Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 11 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  Imma Malerba Ven Mag 13, 2011 8:26 am

    Mi avevano già parlato tempo fa di questo film...mi fu descritta un pò la trama,ma decisi di non vederlo.Il solo pensiero di un uomo disteso su un letto,paralizzato,
    ma con la capacità di intendere tutto,mi faceva star male,mi inquietava.
    In questo corso abbiamo imparato ad affrontare molte tematiche forti,e questa ne è un esempio.Purtroppo non posso dire che è stato un bellissimo film perchè alcune scene
    non sono riuscita a vederle...ma posso dire che insegna tanto come ad esempio
    in questo caso a lottare anche se la situazione non è delle migliori.
    Da qui possiamo collegarci al concetto di RESILIENZA che come abbiamo già studiato vuol dire proprio la capacità di un individuo a reagire e a far fronte a situazioni di disagio mediante la propria forza interiore.
    Ogni protagonista all'interno del film ha avuto un ruolo fondamentale...così come il protagonista Bauby è riuscito a dimostrare tutta la sua forzà di volontà,ripagata poi cn la pubblicazione della sua biografia intitolata proprio "Lo scafandro e la farfalla".
    La citazione per me più bella e significativa è stata: "Ero ceco e sordo,ma mi serviva necessariamente la luce di un'infermità per vedere la mia vera natura",come se avesse voluto insegnarci che la vera essenza della vita esiste sempre nelle piccole cose. Smile
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    Messaggio  flaviano immacolata Ven Mag 13, 2011 8:47 am

    "LO SCAFANDRO E LA FARFALLA" un film che sfortunatamente non avevo mai visto prima d'ora è sicuramante molto commovente e riflessivo, ti fa pensare alla condizione dell'essere umano come creatura "fragile" e impotente.Il protagonista di questo film è Jean-Dominique Baudy,capo redattore di una nota rivista francese che a seguito di un ictus si risveglia completamente paralizzato tranne che il suo occhio sinistro attraverso il quale comunica con il mondo esterno.La sua condizione è tragica,si ritrova ad essere intrappolato in un corpo che non riesce piu a controllare,non si muove,non reagisce agli stimoli mentre la sua mente è vigile e cosciente.Vorrebbe gridare al mondo il suo dolore e imporre la sua presenza ma l'unco movimento che riesce a compiere è il battere delle ciglia di un solo occhio.Il suo unico desiderio è quello di morire.Ma avviene una svolta sorprendente "lo scafandro del corpo non impedisce alla farfalla dell'anima di uscire e comunicare" in jean scatta la forza di lottare per continuare a vivere.E' la potenzialità della "RESILIENZA" :l'attidudine dell'individuo di reagire e far fronte a situazioni di forte disagio attraverso l'attivazione di competenze individuali e risorse interiore.E' la capicità è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici,le avversità della vita,ricostruire la propria vita difronte alle difficoltà.La resilienza puo essere favorita e fortificata in tutti quei contesti relazionale che favoriscono lo sviluppo di un sentimento di efficacia personale e di valorizzazione di se (fonte:nozioni).Il protagonista infatti trae la sua forza dall'amore della famiglia,dell'amante,dalla forza del suo pensiero e dalla fiducia riposta in lui dalla fisioterapista,medici e infermieri.Scopre che a parte il suo occhio sinistro altre due cose non sono paralizzate:la sua immaginazuìione e la sua memoria.Nonostante la sua condizione è ancora un uomo che vive di sentimenti,di passioni e di grande grinta,la sua forza d'animo è sorprendente e ammirevole cio ci insegna che non dobbiamo arrenderci alle difficolta ma lottare con i denti e con le unghie per difendere quanto abbiamo di più caro a questo mondo:LA VITA!!!
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 11 Empty film lo scafandro e la farfalla

    Messaggio  angelazara Ven Mag 13, 2011 8:55 am

    Basterebbe il solo titolo ad esprimere l’incredibile significato insito in questa storia. Non si parla di un semplice film ma di un racconto che riporta in vita la straordinarietà di un’esistenza strappata al suo normale corso. Una forza emozionale incredibile ed uno svolgimento tecnico altrettanto efficace guidano “Lo scafandro e la farfalla” verso l’appellativo di capolavoro. La superficialità di Bauby prima dell’incidente lascia spazio ad una profondità d’animo che non trasmette affatto alcun ricatto emotivo nei confronti dello spettatore. Un utilizzo molto sensibile del monologo interiore accompagna la visione sia nella prima fase in soggettiva che nelle numerose parti colte dal punto di vista esterno. La consapevolezza di assistere al racconto di una storia realmente accaduta fa sì che venga sottolineato con enfasi ogni piccolo particolare che Schnabel vuole comunicare. Il suo stile riesce davvero a far entrare in simbiosi con il protagonista, tra gli attimi di disperazione e quelli di amara autoironia. Un film toccante che non può lasciare indifferenti. La voglia di vivere, di reagire mette in moto tutta una serie di meccanismi psicologici, un superare i propri limiti anche quando c'è ormai poco fa fare, ecco per me un'altro esempio di resilienza.
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    Messaggio  Giuseppina Palumbo Ven Mag 13, 2011 9:26 am

    Il film “Lo scafandro e la farfalla” racconta la vera storia di Jean-Dominique Bauby,colpito da ictus.Dopo 20 giorni di coma si risveglia e scopre un'atroce verità:il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso.Bauby è totalmente paralizzato e ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio sinistro.La particolarità del film che mi ha colpito maggiormente è il ruolo di quest'ultimo,Bauby grazie ad esso riesce ad esprimere i suoi sentimenti,le sue emozioni,il suo dolore...con il mondo esterno.All'inizio Bauby manifesta il desiderio di morire,perchè non accetta la sua condizione fisica,ma successivamente grazie all'aiuto dei familiari e soprattutto alla sua forza di volontà supera la crisi e decide di non compiangersi più,ed è proprio in questa parte del film che entra in gioco la resilienza(l'attitudine dell'individuo di reagire di fronte a situazioni di disagio e la capacità di adattamento ad una nuova vita).E' così che inizia a scrivere un libro,grazie all'aiuto di una copista la quale legge le lettere dell'alfabeto e lui batte le ciglia dell'occhio sinistro,questa è la parte che mi ha emozionato di più,grazie al battito del suo occhio,che assomiglia al battito delle ali di una farfalla,egli riesce a tirare tutto quello che ha dentro.L farfalla contenuta all'interno dello scafandro,cioè il corpo inerte ed immobile esce fuori ad abbracciare la natura e le persone da lui amate.Molto bella e significativa è stata la frase:LO SCAFANDRO DEL CORPO NON IMPEDI' ALLA FARFALLA DELL'ANIMA DI USCIRE E COMUNICARE.E' un film bellissimo,da vedere fa riflettere molto sul significato della vita e sull'importanza dell'amore che si prova per una persona che anche se è prigioniera del proprio corpo e incapace di comunicare dentro è viva ed ha bisogno d'affetto.
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    teresa lunario


