO ED ETICHETTAMENTO,NN HANNO POTUTO FARSI STRADA LEGALMENTE???BEH,PENSO IN MOLTI PERCHE NN BISOGNA DIMENTICARE CHE DIETRO UNA TRASGRESSIONE VI è QUASI SEMPRE UN DISAGIO...INSOMMA è DIFFICILE TRASGREDIRE SOLO PER IL GUSTO DI FARLO!!!!!!..RISPETTO,POI,ALLA PREVENZIONE DI DETERMINATI ATTI,MI VIENE DA RISPONDERE, A CHI HA ARGOMENTATO SULLA QUESTIONE,CHE PURTROPPO NN TUTTO PUò ESSERE PREVENUTO E PREVENTIVATO PERCHè PER FORTUNA VIVIAMO IN UNA SOCIETà LIBERA E NN IN UNA REALTà PANOPTICON,BEN RESA DAL REALITY SHOW NOTO COME GRADE FRATELLO..POI..POI..TRA LE TANTE COSE SI è PARLATO DI PREGIUDIZIO MA A MIO AVVISO CI TROVIAMO DI PIU INNANZI AD UNA REALTà DI ETICHETTAMENTO,PERCHè SE IL PRIMO NASCE SULLA BASE DI NULLA,IL SECONDO NASCE IN RIFERIMENTO AD UNA TRISTE CONCEZIONE..MA PUR SEMPRE UNA CONCEZIONE..PER LA SERIE "IL DISABILE NN PUò ESERCITARE LA PROFESSIONE X PER Y MOTIVO"Sad.. Sad BISOGNA ABBATTERE QUESTI PILASTRI IDEOLOGICI PER CACCIARE VIA L'INGIUSTO,..E PER ESTINGUERE LE FALSE CATEGORIE CHE X EFFETTO PIGMALIONE VENGONO A FORMARSI..SI PERCHè GLI ATTI DISCRIMINANTI IN ALCUNI CASI SONO COSI FORTI CHE IL DISABILE FINISCE X RITENERSI REALMENTE TALE..PRIMA DI CONCULUDERE TENGO A DIRE CHE ANCHE IN CARCERE DEVE REGNARE UNA FORMA DI PEDAGOGIA EMENDATIVA..E NN SOLO NEL CPA..XKè LA GIUSTA FORMULA NN è LA PUNIZIONE MA IL RIFORMARE..
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    Messaggio  RosariaLaprovitola Dom Apr 03, 2011 4:01 pm

    Anche questa lezione è stata di vitale importanza infatti non tutti conoscevano il pianeta delle carceri italiane,un pianeta complesso fatto di sovraffollamento,carenza di personale e strutture poco adeguate e sono bastate poche ore per essere messi di fronte a questa drammatica realtà...La cosa che penso abbia colpito tutti è stata la poca umanità e civiltà che si ha nei confronti di queste persone e soprattutto tutte le barrierre architettoniche che incontrano le persone disabili in carcere.Io penso che il carcere debba tendere al recupero del detenuto e alla sua rieducazione e in questo contesto ha una grande importanza la figura dell'educatore il quale spesso è l'unica prsona che ha un rapporto con il detenuto.L'educatore deve capirlo,aiutarlo e non deve farsi trasportare dai pregiudizi perchè il suo unico scopo è quello di EDUCARE!!
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    Messaggio  raffaela_bossa Dom Apr 03, 2011 4:26 pm

    Molte volte i detenuti vivono in condizioni disastrose,non vengono trattate come persone e spesso nel carcere vengono a mancare quei beni indispensabili per la quotidianità di ognuno.Penso che per svolgere un ottimo lavoro bisogna mettere da parte i pregiudizi e rieducare la persona in modo tale da far capire loro il reato commesso.Compito dell educatore sta anche nell'istaurare un rapporto di fiducia e dialogare con il detenuto al fine di aiutarlo nel suo processo di rieducazione e rendere la permanenza nel carcere un pò meno dolorosa.
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    Messaggio  MariaRosaria Lettieri Dom Apr 03, 2011 5:19 pm

