Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio)

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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio) - Pagina 12 Empty 4 Aprlie Emarginazione

    Messaggio  Sonia Lun Apr 11, 2011 11:20 am

    Durante il "gioco esperimento" fatto in classe la professoressa è diventata "sindaco" e noi i cittadini. La simulazione è iniziata quando la professoressa ha escluso coloro che portavano gli occhiali,in quel momento non ho avuto nessuna reazione,ma dopo quando abbiamo iniziato ad organizzare la finta festa, mi ha fatto strano vedere loro emarginati che non avevano diritto di parola. Purtroppo il tema dell'emarginazione oggigiorno è molto frequente nella nostra società. Io penso che dovremmo superare le discriminazioni perchè nel mondo siamo tutti uguali e diversi allo stesso tempo, e questa diversità che ci rende unici,ma comunque abbiamo tutti in egual modo gli stessi diritti. Sonia Di Marco
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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio) - Pagina 12 Empty Re: 9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio)

    Messaggio  Giusypelliccia Lun Apr 11, 2011 12:14 pm

    IL 4 aprile in aula abbiamo parlato di una nuova tematica quella dell' "EMARGINAZIONE".L'emarginazione come sappiamo deriva dalla parola marginato, cioè colui che viene posto ai margini di una società .L'emarginazione è una condizione individuale ma anche collettiva, di esclusione da tutti i rapporti sociali,è una mancanza d'integrazione del soggetto all'interno della società o di un gruppo,come per esempio il fatto di non sentirsi integrato nel gruppo dei pari che si forma nella scuola.IL concetto di emarginazione richiama a sè, tanti altri concetti tra cui descriminazione, pregiudizi, timore ecc, che molte delle volte sono alla base della nostra società soprattutto perchè "noi" intesi come soggetti in generale, ci formiamo dei pregiudizi negativi nei confronti di persone con colore di pelle differente dalla nostra , o che appartengono ad un'altra razza o semplicemente nei confronti di persone che hanno delle malformazioni.Va ricordato però che il più delle volte l'emarginazione può sfociare anche in comportamenti devianti e criminali.Purtroppo il tema dell'emarginazione che abbiamo trattato in aula anche grazie ad una simulazione che consisteva nell'emarginare persone con determinate caratteristche da altre, per esempio persone con occhiali da persone senza, ci è servito per capire che l'emarginazione è un tema che continua ad esistere nella nostra società tutt'oggi anche se è un tema con radici antichissime, che è un particolare stato sociale per il quale si vive una situazione di malessere, determinata dal non riuscire ad integrarsi nel contesto della società.A questo punto però una domanda che possiamo porci è perchè esiste oggi giorno ancora l'emarginazione?? a questa domanda c'è solo una risposta:l'emarginazione esiste perchè è determinata dai nostri comportamenti egoistici, dalle nostre incomprensioni, ma soprattutto dalla nostra ignoranza e dal non rispetto per gli "altri" ,intesi come il prossimo.Concludo questo commento con questa bella poesia sull'emarginazione..
    Emarginazione


    Emarginazione,
    come una
    bambina
    che viene isolata
    dai coetanei,
    come una
    malattia
    contagiosa.

    Invece
    di essere aiutata
    a
    guarire
    da questa sofferenza,
    che segna la vita
    come una
    strada
    che non ha mai fine.

    Emarginazione,
    come una rosa

    mai sbocciata,
    in un futuro
    che ancora non trova
    come
    una rondine perduta
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    MariaRosaria Lettieri


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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio) - Pagina 12 Empty Re: 9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio)

    Messaggio  MariaRosaria Lettieri Lun Apr 11, 2011 3:35 pm

    L'emarginazione è purtroppo un fenomeno attuale,rappresenta questo una condizione di molte persone che vengono messi ai margini di una società che li esclude.La principale causa dell'emarginazione è il pregiudizio ossia quel giudizio negativo irrazionale che abbiamo di alcune persone pur non conoscendole.Si emargina un soggetto per diversi motivi,per il colore della pelle,per una caratteristica fisica,per uno status sociale,anche semplicemente per un gusto.In aula abbiamo trattato del tema con il gioco del sindaco,propostoci dalla prof., una attività ludica che pur essendo tale ha fatto riflettere su molte cose.La cosa che mi ha colpito è stato lo spirito di entrambi i gruppi,gli emarginati e gli emarginatori.Per quanto riguarda i primi ho notato la lora voglia di riscattarsi organizzandosi e mi sono chiesta se nella realtà è davvero cosi.Io non sono mai stata emarginata ma se ciò dovesse succedere mi crollerebbe il mondo addosso.Nei secondi invece ho notato che molti nonostante avessero di fronte persone escluse le hanno ignorate ed è in questo che trovo riscontro nella realtà:ci capita di conoscere persone che vivono ai margini guardando da lontano quel posto dove invece vorrebbero essere e facciamo poco per cambiare la loro condizione vuoi per paura di essere esclusi,vuoi per egoismo.Ciò che dovremmo evitare ,a mio parere,è dunque il pregiudizio aprendo le menti alla diversità perchè è proprio a confronto con ciò che è diverso che strutturiamo il nostro Io.
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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio) - Pagina 12 Empty EMARGINAZIONE!!!

    Messaggio  mara cestrone Lun Apr 11, 2011 4:58 pm

    In ogni società il tema dell'emarginazione purtroppo è sempre più diffuso...La Simulazione fatta il 4aprile è stata molto educativa in quanto ha suscitato in me un senso di riflessione riguardo questo problema molto esteso.
    La figura del sindaco,nell'esercizio fatto il aula,esortava l'emarginazione di chi aveva gli occhiali,creando rabbia da parte di quest'ultimi;è stato un esempio banale ma nello stesso tempo significativo perchè purtroppo nella vita reale esiste,da sempre,questa cattiveria.Pertanto penso che il senso della vita di ognuno di noi:è proprio il rispetto per gli altri,perchè nel mondo non siamo tutti uguali ma esso è bello perchè è vario.Spero che la società migliori e che queste persone vengano accettate per come sono; e che la parola "EMARGINAZIONE" sparisca per sempre,poichè è brutta di nome e di fatto. Smile
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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio) - Pagina 12 Empty Lezione del 4/04/2011

