Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  StefaniaPerna Mer Mar 16, 2011 6:51 pm

    Una benda sugli occhi ed il sipario si è calato: il buio totale.
    Lo sforzo dell'immaginazione, il rimbombo dei rumori. Lo smarrimento e l'incapacità di concentrazione.
    Poi un eco che mi viene da dentro e che non trova pace...una paura sconfitta ed una piccola lacrima.
    Mi sono trovata improvvisamente sola, lì, a riflettere sulla mia sedia. Nessuna platea...solo io, "quelle parole" ed una piccola parte di me che attraverso esse tornavo a ripensare.
    E' incredibile quanto il buio possa farti vedere più di mille luci....è come se gli occhi ti rendessero inconsapevolmente schiavo di pregiudizi, luoghi comuni, di un mondo di apparenze dove ci si continua a muovere tra pietismo e buonismo.
    E "quelle parole", in quel buio totale mi sono arrivate dritte dritte al cuore.
    La voce di chi vive in bilico ed il fragile equilibrio della propria vita è messo ogni volta in discussione da quello sguardo, quella battuta, quella risata. Ogni volta incapaci di vedere oltre quella menomazione fisica o psichica che sia, di leggerne il volto umano e scoprire che in fondo "basterebbe un sorriso, il protrarsi di una mano per non sentir più l'imbarazzo".
    L'ho provato sulla mia pelle. Sul mio fragile corpo di adolescente devastato dalla magrezza . Ecco che proprio lì, come Sara, anch'io ho sognato di essere un gabbiano, di volare sopra il mondo senza essere riconosciuta.
    Mi è scappata una lacrima.
    Perchè ti rendi conto di quanto effettivamente "nel buio", quando tocchi "il fondo" sono poi le cose semplici a renderti felice...un piccolo abbraccio può placare la tua "fame", un sorriso può attutire la tua fragilità e farti da cuscino.
    Ancora di più, però, ti rendi conto di quanto gli altri facciano fatica a comprenderlo... a comprendere ciò che dici, il tuo mondo. Nonostante cerchi di parlare, di aprirti, c'è una chiusura totale.
    Tutto filtra per quella immancabile, inevitabile "etichetta". Se sei "anoressico"resti tale, schiavo della tua ossessione per il cibo; e continueranno a pesarti quasi come se la tua sofferenza potesse pesarsi. Non ci sei più tu: sei il diverso tutto quì, non vedente, handicappato, anoressico, inchiodato in quello schema tassonomico che la società "saccente" e "presuntuosa" ha creato e dalla quale non puoi sfuggire.
    E non ti resta che andare avanti, raggiungere quell'equilibrio che fuori non trovi dentro di te, raccogliere tutte le tue forze e non aver paura di cadere.
    Ancora oggi mi percorre un brivido lungo la schiena.
    Ancora oggi mi disarma la superficialità e la chiusura di molte persone. Una lotta contro i mulini a vento quella contro i pregiudizi.
    Poi una benda davanti agli occhi...e improvvisamente ci ricordiamo che oltre a ciò che vediamo...noi siamo...ed è per ciò che in fondo vorremmo essere realmente amati, consciuti e guardati....
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    liberapalino


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  liberapalino Mer Mar 16, 2011 9:00 pm

    E d'improvviso buio totale. Ti ritrovi un momento prima a vedere colori,e il momento dopo a non vedere piu niente.Ascolti solo le parole della docente.Ascolti i passi delle persone che camminano. Ascolti il respiro delle persone sedute accanto. Solo ASCOLTARE MA SENZA VEDERE.Senza vedere cosa sta succedendo.Ma poi quando ho tolto la benda,dentro di me un sospiro di sollievo.Vedere la docente,vedere la persona seduta accanto,vedere tutte le persone che mi circondano.E' cio mi ha fatto riflettere molto su cose che ho sempre dato per scontato. Su cose a cui prima non ho mai dato importanza.Ma soprattutto su una cosa:io la benda l'ho potuta togliere per poter rivedere,mentre altri che hanno questa benda fissa,davanti a propri occhi,NON POSSONO TOGLIERLA. E ho capito. Ho capito che queste persone sono persone FORTI, PERSONE CHE HANNO VINTO NELLA VITA. Vivere in una società dove la maggior parte delle persone non porta la loro benda,e andare avanti senza arrendersi mai,lottare giorno per giorno per VIVERE,ma soprattutto per SOPRAVVIVERE.La forza di queste persone è una cosa davvero ammirevole.Io per 10 minuti mi sono sentita persa,mentre loro per tutta la vita vanno avanti. Loro sono i VINCITORI.VINCITORI IN TUTTO.
    Questa simulazione mi è servita molto. Poiche prima non davo importanza a cio che mi circondava,a cio che VEDEVO,davo tutto per scontato,adesso invece ho capito.
    HO CAPITO CHE BISOGNA APPREZZARE TUTTO QUELLO CHE DI BELLO CI OFFRE LA VITA!!!!!
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  luciacacciapuoti Mer Mar 16, 2011 9:14 pm