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    Messaggio  teresa lunario Ven Mag 13, 2011 9:41 am

    Il film lo scafandro e la farfalla è la storia di BAUBY,che viene colpito da un ictus che danneggia il tronco celebrale.
    Rimane paralizzato, in quanto il suo cervello non ha più collegamenti con il suo sistema nervoso centrale,perde l'uso della parola e riesce solo a vedere con l' occhio sinistro.
    Un film per me sconosciuto ma davvero toccante fin dall ' inizio. Il suo occhio era la sua cinepresa, ma quando i dottori gli hanno toccato le gambe ho subito capito che oltre a non vedere con un occhio,a non riuscire a parlare era anche paralizzato...
    Grazie alla sua forza di volontà e all ' amore che gli viene trasmesso dai suoi familiari e amici si promette di andare avanti, e di rivelare al mondo quello che sente dentro di se scrivendo un libro. Un collegamento con la teoria che posso rintracciare in questo fim è quello della resilienza.
    La resilienza è la capacità di resistere ai momenti difficili e far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici della vita, proprio come ha fatto il protagonista del film, il quale scrive un libro dove racconta la sua vita.
    Nel film viene citata una frase bellissima:"Lo scafandro del corpo umano non impedì alla farfalla di uscire e comunicare ".Questa frase ha un significato bellissimo, in quanto lo scafandro rappresenta il suo corpo, il quale anche se paralizzato non gli ha impedito di esprimersi e di comunicare. Il protagonista, quindi, è stato il personaggio che mi ha colpita maggiormente... Mi ha fatto molto emozionare con la sua forza di volontà, trasmettendo un messaggio importante quello di non arrendersi MAI!!!
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    mariarosaria d'agostino


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    Messaggio  mariarosaria d'agostino Ven Mag 13, 2011 9:59 am

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA TITOLO DEL LIBRO SCRITTO DA DOMINIQUE PROTAGONISTA DEL FILM,NEL QUALE RACCONTA LA SUA STORIA. QUESTO FILM MI HA MOLTO IMPRESSIONATA MA PIù LO GUARDAVO,PIù MI APPASSIONAVO.DOMINIQUE ,RISVEGLIATOSI DA UN COMA A SEGUITO DI UUN ICTUS,SI RITROVA PARALIZZATO,SENA POTER PARLARE.LA SCENA RAFFIGURANTE IL MOMENTO DELL'ICTUS,IN MACCHINA DURANTE UNA PIACEVOLE CHIACCHIERATA CON SUO FIGLIO ,MI HA FATTO RIFLETTERE SULLA FUGACITà DELLA VITA E SU QUANTO SIA IMPREVEDIBILE.ERA MOLTO TOCCANTE ASCOLTARE LE PAROLE DI DOMINIQUE,CHE NON ERANO PRONUNCIATE MA PENSATE,SOLO LA SUA MENTE GLI RESTAVA OSSIA LA FARFALLA CHE RIESCE A VOLARE,NONOSTANTE LA PRIGIONIA NEL CORPO PARALIATO OSSIA LO SCAFANDRO.VI SONO NEL PROTAGONISTA TRATTI DI RESILIENZA OSSIA IL VOLER LOTTARE,LA SPERANZA,CIò ALTERNATO A MOMENTI DI SCONFORTO.ARTICOLARE ANCHE LA SCENA DELLA TELEFONATA DELLA SUA AMANTE IN OSPEDALE,DALLA QUALE TRASPARE L'ARRENDEVOLEZA DELLA SUA AMANTE DIFRONTE AD UNA SITUAZIONE CHE NON RIESCE AD AFFRONTARE,IL DESIDERIO DI DOMINIQUE DI VEDERLA,DI AFFRONTARE LA SITUAZIONE CON LEI,L'APARENTE IMPASSIBILITà DELLA MOGLIE ALLO STESSO TEMPO STUPITA,PROPRIO LEI CHE INVECE ERA STATA VICINO AL MARITO IN TALE SITUAZIONE.
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    Messaggio  simona liardo Ven Mag 13, 2011 10:00 am

    Introduzione dei video che ho trovato su internet che raccontano il sunto del film:

    "Lo scafandro e la farfalla" si è rivelato un grande capolavoro cinematografico che ha penetrato i cuori di milioni di persone per la rappresentazione della cruda verità che è presente nel protagonista del film ed autore del libro Jean Dominique Bauby. Una storia impressionante ma soprattutto molto commuovente che mette in luce l’imprevedibilità della vita e dei suoi inaspettati momenti. Crogiuolo del film ha rappresentato il MENTRE o per specificare meglio il PASSAGGIO attraverso il cui protagonista ha vissuto il dramma. In quel momento cosi sfuggente e allo stesso tempo il dopo che si è dimostrato interminabile Bauby ha scoperto la sua sorte, una sorte drammatica che non appartiene alla sua vita, una metamorfosi fisica che non gli permette più di svolgere la vita come lo faceva prima ma bensì ha negato a quasi tutti i suoi sensi di farlo. Il piacere di comunicare, di muoversi, di osservando il mondo con entrambi i due occhi non è più possibile. Adesso l’unica funzione che Buby può svolgere e che deve comprendere tutte le altre è riuscire a comunicare con un solo occhi per esprimere anche il suo consenso o dissenso. Nonostante questa sua impossibilità lui cerca di non arrendersi e di andare avanti conducendo se stesso in un infinito viaggio mentale che gli permette di fantasticare sulla sua vita e di pensarla come vorrebbe. L’eccezionalità di questo film non è solo la sua rappresentazione ma anche il modo in cui ci si è soffermati sul titolo LO SCAFANDRO E LA FARFALLA… molto significativo. L'occhio del protagonista diventa la soglia che permette al pesante e inerte scafandro del suo corpo di liberare (anche se faticosamente) la farfalla del pensiero. Questa metafora rende il tutto ancora più bello. Inoltre significativo è anche Il battito delle ciglia (che ricorda non a caso il battito d'ali di una farfalla) si traduce in lettere e le lettere in parole. Questo film mi trasmesso delle sensazioni indefinibili e anche solo il semplice modo di parlarne mi commuove. Per me nonostante il dramma riportato ne valsa la pena raccontare una storia cosi bella. Concludo affermando che anche oggi ho imparato qualcosa di nuovo della mia vita AMMIRANDO.
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    Messaggio  Daiana Marotta Ven Mag 13, 2011 10:16 am