    Messaggio  Lucente Giuseppina Lun Apr 11, 2011 5:10 pm

    Durante la lezione del 4 Aprile il tema di cui si è trattato,è stato l'emarginazione,ossia un processo mediante il quale una persona viene esclusa,estromessa dalla vita sociale.
    La prof. ha organizzato una simulazione,lei era il nostro sindaco ed ha deciso che nel nostro paese si sarebbe fatta una grande festa escludendo però le persone che avevano gli occhiali.
    Coloro che avevano gli occhiali potevano festeggiare e chiedere tutto ciò che desideravano,mentre gli esclusi dovevano solamente restare a guardare senza parteciparvi.
    Questa di oggi è stata per noi solo una simulazione,ma bisogna ricordare che però nella vita reale purtroppo queste cose accadono sul serio.
    Da ciò deduciamo che una persona viene emarginata quando non rispecchia le caratteristiche di un determinato gruppo o semplicemnte perchè è considerato dagli altri diverso.
    La diversità e di conseguenza l'emarginazione non dovrebbero esistere perchè siamo tutti uguali ed unici,ognuno nel proprio modo di essere.
    silvio valentina
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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio) - Pagina 12 Empty laboratorio SAAD

    Messaggio  silvio valentina Lun Apr 11, 2011 7:44 pm

    Durante la lezione del 04/04 abbiamo trattato con la prof.ssa Napolitano l'argomento sull'integrazione lavorativa.
    Come suo solito fare ha reso la lezione innovativa e divertente,donadoci un sorriso, nonostante la prima mattinata. Ha iniziato infatti con la simulazione di un colloquio di lavoro che vedeva protagoniste noi,le quali rappresentavamo cinque ruoli diversi: una ragazza diversamente abile, un' amica,la mamma,la direttrice e la sua assistente.
    Sinceramente non avrei pensato che fosse stato cosi'difficile immergersi nelle parti da lei assegnate,ma nonostante ciò è riuscita al meglio e l'ho trovata divertente ma istrutuva nello stesso tempo;un buon metodo per insegnare e farci restare impresso ciò che spiega. Io non rientravo tra le attrici prescelte,ma ho provato ugualmente le sensazioni che si possono provare nei ruoli recitati;infatti quando la direttrice ha cominciato a porre alcune domande dure e scoraggianti nei confronti della collega, o meglio attrice disabile, ho provato sconforto capendo quanto può essere difficile per loro una vita normale.... Certo,un colloquio di lavoro incute un pò di timore ed ansia per tutti,ma in questo caso penso che sia ancora più dura inserirsi in un qualsiasi ambito lavorativo. In teoria, da qualche decennio a questa parte, le politiche che riguardano l'inserimento lavorativo della persona con disabilità hanno fatto grandi progressi, basti pensare all'art. 27 della CONVENZIONE ONU che riconosce su base di uguaglianza, il dirito al lavoro delle persone con disabilità per favorire l'inclusione e accessibilità a questi ultimi. Ancora ricordiamo la normativa vigente n 68 del 1999,la quale tutela la persona disabile in ambito lavorativo....Beh! Ma come si suol dire tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, basti pensare a tutti i punti che realmente non vengono rispettati tanto da creare sempre più limiti ed emarginazione dalla normalità della vita sociale. Quindi,secondo il mio parere,parlare di lavoro nel vero senso della parola, significherebbe mettere al centro la persona in modo da poter offrire la possibilità di riflettersi realmente al servizio dell'intera collettività valorizzando le sue abilità e non i suoi difetti!
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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio) - Pagina 12 Empty lezione 0442011

    Messaggio  Maria Rosaria Lombardi Lun Apr 11, 2011 7:57 pm

    In questa lezione si è affrontato un nuovo tema,quello "dell'emarginazione" attraverso un esercizio divertente ma che ha dato spunto a numerose riflessioni su questa forma di razzismo nei riguardi di chi non è conforme ad un modello o un concetto prestabilito da stereotopi frutto dell'ignoranza.
    Il mondo è bello per tutte le sue diversità,così come tutti gli esseri umani sono belli nelle loro numerose sfumature,ognuno con una esperienza,ognuna con un pensiero da trasmettere,condiviso o no ma che da vita a quelle forme di confronto che possono rendere una società evoluta.Emarginare qualcuno o qualcosa solo perchè non rientra nei canoni di una normalità prestabilita dalla propria mente o dalla società, da vita a numerosi problemi come quello del complesso di inferiorità o di superiorità che si ci attribuisce.Quindi per me la parola emarginazione corrisponde a razzismo e quest'ultima a ignoranza!!
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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio) - Pagina 12 Empty Laboratorio Emarginazione

    Messaggio  ChiaraDiNola Lun Apr 11, 2011 8:25 pm

    Affrontando il tema dell’emarginazione vorrei inziare da qst piccola storia che racchiunde il senso e il significato dell’emarginazione.Il racconto è intitolato "Non essere parte del branco".
    L'uomo uscì sul balcone e vide la figlioletta di sei anni, rannicchiata sull'altalena.
    Le si avvicinò.
    “Che fai qui tutta sola, cosa c'è? ”
    Il viso paffutello della bimba si voltò e storse la bocca.
    Poi si decise a dire: “Una cosa. ”
    “Che genere di cosa? ” domandò sedendole accanto.
    “Mi vergogno a dirtelo, papà! ”
    “Vergognarsi? ” domandò prendendola in braccio. “Non c'è nulla di cui vergognarsi. Di a papà cos'hai. ”
    Maria esitò. Infine rispose: “La gente mi dice che sono anormale perché non ho le scarpe da ginnastica, quelle nuove della pubblicità... ”
    Il papà corrugò la fronte, e annuì.
    “E chi lo dice? ”
    “Parecchia gente, a scuola. ”
    “A sì, eh? ”, continuò facendo spallucce. “E che t'importa? A me e alla mamma dicono che siamo strani perché non abbiamo gli stessi interessi dei nostri colleghi. ”
    “Davvero? ”
    Il papà annuì.
    “Ok, ascoltami attentamente: è giusto essere diversi, non c'è bisogno di essere come tutti gli altri. ”
    “Tu lo dici perché sei grande... ”
    “Ti assicuro di no: vedi... ”, fece una pausa e fissò il rosso del sole che stava per tramontare. “Essere uguali agli altri non è giusto. ”
    Tornò a fissare la figlioletta: “Ognuno ha il proprio carattere, il proprio modo di vestire, di pensare, e il mondo è bello proprio perché è vario. Non è giusto essere la copia di altre persone. ”
    “Dici? ” domandò incerta se credergli o meno.
    Il papà annuì nuovamente, e proseguì.
    “Il non essere una pecorella che va dietro a tutti e a tutto, ti distingue dal resto della massa, quelli che ti criticano lo fanno perché in realtà ti invidiano, sono loro che vorrebbero essere come te... ”
    “Ma allora perché non lo fanno? ”
    “Eh... perché hanno paura. Hanno paura di sembrare goffi e di essere emarginati... ricordati Maria, ci vuole molto più coraggio ad essere se stessi che non a distinguersi dal resto della massa. ”
    Maria sorrise e baciò suo papà sulla guancia.

