Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty NEI PANNI DI UN ALTRO...

    Messaggio  Sonia Cristillo Mer Mar 23, 2011 5:02 pm

    La mia ossessione di avere sempre tutto sotto controllo,la necessità di sapere cosa gli altri intorno a me fanno,mi ha fatta sentire molto..troppo disorientata e mi ha anche messa un pò in ansia.Ascoltavo le parole, i rumori di persone,ma non riuscivo a capire chi parlava,chi si muoveva.Poi è iniziata la lettura delle poesie e allora ho cercato di porre tutta la mia attenzione nell'ascolto per cercare di placare il senso di agitazione.
    Devo ammettere che non riuscivo,inizialmente,a concentrarmi perchè il minimo rumore mi portava a cercare da che parte derivasse.Quando la lettura si è completata sono stata felice di togliere quel foulard che sembrava mi separasse dal mondo esterno...
    Subito ho pensato:"Mamma mia ma come ci si può fare l'abitudine a vivere così??"...
    Quando ero ormai del tutto tranquilla mi sono resa conto che il fatto di dovermi concentrare solo sull'ascolto mi ha permesso realmente di ASCOLTARE e non di SENTIRE solamente.
    Ho ascoltato con un'intensità fortissima ogni parola detta ed,in particolare,la poesia "chiamatemi per nome" mi ha portato a riflettere sull'aspetto dell'etichettamento:invece di apprezzare persone che superano difficoltà che noi nemmeno immaginiamo con grande volontà le incanaliamo in quella categoria dei"diversi",dei"disabili",le etichettiamo come se non potessero essere altro che "questo"..quando in realtà per farle sentire "come noi" basta...chiamarle per nome!!.
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    di girolamo giuseppina


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Lezione 14 Marzo "simulazione"

    Messaggio  di girolamo giuseppina Mer Mar 23, 2011 6:01 pm

    Stare con una benda sugli occhi è stata un' esperienza che mi ha toccato molto perchè è la prima volta che sono riuscita a mettermi nei panni di una persona non vedente.Non riuscire a vedere ciò che ti sta attorno,non sapere ciò che tocchi con le mani fa davvero paura,e come stare nel buio..sentirsi spaesati..smarriti.
    Al buio è forse una delle cose che più fa paura all' essere umano,è come avere paura del domani,di ciò che sarà e non aver alcuna possibilità per scoprirlo.
    La vista è forse,tra i sensi,uno dei più importanti..ci fa conoscere,sapere,scoprire,ma soprattutto guardare negli occhi di chi ci circonda,infatti ho sempre pensato che gli occhi sono lo specchio dell' anima e non poterli guardare è come non poter conoscere le emozioni altrui.Eppure le persone non vedenti di solito sono molto sensibili,proprio perchè sviluppano molto gli altri sensi,di ciò nè ho testimonianza quotidiana,poichè mia nonna è una non vedente.Credo quindi che anche una deficienza come la cecità possa essere superata grazie alla sensibilità,alla profondità di ciascuno di noi che dovrebbero portarci in ogni circostanza a "guardare oltre".
    Tra le poesie quella che mi ha colpito di più è stata "Chiamatemi per nome"in quanto ritengo che una persona non può essere distinta per le sue "non possibilità",ma per le sue "possibilità",non per le sue "mancanze",ma per le sue "azioni".Ciascuno di noi è diverso ed è proprio questo che ci rende speciali,il nome ci distingue,ma l' umanità ci accomuna,quindi ricordiamoci che siamo tutti diversamente uguali,tutti figli di un unico destino.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  RosaBorrelli Mer Mar 23, 2011 6:21 pm

    Quante sensazioni,emozioni.. non saprei dirvi..io vivo con i nonni insieme a mia madre. Mia nonna è cieca,quindi, come tutti la chiamerebbero una DISABILE,ma per me non è così lei è mia NONNA una persona che fa tutto o per lo meno cerca di FARE TUTTO, è una DONNA che non vorrebbe mai disturbarci per pensare a lei, se potesse farebbe di tutto per noi... allora vi dico che per me sono persone, che anche se le mancano qualcosa,hanno una FORZA D'ANIMO IMMENSA e AFFRONTANO LA VITA in modo SERENO E FELICE!! Very Happy sunny 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Images
    Angela Di Gennaro
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  Angela Di Gennaro Mer Mar 23, 2011 6:39 pm

    il non riuscire a vedere e gestire ciò che mi circonda mi mette tensione.ero lì bendata con una voce che leggeva delle poesie per me,mi sarei dovuta mettere ad ascoltare,farmi trascinare dalle parole e rillassarmi e invece no.non sono riuscita a sentire una sola parola letta.ero troppo preoccupata a cercare di capire cosa stava accadendo intorno,il non riuscire a vedere mi manda in panico.quando vado in un pub,un ristorante che sia cerco sempre di riservarmi il posto "migliore",il muro alle mie spalle perchè devo vedere cosa mi accade intorno,devo tenere la situazione sotto controllo.se la domanda è:"cosa hai provato con gli occhi bendati?"la mia risposta è "panico".per me è terribile il non riuscire a vedere.
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    mariafiorentino