    Una persona famosa, ricca, con un lavoro appagante, spensierato, con dei figli, in cinque minuti, si ritrova in un letto di ospedale paralizzato dalla testa ai piedi con un solo occhio e un unico desiderio: Morire.
    La situazione in cui si è ritrovato ha totalmente cambiato la sua vita, lasciandogli come unico “regalo” la sindrome locked-in, lasciandogli come unico mezzo di comunicazione con il mondo il battito della palpebra sinistra. Il protagonista è il direttore della famosa rivista “Elle”, Jean-Dominique Bauby.
    Ma in questo momento non ci interessa tanto la storia del film, bensì ci interessano le sensazioni e le emozioni particolari provate dai vari personaggi.
    Il primo commento appena finito il film, ha riguardato il cambiamento del protagonista dall’inizio della malattia e come si è poi riuscito a riprendere non abbandonando mai la voglia di andare avanti.
    Appena si sveglia e si ritrova nel letto di ospedale, con i dottori che lo studiano. Credo abbia provato una sensazione di totale smarrimento, non ricordando cosa è successo, con flash improvvisi di avvenimenti passati, parla…ma solo dopo un po’ si rende conto che non lo sente nessuno, è tutto paralizzato, non può muovere una virgola del suo corpo tranne una palpebra.
    Quando il dottore chiede: “Cosa vuole Mr. Bauby?”
    La risposta è un netto: “Voglio morire”.
    Durante la malattia invece, decide di non compiangersi mai più, infatti afferma:”Ho l’immaginazione e la memoria, posso evadere dal mio scafandro!”
    E’ qui che decidere di scrivere il suo libro autobiografico che verrà pubblicato e a soli dieci giorni dalla pubblicazione, morirà.
    Quest’uomo per sopravvivere si è attaccato all’uomo che è in lui e con l’aiuto di persone in gamba, piene di dedizione e amore per il prossimo è riuscito a non abbandonarsi alla morte come aveva deciso appena sveglio.
    In tutto il film, la scena che mi ha colpito di più è questa che ho riportato sotto, non tanto le immagini piuttosto le profonde parole. E’ stata una sensazione claustrofobica, essere imprigionati nel proprio corpo e non poterlo più dirigere e comandare, ritrovarsi invece a essere governati dal corpo fermo e “morto” stesso.

    -Voi conoscete già la trama e l’ambientazione. La stanza d’ospedale dove il signor L., padre di famiglie nel vigore degli anni impara a vivere con la sindrome locked-in, in seguito ad un grave incidente vascolare. Ambizioso e piuttosto cinico, risparmiato fino ad allora dalla sorte, il signor L comincia il suo apprendistato alla scuola della disperazione. Si potrà seguire questa lenta mutazione grazie ad una voce fuoricampo che riproduce il monologo interiore del signor L.
    Ho già in mente l’ultima scena: è notte, d’un tratto inerte il signor L. da quando si è alzato il sipario toglie lenzuola e coperte, salta giù dal letto, fa il giro della scena in una luce irreale, poi si fa buio e si sente un’ultima volta la voce interiore del signor L.: “Cazzo è un sogno!”.-

    In riferimento ai suoi due figli:
    "IO, IL LORO PADRE, NON HO PIU' IL SEMPLICE DIRITTO DI PASSAR LORO LA MIA MANO TRA I CAPELLI, DI STRINGERE I LORO PICCOLI CORPI, CIO' NONOSTANTE MI RIEMPIE DI GIOIA VEDERLI RIDERE!"

    Resiliente?! Bhè direi che è la massima espressione del "resiliente perfetto!"
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    Messaggio  Viviana Parascandolo Ven Mag 13, 2011 10:28 am

    Navigando su internet ho trovato questa breve ma intesa parte di un'intervista rilasciata da Bauby a Erik Orsenna per “Elle”

    “Ha voglia di dire qualcosa alle persone che si muovono?”
    “Continuate. Ma fate attenzione a non essere divorati dalla vostra agitazione. Anche l’immobilità è fonte di gioia.”

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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 11 Empty Lo scafandro e la farfalla

    Messaggio  Lucente Giuseppina Ven Mag 13, 2011 11:32 am

    Ognuno di noi immagina la vita come una successione di eventi logici e sequenziali,ma in realtà essa potrebbe cambiare da un momento all'altro senza alcun preavviso,come infatti è successo nel film "Lo safandro e la farfalla",dove un giornalista francese all'età di 43 anni colpito da un ictus cambia radicalmente la sua vita,si sveglia paralizzato sentendosi prigioniero di un corpo che non è il suo.
    Egli stabilisce una comunicazione con il mondo esterno solo attraverso i movimenti della palpebra sinistra,infatti quell'occhio diviene la sua voce,ed è proprio attraverso esso,che lui chiede di morire,ma fortunatamente si rende conto che deve abbandonare questa idea e lottare,ecco che entra in gioco la Resilienza,che viene vista come la capacità dell'uomo di affrontare e superare le avversità della vita,di superarle e di uscirne addirittura trasformato positivamente.
    In questo film ogni personaggio ha avuto la sua importanza,ma quello che mi ha colpito in modo particolare è stato il protagonista stesso,in quanto trova la forza e il coraggio di superare le difficoltà che la vita gli aveva preservato.
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    Messaggio  Gina Losapio Ven Mag 13, 2011 11:34 am

    Il film " lo scafandro e la farfalla" è stato davvero forte e toccante, non mi era mai capitato di vederlo e devo dire che mi è piaciuto molto. Inizierei subito con indicare la scena che più mi ha colpito.
    Mi ha interessato molto il momento in cui Bauby(il protagonista) ha iniziato a comunicare con la propria terapista battendo la palpebra dell'occhio sinistro, unica parte del suo corpo non paralizzata a seguito dell'ICTUS. Con questa tecnica il nostro protagonista riuscirà a comunicare con il mondo e scrivere un libro attraverso il quale grazie alla sua fantasia e alle sue memorie riesce a evadere dal suo corpo ormai diventato scafandro attraverso le ali di una farfalla (fantasia). Questa scena mi ha colpito per diversi motivi, in primis mi ha colpito l'entusiasmo della terapista, è molto importante trasmettere al proprio pazienza fiducia, sicurezza e sensibilità, e poi ho visto la loro comunicazione, il loro dialogo come una sorta di miracolo. Anche dalle situazioni più difficili della nostra vita c'è sempre una via d'uscita o un'ancora di salvezza, proprio per questo il personaggio che più mi ha colpito è stata la terapista stessa. L'ancora di salvezza di Bauby. In un'altra scena apprendiamo la passione che questa ragazza mette nel proprio lavoro, vediamo infatti che in un momento di sconforto il protagonista le confessa di voler morire e di voler gettare la spugna, ferita nel privato la ragazza "perde le staffe" e si lascia a uno sfogo, prendendosela con il proprio paziente. Ovviamente un qualsiasi medico non può permettersi di giudicare la situazione emotiva dei pazienti perchè non vivendo in prima persona la situazione ci si può permettere di criticare gli altrui pensieri o semplicemente le eltrui decisioni, ma grazie a questa reazione di pancia la ragazza è riuscita a trasmettere a Bauby la forza di andare avanti, di reagire, mettersi in gioco e non mollare la presa, di lottare e combattere oltre se stessi superando i limiti, ha scatenato in lui "la resilienza" la capacità dell'uomo di affrontare e superare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente. Come abbiamo studiato dai nostri libri di testo, come abbiamo appreso dai nostri laboratori in aula durante questo magnifico corso abbiamo imparato una cosa importantissima: l'obiettivo di un educatore.
    L'educatore è una mano tesa, un aiuto, un sorriso, l'educatore ha come compito principale quello di infondere la RESILIENZA all'altrui individuo, quella forza di voler combattere e reagire agli ostacoli che la vita ci presenta, l'educatore è un amico, è chi ascolta, è chi offre un abbraccio, è chi offre un'alternativa. Le alternative esistono! Ogni giorno che passa sono sempre più orgogliosa della mia scelta. Io sarò un'educatrice e il mio corrispettivo sarà un sorriso!
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 11 Empty Lo scafandro e la farfalla