    Leggendo questa piccola storia di Maria che confessa al padre di essere considerata anormale dalle altre persone solo perchè non ha quel paio di scarpe che fa vedere la pubblicità mi ha fatto riflettere sul fatto che l’emarginazione non ha età.All’interno della storia infatti ,si mettono a confronto 2 episodi di emarginazione su soggetti di generazioni differenti .Maria che viene considerata anormale perché non ha quel paio di scarpe che fa vedere la pub e i genitori di quest’ultima anche essi considerati “strani” perché hanno idee diverse dai loro colleghi.Molte volte come ci testimonia questa storia l’emarginazione viene effettuata anche da bambini nei confronti dei loro coetanei, in questo caso possiamo dire che il bambino tende ad escludere l’altro anche in modo inconsapevole non conoscendo pienamente quello che in realtà sta facendo.Possiamo quindi parlare di un emarginazione individuale effettuare quindi da un soggetto su un’altra persona ma anche di un emarginazione sociale effettuata dalla società circostante su un gruppo di persone.Possiamo infatti ritornare al tema della barriere architettoniche affrontato nelle prime lezioni, barriere le quali tendono ad emarginare i disabili dalla società limitando la loro libertà. L’emarginazione è diventato un meccanismo inconscio dovuto soprattutto alle infinite etichette che la società ogni giorno crea, e attribuisce ai soggetti. Distinguiamo il soggetto con gli occhiali da quello senza, i soggetti che hanno i capelli biondi da quelli con capelli neri, i soggetti alla moda e quelli no, i soggetti normali e i soggetti disabili,i soggetti omosessuali da quelli eterosessuali e cosi via.Nel momento in cui vediamo un soggetto tendiamo ad attribuirgli un etichetta e ad inserirlo in una determinata categoria ecco come secondo me entra in gioco il meccanismo dell’emarginazione. Tendiamo infatti ad emarginare il soggetto che non è inserito nella nostra categoria. Tendiamo a considerare diverso colui che appartiene ad una categoria diversa dalla nostra dimenticando che la conoscenza dell’altro ci arricchisce.Attraverso il gioco effettuato in aula abbiamo cercato di riproporre un episodio di emarginazione allontanando tutti coloro i quali portavano gli occhiali.Una volta emarginati tali soggetti questi ultimi sono stati ignorati dal resto della “società” che continuava la propria vita organizzando anche una festa.Nel momento in cui la prof “sindaco” della società dei soggetti non portatori di occhiali ha deciso che i soggetti con gli occhiali dovevano abbandonare la “società” io nonostante sono una portatrice di occhiali non mi sono alzata(in quel momento avevo le lentine nessuno poteva sapere che portavo gli occhiali) in realtà non so precisamente il motivo. Un po’ forse per la mia grande timidezza, un po’ perché non accetto l’idea di essere esclusa.Cosi come una spia mi sono mimetizzata nella società non portatrice di occhiali.Nello stesso tempo mimetizzandomi in questa nuova categoria mi sono sentita una vigliacca perché l’idea dell’essere esclusa ha preso il sopravvedo su di me nascondendo chi sono in realtà ma soprattutto perché mi sono preoccupata in modo egoistico di proteggere me stessa nonostante ciò richiedeva l’esclusione di altre persone.Vorrei concludere questo commento con una frase che mi ha colpito molto “Ognuno ha il proprio carattere, il proprio modo di vestire, di pensare, e il mondo è bello proprio perché è vario. Non è giusto essere la copia di altre persone!”Aggiungo ogni persona ha il diritto di vivere liberamente secondo i proprio ideali e il proprio pensiero, emarginare un soggetto perché ha un pensiero diverso dal nostro, perché ha scelto di amore un soggetto del suo stesso sesso, perché ha una religione diversa dalla nostra, perché ha un colore di pelle diversa dalla nostra è assolutamente antiumano .In questa società etichettatrice di soggetti si dimentica che tutti gli uomini sono uguali e diversi. E’ proprio la nostra diversità a renderci unici al mondo.La diversità arricchisce non divide. Trasformiamo l’emarginazione in integrazione liberiamoci dalle etichette insignificanti e senza senso che la società ci attribuisce.
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    Messaggio  felicialuongo Lun Apr 11, 2011 9:02 pm

