Innanzitutto ho imparato cosa vuol dire asoltare e partecipare e partecipare col cuore ai racconri di chi ci parla e poi ho capito che per poetr fare opere buone e ampliare il processo di educazione non bisogna spingersi fino in Africa o nel terzo mondo perchè basta guardarci intorno per vedere che il nostro aiuto serve proprio a pochi passi da noi.
Tra tutte le eperienze raccontate quelle che più ho sentito vicine alla mia persona sono state quelle di Vincenzo e quelle di Anna.
Anche io come Vincenzo ho fatto un'esperienza nell'azione cattolica con bambini di diversa età e concordo pienamente lon quello che ha detto e col fatto che questo tipo di esperienze ti arricchiscono la vita perchè ti accorgi che nonostante tu faccia tanto per loro alla fine ti rendi conto che è sempre troppo poco rispetto a quello che loro riescono a donarti con i loro sorrisi,con la loro allegria e con le loro spiazzanti domande.
Ancora di più ho sentito una forte affinità con Anna e ho ammirato molto il suo coraggio e la forza che ha trovato per raccontare la sua storia.
Anche io come lei mi sono persa in questo tunnel,in questo buco nero che sembra non avere mai fine,mai luce...
ma dal quale sono uscita con l'aiuto dei miei genitore e di quanti mi amano.
Ora su questo forum voglio raccontare la mia esperienza.
Nel 2008 sono partita per un campo missionario in Albania e qui ho trovato una situazione sconvolgente.
Eravamo in molti a lavorare in 3 villaggi diversi.
Il nostro compito era stare con i bambini in alcuni luoghi del villaggio.
Nel mio villaggio c'era una piccola stanza degradata che era la loro scuola e,qui intorno a qualche banco cercavamo di insegnargli con vari giochi i 10 comandamenti.
L'Albania è una terra molto povera sia economicamente che culturalmente.
Molti bambini non vanno a scuola o perchè i genitori non hanno abbastanza soldi o perchè devono badare ai loro fratelli o perchè devono lavorare.
Molti di loro non hanno nemmeno una vera casa ma piccole baracche fatte di legno in cui convivevano più di 10 persone in condizioni igieniche precarie ma non solo...spesso dormivano e cucinavano nella stessa stanza e quindi il pericolo di incendio era molto frequente visto che cucinavano ancora sul fuoco acceso con la legna sul pavimento.
Al di là di questa povertà che ho visto con i miei occhi e toccato con le mie mani,quello che non dimenticherò mai di questa esperienza è il calore che queste persone mi hanno trasmesso con la loro gioia,la loro voglia di vivere,la loro ospitalità...
Ancora oggi quando si parla degli albanesi si pensa che siano tutti criminali,ladri e stupratori e si cerca di allontanarli perchè fanno paura e vengono così discriminati.
Ma io posso dire che nella loro terra non ho trovato niente di tutto questo.
Io ho incontrato solo occhi di speranza che chiedevano aiuto,che chiedevano di essere amti,di essere capito e di essere EDUCATI PER POTER ESSERE MIGLIORI!