Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

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    Messaggio  savio anna Dom Mag 15, 2011 9:27 pm

    In aula abbiamo assistito alla proiezione del film "Lo Scafandro E La Farfalla" beh che dire in assoluto un film meraviglioso che consigierei davvero a tutti.Mi ha permesso di riflettere davvero su tantissime cose anche perchè la storia narrata è vera..Il protagonista si chiama Jean Dominique Bauby e la sua è una storia vera.Al centro dei fatti,un uomo baciato dal successo fino a un certo punto della vita: direttore di una delle riviste di moda più prestigiose, ricco,affascinante,pieno di donne bellissime, è al culmine della sua fortuna quando viene colpito,a 42 anni,da un ictus devastante.Caduto in coma scopre al risveglio di essere totalmente paralizzato;solo il cervello continua la sua attività,ma è prigioniero di un corpo immobile,Preso dalla disperazione pensa che l'unico rimedio possibili sia la morte,infatti la malattia lo ha trasformato,lui così attento all’edonismo estetico con la bocca storta,un occhio cucito e il resto del fisico sordo a ogni emozione.
    Poi lentamente Jean esce dall’autocommiserazione, scopre che può ricordare e immaginare perché la mente è ancora libera.Con un enorme sforzo e l’aiuto di dottori, amici, affetti, servendosi del battito delle ciglia (la farfalla) dell’occhio valido rimastogli, riesce a comunicare giorno per giorno a una collaboratrice le sue memorie.Due anni prima di morire,Bauby pubblica così la sua biografia,intitolata appunto Lo scafandro e la farfalla.Jean comprende troppo tardi la forza dei legami autentici e rilegge attraverso i suoi ricordi la sua esistenza invidiabile e povera al tempo stesso.Infatti la vita di Jean era da sempre stata improntata sul successo,sulla perfezione sugli eccessi è infatti un uomo che ha anche tradito,un uomo comune che ha sbagliato e che capisce troppo tardi l'importanza delle piccolissime cose da sempre trascurate.IL suo primissimo desiderio è infatti quello di morire non può accettare di essere diventato un corpo inerme senza piu alcun futuro,ma grazie all'aiuto di coloro che gli son vicini lui riesce a risalire anche se in parte dal fondo riesce a lottare,a sperare ancora,riesce con fatica a dettare la sua storia in modo che essa sia d'aiuto e testimonianza a tutti coloro che sfortunatamente si ritrovano nella sua condizione..lui non ha più nulla,ma la grandissima forza dei ricordi e della fantasia gli permette ogni volta di andare indietro nel tempo a cose vissute attimi di vita passati,e nel fututo,nell immaginario di cose che mai realizzerà,ma che avranno luogo nella sua mente e sopratutto nella sua anima.Jean ci insegna che non è mai finita che dalla disperazione si può in qualche modo risalire aggrappandosi con tutte le forze a quelle piccole cose che ancora ci restano,ma che son prorpio quelle fonte di felicità.il battito delle sue ciglia rappresenta proprio il volo libero di una farfalla che riesce ad uscir fuori a volare via nonostante sia imprigionata in un corpo inerme.Riporto qui la frase che mi ha colpita particolarmente....

    “lo scafandro del corpo non impedì alla farfalla dell’anima di uscire e comunicare”.
    è la vera rinascita di un uomo che in quelle condizioni impara a guardare il mondo in maniera nuova. Non un prigioniero,ma una persona che rifiuta di essere ostaggio della malattia.
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    Messaggio  martina esposito Dom Mag 15, 2011 10:11 pm

    una delle scene più tocanti è stata quando ilprotagonista dopo esser colpito da un ictus riesce a comunicare con la logopedista solo attraverso degli occhi...Mi ho colpita perchè fa capire che molte volte non sono le parole e il loro suono che ti fanno comunicare con gli altri, ma che anche attraverso uno sguardo si possono dire tante cose...dietro uno sguardo ci sono tanti significati...A ciò si ricollega anche il concetto di RESILIENZA,ovvero la forza di rintegrarsi nel migliore dei modi all interno della società,si tratta della forza di combattare e di uscirne vincitori da questa vera e propria battaglia interiore e poi sociale...........
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    Messaggio  Ioffredo Veronica Lun Mag 16, 2011 1:45 am

