Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio)

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    Messaggio  annapiro Lun Mag 02, 2011 10:49 pm

    L’aforisma di Borges cita che il libro è estensione dell’ immaginazione e della memoria,ed è lo strumento più stupefacente dell’uomo. Riferendomi a quanto detto da Borges il libro è davvero parte integrante di chi lo scrive ma anche di chi lo legge, appartiene a noi è parte di noi ed è il trasferimento di emozioni e comunicazione e sapere più nobile dai tempi passati ad oggi!!!!e tra i tanti libri letti e consigliati dai miei colleghi (tutti interessanti)vi è uno in particolare che mi ha ispirato curiosità ma soprattutto emozioni dall’interpretazione la passione che la mia collega mi ha trasmesso, è il libro “un amico come Henry”la storia autobiografica di Dale il protagonista con sindrome d’autismo e il suo cane Henry la storia è stata scritta dalla mamma di Dale,la quale racconta che ,grazie ad Henry il figlio è riuscito a migliorare la sua vita emotiva e sociale,e ad integrarsi nel mondo lavorativo in età adulta dove dirige un centro per autisti. La mamma di Dale vuole dedicare questa sua autobiografia al suo amico a 4 zampe,perché secondo me è difficile amare e prendersi cura,quando lui è il figlio che necessita di questo,e penso che sia proprio questo il significato che ci ha voluto trasmettere,non bisogna aiutare per semplificare la vita,ma bisogna accompagnare per concretizzare una vita fatta di opportunità,far emergere la parte speciale che esiste in ogni uomo,l’educatore non puo’ pretendere la guarigione,l’educatore puo’ migliorare la vita di una persona dandogli opportunità,facendo emergere la parte speciale che vive in ognuno di noi. La famiglia di Dale regalandogli questo cucciolo,ha donato un’opportunità al figlio,facendogli emergere la sua specialità,ovvero la cura, l’amore,che Henry necessità dall’uomo,senza pregiudizi e pretese come un semplice cane sa volere.
    Penso che questo libro sia importante per far capire che la vita può essere davvero meravigliosa,quando vi è assenza di pregiudizi e pretese!!!!
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    Messaggio  Rosa Lupoli Mar Mag 03, 2011 7:29 am

    UNA storia che mi ha colpito molto e la lunga vita di MARIANNA UCRIA una bambina normale fino a 5 anni poi nell'adolescanza la bestialità di uno zio che trova sfogo in un atroce violenza.. Marianna come si e ben capito viene violentata dallo zio diventando muta una donna in quando muta solo con il suo silenzio che vale più di molte parole ..riesce a trasmettere tanto..a volte il silenzio fa vedere e sentire cose che molto spesso con le parole non si posssono capire.(ancora una volta entra in gioco la potenzialità della resilenza).
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    Messaggio  Viviana Parascandolo Mar Mag 03, 2011 7:55 am

    Vorrei condividere con voi questi video riguardanti la Pet-therapy,terapia appunto che è stata trattata nel libro su cui ho scelto di commentare,"Un amico come Henry".
    Visto che non riesco a caricarli vi posto soltanto i link:


    https://www.youtube.com/watch?v=lYXM3OJNYoE----> Autism and pet therapy

    https://www.youtube.com/watch?v=-jO0-HKXC1s&feature=related----> Pet therapy Torino

    https://www.youtube.com/watch?v=j83ZEYxC2uc&feature=related---> Quest'ultimo video purtroppo sono riuscita a trovarlo solo in inglese e spiega proprio con delle interviste com'è cambiata la vita di questa famiglia con l'arrivo del Golden Retriever
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    Messaggio  Imma Malerba Mar Mag 03, 2011 9:33 am

    Prof mi dispiace non poter esprimere le mie opinioni per quanto riguarda questo laboratorio ma purtroppo ero assente per motivi di lavoro!è stato comunque un piacere leggere gli altri commenti delle mie colleghe e percepire così le tante emozioni provate nelle varie letture...a presto! Smile
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    Messaggio  PellicciaAfrodite Mar Mag 03, 2011 10:08 am

    Questo laboratorio si è svolto in maniera molto interessante. Ognuno ha portato una presentazione di un libro che affrontava tematiche del corso. Purtroppo, io non ho presentato nessun libro ma, sono stata molto affascinata dalla presentazione di alcuni libri, in particolare dal libro “Un amico come Henry”. Si trattava dell’autobiografia di una mamma, Nuala Gardner, che racconta la sua storia di mamma di due bimbi autistici, Dale e Amy. Il protagonista è Dale: un bimbo irritabile,incapace di comunicare col mondo esterno e con la famiglia, non riconosce nemmeno i genitori.
    Ma la vita di Dale cambia quando in casa arriva un cane, Henry, capace di far aprire il piccolo Dale al mondo circostante, alla famiglia.
    Si istaura tra il cane e il bambino un rapporto sempre più vivace e profondo, in modo da far uscire Dale dal suo “nascondiglio”,ovvero dal suo isolamento; tale rapporto sviluppa un apprendimento sempre più maturo nel bambino e sviluppa quel senso affettivo che prima non era presente neanche nei confronti dei genitori. Ed è cosi che Dale riesce a diventare quello che è oggi: un giovane uomo simpatico e autosufficiente.
    Si tratta di una storia vera che, dimostra come la “zoo terapia”,ovvero la “pet therapy”, funziona più di altre tecniche. Lo stesso Dale afferma che il suo cane gli è stato molto d’aiuto durante l’infanzia.
    Questo libro,ovvero quest’esperienza di vita, ci fa comprendere come gli animali possano aiutare gli uomini in difficoltà, ciò che forse un uomo non riesce a fare senza ricorrere a cure mediche. Proprio il rapporto che si istaura tra uomo-animale, ovvero tra un uomo e un amico-cane, o amico-cavallo, aiutano le persone, ma soprattutto i bambini con problemi psichici e fisici ad aprirsi al mondo esterno e a migliorare le loro condizioni esistenziali. Forse perché gli animali non avranno limiti nella loro volontà di giocare, nella loro volontà di essere sempre disponibili, ma soprattutto non ha limiti la loro fiducia. Conosco un bimbo autistico che, grazie al cambiamento della sua abitazione da una cosa in città ad una casa in montagna, ha veramente migliorato le sue condizioni di vita, in quanto, la casa in montagna gli permette di stare a contatto con il suo amico preferito, l’amico grazie al quale sta crescendo in maniera sana: un semplice ma importante cavallo!
    Forse quando affermiamo che “chi trova un amico trova un tesoro” dobbiamo assolutamente intendere amico anche come animale!!!!
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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) - Pagina 8 Empty la piazzetta del libro...