    Il racconto di Caterina circa la sua esperienza lavorativa come educatrice presso il carcere di Rebibbia ha fatto riflettere su numerose questioni relative alla detenzione.La legge del 1975(Trattamento e Rieducazione),a tal proposito,prevede che il trattamento dei detenuti deve essere conforme ad umanità,deve assicurare il rispetto della dignità e stabilisce che nei confronti degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tende al reinserimento sociale degli stessi. Quanto c'è di vero in questa legge?Analizzando uno per volta questi temi ci si rende conto che quanto accade nella pratica non equivale a ciò che è scritto nelle leggi.Ancora oggi,come ci ha mostrato l'educatrice del carcere di Rebibbia ,nei confronti dei detenuti non vengono rispettate le norme che regolano il rispetto della propria umanità ed ancora si legge sui giornali,si sente parlare in televisione di abusi e maltrattamenti che avvengono all' interno del carcere che più che luogo di rieducazione diventa produttore di delinquenza,i detenuti,in alcuni penitenziari, vengono sempre di più trattati come bestie in gabbia. A tal riguardo mi giunge a mente una espressione di Pagano,direttore del carcere di San Vittore secondo il quale "rinchiudere persone in carcere è il modo più costoso di renderle peggiori".A mio parere è giusto che chi delinque deve essere punito con la limitazione della libertà,il carcere rappresenta una pena e se ciò significa privare il reo di una rivista,di un giornale,della televisione ben venga purchè non venga privato della propria dignità di uomo.
    Per quanto concerne il ruolo dell 'educatore all'interno dei penitenziari ,avevo avuto già modo di conoscerlo attraverso l'esame di Pedagogia della Devianza.Quello dell'educatore penitenziario è un ruolo molto delicato,chi decide di intraprenderlo deve superare l'ambiguità che esso comporta.Innanzitutto bisogna,e sono d'accordo con quanto detto a lezione,porsi in una posizione di non giudizo nei confronti degli internati pur non condividendo le sue azioni,bisogna relazionarsi ad egli offrendosi come possibilità di cambiamento e miglioramento.
    Ancora,è stato affrontato il tema della disabilità penitenziaria,ancora una volta vengono ignorate le esigenze di persone con disabilità che anche nel contesto carcerario vengono poste difronte a barriere architettoniche che le costringono ai margini.Il carcere dunque da luogo di rieducazione e reinserminto sociale diviene sempre più produttore di personalità inquiete e di disabilità non solo fisica ma anche sociale.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty La voce di chi ha visto con i propri occhi

    Messaggio  Federica Spalice Dom Apr 03, 2011 5:24 pm

    Da quando mi sono iscritta a questa Università ho sempre pensato che l'ambito lavorativo che più si addicesse al mio carattere e alle mie capacità poteva essere quello carcerario, ma dopo aver sentito la testimonianza di Caterina, le mie sicurezze sono vacillate. Sentire come vengono trattati gli esseri umani e soprattutto i disabili, mi ha scoraggiato e mi ha fatto pensare che tutto quello che ho studiato su come bisogna trattare i carcerati e come badare alla loro funzione rieducativa erano soltanto chiacchiere e concetti astratti!!! Poi però è prevalsa la mia parte energica e caparbia, che mi fa pensare che dobbiamo essere noi con la nostra forza e le nostre conoscenze a poter cambiare le cose!!
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    Messaggio  RosaBorrelli Dom Apr 03, 2011 7:03 pm