    Tra i tanti film sulla disabilità “lo scalandro e la farfalla” è davvero uno dei più belli.
    Il protagonista principale è .Jean-Dominique Bauby, giornalista e padre di due figli, cade improvvisamente in coma. Quando si sveglia è immobilizzato, colpito da quella che la medicina definisce "sindrome locked-in": riesce a muovere solo la palpebra sinistra, che diventa il suo legame con il mondo.
    Tra le parti più toccanti, quelle che mi hanno toccata di più sono state: quando ha chiesto di morire con la conseguente reazione della dott.ssa; la telefonata del padre in ospedale ricollecandola alla scena di quando lui era andato a casa sua per fargli la barba; i primi pensieri che ha avuto quando si è svegliato dal coma.
    Tra le frasi più belle del film volevo ricordare:
    Ero cieco e sordo, non mi serviva necessariamente la luce dell'infermità per vedere la mia vera natura.
    Lo scafandro del corpo, non impedì alla farfalla dell'anima di uscire e comunicare.
    Ho appena scoperto che a parte il mio occhio ho altre due cose che non sono paralizzate: la mia immaginazione e la mia memoria.
    Siamo tutti dei bambini. Abbiamo tutti bisogno di riconoscimenti.
    Vivi come se fosse l'ultimo giorni pensa come se non dovessi morire mai.
    Il personaggio che mi ha maggiormente colpita è stata la madre dei suoi figli per la tenacia e l'assiduità con cui gli è stata accanto.
    Ritengo che quest'uomo sia un vero e proprio esempio di resilienza, perchè nonostante la sua situazione, sia riuscito ad andare oltre ogni aspettativa.
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    Messaggio  Raffaela Fatima Bottiglie Lun Mag 16, 2011 10:12 am

    In questa giornata abbiamo visto il film intitolato "LO Scafandro e la Farfalla".Premetto che non avevo mai visto questop film e vederlo mi ha emozionato molto,già a partire dalla prima sequenza in cui sembrava di essere nel corpo del protagonista Jean-Dominique Bauby di poter vedere e vivere con i suoi occhi e la sua mente,grazie alla macchina da presa che si identifica con gli occhi di Jean.IL film tratta la storia di questa persona che si sveglia dal coma durato per lungo tempo,dopo aver subito un'ictus,mentre era nell' auto nuova con suo figlio,inizialmente Jean inizia a sentire caldo dopo un po' inizia ad abbaglòiarsi la vista,riesce in tempo a fermarsi con l'auto e dopodichè arriva l'ctus.Quando si sveglia dal coma resta paralizzato dalla testa ai piedi,l'unica cosa che riesce a muovere sono le palpebre dell'occhio sinistro,perchè l'altro viene cucito perchè i medici sostengono che rischia un'infezione,questa scena mi ha talmente colpito che un secondo ho dovuto chiudere gli occhi,perchè la camera da presa ci faceva vedere vivendo quasi la situazione in prima persona in prima persona come man mano l'occhio veniva cucito per sempre.Ma Jean è cosciente è così sì avvertiva la paura la rabbia e la sua disperazione.Però grazie al movimento delle palpebre riesce a comunicare con l'aiuto dell'ortofonista e della logopedista che gli pronunciano lettere,nella frequenza che vengono utilizzate di più,così riesce a formare delle parole e poi man mano delle frasi,scegliendo le lettere con la chiudendo e aprendo le palpebre.Da qui inizia il concetto di Resilienza perchè si rende conto che può farcela,che deve lottare e continuare a vivere,tant'è vero che scrive un libro in cui tratta la sua storia ed ha proprio il titolo del film:"LO SCAFANDRO E LA FARFALLA",lo scafandro è il suo corpo che lo tiene prigioniero,però il suo pensiero c'è ancora e quello vola in altri posti,grazie ai ricordi e all'immaginazione che sono i due mezzi con cui riesce a liberare il suo pensiero che noi abbiamo vissuto nel guardare questo film.
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 13 Empty Lo scafandro e le farfalla