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  mariafiorentino Mer Mar 23, 2011 6:47 pm

    Avendo ascoltato le poesie lette in aula ho provato delle strane emozioni.
    E' strano vedere attraverso l'udito!Durante la simulazione ho provato ad immedesimarmi con chi purtroppo non riesce a vedere cio' che noi vediamo ogni giorno.Ma nonostante io stessi bendata ho comunque raccolto il pieno significato delle poesie.
    Sopratutto l'ultima poesia " chiamatemi per nome " mi ha colpito particolarmente perchè la scrittrice ha voluto trasmetterci il suo senso di emarginazione e le sue sensazioni che vive quotidianamente facendo trasparire la loro sofferenza causata sopratutto dal non essere compresi e rispettati.
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    Antonella Rigatuso


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty La percezione...

    Messaggio  Antonella Rigatuso Mer Mar 23, 2011 9:06 pm

    Il laboratorio di oggi è stato carico di emozioni, è stato importante condividere le emozioni che abbiamo provato durante la simulazione, il senso di disagio, l'angoscia, lo smarrimento, la paura, l'insofferenza, l'impotenza....
    Ho ascoltato le poesie con molta attenzione, bendando gli occhi gli altri sensi si acutizzano come l'udito (non era distratto dal senso della vista che attrae sempre per prima la nostra attenzione specialmente in una società fatta d'immagini). Ascoltare questi ragazzi tramite le poesie, guardare alle loro storie di vita attraverso il loro punto di vista mi ha aperto un nuovo mondo. Quando Riccardo parla dell'amore dei suoi genitori che lo vedono come un fiore delicato, vede la sofferenza del padre le lacrime della madre, il loro senso di colpa, loro malgrado lo fanno tanto soffrire. Nel loro abbraccio sente l'amore ma lui sorride perchè non lo conoscono........
    A volte anche i genitori con tutto l'amore che possono non riescono a guardare oltre quella DISABILITA'(o perchè non gliene da modo, è la società che deve cambiare e noi tutti) e cercare di vedere cosa Riccardo ha e cosa può dare come persona vista nel suo insieme.
    L'altra poesia "in bilico" parla di un ragazzo che barcolla come un birillo si appiglia dove può, la sua paura è quella di cadere non per il dolore che potrebbe provare ma per gli sguardi che lo inchioderebbero a terra, basterebbe un sorriso e tendergli la mano per toglierlo dall'imbarazzo del suo continuo oddeggiare.......
    Basterebbe poco, ma il problema è che a volte manca questa apertura, ci spaventa la diversità qualunque essa sia, bisognerebbe rieducare gli animi di tutti noi a non avere più paura e tendere la mano.
    Alessia Iovinelli
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  Alessia Iovinelli Mer Mar 23, 2011 10:22 pm

    I due sensi...vista e udito...Non avere un senso a volte ci fa percepire meglio gli altri sensi, la vista è come se annullasse gli altri sensi!Cm l'udito...Durante l'esperienza mentre ero bendata pensavo proprio a questo...non vedevo ma ascoltavo..ho scoperto si l'importanza della vista ma anche l'importanza dell'udito...questi due sensi così belli,ma a volte così poco considerati!...Beh si chiudere gli occhi per un attimo è stato avvilente, ma pensavo che comunque dopo li avrei riaperti, i non vedenti si riportano ai sensi ..non vedono ma odono!

    Chiamatemi per nome
    Non voglio più essere conosciuta
    per ciò che non ho
    ma per quello che sono:
    una persona come tante altre.
    Chiamatemi per nome.
    Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,
    una gioia da condividere.
    Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.
    Chiamatemi per nome.
    Non più:
    portatrice di handicap, disabile,
    non vedente, non udente, cerebrolesa, tetraplegica.
    Forse usate chiamare gli altri:
    “portatore di occhi castani” oppure “inabile a cantare”?
    o ancora: “miope” oppure “presbite”?
    Per favore abbiate il coraggio della novità.
    Abbiate occhi nuovi per scoprire che,
    prima di tutto,
    io “sono”.
    Chiamatemi per nome.

