Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  MagdaVisconti Lun Apr 25, 2011 9:33 pm

    INDOVINA CHI VIENE A CENA UN FILM SPLENDIDO CHE GIA' CONOSCEVO. LE EMOZIONI CHE MI HA SUSCITATO IL FIM SONO STATE SVARIATE,L'AMORE TRA DUE PERSONE DI CULTURE DIVERSE,INCOMPRENSIBILE A QUEI TEMPI ANCOR PIU' D'OGGI, SOPRATUTTO NOTARE LA STESSA GOVERNANTE DELLA FAMIGLIA CHE ANCHE ESSENDO DI COLORE NUTRIVA NEI CONFRONTI DEL FIDANZATO ANCH'EGLI DI COLORE UN FORTE PREGIUDIZIO,EGLI STESSA NON SI E' SPOGLIATA ANCORA DELL'ETICHETTA CHE PER SECOLI GLI E' STATA AFFIBIATA,CONSIDERANDOSI ANCORA UNA "DONNA DI COLORE" E NON SOLO UNA DONNA Exclamation COME AFFERMA L'ATTORE DI COLORE NEL DISCORSO FATTO AL PADRE.EBBENE IN QUESTO FILM VENGONO SOTTOLINEATI ALCUNI ASPETTI MOLTO IMPARTANTI A CUI CI STIAMO ACCOSTANDO. IN PRIMO LUOGO VORREI SOTTOLINEARE PROPRIO IL PUNTO DEL "DIVERSO" CIO' CHE E' DIVERSO DA NOI, IN QUESTO CASO SPECIFICO,CHI NON HA IL COLORE DELLA NOSTRA PELLE,CI SPAVENTA,CI INCOMBE QUASI PAURA. UN'ALTRO PUNTO CHE VOGLIO SOTTOLINEARE E' "L'EMARGINAZIONE" CHE LE PERSONE DI COLORE HANNO SUBITO SOLO PERCHE' UNO SCIOCCO STEREOTIPO SUL QUALE SI BASA LA CONCEZIONE DELLE PERSONE HA FATTO SI CHE L'IDEA E LA MENTALITA' SULL'ARGOMENTO NON SIA MAI CAMBIATA.PERCHE' LA PELLE DEVE ESSERE PER FORZA BIANCA?PERCHE' SE NON SI NASCE CON UN'ALTRO COLORE NON SEI ACCETTATO NELLA SOCIETA'? INVECE NO LE PERSONE DI COLORE ESISTONO E TUTTI DEVONO FARSENE UNA RAGIONE,MA QUANDO SI ABBATTERANNO QUESTI PREGIUDIZI.QUANDO ERO PICCOLA E A SCUOLA INIZIAMMO AD ACCOSTARCI ALL'ARGOMENTO "RAZZISMO"PENSAVO MOLTO SEMPLICEMENTE CHE LE PERSONE CREASSERO TROPPI PROBLEMI SOLO PER IL SEMPLICE FATTO DI PENSARLI, E INGENUAMENTE PENSAVO CHE NON DOVEVANO SOFFERMARSI MOLTO SU QUESTI ARGOMENTI PERCHE' PER ME ERA GIA' TUTTO RISOLTO,INVECE PENSAVO CHE DOVEVANO FOCALIZZARE L'ATTENZIONE SU BEN ALTRE PROBLEMATICHE UN PO' PIU' GRAVI,INVECE QUESTI PROBLEMI SONO GRAVISSIMI ED ANCORA ESISTONO.MI RIESCE QUASI IMPOSSIBILE PENSARE CHE OGGI NELLA NOSTRA EPOCA QUESTO PREGIUDIZIO NON E'STATO ANCORA SUPERATO,IO STESSA AVVERTO TUTT'OGGI QUESTA EMARGINAZIONE E SONO STATA TESTIMONE DI ATTI DI VIOLENZA CONTRO LE PERSONE DI COLORE ,VITTIME DEL BULLISMO. PAURA DEL DIVERSO,DI CIO' CHE NON E' COME NOI CI PORTA AD EMARGINARE.DIVERSITA' E EMARGINAZIONE SONO DUE PUNTI STRETTAMENTE CONNESSI L'UNO ALL'ALTRO. HO VOLUTO PARLARE DI NUOVO DI QUESTO TEMA PROPRIO PERCHE' MI HA COLPITO MOLTO...OGGI NON SI PUO' PIU' PARLARE DI RAZZISMO...QUESTI PREGIUDIZI DEVONO CROLLARE...
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  mariateresa pellegrino Mar Apr 26, 2011 9:52 am

    Nella scelta dei film da commentare e condividere,mi ha colpito:"basta guardare il cielo",in quanto tocca una molteplicità di temi,e uno in particolare,da noi largamente affrontato,ovvero quello dell'emarginazione.Il film,tratto dal romanzo di successo di Rodman Philbrick,è la storia divertente e avventurosa di due ragazzi che, ispirati dalle avvincenti vicende di Re Artù e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda, danno inizio a un viaggio alla ricerca della grandezza del bene, per scoprire alla fine il più grande tesoro che ci sia: l'amicizia.
    Tutto ha inizio quando il giovane Kevin e sua madre si trasferiscono nella casa accanto a quella di Max e dei suoi nonni.Kevin è piccolo, magro, affetto da una patologia degenerativa che lo costringe a portare i tutori alle gambe. In compenso ha un cervello straordinario e trascorre tutto il suo tempo a leggere libri complessi o a inventare originali congegni meccanici. Kevin, senza padre, ha una madre che lo ama moltissimo, ma molto apprensiva e che, per paura che le sue condizioni fisiche possano peggiorare, a volte gli impedisce di condurre una vita "normale" come i suoi compagni.
    Il tredicenne Max invece è un ragazzo grande e grosso, che porta il 48 di scarpe, ma che pare avere un cervello "piccolo, piccolo". A scuola è lento,fa fatica ad apprendere qualsiasi nozione e viene considerato perciò un "ritardato". Ha poco coraggio e non riesce mai a reagire quando i compagni lo prendono in giro. Quotidianamente è vittima di soprusi e scherzi di cattivo gusto. Quando qualcuno combina qualche guaio, lui è il capro espiatorio preferito. Anche Max ha una condizione familiare difficile: la madre è morta e il padre è rinchiuso in carcere con l'accusa di aver ucciso la donna ed è considerato da tutti, compreso i nonni e Max, un uomo pericoloso e violento.
    Per tutta la loro vita Kevin e Max sono stati degli "esclusi". Per la gente del posto sono "Frankenstein e Igor" e ogni occasione è buona per deriderli, prendersi gioco di loro o, peggio ancora, per metterli in seria difficoltà. I compagni di scuola, uniti nella classica banda dei "bulli", cercano sempre di far cadere Kevin, ne sottolineano le menomazioni fisiche, lo chiamano "storpio" e lo escludono da ogni gioco. Insultano Max con frasi offensive: "maialino, maialino, tu sei figlio dell'assassino" oppure "scimmione con le cuffie" e sembrano godere della sua sottomissione passiva. Anche gli adulti che gravitano attorno al loro mondo, fatta eccezione per la mamma di Kevin e per i nonni di Max, sembrano disinteressarsi ai due ragazzi o, comunque, non ripongono in essi nessuna stima né fiducia.
    Ma quando Max e Kevin si conoscono, le loro esistenze però cambiano radicalmente. Dopo un iniziale momento di diffidenza, l'esile "Einstein" colpisce l'attenzione e la curiosità di Max, conquista la sua fiducia e i due iniziano a frequentarsi. Kevin aiuta molto Max nello studio e cerca di appassionarlo alla lettura, facendolo viaggiare con l'immaginazione nel mondo fantastico di Re Artù. E Max aiuta molto Kevin nella deambulazione: se lo carica sulle spalle e lo porta in giro per la città, esaudendo tutti i suoi desideri di scoperta e conoscenza.

    "Tu hai bisogno di un cervello e io di un paio di gambe, insieme formiamo una persona perfetta" ripete più volte Kevin e con questa consapevolezza sempre presente, i due si avventurano alla scoperta del mondo. Ogni volta che i due si uniscono, con il piccolo Kevin arrampicato sulle spalle del gigante Max, formano un unico coraggioso guerriero: una forza imponente con una volontà di ferro, un'immaginazione galoppante e la più potente aria di nobiltà dal tempo del regno di Re Artù.
    Un'avventura un po' più rischiosa delle altre provocherà però a Kevin dei seri problemi fisici che lo porteranno a lasciare il mondo terreno, ma non quello di Max che continuerà a vivere nel suo ricordo, rafforzato dagli insegnamenti ricevuti e capace di ritrovare immaginazione, coraggio di vivere e profonda consonanza amicale anche semplicemente alzando gli occhi al cielo...Quando poi si è in qualche modo considerati "diversi' e quindi, automaticamente, esclusi,emarginati, avere un amico ed essere forti e coraggiosi sono i due ingredienti indispensabili per riuscire a crescere.Inoltre la società,la scuola la famiglia, dovrebbero avere un ruolo fondamentale riguardo a questo aspetto,in modo tale che sia la società che i bambini siano educati a ragionare e ad agire in modo giusto al riguardo e a far im modo che nessun coetaneo possa sentirsi escluso,ma tutt'altro,e quindi "parte integrante e fondamentale del mondo".
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    Messaggio  mariateresa pellegrino Mar Apr 26, 2011 9:56 am

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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty IL GRANDE COCOMERO

    Messaggio  antonella calabrese Mar Apr 26, 2011 10:13 am

    TRAMA:
    "La dodicenne Pippi, preda di crisi epilettiche fin dall'infanzia, approda al reparto di neuropsichiatria infantile diretto dal giovane Arturo. Questi si rende presto conto che il problema è riconducibile all'ambiente familiare, costituito da genitori arricchiti e assenti, privi di ogni capacità di ascolto e slancio comunicativo. Decide perciò di tentare una terapia analitica. Il rapporto, intenso e non sempre facile, con la ragazzina sarà un'occasione anche per lui - reduce da una crisi coniugale - per ritrovare un senso alla propria esistenza. Sarà la morte inquietante di una bambina, alla quale Pippi era particolarmente legata, a scatenare il suo rifiuto nei confronti di Arturo e a indurla a un'autocrisi epilettica di protesta, che fornirà allo psichiatra la chiave di lettura per un appropriato intervento... sarà la molla che condurrà la giovane Pippi verso la guarigione, verso la scoperta de "il grande cocomero", di un futuro migliore tanto sognato anche dal protagonista del noto fumetto Peanuts."