    Messaggio  Maria Carbone Mar Mag 03, 2011 10:46 am

    Durante questa lezione piuttosto interessante,i miei colleghi hanno condiviso con noi alcuni libri che trattano argomenti affrontati durante le lezioni come:l'olocausto,bulimia,anoressia autismo ecc.
    Tra le varie testimonianze vorrei soffermarmi su due in particolare,per prima su quella di Ivana sulla "SINDROME DI RETT".La sndrome di rett mi ha incuriosito molto perchè prima d'oggi non ne avevo ma sentito parlare,e questa mia curiosità a riguardo di un tema così interessante e importante mia ha portato a raccogliere queste fonti su Wikipedia.[u][i]La sindrome di rett è una grave patologia neurologica che colpisce soggetti prevalentemente di sesso femminile.La malattia è congenita,non subito evidente si manifesta durante il secondo anno di vita e comunque entro i 4 anni.Si possono osservare gravi ritardi nell'acquisizione del linguaggio e nell'acquisizione della coordinazione motoria.Spesso la sindrome è associata al ritardo mentale.
    Inoltre la sindrome di rett provoca gravi disabilità a molti livelli.La sindrome prende il nome da Andreas Rett colui che la descrisse per primo nel 1966.Per quanto concerne i sintomi dopo una prima fase iniziale di sviluppo normale,si assiste ad un arresto dello sviluppo e ad una regressione o perdita delle capacità acquisite.Si osserva un rallentamento del cranio rispetto al resto del corpo;si ha una sviluppo psicomotorio normale nei primi 5 mesi,con la successva perdita delle capacità prima acquisite.
    Si assiste anche ad una perdita di interesse per l'ambiente ociale.
    Possono essere presenti anche:epilessia,scoliosi,ritardo della crescita.Questa sndrome sembra essere dovuta ad 1 anomalia del gene MECPZ.Però purtroppo ancora oggi non esiste una terapia risolutiva per questa sindrome,anche se il decorso della ma lattia può essere modificato da varie terapie mirate a rtardare la progressione della dsabilità e migliorare la capacità di comunicazione.
    I farmaci si affiancano a terapie volte a conseguire miglioramenti sul piano educativo e cognitivo o comportamentale,come:l'ippoterapia,la pet therapy e la musicoterapia.[
    i][u]


    ECCO LA MUSICOTERAPIA,OVERO UNA DELLE TERAPIE CHE VENGONO AFFIANCATE AI FARMACI PER AIUTARE QUESTI BAMBINI AFFETTI DALLA "SINDROME DI RETT"

    https://www.youtube.com/watch?v=yTzBvK-9HSo&feature=related

    L'altro testo su cui vorrei soffermarmi è il libro "UN AMiCO COME HENRY".Questo libro tratta il tema dell'autismo.Nuala ha due figli,Dale e pochi anni dopo nascerà Amy.Dale è un bambino autstico che ha difficoltà nel comunicare con il mondo intorno a sè,e addirittura non riconosce i suoi genitori.
    I genitori lottano contro tutti,anche perchè in quel periodo si pensava che l'autismo fosse scaturito dalla freddezza dei genitori;quindi il fatto d trovare dei medici che sono intenzionati ad aiutare questo bimbo con delle terapie è un gran passo in avanti,ed è una grande soddisfazione per i gentori.Un giorno in casa arriva Henry un cagnolino,che trasmormerà tutti,cominciando da Dale che si aprirà con il mondo,la presenza di Henry aiuterà Dale farlo uscire dal suo stato di isolamento e gli permetterà di rispondere meglio alla terapia.
    Anche la piccola sorellina di Dale,Amy è affetta da una piccola forma di autismo ed anche per lei vi sono dei miglioramenti.
    Inoltre nel primo disegno di Dale sarà ritratto proprio questo cagnolino...uest storia mi ha emzionarto tantissimo perchè io sò bene csa vuol dire il rapporto che si instaura con un cagnolino,sono pronti a darti ttto l'amore del mondo e a non farti mai essere triste,perchè proprio quando ti senti male e sei triste loro se ne risentono fortemente e sono li accanto a te;quindi posso immaginare nel caso di questo bambino e della sua sorellina quanto sia servito Henry.I cani sono dei veri propri amici pronti ad aiutarti nellle peggiori difficoltà e questo libro testimonia il tutto.

    MARIA CARBONE

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    Messaggio  giovannarennella Mar Mag 03, 2011 12:42 pm

    In questa lezione i miei colleghi hanno condiviso con noi la presentazione di alcuni libri che trattavano di vari argomenti.Tra le presentazioni che hanno suscitato in me forte interesse ricordiamo quella di Ivana che ci ha parlato della sindrome di rett rifacendosi non ad un semplice libro ma ad una guida che viene utilizzata dalla famiglia e dagli insegnanti che sono continuamente vicini a queste persone affette dalla sindrome. La Sindrome di Rett è una patologia progressiva dello sviluppo neurologico che colpisce quasi esclusivamente le bambine, durante i primi anni di vita e dopo un periodo di apparente normalità, molti genitori si sono soffermati spesso sul carattere "cinico e violento" della malattia proprio per quel suo improvviso e tragico manifestarsi.Fu riconosciuta per la prima volta da Andreas Rett, un medico austriaco, a seguito di un’osservazione casuale nella sua sala di aspetto di due bambine che mostravano movimenti stereotipati delle mani molto simili tra loro. A seguito di questa scoperta, riesaminando le schede di alcune pazienti viste in precedenza, Rett individuò altri casi con caratteristiche comportamentali e anamnesi simili e pubblicò un articolo nel 1966. Tuttavia, la pubblicazione di Rett fu ignorata per anni. A risvegliare l’interesse e a riconoscere universalmente l’esistenza della sindrome di Rett, nel 1983, fu uno studio su 35 pazienti di un gruppo europeo di neurologi infantili, che comprendeva Hagberg, Aicardi, Dias e Ramos 2.
    Un pensiero va soprattutto ai genitori di queste bambine che sono una figura importante ed esemplare in quanto costituiscono un punto di riferimento per i figli e che spesso si trovano a lottare contro la società che purtroppo non sempre accetta queste persone.
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    Messaggio  teresaferraro Mar Mag 03, 2011 1:47 pm

    In questa lezione i miei colleghi hanno condiviso con noi le loro emozioni e le loro sensazioni su alcuni libri.In particolare mi è piaciuto l’intervento di Fabrizia sul libro “Un amico come Henry” di Nuala Garden .Il protagonista di questo libro è Dale è un bambino autistico irritabile, taciturno e incapace di comunicare con il mondo circostante. Non riconosce nemmeno i suoi genitori, e la vita familiare ne è quasi distrutta. Ma dopo anni in cui mamma ed il padre le tentano tutte per ottenere qualche piccolo progresso, la vita di tutti quanti viene trasformata dall'arrivo di un nuovo personaggio: un golden retriver di nome Henry. Sotto gli occhi increduli della famiglia, tra il bambino e il cane si instaura un rapporto sempre più vivace e profondo che piano piano aiuta Dale a uscire dal suo isolamento e a farlo diventare il simpatico e autosufficiente giovane uomo che è oggi.Questo romanzo racconta la storia vera di un bambino e ci ha capire come la pet-therapy funzioni e la presenza di un cane possa cosi migliorare l’esistenza di un bambino. Questi genitori alle prese con l'autismo del loro primogenito mi hanno commosso ma allo stesso tempo mi hanno trasmesso una gran voglia di vivere ed affrontare le avversità della vita.Il tema principare quindi di questo libro è l’autismo.Questa è un disturbo che interessa la funzione cerebrale; la persona affetta da tale patologia mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione. Attualmente risultano ancora sconosciute le cause di tale manifestazione. Credo che i genitori di Dale siano un grande esempio di vita per come sono riusciti ad ottenere qualche piccolo progresso del loro piccolo
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    Messaggio  rosadecristofaro Mar Mag 03, 2011 2:39 pm