    IO SONO... anche se con dei deficit! Lei pretende il suo nome! "Abbiate occhi nuovi" questa è la frase che mi ha colpito di più! Occhi nuovi per guardare il mondo diversamente, gli altri diversamente!
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    mara cestrone


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  mara cestrone Mer Mar 23, 2011 10:43 pm

    La simulazione fatta in classe il 14marzo è stata un'esperienza unica.Stando bendata,i primi minuti ho avuto un senso di smarrimento poi ascoltando le poesie citate dalla professoressa ho provato una forte emozione perchè riuscivo a percepire tutti i rumori ed immaginare la reatà al di fuori di quella benda.Sono rimasta basita dal racconto di una mia collega la quale ha raccontato la storia di sua madre che è cieca ma nello stesso tempo ha una voglia di vivere straordinaria in quanto ha saputo farsi una famiglia tutta sua senza crearsi problemi ma affrontando la vita con leggerezza.Concludo dicendo che loro sono come tutti anzi,secondo me,noi abbiamo molto da imparare da loro.
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    Rossella Gargano


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  Rossella Gargano Mer Mar 23, 2011 10:57 pm

    Dopo l'esperienza in classe,mi sono resa conto di come un non vedente possa sentirsi spaesato,insicuro,privato di un qualcosa di vitale.
    Per il poco tempo durante il quale siamo stati bendati,mi sono sentita smarrita,stringevo i pugni e pensavo a come si era sentito mio nonno,che durante gli ultimi anni della sua vita diventò cieco.
    Le poesie lette hanno provocato in me forti emozioni e mi hanno fatto ringraziare Dio per tutto ciò che mi ha donato.
    Ho ripetuto l'esperimento da bendata per pochi minuti anche a casa mia,un ambiente conosciuto,quasi memorizzato eppure è stato orribile.
    Per quanto riguarda le poesie mi hanno portato a riflette sul desiderio più grande di queste persone sfortunate,essere trattati come persone normali e non come disabili.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  simona liardo Gio Mar 24, 2011 10:55 am

    Indossando la benda agli occhi ho avuto una sensazione spiacevole, sentivo quasi forzatamente una cosa che non mi apparteneva e che mi provocava solo disorientamento e buio totale. La mia più grande fobia è "il buio" e proprio in quel momento la stavo vivendo. La vista è la cosa più essenziale che esiste. In quel momento ho pensato che non riuscirei mai a viverne senza. Non potrei meravigliarmi dinanzi a tutte le bellezze che circondano il mondo : tutte fatte di colori che ti affascinano personalmente senza che qualcuno te le descriva. Nonostante questi pensieri credo comunque che nella vita bisogna sempre provare qualcosa di nuovo, ed io l'ho fatto immedesimandomi nelle persone affette dalla cecità e finalmente riuscendo a capire in minima parte cio che si prova.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty *Guardare nel Nulla*

    Messaggio  MiriamFalanga Gio Mar 24, 2011 10:55 am

    Nella simulazione fatta in aula con il foulard ho provato sensazioni d completo smarrimento,di completa angoscia,poichè mi sono sentita ostacolata nel poter svolgere un'attività che normalmente occupa un posto fondamentale nella mia Vita,come in quella di chiunque altro: "Il poter vedere,il poter ammirare e il poter sentire le differenti cose che costituiscono il mondo"!
    Ascoltando le poesie mi sono resa conto ancor di più della difficoltà che incontrano tutti coloro che sono affetti da disabilità, in particolare da cecità,i quali tendono a "Guardare"alla vita servendosi di vere e proprie rappresentazioni mentali.
    Sono persone che appunto giorno dopo giorno nel loro percorso tendono ad incontare molti più ostacoli dovuti soprattutto al mancato "supporto,alla mancata cura e al mancato sostegno da parte della società", la quale infatti tende ad assumere sempre più spesso atteggiamenti di completa indifferenza.
    Come si evince infine dalla lettura delle poesie sono comunque PERSONE che non si lasciano ABBATTERE facilmente,che non si FERMANO davanti ad un ostacolo,Persone che tendono a vedere ed a considerare la vita come "Dono",anche se mancante di qualcosa.
    Pretendono solo di essere trattati e considerati come SOGGETTI aventi diritti e doveri pari ai nostri...Nient'altro!
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    Maria Vittoria Ricciola