    Giovedì 31 marzo, altra lezione indimenticabile! è stata con noi un'altra educatrice Caterina, lei svolge la sua attività nel carcere di REBIBBIA. Caterina è un educatrice ,rieduca le persone disabili nel carcere. Rieducare significa permettere queste persone di reinserirsi nella società una volta usciti da quelle mura,da quella limitazione. Se noi giudichiamo queste persone ,facciamo semplicemente il gioco di coloro che CONSIDERANO IL REO NON UOMO!! il nostro dovere non è altro che cercare di far ricredere in LORO STESSI e nella PROPRIA VITA; di fargli capire che la loro vita NON è FINITA, Anche se haNNO o qualche problema con la legge, ed hanno lo spirito di voler CAMBIARE,noi possiamo permetterglielo.. Ricordate noi siamo educatrici NON AVVOCATI!! Riguardo a come vengono trattati e a come vivono in carcere, credo che sono luoghi dove NON ESISTE LA DIGNITà dell'uomo, luoghi dove appena mettono piede ,possono anche essere numerati perché tanto a loro nn interessa il nome di quelle persone, non interessa interloquire con i reo. Ogni uomo DEVE DARE E RICEVERE RISPETTO!!
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    Messaggio  teresa lasco Dom Apr 03, 2011 7:44 pm

    L esperienza di Caterina come esducatrice nel carcere di Rebibbia è stata molto interessante...
    Caterina con immagini e racconti ci ha mostrato quanto è difficile per un disabile vivere in un carcere e quanto esso produca disabilità:

    Se un detenuto si fa male passano settimane per fare visite appropriate fino a che tutto questo tempo
    puo provocare danni permanenti(per mancanza di cure);

    Nei carceri non ci sono (come hanno mostrato le immagini) porte abbastanza grandi da far passare una sedia a rotelle e che queste devono essere poste fuori dalle celle e quindi cio significa che il disabile deve restare a letto perchè non può muoversi!!!

    I bagni sono alla turca e quindi anche questo è un ostacolo così anche le docce e addirittura hanno diritti a soli due rotoli di carta igienica al mese.....

    Questa situazione nella maggior parte dei casi spinge al suicidio perchè non si sentono ascoltati ..anche perchè ci sono pochi educatori...

    Dunque le barriere architettoniche si trovano anche qui!!

    Penso che il reo debba pagare il proprio errore anche se piccolo ma egli nel carcere viene privato della propria dignità e ciò non è giusto...soprattutto poi se si parla di un disabile che ha difficoltà maggiori_
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    Messaggio  dianascione Dom Apr 03, 2011 8:00 pm

    A volte ascolti storie che nemmeno credevi potessero essere possibili,Ascolti di persone che vivono ai limiti della decenza umana,e credi che forse il racconto sia solo frutto della fervida immaginbazione di chi parla,ascolti "favole dell'orrore" su come, persone disabili, siano umiliate più di quello che non abbiano ricevuto giornaliermente...
    Stavolta la favola è vera,ed il racconto in prima persona,di chi ha deciso di fare il lavoro che ho tanto sognato,il lavoro per cui ho scelto di frequentare questo corso di laurea:EDUCATRICE NEI CARCERI.
    Sino a giovedì non avevo mai ascoltato esperienze di chi il lavoro "che sognavo", lo faceva.
    Testimonianze di maltrattamenti in carcere,di abusi sessuali,di assenza di cure mediche,sono all'ordine del giorno...Se ne parla di continuo,in tv,sui giornali...Ma sentirlo da chi ,l'educatrice la fa per davvero,è stato differente.
    SCONCERTANTE.DEPRIMENTE.SCONVOLGENTE.
    E' vero coloro che hanno commesso dei crimini dovrebbero pagare,ma non in questo modo.Non così.I carceri dovrebbero servire per reintegrare l'individuo che ha commesso un errore e ha pagato per quell'errore...Dovrebbero essere una seconda possibilità.
    NON DOVREBBERO CONTINUARE A DISTRUGGERE CIO' CHE è GIà IN FRANTUMI.
    Non siamo noi a dover giudicare.

