felicialuongo Gio Mar 24, 2011 6:45 pm
E' stata una simulazione davvero significativa e profonda. Un miscuglio di emozioni... Sicuramente all'inizio ho provato un senso di smarrimento, di sconforto, di angoscia, infatti la prima cosa che ho detto dopo essermi bendata è stata: "oh Dio!" Ma è stato proprio in quel momento, che venendo meno la funzione visiva, la mia attenzione si è focalizzata solo all'ascolto delle poesie. La vista è indispensabile per l'autonomia e per le relazioni dell'individuo, ma se questo senso viene a mancare, entrano in gioco altri organi fondamentali per tutti noi. Immedesimarsi nei panni di un non vedente è stata senza dubbio un'esperienza davvero toccante, anche se solo chi realmente vive questa condizione sa cosa vuol dire non poter vedere tutto ciò che c'è intorno, i raggi del sole, i colori, il paesaggio, il verde del prato, chi ti parla... E' proprio immaginando e pensando a coloro che non possono scegliere che mi sono detta: io tra 5 minuti potrò vedere tutto ciò che vedevo prima di essermi bendata, ma chi invece non può decidere di vedere la luce, chi vive nel buio come sta? Etichettato, giudicato,disprezzato,emarginato... Come si sente? Cosa prova? C'è una sola risposta... SOFFERENZA! Ho pensato a quanto io sia fortunata e a quanto spesso ci lamentiamo di cose futili, a tutte quelle volte che non sappiamo apprezzare i doni della natura, quello che la vita ci offre. Nonostante la mia fobia per il buio, sono riuscita a portare avanti la simulazione e a concentrarmi solo sulle poesie, poesie dense di significato, che mi hanno emozionato tantissimo al punto che le lacrime faticavano a non scendere,probabilmente anche perchè quanto hanno affermato quei ragazzi nelle loro poesie mi tocca da vicino. Ho mia sorella la seconda, adesso ventenne, affetto da un ritardo psico-motorio di grado medio-grave. Per me lei è SPECIALE,UNICA,INDISPENSABILE, ma quando vedi che per gli altri non è così, che non l'apprezzano, provo un dolore enorme, anche perchè lei è molto sensibile e so che ci sta male. Non è giusto! Anche lei ha diritto ad una vita normale come tutti gli altri, o meglio come chi viene considerato "normale", che poi secondo me tanto normale non è se è pieno di pregiudizi, egoismo, cattiveria, arroganza! Stare al buio per quei pochi minuti, mi ha portato alla mente quando l'ultima delle mie sorelle a soli 4 anni ha dovuto fare un delicato intervento agli occhi e poi li ha dovuti tenere entrambi bendati per alcuni giorni. Sono stati momenti davvero difficili. E comunque dall'età di 3 mesi fino a quando aveva 10 anni, ora ne ha 14 doveva portare una benda dalla mattina alla sera fino a prima di andare a letto, tutti i giorni. (Scusatemi per questi brevi accenni personali, è che mi sono lasciata prendere la mano e forse per la prima volta ho sentito di potermi esprimere liberamente, probabilmente perchè sapevo che avreste capito). Della poesia l'angelo del Signore di Riccardo Fafnir mi ha colpito la frase: "vi sentite come in colpa per la mia diversità e non cogliete l'insegnamento che la mia vita dà. Già perchè hanno tanto da insegnarci e da offrirci. Altrettanto toccante è quella di Gennaro Morra in bilico: ho paura di cadere non tanto per il doloro che potrei avvertire ma per il peso dei loro occhi che su quel pavimento mi potrebbero inchiodare. Basterebbe un sorriso, il protrarsi di una mano alla quale mi potrei aggrappare per non sentire più l'imbarazzo del mio continuo ondeggiare. Ma quella che più di tutte mi è rimasta nel cuore è: "CHIAMATEMI PER NOME" di Gianni Scopelliti, infatti appena l'ho sentita in aula l'ho riconosciuta subito perchè l' avevo già precedentemente letta sul libro della professoressa Briganti. Quante volte ci capita di sentire: Sara (un nome a caso) la cieca, Sara l'handicappata, Sara la sorda... Perchè etichettarli? Perchè non dire semplicemente Sara, come invece si fa per tutti coloro considerati normali? Da queste poesie infatti si evince il desiderio di questi ragazzi di essere apprezzati per quello che sono. Anche loro hanno un volto, un sorriso, un pianto, una gioia da condividere. CONSIDERIAMOLI PER CIO' CHE SONO E PER QUELLO CHE POSSONO OFFRIRE ANZI CHE OFFRONO E NON PER CIO' CHE NON HANNO. DA LORO POSSIAMO SOLO CHE IMPARARE E SOPRATTUTTO LORO SI CHE SANNO AMARE E NON DISPREZZARE!
Per favore abbiate il coraggio della novità,
abbiate occhi nuovi per scoprire che prima di tutto
"IO SONO".