    Il film è ispirato all'esperienza di Marco Lombardo Radice, neuropsichiatra sperimentatore di terapie innovative nella cura dei disagi psicologici dei minori, basati soprattutto sul paziente ascolto delle necessità dei bambini e sulla compensazione delle loro carenze affettive

    Ho trovato la tematica di questo film interessantissima: le crisi epilettiche di cui soffre la bambina scaturiscono dalla sua difficile situazione familiare: Pippi è quasi invisibile agli occhi dei genitori..le crisi epilettiche sono “un muro” dietro il quale cerca di nascondere i suoi problemi. La dottoressa Magri del centro Autism definirebbe la madre di Pippi la classica “madre-frigorifero” che si limita a definire la figlia “una matta”, “una venuta male”, anziché cercare di capire i suoi bisogni..quel suo immenso desiderio di affetto, di considerazione, di normalità..
    L’ambiente, in generale, incide e influenza molto gli individui..l’ambiente familiare in particolar modo.
    In pedagogia della devianza e della marginalità, abbiamo appreso che comportamenti criminali in età adulta e comportamenti a rischio in età infantile, sono spesso riconducibili all’ambito familiare, all’eccessiva o carente presenza dei genitori..alla loro ipercuria o incuria. Oggi la famiglia si è inevitabilmente adeguata ai cambiamenti della nostra epoca: ora che anche le donne sono in carriera, hanno poco tempo da dedicare a famiglia e figli, i quali vengono affidati a baby- sitter e associazioni sportive nel migliore dei casi, alla tv nel peggiore dei casi,la quale finisce per danneggiare bambini e adolescenti: Karl Popper, nel 1994, indicava nella sua opera "cattiva maestra televisione" la necessità di una patente per fare televisione, da revocare in caso di uso inadeguato. Altro tema che emerge dal film, è quello legato all’empatia e alla relazione educativa di cui abbiamo ampiamente parlato in questo corso di pedagogia della disabilità: all’inizio tra il neuropsichiatra e Pippi non si stabilisce affatto empatia (CAPACITà DI RISOLVERE I PROBLEMI INSIEME); solo in un secondo momento si instaura un rapporto di fiducia tra loro, dopo la frase:
    "tutti credono che sei un imbroglio, ma io credo in te.."
    La relazione educativa che si stabilisce tra i due risponde perfettamente a quella che ogni educatore dovrebbe creare con il suo educando: un rapporto alla pari, di fiducia e rispetto reciproco..l’educatore deve diventare un esempio, un modello per l’educando, deve essere sempre pronto sia a percepire i suoi bisogni,sia a mettersi in discussione per migliorarsi..educatore ed educando devono seguire un percorso di crescita..INSIEME!!!! I love you

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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty LA MOSTRUOSITà

    Messaggio  antonella calabrese Mar Apr 26, 2011 10:20 am

    La mostruosità è un tema che nel tempo è stato ampiamente trattato da cinema, filosofia, letteratura, fumetti..
    Da sempre il mostruoso viene affiancato da alcune qualità quali cattiveria, crudeltà, meschinità.. nell’immaginario maschile il mostruoso si riflette nel corpo in gravidanze delle donne..
    “Il mostruoso è l’antitesi alla normalità, il grado zero della mostruosità, una corporeità, il modello di base.” (Rosi Braidotti)
    Essendo un tema che ho già studiato precedentemente in pedagogia della devianza, posso dire che si possono creare due sottocategorie del mostruoso: una prima che è appunto quella legata al mostruoso come cattiveria; alcuni esempi possono essere:
    - Dottor Jekyll e Mister Hyde di Stevenson: il Dottor Jekill scopre una pozione in grado di mostrare la doppiezza dell’animo umano: il lato umano (Dottor Jekyll), e il lato non-umano (Mister Hyde). Lo scienziato, non essendo più in grado di gestire la sua scoperta, si suiciderà.
    - Frankenstein di Mary Shelly: racconta di uno scienziato che durante la notte trafuga cadaveri dal cimitero, li smembra e ne riassembla poi le membra per creare una nuova creatura.Verrà poi ucciso dalla sua stessa creatura come punizione per aver abusato della scienza e per aver cercato di sostituirsi a Dio nella creazione.
    -Freaks: la vicenda si svolge n un circo: Cleopatra venuta a conoscenza della ricchezza del nano Hans, decide di sposarlo, per poi ucciderlo, per impossessarsi della sua eredità. Il piano suo e del suo reale amante, viene però scoperto dagli altri “mostri” che compiono la loro vendetta sui due.
    Abbiamo però il rovescio della medaglia: il mostruoso come grandezza d’animo:
    -Il Gobbo di Notre Dame: innamorato,ma non corrisposto a causa della sua bruttezza della bella Esmeralda, il Gobbo si lascerà morire accanto a lei, uccisa ingiustamente.
    - La Bella e la Bestia: la Bella si innamorerà della Bestia, andando oltre la sua mostruosità.
    Questa seconda categoria invita ad andare oltre l’esteriorità, oltre l’aspetto fisico delle persone..poichè dietro le apparenza possono celarsi grandissime qualità!

    "Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei.."

    Niccolò Machiavelli


    Ultima modifica di antonella calabrese il Mar Apr 26, 2011 10:33 am - modificato 1 volta.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty IL RAGAZZO CHE SAPEVA VOLARE

    Messaggio  antonella calabrese Mar Apr 26, 2011 10:22 am

    Milly, una adolescente orfana di padre, vive con la mamma ed un simpatico fratellino in una villetta di una cittadina della provincia americana. Suo vicino è Eric, un coetaneo, privo dei genitori deceduti in un incidente aereo, affetto da autismo e assolutamente convinto di poter volare come un uccello. Poco a poco, cominciando dalla scuola dove i due frequentano la medesima classe, Milly stabilisce un buon rapporto con Eric, chiuso in un penoso mutismo e spesso pericolosamente in bilico sul cornicione di casa: gioca con lui, legge e ne diventa l'idolo. Un giorno che per cogliere un fiore la ragazza cade dall'alto di una terrazza nel parco cittadino, al suo risveglio essa trova il silenzioso compagno nella camera della clinica, nè riesce a spiegarsi come egli abbia potuto penetrarvi (e in sogno le capita di vedersi mentre vola con lui tra le nuvole). Le autorità internano Eric in un manicomio, nell'intento di curarlo, ma là egli si sente prigioniero, scappa e si rifugia nella soffitta di casa sua (dove abitava con uno zio) e qui Milly lo raggiunge e lo calma, certa com'è fin dall'inizio che il ragazzo ha solo bisogno di pazienza e di affetto. Inseguiti dalla polizia dagli infermieri, i due si nascondono nella loro scuola, dove intanto si sta svolgendo una festa e salgono sul tetto dell'edificio. Eric tende la mano alla sua amica e con lei spicca il volo dal cornicione. A pochi metri dal suolo, l'uno accanto all'altra sorridono lietamente, Eric e Milly sorvolano i loro compagni, che corrono allegramente sulla loro scia nella stupefazione generale. Poi Eric volerà via davvero, dopo aver detto a Milly solo due o tre parole, le prime uscite dalle sue labbra. E lei riprenderà da sola la propria vita, persuasa che la tenerezza, l'amicizia e la volontà di tentare comunque ogni via - perfino il più rischioso e incredibile dei voli - servono sempre a conseguire il Bene ed uno sprazzo di felicità.

    Ho scelto anche questo film dato che tratta dell’autismo, un tema che mi ha particolarmente colpito grazie alla lezione sul centro Autism e alla testimonianza di Nunzia.
    Milly è la sola che riesce a capire che le uniche cose di cui ha davvero bisogno il suo amico sono affetto e pazienza. Credo che forse il disagio e le difficoltà del ragazzino sono dovute anche al fatto che Eric non ha accanto i genitori,morti in un incidente..e sappiamo bene quanto sia importante la presenza della famiglia, della figura materna in particolare!
    Questo mi riporta alle parole della dottoressa Magri che ha più volte insistito sulla necessità di creare una RETE attorno al bambino autistico, formata da genitori, insegnanti, terapisti, medici, gruppo alla pari..e sull’importanza della loro COLLABORAZIONE: è fondamentale infatti che il genitore, l’insegnante, o il compagno di classe sia in grado percepire i bisogni del bambino, e sappia come muoversi nei suoi confronti..!
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty DOVE SIETE? IO SONO QUI..

    Messaggio  antonella calabrese Mar Apr 26, 2011 10:31 am

    La storia d'amore tra due ragazzi non udenti, che hanno alle spalle esperienze e contesti familiari diversi: Fausto proviene da una famiglia benestante e la madre lo stimola a comportarsi da "normale" dimenticando i suoi handicap, Elena ha trovato difficoltà nello studio perché non ha avuto il supporto di insegnanti specializzati, cosa che l'ha indotta ad abbandonare gli studi e a perdere fiducia. La storia è tormentata e difficile ma mette alla prova le capacità dei due ragazzi e i loro sentimenti

    In questo film emergono numerose tematiche che abbiamo trattato durante questo corso:
    1)La prima cosa che salta immediatamente agli occhi sono le infinite difficoltà che i due protagonisti si trovano ad affrontare, provocate dall’indifferenza (e ci aggiungerei anche dall’ignoranza!) della gente che li circonda.
    La famiglia di Fausto non ha mai accettato il suo handicap, tanto da obbligarlo a dimenticare..e sappiamo bene quanto questa cosa sia sbagliata!!!!
    La prima cosa fondamentale è che la famiglia ACCETTI l’handicap, poi impari a conviverci, e infine abbandoni la convinzione di non poter fare nulla per migliorare la condizione del/la proprio/a figlia/a!!!!!!!!!
    Come può infatti un ragazzo accettare il suo handicap, se i primi a non farlo sono proprio i familiari???
    2)La seconda tematica è quella delle barriere:
    Elena vive una situazione analoga a quella di Fausto, ma diversa (la patologia può essere uguale, ma bisogna sempre considerare la biografia dei soggetti che varia da persona a persona!!!!!!): è costretta ad abbandonare il liceo poiché la scuola non le forniva insegnanti specializzati e non riusciva a capire le lezioni. Questo è un altro aspetto importantissimo e attualissimo: quante barriere incontrano ancora oggi i disabili?? Posso citare le prime lezioni del corso, quando abbiamo trattato le barriere architettoniche..il soggetto disabile non deve essere accudito, ma deve emanciparsi! Ad Elena sono mancati gli strumenti giusti per adeguarsi ai compagni normodotati.
    3)L’ultimo tema che emerge dal film è quello della RESILIENZA:
    nei due protagonisti, soprattutto in Fausto emerge con forza la volontà di superare le difficoltà che gli provoca il suo handicap. Il legame affettivo che si instaurerà tra i due sarà un motivo in più per affrontare le avversità della vita..!!!