    ho provato per pochi minuti la sensazione di brancolare nel buio,ma non so per quale motivo non mi sono affatto sentita smarrita!!!Al contrario mi sono accorta che in realtà riuscivo ad essere più attenta a ciò che sentivo,al di là dei suoni o dei rumori,ma ciò che sentivo dentro,forse perchè non mi era permesso di voltarmi dall'altra parte,di distrarmi"guardando ad altro".Le poesie lette dalla prof.ssa durante l'ultima lezione,mentre noi ervamo bendati,sono penetrate nella mia anima,lasciandomi sensazioni profonde e incommensurabili,perchè attraverso il solo loro ascolto ho sentito lo stato d'animo degli autori,persone con disabilità,che attrverso esse hanno comunicato tutte le loro sensazioni...Ho sentito il loro essere,non li ho semplicemente"visti",ho sentito il loro disagio,la loro richiesta d'aiuto a non essere guardati come coloro che hanno delle mancanze,ma al contrario come soggetti ricchi di risorse mentali,emotive,spirituali...di vita!!!Questo esercizio mi ha permasso di ascoltare più in profondità ciò che sentivo,nel bene e nel male,perchè attraverso il buio non ho potuto volgere lo sguardo e distrarmi guardando ad altro...mi sono concentrata su ciò che percepivo ed è stato bellissimo perchè mi ha permesso di fermarmi davvero su quello che provavo...e da lì non si sfugge!!!
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    Messaggio  GiusyDell'Isola Mer Mar 16, 2011 9:24 pm

    EMOZIONI...TROPPE EMOZIONI
    brividi sulla pelle...buio...vuoto...una sola voce...la voce di chi è un uomo,che pur non chattando...non scrivendo VIVE!!!la voce di chi vuol esser chiamato per nome...la voce di chi è echittetato dal suo handicap...
    Ed io?io che per soli pochi min al buio mi sentivo persa,stranita...l'ansia saliva...
    ma ecco la luce...SOLLIEVO...i miei occhi vedono..come farei senza?bhè loro convivono con le loro mancanze...chi siamo noi per echitettarli?sono come noi....PROPRIO COME NOI!
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    Messaggio  Marta Mascioli Mer Mar 16, 2011 9:49 pm

    Sposto messaggio Veronica Spinosa
    Essere bendata,chiudere gli occhi per qualche minuto, immaginare di non poter guardare piu la luce e restare li all'ascolto di quelle dolci e profonde parole non mi ha turbata, ne spaventata... credevo di provare ciò ke in genere tante altre persone hanno percepito e cioè l'angoscia, lo smarrimento, la paura.... invece in quel momento sono riuscita ad immaginare le emozioni e la vita di colui ke parlava.... Ero cosi presa dalla profondità e dai colori di quello straordinario sguardo ke un disabile dava alla sua vita da non sentire in me la sofferenza del non riuscir a vedere!Non riesco a provare tenerezza per queste persone.... Le stimo con tutta me stessa! vorrei avere almeno un pizzico della loro bontà e della loro intelligenza!!!Credo che siano un vero dono del cielo così come sono....
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty 4. LABORATORIO 14 MARZO SIMULAZIONE

    Messaggio  Maria Luisa Ceriello Mer Mar 16, 2011 10:06 pm

    Dalla simulazione fatta in aula,sono nate in me,delle sensazioni profonde,perchè per coloro che non hanno mai avuto la possibilità di vedere la luce,diventa quasi normale,anche se sofferente,non poter guardare,osservare,vivere delle emozioni,attraverso gli occhi.
    Il non poter vedere per pochi minuti,mi ha dato un senso di vuoto,mi sentivo disorientata,mi mancava il respiro...
    Solo ascoltando le poesie,ho capito quanta sofferenza hanno dentro,i disabili,che oltre ad accettare la loro realtà
    si sentono anche in colpa,per le attenzioni di cui hanno bisogno.
    Tutto ciò che riescono a fare è sognare,amare,vivere,il loro amore è trasparente,spontaneo,ed è l'unica cosa che dà loro la
    possibilità,di relazionarsi,nella speranza che si faccia lo stesso con loro.
    Ma la solitudine nessuno giela può portare via,ciò che possiamo fare per loro,è imparare ad amarli,rispettarli,perchè sono disabili,ma speciali e uguali a tutti,perchè hanno avuto il dono della vita,proprio come noi!
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  carlarusso Mer Mar 16, 2011 10:34 pm

    Avendo gli occhi bendati ho avuto una sensazione di smarrimento,pero' dopo pochi minuti abituandomi al buoio ho notato che non potendo vedere si ascolta in maniera piu' approfondita.Quindi si puo' desumere che un disabile abituandosi a questa condizione non la viva come un dramma nel stesso modo come lo immaginiamo,ma vivendola in modo tranquillo e sereno.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Simulazione

    Messaggio  maria reccia Mer Mar 16, 2011 11:52 pm

    E' difficile descrivere le emozioni che può provare un diversamente abile, ho avuto la conferma di ciò facendo in classe la simulazione...mi sono immedesimata in coloro che purtroppo sono ciechi ed ho provato tante emozioni...smarrimento, ansia, paura, in cerca di qualcuno che mi stesse accanto per darmi conforto e sicurezza,quei pochi minuti non passavano mai.
    Emozioni che non avevo mai provato prima e che non avrei mai immaginato di come ci si sente stando al loro posto.
    Essendo bendata ascoltavo con più attenzione i rumori, come le monete cadute a terra, cosa che abitualmente non faccio mai, che le poesie che leggeva la docente e quindi l' attenzione si è sposta e su un altro organo: l'udito.
    Apprezzo moltissimo queste persone, hanno una forza straordinaria...quella forza che forse solo pochi hanno e forse solo loro possiedono!