    Anche nella nona lezione, quella di lunedì 4 aprile abbiamo trattato un tema molto importante: L'EMARGINAZIONE. Ebbene si, costituisce ancora una delle piaghe sociali del nostro tempo. L'EMARGINAZIONE è quella brutalità che non permette a tutti di essere uguali. Essa si verifica quando dei soggetti vengono allontanati dalla società per un qualche motivo. LA MARGINALITA' è quel fenomeno per il quale uno o più soggetti hanno un ruolo secondario nella società. Il termine marginalità proviene da margine, cioè a lato, dunque perdita del centro. Scrive la ULIVIERI: i marginali sono coloro a cui non è riconoscuiuta pienezza di diritti. La marginalità è dunque mancanza di integrazione per cui non ci resta che favorire, con una serie di interventi, l'inclusione graduale degli emarginati nella società dei diritti. In questo senso in campo educativo, l'attuale pedagogia deve trovare un orizzonte unitario (ma non univoco), costantemente aperto all'esercizio della riflessività. (Il corso appunto di pedagogia della disabilità ne è l'esempio lampante). La marginalità è quindi il mancato riconoscimento dell' uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità cioè l'avere le stesse possibilità dell' altro. Il concetto di uomo marginale elaborato da Park e precisato da Merton, indica la condizione di colui che aspira a far parte di un gruppo ed è respinto proprio da quello cui dovrebbe appartenere. Per tale operazione di recupero occore far leva sia sulla formazione dei soggetti, sia sulla correzione del sistema stesso. In molti casi però vivere con un hanticap non sarebbe così difficile come abitualmente è, se non fosse per i comportamenti altrui. Spesso infatti i portatori di hanticap sono vittime dell'indifferenza degli altri, che ne ignorano le necessità. Spesso il modo in cui i "normali" trattano un portatore di handicap ne provoca l' emarginazione. Alcuni tendono ad evitare le persone che hanno un handicap, per non dover tenere conto delle loro esigenze: in questa situazione i portatori di handicap rischiano di trovarsi isolati, soprattutto in età, come l' adoloscenza, in cui l'ssere inseriti in un gruppo è particolarmente importante. Anche la commiserazione che alcuni dimostrano nei confronti dei portatori di handicap provoca inevitabilmente fastidio in chi si sente compatito, mentre vorrebbe essere accettato, con tutte le sue caratteristiche. I fenomeni di emarginazione più gravi si hannno soprattutto nei confronti dei portatori di handicap mentale, che non di rado incutono paura e che perciò vengono evitati, contribuendo al loro isolamento e talvolta all' aggravarsi dei loro sintomi. Del mondo di oggi fanno parte, purtroppo anche le numerose ideologie che ritengono di poter calpestare la dignità umana sulla base delle discriminazioni di razza, lingua, religione o colore della pelle, in aperta violazione dei diritti umani e della stessa idea di civiltà. Di qui la diffusione di un odio razziale, etnico, o religioso che ancora insanguina molte parti del mondo e che talvolta riaffiora anche nelle società più evolute, dove lo stesso antisemitismo, ad esempio, appare tutt' altro che scomparso. Donne, poveri, portatori di handicap, anziani sono tutti, in misura diversa ,discriminati, ma di solito nei loro confronti non vi è odio o ostilità: essi sono piuttosto ignorati e compatiti. Altre persone sono invece vittime di discriminazione per alcune loro caratteristiche e si trovano ad essere disprezzate, criticate ed anche aggredite:è quanto accade talvolta alle persone diverse per razza o religione o lingua; in Europa ad esempio vi furono per secoli e si verificano ancora oggi manifestazioni di antisemitismo, cioè di odio contro gli ebrei, che costituiscono un gruppo fortemente discriminato; i neri negli USA sono ancora oggi vittime del razzismo molto diffuso. Alcuni sono invece disprezzati e discriminati non perchè membri di un gruppo, ma per loro comportamenti,esperienze,situazioni. E' il caso degli omosessuali. In tutti questi casi la discriminazione dipende dalla difficoltà ad accettare diversità; molti considerano chi vive in un modo diverso un malato o un criminale da eliminare, perchè non riescono ad accettare che nel mondo vivano persone che hanno fatto scelte diverse. Forme di discriminazione colpiscono anche molte persone affette da malattie: ad esempio i malati di AIDS. Tutte forme più o meno evidenti e più o meno palesi di egoismo umano, di esaltazione di sè, con conseguente, ovvia distruzione dell' altro e del diverso da se stesso. Ma l'egoismo è anzitutto incoscienza, mancanza di senso di responsabilità, noncuranza. Talvolta, è più ignoranza che altro, che se non ci fosse eviterebbe tanti danni e tanti errori...Molti dei soggetti che sono costretti a vivere isolati, o che comunque si sentono abbandonati a se stessi, mostrano di non possedere la capacità, la forza, lo spirito, o la virtù naturale di saper stringere nuovi legami con il prossimo, svincolandosi da una condizione che invece finisce per diventare ossessionante ed oppressiva. Il pericolo maggiore è che tutto ciò si traduca, in definitiva, nel completo annullamento del "coraggio di vivere", in mancanza del quale lo sbocco più probabile diventa quello dell'alienazione, dell'alterazione mentale, se non addirittura del suicidio. A fronte di questo drammatico rischio, nessuna coscienza civile può pensare di rimanere estranea, insensibile o indifferente, come se la distruzione della vita di un altro non rappresentasse uno svantaggio e un disagio anche per il resto della collettività. Di qui, l'improrogabile necessità di sviluppare, favorire e praticare un'opportuna solidarietà, la quale non va intesa come gesto di carità nei confronti di chi sta peggio di noi. Nessun uomo, infatti, quali che siano le sue condizioni sociali ed economiche, può arrogarsi la pretesa di vivere o esistere senza avere rapporti con gli altri, cioè senza coltivare l'interdipendenza e l'interazione con i suoi simili. Tanto meglio, naturalmente, se questo rapporto costitutivo dell'esistenza umana sfocia poi in vera e propria amicizia, quale estrinsecazione sincera, spontanea, disinteressata e sentita del proprio modo di rapportarsi al prossimo, secondo i principi sacri ed insostituibili del servizio, del rispetto, della comprensione e dell'amore reciproco.
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    Messaggio  AntoniettadeGaetano Lun Apr 11, 2011 9:47 pm

    L'emarginazione non ha età Emarginare significa mettere ai margini, estromettere dalla vita sociale. Non importa come o in quale modo o il perché, la cosa importante è come anche ora, nel 21° secolo uno dei problemi veramente importanti sia l'emarginazione sociale.
    L'esercizio sull'emarginazione è stato divertente e interessante al tempo stesso e mi ha fatto ricordare di come all'asilo tutti i bambini mi prendevano in giro perchè avevo e ho ancora oggi le lentigini e per questo mi chiamavono "Pippi calzelunghe" .
    La simulazione era improntata ad isolare soggetti con una determinata caratteristica come gli occhiali da vista,ovviamente l'emarginazione abbraccia tematiche ancora più ampie che vanno dal differente colore della pelle alle differenze etniche e così via.
    Esempio famoso di emarginazione è l'Apartheid, politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca del Sudafrica nel dopoguerra e rimasta in vigore fino al 1990.
    Essa aveva due manifestazioni: separare i bianchi dai neri e costringere i neri ad abitare territori semi indipendenti .
    Come ho già detto prima,il problema dell'emarginazione affligge l'uomo anche ora che siamo nel 21° secolo,la domanda è: riuscirà l'uomo a sanare questa piaga o la porterà con sè fino alla fine dei suoi giorni??
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    Messaggio  carmela panico Lun Apr 11, 2011 10:10 pm