    "CI SONO GABBIANI CHE NASCONO CON ALI GIA' SPEZZATE..
    LA DIVERSITà NON E' CHIEDERE AGLI ALTRI IN PRESTITO LE LORO ALI,
    MA TROVARE NEGLI ALTRI IL CORAGGIO DI VOLARE INSIEME BELLO STESSO CIELO.."


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty FORREST GUMP

    Messaggio  teresa d'andrea Mar Apr 26, 2011 10:52 am

    Un film che a me è sempre piaciuto e che meglio mette a fuoco le tematiche della "diversità"è Forrest Gump di Robert Zemeckis e interpretato da Tom Hank. Forrest mentre attende un autobus,racconta la sua vita ad alcuni ascoltatori occasionali,suscitando commozione e tal volta indifferenza e incredulità. Sin da piccolo è costretto a portare delle protesi alle gambe a causa di un problema alla schiena,inoltre non viene accettato nei college perché il suo quoziente intellettivo risulta molto basso. Ma un giorno,egli viene aggredito da alcuni ragazzini e per fuggire alle loro violenze,inizia a correre e scopre di avere un talento per la corsa. Grazie a questa sua abilità,Forrest entra a far parte di una squadra di baseball e inoltre grazie a una borsa di studio viene ammesso al college. Forrest viene spesso umiliato e messo ai margini per questa sua menomazione,ma lui non si arrende e fa della sua "diversità"un valore per emergere in tutto ciò che fa.Una delle frasi che più mi ha colpito di questo film è:-"Non permettere mai a nessuno di dire che è migliore di te"-Forrest era un uomo che conduceva la sua vita nel migliore dei modi,senza farsi condizionare dagli sguardi pietosi della gente che incontrava. Egli non faceva della sua "diversità" un problema grave per cui era impossibile vivere,anzi egli è l'esempio di come le persone con qualche menomazione siano capaci di sviluppare e mettere in atto le proprie capacità,senza farsi condizionare da ciò che le circonda.
    Forrest Gump è un film di sentimenti,di ricordi,di odori e colori.E' un film che rimane impresso per la smisurata passione che si legge negli occhi del protagonista mentre racconta le imprese della sua vita con semplicità e modestia e ci mostra l'infinita dolcezza di una persona affetta da menomazioni mentali,ma che non per questo,non è stata in grado di vivere una vita piena ed emozionante,ricca di eventi e situazioni che la maggior parte della gente può solo immaginare e sognare.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty Imparare a riconoscere e rispettare le differenze negli altri, trattandoli come vorreste essere trattati voi !

    Messaggio  lidia marinaro Mar Apr 26, 2011 10:56 am

    "Rain man- L'uomo della pioggia" è un film del 1988 diretto da Berry Levinson e interpretato da Tom Cruise e Dustin Hoffman. La storia racconta di Charlie Babbit (Tom Cruise), giovane commerciante di auto,che scopre dopo la morte del padre, che l’unico erede dell’immenso patrimonio familiare è Raymond (Dustin Hoffman), un uomo affetto da autismo, che scopre essere suo fratello maggiore.Charlie, sentitosi tradito dal padre e indebitato sul lavoro a causa di investimenti fallimentari, decide di portare via Raymond dalla clinica di Cincinnati in cui è ricoverato nella speranza di riuscire ad essere riconosciuto dalla legge come suo tutore e quindi beneficiare del patrimonio paterno.Durante il viaggio verso Los Angeles, che si allunga per le necessità di Raymond (non può volare, non può fare l’autostrada, a causa della sua paura degli incidenti), Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo tutto gesti meccanici e frasi ripetitive ma dotato anche di una incredibile memoria, grazie alla quale i due ottengono ingenti vincite a un casinò di Las Vegas. Piano piano Charlie si affeziona a lui, grazie anche all’aiuto della sua fidanzata,scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava Rain Man (una storpiatura del nome Raymond) e pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altri che suo fratello, del quale è stato privato per tutti questi anni. Charlie deciderà infine di riportare Raymond nella clinica, rinunciando al denaro (e anche a un assegno da 250.000 dollari che gli era stato offerto per dimenticarsi della vicenda) e promettendo di frequentarlo appena possibile. Il film mi è piaciuto particolarmente,è molto umano, verosimile, ed educativo.
    Documentandomi ho scoperto che il personaggio di Raymond è stato ispirato da una storia vera, da un uomo speciale di nome Kim Peek, nato a Salt Lake City e recentemente deceduto, affetto da autismo, aveva capacità straordinarie nel memorizzare tutto ciò che era scritto. Kim nasce con un rigonfiamento anomalo dell'emisfero sinistro del cervello, adibito come sappiamo alla lingua e alle capacità motorie, per questo problema il ragazzo pur imparando a camminare a 4 anni, comincia a leggere libri e giornali a soli 24 mesi! Davvero un fenomeno! La sua diversità, il suo handicap l'hanno reso un genio, un uomo fuori dall'ordinario, in senso positivo ovviamente.
    Il film Rain man ha ricevuto numerossisimi premi Oscar che gli attori e il regista hanno voluto dedicare a Kim, il quale però dichiarò di disapprovare la scena del film in cui Rain man truffa un casinò usando la sua eccezionale memoria fotografica.
    Negli ultimi anni di vita Kim viaggia da un paese americano all'altro tenendo seminari in università, prigioni ed enti vari, per cercare di convincere l'America a rivalutare il modo in cui tratta i disabili mentali. La cosa più bella è che prima di salire sul podio e cominciare a parlare, Kim distribuiva depliant che invitavano il pubblico a "imparare a riconoscere e rispettare le differenze negli altri, trattandoli come vorreste essere trattati voi".
    Dopo aver visto il film e dopo aver letto la storia di Kim Peek sono sempre più convinta che l'autismo non deve essere inteso esclusivamente come un handicap un limite, ma anzi potrebbe essere considerato a mio parere una potenzialità, una risorsa da sfruttare al meglio per chi ne è affetto. Forse sto dicendo delle assurdità o forse non riesco a spiegarmi perfettamente, ma da come ho potuto notare le varie forme d'autismo pur essendo considerate in sè dei deficit,la maggior parte di chi ne è affetto ha capacità straordinarie, magari solo in alcuni ambiti, ma comunque sono abilità da poter sfruttare nella vita sociale attraverso ovviamente l'aiuto di un percorso educativo individualizzato ed efficace che aiuti concretamente il soggetto autistico ad integrarsi nella comunità e a condurre una vita cosidetta "normale".
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Gina Losapio Mar Apr 26, 2011 11:00 am

    Io ho scelto il film "Edward mani di forbice". Film drammatico datato 1990 regia del grandissimo Tim Burton e attori d'eccezione come Johnny Depp. Questo film si apre in un castello con un eccentrico anziano inventore che un giorno decide di trasformare una macchina in un essere umano, il nostro Edward. Una tragedia improvvisa, però, incombe su entrambi: il vecchio uomo muore prima di dare alla creazione un paio di mani, al posto delle quali ha un insieme di forbici e lame molto taglienti. Molti anni dopo Edward conosce Peggy, una rappresentante di cosmetici la quale intenerita dalla solitudine del giovane decide di portarlo a casa e farlo conoscere alla famiglia e inserirlo in società. Le prime reazioni di paura e spavento della famiglia e del piccolo paesino lasciano il posto a sentimenti di tenerezza e compassione nei confronti di Edward il quale per la prima volta si sente accettato e soprattutto si sente parte di una famiglia. Grazie alle sue "mani" riscuote grande successo come parrucchiere e giardiniere. Questa fase di quasi incanto però svanisce con l'arrivo della figlia di Peggy, Kim, la quale s'innamorerà perdutamente del nostro protagonista. Il fidanzato di Kim userà quelle che noi in pedagogia possiamo considerare "protesi" di Edward per compiere un furto in casa di Peggy ed Edward risulterà l'unico colpevole. La storia si chiude con il ritorno al castello e un amore nato ma impossibilitato a vivere tra Edward e Kim proprio perchè Edward, il nostro protagonista, non riuscirà mai ad abbattere il pregiudizio meschino della società che inquadra il giovane come un mostro e un soggetto da emarginare perchè pericoloso.

    Il tema fondante di questo film riguarda le protesi, le tecnologie integrative. Come abbiamo studiato questo è un tipo di tecnologia che tende ad integrare un organo oppure una parte del corpo mancante. La società però ( fondatrice per eccellenza di falsi buonismi e pregiudizi) spesso giudica le apparenze, comprese un evidente menomazione come un qualcosa di mostruoso e inconcepibile, comprese le protesi che hanno come funzione quella di sopprimere e in alcuni casi azzerare la diversità. Abbiamo visto nel Film oppure nel trascorso di Pistorius (atleta), quanto la società possa diventare cattiva ed emarginante fino a neutralizzare il percorso di miglioramento e di difficoltà che i nostri protagonisti hanno compiuto nelle loro vite per essere accettati dal resto del mondo. La scienza e la tecnica ci hanno offerto i mezzi attraverso i quali possiamo risolvere gran parte dei problemi che l'uomo può incontrare nel corso della vita, ci ha permesso di guarire da malattie e sviluppare tecnologie ormai fondamentali nelle vite di ciascuno di noi. L'unico demone da neutralizzare e sconfiggere resta il pregiudizio.