    Messaggio  Benedetta Trupiano Ven Mag 13, 2011 12:42 pm

    Il film mi ha colpita molto e se devo essere sincera è stato abbastanza forte sopratutto nella scena di quando gli chiudono l'occhio, è stato davvero impressionante ma anche molto triste perchè se non avesse perso l'uso della parola poteva ribellarsi o trovare delle soluzioni o quantomeno parlare e dire ciò che provava invece tutto ciò che diceva e provava lo sentiva solamente lui e dalla sua bocca non usciva neanche un suono infatti, per far in modo di capirlo, iniziarono ad usare una tavola con delle lettere e gliele pronunciavano una alla volta e al battito del ciglio significava che era una determinata lettera pronta per formare una parola successiva e questo gli ha poi permesso di poter portare a termine un contratto con una casa editrice per scrivere un libro e, anche questa scena mi ha colpita molto perchè, dimostra di come queste persone trovino sempre la forza di andare avanti proprio come lo è stato per Pistorius, per la Atzori e per Adele.
    Un paio di scene invece mi hanno fatta irritare molto e avrei voluti prenderli a schiaffi: la prima, è quando lui va dal medico e prima di chiudergli l'occhio gli dice:"mi dispiace non averti potuto visitare prima ma ero in vacanza con la mia famiglia sulla neve" e mentre glielo cuciva gli raccontava tutte le sue giornate insieme alla famiglia di quanto fossero state belle ecc, ma in quel momento al protagonista cosa interessava? questo è stato un'atto di menefreghismo da parte del medico e sta a dimostrare sempre di più di quanto la gente sia egosita e superficiale di fronte a fatti estremamente delicati proprio come nella seconda scena che accennavo prima quando era con lui, in ospedale, l'ex moglie a leggergli le lettere ricevute e a fargli compagnia, arriva la telefonata dell'amante di lui e gli chiede se vuole che lo vada a trovare scusandosi di non averlo fatto prima perchè in un primo momento voleva ricordarlo quando stava bene e l'ex moglie traduce quello che lui dice all'amante:"ti aspetto ogni giorno" affraid per me questo è stato menefreghismo verso l'ex moglie perchè è lei quella che gli è stata vicino, quella che lo portava a passeggio vicino al mare, che si occupava di lui e lui come tutta risposta che fa? dice all'amante che la sta aspettando, è vero che è un film ma purtroppo queste cose accadono anche nella realtà e se fosse successo nella vita reale avrebbe dovuto rispondere:" non venire, c'è qualcun'altro che mi ama davvero e si sta prendendo cura di me", e in quel momento mi sono sentita piena di rabbia e di odio verso di lui e verso l'amante.
    Ma ci sono state anche scene che mi sono piaciute moltissimo come ad esempio la solidarietà da parte del padre che gli dice per telefono:"TU SEI BLOCCATO DAL TUO CORPO IO DAL MIO APPARTAMENTO" oppure quando l'amico lo va a trovare e ha compassione di lui ma questo,secondo me, non è negativo perchè molto spesso in questi casi accade che uno non si sa come comportare e prova pietismo verso di te ma alla fine non lo fa per cattiveria ma per un grande affetto perchè vuole rendersi utile.
    Ma forse la parte più bella e commovente del film è quando decide di non piangersi addosso affermando:"A PARTE IL MIO CORPO CI SONO ALTRE DUE COSE CHE NON SONO FERME: LA MEMORIA E L'IMMAGINAZIONE CHE MI BASTANO PER USCIRE DAL MIO SCAFANDRO (...) POSSO IMMAGINARE QUALSIASI COSA: FARMI ACCAREZZARE DALLE ONDE DEL MARE OPPURE ANDARE A TROVARE LA DONNA CHE AMO E RICORDARMI DI COME ERO". Nelle sue immaginazioni vi è una frana molto forte e lui ritiene che sia la sua vita che sta andando in pezzi ma, la stessa frana, si rivede alla fine del film quando lui termina il suo libro e mi ha colpita perchè dal momento che si era sbriciolata si ricostruisce e ciò significa,almeno per me, che lui ha ripreso in mano la sua vita grazie al suo libro ed è morto poco dopo la pubblicazione...

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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 11 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  Amelia Orlando Ven Mag 13, 2011 1:10 pm

    Le scene e i personaggi che mi hanno colpito di più e gli aspetti specifici sulla disabilità:

    1)Parto dall'inizio, quando lui, tutto stordito, senza saper ne dove si trovava e ne cosa fosse successo, capisce che lui parlava, ma gli altri non lo sentivano, non riesce a comunicare con nessuno se non con se stesso. E il dottore gli dice che è paralizzato dalla testa ai piedi.

    2)Impressionante e un po' “disgustoso” non so il perchè mi ha fatto questo effetto quando la scena in cui noi spettatori ci trovavamo a guardare all'interno del suo occhio, quando il dottore glielo cuce.

    3)Poteva comunicare soltanto attraverso un alfabeto particolare, dove le lettere vengono ordinate in base alla frequenza del loro uso. Questo poteva avvenire grazie al battito delle ciglia. Un battito significava si e due battiti no.Il battito delle ciglia che ricorda il battito delle ali di una farfalla si traduce in lettere. La prima parola che lui dice è: “Jean”, vuole incominnciare da se.

    4)Quando lui dice “Voglio morire” e la sua locopedista Henriette si arrabbia e gli dice “è una mancanza di rispetto, è osceno, ci sono delle persone che la vogliono bene”. Questo fa capire davvero che vivere è importante, anche magari se si è in condizioni “pessime”, ma che comunque la vita è un dono.. e deve essere vissuta fino in fondo.

    5)La scena molto bella è quando lui afferma “ Ero sordo, mi serviva la luce di un infermità, per vedere la mia vera natura, ho deciso di non compiatirmi più,perchè ho due cose che non sono paralizzate: l'immaginazione (posso immaginare qualunque luogo, andare a trovare la donna che amo, vivere i miei sogni di bambino) e la memoria.”

    6)Quando decide che nonostante tutto, che comunica in una maniera “bizzarra e strana” decide di scrivere un libro.

    7)Quando dopo molto tempo decide di rivedere i propri figli nel giorno della festa del papà. Prende questa decisione dopo aver ricordato la sua ultima conversazione con il padre che gli aveva riferito che era “fiero di lui”.