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  Maria Vittoria Ricciola Gio Mar 24, 2011 11:20 am

    Dopo questa lezione ,molte ragazze mi hanno chiesto cosa avevo provato durante l'esperimento ,quali erano state le mie sensazioni...Sembrerà strano ,ma non riuscivo ad esprimere ciò che realmente avevo sentito ,quali erano state le mie emozioni...Ho risposto paura ,smarrimento ,fastidio...ma quest'ultime ,e molte altre parole non potrebbero mai far capire veramente le emozioni che sentivo...Credo che esse siano effimere ,che non possano rappresentare o far capire ad altri lo sgomento che provai in quei 5 minuti...per me sono stati assolutamente interminabili...sembrava che il tempo si fosse fermato ,non riuscivo a capire ciò che mi stava succedendo intorno ,non riuscivo ad avere più il controllo .Avevo paura di compiere anche il gesto più semplice e quotidiano fino ad allora perchè ,appunto ,avevo il timore di tutto e ,forse anche di tutte le altre persone che mi stavano vicino!! Mi sentivo "in trappola" ,come se non avessi vie di uscita...Non era la prima volta che mi bendavo ,quante volte da bambini ,molti di noi hanno giocato a Mosca Cieca ,ma forse quando lo facevamo pensavamo unicamente a trovare un nostro amico o semplicemente a divertici...Ma in aula...Non è stato divertimento...Non è stato un gioco!!Ci siamo messi ,anzi abbiamo provato a metterci nei panni delle persone che putroppo affrontano queste difficoltà ,queste emozioni tutti i giorni...E sinceramente l'unica cosa che mi rimane da dire ,è che queste persone possono essere solo ammirate...Omaggiate...I veri eroi non sono quelli che vediamo in Tv ,non sono quelli gli esempi da seguire...ma queste persone ,questi "Disabili" ,queste persone che presentano "deficit"...Perchè quest'ultime riescono a sorridere in situazioni dove si potrebbe solo piangere!!!!Loro possono essere chiamati...EROI!!!
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  Maddalena Russo Gio Mar 24, 2011 12:22 pm

    Tra le diverse lezioni svolte finora con la docente Briganti,sicurmaente l'esercizo della simulazione è stato,a mio parere,il più bello..ricco di emozioni,sensazioni che nemmeno io pensavo di provare.Durante la lezione ci siamo bendate tutte con un foular o sciarpa.Subito dopo ho sentito una sensazione di vuoto,mi sentivo spaesata e incapace di avere un controllo su ciò che stava accadendo e che sarabbè accaduto,cosi con un gesto molto istintivo ho stretto il polso della mia amica per sentirmi più sicura.Solo dopo ho iniziato a tranquillizzarmi e piano piano a rilassarmi.Ascoltando le poesie ho provato emozioni bellissime,era la prima volta che riuscivo a concentrarmi solo ed esclusivamente sulla voce,o meglio sulle parole e quindi sul vero significato delle poesie stesse.In genere sono attratta di più da ciò che mi circonda,sottovalutando quello che realmente dovrebbe interessarmi.Un non-vedente invece anche se non può vedere la bellezza esteriore delle cose,può comunque capire la loro essenza,può cogliere a pieno la loro origine,provando emozioni sorprendenti,riuscendo ad arricchirsi interiormente....e questo,secondo me è una cosa straordinaria!
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  DomenicoTesta Gio Mar 24, 2011 3:06 pm

    Beh non è facile descrivere la sensazione provata...Da premettere che i miei occhi sono chiusi in 2 situazioni,quando dormo,e quando prego...Anche se sono differenti situazioni,considerando che nella prima,è normalissimo,non si potrebbe riposare con gli occhi aperti,e nella seconda,si cerca quasi di allontanare ogni problema,ogni pensiero e concentrarsi solo in Dio,colui che è sempre pronto ad aiutarci in ogni situazione...In questo caso è stato diverso,anche perchè si pensava ad una vita diversa,seppur per soli 5 minuti,che appena iniziati sembravano 1 eternità!Ascoltare quelle parole,mi ha aiutato,ancor più di quanto potessi già immaginare e sapere,a comprendere quanto queste persone abbiano una forza d'animo assurda...nonostante i loro "handicap",che forse lo sono più per noi,che per loro;non si perdono d'animo,ed hanno una matta voglia di vivere e di essere visti come persone normali e al nostro pari...Io credo che loro in certe cose siano anche superiori,perchè avendo accettato i loro "limiti",hanno sfruttato talenti diversi,magari non "sportivi,musicali,etc",ma "vitali"...Sensibilità,amore,dolcezza,pace,cosa che dovrebbe contraddistinguere ognuno di noi,a prescindere dalle situazioni in cui viviamo...Personalmente ho sempre amato queste persone,e mi sono sempre preposto come obbiettivo di aiutarle e fare qualcosa per loro,e spero con la mano di Dio,un giorno,di poterlo realizzare,me lo auguro con tutto il mio cuore!
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    fabiana coppola