    Ora riporto le parti del film che più mi hanno emozionato :



    https://www.youtube.com/watch?v=SQTvczUvy3Q

    { https://www.youtube.com/watch?v=SQTvczUvy3Q }

    La scena finale: Kim dopo aver baciato e dichiarato il suo amore per Edward abbraccia la decisione di lasciarlo nel castello nella sua solitudine e far credere a tutto il paese di essere morto. Finale da lacrime perchè ci rendiamo conto che i due protagonisti capendo di non poter riuscire a dar forma al proprio amore alla luce del sole decidono di rinunciare per sempre alla loro felicità. Vincono ancora una volta ( come accade spesso nella vita reale) il giudizio della gente e la superficialità. La vera disabilità da annientare è proprio il pregiudizio, se non esistesse, probabilmente, la menomazione e le altre forme di disabilità in genere sarebbero più facili da risolvere.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty MI CHIAMO SAM

    Messaggio  Assunta Pilato Mar Apr 26, 2011 11:19 am


    (scusatemi ma in italiano non l'ho trovato)

    La sceneggiatura ci porta in una triste Los Angeles e ci narra le disavventure di Sam Dawson,uomo che in una fugace relazione aveva concepito una figlia subito abbandonata dalla madre.L'uomo ha quindi il difficile compito di crescere una bambina solo con le sue forze e capacità,ma avendo disfunzioni psichiche ed essendo affetto da semi-autismo,rischia di perdere l'affidamento della stessa.
    Sam ha molti amici e riesce, grazie anche ad essi,a educare la piccola Lucy con gli stessi canoni di ogni padre di famiglia.Trascorreva le giornate in sua compagnia,la svegliava e la portava a scuola,successivamente si recava presso il bar per il quale lavorava e,finito il turno,la aspettava fuori dalla scuola.Il pomeriggio la aiutava a fare i compiti per poi cenare e andare a dormire.La loro vita prosegue felice anche se i compagni di classe notano che il padre di Lucy è diverso dal loro,ma la piccola si dimostra all'altezza della situazione dicendo che lui è speciale,il resto lo fa la beata ingenuità dell'infanzia che fa cadere nel vuoto i discorsi.
    La piccola è molto affezionata al padre poiché la sua infanzia è stata pervasa di amore sincero,di piccoli gesti e piccole cose che l'hanno resa felice,non è figlia di un grande imprenditore o di un personaggio famoso,suo padre non è nemmeno un uomo "comune" che gli può permettere una vita piena di concretezza e materialità,sua madre non c'è più poichè se ne è andata dopo il parto per non affrontare una vita troppo complessa,troppo difficile.Tutto questo avrebbe dovuto generare una ragazza infelice,insoddisfatta e culturalmente povera secondo gli esperti,ma la realtà è diversa,Lucy è intelligentissima,vivace,creativa,felice ed è in grado di donare tanto amore.Il suo dono e il suo carattere sono frutto di un padre ritenuto "handicappato" ma dimostratosi pienamente all'altezza,una persona che si impegna nel suo umile lavoro,che non arriva mai in ritardo a prendere la figlia e che c'è sempre e comunque,che non si arrende di fronte alle difficoltà e che cerca in tutti i modi di costruire una vita serena per la sua creatura,un'esistenza fatta di piccole cose ma di cose vere,di sentimenti forti e profondi.
    La bimba però cresce in fretta e si ritrova al suo settimo compleanno.Qui cominciano i veri problemi poiché Sam ha un quoziente intellettivo che si aggira a quell'età e non è più in grado di accudire la figlia,non è più all'altezza dei suoi compiti e dei suoi ritmi di vita.
    Dinnanzi a questa presunta difficoltà educativa un'assistente sociale decide di prelevare la povera ragazzina per affidarla ad una famiglia che risponda ai "canoni" comuni e così il povero padre,vedendosi togliere l'unico motivo della sua esistenza si impegna a fondo per vincere una causa dall'esito piuttosto scontato.Il tutto è reso possibile dalla presenza di un avvocato rintracciato per caso da un elenco telefonico,Sam vorrebbe il miglior avvocato del paese,quello con l'annuncio più bello sulla rubrica poiché sarebbe stato segno di grande professionalità.La competenza però si paga e di certo un dipendente di una caffetteria non si può permettere una tale spesa,così Dawson dimostra di essere migliorato,di aver imparato a fare i cappuccini e di meritarsi una promozione che attende da anni.Nel frattempo un imprevisto lo anticipa e cambia il suo destino:una battuta fatta per burlarsi delle colleghe,per dimostrarsi non solo la migliore di tutte e di tutti,ma anche quella con più cuore.Rita Harrison espone infatti di aver accettato una causa pro-bono costringendosi così a seguire la causa di Sam.Inizialmente tratterà l'uomo con superiorità senza rispettarlo e senza considerare le sue opinioni,ma presto si renderà conto della forte personalità e dell'amore profondo che Sam ha per la piccola e cercherà in tutti i modi di aiutarlo.
    Non sarà facile raggiungere una conclusione positiva,gli avvocati e l'assistente sociale si impegneranno per privare l'affettuoso padre della sua creatura tanto amata e lui si troverà a battagliare con l'aiuto degli amici "Speciali" e dell'avvocato.

    E' forse stata una scelta banale quella di prendere in considerazione una sceneggiatura così profonda e complessa,una storia che non ha molti punti di forza,non ha ne azione ne effetti,vicende tutto sommato noiose,legate ad una causa legale,argomento trito e ritrito nel cinema internazionale,ma,nonostante tutto,ho deciso di prporre quest'opera e,anche se della tensione narrativa non si hanno grandi segnali,essa è riuscita tempo fa al cineforum al liceo e anche ora riesce a tenermi incollata allo schermo per seguire le sorti di un piccolo eroe,di un uomo che ha messo tutto l'impegno possibile ed immaginabile per crescere una creatura che tanto ama.Un uomo che viene guardato di traverso,soggetto a pregiudizi e a maldicenze,ma che,nonostante tutte le difficoltà continua imperterrito il suo cammino educativo e anche quando arriva ai suoi limiti fisici ed intellettivi non si arrende.E' questo un grande insegnamento per noi "normali",noi che viviamo con questo convinzione di superiorità,noi che non osiamo guardare in faccia un ragazzo su una sedia a rotelle, noi che ci giriamo dall'altra parte quando notiamo che chi ci passa davanti è "diverso".Dico noi perché io stessa,prima di seguire questo corso,ho compiuto questi orribili gesti,io stessa,nella mia ignoranza culturale e affettiva,mi sono inconsapevolmente comportata da superiore,da "normale".Ebbene si,noi siamo fortunati poiché possiamo camminare,possiamo seguire un corso scolastico ed ambire ad un buon lavoro,possiamo camminare in montagna e nuotare al mare,ma non siamo superiori a nessuno.
    Questo film e molti altri suoi predecessori ci insegnano quanto queste persone siano capaci di donare amore molto meglio e molto più di noi perchè tutti siamo diversi,ognuno è diversamente abile e ogni individuo è irripetibile ed unico.
    Ricordiamo prima di "Mi chiamo Sam",Robert De Niro in "Risvegli" e Dustin Hoffman nei panni del fantastico "Rain Man",che ho gia citato nei commenti scorsi.
    In "Mi chiamo Sam" si parla di problemi famigliari,di rapporto genitori figli,di disabilità e di autismo,di un rapporto basato sull'amore e sulle piccole cose,sulla presenza in ogni occasione di un padre a dispetto delle famiglie moderne che lasciano sempre meno spazio per i rapporti con i propri congiunti.Tutte tematiche importanti,anzi,fondamentali,che abbiamo affrontato più volte in aula,sia attraverso la teoria,sia attraverso il racconto di esperienze vissute dai miei colleghi.
    E così ho capito con il loro aiuto che non si possono considerare stupide le persone affette da autismo o da sindrome di down,si sappia infatti che la loro memoria è ben superiore alla nostra e la loro intelligenza è assai superiore.Hanno una capacità incredibile di fissare nella loro mente ciò che più li colpisce,e l'estrema conoscenza di Sam nei confronti del famoso complesso musicale,i Beatles,non è altro che un esempio,d'altro canto anche in "Rain man" si era assistito ad una capacità incredibile di memorizzare nomi e numeri da parte di Rai.Non si può quindi affermare che una persona diversamente abile non possa avere passioni e conoscenze di vario genere!

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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Ida Di Turo Mar Apr 26, 2011 11:43 am

    Il film che ho scelto è" L'olio di Lorenzo" . Nelle isole Comore, il piccolo Lorenzo Odone di cinque anni è un bimbo felice sino a quando si scopre che è affetto da una terribile e rarissima malattia degenerativa, l'Adrenoleucodistrofia.
    La malattia colpisce le cellule cerebrali e i medici danno al bambino un massimo di due anni di vita. I genitori, Augusto Odone, di professione economista, e Michaela Teresa Murphy (glottologa), non si arrendono e cominciano a interessarsi alla malattia diventando esperti a livello mondiale della patologia del figlio
    Dopo anni i genitori elaborano l'Olio di Lorenzo, una miscela composta da olio d'oliva (acido oleico) e olio di colza (acido erucico), in grado di bloccare l'avanzamento della malattia. Tale miscela non ha tuttavia la capacità di porre rimedio ai gravi danni che la malattia aveva già procurato.
    Per questo motivo Augusto Odone fonda il "Progetto Mielina" una fondazione internazionale senza fini di lucro con sede a Washington che ha lo scopo di finanziare la ricerca per trovare il sistema di ricostruire la guaina mielinica del sistema nervoso.Ho deciso di trattare questo film ,in quanto mi ha colpito molto il modo in cui i genitori di questo ragazzo non si arrendono, ma lottano affinchè il figlio possa farcela ..e ciò è molto importante ..si ricordi infatti nel testo pedagogia della disabilità ,le potenzialità della resilienza cap 2 in cui vi è scritto che: << la famiglia si dovrebbe liberare quanto prima dal senso e dalla percezione di impossibilità di miglioramento della situazione psico-fisica di un figlio o una figlia disabile >>.
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    Messaggio  Loffredo Michela Mar Apr 26, 2011 1:05 pm