    TRA I TANTI LIBRI RACCONTATI IN CLASSE QUELLO CHE MIHA COLPITO E MI HA SUSCITATO MOLTE EMOZIONI è STATO QUELLO DI FABRIZIA "UN AMICO COME ENRY" è UN AUTOBIOGRAFIA, NARRA LA STORIA DI DALE UN BAMBINO AUTISTICO.L AUTISMO è CONSIDERATO UN DISTURBO CHE INTERESSA LA FUNZIONE CEREBRALE,LA PERSONA AFFETTA DA TALE PATOLOGIA MOSTRA UNA DIMINUZIONE DELL' INTEGRAZIONE SOCIALE E DELLA COMUNICAZIONE .DALE è UN BAMBINO IRASCIBILE E RISERVATO INCAPACE DI COMUNICARE CON IL MONDO CHE LO CIRCONDA.NON SA RICONOSCERE NEMMENO LA SUA SUA FAMIGLIA.DOPO ANNI E ANNI IN CUI I SUOI GENITORI TENTANO IL POSSIBILE DI OTTENERE QUALCHE PROGRESSO ,ARRIVA ENRY UN CANE CHE RIESCE A TRASFORMARE LA VITA DI TUTTI SOPRATUTTO DI DALE.TRA IL BAMBINO E IL CANE SI CREA UN BELLISSIMO RAPPORTO MOLTO PROFONDO CHE COL TEMPO AIUTA DALE AD USCIRE DAL SUO ISOLAMENTO E A FARLO DIVENTARE UN GIOVANE UOMO SIMPATICO E AUTOSUFFICIENTE CHE è OGGI.E' UN LIBRO MOLTO TOCCANTE CHE SFIORA UN ARGOMENTO MOLTO DELICATO "L AUTISMO" UNA STORIA DIVERTENTE MA SERIA NELLO STESSO TEMPO DOLCE E SINCERA COME IL RAPPORTO TRA DALE E IL CANE,TOCCANTE QUANDO GLI EVENTI CAMBIANO IN POSITIVO E IN NEGATIVO COME IL RIUSCIRE AD AVERE IL SECONDO FIGLIO. UNA STORIA BELLA MA DA MILLE SFACCETTATURE.QUELLO CHE PIU MI HA SEGNATO DI QUESTO LIBRO E SCOPRIRE COME UN PICCOLO CAGNOLINO è RIUSCITO A TRASFORMARE LA VITA DI DALE E DA QUI MI VIENE IN MENTE LA FRASE : "IL CANE, MIGLIORE AMICO DELL'UOMO."
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    Messaggio  anna raffaella carannante Mar Mag 03, 2011 3:19 pm

    il 28 aprile si è tenuta un 'altra lezione di pedagogia della disabilità, dove si è parlato della piazzetta del libro e si sn affrontati alcuni temi inerenti alla disabilità , come per esempio il tema dell'autismo , della bulimia , dell 'anoressia e tanto altro . moltissime ragazze si sono offerte per richiamare l importanza di alcuni concetti fondamentali e quindi per parlare di qualche tema in particolare . Mi ha colpito molto il libro UN AMICO COME HANRY dove si affronta un tema in particolare che in questo corso è statao molte volte affrontato come l 'autismo , ma il discorso di Ivana mi ha colpito in particolar modo . Ivana ha parlato della SINDROME DI RETT ,che è una grave patologia neurologica che colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile . La malattia è congenita anche se non subito evidente e si manifesta durante il secondo anno di vita e comunque entro i primi 4 anni e colpisce almeno una persona su 10.000.Si possono osservare gravi ritardi nell 'esposizione del linguaggio , e questo fa pensare che spesso la sindrome è associata ad un ritardo mentale grave o gravissimo .Questa malattia rende le persone dipendendi dagli altri per tutta la vita appunto perchè hanno bisogno proprio di essere aiutati . La sindrome prende il nome da Andres rRett, un professore di origine austriaca che per primo la descrisse nel 1966.I sintomi provocati da questa malattia sono sicuramente un ritardo mentale ma anche un arresto di sviluppo normale dopo una prima fase e poi una regressione o perdite della capacità acquisite .Si osserva ad un rallentamento sviluppo del cranio tra i primi 5 e 48 mesi di vita , ma i sintomi possono essere vari come epilessia , scoliosi , problemi alla respirazione ecc . La sindrome sembra essere provocata dal gene MECP2 LOCALIZZATO SULLA PARTE DISTAL.E DEL CROMOSOMA X . Non esiste una terapia risolutiva per la sindrome di rett , ma può essere modificata da una serie di terapie mirate a ritardare la progressione della disabilità motoria e a migliorare la capacità di comunicazione per questo spesso la somministrazione di farmaci è volta a contrastare il disturbo motorio. Il disturbo di rett è catalogato nel dsm-IV manuale diagnostico dei disturbi psichiatrici .I bambini devono essere aiutati sia dai loro genitori sia dagli educatori che hanno un ruolo davvero fondamentale nella loro vita . I genitori devono stare per questo vicinissimi ai loro bimbi aiutandoli a ritrovare l interesse per l 'ambiente che prima avevano perso a causa della malattia , ma anche gli educatori devono far si che questi bimbi a poco a poco siano in grado vivere la loro vita non proprio in modo positivo ma in modo da non soffrire in tutto e per tutto .
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    Messaggio  vera.panico Mar Mag 03, 2011 3:41 pm

    Nella scorsa lezione ci sono state varie presentazioni dei libri,il libro che maggiormente mi ha colpito si chiama "Un amico come Henry ".Dale è un bambino autistico: irritabile, taciturno, è incapace di comunicare con il mondo circostante. Non riconosce nemmeno i suoi genitori, e la vita famigliare ne è quasi distrutta. Ma dopo anni in cui mamma e papa le tentano tutte per ottenere qualche piccolo progresso, la vita di tutti quanti viene trasformata dall'arrivo di un nuovo personaggio: un golden retriver di nome Henry. Sotto gli occhi increduli della famiglia, tra il bambino e il cane si instaura un rapporto sempre più vivace e profondo che piano piano aiuta Dale a uscire dal suo isolamento e a farlo diventare il simpatico e autosufficiente giovane uomo che è oggi. " Ogni disabile ha la sua storia ". flower 14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) - Pagina 8 AmicoHenry_1


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    Messaggio  giusyd'arbitrio Mar Mag 03, 2011 4:01 pm