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  raffaella Gio Mar 17, 2011 8:06 am

    Ciao a tutte... a proposito della simulazione,vorrei condividere con voi questa poesia di Madre Teresa di Calcutta,Grande Donna........ma soprattutto una GRANDE PERSONA che a me colpisce sempre ogni volta che la leggo:




    Il meglio di te

    L'uomo è irragionevole,illogico,egocentrico:non importa,amalo.
    Se fai il bene,diranno che lo fai per secondi fini egoistici:non importa,fà il bene.
    Se realizzi i tuoi obiettivi,incontrerai chi ti ostacola:non importa,realizzali.
    Il bene che fai forse domani verrà dimenticato:non importa, fà il bene.
    L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile:non importa,sii onesto e sincero.
    Quello che hai costruito può essere distrutto:non importa,costruisci.
    La gente che hai aiutato, forse non te ne sarà grata:non importa,aiutala.
    [center]Dà al mondo il meglio di te,e forse sarai preso a pedate:non importa,dà il meglio di te.

    sunny



    MADRE TERESA DI CALCUTTA
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  angelacatuogno Gio Mar 17, 2011 8:56 am

    Nel momento in cui ho bendato i miei occhi,ho avuto paura,una paura strana,ho iniziato a pensare a tante cose....prima di tutto ho pensato:come fanno le persone cieche ad affrontare la vita di tutti i giorni in una società che è indifferente o almeno fa finta che queste persone non esistono??!!!Quando poi ho ascoltato le meravigliose poesie,ho provato una strana sensazione,tutto intorno a me era come non esistesse,quasi volessi piangere,ma non perchè provassi pietà nei confronti di queste persone ma perchè ammiro profondamente la loro forza d animo.Non so se fossi in grado di avere tanto coraggio!!!Quante volte in delle semplici chiacchierate con amici per ricordarci di una persona disabile non la chiamiamo per nome...ma diciamo:l handiccapato te lo ricordi??!!!!Bhè senza rendercene conto la consideriamo una persona diversa!!Come dice la poesia di Gianni Scopelliti...CHIAMATEMI PER NOME!!!!Si,...perchè anche queste persone hanno un nome,un volto, un sorriso,anche queste persone sono uguali a noi,forse anche migliori perchè hanno un cuore grande.Dobbiamo quindi far capire alle persone come Rebecca,che ha scritto la poesia NON,che non sono soli,ma che possono contare su di noi!!!Essere ciechi o comunque disabile non significa non esistere.lORO sono in grado in grado di percepire la realtà mettendo in gioco altri sensi,percependo emozioni,suoni dando importanza a delle cose che invece spesso noi giudichiamo banali,ma che in realtà non lo sono...
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Molte volte posso definirmi anch'io una persona non vedente!!

    Messaggio  Paola Ginobello Gio Mar 17, 2011 9:57 am

    Io non ho trovato tanta difficoltà nello stare bendata, in quanto ero certa che non poteva accadere nulla i strano, la presenza della docente con la sua voce e della mia amica al mio fianco erano per me sicurezza...anche se in quei 10 min la mia mente è stata affollata da mille pensieri! Per me è molto difficile capire una persona con cecità cosa prova, ma mi sono resa conto che molto volte anch'io divento cieca per MIA SCELTA...tutte le volte che c'è qualcuno che ha bisogno di me ed io non do attenzione, quando ci sono cose che non mi stanno bene e resto in silenzio per mancanza di coraggio, tutte le volte che non riesco a guardare OLTRE...E sono certa che, chi è veramente non vedente riesce a percepire meglio di me la bellezza delle piccole cose che mi circondano!
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty laboratorio:il buio

    Messaggio  annabattaglia Gio Mar 17, 2011 11:17 am

    Il laboratorio del 14 marzo è stata una simulazione,ovvero la professoressa ci ha fatto bendare mentre lei leggeva delle poesie scritte da ragazzi disabili.
    Questa cosa all'inizio mi rendeva particolarmente "entusiasmata",anche perchè amo il buio ,è proprio in quel momento che mi abbandono a me stessa e non penso più a niente,però questa volta è stato diverso ho avuto paura.
    Il fatto di non vedere mi ha fatto concentrare maggiormente all'ascolto e mi sono accorta che al mio udito non sfuggiva nessun rumore,infatti durante la prova è sussesso che ad una ragazza le sono cadute delle monete,e ad un'altra di aver risposto al cellulare;in quel momento il mio istinto era di girarmi ma c'era qualcosa che me lo impediva.
    Ho cominciato ad aver PAURA,volevo togliermi la benda, mi sentivo soffocare eppure le vie respiratorie erano libere;ad un tratto ho cominciato ad immaginare la mia vita senza più il senso della vista,non avrei potuto più vedere i colori della primavera,il mare le persone che amo e tante altre cose...............Ho avuto paura,tanto da cercare la mano della mia amica che avevo al mio fianco.La paura ad un certo punto non mi faceva più concentrare,le parole della professoressa stavano diventando tutte uguali,ormai la mia mente riusciva a pensare solo di togliere quella benda e di ritornare a vedere la luce.Saranno stati solo 5/7 minuti al massimo,ma sembravano ore ed ora che non avevo il senso della vista.Apprezzo moltissimo queste persone,hanno una forza straordinaria,una rorza che solo loro possono avere.......
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    Filomena Cirillo