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  fabiana coppola Gio Mar 24, 2011 3:54 pm

    Io durante questa simulazione,in un primo momento ho avuto un pò di paura perchè quel buio mi dava fastidio,e come se mi sentissi fuori dal mondo,mi è venuta anche un pò di ansia avendo gli occhi bendati perchè mi sentivo spaesata, poi dopo un pò mi sono concentrata sulle parole delle varie poesie lette dalla professoressa in aula, e sono riuscita ad immedesimarmi nelle persone non vedenti, e ho capito e percepito che queste persone non riescono ad avere un senso dell'orientamento e quindi e come se si stessero perdendo nel nulla.
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    Messaggio  Laura Loina Gio Mar 24, 2011 4:23 pm

    La sensazione di essere bendata mi ha fatto scaturire dentro una paura, la paura di non sapere cosa mi circonda.Mi sono sentita persa perchè non sapevo cosa succedeva intorno a me non potendo vedere.Mi sono sempre chiesta cosa provassero le persone non vedenti senza mai sapermi dare una risposta.L'unica risposta che mi sono data con questa simulazione è una senzazione di vuoto e di smarrimento.Secondo me quello che vivono quotidianamente le persone non vedenti è qualcosa che non si può comprendere pienamente perchè noi dopo poco siamo ritornati a vedere come sempre, mentre loro vivono ogni giorno con questo disagio senza sapere com'è il mondo che li circonda.La poesia che mi ha maggiormente colpita è quella di Gianni Scopelliti soprattutto quando dice"Chiamatemi per nome Anch'io ho un volto, un sorriso,un pianto,una gioia da condividere.Anch'io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.Chiamatemi per nome.Non più portatrice di handicap, disabile,handicappata, cieca, sorda, cerebrolesa, spastica, tetraplegica."ed è vero dobbiamo pensare a loro come persone perchè loro sono prima di tutto persone e sono sicuramente da apprezzare perchè affrontano la vita sempre con grande forza.




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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 14 Empty Sentire la vita

    Messaggio  AnnabellaMosca Gio Mar 24, 2011 4:30 pm

    In aula facendo questo tipo di esercizio ho provato una fortissima e strana sensazione.E' come se ogni minimo rumore mi faceva capire cosa era,però nello stesso tempo mi sentivo quasi "oppressa" perchè vedevo solo il buio e da qui ho pensato alle persone non vedenti;è straordinario ciò che riescono a fare. Nonostante abbiano questa disabilità,vivono nella normalità pur potendo solo sentire.Penso anche alle persone non vedenti che hanno dei figli:non possono vederli,ma solo sentirli!Chi è così dalla nascita purtroppo non conosce nemmeno il colore della vita e possono solo immaginarlo;invece chi lo è diventato almeno già hanno visto cose e quindi per loro credo possa essere più semplice vivere giornaliermente.Però non sono tanto sicura di ciò perchè in entrambi i casi è triste!
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    Messaggio  felicialuongo Gio Mar 24, 2011 6:45 pm