    8 )E infine, quando la moglie ha dovuto fare da tramite tra lui e l'amante, è stata una scena davvero forte, ha trasmesso il vero significato di amare una persona, nonostante la mogli è stata ferita, per amore di suo marito è disposta a soffrire lei, sentendo quelle cose, ma nello stesso tempo sapeva di renderlo felice.

    I collegamenti con la teoria:

    I punti 5 e 6 li vorrei collegare al concetto di resilienza (nel libro “Nozioni") che è la capacità di resistere agli urti improvvisi senza rompersi o spezzarsi. La resilienza si collega in tre dimensioni quella biologica, psicologica e socile.
    Connetterla alla disabilità riporta al significato di affrontare e superare situazioni dolorose e di disagio esistenziale.
    Si parla anche di una capacità di adattamento passivo, ossia accettare le situazioni che non si possono cambiare, ma più che altro imparando da esse.
    Bhe questo film è un esempio chiaro della resilienza.
    Bauby,all'inizio si sente spaisato, ma poi prende in mano la situazione, all'inzio sta per gettare la spugna, ma poi... decide addirittura di voler scrivere un libro, nonostante tutte le difficoltà che sapeva di andare in contro soltando per comunicare una semplice lettera.
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 11 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  altieri carmela Ven Mag 13, 2011 1:22 pm

    [size=12]Mi piacciono molto i film e nella mia vita ne ho visti tanti e di diverso genere !! Questo però è stato unico nel suo genere...mi è mancato molto però il nostro confronto!! Il viso della nostra professoressa che cerca di captare le nostre sensazioni.

    Tornando al film...il sentirsi rinchiuso e imprigionato nel proprio corpo penso sia un dolore profondo che ti lacera giorno dopo giorno. La scena in cui gli viene cucito l'occhio è atroce il protagonista non può esprimere, gridare il proprio dissenso,così rimane inerte e inizialmente quasi si arrende al crudele destino fino a desiderare la morte,ma poi comincia ad intravedere uno spiraglio di luce,i suoi figli...poi due delle cose che nessuno può togliergli: i ricordi e l'immaginazione...decide di scrivere il libro in sospeso e la vita nonostante tutto continua...(CHE LEZIONE DI VITA!!!). Così si delinea il concetto di resilienza cioè la capacità di uscire vincente da una situazione avversa. Bauby ,questo è il nome del protagonista, riesce a far fronte in maniera positiva, all’evento traumatico subito,comincia così a riorganizzare la propria vita,riesce addirittura a realizzare il libro che aveva lasciato in sospeso prima dell’incidente .In questo caso si delinea una capacità di resilienza sia di tipo cognitivo che affettivo che integrano il soggetto nella realtà circostante.




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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 11 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  Rossella Gargano Ven Mag 13, 2011 1:24 pm

    Era la prima volta che visionavo questo film a dir poco straordinario.
    Guardandolo mi sono commossa,ho provato dolore e pensavo a come potesse sentirsi una persona prima normale e adesso ridotta a vegetale,ho avvertito un senso di soffocamento.
    Un personaggio che mi ha molto colpito è il protagonista,un uomo che in un primo momento si arrende,chiede di morire ma poi trova la forza di reagire,di continuare a vivere facendo leva sulla sua immaginazione e da qui possiamo evidenziare il concetto di RESILIENZA.
    "Lo scafandro del corpo,non impedì alla farfalla dell'anima di uscire e comunicare"
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    Messaggio  Anna Maria Carusone Ven Mag 13, 2011 2:59 pm

    È stato un film davvero forte, intenso nel suscitare emozioni e nel toccare temi affini al nostro corso. Il protagonista deve imparare a convivere con le incomprensioni che gli altri gli impongono, senza poter esprimere la propria volontà. Certo ha avuto fin dall’inizio la cura della moglie che però lui stesso non definisce tale ma “la mamma dei miei figli” come figura sempre presente nel suo nuovo percorso. Ma lei è stata l’unica a riuscire a far emergere in lui la valorizzazione del proprio sé. Infatti l’ambiente esterno deve porsi nei confronti del soggetto con handicap non con atteggiamenti svalutativi o riduttivi ma deve far sì di riconoscere l’originalità della persona che si ha di fronte affinché il processo resiliente abbia successo ed è quello che la moglie, accompagnata dagli specialisti, riesce a raggiungere nel protagonista. Il non riuscire a pronunciare la propria volontà quando il dottore gli chiude definitivamente l’occhio, rappresenta un punto cruciale della sua impossibilità di comunicare e del sentirsi in assoluta difficoltà. Il tema di accettare i propri limiti e accettarsi rappresenta un lungo percorso pieno di ostacoli; il non vedersi allo specchio è sicuramente ciò che lo turba sin dall’inizio. In momenti difficili afferma di voler morire ma in tali situazioni è colei che le sta accanto a dover avere la forza di prenderlo per mano e riuscire a far emergere il meglio di lui nonostante gli espliciti limiti fisici.
    Il tema della resilienza è evidente nella frase: “ho deciso di non compiangermi mai più, perché la mia immaginazione e la mia memoria non sono paralizzate, sono l’unica cosa per evadere dal mio scafandro”. Riconoscere il corpo non solo nella sua fisicità ma valorizzare anche le sensazioni, le emozioni, i ricordi, tutto in modo automatico essendo tutto questo vivo in lui. È molto forte anche il tema, nella conclusione del film, soprattutto quando Jean Dominique Bauby decide di incontrare i figli, anche se con difficoltà e con il rimpianto di non poter mai più muovere,semplicemente, la sua mano tra i loro capelli, ma supera questo con una forte capacità di adattamento passivo, riuscendo ad accettare le situazioni che non si possono cambiare senza valutarle in modo negativo ma imparando a conviverci e a trarre anche da esse le semplici cose scoprendo sempre più tutti i lati positivi della persona. La sfera affettiva giova molto nella condizione del protagonista, mai abbandonato, in particolare della famiglia, come nei bambini autistici, il ruolo della famiglia è centrale e di estrema importanza, infatti nel caso dell’amante, che assume un atteggiamento del tutto diverso rispetto alla moglie, avendo paura di affrontarlo da vicino, lo ferisce pur avendo espresso esplicitamente di avere voglia di vederla. Un film toccante ma capace di trasmettere tanto, come l’immensa forza d’animo di Jean-Do tale da riprendere le redini della propria vita riuscendo a concludere il suo progetto nella stesura del libro.
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 11 Empty 16. lo scafandro e la farfalla