    Un amico come Henry di Nuala Gardner. Presentazione di FABRIZIA PINTO


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    Da quando è iniziato questo corso molte volte mi è venuto in mente di intervenire di dire la mia opinione, ma il coraggio non c’è mai stato, forse una volta ci sono riuscita a superare questo limite, ma con molta difficoltà perché purtroppo sono molto timida. Invidio le mie colleghe che hanno avuto il coraggio che io non avrei mai avuto. Devo dire che questa lezione mi ha molto incuriosita, ho ascoltato attentamente ogni presentazione, e tutte sono state interessantissime. Ma Fabrizia Pinto che ha presentato il libro “UN AMICO COME HENRY” mi ha veramente commossa. Nella sua voce, nel suo viso si vedeva e si percepiva la voglia di spiegare la bellezza e la tematica importante che questo libro ci offre. Il libro è un’autobiografia scritto da Nuala Gardner. Come ci ha spiegato Fabrizia, Nuala ha 2 figli. Il primo di nome Dale e molti anni dopo ebbe una bambina di nome Amy. Nuala scopre che quando il figlio Dale era ancora piccolo, soffre di una grave forma di autismo. Dale viene descritto come un bambino incapace di comunicare con il mondo esterno, e non solo anche con gli stessi genitori, i quali per anni hanno tentato qualsiasi cosa nella speranza di ottenere anche un minimo risultato positivo, un progresso, ma tutto ciò è stato invano. Dopo tante lotte affrontate dai genitori di Dale contro il sistema sanitario scozzese, ottengono l’aiuto di specialisti, una scuola speciale con giochi didattici adatti, un trattamento sanitario adeguato, tutto ciò per l’amore del loro piccolo Dale. Ma il cambiamento totale di Dale avviene nel momento in cui nella sua vita entra a far parte un cane. L’arrivo di questo cucciolo chiamato Henry cambia tutto in Dale. Dale non è più il bambino irritabile, taciturno di prima. Le capacità di apprendimento migliorano notevolmente, l’approccio con i genitori e con il mondo esterno diventa più aperto. Il cucciolo Henry riesce a penetrare nel mondo interiore di Dale, il quale si chiudeva di fronte ai tentativi dei genitori e dei medici, ma quel cucciolo ha riportato in Dale la voglia si “esprimersi” al mondo esterno e ai genitori, cosi il bambino inizia a rispondere meglio alla terapia. Cosa che il trattamento psicoterapeutico riesce a fare più lentamente. Tra il Dale ed Henry si instaura un rapporto sempre più vivace e profondo, ed è proprio grazie a questo rapporto che piano piano ha permesso a Dale di uscire da quel “guscio” di isolamento che si era creato in precedenza. Nel 2006 Henry muore, e da quel giorno Dale ha sempre dormito con il collare del suo cane sotto al cuscino. Ma non solo rivolge delle parole molto commuoventi al suo cane; "Henry mi ha accompagnato per tutta l'infanzia, grazie a lui non sono più spaventato dal pensiero e dalla responsabilità di diventare adulto. Ho deciso che per il resto della mia vita non deluderò mai il mio cane che sarà sempre orgoglioso di me".

    Molti studi hanno dimostrato che vivere esperienze piacevoli a contatto diretto con gli animali ci rendono più aperti e disponibili. Da qui nasce la Pet Therapy. La Pet Therapy è una pratica terapeutica che prevede l'impiego di animali, come supporto per migliorare lo stato di salute di pazienti con problemi psico-fisici. Il campo dove maggiormente si applica la Pet Therapy è proprio quello dell’autismo. Un elemento fondamentale del rapporto uomo/donna-animale, è dato dal contatto fisico. La mancanza (o la carenza) di stimoli corporei nell'infanzia è uno dei fattori responsabili di ritardo fisico e psichico, dell'autismo, delle sindromi di deprivazione e delle difficoltà relazionali. Gli animali hanno un'intelligenza di tipo emozionale ed è proprio su questo aspetto che si fondano i successi della Pet Therapy . L'animale in sé non ha una funzione "terapeutica" ma è il rapporto che si stabilisce tra lui e il soggetto umano fa nascere questa “terapia”. I cani figurano come ottimi soggetti nei pazienti con patologie di tipo cronico o con forme depressive, per la capacità di stimolare l'attività motoria e di indurre il gioco.

    Io penso che non ci dobbiamo soffermare solo sulle persone, sui medici, sulle medicine, anche un piccolo gesto fatto da un animale può aiutarci e risollevarci da quel vortice che ci preleva dalla realtà. Proprio com’è successo con Dale, che grazie all’aiuto del suo migliore amico gli ha permesso di essere l’uomo che è oggi. In grado di essere autonomo, comunicare con il mondo esterno e con gli stessi bambini affetti dalla sua stessa malattia. “Il cane è il migliore amico dell’uomo”, bhè in questo caso è proprio vero, loro non parlano, ma capiscono se c’è qualche problema e con i loro gesti sanno aiutarti più di una semplice parola data da una persona.




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    Messaggio  Elena Napolitano Mar Mag 03, 2011 4:53 pm

    Io ho scelto il libro Autonomia, «Handicap» e scuola dell'infanzia
    di Gaspari Patrizia - Anicia - 2000 Very Happy
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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) - Pagina 8 Empty i libri...

    Messaggio  Maddalena Antignano Mar Mag 03, 2011 5:32 pm

    Durante la lezione del 24 aprile dove molte hanno raccontato il loro libro nascosto,sono stati diversi gli interventi che mi hanno colpito da quello di fabrizia sul tema dell'autismo,quello di assunta con il libro "la lunga vita di Marianna" toccante e forte come il tema che tratta,cecità e mutismo dopo aver subito uno stupro...ma quello a cui sono stata attenta forse perchè conosco Ivana e la storia di Francesca colpita dalla sindrome di rett mi ha travolto!
    Come Ivy ci ha spiegato è una sindrome che coplisce prettamente le bambine che nei primi anni di vita sono "normali" nelle funzioni motorie e recettive ma che poi con gli anni si trasformano totalmente...Il libro,anzi la guida che ci è stata presentata secondo me è molto utile e penso di comprarlo in futuro perchè mi potrà servire come eductore ma anche come genitore in quanto non si sa mai cosa la vita ci riservi...é una malattia tutta da scoprire,e la ricerca dovrebbe avanzare non per trovare una cura perchè non esiste ad oggi,ma per offrire degli aiuti,dei metodi d'approccio che secondo me posso migliorare l'esistenza di questi piccoli innocenti angeli...
    Noi tutti e mi inserisco volentieri nella massa,dobbiamo prendere a questo corso e tutte le emozioni che ci offre prenderle e chiuderle nella nostra valigia esperenziale per portarle sempre con noi per ricordare ciò che genitori-servizi-disabili e comunità sociale possono e DEVONO fare per offrire un mondo migliore alle future generazioni... flower cheers


    Volevo fare però un rimprovero ad alcune ragazze (non ve la prendete) l'opportunità offerta serviva a noi tutti per aprire strade mai conosciute,per incuriosire su certi temi e non per presentare tesi e mettervi in mostra!!!
    A tutte bravissime ma per me era stato chiesto altro!
    Chiudo con un enorme grazie per i temi offerti e scusatemi per la franchezza!!! Razz
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    Messaggio  Rossella Lauria Mar Mag 03, 2011 6:10 pm