    E' stata una simulazione davvero significativa e profonda. Un miscuglio di emozioni... Sicuramente all'inizio ho provato un senso di smarrimento, di sconforto, di angoscia, infatti la prima cosa che ho detto dopo essermi bendata è stata: "oh Dio!" Ma è stato proprio in quel momento, che venendo meno la funzione visiva, la mia attenzione si è focalizzata solo all'ascolto delle poesie. La vista è indispensabile per l'autonomia e per le relazioni dell'individuo, ma se questo senso viene a mancare, entrano in gioco altri organi fondamentali per tutti noi. Immedesimarsi nei panni di un non vedente è stata senza dubbio un'esperienza davvero toccante, anche se solo chi realmente vive questa condizione sa cosa vuol dire non poter vedere tutto ciò che c'è intorno, i raggi del sole, i colori, il paesaggio, il verde del prato, chi ti parla... E' proprio immaginando e pensando a coloro che non possono scegliere che mi sono detta: io tra 5 minuti potrò vedere tutto ciò che vedevo prima di essermi bendata, ma chi invece non può decidere di vedere la luce, chi vive nel buio come sta? Etichettato, giudicato,disprezzato,emarginato... Come si sente? Cosa prova? C'è una sola risposta... SOFFERENZA! Ho pensato a quanto io sia fortunata e a quanto spesso ci lamentiamo di cose futili, a tutte quelle volte che non sappiamo apprezzare i doni della natura, quello che la vita ci offre. Nonostante la mia fobia per il buio, sono riuscita a portare avanti la simulazione e a concentrarmi solo sulle poesie, poesie dense di significato, che mi hanno emozionato tantissimo al punto che le lacrime faticavano a non scendere,probabilmente anche perchè quanto hanno affermato quei ragazzi nelle loro poesie mi tocca da vicino. Ho mia sorella la seconda, adesso ventenne, affetto da un ritardo psico-motorio di grado medio-grave. Per me lei è SPECIALE,UNICA,INDISPENSABILE, ma quando vedi che per gli altri non è così, che non l'apprezzano, provo un dolore enorme, anche perchè lei è molto sensibile e so che ci sta male. Non è giusto! Anche lei ha diritto ad una vita normale come tutti gli altri, o meglio come chi viene considerato "normale", che poi secondo me tanto normale non è se è pieno di pregiudizi, egoismo, cattiveria, arroganza! Stare al buio per quei pochi minuti, mi ha portato alla mente quando l'ultima delle mie sorelle a soli 4 anni ha dovuto fare un delicato intervento agli occhi e poi li ha dovuti tenere entrambi bendati per alcuni giorni. Sono stati momenti davvero difficili. E comunque dall'età di 3 mesi fino a quando aveva 10 anni, ora ne ha 14 doveva portare una benda dalla mattina alla sera fino a prima di andare a letto, tutti i giorni. (Scusatemi per questi brevi accenni personali, è che mi sono lasciata prendere la mano e forse per la prima volta ho sentito di potermi esprimere liberamente, probabilmente perchè sapevo che avreste capito). Della poesia l'angelo del Signore di Riccardo Fafnir mi ha colpito la frase: "vi sentite come in colpa per la mia diversità e non cogliete l'insegnamento che la mia vita dà. Già perchè hanno tanto da insegnarci e da offrirci. Altrettanto toccante è quella di Gennaro Morra in bilico: ho paura di cadere non tanto per il doloro che potrei avvertire ma per il peso dei loro occhi che su quel pavimento mi potrebbero inchiodare. Basterebbe un sorriso, il protrarsi di una mano alla quale mi potrei aggrappare per non sentire più l'imbarazzo del mio continuo ondeggiare. Ma quella che più di tutte mi è rimasta nel cuore è: "CHIAMATEMI PER NOME" di Gianni Scopelliti, infatti appena l'ho sentita in aula l'ho riconosciuta subito perchè l' avevo già precedentemente letta sul libro della professoressa Briganti. Quante volte ci capita di sentire: Sara (un nome a caso) la cieca, Sara l'handicappata, Sara la sorda... Perchè etichettarli? Perchè non dire semplicemente Sara, come invece si fa per tutti coloro considerati normali? Da queste poesie infatti si evince il desiderio di questi ragazzi di essere apprezzati per quello che sono. Anche loro hanno un volto, un sorriso, un pianto, una gioia da condividere. CONSIDERIAMOLI PER CIO' CHE SONO E PER QUELLO CHE POSSONO OFFRIRE ANZI CHE OFFRONO E NON PER CIO' CHE NON HANNO. DA LORO POSSIAMO SOLO CHE IMPARARE E SOPRATTUTTO LORO SI CHE SANNO AMARE E NON DISPREZZARE!
    Per favore abbiate il coraggio della novità,
    abbiate occhi nuovi per scoprire che prima di tutto
    "IO SONO".
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    Messaggio  simona amoroso Gio Mar 24, 2011 8:46 pm

    La vista, come gli altri sensi, è importante per l'uomo...mi sono sempre chiesta: "se dovessi scegliere tra i 5 sensi che ho a disposizione...a quale potrei rinunciare?".
    Con l'esercizio di oggi posso dire che la vista è uno dei sensi a cui non rinuncerei mai...
    Dagli occhi parte tutto: Si recepiscono le immagini, le quali sono le prime ad essere elaborate dal cervello umano e dunque attraverso di esse si può capire/comprendere/interpretare il mondo al di fuori di noi.
    Durante la lezione, quella sensazione "di non avere il controllo" non mi è piaciuta. Ho pensato: "tra la vista e l'udito..rinuncerei all'udito" perchè
    - Se non avessi l'udito, attraverso la vista, potrei imparare il linguaggio dei segni, osservare il movimento delle labbra, della bocca e aiutarmi per comprendere chi ho di fronte.