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  Filomena Cirillo Gio Mar 17, 2011 11:37 am

    Stare con gli occhi bendati è stata una sensazione un pò strana, questo perchè solitamente siamo abituati a guardare chi ci parla, chi ci abbraccia, chi o cosa ci circonda, siamo abituati ad interagire...
    Perchè pensare che questa sia la normalità solo perchè siamo stati creati così e quindi abituati così e non poter pensare che colui che non vede o che non parla o che ha bisogno di aggrapparsi per camminare è semplicemente una persona con altre abitudini?!
    Quando ci troviamo dinanzi ad una persona che ha idee discordanti dalle nostre, cerchiamo di difendere ciò che pensiamo pronunciando la solita frase:"Il mondo è bello perchè è vario!". Quando però vediamo una persona con un handicap subito ci dimentichiamo la bellezza della varietà che caratterizza il mondo e pronunciamo l'espessione "diversamente abile". Forse se considerassimo tale espressione sotto un aspetto diverso potremmo renderci conto che indica semplicemente che alcune persone hanno abilità diverse e non negative. Loro sono persone normali, con due occhi, un naso, una bocca e i capelli; come ci ricorda l'ultima poesia. Io ad un'amica bionda con occhi chiari, diversa da me, che ho occhi e capelli castani, non la considero diversamente abile, nonostante anche lei abbia magari abitudini diverse dalle mie per le sue caratteristiche fisiche, perchè ad esempio al sole può stare di meno perchè troppo chiara di carnagione o quant'altro; tuttavia non mi pare di averla mai giudicata per questo.
    Quindi credo che spesso bisognerebbe pronunciare un pò meno parole e tendere di più le mani.
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    Filomena Cirillo


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  Filomena Cirillo Gio Mar 17, 2011 11:48 am

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    Messaggio  giovannarennella Gio Mar 17, 2011 11:57 am

    Mi sentivo vuota,avevo l'ansia e non riuscivo a concentrarmi.Infatti mi sforzavo di capire le poesie e in effetti non le ho capite,non mi è rimasta neanche una parola di esse,solo ansia ansia e tanta paura,paura di essere anche solo toccata dalla professoressa per ascoltare un mio commento o anche semplice paura di essere toccata da una compagna...Il rumore del cellulare o quello delle monetine mi ha spaventata più che infastidita.Mi sentivo sola!come se mi trovassi sola in una piccola e buia stanza,poi però mi consolava l'idea che tutti in aula stessero provando quelle sensazioni e che dopo i 10 minuti della simulazione sarei tornata a guardare i rumori.Non riesco ad immaginare una vita senza colori,mi chiedo "ma come si può accettare una cosa simile?".Credo però che la persona che nasce senza la vista non può provare nè capire quello che invece prova una persona che dopo aver assaporato i colori della vita si ritrova a dover rinunciare ad essi.Mio Dio è terribile!!!è terribile stare 24 ore su 24 con l'ansia,il timore e la sfiducia nel prossimo.Ascoltando i commenti in aula ho condiviso molti di essi,in particolare quello della ragazza che in seconda persona ha raccontato la propria esperienza riuscendo a farmi provare le sue stesse emozioni nonostante io non vivessi la sua stessa situazione.Per quanto riguarda le poesie,rileggendole,mi ha colpito "Non" in particolare perchè vi è la denuncia di questa ragazze che sogna,ama,vive ma è sola forse perchè soltanto lei e pochi altri possono capire le sue sensazioni
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    Messaggio  mariafabiano Gio Mar 17, 2011 12:07 pm

    Gia in altre occasioni ho avuto l’opportunità di bendarmi gli occhi, ma era avvenuto solo ed esclusivamente per gioco, senza dare tanta importanza a questo gesto e alle sensazioni che poteva provare un non vedente.
    L’immedesimarsi anche solo per pochi minuti nei panni di un non vedente è stato davvero toccante. Questa simulazione mi ha fatto riflettere su certe disabilità e osservarle sotto diverse sfaccettature. La poesia che mi ha maggiormente colpito è “IN BILICO” o meglio una parte di questa poesia dove dice:
    “Ho paura di cadere
    non tanto per il dolore che potrei avvertire
    ma per il peso dei loro occhi
    che sul quel pavimento
    mi potrebbero inchiodare.
    Basterebbe un sorriso”