    ...nella prima parte della lezione la docente ci ha consigliato dei libri alcuni dei quali già conoscevo..e posso confermare che sono utili e interessanti..per quanto riguarda invece i libri presentati dalle colleghe sono diversi quelli che mi hanno colpita e che soprattutto mi hanno suscitato interesse..inizio con il complimentarmi con le ragazze che ancora una volta hanno avuto il "coraggio" di presentarsi di parlare di farci conoscere nuove cose..e soprattutto di farlo nel migliore dei modi.
    I lavori che però mi sono piaciuti di più sono stati quello di Ivana che tramite un manuale ci ha parlato della sindrome di Rett(La scienza l’ha definita “malattia neurodegenerativa dell’evoluzione progressiva”che colpisce solo le bambine i cui sintomi (lento reggresso psicomotorio, assenza del linguaggio, stereotipia accentuata delle mani), compaiono all’incirca fra il primo e secondo anno di vita dopo una gravidanza apparentemente normale.
    L’origine è certamente genetica, ma le cause sono ancora sconosciute)
    Siceramente non conoscevo questa sindrome,non ne avevo mai sentito parlare..ma è stato interessante scoprire nuove cose..e mi fa molto piacere che a spigarlo siano mie colleghe a volte amiche!
    Un altro lavoro che mi ha colpito molto è stato quello di Carmen che tramite il libro "La cecità di saramago" ci ha parlato di una cecità collettiva;a dire la verità quando non conosci un libro è molto difficile che in pochi minuti si riesca a capire il tutto,ma in questo caso non tanto il libro ma mi ha colpito la escrizione e i questiti che Carmen ci ha posto alla fine del suo discorso:e se ora in quest'aula diventassimo tutti cechi?????....subito mi è venuta in mente la simulazione del foular..il panico,l'ansia che non ho provato da sola ma insieme a tutte le mie colleghe che espimendosi mi hanno fatto capire che quello della "paura" era un sentimento che in quel mmento ci accomunava..e Carmen con quel libro mi ha fatto pensare a quel momento non del tutto piacevole..ma comunque educativo e importante..Brava!
    Anche il lavoro di Fabrizia mi è piaciuto molto che con il libro "Un amico come Henry" ci ha parlato dell'autismo un altro discorso affrontato e approfondito più volte in aula grazie anche agli interventi esterni della Dott.Magri e dell'Avvocato..anche questo è un argomento molto toccante che m porta a riflettere parecchio e che ogni giorno di più mi fa convincere del mio futuro e dell'impegno che metterò affinchè i bambini affetti da autismo possano beneficiare del maggior e del miglior aiuto possibile.
    Mi piacerebbe commentare anche altri commenti e intervnti fatti dalle mie colleghe ma mi sa che già sono andata oltre in consentito...in ogni caso sono state tutte molto brave tutte hanno argomentato temi importati e di alto livello che sono mirati al corso e importanti per la nostra crescita Tutte Brave! Very Happy
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    Messaggio  LuciaDeGregorio88 Mar Mag 03, 2011 6:18 pm

    sono mancata a questa lezione...mi dispiace!
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    Messaggio  enza bernardo Mar Mag 03, 2011 6:41 pm

    Nel laboratorio la "piazzetta del libro",sono stati molti i libri che mi hanno interessata,ma quello che maggiormente ha catturato la mia attenzione è stato quello presentatoci da Fabrizia,il libro in questione è "UN AMICO COME HANRY" di Nuala Gardner che è autobiografico.Infatti Nuala racconta la storia di suo figlio Dale,un bambino con ua grave forma di autismo,incapace di comunicare con gli altri,chiuso in se stesso,non riconosce nemmeno i genitori.
    Lottando con tanto amore,come solo una mamma sa fare,riesce ad ottenere per suo figlio l'aiuto di uno specialista,una scuola speciale,giochi didattici,un sostegno psichiatrico e un trattamento sanitario,ma nonostante le strategie adottate no ci furono progressi,l'unico in grado di migliorare radicalmente le condizioni di Dale,è stato Hanry,un cane.
    Infatti il rapporto che viene ad instaurarsi tra i due è talmente profondo e speciale che,solo ad allora Dale esce da quell'isolamento e dalla totale chiusura dal resto del mondo,e quindi proprio grazie ad Hanry che Dale oggi è un ragazzo simpatico e autonomo.
    Infatti,vari studi ci dicono che la Pet-therapy aiuta il movimento fisico rispettando la possibilità del disabile,aiuta a sviluppare la fiducia in se stessi e offre un vero e proprio senso di protezione.Con la presenza di un animale si possono superare davvero molti ostacoli.
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    Messaggio  alessia cicala* Mar Mag 03, 2011 7:13 pm

    Il libro che mi è piaciuto di più durante la lezione intitolata “la piazzetta del libro”, è stato quello presentato da Fabrizia intitolato “ Un amico come Henry ”. Questo è un racconto autobiografico di Nuala Gardner, relativo ai suoi due figli affetti da autismo. Nuala scopre solo dopo qualche anno dalla nascita del primogenito Dale, osservando in particolare i suoi giochi, privi di immaginazione e aspetto simbolico, che lui è affetto da autismo. Solo dopo numerose lotte, contro il sistema sanitario scozzese, Nuala riuscì ad ottenere l’aiuto di specialisti, scuola speciale, giochi didattici, trattamento sanitario e accompagnamento psichiatrico. Ma Dale inizialmente rifiutò di collaborare con la famiglia e con i medici. Ma le cose cambiarono radicalmente a seguito dell’ingresso in famiglia di un cucciolo di Golder Retreiver, chiamato Henry. Grazie a questo, che riuscì ad entrare nella vita interiore di Dale, il giovane fù capace di riaprirsi alla famiglia, all’esterno, cambiando in tal modo la sua vita sociale e la capacità di apprendimento, riuscendo a rispondere meglio alla terapia. Cosa, che invece il trattamento medico faceva in precedenza, ma a rilento. Anche la sorella minore Amy, è affetta da autismo, anche se in una forma più leggera di Dale, riesce a giovare dei benefici grazie alla presenza in famiglia di Henry.
    La storia è ambientata nel 1988, periodo nel quale l’autismo era considerato come una patologia determinata dalla freddezza dei genitori e in particolare della mamma, nei confronti del bambino. Infatti, si parlava di mamma frigorifero, incolpandola del fatto che la sua freddezza potesse opprimere i suoi figli in qualche modo. Il racconto di questo libro mi ha appassionato molto, infatti appena avrò un po’ di tempo, cercherò di leggerlo. “Un amico come Henry” mostra quanto il contatto con il migliore amico dell’uomo possa giovare ad un bambino autistico, generando una relazione affettiva che lo conduce a provare a migliorare e ad impegnarsi nella terapia, riuscendo così a progredire rispetto allo stato iniziale. Credo che il rifiuto iniziale di Dale a collaborare con i medici, possa essere stato determinato dal fatto che il piccolo aveva bisogno non solo di un approccio medico, ma soprattutto di un supporto emotivo.
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    Messaggio  Caterina Panico Mar Mag 03, 2011 7:50 pm

    Il libro che più mi ha colpita è stato quello presentato da Fabrizia "UN AMICO COME HANRY"
    Questo libro è stato scritto da Naula Gardner e racconta la sua storia. Lei è una madre di due bambini, Dale ed Amy ,entrambi autistici; anche se la bimba ha una forma di autismo più lieve rispetto al fratello.
    Naula lotta affinchè la malattia venga riconosciuta dai medici in modo che possano consigliarle dei metodi e cure più appropriate. Nonostante tutto Dale è irritabile, taciturno, non riconosce neanche i genitori e per questo la famiglia ne risente molto. Ma tutto cambia con l'arrivo di Henry, un cucciolo di Golden Retriver, grazie al quale Dale esce dal suo isolamento, diventando un ragazzo vivace e gioviale, fino a diventare l'autosufficiente giovane uomo che è oggi.
    La mia scelta è ricaduta su questo libro in quanto più fattori mi hanno colpito: prima di tutto la lotta di una madre che non ha mai smesso di combattere per l'amore dei propri figli e con grande coraggio e forza è riuscita ad andare avanti nonostante tutto; in secondo luogo ho trovato commovente il legame che si è venuto a creare tra Dale ed Hanry... è bello vedere come grazie ad un semplice rapporto uomo/animale una malattia che ti lascia spesso disarmato e impotente possa "regredire" ed fare spazio a nuove possibilità. Wink
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    Messaggio  Fabiola pinto Mar Mag 03, 2011 9:03 pm