    La vista è il primo strumento necessario per scoprire...

    Naturalmente la mia è una constatazione...frutto di 24 anni in cui ho sempre visto, dunque è normale che ad un tratto, il non poter vedere mi manda in crisi, dunque posso capire quelli che a seguito di un incidente o malattia , perdono d'un tratto la vista, è brutto "ricordare di aver visto il mare"
    Forse per un non-vedente dalla nascita, questo è la normalità la sua quotidianità e non percepirebbe l'essere cieco, come lo percepiamo noi che vediamo,perchè per lui è normale...ma sicuramente sapere e capire che la totalità delle persone che lo circondano parlano di vedere come è fatta una cosa e non la immaginano...sia davvero frustrante!
    E' un argomento davvero difficile...
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    Messaggio  federicanobile Gio Mar 24, 2011 9:06 pm

    Appena ho indossato la benda,subito mi sono precipitata a dare la mano alla mia amica che era accanto a me,perchè ho avuto un forte senso di smarrimento visto che già normalmente ho una forte paura del buio.
    Non credevo che questa simulazione poteva farmi un effetto così forte...mi sono emozionata tantissimo
    ma specialmente mi sono quasi commossa quando ho pensato e mi sono resa conto di quanta forza d'animo possa
    avere una persona non vedente.Quasi mi sono sentita una formica in confronto a tanto coraggio e forza di volontà
    forza di vivere che possiedono queste persone.Perchè l'unica cosa che rende queste persone, a mio avviso fondamentalmente speciali,è la grande forza della vita la FORZA DI VIVERE.Ritornando alla simulazione ho notato un'altra cosa,cioè quella di rimanere totalmente immobile,come se avessi paura per quello che stava succedendo in quel preciso momento,cercando solo di ascoltare la voce della professoressa che leggeva le poesie.
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    Messaggio  Anna Maria Carusone Gio Mar 24, 2011 9:30 pm

    Bendarsi è non vedere più e sfruttare tutti gli altri sensi ma soprattutto provare qualcosa di indescrivibile dentro. Ho sentito parole forti, poesie di persone che vogliono essere considerate come vere persone con nessuna diversità. Hanno il bisogno di essere accettati così come sono senza essere visti con occhi che guardano l’apparenza e quindi occhi che si fermano a questa senza riuscire a penetrare dentro le vere sensazioni e i veri sentimenti. Ciò che emerge è il loro bisogno di essere indipendenti e di voler offrire tutto ciò che possono dare; infatti nascondono doti indescrivibili che le persone definite “normali”, spesso, non hanno e non sanno dare. Una voglia di vivere che va oltre le apparenze ma soprattutto va oltre le cose materiali che la società di oggi, in un certo senso, ci impone. Sono imbarazzate e si sentono diverse perché non vengono trattate come tutti gli altri ma anzi additate, è questo che fa nascere dentro loro il diverso e non le loro menomazioni.
    È stata un’esperienza mai provata prima e grazie ad essa mi rendo conto di tutte le cose, i gesti che diamo per scontati, quanto, invece, solo il prendersi per mano o un semplice abbraccio trasmette vicinanza, affetto e una gioia infinita della presenza di qualcuno al nostro fianco.
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    Messaggio  giusyd'arbitrio Ven Mar 25, 2011 1:13 am