    Messaggio  Carolina Cozzolino Ven Mag 13, 2011 3:29 pm

    Lo scafandro e la farfalla è un film francese, il protagonista Bauby viene colpito da un morbo che lo costringe x il resto dei suoi giorni a vivere nel suo corpo malato totalmente paralizzato, solo la palbebra dell’occhio destro si muove e con quella imparerà a comunicare. Da qui possiamo intendere che il regista fa un inno alla vita dimostrando che, anche se impotenti ,dinanzi alle disgrazie che la vita ci auspica, la stessa vita ci da la forza di reagire, nonostante tutto. Da qui ci si può riallacciare alla resilienza, un concetto del quale solo chi ha la forza di andare oltre può riuscire a capire. Resistere ad una prigione rappresentata da un corpo che sembra non essere più il suo e accettando il fatto che non ci sarà nessun miglioramento o cambiamento, sembra un vero miracolo. Naturalmente il corpo di Bauby subirà dei cambiamenti sempre più negativi, da qui il titolo scafandro, che altro non è una tuta subacquea che rende il corpo immobile, e il battito della palpebra che rappresenta il battito d’ali della farfalla. Quest'ultima in realtà rappresenta anche la sua anima, che all'inzio voleva a tutti i costi volare via per sempre, pensando che non ci fosse un rimedio per vivere. Infatti già il risveglio di Bauby è stato traumatico dove vede cucirsi il proprio occhio senza poter fare nulla. Vedendo il film da un punto di vista del protagonista all'inizio provo tanta ansia, quansi da sentirmi soffocare in un corpo immobile senza potermi muovere.
    La scena più bella di questo film è stata proprio il momento in cui lui si rende conto di quanto sia preziosa la vita, e che questo dono non può gettarlo via...e ragionando dice una frase “ Ero sordo, mi serviva la luce di un infermità, per vedere la mia vera natura, ho deciso di non compiatirmi più,perchè ho due cose che non sono paralizzate: l'immaginazione e la memoria.” Attraverso queste parole un brivido dietro la schiena mi invase e quasi mi sentivo una nullità in confronto a tanta forza di volontà. Per queste persone i ricordi sono la cosa pi importante che gli resta, ed è grazie ai ricordi e alle persone che lo amano che lui riuscirà ad andare avanti e addirittura a scrivere un libro, attraverso un linguaggio particolare emesso dal battito della sua palpebra. Il personaggio che ha interpretato il ruolo della ex moglie per me è stato stupefacente....ed è stato oltre a quello del protagonista il più bello, a mio parere. Un amore incondizionato, una solidarietà che poche persone riescono a dare. La realtà è dura è vero ma credo che esisatano ancora persone con un cuore così, che agiscono per il puro piacere di amare. Ma Bauby nonostante avesse una persona così al suo fianco, preferisce comunque vedere la sua amante anche se forse in quel momento stesse sbagliando , questo fa capire ancora di più il messaggio di Adele che pur essendo persone diverse, hanno un cuore e dei sentimenti dove gli uomini davanti ad essi sono tutti UGUALI!!!!
    Non avevo mai visto questo film prima d'ora, è venuto un momento dove devo essere sincera non volevo più guardarlo, è stato forte ma allo stesso tempo bello e la mia curiosità ha preso il sopravvento. Sono contenta di essere rimasta è un film che mi ha fatto capire tante cose..... come ad esempio fidarsi, restare e affrontare tutto quello che ti capita in qualsiasi modo si proponga. Nulla è impossibile e i miracoli esistono davvero.


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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 11 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  giovanni gallucci Ven Mag 13, 2011 4:59 pm

    Il film che,diciamo,abbiamo visto si intitola "Lo scafandro e la farfalla".Parlando delle scene che mi hanno colpito in particolare una per cosi dire umoristica da una parte e molto seria dall'altra:quando i due fattorini portano il telefono,e poi quando telefona l'amante che parla attraverso la moglie,in questa scena ho notato 2 cose:1 le corna del protagonista che mi fa comprendere bene come sotto "l'involucro del corpo" ci sia una personalità ,e dall'altra parte l'umiltà della moglie.Infatti è stata sicuramente lei come personaggio da me preferito anche prima dell'infermiera(la quale mi sembra abbia un preciso nome di lavoro):la sua bontà,la sua prodigalità verso il protagonista considerandolo "tanto PERSONA" da portarlo con i figli in spiaggia,creando così un contesto che per me sarebbe forse bastato .Riguardo a ciò che non ho ancora detto prettamente al tema della disabilità,ho notato:l'ausilio utilizzato dall'infermiera per ridurre l'handicap del protagonista e quindi il suo ruolo di sostegno al disabile nel suo deficit completo del corpo(tranne l'occhio con cui comunica mettendo anche senon all'inizio tanta volontà nel portare avanti il progetto) che migliora nel tempo;il linguaggio iniziale del medico(anche se non l'ho sentito proprio granchè perchè l'audio all'inizio era un pò scarso(e quindi dovrei dire penso));la capacità supportata dagli altri di avere una buona capacità di resilienza;ah pure la trasformazione grazie all'ausilio della disabilità in abilità.
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 11 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  teresaferraro Ven Mag 13, 2011 5:54 pm

    Oggi in aula abbiamo visto un film che non avevo mai visto prima ma di cui avevo sentito gia parlare,Lo scafandro e la farfalla,un film veramente molto bello ma allo stesso tempo molto toccante ,commovente ed inquietante. Una delle cose che più mi ha fatto riflettere è stato il fatto che la storia del film fosse stata tratta da una vera storia di vita,potrà sembrare una sciocchezza ma questo dettaglio mi ha fatto guardare il film sotto un’altra ottica. Il protagonista del film infatti, Jean Dominique Bauby,uomo di successo,viene improvvisamente colpito da una rara malattia che lo renderà paralizzato a vita.” Inutile girarci intorno,lei è completamente paralizzato dalla testa ai piedi”.Non oso immaginare in quel momento le sensazioni di Jean!Una delle scene che più mi ha colpito è stato quando, appena sveglio, il protagonista cercava di parlare ma lo faceva in mente. Credo sia una bruttissima sensazione il credere di parlare ma non essere sentito e forse anche ignorato. Un’altra scena molto cruda e che mi ha un pò infastidito è stata quando il dottore decide di cucirgli l'occhio destro onde evitare l'ulcerazione della cornea a causa del suo malfunzionamento. Jean è quindi intrappolato nel suo corpo che egli definisce scafandro. L’occhio di Jean è quindi l’unico mezzo che ha per comunicare col mondo esterno per esprimere e liberare cosi la farfalla che è in lui.Anche se fisicamente i miglioramenti sono stati minimi,emotivamente ce ne sono stati!infatti ad un certo punto riesce addirittura ad essere ironico come nella scena in cui si diverte a prendere in giro l'assistente della sua dottoressa definendo quest'ultimo uno spasso. Oltre al protagonista un ruolo fondamentale lo ha ricoperto sicuramente l'ortofonista,H.Durany, che sin da subito ha iniziato ad imporsi per la sua umanità,oltre che per la sua professionalità che la porteranno a voler alzare jeando dal letto per farlo sedere sulla sedia e per poi curarlo. “Lo scafandro del corpo non impedì alla farfalla dell’anima di uscire e comunicare”,credo che questa sia una delle frasi più belle e significative del film. Un uomo che nonostante sia intrappolato nel suo corpo trova la forza per andare avanti,per scrivere addirittura un libro. Un grande esempio di resilienza ovvero la capacità di un individuo di reagire e saper fronteggiare nel miglior modo possibile a situazioni di disagio mediante l’attivazione di competenze e risorse. Credo che questo film debba facci riflettere sul valore della vita che purtroppo spesso,come avviene per tante altre cose,apprezziamo solo nel momento in cui non le abbiamo più o ci vengono negate!
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    Messaggio  florentina tufo Ven Mag 13, 2011 6:24 pm