    Molti in aula hanno parlato di libri con tematiche che riguardano anche temi già svolti nelle lezioni precedenti.Anche io volevo parlarvi di un libro molto bello ,che nei commenti precedenti accennai ,ma sono molto timida così preferisco comunicarvi solo i miei commenti su ciò che hanno detto i miei colleghi ,tra i tanti c'è "La lunga vita di Marianna Ucrià"un romanzo di Dacia Marain ,raccontatoci da Assia.La protagonista del libro è sordomuta ,la condizione sociale o culturale non gli rendono semplice la sua malattia .
    Il sordo mutismo consiste nell'unione di mutismo più sordità ,questa può avere anche molti effetti sul corretto sviluppo psicologico e sociale del soggetto .IL libro ci mostra che nonostante l'essere muta della protagonista ci mostra come le parole possono essere sostituite da altri sensi come la vista ,infatti si dice proprio che gli occhi sono lo specchio dell'anima.
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    Messaggio  Virginia Maddaloni Mar Mag 03, 2011 9:31 pm

    La piazzetta del libro è stata una bella occasione per poter presentare e conoscere libri e storie che possono arricchire le nostre conoscenze e le nostre sensibilità. Questo vale sia per chi ama leggere sia per chi, come noi futuri educatori, ha il desiderio di sapere di più per poter aiutare meglio chi ne ha bisogno. Gli argomenti trattati sono stati vari, come l’autismo, la cecità, la bulimia, la schiavitù, l’olocausto, la sindrome di Rett.. argomenti diversi, di vario genere, ma che hanno tutti risvegliato in noi la nostra voglia di aiutare gli altri. Almeno è questo ciò che spinge me giorno per giorno ad amare questo mestiere. La voglia di formarmi, anche attraverso le esperienze altrui.. e credo di poter consigliare a tutti di farlo, perché è davvero utile. L’amore verso gli altri, come l’amore per la lettura, è qualcosa di indescrivibile.
    Sono stata davvero colpita, tra i libri trattati, quello presentato da MariaCarmen “La cecità” di Josè Saramago. E’ una storia interessante, la quale cerca oltretutto di denunciare la cecità che la società ha di fronte ai problemi. Essa fa finta di non vedere. Come quando chi incontra un disabile per strada, una persona anziana oppure uno straniero e gira la faccia dall’altra parte, senza pensare che anche questa persona, come molti, può avere dei problemi e senza chiedersi se possa aver bisogno di un aiuto. Si vede come MariaCarmen in questo libro ci ha evidenziato il degrado umano, quando tutti nel momento della disperazione si scontrano in una lotta continua dove ognuno è nemico di tutti. La dignità e il rispetto non esistono più. Come se si presentasse il concetto di "Homo homini lupus" di Hobbes. Allora ci ha invitato ad osservare il mondo come un cieco, e vedere quanto con la vista tante cose non le vediamo e quindi capire come nella società moderna siamo tutti un po’ ciechi ma il vero problema è che non riusciamo a rendercene conto. Mi torna alla mente una frase del film “L’attimo fuggente”, quando il Prof Keating sale sulla cattedra e dice:

    “Sono salito qui per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva.”

    Anche io ho avuto la possibilità di parlare di un libro che mi ha trasmesso un po’ di conoscenze utili sia sull’autismo sia sulle tecnologie. Il libro è di James Rollins “L’ultimo oracolo”. Non ho avuto la possibilità di spiegare alcune cose riguardo le tecnologie e come queste possono influenzare il funzionamento del cervello umano, poiché in questo libro vengono usate per sfruttare potenzialità che hanno alcuni bambini autistici. Si infilano elettrodi nel cervello, e tutti gli input che arrivano ad esso viaggiano sotto forma di impulsi elettrici. Non vediamo con gli occhi, ma col cervello. E’ così che gli impianti cocleari ridanno l’udito ai sordi. L’impianto trasforma i suoni in impulsi elettrici, che sono trasmessi al cervello mediante un micro elettrodo inserito nel nervo acustico. Col tempo, la corteccia impara a reinterpretare questo nuovo segnale e, come quando si impara una nuova lingua, i sordi cominciano a udire. Il cervello, funzionando con impulsi elettrici e adattandosi a nuovi segnali, ha la capacità innata di collegarsi alle macchine. Per certi versi, ci rende dei perfetti cyborg (considerato quest’ultimo come l’essenza dell’invasione..). La regola di Hebb (una legge neurologica), per l'appunto, afferma che i neuroni interconnessi che si attivano ripetutamente rafforzano le reciproche sinapsi, e stimolando un’area del cervello la si rafforza sempre di più.
    Ciò che mi ha colpito in questo libro è vedere come i bambini venivano trattati e sfruttati.. davano loro la caccia, vivevano in una struttura chiusa, senza programmi per stimolarli, sempre sotto esperimenti. Persone senza cuore, né sensibilità. Mi chiedo come può l’essere umano essere così manipolatore e crudele. E vedere come attraverso la tecnologia, che può essere uno strumento utile, come per cercare di eliminare dei deficit che un disabile può avere, cerchi di raggiungere scopi disumani solo per il desiderio di potere. Forse la spiegazione sta nell’analisi che fa Gehlen sull’essere umano, dicendo che “L’uomo è organicamente l’essere manchevole, egli sarebbe inadatto alla vita in ogni ambiente naturale e così deve crearsi una seconda natura, un mondo di rimpiazzo, approntato artificialmente e a lui adatto, che possa cooperare con il suo deficiente equipaggiamento organico.”



    Volevo invitare ad ascoltare anche questa canzone di Simone Cristicchi "ti regalerò una rosa", il cui video è ambientato nel vecchio manicomio di Volterra. La chiave principale di questa canzone è l’amore che provano le persone “diverse” dalla maggior parte degli individui che compongono la nostra società e che per questo motivo sono indicate con la triste etichetta di “matti”. La canzone racconta la storia di Antonio chiuso dentro a un manicomio che ama la sua Margherita, la follia lo ha reso solo, ormai troppo solo per essere compreso e ascoltato. O forse no, forse è accaduto l’esatto contrario, la solitudine l’ha fatto impazzire, chissà.. “I matti siamo noi quando nessuno ci capisce, quando pure il tuo migliore amico ti tradisce..”. Dentro ai padiglioni Antonio ama, vive, ascolta, magari tutto questo avviene soltanto nella sua dimensione, ma ancora una forma di comunicazione latente gli è data da vivere, un dialogo da “pianoforte con un tasto rotto” con il resto della società che in fondo lo rifiuta, per cui rappresenta una persona inutile. Antonio non ha più schemi sociali né inibizioni, è libero, una libertà fatta prigione nella struttura in cui trascorre le giornate, ma almeno i medici e qualche volontario lo vanno a cercare ogni tanto. Lo stigma della malattia mentale si può combattere in vari modi, Simone Cristicchi ha scelto come spada personale lo stelo di una rosa. Possiamo pensare a qualcosa che sia più delicato e poetico di una rosa? È il fiore regina per la corona di petali che ne protegge il cuore, e insieme il volto simbolico della passione.
    Ciò che mi ha colpito di questa canzone quando la ascoltai a Sanremo 2007 è stata la denincia che il cantante ha voluto fare verso i manicomi, di cui ci siamo liberati grazie alla Legge 180/78, la Legge Basaglia. Ancora oggi vi sono persone che hanno condiviso le loro esperienze terribili e bellissime, rievocando ricordi dolorosi ma anche episodi significativi, tasselli fondamentali nella storia umana, sociale e politica del nostro paese. Perché la Legge Basaglia è stato solo l’inizio di un lungo percorso portato avanti dal coraggio degli infermieri e dai pazienti dei manicomi, che hanno lavorato insieme per rendere possibile l’apertura dei cancelli che chiudevano fuori il mondo. Spesso sostenuti e coadiuvati dai movimenti studenteschi, che hanno occupato i padiglioni e hanno promosso iniziative e manifestazioni a sostegno di una delle leggi più importanti della storia dell’umanità, apprezzata e studiata dalla comunità psichiatrica internazionale.
    Ho voluto parlare della legge Basaglia perchè credo che con essa si sia dato il più grande "schiaffo" al concetto di diversità nel nostro paese. Bisogna farsi sentire per poter cambiare le cose.. e Franco Basaglia ha lottato tanto per una giusta causa, e ha vinto. Ecco cosa diceva:
    «La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d'essere».