    In quel momento ho provato una sensazione di disagio nei miei confronti ripensando ad un evento che mi è capitato qualche anno fa; Ebbene si è successo anche a me di assistere ad una caduta di un ragazzo disabile e la prima cosa che ho fatto è stato soccorrerlo con un’aria spaventata assicurandomi che non si fosse fatto male, mentre il mio ragazzo ha sdrammatizzato facendo una battuta ironica e sorridendo, io l'ho richiamato affermando che non era il caso, mentre il ragazzo si è avvicinato a noi sorridendo e ringraziandolo del fatto che l’avesse trattato come una persona “normale”.
    Da quel giorno ho capito che siano noi a trattarli da invalidi e questo corso come accennato prima mi sta aiutando ad andare oltre e osservare la disabilità da diversi punti di vista.
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    Messaggio  Martina Verde Gio Mar 17, 2011 1:58 pm

    pirat La prima sensazione che ho provato è stato un forte senso di vuoto,del nulla,di impotenza,ho sentito il bisogno di avere contatto con le cose,di toccare qualcosa,sentivo il bisogno di "distrarmi" Neutral ,di focalizzare la mia attenzione su altro,anche se dopo un po' avrei voluto stracciar via quella benda che mi costringeva al buio,che mi faceva sentire esclusa ed isolata dal mondo.Ho avvertito il bisogno di indirizzare lo sguardo verso le finestre,di veder filtrare la luce del sole,quella luce che mi da vitalità e mi tiene lontana dal buio,dal mondo delle tenebre.Questa simulazione mi ha riportata ad un'esperienza passata in un parco acquatico,uno dei giochi si chiamava "buco nero",entrata con la ciambella e sola in questo buco scuro e infinito,con un senso di paura,oppressione,bisogno di rivedere la luce,mi sentivo mancar l'aria,avevo un senso di nausea...un po' come quando avevo la benda che mi impediva di vedere.Mi sono sentita spaesata ed ho provato ad immaginare la mia vita sneza vista,magari chi non vede dalla nascita è in un certo senso "abituato"......ma secondo mè perdere la vista quando ne hai "assaporato il gusto"non è per niente semplice,solo l'idea mi da i brividi.Anche se ho notato che non potendo vedere chi leggeva le poesie o chi mi stava intorno,mi sono concentrata sulle parole che sono state lette,sono"entrata"nelle poesie e allo stesso modo loro sono penetrate in mè....Posso dire che è stato un ascolto attivo e non passivo,ho ascoltato le parole che venivano lette,non la voce che le leggeva.Anche se per quasi tutta la simulazione è comunque prevalsa la voglia,anzi il bisogno di riacquistare il controllo di me,sulle mie cose,mi sono accorta di non avere libertà di movimento al buio e sono stata immobile,quasi impietrita Shocked finchè non ho tolto la benda.Tornando alle poesie ho avuto i brividi,mi sono davvero sentita un gabbiano,la mia mente viaggiava guidata dalle parole delle poesie,mi sono immedesimata in esse....Ad ogni lezione colgo sempre di più la voglia di una persona chi noi etichettiamo "diversabile"di essere considerata semplicemente come persona ed essere chiamata con il proprio nome e non con un'etichetta.E' grande la forza che riescono a trasmettere queste persone,affrontano la vita sempre con il sorriso,assaporano tutto ciò che la vita gli offre,colgono l'essenza più profonda delle cose,che noi sottovalutiamo perchè la nostra attenzione si focalizza su altro,su cose spesso futili e dimentichiamo quali sono i veri valori,i veri "sapori"che la vita ci offre.Apriamo i nostri cuori I love you ,la nostra mente,i veri non vedenti siamo noi....A che serve guardare con gli occhi,quando ci sono persone capaci di guardare con il cuore? Question ?Penso che i veri diversabili siamo noi...Anche noi abbiamo dei limiti e non ci impegniamo neanche a superarli,a differenza di queste persone che si mettono sempre in gioco,affrontando la vita con una forza inverosimile,per sentirsi "all'altezza" di noi persone "normali",ma io mi chiedo,noi persone "normali"potremo mai essere all'altezza di queste persone così "speciali"? Question ?Mah...se non liberiamo la mente dai nostri limiti,dalle nostre barriere,e nonmettiamo le ali al nostro cuore I love you ...resteremo solo delle persone "normali"..Essere "speciali" prevede delle qualità che noi non abbiamo o che comunque non vogliamo avere...Loro non chiedono altro di non essere guardati con occhi diversi o con "tenerezza",non vogliono essere chiamati "diverso","speciale",termini che noi utilizziamo per distinguerli da noi,vogliono far parte di noi che ci definiamo "normali".Purtroppo temo che superare certi pregiudizi sia abbastanza complesso perchè in materia siamo tutti un po' "ignoranti" ed io sono la prima,ma devo ammettere che questo corso mi sta aprendo la mente,mi sta mettendo in evidenza cose che io,persona"vedente" non ho mai visto,non è un semplice corso universitario,lo sto vivendo come un insegnamento di vita,sicuramente le cose apprese non saranno dimenticate dopol'esame...Inconclusione vorrei dire,a mè per prima,togliamo la benda che abbiamo sugli occhi ed impariamo a guardare più a fondo non soffermandoci solo in superficie. Like a Star @ heaven
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    Messaggio  stefania del villano Gio Mar 17, 2011 2:05 pm