    Il film che ho scelto è "Mare Dentro" di Alejandro Amenabar del 2004 ambientato in Spagna.Ramon Sampedro era un marinaio e galiziano,era una persona di mare,libera,curiosa,aperta alle esperienze.Per quel bel giovane dopo che aveva girato il mondo per diciannove anni, a causa di un incidente, un tuffo maldestro che lo aveva paralizzato dal collo in giù,fu costretto a vivere per 30 anni inchiodato su un letto di paraplegico,accudito dalla famiglia.A tal proposito mi viene in mente la prima classificazione dell'OMS(Organizzazione Mondiale della Sanità) che si basa su tre fattori:menomazione,disabilità ed handicap che verranno sostituiti con menomazione,abilità e partecipazione.Per menomazione si intende qualsiasi perdita o anormalità a danno di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica.Nel caso di Ramon si tratta di una menomazione accidentale avvenuta in seguito ad un incidente.Per disabilità si intende invece l'incapacità di svolgere determinate funzioni nel modo e nell'ampiezza considerati "normali" per un individuo.Infatti Ramon è costretto a vivere come un vegetale immobilizzato su un letto,senza poter far nulla.Ed infine il termine handicap in italiano è traducibile con "svantaggio" deriva dalle corse ippiche inglesi che obbligava un fantino che cavalcava un cavallo dotato di qualità superiori, a gareggiare portando la mano sinistra (hand) a contatto con la visiera del cappello (cap) utilizzato lo svantaggio dato da questa posizione per equilibrare le sue prestazioni rispetto a quelle degli altri concorrenti.Nel linguaggio comune "deficit" ed "handicap" vengono assimilati l'uno all'altro e questo comporta due gravi conseguenze:1)considerare l'handicap come un problema solo di chi ha qualche deficit;2)pensare che solo coloro che sono afflitti da qualche deficit non siano uomini come tutti gli altri.Molto importante è la cura.L'handicap è una situazione permanente,irreversibile,ma non per questo immodificabile,un intervento è sempre possibile.Nel caso dell'handicap non si può parlare di curabilità,ma semplicemente di intervento per il miglioramento della vita della persona.Per il protagonista del film sopra citato l'unico suo desiderio dopo quell'incidente che gli aveva stroncato la sua giovinezza,era quello di togliersi la vita in maniera dignitosa.La sua vita venne stravolta dalla presenza di due donne:julia l'avvocato che lo appoggia nella sua battaglia e Rosa una donna del paese che cerca di convincerlo che nonostante tutto fosse meglio continuare a vivere.Ramon decise di togliersi la vita, l'unica sua certezza era quella che solo chi lo amava veramente lo avrebbe aiutato ad affrontare al meglio il suo ultimo viaggio.Nonostante ciò per gli Spagnoli lui è un grande esempio di resilienza,per il suo coraggio,mettendo in bocca un pennino riusciva a scrivere poesie e non rinunciava all'esercizio della ragione,infatti iniziò una causa con il tribunale di La Coruna per rivendicare il suo diritto di togliersi la vita in maniera dignitosa e non violenta.Penso che Ramon sia riuscito ad uscire vincente anche da una situazione così negativa,non si è accontentato di vivere come un vegetale, aspettando inerme che la morte lo logorasse.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty A prima vista

    Messaggio  arato andrea carmine Mar Apr 26, 2011 1:42 pm

    A prima vista,"at first time" è un film del 1999,genere drammatico,diretto dal regista Irwin Winkler,e che vede come protagonisti Val Kilmer e Mira Sorvino.Il giovane Virgil Adamson ha perso la vista da bambino. Oggi lavora come massaggiatore in una tranquilla località di villeggiatura a nord di New York, dove vive con la sorella e tutti lo conoscono e lo stimano. Qui un giorno arriva Amy Benic, architetto a Manhattan in preda allo stress. Dopo qualche giorno, Amy fa capire a Virgil di essere innamorata di lui. I due passano un periodo insieme e poi Amy invita Virgil a seguirla a New York per cercare nuove strade per ridargli la vista. Inaspettatamente, Amy non ottiene quell'entusiasmo che sperava: Virgil non vuole coltivare queste speranze. E tuttavia un intervento chirurgico sperimentale gli restituisce in effetti la vista e Virgil si trova catapultato in un mondo di oggetti per lui senza senso, di distanze difficili da misurare, di concetti che non è facile esprimere. Amy cerca di inserire Virgil nella vita quotidiana della città, ma non tutto è così semplice. Una sera vanno insieme alla festa di compleanno di Duncan, socio di lei e suo ex marito. In seguito Amy e Duncan vanno insieme per lavoro ad Atlanta. Al ritorno Virgil chiede spiegazioni, e i due si chiariscono, ma lui da un po' ha momenti di perdita di vista. Si fa visitare: la retina è debole, e lui tornerà cieco. Incontra il padre, che era sparito nell'apprendere della cecità del figlio piccolo, poi con Amy va allo stadio di hockey, quindi torna a casa. Poco dopo torna di nuovo cieco e tiene una conferenza su tutta la sua esperienza. Al parco si sente chiamare: è Amy che torna da lui. Camminano insieme lungo il viale.
    Il film, a tratti può sembrare scontato e banale, a tratti,invece, struggente e romantico, ma per me rappresetna semplicemente la descrizione,delicata, di una realtà che, haimé, è presente in ogni angolo del mondo. Sia che ci si nasce o che ci si diventi, la cecità, rappresenta un vera è propria difficoltà per chi lo vive in prima persona, non solo per i risvolti psicologichi che sorgono nel tempo, ma anche e soprattutto per il contesto sociale in cui si vive. Con quest'ultimo concetto,intendo il fatto che, spesso e volentieri la società non fornisce strumenti, luoghi, o aiuti importanti per chi si trova in situazioni di disabilità. Molte volte le persone sono refrattarie nel sviluppare un lavoro di "empatia" con chi è affetto da cecità, e questo comporta inevitabilmnente a pensare che questi ultimi siano da ritener " diversi", "soli", " i cosiddetti "anelli deboli della società" assieme, ovviamente a tutti gli altri soggetti affetti da svariate disabilità. Sono poche infatti , come la protagonista di questo film, ad immedesimarsi in un uomo "cieco ", tanto dall'innamorarsi perdutamente di quest'ultimo, e non per il suo aspetto esteriore, ma per la sua anima. In conclusione vorrei solo dire che forse i "diversi "sono coloro che non vedono più in là del loro naso", che valutano: cose, persone , con superficialità ; e che non conoscono più il piacere delle piccole cose, dei piccoli gesti, che talvolta sono quelli che racchiudono in sè maggior significato.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Ester Giacobbe Mar Apr 26, 2011 1:56 pm

    Il film da me scelto è RAIN MAN con Tom Cruise e Dustin Hoffman....La prima volta che lo vidi avevo sei anni e mi colpì molto: avrei sempre voluto rivederlo, ma nono so perchè non lo mai fatto!!! Crescendo poi capì che trattava del tema dell'Autismo.
    Cosi giovedi scorso ne ho approfittato e ho cercato di guardarlo con un occhio abbastanza critico, cercando di cogliere le scene salienti e i significati celati dietro le parole e immagini: ho cercato tutto quello che abbiamo detto a lezione.
    Charlie, dopo la morte del padre che in eredità gli lascia una macchina e delle rose, scopre di avere un fratello a cui andrà tutta l'eredità del padre! La sua più grande delusione è scoprire che il fratello Raimond vive nell' Istituto Wallbrook perchè soggetto autistico!
    Gli comunicano subito che essendo un soggetto autistico, quello del denaro è un concetto fuori dalla sua portata.
    Come ben sappiamo e come detto a lezione, i soggetti autistici hanno dei propri schemi per svolgere la loro vita: ebbene Ray si accorge subito che quella è una visita inaspettata perchè i suoi schemi vengono stravolti.
    Per accaparrarsi l'eredità Charlie decide di portarlo con se e chiederne l'affidamento: ma ben presto si accorgerà che convivere con Raimond non è cosa facile. Ray stesso si accorge che non tornerà più all'istituto.
    Durante il film si può vedere come gli schemi siano fondamentali: in ogni albergo il letto viene spostato sotto la finestra, perchè cosi era posizionato all'istituto, o ancora doveva vedere i suoi programmi in tv, infatti Charlie gli comprerà un televisorino portatile. Gli orari dei pasti dovevano essere rispettati e mangiare le pietanze nei giorni stabiliti.
    Con la convivenza con questo suo fratello speciale, non solo scoprirà che il suo amico immaginario di infanzia (L'uomo della pioggia) era lui, ma si renderà conto delle capacità strabilianti di Ray: è un fenomeno sia nel disegno ma soprattutto con i numeri.Charlie cercherà di utilizzare le sue capacità per riaparare alla Bancarotta portandolo in un Casinò di Las vegas.
    La "lezione di ballo" è una scena molto dolce e che mi ha molto colpito: si vede che Charlie non sia più interessato ai soldi, ma che si sia realmente legato al Fratello.
    E' inoltre presente il concetto di shadow soprattutto nelle ultime scene del film: si vede l'esigenza di questa ombra nella scena dell'incidente in cucina in cui Ray cerca di aprire il forno, ma fa scattare l'allarme anti incendio; è una cosa che non aveva mai fatto da solo.
    Nella scena del colloquio per l'affidamento ho notato come Charlie si ponga sempre dietro Ray e preveda le sue reazioni: è diventato a pieno titolo la sua Shadow!
    Adesso desidera l'affidamento perchè è suo fratello: Desidera stare con lui! Purtroppo non vince la causa e si promette di andarlo a trovare ogni settimane sempre nello stesso giorno, allo stesso oraio, per non stravolgere gli schemi dell'amato fratello, l'uomo della pioggia!!




    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Uesc_09_img0509
    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Rain_man1
    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Rainman1
    (queste scene sono la fine del colloquio dove compare il concetto di Shadow)

    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Rain-man-2
    (colazione prima del colloquio in cui Charlie fa un scherzo a Ray.....dimostra come egli conosca lo schema della colazione del fratello e che sia legato a lui)

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    uno dei film più belli della storia del cinema: un Capolavoro!!
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    Mariacarmen Scuotto


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    Messaggio  Mariacarmen Scuotto Mar Apr 26, 2011 2:41 pm