    Per concludere vorrei riportare delle parti significative di questa canzone che, personalmente, mi hanno tanto colpito..
    Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
    L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
    E giorno e notte si assomigliano
    Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
    Me la faccio ancora sotto perché ho paura
    Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
    Puzza di piscio e segatura
    Questa è malattia mentale e non esiste cura.
    I matti sono punti di domanda senza frase
    Migliaia di astronavi che non tornano alla base
    Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
    I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
    Mi fabbrico la neve col polistirolo
    La mia patologia è che son rimasto solo
    Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
    E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?


    Di questo ne avrei voluto parlare di più in aula, ma altrimenti non avrei potuto dare spazio alle altre mie colleghe. Ringrazio ancora la professoressa per aver dato la possibilità di parlare. E chiedo scusa se ho voluto approfondire qui sul forum questo discorso, ma a dire la verità ci tenevo... Grazie anche a chi ha voluto ascoltare o leggere..


    Ultima modifica di Virginia Maddaloni il Mer Mag 04, 2011 3:31 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  MariaVerrone Mar Mag 03, 2011 10:40 pm

    Tra i vari testi,quello che mi ha colpito di più e affascinato di più è stato il libro:UN AMICO COME HENRY.Questo libro racconta la storia di NUALA GARDNER in modo disinvolto ed emozionante.NUALA ha due figli,un bambino DALE e dopo molti anni nasce una bambina di nome AMY.Quando suo figlio è ancora neonato,NUALA scopre che soffre di una grave forma di autismo,anche la sorella soffriva della stessa sidrome ma in modo meno accentuato del fratello.I genitori di DALE lottano affinché i medici che accompagnano la crescita di DALE riconoscono il grave disturbo ,infatti solo questa diagnosi permetterà un corretto e adeguato trattamento di suo figlio.Dopo tante lotte i genitori riescono ad ottenere l'aiuto di una specialista,una scuola speciale,giochi didattici e un trattamento sanitario. Il momento più emozionante della sua storia è la presenza di un cane che poi diventerà il suo grande amico e il suo nome sarà HENRY, che permetterà a DALE di aprirsi alla famiglia e al mondo esterno,quindi tutto cambia,la vita sociale e la capacità di apprendimento del bambino mutano in modo radicale.Infatti il cucciolo HENRY riesce a penetrare nel mondo interiore di DALE,cosa che il trattamento psicoterapeutico riesce a svolgere lentamente,cosi il bambino inizia a rispondere meglio alla terapia e riesce a raggiungere degli ottimi risultati. Come noi sappiamo per l'AUTISMO non esiste una cura specifica ma ci deve essere un intervento precoce,individualizzato e appropriato.Infatti non esiste un intervento unico che va bene per tutti i bambini e che può rispondere a tutte le esigenze e questi interventi devono raggiungere degli obiettivi sociali. L'intervento che viene usato in questo libro è la PET THERAPY. Essa indica una serie complessa di utilizzi del rapporto uomo-animale in campo medico e psicologico.Si tratta di un'attività terapeutica vera e propria con precise caratteristiche finalizzata a migliorare le condizioni di salute e di vita sociale di un paziente con specifici obiettivi.Quindi si tratta di terapia che si rivela efficace grazie soprattutto alla presenza dell'animale.Ormai la presenza di un animale migliora da un punto di vista psicologico la vita dell'individuo, diminuendo la solitudine e la depressione e agendo da supporto sociale dando un impulso alla cura di se stessi facendo diminuire l'ansia e lo stress e avendo cosi sicurezza e tranquillità.
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    Messaggio  nicolettabarbato Mer Mag 04, 2011 5:51 am

    La giornata dedicata a noi studenti, è stata per me molto significativa. Mi ha permesso per la prima volta di parlare davanti a tante persone con un microfono in mano; cosa per me impensabile fino a poco tempo fa. Vorrei commentare il mio intervento sul libro disabilità e corso di vita. Per me, come si evince dalla lettura del testo, al di là di molte dichiarazioni di principio; ancora, troppo spesso, il modo di pensare la disabilità è caratterizzato da staticità e semplificazione. L’idea di corso di vita apre, invece, ad un pensiero delle abilità differenti e dell’inclusione, secondo la quale, ogni individuo è attraversato e sostanziato da una molteplicità di differenze e abilità, solo tenendo presente questo, è possibile la costruzione di una società più inclusiva, capace di promuovere legami far i suoi membri e meno ansiosa di imporre modelli normativi. Una frase che ho citato durante l’intervento fatto in aula e che mi ha molto colpita quando l’ho letta nel testo, è stata quella di Finkelstein. Egli, infatti, afferma: ”anziché essere un vincolo, le nostre imperfezioni possono essere considerate una caratteristica essenziale del nostro essere umani.”La condizione odierna, mette in evidenza come le persone “abili”,abbiano perso di vista la loro essenziale vulnerabilità e dipendenza sociale e le abbiano poste in carico alle persone disabili, come, se fossero caratteristiche specifiche della disabilità . Questa , operazione, ha creato una pericolosa illusione circa il significato non solo di normalità ma anche di autonomia, che diventano una barriera disabilitante per le persone disabili, in quanto, impediscono loro lo sviluppo di una conoscenza adeguata di se stessi. Un’importante idea citata da Canevaro nel testo, è quella di utilizzare il termine trovatori, piuttosto, che portatori di handicap, in quanto, la persona disabile, incontra nella sua vita una molteplicità di barriere con cui deve fare i conti, che di fatto gli impediscono di svolgere la vita in modo”normale”. Tali barriere sono le barriere sociali, culturali, architettoniche, che il soggetto può incontrare lungo il difficile percorso della sua vita. Questa, è una cosa che a mio avviso, dovrebbe far riflettere sul fatto che, spesso, è la società che fa sentire la persona diversa non accettata, non autonoma “un peso per l’altro”. Come diceva Goffman, nel suo libro intitolato “Stigma” vi è un attesa di uniformità e di omogeneità da parte dei gruppi sociali e della società nei confronti dei singoli individui. Coloro che, si discostano da queste attese, rischiano di essere stigmatizzate, cioè, percepite come persone incomplete e inadeguate. È importante far valere, invece, il riconoscimento del diritto di tutte le persone di poter avere a disposizioni mezzi per poter migliorare la propria esistenza, affinché tutti, possano sentirsi adeguati e soddisfatti del loro posto all’interno della comunità sociale.
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    Messaggio  Marino Francesca Paola Mer Mag 04, 2011 9:31 am