    Messaggio  Caterina Vettolieri Lun Mag 16, 2011 10:48 am

    Lo scafandro e la farfalla,un film che non avevo mai visto prima e che a mio parere è stato molto significativo.Sicuramente le scena più significativa è stato il risveglio dal coma del protagonista,dopo un ictus,che ha danneggiato il tronco cerebrale paralizzandolo dalla testa ai piedi,l'unica cosa che non è paralizzata sono gli occhi e la mente,il suo unico modo di comunicare sarà un battitto di ciglia.Il risveglio di Jan è una scena molto significativa perchètutto ha una visione diversa,viene visto tutto sotto l'aspetto del disabile,devo dire che questo tipo di visione inzialemnete mi ha creato un pò di disagio,poichè non riuscivo a vedere,a sentire come sono abituata normalmente a farlo,dopo ivece sono riuscita ad immedesimarmi nello "scafandro",che al principio nemmeno lui riusciva ad accettare questa grave situazione e che il suo unico desiderio era quello di porre fine alla sua esistenza,ma grazie al sostegno della sua infermiera è riuscito a tirare fuori il suo istinto di sopravvivenza ed è riuscito a non arrendersi mai,tanto che poi Jan scriverà un libro!ed è prorpio qui che incontriamo il tema della RESILENZA! una frase del protagonista che mi ha colpita è stata:"oltre all'occhio, l'immaginazione e la memoria sono i mezzi che mi permettono di evadre da questo scafandro" una frase molto significativa che vuole farci capire che l'unica cosa che gli è rimasta lui non la farà "atrofizzare" ma che grazie alla memoria lui riuscirà ad evadere dalla realtà! Oltre al protagonista, all'infermiera che come ho già detto prima si mostra molto disponibile e con tanta voglia di aiutare Jan,un personaggio che mi ha colpita molto è stata come la descrive il protagonista:"la madre dei miei figli" che non ha abbandonato Jan nel momento in cui ne aveva più bisogno nonostante lui abbia lasciato la madre dei suoi figli per stare insieme ad una ragazza che nel momento in cui Jan ne ha più bisogno non c'è stata! Questo tipo di disabilità è molto particolare perchè stiamo parlando di unà disabilità che non può essere risolta attraverso le tecnologie integrative che possono completare una parte del corpo mancante, ma qui in questi casi deve essere innata la voglia di voler lottare e non arrendersi e trovo che in questi casi sia di fondamentale importanza l'aiuto di persone care pronte a darci tutto il sostegno do cui abbiamo bisogno e che soprattutto non proveranno mai compassione!
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    Messaggio  Ilaria Galano Lun Mag 16, 2011 12:05 pm

    Il film "Lo scafandro e la farfalla" è stato emozionante perchè affronta in modo molto delicato e avvincente il tema della disabilità.
    Il protagonista è Jean-Do, di anni 42, direttore della rivista "Elle", il quale è stato colpito da un ictus che lo ha paralizzato e l'unica parte del corpo che riesce a muovere è la palpebra dell'occhio sinistro. Con questo movimento può comunicare un "si" sbattendo una sola volta la palpebra, mentre un "no" sbattendo due volte la palpebra.
    In questo film un ruolo importante è quello dell'ortofonista che gli insegna a comunicare tramite un alfabeto particolare, le cui lettere sono ordinate secondo la frequenza dell'uso e il protagonista, attraverso il battito della palpebra, deve scegliere le lettere che poi serviranno per comporre la frase.
    La scena che ha destato in me particolare compenetrazione emotiva è quella di vedere la disperazione di un padre di non poter ascoltare la voce del figlio e le risposte alle sue domande.
    Jean-Do è prigioniero di un corpo morto (lo scafandro), ma può viaggiare con la mente e ricordare il suo passato che sono le due funzioni rimaste inalterate.
    Il protagonista è da ammirare perchè ha avuto una grande forza nell'accettare la sua grave situazione.
    Per quanto riguarda la teoria collegata al film possiamo ricollegarci alla parola Resilienza, ossia la capacità di uscire vincente da un problema negativo.
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 13 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  lidia marinaro Lun Mag 16, 2011 1:38 pm

