È stato bello ascoltare e percepire l’entusiasmo e l’emozione fino in fondo, oggi …. Come esprimere giudizi?! Come dire che ha colpito l’uno piuttosto che l’altro?!
Ogni racconto, ogni esperienza è stata coinvolgente e a quanto pare non è stata solo una mia sensazione …
E allora mi viene da pensare … quanto c’è nella vita di ogni essere umano??! … da dare, da raccontare, da leggere e percepire al di là di semplici supposizioni basate sulle apparenze e luoghi comuni … insomma, siamo un universo infinito di storie ed emozioni laddove attraversarle, aprirti a loro, non può far altro che regalartene ulteriori ed arricchire sempre di più la tua stessa vita.
Parrocchie, ospedali, associazioni, comunità, carceri … piccoli universi a volte snobbati … persone che hanno sbagliato, che devono scontare la loro pena, “relitti della società”, poveracci …
Eppure oggi, a sfatare i miti di un’epoca che ha distrutto ogni valore … piccole esperienze, piccoli gesti che ci possono far sperare …
Non ho mai lavorato con disabili o persone in difficoltà … ho semplicemente, anch’io come Anna, fatto a pugni con me stessa e gli abissi grigi dell’anoressia … ed è per questo che una particolare emozione mi ha percorsa lungo la schiena ascoltando le sue parole … perché so quanto è difficile raccontare, trovare il coraggio di esprimere il dolore di quelle ferite e dei pregiudizi, liberarsi “dall’abbraccio mortale” dell’anoressia ed incontrare quell’abbraccio d’amore …. di cui si ha tanta “fame” ….
La sofferenza emotiva, la rabbia, il desiderio, la paura di vivere e di morire, la paura della paura …. È come se fosse un “progetto” … un vano tentativo di fare ordine dentro di sé, uno spietato regime di se stessi , un estremo tentativo di controllo di sé, del mondo, delle proprie emozioni … dimostrare di non aver fame,di non aver freddo, non aver bisogno , di non aver “paura”… per poi accorgersi di essere in una caduta libera .. fino a morire ...
Non so perché ammettere le radici familiari del proprio disagio sia più difficile di ogni “violenza” contro se stessi … eppure molto spesso l’anoressia diventa il punto intorno al quale riorganizzare la propria famiglia, quasi un tentativo di “istruirla” agli abbracci, alle carezze, a quell’affetto che deve essere "urgentemente" dimostrato al di là di una borsa, un vestito griffati o di un viaggio all’estero …
Quando si ha il coraggio di ammetterlo, di riconoscerlo poi … sembra che improvvisamente quella carica distruttiva contro se stessi converta la propria rotta verso altri progetti e altre passioni …
e per la prima volta impari a sorridere … proprio come Anna, che dopo aver affrontato il padre ha tatuato sulla sua pelle uno Smile …
Io l’ho fatto con la danza, perché nell’arte tutto diventa più bello, perché non esiste vergogna, né pregiudizio … perché puoi esprimere le tue emozioni senza riserve … perché puoi amare e ti devi amare … perché sul palco, lì … devi proprio sorridere!
Di anoressia si guarisce … anche se penso che una volta usciti da quel dolore non si possa far finta che non ci sia mai stato. Ma sei hai incontrato quella sofferenza, se l’hai guardata in faccia e hai saputo afferrarla con le mani ottieni un privilegio che credo sia di pochi …. Credo che impari a vedere le cose più attentamente, con una sensibilità ed una consapevolezza del valore della vita … sia di ogni sua piccola sfumatura...in modo assolutamente autentico …
E impari davvero a godere di tutti i colori del mondo ….
grazie Stefania, quanto dici non ha bisogno di commenti.
la docente