    Pochi giorni fa uscivo dalla sala di un cinema con gli occhi lucidi, la mente sgombra del peso dell'esistenza e il cuore traboccante di gioia, lasciavo alle mie spalle i titoli di coda di " Poetry", intensissimo film coreano.
    Il regista Lee Lee Chang-Dong, nonché Ministro della Cultura della Corea del Sud, ha utilizzato poesia e bellezza come ingredienti base di questo suo capolavoro!
    La protagonista è Mija, anziana donna di un piccolo paese del Sud Corea, che, per tirare avanti, si presta come badante di un disabile danaroso (..su questo punto tornerò dopo!).
    Nella stagione dei "fiori", l'apparente fragilità di Mija viene messa a dura prova da due spietate ed irreversibili verità:
    - la diagnosi di Alzheimer, crudele malattia che giorno dopo giorno divora la memoria della sua vittima fino a privarla della sua storia,
    - la scoperta di aver cresciuto un nipote abulico, bullo e, soprattutto, responsabile, insieme ad altri sei adolescenti, di ripetute violenze a discapito di una compagna di scuola.
    Ma, il dramma si consuma quando la giovane decide di regalarsi al fiume, portando con se vergogna e dolore.
    L'epilogo di tutto il film è imprevedibile, semplicemente perché noi tutti, o quasi, non siamo abituati ad usare la poesia, a capire la poesia:
    Mija non si fa vincere dai questi drammi e dalla bruttezza comportamentale che la circonda, piuttosto, s'affida alla bellezza, alla poesia ( atto di creazione ) iscrivendosi ad un corso in cui s'impara a scrivere versi.
    Attraverso la contemplazione di alberi, fiori e della pioggia riesce nel suo intento. Anche se...il suo ultimo respiro lo regala al fiume, proprio come aveva fatto la scolara, a cui dedica la sua unica poesia.
    Dove sarà la diversità, la disabilità di cui, professoressa, ci ha chiesto di focalizzare l'attenzione?!
    Ebbene, questa storia che ho raccontato è arricchita da un' altra storia, forse meno importante, ma di un' intensità disarmante.
    E' la storia dell' anziano paraplegico di cui Mija si prende cura, lavandolo, vestendolo, imboccandolo. La sua disabilità è aggravata da una paralisi facciale che gli impedisce di parlare bene ma che…
    non gli vieta di "desiderare"…come fanno tutti gli uomini della terra!
    Ed ecco che le abluzioni diventano carezze, il vestirlo si trasforma in coccole, l'imboccarlo rappresenta l' opportunità di guardare Mija negli occhi….
    ma l'anziano disabile vuole di più, vuole sentirsi UOMO!
    Non si sa come...che egli si procura le "pillole magiche" e ciò procura sconcerto in Mija; sconcerto che, però, dura poco, giusto il tempo di capire che è inevitabile quel "atto d'amore", quell'atto di creazione!
    E' stata pura poesia espressa dalla "dirompente dolcezza" di due anime in difficoltà.
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    Messaggio  RitaAltheaArcopinto Mar Apr 26, 2011 3:11 pm

    Il film che ho scelto è “Matrix”.
    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 31100910

    Siamo nell'anno 1999 e una telefonata diretta a un hacker informatico chiamato Neo viene rintracciata da un corpo di polizia segreta; a chiamare è stata Trinity che per sfuggire all'arresto mostra una forza e un'agilità straordinaria. Alla fine raggiunge una cabina dove squilla un telefono, e allo stesso tempo un camion distrugge la cabina, ma la donna sembra scomparsa.
    Neo è in realtà Thomas Anderson un programmatore di computer di una grossa ditta: proprio mentre è al lavoro viene contattato da Morpheus che lo avverte che la polizia segreta sta per arrestarlo: così infatti avviene, ma l'incubo non è finito perchè in lui viene introdotto una cimice molto particolare, che permette di controllare ogni suo spostamento.
    Risvegliandosi nel suo letto, Neo pensa sia un incubo, ma Morpheus lo avvisa che tutto è appena iniziato: il ragazzo entra quindi in contatto con Trinity che lo libera del mostro dentro di lui e poi lo conduce da Morpheus che gli chiede se vuole scoprire la terribile verità. Neo accetta e cosi apprende che la vita quotidiana è un sogno collettivo, generato da una forma di vita artificiale chiamata Matrix che controlla la terra e i suoi abitanti, sfruttandoli come batterie.
    Morpheus è uno dei pochi a sapere tutta la verità e l'intervento di Neo è stato predetto direttamente da un oracolo che ha visto in lui l'Eletto, l'unico in grado di contrastare il mondo di sogno creato dalle macchine. Inizia quindi un lungo periodo di addestramento che lo porta ad affrontare una serie incredibile di rischi, paure e tradimenti.
    Neo una volta raggiunta la completa convinzione nelle sue capacità, riuscirà ad affrontare e sconfiggere il più terribile dei nemici, l'agente Mr. Smith, guardiano della stessa Matrix, e solo alla fine del film incomincia la vera rivolta del genere umano.

    Diretto dai fratelli Wachowski, il film è diventato un cult in pochissimo tempo, grazie a: proiettili in primo piano che sembrano venirti addosso, uomini che saltano da una parte all'altra con velocità incredibile e con movenze spettacolari, il tutto girato in maniera splendida e coinvolgente.

    E' un film innovativo per la tecnica, ma non solo questo lo ha reso un simbolo per la sua generazione e non. In effetti futuri in cui l'uomo è soverchiato dalle macchine non sono pochi, e anche opere in cui siamo circondati da menzogne certo non sono rarità.

    Troviamo temi come:
    • La scelta, che è in grado di cambiare sé stessi e gli altri e il mondo come rappresentazione interiore.
    • Il rapporto fra l'uomo e la tecnologia.

    Difatti la problematica affrontata nei testi, in questo film, sono le tecnologie Estensive.
    Il rapporto tra corpo e tecnologie è preso in esame in base alle seguenti peculiarità: le tecnologie estensive - si parla di vita digitale, telefono, corpo virtuale, corpo tecnologico e incarnato, ma soprattutto di avatar e identità in rete; le tecnologie invasive - gli impianti e il cyborg.
    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Wallpa10

    L’ipotesi che il mondo che noi vediamo sia solo un'illusione creata da opportuni programmi. Il concetto che la propria vita è stata programmata, controllata e manipolata, e la concezione della realtà virtuale.
    L'idea che la ricerca della verità debba passare da un risveglio dal mondo delle illusioni verso un viaggio di rinascita ed emersione alla contemplazione della realtà.

    La ricerca della propria identità trattata attraverso il complicato rapporto uomo-macchina, all'interno del quale la seconda ha preso il sopravvento sul primo schiavizzandolo e sostituendovisi: l'uomo non è più in grado di distinguere sé stesso dalla macchina, e questo lo porta a perdere la coscienza di sé.
    Prevale l'mportanza del concetto di singolarità tecnologica; quest'ultimo è un punto critico di accelerazione dell'iter nella scala dell'evoluzione tecnologica della razza umana in cui le macchine acquistano consapevolezza di sè e divengono autosufficienti, diventano autonome e si distaccano dai loro stessi creatori ed in grado di autoprogrammarsi, di autoripararsi e di governarsi da sole, decidendo da sole il proprio destino e la propria esistenza, anche in contrasto con quelli della specie umana che le ha create.

    Il concetto di libertà, di scelta, di autodeterminazione e di lotta contro il potere costituito che soffoca il libero arbitrio e la creatività personale vengono poi esposti nel film in chiave strettamente conforme all'etica hacker, a cui il film stesso è un prezioso tributo.
    Infine ci sono dei riferimenti anche al transumanesimo, finalizzato al potenziamento delle capacità umane sia a livello fisico che mentale e cognitivo.
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    Messaggio  marasco immacolata Mar Apr 26, 2011 3:17 pm

    Non sò se questa lezione posso definirla "virtuale" perchè fortunatamente non tanto tempo fa la prof Briganti ha tenuto una lezione al SAAD e riguardo alle nozioni introduttive alla pedagogia della disabilità, ci ha mostrato alcune scene di film con disabilità e sulla disabilità quali appunto:"Frida Khalo","Lo scafandro e la farfalla","Rosso come il cielo","Basta guardare il cielo","Profumo di donna","Mani di forbici",ecc...Premetto col dire che ogni scena vista ha suscitato in me una profonda riflessione ma due scene del film "lo Safandro e la farfalla" mi hanno particolarmente colpito.La storia è quella di Jean-Dominique Bauby, caporedattore della rivista "Elle" ,un uomo in carriera circondato da donne bellissime e da una vita decisamente chic e glamour. Improvvisamente viene colpito da una sindrome "locked-in", un raraissimo morbo che lo vede paralizzato dalla testa ai piedi con la sola facoltà di battere una palpebra dell' occhio destro. Ed è proprio grazie a questa palpebra che Bauby trova un modo per comunicare col mondo esterno è un nuovo alfabeto lo aiuterà poi a comporre un libro sul percorso doloroso è illuminante verso la speranza. Lo stato di disperzione e il senso di soffocamento iniziale, lo scafandro appunto, si schiuderanno verso la condizione di farfalla, la condizione nella quale il corpo non serve più ma per sopravvivere basta la propria anima insieme ai ricordi, ai sogni, e all 'immaginazione.Le scene che mi hanno colpito sono:la prima è quando lui si risveglia,dopo un lungo coma,in un letto di ospedale e si rende conto che gli altri non riescono a capirlo ma infondo è proprio lui che non riesce ad esprimere a parole ciò che immagina, ciò che pensa, ecc...La seconda è quando la logopedista cerca di farlo comunicare attraverso l' unica parte del corpo funzinante cioè la palpebra dell' occhio.In questo film sono riassunti i cicli che una persona vive rispetto ad una notizia tremenda, elaborati da Kubuler Ross, medico, psichiatra e docente di medicina comportamentale: 1) FASE DI NEGAZIONE O DEL RIFIUTO:questa fase è caratterizzata dal fatto che il paziente, usando come meccanismo di difesa il rigetto dell' esame della realtà,ritiene impossibile di avere proprio quella malattia. Probabilmente il processo di rifiuto della verità circa il proprio stato di salute può essere funzionale al malato per proteggerlo da una eccessiva ansia di morte e per prendersi il tempo necessario per organizzarsi. Con il progredire della malattia tale difesa diventa sempre più debole a meno che non si irrigidisca raggiungendo livelli ancora più psicopadologici. 2) FASE DELLA RABBIA: dopo la negazione iniziano a manifestarsi emozioni forti quali rabbia e paura, che esplodono in tutte le direzione investendo i familiari, il personale ospedaliero, Dio.La frase più frequente è "perchè proprio a me?".E' una fase molto delicata, rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di massima richiesta di aiuto, ma anche il momento della chiusura, del rifiuto e del ritiro in sè. 3) FASE DELLA CONTRATTAZIONE O DEL PATTEGGIAMENTO: in questa fase la persona inizia a verificare cosa è in grado di fare ed in quali progetti può investire la speranza, iniziando una specie di negooziato, che a seconda dei valori personali può essere instaurato sia con le persone che costituiscono la sfera relazionare del paziente, sia con le figure religiose("se prende le medicine crede che potrà vivere fino a...").In questa fase la persona riprende il controllo della propria vita e cerca di riparare il riparabile. 4) FASE DELLA DEPRESSIONE: rappresenta un momento nel quale il paziente inizia a prendere consapevolezza delle perdite che stà subendo o che stà per subire e ,di solito ,si manifesta quando la malattia progredisce ed il livello di sofferenza aumenta.In questa fase della malattia la persona non può negare la sua condizione di salute e inizia a prendere coscienza che la ribbellione non è possibile per cui la negazione e la rabbia vengono sostituite da un forte senso di sconfitta. 5) FASE DELL' ACCETTAZIONE:quando il paziente ha avuto modo di elaborare quanto stà succedendo intorno a lui, arriva ad un' accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di quanto stà per accadere, durante questa fase possono essere comunque presenti livelli di rabbia e depressione anche se di minore intensità.Il paziente tende ad essere silenzioso ed a raccogliersi e inoltre sono freguenti momenti di profonda comunicazione con i familiari e le persone che gli sono accanto.A ciò possiamo anche aggiungere che una cosa è la disabilità innata e un' altra è quella acquisita.Spesso i disabili acquisiti dopo aver elaborato le cinque fasi diventano attivi mettendosi a disposizione degli altri come ha fatto Pistorius e lo stesso Bauby, mentre i disabili innati spesso non si attivano in niente e vengono molto compiatiti soprattutto dai genitori. Tale film ci porta a riflettere sui concetti di menomazione, disabilità ed handicap. Vediamo come a seguito di un evento morboso sia esso una malattia o un incidente, una persona può subire una MENOMAZIONE ,ovvero la perdita o anormalità strutturale o funzionale, fisica o psichica.Quindi la menomazione può essere: temporanea; occidentale(ossia può avvenire a seguito di un incidente); ma anche degenerativa(ossia può portare alla DISABILITà ovvero alla limitazione della persona nello svolgimento di uno o più attività considerate normali per un essere umano della stessa età). Infine la disabilità può portare all' HANDICAP ,ovvero allo svantaggio sociale che si manfesta a seguito dell' interazione con l' ambiente. Ma il tema centrale di tale film è la potenzialità della RESILIENZA ossia l' attitudine dell' individuo, in questo caso di Bauby, di reagire e far fronte a situazioni di forte disagio, mediante l' attivazione di competenze individuali e risorse interiori. La resilienzia è infatti sinonimo di felessibilità, elasticità, mobilità, adattabilità cioè è definibile anche come un insieme di abilità, capacità di adattamento attivo e flessibilità necessaria per adottare nuovi comportamenti.Non è facile ma è possibile quindi connettere la resilienza alla disabilità perchè si possono affrontare e superare situazioni dolorose e di disagio esistenziale, una risorsa preziosa per la costruzione di un percorso di vita stabile e positivo. Inoltre la resilienza presuppone relazioni intense e significataive, e un meccanismo di adattamento all' ambiente che consente alla persona di transformare il suo ruolo sociale, da vittima a soggetto attivo, con idee, azioni, e progetti suoi propri. Il film racconta il dramma di una vita che cambia ma dalla quale si può uscire conunque vincitori. Esiste sempre una speranza, sembra dirci infatti Bauby, anche quando tutto è perduto. E' un film sulla forza della mente, sull' amore, soprattutto quello delle donne, le quali sono il motore intorno al quale Bauby riesce ad ingranare la marcia e partire verso un viaggio di parole non dette, di frasi non espresse, ma di un cervello perfettamente funzionale che riesce ad esprimere quanto di meglio possa fare la mente umana. Secondo me è un film molto bello con una forte carica emotiva perchè lo si guarda proprio dal punto di vista del malato attraverso il suo solo occhio che si apre e si chiude come il nostro di spettatore e Iinoltre porta a capire che la nostra esistenza non sono le cose che ci circondano ma che la vita siamo noi stessi con i nostri sentimenti e con i nostri ricordi.
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    Messaggio  Enza Sorrentino Mar Apr 26, 2011 3:45 pm