    Per il 14 Marzo la prof ci disse di andare all' Università con dei faular perché dovevamo fare una simulazione. Io non capivo il perché di questa cosa. Allora una volta messo il faular davanti agli occhi mi sono calata nelle vesti dei non vedenti e sono arrivata ad una conclusione, che hanno una voglia di vivere e una forza d' animo indescrivibile. Mi sentivo persa, non riuscivo ad orientarmi e ogni qualvolta che cercavo di togliere le mani da un punto d'appoggio perdevo l'equilibrio e quasi cadevo. Però mi sono accorta di una cosa che in quei pochi minuti da non vedente, riuscivo a percepire quasi tutto attraverso l'udito. Infatti il cieco può svolgere autonomamente molte mansioni, purché apprenda le tecniche che gli consentono di svolgere i propri compiti senza l'uso della vista. Difficilmente le persone vedenti conoscano tali tecniche perché fin da piccoli sono stati abituati a servirsi della vista per compiere varie azioni quotidiane. concludo dicendo che per me questa è stata un'esperienza stupenda, e che in un certo senso mi ha aiutato a superare anche una piccola paura la CLAUSTROFOBIA. C'è bisogno di queste esperienze come c'è bisogno di incentivare sia i piccoli delle scuole che le persone più adulte per far si che certe realtà si possano conoscere e questo sia per stimolare una conoscenza sociale sia per un percorso di crescita personale.
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    Messaggio  NUNZIA PINTO Gio Mar 17, 2011 2:05 pm

    Il bendarmi per 5/10 min nella simulazione in classe mi ha portato all'improvviso,ad un'inispiegabile accesa ed intensa paura...non sono riuscita infatti ne a pensare,ne ad ascoltare le poesie...ero solo molto presa dalla mia stessa paura...la mia concentrazione era ormai focalizzata solo su me stessa!!!!
    Ho provato poi in seguito a darmi una spiegazione a questa mia reazione e mi sono detta che forse si è manifestata in questo modo forte perchè accanto a me non c'era nessuna compagna che mi stringesse la mano,non c'era nessuna persona che poteva darmi sicurezza(infatti mi sono sentita persa,smarrita nel vuoto)...e poi il fatto di non poter vedere ha accentuato ancor di più il mio spaventato!!!!
    Io non so come possa sentirsi "in realtà" una persona disabile non mi sento di paragonare infatti la mia "piccola"reazione a ciò che "davvero" possa provare un cieco!!!!
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty La forza che ti offre la vista!!!

    Messaggio  DomenicaMaiello Gio Mar 17, 2011 2:45 pm

    Facendo questo esercizio,o meglio dire questa esperienza da ''disabile''in questo caso da non vedente,all'inizio avvertivo un senso di fastidio agli occhi,perché essere impossibilitata a vedere quello che mi circonda è per me fonte di grande ansia.
    Ma quando poi la prof.ha incominciato a leggere quelle magnifiche poesie mi sono completamente immersa nelle parole e a quel punto non avvertivo più il senso di fastidio agli occhi,ma più che altro un senso di ''disabilità''però,io non essendo non vedente ovviamente prima di chiudere gli occhi avevo immagazzinato tutto quello che mi circondava e quindi non mi sentivo del tutto spaesata. In quel momento allora immaginavo e cercavo di capire le difficoltà di persone nate con problemi ci cecità,e solo lì capivo che deve essere davvero una cosa ''brutta'' non conoscere del tutto il mondo esterno e non solo,i proprio genitori,amici,familiari,ecc...
    Attraverso le parole che ascoltavo mi sono immedesimata cosi tanto che ad un certo punto vivevo in un mondo tutto mio,quasi come se uno di quei autori delle poesie si stesse rivolgendo proprio a me,ma all'improvviso si è sentito lo squillare di un cellulare,degli spiccioli caduti a terra,passi di alcune colleghe che entravano in aula,ma io in tutto ciò continuavo ad avere una profonda concentrazione per le parole e purtroppo allo stesso momento per le distrazioni e quindi ho capito che in quel frangente di tempo ho sviluppato maggiormente l'udito,infatti sembrava quasi come se gli spiccioli e il cellulare che squillava li avessi dietro di me e quindi solo per pochissimi secondi c'é stata una minima distrazione,cosa che se non avessi avuto il foulard sicuramente cercavo con gli occhi chi entrava,a chi fosse squillato il cellulare ecc...
    Devo ammettere che però dopo la prima poesia cominciavo ad avvertire una ''paura''strana,paura di non aver più nulla a cui aggrapparmi,infatti,all'inizio ho stretto cosi forte le mie stesse mani che cominciavano a sudare,cercavo le mani di un'amica ma avendo una persona accanto che già prima di mettere il foulard ho visto che non conoscevo,allora mi sono chiusa in me stessa e lì ho avvertito un forte senso di incapacità,di indipendenza quindi appunto ''disabilità''.
    Attraverso questa simulazione,inoltre,ho capito che le persone non vedenti spesso attraverso il loro udito che come dicevo prima ho capito di sviluppare maggiormente avendo gli occhi bendati,loro riescono ad immedesimarsi più a fondo in ciò che si dice e si fà,cose che spesso noi a volte o diamo per scontato o altre volte trascuriamo!!!
    Quando poi ho tolto il foulard all'inizio ovviamente la luce mi dava un enorme fastidio agli occhi,ma poi dopo mi sono sentita libera,libera di osservare tutto ciò che mi circondava,di osservare le colleghe che intervenivano,la docente ecc...Mi sentivo però ''diversa'' anche dopo essermi tolta il foulard,perché anche se sono stata bendata per pochi minuti ma quei pochi minuti sono stati i minuti più lunghi della mia vita,perché mi hanno fatto capire quanto è bello non solo il dono della vita ma soprattutto quello di avere una vita intera per poter guardare con i propri occhi tutto ciò che accade nel mondo e tutte le persone che ci circondano dai meno conosciuti a quelli più cari!