    Durante la lezione la prima cosa che ho fatto nel momento in cui la Prof. ha detto di metterci la benda, è stato prendere la mano di mia cugina per sentirla vicino, anche se sapevo che era accanto a me. E’ stato un gesto istintivo anche perché soffrendo molto d’ansia e non avendo un contatto visivo ho cercato un contatto fisico. Era come se fossi in una stanza buia, sola senza nessun altro intorno a me, dove si sentiva solo una voce, quella della Prof. che leggeva le poesie. La difficoltà più grande è stato il non vedere, non avere il controllo di ciò che mi circondava, potevo solo sentire, è stato veramente difficile. Non nascondo di aver avuto un’esitazione, quella di togliere la benda e uscire dall’aula, forse perche l’ansia saliva, l’agitazione diventava sempre più frequente, il respiro era sempre più affannoso, ma sono stata più forte di tutto ciò. Forse l’ho capito il perché della mia forza, è stato che ad un certo punto non ho pensato più a ciò che mi circondava, mi sono immedesimata nei panni dei non vedenti cioè ASCOLTARE… Ascoltare le poesie che leggeva la Prof. questo mi ha dato la forza di continuare, è come se ogni frase che ascoltavo veniva proiettata nella mia mente come un’immagine, ciò che ascoltavo - vedevo. Il gabbiano bianco che vola sul mondo, che sfiora l’acqua del mare, sentire il vento contro, sprofondare nelle macchioline bianche che avvolgono il cielo e assistere da lontano….Si proprio cosi da lontano senza che nessuno lo veda senza che nessuno lo possa riconoscere e gli possa puntare il dito contro, essere uno come tanti. Noi il mondo che ci circonda lo vediamo, mentre i non vedenti il mondo lo ascoltano e nella loro mente lo immaginano. Penso che queste persone abbiano una forza immensa, non si sono fermati al primo ostacolo che la vita gli ha dato, ma hanno continuato con la loro forza di volontà e la loro capacità unica di “vedere” ascoltando.

    P.S. Ringrazio la Prof. per averci fatto fare questa simulazione, ho superato un ostacolo che mi porto dietro da quasi un’anno, questa volta sono stata più forte io dell’ansia. Grazie di vero cuore. Ora so che se mi dovessero capitare nuovamente dei momenti di panico posso ricordare questa esperienza e cercare come ho fatto in questo caso di superarla, perché tutto può essere superato.GRAZIE


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    Messaggio  carmelapignatiello Ven Mar 25, 2011 8:47 am

    Oggi in aula la professoressa ci ha fatto bendare tutti e ci ha letto diverse poesie scritte da persone portatori di disabilità,e ci ha chiesto le nostre emozioni sensazioni ed in fine le nostre impressioni.Inanzitutto incomincio col dire che la docente ha fatto bene a bendarci tutti cosi la nostra attenzione è stata maggiore,attraverso queste poesie ho capito ancora una volta che i disabili non sono persone diverse e riescono a fare tante cose come persone normali.Per quanto mi riguarda io non ho mai avuto pregiudizi sui disabili perkè sono persone speciali con tanta voglia di vivere e sopratutto di superare le difficoltà di ogni giorno.
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    Messaggio  papa elisabetta86 Ven Mar 25, 2011 11:31 am

    Oggi 14Marzo in aula la docente ci ha chiesto di bendarci e bendati abbiamo ascoltato delle poesie.E'stata una sorta di simulazione di immedesimazione nei panni di una persona non vedente;non che noi bendati potessimo realmente provare ciò che prova un non vedente,questo sarebbe a mio avviso e come bene ci ha fatto capire la docente una cosa impossibile.In realtà con tale simulazione abbiamo avuto modo di privarci momentaneamente del senso della vista per poter "appoggiarci" su altri sensi,l'udito.Durante questa esperienza sono stata investita da forti emozioni,non tanto per il fatto di essere bendata perche sapevo che da li a poco quel buio sarebbe ritornato ad essere luce,ma sicuramente per quello che ho provato ascoltando le poesie.Mi hanno commosso molto e ho trovato una profondità che oggi è raro è trovare.Poesie scritte da persone con uno spessore e con una dignità alle quali sento di rivolgere la mia totale ammirazione e che anche se tra le righe si percepiva un senso di tristezza allo stesso tempo erano un inno alla vita;un modo per poter dire che la diversità non esiste.Credo che la frase "CHIAMATEMI PER NOME"dica tutto:poche parole che racchiudono un immenso significato.
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    ElenaIntignano


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    Messaggio  ElenaIntignano Ven Mar 25, 2011 11:51 am

    Ascoltando queste poesie ho riscontrato un comune denominatore,in alcuni un po più forti in altri meno,che è quello della forte necessità di questi ragazzi di sentirsi parte della società:il bisogno di sentirsi vivi e accettati così come sono,senza essere guardati ed etichettati' sottolineando le loro "mancanze" o "difetti". Emenge il desiderio di essere riconosciuti solo per le loro caratteristiche in quanto persone,individui.Il fatto di ascoltare i loro scritti bendata mi ha suscitato emozioni forti:pensavo che potessi sentirmi disorientata,invece no,mi sono addirittura concentrata di più,ho colto ogni particolare e sono stata capace di immaginare nella mia mente le scene descritte nelle poesie come se stessi guardando un filmato.

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