    MI CHIAMO SAM
    Titolo originale è I ‘ m sam, USA , del 2001, regia ; jessie Nelson.

    Il film racconta di un padre ritardato , affetto da una forma di autismo,l’ autismo è stato uno dei temi del corso che mi ha molto colpito e affascinato e del quale abbiamo parlato a lungo anche con testimonianze dirette , l’ autismo è una malattia genetica che non permette il normale sviluppo del cervello e che crea dei problemi nel linguaggio e nella comunicazione , ritornando a Sam., un uomo in balia degli eventi dai quali sembra sempre sul punto di soccombere: una compagna (con l'uso di un termine volutamente forte - una pedofilia mascherata) che partorisce la figlia di Sam e all'uscita dell'ospedale li pianta entrambe in asso alla fermata dell'autobus; la situazione che immediatamente precipita in un crescendo di azioni turbinose si ritrova da solo ad accudire la figlioletta Lucy . Così la bambina viene cresciuta esclusivamente dal padre con l’aiuto di un’ amica vicina di casa e di alcuni amici anch’essi con problematiche mentali. La piccola cresce sana e forte grazie alle cure amorevoli del padre, è molto attaccata a lui e lo accetta per come è. Ma al compimento del suo settimo compleanno, i servizi sociali intervengono con il proposito di sottrarre Lucy a Sam e di affidarla ad un’altra famiglia che possa dargli tutto quello di cui una bambina di sette anni necessita. Sam infatti ha un quoziente intellettivo pari ad un bambino di sette anni e questo comprometterebbe, secondo l’assistente sociale, la crescita di Lucy che si trova ad essere più intelligente del proprio papà. L’allontanamento è traumatico per entrambi e Sam decide di affidarsi ad un avvocato in gamba che lo aiuti a riportare a casa la sua bambina. Il periodo successivo passa tra tribunali, testimonianze e visite psichiatriche per il povero Sam costretto ad uno stress notevole. Purtroppo Lucy verrà affidata ad una famiglia, ma Sam non si arrende: va a vivere vicino a loro e questo crea un riavvicinamento con la bambina. La nuova madre si accorge così che nessuno potrà sostituire per Lucy l’amore del padre e decide di riconsegnare la bimba a Sam. Sam è un padre-bambino in mezzo a tanti bambini-padri che sono alla ricerca di figure genitoriali affettuose e disponibili. Agli occhi di Lucy è un padre speciale che va con lei al parco, che le dà tutto ciò di cui ha bisogno, anche se adesso che come età mentale sono pari, è lei che deve leggere la storia prima di addormentarsi.
    Sam è un non-adulto in una società in cui quelli che all'anagrafe sono classificati adulti in realtà sono al massimo adolescenti e, come tutti gli adolescenti, arroganti ed autocentrati, incapaci di vedere dietro le etichette e al di là delle precomprensioni razionali.
    Sam è un handicappato che agli occhi della società appare come bisognoso di supporto e di aiuto, ma che si rivela una fonte inesauribile di aiuto e conforto per quanti gli si rivolgono con autenticità.
    Sam è la nostra coscienza sopita. Sam è il grido di speranza che la vita continua a mandarci e che non sappiamo e vogliamo ascoltare.
    Sam è un uomo che permette anche al proprio avvocato di riscoprire la propria femminilità senza necessariamente dover ricorrere ai codici sessuali.
    Sam è la contraddizione che ribalta e riaggiusta i termini. “.Mi chiamo Sam “ è
    un film che paradossalmente tratta di una lotta tra bene e bene che porterà al male,
    uno di quei casi in cui qualunque decisione verrà presa sarà sempre in parte sbagliata.
    Un film sui sentimenti veri, visti con gli occhi di un bambino nel corpo di un adulto. Dove vengono comunque affrontati argomenti importanti: l'esplorazione dei legami familiari e dei sentimenti che uniscono padri, madri e figli , come anche l'opportunità che un giudice divida due persone non in base all'amore che le lega, ma alle presunte capacità di crescere un figlio .

    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Images?q=tbn:ANd9GcS4f7GfrchZ9nzHG64pNPFcph9p9G2BoXS6z8FGb-HOazYEMSVXKQ "A volte Dio mette alla prova la gente speciale." clown

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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty 18 aprile lezione virtuale

    Messaggio  saragiuditta Mar Apr 26, 2011 3:46 pm

    Ho preso spunto dal materiale messoci a disposizione dalla docente, e mi ha colpito subito vedere che c era un film che conoscevo, LO SCAFANDRO E LA FARFALLA.
    L ho visto un po di tempo fa, a casa. Ero restia all inizio, poi mi ha lasciato senza parole.
    Credo sia l emblema della vita. Un uomo ricco,di successo, nel pieno della sua carriera, amato da tutti e con molta scelta per quanto riguarda il pubblico femminile, viene colpito a soli 42 anni da un Ictus devastante.Entra in coma e al suo risveglio percepisce di non avere piu alcuna funzione motoria.Riuscira a parlare solo battendo la palpebra dell occhio sinistro.

    Ecco,il fatto che il film abbia come protagonista un uomo ricco e di successo rende il tuo piu interessante.Lascia lo spettatore pensare che qualcosa del genere purtroppo puo succedere a tutti.IL fatto per che si tratti non di finzione, ma di realta,un po meno. Il protagonista realmente esistito, ha vissuto tutto quello che vediamo nel film.E impressionante. Pesare che una persona si possa ritrovare da un momento all altro sotto forma di vegetale, e impressionante.
    Ma e altrettanto impressionante la forza che una persona puo avere,e decidere di reagire a tutto questo. In questo caso specifico si parla di 200.000 battiti di palpebra per riuscire a scrivere il libro dal quale e stato tratto il libro. Impressionate.
    La vita puo essere cosi crudele e spietata a volte...eppure dentro di noi c e qualcosa di piu forte, che rende possibile continuare ad essere vivo. In questo a caso a scrivere un libro utilizzando il solo battito della palpebra.
    Pensare che nonstante tutto, abbiamo una forza immensa che e dentro di noi...basterebbe solamente leggersi un pochino meglio dentro e riuscire ad analizzarsi di piu. A capire quali sono le cose davvero importanti e quali no. Tutto questo grazie alla nostra mente, alla nostra forza interiore che se solo vogliamo e capace di darci tanto con poco.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty ROSSO COME IL CIELO