    Ultima modifica di DomenicaMaiello il Gio Mar 17, 2011 2:58 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  sofia fontana Gio Mar 17, 2011 2:52 pm

    Sensazione di solitudine e paura....questo è quello che ho provato all'inizio.Per un attimo ho capito cosa provano e come vivono i non vedenti.Con la benda che mi copriva gli occhi ho sviluppato tantissimo il senso dell'udito... ogni minimo rumore sembrava un rumore davvero fastidioso. Il fatto di non vedere i colori,una luce mi ha fatto sentire quasi morta. Ma man mano che passava il tempo la sensazione cambiava.Non mi sono più sentita morta ma viva abbastanza,tranquilla nel momento in qui ascoltavo con attenzione le poesie lette dalla prof. Dopo aver provato anch'io per un attimo la sensazione che provano ogni arco della loro giornata i non vedenti ci tengo a dire che non siete morti anzi vivissimi... non abbattetevi,continuate a vivere perchè la vita è bella. Siete belle persone non oggetti e come tali non vi dovete sentire diversi perchè non lo siete per niente. Io spero di non trovarmi mai ad assistere ad una forma di bullismo verso le persone non vedenti perchè davvero non so come potrei reagire...concludo dicendo allo Stato di preoccuparsi di cose più importanti invece di discutere su cose futili. Migliorate i servizi per le persone di qualsiasi invalidità.Alle persone non vedenti invece dico che grazie a questo laboratorio mi sento ancora più vicina a loro perchè sono davvero persone speciali.
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    Messaggio  Loredana Tessitore Gio Mar 17, 2011 3:41 pm

    Stamattina in aula mi sono bendata gli occhi e subito mi sono trovata immersa in un mondo di oscurità che mi impediva azioni che pochi secondi prima erano più che naturali.Ho capito che una persona non vedente percepisce la realtà in modo diverso,infatti, rappresenta l'ambiente circostante ed organizza la sua vita quotidiana anche non disponendo di informazioni visive.Pur non vedendo le cose è in grado di immaginarle,attivando processi mentali diversi da quelli del vedente percependo il mondo attraverso il tatto.Tramite le poesie ascoltate sono riuscita a comprendere la sofferenza di queste persone,la poesia che mi ha colpito maggiormente è stata"chiamatemi per nome"ho capito come una persona disabile possa affrontare quotidianamente numerevoli difficoltà,disagi e frustazioni non tanto per le limitazioni date dal problema fisico ma bensì per l'insensibilità,l'indifferenza della società.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Simulazione del 14 Marzo

    Messaggio  IvanaTammaro Gio Mar 17, 2011 3:43 pm

    [b]5 minuti...i più lunghi della mia vita.Essere bendata e provare per piccoli attimi ad immedesimarmi nel"non vedente" mi ha provocato forti sensazioni di ansia,smarrimento,ma soprattutto un grande vuoto e una perdita di controllo tale da non permettermi di focalizzare del tutto la mia attenzione sulle poesie che la prof.leggeva.L'impossibilità di avere la situazione sotto controllo,di non poter vedere cosa stesse accadendo durante le fasi di silenzio,mi ha fatto sentire persa e priva di forze...poi ad un tratto sono riuscita a tranquillizzarmi e a non pensare più alla benda come ostacolo.Ho iniziato ad immaginare quanto veniva letto e il mio udito ha iniziato a percepire ogni singolo suono...lo squillo di un cellulare,una porta che si apriva,il vociare delle altre ragazze che per qualche istante mi hanno anche infastidita,creando disturbo in quel "mondo" che stavo iniziando a conoscere.Si,anche se per poco,mi sono resa conto di come quel "buio" che ci stravolge e che a noi crea paura,privandoci di quella luce e che ci spinge in una dimensione di angoscia,in realtà è il modo d vivere che coinvolge molte persone...le stesse persone che vengono definite disabili,handicappati,diversi.In particolare la poesia "Chiamatemi per nome" mi ha fatto riflettere su come la vita sia formata da mille sfumature e su come vada oltre il semplice guardare,oltre la facilità di giudicare una persona per come si veste o si muove e oltre il semplice "sentire".Credo che sia troppo facile definire un non vedente diverso,ma se siamo noi ad essere diversi per loro?Questa simulazione,infatti,mi ha fatto riflettere sulla capacità di un non vedente di poter ascoltare fino in fondo ogni singolo suono,conoscere e riconoscere una persona attraverso un odore,un profumo o una semplice carezza e una stretta di mano.Credo davvero nella loro grande capacità di capire lo stato d'animo di un amico,un genitore o chiunque altro atraverso il tono della voce,di riuscire a percepire situazioni di pericolo,paura o disagio "ascoltando" con attenzione un forte silenzio.Proprio per questo il nostro compito è solo quello di prendere la vita di queste persone come esempio,senza etichettarle o biasimarle,perchè anche loro come noi sanno amare,sanno ridere,piangere,sanno ascoltare il pianto di un figlio e prendersi cura di lui,hanno la forza di coltivare una passione,ma soprattutto anche loro VIVONO e hanno un NOME!!
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    Messaggio  Annapina Di Fraia Gio Mar 17, 2011 3:52 pm