    Il film che abbiamo visto in aula, a mostrato a pieno il significato di "disabilità". facendoci comprendere le varie difficoltà che devo affrontare ogni giorno, soprattutto quando il problema non lo si ha dalla nascita, ma si presenta all'improvviso durante il proprio percorso di vita.
    Durante il film, ho notato una scene in cui, la nuova compagna dopo aver saputo del suo problema lo abbandona; mentre l'ex moglie gli resta accanto.E solo in questi casi ci si rende conto del vero affetto delle persone solo in queste situazioni gravi!
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    Messaggio  rossella bonito Ven Mag 13, 2011 6:41 pm

    Vedendo il film non ho potuto non pensare a un signore del mio paese.
    Era vice-preside di un istituto tecnico,pieno di impegni,rispettato e stimato che come il protagonista del film ha avuto un "incidente celebrale".
    Gerardo,questo è il suo nome, "cammina" anche se ha una parte del corpo paralizzata,il suo viso è storpiato,capisce anche se non riesce ad esprimersi bene!
    E' un resiliente!!!
    A differenza del protagonista che mi è parso cinico,cattivo e frustrato ciò che mi ha colpito di Gerardo è stato proprio quel suo abbozzo di sorriso che gli ho visto sempre ogni volta che lo incontravo per strada e lo salutavo.
    Ma in realtà chi può sapere cosa gli passava veramente per la testa? Cosa provava in quel momento per davvero?
    Venendo a conoscenza di questa storia non posso non pensare a chi soffre di malattie come l'Alzhaimer ad esempio!!!
    E' meglio avere un corpo sani ma un amente bacata o un rottame di corpo ma un cervello ben oleato???
    La risposta io sinceramente non riesco a trovarla.
    E' stato orribile vedere la scena in cui il dottore chiudeva l'occhio destro al povero Bauby che inutilmente chiedeva ,implorava di lasciarlo stare.
    Ancora più orribile è stato notore come le persone parlassero al suo cospetto come se egli non fosse lì,come se in qual letto non giacesse altro che uno scarto,uninsignificante resto umano.
    Non vuole fare la terapia eppure è costretto, ognuno può gestire del suo corpo come meglio crede,vuoe morire e nessuno accetta la sua volontà,addirittura la logopedista non comprende il suo strazio,è stanco di stare in un letto,circondato da medsici,lontano dagli affetti più cari,dipendente dai sani,incapace di comunicare di far sapere agli altri quello che pensa.
    Solo con la malattia ,l'arrivo della disabilità che Bauby si accorge che la sua vita non è altro che un insieme di piccoli fallimenti che è stato troppo poco il tempo che ha trascorso con sua moglie e i figli ,che non potrà mai più rimediare agli sbagli commessi.
    E' in trappola e quello scafandro in cui è rinchiuso lo soffoca.
    Ma è proprio nel momento di massima crisi che Bauby trova una via fuga ,nota che ha la possibilità di liberarsi ,di tornare a VIVERE una vita immaginaria,fatta di sogni in cui può diventare ciò che vuole,andare dove vuole,incontrare le donne che desidera,muoversi ,ridere...
    Può crearsi una valida alternativa di vita.
    L'onirico ,l'immaginazione non sono altro che degli antenati del moderno avatar!!!
    Ma quando una persona sana diventa diversamente abile non pensiamo che il trauma sia solo suo.
    I cari ,le persone che gli sono accanto vivvono un dramma che anche se non possono capire fino in fondo comunque segnerà per sempre le loro vite.
    E' straziante per un padre parlare con un figlio che sa che non può rispondergli,per una moglie assistere a una telefonata dell'amante del marito e scoprire che lui è innamorato di quest'ultima e l'aspetta ogni giorno;per i figli non è facile accettare che il loro padre non è più in grado di far loro una carezza o sgridarli per qualche marachella.
    Bauby non si è arreso,ha lottato anche se con qualche piccola riserva iniziale dovuta alla "improvvisata e alla pesantezza" dell'evento, ha reagito;ha mosso le palpebre e pian piano la testa ,ha scritto due libri,si è aggrappato all'ancora della immaginazione,un'ancora che è tenuta ferma a un corpo che anche se catorcio risulta l'unico in grado di tenerlo presente hunc et nunc,permettendogli al tempo stesso di partire alla volta di infiniti orizzonti possibili!!!
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    Messaggio  Chiara Catalini Ven Mag 13, 2011 7:04 pm

    "LO SCAFANDRO E LA FARFALLA" è un film molto toccante e commovente che non avevo mai visto prima; ci fa vedere in un modo da noi mai sperimentato, come vede un uomo colpito da un'ictus paralizzato dalla testa ai piedi, completamente immobile tranne che nella palpebra dell'occhio sinistro. Più di metà film è girato in soggettiva e sfocature, oscuramenti improvvisi ci danno l'impressione di vedere il mondo come lo vede lui. Raramente in passato il cinema era stato in grado di ricostruire una storia così complessa e soggettiva. Redattore e capo di una nota rivista, il protagonista del film ricostruisce un linguaggio basato sul battito della palpebra, unico modo per comunicare, riuscendo nella sua impresa di dettare, lettera dopo lettera, un libro che racconta la sua storia.
    Così "la pesantezza di un corpo come rinchiuso in uno scafandro riesce a liberarsi nell'immaginazione che vola via come una farfalla", rendendosi conto della sua voglia di vivere.
    L'attore più interessante è stato senza dubbio il protagonista che è riuscito a farci vedere un pezzo di mondo dal suo punto di vista; e la parte del film che più delle altre mi ha colpito è quella iniziale nella quale il regista ci presenta la disabilità di quest'uomo "dai suoi occhi" rendendoci partecipi del suo nuovo stato. In questo caso si tratta di disabilità che riguarda tutto il corpo, dalla quale non c'è via d'uscita, nè miglioramento e con la quale il protagonosta, dopo un periodo iniziale di sconforto nel quale aveva espresso il desiderio di morire, impara a convivere.
    Ancora una volta siamo di fronte al tema della resilienza tanto discusso in aula in più di un'occasione; così come l'Atzori, altro straordinario esempio di resilienza, il protagonista del film ha trovato la forza di reagire alle difficoltà della vita, dovute in questi casi a una disabilità permanente e a riuscire nel suo intento di raccontare la sua storia, superando ogni aspettative grazie anche all'aiuto delle persone a lui vicine.
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    Messaggio  ersilietta Ven Mag 13, 2011 10:03 pm