    Maria Grazia Ferri
    Maria Grazia Ferri


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty situazione dei carceri

    Messaggio  Maria Grazia Ferri Dom Apr 03, 2011 8:32 pm

    La condizione determinante del lavoro educativo consiste nell’individuare i bisogni della persona, riconoscendo in questi gli elementi per dar risposta alle richieste educative, supportando in tal modo il percorso riabilitativo dell’individuo.
    Nella maggior parte degli Istituti penitenziari italiani non vengono rispettati gli standard previsti dalla normativa vigente sia per quel che riguarda il trattamento penitenziario sia per quello rieducativo. Basti pensare che in quasi tutte le strutture penitenziarie italiane a fronte di una capienza massima prevista attualmente risultano ospitati più del doppio dei detenuti. Appare evidente che in simili condizioni venga a mancare proprio lo spazio vitale, a maggior ragione prioritario se si considera lo status degli utenti che vedono già limitata la propria libertà personale. A ciò si aggiunge la completa mancanza della doccia, del personale medico e paramedico specializzato.
    Qui di seguito presento una situazione , che ho trovato su internet,denunciata da un detenuto:
    “La mattina, alle sette, inizia l'inferno: sbattono i ferri sulle sbarre come se fosse la sveglia. Le perquisizioni sono sempre di più ogni settimana, la doccia la facciamo con l'acqua fredda. Mentre vi scrivo ho beccato l'influenza perché la cella è sempre umida e malsana. L'umidità è tanta che l'intonaco cade a pezzi solo a sfiorarlo. Molte delle lettere che ci scrivono i nostri familiari e i nostri cari non ci arrivano. Così non si può vivere: qui il detenuto chiede solo di scontare la sua pena con dignità e non di essere trattato come un cane, in modo disumano e tanto meno usando l'abuso di potere. Forse ora capite anche perché un detenuto si toglie la vita in carcere".
    Come si nota anche da questa denuncia Il carcere, ormai, risulta invivibile in quanto c’è il mancato rispetto dei più elementari diritti: medicine negate, celle sovraffollate, docce con acqua fredda, ispezioni e perquisizioni sempre in aumento. Queste problematiche oltre ad apparire poco umane per quel che riguarda il trattamento dei detenuti, appaiono seriamente preoccupanti anche per quel che riguarda la gestione del carcere.
    Infatti tale stato crea continue situazioni di conflittualità, sia tra gli stessi detenuti, sia nei rapporti con il personale preposto al controllo del carcere.
    L’Amministrazione dovrebbe promuovere metodi di organizzazione e sistemi di gestione idonei ad assicurare una buona comunicazione tra le diverse categorie di personale dell’istituto e un buon coordinamento dei servizi, specialmente per quel che concerne il trattamento ed il reinserimento sociale dei detenuti.La finalità del trattamento dei condannati deve essere quella di salvaguardare la loro salute e dignità e, nella misura in cui lo permetta la durata della pena, di sviluppare il loro senso di responsabilità e incoraggiare quelle attitudini e competenze che potranno aiutarli nel reinserimento sociale.
    Gli operatori sociali dovrebbero essere coinvolti nella collaborazione con il personale dell’istituto nel compito del reinserimento sociale dei detenuti, in particolare mantenendo e migliorando le relazioni di essi con le famiglie, con altre persone e con gli organismi sociali. Tutte le risorse riabilitative, educative, morali, spirituali e di altro tipo dovrebbero sottolineare ai detenuti, la loro non esclusione dalla comunità ma al contrario il fatto che essi continuano a farne parte
    È importante,dunque, assicurare che le condizioni di vita siano compatibili con la dignità umana e suscitare la volontà di cambiamento e del recupero sociale dei detenuti, dando opportunità e punti di riferimento a queste persone che altrimenti si ritroverebbero perse al rientro in società e rischierebbero, in altro modo, di tornare ad affollare le celle dei carceri.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty Riflessione