    Frequentando questo corso..leggendo i commenti delle mie colleghe su questo forum..gli interventi fatti in aula..sto sentendo che dovrei riuscire a trarne insegnamento...dovrei riuscire a farli miei...dovrei imparare a riflettere su tutto ciò, perchè mi sono resa conto che molto spesso ne sono incapace...Infatti a volte proprio perchè presi da questa vita frenetica di tutti i giorni...presi dai nostri mille pensieri..dai tanti input...è come se fossimo soltanto noi i veri ciechi..sordi...diversi.. perchè non sappiamo più ascoltare...non sappiamo più capire il prossimo...no vediamo più le cose come andrebbero viste...o almeno è ciò che faccio io....Leggendo alcuni commenti delle mie colleghe che hanno riportato esempi di disabilità nelle loro famiglie,di situazioni difficili che molto spesso non si sà come affrontare...mi sono sentita molto vicina a loro e avrei voluto dare loro dei consigli,ma mi sono invece resa conto che prima io non sò darne a me,mi sono sentita davvero poco utile..un po insignificante..forse esagero..però è ciò che ho provato...Queste esercitazioni..questi video che stiamo vedendo in aula..le bellissime poesie che abbiamo ascoltato.. i commenti fatti su questo forum..non dovrebbero essere soltanto un mezzo per poter superare l'esame di questa materia, quindi fatto giusto per...Se fosse cosi sarebbe soltanto una perdita di tempo...ma invece penso che dovrebbe essere davvero un percorso di arricchimento.. dovrebbe davvero lasciarci qualcosa dentro...aiutarci a capire tante cose...a riflettere di più...a farci aprire le menti...ma anche i nostri cuori...a riscoprire i sentimenti...le emozioni...dato che si dice che le nuove generazioni hanno perso tutti i valori.. ovvero che NOI GIOVANI non abbiamo più un punto di riferimento e mettiamo tutto sullo stesso piano...che non sappiamo più cosa sono i sentimenti di una volta ( Come afferma appunto Galimberti nel suo libro: L' ospite inquietante")... Ma io invece credo che possiamo dimostrare che non è così... Infatti dalle parole dei miei colleghi anche più giovani di me,ho scoperto che essi invece sono pieni di valori...sanno amare...sanno rispettare il prossimo...sanno trarre insegnamento dalle cose...ed io voglio trarre insegnamento oltre che dalla nostra insegnante che ci sta guidando in questo percorso in questa esperienza, anche dai miei colleghi...voglio poter vedere al di là di quello che si vede...proprio come fanno gli autori disabili di quelle poesie...forse non vedranno con la vista...ma sicuramente sanno guardare più lontano di quanto non sappia guardare io...VOGLIO IMPARARE A VEDERE DI PIù.. AD ASCOLTARE DI PIù.. A SENTIRE DI PIù..proprio come fanno gli autori delle poesie... perchè loro riescono più di me...
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 8 Empty Diversi ma uguali.....

    Messaggio  Maria Giovanna Sodano Gio Mar 17, 2011 4:28 pm

    Mi sono sempre chiesta che sensazioni provassero i non vedenti a non poter vedere tutto ciò che ci circonda....ma ovviamente una risposta non ho saputo mai darla e tutt'ora continuo a non saperlo...l'esperienza svolta in aula è stata molto profonda ma ha anche contribuito ad alimentare questa paura che mi "perseguita"(poichè ho conoscito una persona che dopo un brutto incidente ha perso la vista)...Anche se avevo la consapevolezza che avrei tolto la benda,ho provato comunque delle strane sensazioni,ero talvolta irrequieta continuavo a muovermi ed essere agitata al solo pensiero che non potevo vedere tutto ciò che mi circondava,e contemporaneamente pensavo a tutte quelle persone che non avrebbero mai potuto apprezzare tutte quelle belle cose che la vita ci regala...partendo da una giornata di sole ad una più buia e così via...Io penso che queste persone siano dotate di una forte sensibilità che almeno per quanto mi riguarda non ho avuto ascoltando le parole di quelle poesie...o almeno non sono stata così attenta forse perchè presa a pensare a cosa avevo davanti agli occhi....solo leggendole ho capito la profondità di quelle poesie..e mi sono commossa poichè ho capito quanto siamo diversi ma uguali..soprattutto per le emozioni...

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