    Come ogni film tratto da una storia vera "Lo scafandro e la farfalla" coinvolge emotivamente in maniere sorprendente, seguire la storia direttamente dal punto di vista del protagonista attraverso le sue emozioni, le sue parole e i suoi ricordi....
    Jean-Dominique Bauby si risveglia dopo un lungo coma in un letto d'ospedale, coma provocatogli da un ictus che ha deteriorato tutte le sue funzioni motorie, lasciandolo in una condizione che la medicina chiama sindrome locked-in. La traduzione di quest'ultimo termine dall'inglese all'italiano equivale alla parola BLOCCATO, CHIUSO e infatti il protagonista è letteralmente imprigionato nello scafandro della sua paralisi, immobilizzato, l'unica cosa che può muovere è la sua palpebra sinista con la quale riesce a cominicare con il mondo.
    L'occhio del protagonista diventa la soglia che permette al pesante e inerte scafandro del suo corpo di liberare (anche se faticosamente) la farfalla del pensiero che poi si tradurrà in scrittura, in un bellissimo libro( dal quale è tratto il film).
    Bauby scrive il suo libro tramite il battito della palpebra del suo occhio sinistro, un collaboratore gli recita l'alfabeto secondo l'ordine di frequenza della lingua francese e Bauby batteva il ciglio alla lettera desiderata.

    Bauby ha fatto di tutto per uscire dalla sua prigione, per dare voce al suo Io; qui viene richiamato il concetto di RESILIENZA, ovvero quella forza, quella virtù particolare propria di tante persone disabili, le quali attraverso un processo di resistenza attiva riescono a trasformare l’evento negativo teoricamente paralizzante, in una forza propulsiva e propositiva. L'anima non è soggetta a menomazioni, vive libera da ogni costrizione, sempre, anche se il corpo in cui abita è inerme, ed è indispensabile ( anche se non sempre avviene) che resti VIVA, e si faccia di tutto per non cadere nell'oblio della disperazione, dell'ancoscia e della paura.
    A questo proposito Bauby afferma proprio che gli è servita la luce si un'infermità per conoscere la sua vera natura e questa a mio parere è una delle frasi più belle e significative del film.....Nulla è perduto, l'ostacolo si può superare e magari quella sfida può renderti più coraggioso, può regalarti la possibilità di guardare infondo a te stesso per riscoprirti e dare un nuovo valore alla tua vita.
    Maria esposito mocerino
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 13 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  Maria esposito mocerino Lun Mag 16, 2011 1:45 pm


    “Lo scafandro e la farfalla” è un film che tocca molto la sensibilità delle persone sia per la sua trama e sia per come è stato proiettato. Questo film riesce a fare comprendere ciò che prova una persona che ha avuto un ictus celebrale, le sue emozioni, la sua sofferenza, la vita stessa. Quasi tutta la durata del film è stato come immedesimarsi nel protagonista, soprattutto quando il regista ha utilizzato un punto di vista efficace nel rendere l'angoscia della condizione del protagonista, ammetto di aver faticato parecchio all'inizio nel reggere quella situazione, ma poi, come succede nella vita reale, mi sono fatta coraggio e ho continuato a vedere, solo in una parte del film non sono proprio riuscita a tenere gli occhi aperti, così ho chiesto alla mia amica se poteva dirmi quando terminava quella scena in cui uno dei dottori ha cucito l’occhio a Jean-Dominique, per evitare l'ulcerazione della cornea.
    Una frase che mi ha particolarmente colpito è stata:
    “Ero cieco e sordo, o mi serviva necessariamente la luce di un'infermità, per vedere la mia vera natura?”. Ecco che cos'è “Lo scafandro e la farfalla", l'introspettivo viaggio di un uomo normodotato, che improvvisamente si troverà a dover fare i conti con il dramma di un destino, che lo priverà di quella naturale libertà, della quale, ci si accorge solamente nel momento in cui viene a mancare.
    Il tema della disabilità offre a tutti molti spunti di riflessione; chissà se io nei panni di Dominique mi sarei sentita prigioniera di una vita, che mi consentisse di "evadere" solamente, grazie ai propri affetti e ai propri ricordi.