    Messaggio  oliver nuovo Lun Apr 04, 2011 8:27 am

    La legge è uguale per tutti e tutti si devono educare anche alla legge. Quindi dobbiamo agire su due fronti. Educare per rendere i disabili uguali ai normali prima che agiscano illegalmente. Perchè molte anomalie sono sul bambinismo: cioè si comportano come dei bambini indifesi che non sanno come vivere anche legalmente. Non sanno neanche cosa vuol dire essere illegali, non conoscono cosa quol dire agire nella illegalità e noi dobbiamo insegnare loro cosa fare per non commettere un reato. Non sanno neanche che cosa è un reato e a cosa vanno incontro.
    Il secondo fronte è dopo pultroppo l' arresto. Infatti dopo aver commesso un crimine i disabili vengono trattati come delle persone normali o ancora peggio come dei criminali ma sono dei bambini indifesi. Hanno comunque bisogno di cure e trattamenti a maggior ragione perchè sono in difficoltà. Quindi i disabili devono essere seguiti prima del disagio e dopo del disagio ma questo non avviene perchè vengono abbandonati al loro destino molto spesso tragico.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 6 Empty L'educatore in carcere

    Messaggio  mariarosariacacciapuoti Lun Apr 04, 2011 8:53 am

    Che cosa sorprendente..il tema trattato con Caterina mi ha davvero fatta rabbrividire,per un motivo molto semplice:che credo fermamente che ciò che ha detto sia giusto.
    Ho trovato corrispondenza nelle sue parole,con quello in cui credo,e mi ha fatto piacere trovare una certa concretezza del mio pensiero,dalle parole di una persona che nel campo ha avuto esperienza!
    Già di per sè,la figura dell'educatore a scuola si nutre di grandi responsabilità,in quanto stare con un bambino autistico,diversamente abile ecc...ecc è difficile..ma l'educatore in carcere si fà problematico!
    Stare a stretto contatto con una realtà così crudele,così fuori DALL'UMANO,può comportare nell' educatore,una certa de-motivazione,ua voglia di abbandonare il tutto,e probabilmente il sentore di voler vivere una vita serena,lontana da ansie.Ma il punto è proprio questo,si può vivere tranquilli stando a conoscenza di una tale realtà,e preferire,nonostante il proprio ruolo(che io preferirei definire vocazione),stare a casa nella totale noncuranza dei problemi?
    Io credo che così come c'è bisogno di fegato nell'affrontare queste problematiche,così ce ne vuole anche per mollare, e altrettanto per dimenticare che di fronte abbiamo degli uomini,che probabilmente,anzi sicuramente,se avessero avuto la nostra stessa fortuna di nascere e crescere in contesti POSITIVI,non sarebbero rinchiusi in una cella..ovviamente il caso del diversabile in carcere è peculiare..c'è chi ha detto che merita come gli altri di essere rinchiuso,perchè ha violato la legge in qualche modo,ma vogliamo parlare di chi ogni giorno,lavorando nelle carceri lo fa con loro,violando anche una cosa che non è legge,ma il VIVERE CIVILE NEL RISPETTO DELL'ALTRO?
    A me non sembra ne giusto,ne normale che un individuo che sconta una pena,(e parlo del diversamente abile),non abbia la possibilità di andare da solo al bagno,non abia il minimo indispensabile per la cura e l'igiene personale,non abbia sufficiente spazio per passare tra le porte con un carrozzella..non mi sembra giusto ne normale,che nel 2011,con tutta la cultura e l'informazione di cui tanto ci vantiamo,siamo ridotti a questo.Tutti meritiamo la possibilità di un reinserimento sociale,perchè nessun uomo può avere,ne ha il primato di importanza sull'altro,ed è ruolo dell'educatore provvedere a ciò,educando al rispetto,e soprattutto alla FIDUCIA.

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