    Oggi abbiamo trattato l'argomento dell'emarginazione. Ce ne sono di due tipi in particolare:
    L'EMARGINAZIONE SOCIALE che è una situazione di disagio materiale e sociale della formazione sociale, che rientra nel concetto legale di esclusione sociale;
    L'EMARGINAZIONE INDIVIDUALE è una situazione di disagio psichico e sociale dell'individio caratterizzata da un non volontario isolamento individuale.
    Esistono casi di emarginazione legati da problematiche personale ed esistenziale, come i barboni, i nomadi o i randagi.
    In classe oggi abbiamo fatto anche un esempio pratico e posso dire che essere emarginato sarà sicuramente brutto ma emarginare , specialmente su cose sciocche è orrendo!!!
    Giudico che emarginare è una vera e propria forma di IGNORANZA!!
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    Messaggio  vincenza d'agostino Mar Apr 12, 2011 7:35 am

    Abbiamo trattato il tema dell’emarginazione…un tema molto importante e che riguarda la vita di tutti i giorni. Si parla di nozione sociologica e psicologica: che rientra nel concetto legale di esclusione sociale, è relazionata alle situazioni di povertà ed alla discriminazione, ed può essere caratterizzata da un isolamento individuale della volontà di chi ti circonda. Noi non siamo nessuno per emarginare qualcuno…siamo tutti uomini e donne e tutti con gli stessi diritti… bisogna solo essere umili e portare rispetto per chi ci circonda e per chi è al nostro fianco sia in casa,che in metropolitana,in funicolare e semplicemente per strada …la vita è dare e avere… dà rispetto e ricevi rispetto
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    Messaggio  domenicadestefano Mar Apr 12, 2011 9:11 am

    E’ stata molto divertente la simulazione sull’emarginazione, divertente e molto concreta. La professoressa Briganti in veste di sindaco ha emarginato delle categorie di persone. Ci siamo divertiti ma quando tutto è finito e la professoressa ci ha chiesto le nostre sensazioni, ho elaborato ciò che ho provato. A primo impatto mi sono sentita fortunata di non dover appartenere ala categoria degli emarginati, mi sentivo di possedere una sorta di potere, ero la privilegiata, ma dopo un po’ tutto ciò è svanito. Ho riflettuto su quanta tristezza sviluppava quel contesto, noi ci divertivamo ad immaginare a quante cose belle potevamo fare e gli emarginati erano li a guardare senza il diritto di opporsi. Mi è salito un senso di rabbia nei confronti della nostra società che realmente tende a creare una realtà sempre più centralistica ed ad aumentare le categorie di emarginati. Ad esempio, anch’io mi sento emarginata dalla mia società, percepisco che essa vuole sempre più cittadini perfetti, studente modello, ottimi voti, laurea in pochissimi anni, una posizione lavorativa prima dei 30 anni. Quanto più mi allontano da questi stereotipi più mi assale l’ansia, la paura di essere tagliata fuori è la preoccupazione più grande. Dobbiamo pretendere una società per tutti, senza discriminazioni e sentimenti di tolleranza, perché provare tolleranza nei confronti degli altri, ci mette in una posizione superiore ma a chi? A cosa? SIAMO TUTTE PERSONE DIVERSE, UNICHE ED IRRIPETIBILI, SIAMO IL MIRACOLO DELLA VITA.
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    Messaggio  domenicadestefano Mar Apr 12, 2011 9:11 am

    E’ stata molto divertente la simulazione sull’emarginazione, divertente e molto concreta. La professoressa Briganti in veste di sindaco ha emarginato delle categorie di persone. Ci siamo divertiti ma quando tutto è finito e la professoressa ci ha chiesto le nostre sensazioni, ho elaborato ciò che ho provato. A primo impatto mi sono sentita fortunata di non dover appartenere ala categoria degli emarginati, mi sentivo di possedere una sorta di potere, ero la privilegiata, ma dopo un po’ tutto ciò è svanito. Ho riflettuto su quanta tristezza sviluppava quel contesto, noi ci divertivamo ad immaginare a quante cose belle potevamo fare e gli emarginati erano li a guardare senza il diritto di opporsi. Mi è salito un senso di rabbia nei confronti della nostra società che realmente tende a creare una realtà sempre più centralistica ed ad aumentare le categorie di emarginati. Ad esempio, anch’io mi sento emarginata dalla mia società, percepisco che essa vuole sempre più cittadini perfetti, studente modello, ottimi voti, laurea in pochissimi anni, una posizione lavorativa prima dei 30 anni. Quanto più mi allontano da questi stereotipi più mi assale l’ansia, la paura di essere tagliata fuori è la preoccupazione più grande. Dobbiamo pretendere una società per tutti, senza discriminazioni e sentimenti di tolleranza, perché provare tolleranza nei confronti degli altri, ci mette in una posizione superiore ma a chi? A cosa? SIAMO TUTTE PERSONE DIVERSE, UNICHE ED IRRIPETIBILI, SIAMO IL MIRACOLO DELLA VITA.
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    Messaggio  luanacirma Mar Apr 12, 2011 9:46 am

    professoressa mi scuso per non aver potuto commentare prima!in base alla lezione del 4 aprile,le posso assicurare che come "simulazione" l'ho trovata un pò pesante,ed ora le spiego....non sono razzista,in vita mia ho sempre evitato ogni forma di discriminazione,nei confronti di tutti...e sentirmi,anche solo per finta,discriminata...mi ha un pò turbata.
    un esempio attuale di discriminazione da parte di un comune,è oggi presente con la drammatica situazione in Libia,dove purtroppo migliaia di persone vengono cacciate letteralmente da quelle che per loro è l'ultima spiaggia.
    questa la reputo una cosa discustosa,sia da parte del comune di Lampedusa,sia da parte di una nazione intera,come la Francia....
    ora mi chiedo,e se al loro posto ci fossimo stati noi????
    e se le "discriminazioni" fatte in classe fossero state davvero rivolte a noi???
    allora,come dovrebbero sentirsi queste persone dimenticate ed abbandonate da tutti?.....e poi ci si chiede,come mai nel 2011 si discriminano ancora gli omosessuali?! ma se la nostra stessa gente non è in grado di tollerare aiuti agli emigranti,come potranno mai cambiare le cose? riflettete ragazzi,riflettete.
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    Messaggio  AprileAlessia Mar Apr 12, 2011 11:35 am