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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 13 Empty "Lo scafandro e la farfalla" 5 Maggio

    Messaggio  IvanaTammaro Lun Mag 16, 2011 2:58 pm

    "Lo scafandro e la farfalla" è uno di quei film che ti arricchiscono e ti toccano nel profondo. Il protagonista è Jean Dominique Bauby e la sua è una storia vera, già oggetto di un libro di grande successo. Al centro dei fatti, un uomo baciato dal successo fino a un certo punto della vita:direttore di una delle riviste di moda più prestigiose,ricco,affascinante,pieno di donne bellissime,è al culmine della sua fortuna quando viene colpito,a 42 anni,da un ictus devastante. Caduto in coma,scopre al risveglio di essere totalmente paralizzato,solo il cervello continua la sua attività,ma è prigioniero di un corpo immobile. Ovvia sulle prime la disperazione e il desiderio di morte,infatti la malattia lo ha trasformato, lui così attento all’edonismo estetico ed etico,in un brutto tronco immobile,con un occhio cucito e il resto del fisico sordo a ogni emozione. Poi lentamente Jean esce dall’autocommiserazione,e proprio in questo momento del film emerge il tema della resilienza,in quanto Jean scopre che può ricordare e immaginare di tutto, perché la mente è ancora libera e vitale,così con un enorme sforzo e l’aiuto di dottori, amici e servendosi del battito delle ciglia dell’occhio valido rimastogli,riesce a comunicare giorno per giorno a una paziente collaboratrice le sue memorie. Si assiste,così,alla rinascita di un uomo che in quelle condizioni impara a guardare il mondo in maniera nuova,non si mostra come un prigioniero, ma una persona la cui intelligenza e sensibilità rifiutano di essere ostaggio della malattia. Molte persone accanto a lui gli sono d’aiuto,in particolar modo l’ortofonista che gli propone un alfabeto speciale che gli permette di comunicare. “Lo scafandro del corpo, non impedì alla farfalla dell’anima di comunicare”,ossia questo alfabeto riuscì a scardinare la prigione del corpo di Jean-Dominique, che lui chiamava il suo «scafandro», ed aprì gli sconfinati territori della libertà interiore, da lui chiamati la «farfalla». A questo punto è possibile riflettere sulle affermazioni di Murdaca,ossia solo attraverso una strategia integrata è possibile arrivare ad una vera e propria parità delle opportunità e ad un riconoscimento delle persone disabili. Una scena commuovente del film è l’incontro con i suoi figli nel giorno della festa del papà, il suo cuore si è riempito di gioia nel vedere i figli camminare, correre, ridere, anche se non potrà più toccarli,ma ciò che colpisce ancora di più di questo film e vedere come con il tempo l’analista si innamora di Jean,nonostante le sue condizioni,riesce ad amarlo per quello che è realmente andando al di là del suo essere disabile. L’atteggiamento fondamentale da assumere nei confronti di un disabile è proprio questo,ossia rendersi conto che sono PERSONE e che hanno un anima,inoltre è un film che può essere da esempio per chi vive una condizione come Jean,e che come lui devono andare avanti con forza,senza abbattersi,perché la vera forza non viene dal fisico,ma soltanto da una volontà interiore.
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 13 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  AlessandraMori Lun Mag 16, 2011 4:09 pm

    "Lo Scafandro e la Farfalla" un film davvero emozionante e devo dire che una lacrima davanti ad alcune scene stava per scendere, ma è anche un film molto forte e pesante da vedere e capire, forte sin dalle prime scene dove lui si sveglia e cerca di parlare e vedere ma non ci riesce non rendendosi conto di ciò che gli era successo,e capisce che nessuno lo può sentire.
    Il personaggio che mi è piaciuto d più oltre che al protagonista è l'ortofonista, mi ha colpito per la sua forza e la sua pasienza a far capire a Jean Dominiqu che è già fortunato perchè è vivo , poichè in una delle scende lui dice all' ortofonista che preferiva morire pittosto che stare ed essere così!!! Pian piano capisce la bellezza della vita anche grazie alla sua immaginazione e alla sua memoria prendendo tutte le sue forze , decidendo anche di scrivere un libro.
    la forza di Jean Dominiqu si può collegare alla resilenza cioè colui che esce vincente da una situazione negativa , ma ciò non vuol dire aver risolto i problemi ma solo darsi la possibilità di aprirsi davanti ad un deficit!!!!

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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 13 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

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