    In questo laboratorio abbiamo visionato il film "LO SCAFANDRO E LA FARFALLA", un film molto emozionante e che sicuramente rivedrò.
    Tra le scene più belle ho annotato:
    1)il risveglio dal coma di JeanDo,il quale si ritrova in un nuovo corpo, ma questa volta il corpo non è stato migliorato dalle tecniche invasive ma anzi, il corpo in cui si ritrova non è neanche di un disabile ma di un vegetale;infatti JeanDo si vede paralizzato, ha perso l'occhio destro e la parola.
    2)la scena più toccante è quella in cui evince la volontà di JeanDo di comunicare con il mondo esterno, e lo può fare con l'unico mezzo che gli è rimasto l'occhio sinistro.Ed è in questa scena che emerge il concetto di RESILIENZA, ossia quella volontà di affrontare i problemi della vita.
    3)molto importanti sono anche i flash back che ci hanno permesso di paragonare la vita che faceva prima , UOMO DI MONDO che si annientava per il lavoro, che tradiva le donne, ALL'UOMO DIPENDENTE che è costretto a dipendere dagli altri.
    4) una scena molto emozionante è la scena dello specchio, dove JeanDo guardandosi prova umiliazione, non si accetta, non accetta il suo corpo ma non può dirlo a nessuno perché non ha la parola.
    5)una scena che mi è rimasta impressa avviene quando JeanDo rivive le parole del padre, alla quale da un'importanza e un significato diverso, infatti sono proprio queste parole che lo aiutano ad andare avanti giorno dopo giorno.
    6)in questa scena mi sono immedesimata, mi è venuto spontaneo farlo; questa scena risale alla visita dell'amico dove si nota non solo il disagio del disabile in un corpo che non gli appartiene ma si nota anche il disagio dell'amico che non sa come comportarsi, che vorrebbe aiutare quell'amico ma non sa come aiutarlo!!
    PERSONAGGI
    1)Sicuramente JeanDo è il personaggio che mi ha colpito di più,sia perché ha dimostrato il vero disagio che un disabile in questo caso "vegetale" prova nel non accettare il suo corpo; ma anche perché attraverso la sua disabilità è riuscito a recuperare il rapporto con i figli e ripensando alle parole del padre è riuscito ad avere la forza di andare avanti.
    2)L'amico di JeanDo svolge un ruolo chiave, secondo me, perché rispecchia il senso comune delle persone che davanti ad un disabile vegetale non sanno come comportarsi, infatti si dimentica di guardare l'occhio di JeanDo quando guarda l'alfabeto,oppure gli parla del mondo fuori riportandogli anche quello che le persone pensano di lui, ch'è appunto un vegetale,pronuncia quella parola con tanta superficialità senza preoccuparsi del dispiacere che provoca in JeanDo.
    3) il terzo personaggio che mi ha colpito è la figura del padre che attraverso le parole riesce a far cambiare il modo di pensare, di vedere le cose di JeanDo, infatti attraverso le parole del padre riesce ad andare avanti giorno dopo giorno, ma riesce anche a recuperare il rapporto con i figli.
    ASPETTI SPECIFICI DELLA DISABILITà
    Nel vivere quotidiano la disabilità non sempre viene rispettata, questo è un aspetto che viene ripreso anche nel film quando i due tecnici vanno ad istallare un telefono viva-voce nella stanza di JeanDo e pronunciano frasi anche offensive.
    COLLEGAMENTI CON LA TEORIA
    Guardando questo film sono due i temi trattati in aula che mi vengono in mente:
    1) il primo che già ho accennato prima è la RESILIENZA, ossia la volontà di lottare, di affrontare i problemi che la vita ci presenta.
    2) il secondo tema é LA RELAZIONE EDUCATIVA che JeanDo instaura con le due terapiste; la relazione educativa è un semplice dare-avere, ed è questo che succede tra loro!
    Molto toccante è il finale del film dove dalle frane si ricompone la montagna, è un paragone molto bello perché vuole farci capire che da un periodo dove tutto si distrugge si può sempre arrivare alla luce..il sole può sempre risorgere il sole..
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    Messaggio  nunzia puocci Ven Mag 13, 2011 10:21 pm

    "lo cafandro e la farfalla" un film saliete visto in aula...tante cose di questo film hanno colpito la mia attenzione a partire dalla forza d'animo di un uomo che dopo un grave ictus e impossibilitato a fare qualsiasi movimento sogna ancora, e pensa di potercela fare, grazie anche all'aiuto della dottoressa podologa henriche.solo una parte del corpo gli è rimasta da poter sfruttare "l'occhio sinisto"col quale grazie a questo riuscirà a scrivere un libro in merito anche alla sua aiutante claude che lo capiva solo sbattendo le ciglia.tante scene mi hanno colpito a partire da quando lui pensa alla sua vita passata e a tutte le cose messe in secondo piano a partire dalla sua famiglia,la scena dove lui dice alla logopedista di voler morire molto significativa in quanto si vedeva la paura di non farcela più, ma quell che più mi è rimasta impressa è stata quella quando lui si paragona ad uno scafandro e afferma che tutto è perduto, si rende conto che anche se è un vegetale può dire tutto in quanto l'immaginazione e la memoria non sono paralizzate quindi fa volare le sue idee e libera la mente come una "farfalla"facendo trasparire tutto ciò anche fa anche grazie al libro...ciò che noto di lui è la resilenzia, ovvero che anche se ha una grave patologia della quale non si libererà mai e sa che questo è lo stato in cui rimane per sempre, è forte e reagisce di fronte alle situazioni,ne si rompe ne si spezza ma combatte.
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    Messaggio  Maddalena Russo Ven Mag 13, 2011 11:40 pm

    "lo scafandro e la farfalla" un film che non conoscevo..ma che dopo la presentazione fatta in aula mi ha incuriosito molto... poi,per mia fortuna, abbiamo avuto la possibilità di guardarlo in aula. film sicuramete molto toccante ed emozionante....!!!!!
    questa volta non voglio lasciare un commento discorsivo..ma piuttosto rispndere alle domande riportate sopra dalla docente!
    premettendo che A me è piaciuto tanssimo il film..non risco a trovare una scena in particolare,l intero film ha avuto un impatto a dir poco straordinario...dalle parole del protagonista,alla voltà di Annette nel voler aiutare a tutti i costi il protagonista,dall'incontro con l'ex moglie alla telefonata della nuova compagna....ma ciò che più viene messo in evidenza è sicurtamente la non accettazione da parte di JeanDo alla successiva voglia di comunicare con il mondo.questo riprende sicuramente il tema della RESILENZA,cioè la forza e la voltà di affrontare i problemi della vita.
    I Personaggi che più mi hanno colpito sono tre: ovviamente il prtagonista, poi Anette per la sua volontà,per la sua voglia di aiutare il prossimo(forse mi ha compita anche perchè è quello che in un futuro spero di poter fare anch io) e infine la ex moglie...perchè nonostante tutto lei era li,vicino a lui...non lo ha abbandotato come invece ha fatto,secondo me, la compagna.
    Forse è riuduttivo parlare cosi di questo film....ma davvero,io sono rimasta senza parole!!!!
    lo consiglio a tutti perchè è semplicemente stupendo,dove si ha la possibilà di capire tante cose,e ciò non accade in qualsiasi film......

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