    "L'Emarginazione è uno status o condizione, individuale o collettiva, di esclusione dai rapporti sociali, e può giungere fino alla negazione dei diritti civili."
    Emarginazione per me è stare fuori, è essere posta in una posizione di esclusione.
    Oggi si viene emarginati per i motivi più vari, a volte solo perchè non si rientra nella consuetudine creata dalla massa. A volte perchè si ha il coraggio di essere se stessi. Altre volte ancora perchè esistono i pregiudizi e una grande ignoranza. ..e gueardando il modo di pensare e di agire di gran parte del mondo mi rendo conto che non abbiamo imparato nulla dagli errori che si sono stati commessi nella storia e soprattutto che come il livello di alfabetizzazione si sia elevato così non si è ridotta l'ignoranza. La mente è rimasta chiusa non ha data spazio all'intelligenza a quella capacità di progredire e migliorare.


    "L'emarginazione è responsabilità dei singoli, dei gruppi sociali e delle loro azioni o inazioni è da considerarsi un fattore attivo di produzione dell'emarginazione stessa."
    Noi stessi creiamo emarginazione nostra dunque è la responsabilità di porre rimedio ancor più in qualità di educatori.
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    Messaggio  Sabina Cipolletta Mar Apr 12, 2011 3:30 pm

    Durante la lezione del 4 aprile abbiamo trattato il tema dell'emarginazione!
    E' stato molto carino il "gioco" messo in atto dalla prof ;lei nel ruolo di sindaco e noi in quello di cittadini.Sinceramente la mia impressione da non emarginata è stata quella di avere un senso di tranquillità ;mi sentivo fortunata nel non dovermi alzare dalla sedia e in un certo senso di sentirmi "diversa" dagli altri.Era come se avessi potere nei confronti di chi era stato messo nella categoria degli emarginati dalla prof.
    Ma poi mi sono resa conto che era al quanto triste tutta quella situazione di noi seduti a decidere per la nostra città e gli emarginati che ascoltavano le nostre decisioni senza il diritto di parola!Ho visto negli emarginati che si sono alzati un senso di disagio a stare in piedi di fronte a noi "cittadini" ,si percepiva il loro senso di esclusione dalla "città"!Ho notato anche persone che toglievano gli occhiali o pur avendoli hanno rifiutato di partecipare all'esperimento.Ciò fa capire il senso di disagio suscitato da questo gioco che rappresenta l'emarginazione!
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    Messaggio  felicialuongo Mar Apr 12, 2011 3:47 pm

    Riguardo appunto il tema dell' emarginazione, in aula abbiamo fatto una simulazione in cui la prof ci ha proposto l'esperienza-gioco del sindaco. La prof si è immedesimata nei panni di un sindaco che doveva fare una selezione per una festa di paese. Chi portava gli occhiali (nel primo esperimento) e ascoltava la musica classica (nel secondo esperimento) non poteva partecipare a questa festa. Le reazioni sono state varie: tra gli emarginati c' è stato chi si è sentito ferito, chi ha sentito la voglia di ribellarsi, chi ha provato rabbia. Gli emarginatori, invece non hanno fatto nulla per la situazione ingiusta e crudele degli emarginati, non si sono ribellati ed hanno accettato la proposta di festeggiare. Ci sono poi state anche persone che pur portando gli occhiali non hanno avuto il coraggio di alzarsi ed anche su questo c'è da riflettere. Ho ammirato coloro i quali amavano la musica classica, il che non era una caratteristica evidente come per gli occhiali, ma si sono tranquillamente alzati pur sapendo di essere emarginati, dimostrando così di avere corraggio, di non rinnegare le proprie idee, i propri interessi e i propri valori. Il messaggio infatti che secondo me a tutti dovrebbe arrivare è quello che ha detto una mia colllega facente parte del gruppo degli emarginati: " CHI E' DIVERSO DA NOI PUO' SOLO ARRICCHIRCI...E' LA STESSA DIVERSITà A RENDERCI UNICI AL MONDO!!! Ho provato emozioni forti perchè anche se in maniera di gioco mi ha fatto riflettere su come ogni giorno vengono emarginate e discriminate le persone nella società. Ho provato un senso di tristezza e a me non andava per niente di festeggiare. Vi assicuro che è bruttissimo essere emarginati e anche se col tempo le cose cambiano è comunque un qualcosa che ti segna profondamente, un dolore che ti porti dietro...purtroppo ne so qualcosa...
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    Messaggio  simona amoroso Mar Apr 12, 2011 4:23 pm

    La lezione/simulazione, mi ha riportato ai tempi in cui alle elementari portavo gli occhiali😢 ...Era il periodo della mia emarginazione.
    Ed io insieme agli altri quattro amici, anch'essi "portatori di occhiali" Rolling Eyes eravamo quelli "difettosi" perchè ci sentivamo così, o ci facevano sentire così; tipo come succede nelle fabbriche, in cui escono dei prodotti difettosi...belli si! ma non utilizzabile come gli altri!
    Era peggio per un altro mio amico che spesso dimenticava gli occhiali a casa (ancora mi chiedo cosa facesse la madre al mattino)e dunque era costretto a rimanere seduto dalle maestre per paura che si facesse male e inoltre non poteva partecipare alla lezione! in quei giorni, era disabile!
    Crescendo ho tolto gli occhiali, grazie ad una semplice operazione, ma questo pezzo della mia vita mi serve ancora oggi per comprendere la marginalità, anche sotto altri punti di vista, perchè sono stata emarginata in passato anche per un altra mia situazione che non riguarda la disabilità...ma so cosa vuol dire far parte degli emarginati!
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    Messaggio  Maria Giovanna Sodano Mer Apr 13, 2011 12:00 pm