    ...premetto che tutti i libri citati dalle mie compagne sono stati interessanti e hanno trattato argomenti stupendi!! Il libro che, però mi ha colpito di più è stato quello di Nuala Gardner, un amico come Henry...tratto da una storia vera, Nuala descrive la sua esperienza personale. Questa storia è una dimostrazione di come la pet therapy funzioni più di tanti medicinali o di tanti altri trattamenti. E' stata una storia interessante, è stato bello sapere che 1 animale è capace di migliorare comportamenti autistici!!Infatti tra il bambino, Dale e il cane Henry si istaura un rapporto sempre più forte e profondo che piano piano aiuta dale a uscire dal suo isolamento e a farlo diventare il simpatico uomo e AUTOSUFFICIENTE giovane che è oggi!!!
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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) - Pagina 8 Empty La piazzetta del libro

    Messaggio  Maria Rosaria Lombardi Mer Mag 04, 2011 10:49 am

    Il laboratorio "la piazzetta del libro" mi ha permesso di ampliare il mio bagaglio culturale, sono venuta a conoscenza di alcuni libri mai sentiti prima, tra l'altro molto interessanti.
    Sono stati presentati argomenti di vario genere che spaziano dall'autismo, alla cecità, alla bulimia\anoressia, alla sindrome di rett, al nido e l'handicap, alla schiavitù..........
    Inizialmente è stato difficile scegliere una tematica da trattare perchè ognuna di essa ha suscitato in me molto interesse e curiosità e meriterebbe di essere approfondita.
    La tematica che ho deciso di approfondire e di fare alcune ricerca è stata "LA SINDROME DI RETT", nn ne avevo mai sentito parlare prima e quindi ho preferito documentarmi e ampliare le miei conosconze su questa malattia.

    Origine
    La sindrome di Rett fu descritta originariamente in un articolo pubblicato da Andres Rett nel 1966, riguardante un suo studio nato da un’osservazione occasionale: il neurologo viennese, infatti, mentre attraversava l’ambulatorio del suo reparto, vide che le madri di due bambine tenevano le mani su quelle delle loro figlie.
    Le sollecitò a lasciargliele libere e si accorse che entrambe le bambine presentavano un’identica stereotipia, un continuo movimento delle mani una con l’altra, come se svolgessero un’attività di lavaggio: il caso gli aveva portato di fronte due bambine con la stessa malattia.
    Rett colse l’importanza di questa stereotipia così particolare e rientrando nel proprio studio, riuscì ad identificare altre bambine, viste in precedenza, che presentavano lo stesso sintomo.
    Questo articolo e altre successive pubblicazioni di Rett su questo argomento furono ignorati per molti anni da gran parte degli studiosi.
    Va ricordato in proposito che gli anni Sessanta sono quelli delle scoperte di nuove malattie dismetaboliche e cromosomiche e, in generale, di una particolare valorizzazione degli esami di laboratorio che mettono in ombra in parte la semiotica neurologica.
    Vari neurologi dell’età evolutiva ricordano come parte della propria esperienza di lavoro l'essersi imbattuti in quell’epoca in bambine che presentavano il quadro di quella che oggi chiamiamo la sindrome di Rett, di aver sospettato una nuova, particolare malattia e di aver fatto i più complessi esami di laboratorio, che risultarono normali: dopo di che non si occuparono più della cosa.
    Nel 1982, in occasione della riunione della Federazione Europea di Neuropsichiatria, tenutasi nel Norwirherhout, venne presentata la completa descrizione della sindrome di cui si ebbe la prima pubblicazione nella letteratura medica in lingua inglese l’anno successivo.

    Diagnosi
    La sindrome di Rett è scientificamente riconosciuta come un disordine neurologico grave, ad eziologia (l’insieme delle cause) sconosciuta, che colpisce prevalentemente, se non esclusivamente, soggetti di sesso femminile durante i primi due anni di vita.
    I principali sintomi compaiono dopo uno sviluppo psicomotorio apparentemente normale e sono rappresentati da arresto della crescita cranica con microcefalia, perdita dell’uso finalizzato delle mani per comparsa di stereotipie tipo “hand washing”, comportamento autistico, perdita della comunicazione, atassia e crisi convulsive.
    L’ipotesi più spesso evocata per spiegare questi fatti è che la sindrome di Rett sia dovuta a una mutazione dominante legata al cromosoma X. Fino al settembre 1999 la diagnosi della malattia si basava esclusivamente sull’esame clinico. Da allora viene confermata, in circa l'80% dei casi, dalla genetica molecolare.
    E in ogni caso è sempre opportuno che i soggetti che presentano i sintomi della malattia siano visti da uno specialista che abbia familiarità con questo tipo di patologie.
    Sono stati sviluppati precisi criteri diagnostici:
    - Periodo prenatale e postnatale apparentemente normali.
    - Sviluppo psicomotorio nel corso dei primi sei mesi/quattro anni di vita, apparentemente normale.
    - Misura normale della circonferenza cranica alla nascita con rallentamento della crescita del cranio tra i sei mesi e i quattro anni di vita.
    - Perdita dell'uso funzionale delle mani tra i sei mesi e i trenta mesi, associato a difficoltà comunicative e ad una chiusura alla socializzazione.
    - Linguaggio ricettivo ed espressivo gravemente danneggiati ed evidente grave ritardo psicomotorio.
    - Comparsa dei movimenti stereotipati delle mani: serrate, strofinate, portate alla bocca.
    - Aprassia della deambulazione (difficoltà a esercitare movimenti) e atassia (mancanza di coordinazione dei movimenti volontari) della postura tra uno e quattro anni.

    Spesso accade che la diagnosi rimanga dubbia tra i due e i cinque anni.
    Pur essendo più difficoltosa all'esordio e nelle forme varianti, la diagnosi è agevolata dalla conoscenza della storia naturale della malattia, che la rende assolutamente specifica e permette di differenziarla da patologie con sintomi simili e con le quali, fino a qualche tempo fa, venivano confuse (autismo, paralisi cerebrali atassiche, sindrome di Angelman, malattie metaboliche).
    Attualmente gli studi epidemiologici sul ritardo mentale ci indicano che esiste una prevalenza nella popolazione infantile di circa il 3%.
    Nonostante i progressi nel campo della biogenetica e di altri mezzi diagnostici, ancora oggi non si conoscono le cause del ritardo mentale nel 30% dei casi.
    Recenti studi hanno evidenziato che quando una sindrome ha delle caratteristiche cliniche ben definite come quella di Rett è di estrema importanza realizzare ricerche epidemiologiche nei Paesi dove si trovano le pazienti, per poter arrivare in futuro a conoscerne meglio le varietà cliniche, l’eziologia e il trattamento e per dare un consiglio genetico alla famiglia.
    Gli studi epidemiologici della sindrome di Rett compiuti in diversi Paesi hanno dato una prevalenza da 1 su 12.000 a 1 su 15.000.
    Per ciò che riguarda l’Italia, gli studi epidemiologici più noti sono stati quelli descritti da M. Zappella e M. Cerioli nel Nord Italia, e più recentemente da G. Pini in Versilia.


    https://www.youtube.com/watch?v=DohQ1qqT4TQ

    https://www.youtube.com/watch?
    v=NLFsYn69CPw&feature=related

    PS: Ringrazio tutti i miei colleghi e soprattutto la prof che con questo suo modo di fare lezione e questa nuova tecnica di lavoro ci permette non solo di acculturarci dai classici libri ma ci fa toccare con mano la realtà, mira alla nostra sensibilità e ci prepara al mondo lavorativo...!!!!!!!!!!!!

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