Quando la professoressa ha iniziato a stabilire dei ruoli,lei era il sindaco,noi i cittadini,etc...ho pensato al tutto come un gioco,poi quando c'è stata l'emarginazione di tutte le persone con gli occhiali e ho visto una mia amica alzarsi e venir esclusa,mi sono chiesta :Che scopo c'è in quest'esercizio?
Vedevo le altre ragazze organizzare una festa,tutte erano intente a decidere chi personaggio famoso invitare e cosa fare,senza pensare più ai loro amici che erano lì,in un angolo,messi da parte, che assistevano a tutto ciò.
Quello degli emarginati mi sembrava un mondo a parte, mi sono sentita complice di un ingiustizia,ma con meraviglia mi sono accorta che non ho reagito,nessuno si è ribellato al sindaco,nessuno si è andato a mettere dalla parte degli emarginati,nessuno ha avuto il coraggio di affrontare e discutere le idee di una singola persona.
Il primo paragone che mi è venuto in mente,anche se si parla di un argomento molto delicato,è stata l'emarginazione degli ebrei avvenuta negli 40,che ha portato poi ad una follia di una singola persona, che ha poi influenzato tutto il resto.
Specifico che non voglio entrare nei dettagli,di come poi si sia evoluta e trasformata l'emarginazione.
Ciò che è successo in quesgli anni è una cosa veramente atroce e assurda,ma faccio soprattutto riferimento a quando tutto improvvisamente ebbe inizio e le persone ebree vennero escluse dalla società e costrette a orari di entrata e uscita dalle loro case,a camminare a piedi perchè i mezzi di trasporto erano loro negati e i loro amici d'improvviso gli voltarono le spalle.
Credo che la chiave per far si che l'emarginazione nella nostra società venga abolita sia il sapersi mettere "L'UNO NEI PANNI DELL'ALTRO" e il saper rispettare ognuno per la propria unicità.
Da questa lezione ho imparato molto anche su me stessa,a tenere ben i piedi piantati per terra, facendo attenzione a ciò che mi succede intorno e a ribellarmi nel caso in cui mi travassi complice o vittima di un fenomeno di emarginazione.