    Quello dell'emarginazione è un tema ancora molto attuale nella nostra società....La Prof ci ha fatto svolgere una simulazione in aula facendoci immedesimare nella condizione di emarginati ed emarginanti...io ero nella condizione di emarginante,ma non per questo motivo ho ritenuto opportuno escludere gli altri anche perchè so come ci si sente venendo esclusi per alcune esperienze personali....cercando informazioni su questo tema ho visto come in Calabria,ed in particolare La "Comunità Progetto Sud" di Lamezia Terme,si sia occupata di trovare risposte concrete alle problematiche di esclusione sociale....Soprattutto noi del Sud siamo soggetti a continue critiche da parte delle istituzioni del nord...La comunità infatti ha gestito iniziative di lotta per la diffusione dei diritti di cittadinanza; promosso esperienze di vita solidale; sperimentato servizi innovativi; dato avvio a percorsi di accompagnamento alla costruzione dell’autonomia di gruppi di base; favorito politiche sociali eque; realizzato progetti di intervento sociale ed economico in diverse realtàregionali. In Calabria è divenuta un punto di riferimento per altri gruppi ed organizzazioni, e si è fatta promotrice di collaborazioni tra pubblico e privato, tra società civile e istituzioni, attivando strategie e metodologie di negoziazione e di concertazione tra i diversi soggetti.
    "Emarginazione" è la parola per dire l’attenzione alle persone, in particolare quelle più deboli della società.La comunità si allea con esse per costruire integrazione umana, sociale e lavorativa.
    L’idealita’ e quella di voler mettere la persona, qualsiasi persona con la sua identità, le sue differenze e risorse, i suoi limiti e handicap, al centro del sistema sociale ed economico, dei servizi e dei "poteri".
    Si vuole condividere con le persone, le famiglie e i gruppi, l’impegno per la tutela dei diritti fondamentali, lo sviluppo delle liberta’, la cura di relazioni accoglienti.

    IL MANIFESTO CONTRO LA CULTURA DELL'EMARGINAZIONE : vuole essere uno strumento per rilanciare il dibattito sulla cultura sottesa ai rapporti umani e sociali che creano emarginazione.
    Siamo gli altri: persone che abbiamo subìto la derisione per il solo fatto di essere "STRANI"

    La persona svuotata
    Emarginazione non è soltanto povertà; è di più. Emarginazione non è soltanto mancanza di bagaglio culturale; è molto di più.
    Emarginazione non è strettamente una condizione di esclusione e di dipendenza economica o sociale o politica; è qualcosa che attanaglia e annienta tutti i valori, tutte le risorse, tutta la volontà, tutte le difese della persona. L'emarginazione esiste e dilaga ancora: essa si sostiene e si perpetua sulla mancanza di presa di coscienza del semplice fatto di essere emarginati. Non è stata vinta o almeno intaccata dal "progresso": è accuratamente verniciata e chiamata con nuovi nomi su vecchie forme come: devianza, malattia, anormalità, ed altri, che hanno il solo compito di intorbidire le nostre chiarezze, lo scopo di mettere in crisi qualsiasi nostra lettura critica degli avvenimenti.
    La cruda realtà è che troppi uomini, e ancor più donne, popoli interi, non possiedono nulla e non contano nulla. Subiamo una condizione sociale, politica ed economica, che spinge alla deriva milioni di persone. Ma ciò che fa più male è la condizione umana sofferta da coloro che si trascinano come relitti, derisi e dimenticati, poiché la cultura in cui siamo immersi e culmine e fonte di rapporti umani e sociali mercantili, per cui non c'è posto per le persone che non producono, nè per quelle che non consumano, se non quando esse diventano occasione di facili guadagni strette nel labirinto assistenziale dal quale non escono più.
    L'emarginazione è un "non valore". Come la povertà. Tocca i suoi livelli più bassi quando le coscienze reputano di non valere più nulla e di avere esaurito tutte le carte per giocarsi il rilancio della propria vita. Abbruttisce gli uomini, spacca le famiglie mette contro genitori e figli.


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    Messaggio  Maria Luisa Ceriello Mer Apr 13, 2011 1:09 pm

    In aula,durante la lezione,io facevo parte del gruppo degli emarginati,sinceramente appartenere al gruppo degli emarginati,non
    mi ha toccato più di tanto,forse perchè l'essere emarginati potrebbe anche rafforzare la persona che si sente emarginata,perchè come le persone "normali",anche colui che viene emarginato,ha qualcosa in più rispetto a chi si sente nella norma...
    E ciò non rende migliore colui che emargina,anzi può solo invitarlo a guardarsi meglio dentro di sè,e trattare tutti allo stesso modo!
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    Messaggio  carmelapignatiello Mer Apr 13, 2011 1:48 pm

    Oggi in aula abbiamo trattato un altro tema importante quello della emarginazione. Abbiamo fatto una simulazione su questo tema la prof.era un sindaco che emarginava tutti i cittadini che indossavano gli occhiali e che ascoltavano musica classica,è stato un ruolo interessante e mi ha fatto pensare sopratutto capire che le persone si emarginano solo perchè li vedono diversi da loro.Infatti l'EMARGINAZIONE, deriva da tante cose come:pregiudizi; scortesie ,razzismo.L'emarginazione inoltre come abbiamo visto puo racchiudere diversi ambiti come: scelte sessuali; il modo di vestire, caratteristiche fisiche, culturali, religioni e ceto sociale.
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    Messaggio  felicialuongo Mer Apr 13, 2011 2:31 pm

    EDUCATORE - RELAZIONE EDUCATIVA
    Riguardo alla simulazione fatta da Vincenzo e Amelia in aula possiamo affermare che nel quadro dell' educazione c'è in gioco sia l'educando che l'educatore. Ogni relazione, ogni incontro umano è educativo e formativo dal momento che la relazione educativa è un prendere e dare reciproco. Famiglia e contesti relazionali assumono una funzione importante. Si definisce educatore colui che realizza un'azione educativa che contribuisce alla crescita umana della persona. L'educatore è una guida, un punto di riferimento, segue il ragazzo nella sua crescita e lo forma. Come futur educatore spero di avere un peso positivo nelle relazioni che costruirò arricchendole di tutte le mie conoscenze. Fondamentale nella relazione educativa è il rispetto reciproco e un rapporto basato sulla fiducia e sulla stima, senza dislivelli. Tutte le esperienze di vita, positive o negative che siano sono educative. Alla base di una relazione educativa deve esserci la VOLONTA' di costruire un rapporto predisponendosi all'accoglienza, all'ascolto, lasciando spazio alla libertà dell'altro e costruendo pian piano insieme, un progetto di vita personale e originale. L'educatore deve essere paziente, sensibile, attento alle diversità, accettare il pensiero divergente e soprattutto deve essere sempre pronto a mettersi in discussione e migliorarsi. Ciò che io non vorrei mai dare all'altro è il cattivo esempio. Per quanto riguarda invece la relazione educativa tra educatore e disabile è un pochino diversa. Bisogna cercare di portare il disabile, attraverso percorsi e programmi mirati su un piano di pari opportunità con i normodotati. Cosa, che a mio avviso, si verifica poche volte, perchè siamo portati (sbagliando ovviamente) più a mettere in luce le "mancanze" che le doti, le qualità e le capacità di una persona. L'educatore professionale è un operatore educativo che ha conoscenze e competenze specifiche nel campo dell'educazione e della formazione. L'educatore professionale esercita la sua professione:
    . nelle strutture educative pre-scolastiche (asili-nido)
    . nelle strutture educative scolastiche (scuole materne ed elementari)
    . nelle strutture educative extra-scolastiche (ludoteche, centri ricreativi, e
    socio educativi)
    . nelle case famiglie
    . nelle comunità familiari per diversamente abili, per tossicodipendenti, per
    alcolisti, per donne in difficoltà...
    . nelle ASL
    . nei carceri
    . nei centri di accoglienza
    . servizi di integrazione

    In questi giorni mi è capitato di leggere:
    L'EDUCATORE AL NIDO TRA SAPERI, COMPETENZE E PROFESSIONALITA'. (di Valentina Macaddino, dottoressa in scienze dell'educazione)
    L'ho trovato molto interessante e ne ho riportato alcuni punti importanti. E poi io adoro i bambini e devo dire che l'educatore al nido è una figura che mi è sempre interessata.

    La figura dell'educatore, nel contesto dell'asilo nido, rappresenta un momento fondamentale per il processo formativo del bambino durante la prima infanzia. E', infatti all'interno della relazione che si instaura tra l'educatore e il bambino che può nascere il germe della socialità e della legalità, basata su un confronto arricchente e sempre unico che porta il piccolo ad una maggiore sicurezza in se stesso e lo aiuta ad aprirsi alla relazione con gli altri; una relazione basata sul rispetto dell'altro, sulla scoperta del diverso...La prima infanzia,infatti , è il momento in cui più attenzione deve essere dedicata a queste forme di socializzazione e di educazione affinchè si sviluppi al meglio la vera identità del bambino e si sviluppi, insieme, quella coltura della legalità che si trova in nuce nel bambino e che contribuirà a formare l'uomo di domani. Dare dignità e valore alla professionalità dell'educatore al nido è un modo per capire e valorizzare il momento delicato ed essenziale della formazione, di cui l'educatore è responsabile, significa dare valore ad un ruolo che, troppe volte, è stato preso in ben poca considerazione e che invece tanto può contribuire alla formazione dell' uomo e del cittadino di domani. In particolare, Emma Rossi delinea alcuni punti che caratterizzano la professionalità dell' educatore:
    - l' attenzione all'inserimento gratuale del bambino;
    - la riflessione sulla delicatezza della condivisione delle cure fra famiglia e
    nido, nel rispetto della centralità della famiglia e della storia personale di
    ogni bambino;
    - l'osservazione del bambino, finalizzata ad accompagnarlo nel suo percorso di
    crescita individuale, favorendo il consolidarsi della sua identità ed
    espressione del sè, attraverso il gioco ed altre attività educative;
    - la tensione verso un'articolazione del proprio lavoro capace di tenere conto
    dei bisogni del bambino, ma anche di sostenere i genitori, accettando le
    emozioni spesso contraddittorie che accompagnano il primo processo di autonomia
    e distacco fra bambini e genitori;
    - la capacità a progettare l'ambiente e di proporre esperienze che assecondino lo
    sviluppo sociale e cognitivo, secondo i ritmi di ogni bambino.
    Si delinea, quindi, una professionalità capace di operare una sintesi tra i diversi ambiti: un sapere di cui l'educatore è portavoce, che non guarda solo a tecniche e metodologie, di cui comunque, deve essere attento conoscitore ma che si esplica anche in un "SAPER ESSERE", in un "SAPER INTERAGIRE", in un "SAPER FARE".
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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio) - Pagina 12 Empty 9 laboratorio 4 aprile

    Messaggio  caliendo irene Mer Apr 13, 2011 5:51 pm

    Per emarginazione si intende mettere ai margini una persona, condurla fuori dalla vita sociale. Oggi nonostante il progresso fatto nel campo della tecnologia, nel campo dello studio e dell'educazione compresa, si può dire che quasi non ci sia stata crescita nel confronto tra individui diversi, magari una diversità di colore, di lingua fino ad arrivare a quello meno importante come portare gli occhiali. Detto questo credo si possa fare anche riferimento al capolavoro letterario di Verga "ROSSO MALPELO" un semplice ragazzo che veniva deriso e trattato male solo perchè aveva i capelli rossi e quindi considerato come portatore di malizia e cattiveria, ad oggi si potrebbero definire così le persone che lo trattavano male e non di certo lui per il suo aspetto fisico.
    Penso che l'emarginazione sia un problema da risolvere poichè anche una semplice diversità non è compresa e non viene guardato l'aspetto positivo di quella persona.
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    9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio) - Pagina 12 Empty Re: 9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio)

    Messaggio  RosaIncarnato Gio Apr 14, 2011 9:06 am

    Il nostro era soltanto un "gioco", eppure è riuscito a far comprendere al meglio il concetto di emarginazione. Io era tra quelli emarginanti, e quando ho capto di non essere tra gli emarginati è come se mi fossi sentita "fortunata". Però ho avvertito un senso generale di egoismo quando noi emarginanti abbiamo avuto libertà di espressione, di parola, mentre gli emarginati erano lì, soltanto con la possibilità di assistere senza poter utilizzare alcun mezzo di comunicazione. Personalmente ho avuto un senso di colpa e in un certo senso non avevo voglia di esprimermi, desiderare qualcosa o festeggiare. Purtroppo, però, mentre per noi era soltanto un gioco, una simulazione, l'emarginazione rappresenta ancora oggi la triste realtà. Esistono ancora soggetti emarginati, chi per una caratteristica, chi per un'altra, soltanto perchè viene considerata "diversa" dal comune.

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