    Messaggio  ANNA SEQUINO Mar Apr 26, 2011 3:58 pm

    Tra tutti i film ha disposizione per il laboratorio ho deciso di vedere quello intitolato “ROSSO COME IL CIELO” perché tratta il tema della cecità di cui abbiamo già parlato in aula durante un altro laboratorio in cui sono stata molto colpita dall’effetto che ha lasciato su di me l’esperimento della benda.
    “ROSSO COME IL CIELO” è un film del 2005 diretto da Cristiano Bortone in cui hanno recitato 15 bambine tra i quali alcuni realmente ciechi.
    Il protagonista è Mirco,un bambino nato in Toscana in un paese vicino Pisa e che frequenta le scuole elementari.
    Purtroppo un giorno un giorno in seguito ad un incidente col fucile del padre da quale parte un colpo,Mirco perde la vista!
    Nel 1971 all’epoca dei fatti la legge prevedeva che i bambini ciechi frequentassero particolari istituti quindi Mirco non poteva più stare nella sua scuola con i suoi amici e poiché i genitori non potevano permettersi di pagare un professore privato furono costretti a portarlo in istituto di Genova il “David Chiossone” per consentirgli di completare gli studi.
    Qui ai bambini veniva insegnano a scrivere col BRAILE e gli venivano insegnati anche due mestieri ovvero quello del tessitore e del centralinista,unici mestieri che i bambini cieche avrebbe potuto svolgere da grandi.
    Mirco non voleva imparare il ad usare il braile perché inizialmente neanche lui voleva ammettere di essere diventato cieco.
    Un girono venne messo in punizione perché aveva litigato con un suo compagno e,nella camerata cominciò a rovistare tra gli oggetti in riposti in un armadio e qui vi trovò un vecchio registratore col quale poi riuscì a realizzare favole fatte di rumori e narrazione.
    Nel frattempo sempre nell’istituto conobbe Francesca figlia delle portinaia con la quale poi si fidanzò.
    Mirco lavorava tantissimo col suo registratore e inizialmente solo Francesca lo sapeva ma poi imparando a conoscere anche gli altri bambini dell’istituto cominciò a lavorare alle sue realizzazione con tutti i 14 bambini diventando così sempre più amici ed insieme giorno dopo giorno cominciarono a realizzare il loro sogno:VEDERE CON LA FANTASIA!
    Prima dell’arrivo di Mirco,mai nessun bambini era riuscito a ribellarsi alle rigide regole del direttore.
    Anche quest’ultimo era cieco ma lo era diventato a 30 anni e non capiva che in questo modo,col suo atteggiamento avide di sentimenti e arrabbiato con la vita stava rovinando l’infanzia di questi bambini carichi di speranza e voglia di vivere.
    Mirco è stato un bambino speciale perché in lui anche ì più grandi hanno trovato la forza di ribellarsi come nel caso di Don Giulio.
    E’ difficile scegliere quale scena descrivere tra quelle che più mi hanno colpito..
    Forse quella più profonda insieme alla scena dei colori è stata quella in cui Mirco lavorava per la prima volta con il registratore per svolgere il compito sulle stagioni.
    Mirco cerca di descrivere le stagioni con i suoni più impensabili e le riproduce in modo originalissimo.
    Il vassoio per simulare una tempesta;
    Il dito battuto sul palmo della mano bagnata per simulare le gocce di rugiada che cadono sulle foglie di un fiore dopo una lunga pioggia.
    E’ stato emozionante e divertente immaginare con lui ad occhi chiusi tutto quello che quei rumori mi portavano alla mente.
    Mirco in tutto quello che ha fatto ha usato un’originalità ed una fantasia che io non mi sarei neanche sognata di pensare.
    Proprio questo mi ha fatto riflettere sull’importanza dei termini da usare di sui abbiamo ampliamente discusso in aula.
    Parlare di persona HANDICAPPATA,MENOMATA,DIVERSA è assolutamente sbagliato infatti Mirco non rientra in nessuna di queste “categorie” perché Mirco è solo una PERSONA CON DISABILITA’ .
    La sua disabilità è una ed è la cecità.Mirco infatti cammina,parla,suona,impara e ascolta!
    La sua cecità sicuramente non va né sminuita né sottovalutata ma non va neanche messa al di sopra delle sue abilità perché Mirco è abile in tutto il resto anzi lo è addirittura più di una persona normodotata come ad esempio nella sua originalità e nell’uso fantasioso dei suoni.
    Non va dimenticato che LA DISABILITA’ NON E’ SOLO UN DEFICIT,UNA MANCANZA FISICA I PSICOLOGIA MA E’ UNA CONDIZIONE CHE VA OLTREA OGNI BARRIERA MENTALE E ARCHITETTONICA .
    Questo fil mi ha ricondotta anche ad un altro tema che è quello della relazione educativa in particolare del ruolo dell’educatore.
    Molto importante infatti è stata la figura di Don Giulio,insegnate di questi ragazzi,che ha lavorato con loro e per loro cercando di capirli e di conoscerli trattandoli come meritano ovvero come PERSONE NORMALI e non come ciechi.
    Don Giulio si è schierato dalla parte dei bambini ed ha combattuto per loro contro il suo stessi direttore perché ha creduto in loro e nei loro sogno.
    E’ così che dovrebbe comportarsi un educatore nel suo rapporto con l’educando.
    L’educatore deve sospendere ogni giudizio e deve mettere in luce non la disabilità della persona ma le abilità della persona con disabilità in modo che le sue mancanza possano essere offuscate dalle sue stesse potenzialità
    Io ringrazio ancora una volta di avermi dato la possibilità di arricchirmi con la visione di questo film che mi ha lasciato veramente tento sia dal punto di vista emotivo sia dal punto di vista formativo!
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    Messaggio  Paola Pignatelli Mar Apr 26, 2011 5:15 pm

    Il film che mi ha colpito di più è quello di EDWARD MANI DI FORBICE si chiama così perchè il protagonista al posto delle mani ha delle forbici con delle lame molto taglienti. Edward è considerato un DIVERSO e da molti un MOSTRO per la sua caratteristica: delle forbici al posto delle mani.Viene sfruttato per tagliare le piante e il pelo ai cani dimostrandosi sempre molto gentile e disponibile.
    Egli viene coinvolto per la sua ingenuità in una rapina perchè le sue forbici riuscivano ad aprire più facilmente le porte delle case, viene sopreso dalla polizia e viene arrestato.Dopo aver scontato la sua pena Kim la ragazza della famiglia a cui era affidato lo aiuta a sopportare tutte le offese della società
    Kim che prima provava paura e imbarazzo finisce per innamorarsene.
    Dopo lo scontro con il fidanzato di Kim fa finta di morire e quindi è costretto a rinunciare alla sua vita e all'amore per non essere più considerato un DIVERSO.
    Deve essere stato difficile sopportare l' idea di essere considerato un DIVERSO tanto che Edward è stato costretto a rinunciare alla sua vita fingendosi morto per sottrarsi ai giudizi della società che lo consideravano un "MOSTRO".Le protesi che aveva Pistorius agli arti inferiori gli permettevano di correre gareggiare quindi era un atleta come tutti gli altri.Invece le forbici che aveva Edward lo avevano estraniato dalla società che lo considerava un EMARGINATO a tal punto che era stato costretto a rinuciare per sempre alla sua vita!!!!!!



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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 8 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  StefaniaPerna Mar Apr 26, 2011 7:31 pm

    "Figli di un dio minore" è un film di Rainda Haines del 1986 basato sull’opera teatrale di Mark Medoff del 1980 .
    La trama non si discosta molto da quella di una love story a lieto fine ma in realtà la storia introduce lo spettatore ignaro, in un mondo affascinante, quanto sconosciuto, che è quello della sordità.
    Il protagonista maschile, James Leeds, insegnante trentenne, accetta l'incarico in un istituto speciale per soli sordi dove, grazie ai suoi metodi innovativi e non proprio ortodossi, riesce dove molti altri hanno fallito: far parlare gli studenti più “indomabili”. E' divertente vedere, infatti, le scene in cui James istruisce i suoi difficili allievi insegnando loro a dire parolacce . James sarà così abile nel suo lavoro da riuscire perfino ad allestire uno spettacolo con tanto di musica e danze, durante il quale, i suoi studenti balleranno e canteranno, mimando con le labbra le parole e seguendo le vibrazioni del ritmo che anche loro sentono.

    Con Sarah è un'altra faccenda. Sarah è lì da tanti anni. Ha 25 anni e fa la donna di pulizie nella stessa scuola. Da subito mostra di essere un peperino, un caratterino poco malleabile e docile al tatto. James la nota, per la prima volta, durante il pranzo in mensa, mentre discute “animatamente”con il cuoco.
    Sarah Norman è una ragazza bellissima, ex allieva dell'istituto, tra i migliori allievi di tutti i tempi e con un quoziente intellettivo altissimo. Vive e lavora lì. Le piace il suo lavoro perché la fa sentire utile e indipendente dal mondo degli udenti.
    Non vede sua madre da otto anni, né ha intenzione di rifarsi viva con lei.
    Suo padre è andato via di casa quando lei aveva cinque anni, poco prima che entrasse in quell'istituto, lasciando sola la moglie e le due figlie, perché non riusciva ad accettare l'idea di essere padre di quella bambina diversa e imperfetta e il suo senso di impotenza, unito ad una incolmabile frustrazione, lo aveva portato al gesto estremo di abbandonare la famiglia.
    Sarah, dopo vari tentativi di imparare a parlare emettendo, a detta di sua madre, "solo suoni orribili", rinuncia del tutto, chiudendosi in un duro isolamento, per evitare di essere ferita ancora, da adulta.
    Con James non è amore a prima vista. Tutt'altro. I due si scontreranno molte volte perché lei non vuole cedere all'attrazione che sente nascere per quell'insolito insegnante, che vuole a tutti i costi far parlare ogni sordo di quell'istituto. Sarà dopo reiterati tentativi, da parte di James, che la ragazza cederà ai sentimenti e all'irresistibile vitalità di lui.
    Conviventi dopo un po', Sarah lascerà il suo lavoro, ma, ben presto, pur sentendosi appagata dalla nuova vita che conduce, sentirà l'esigenza di voler dimostrare (a sé stessa e agli altri), che anche lei vale qualcosa, sia pure con la sua sordità. La giovane donna si renderà finalmente conto che, pur amando profondamente James, dipenderà sempre da lui, il quale sarà costretto a fare sempre da mediatore ed interprete tra lei e il mondo degli udenti, tagliandola nettamente fuori, anche se in un modo più in sordina. E' la crisi arriva.
    Dopo un party tra molti sordi e pochi udenti, dove è presente anche lui, scoppia una lite tra la coppia che, una volta a casa, indurrà James ad urlarle tutta la rabbia che porta dentro contro l'ostinata decisione di lei di non parlare.
    Sarah aveva preso definitivamente questa decisione in seguito ad un'esperienza scioccante, avvenuta grazie alla sorella maggiore.
    Da adolescente, durante le vacanze passate a casa fino ai 18 anni, per dimostrare agli amici della sorella che anche una ragazza sorda era capace di fare ciò che fa un'udente, e forse anche meglio, aveva accettato di sottomettersi ad un gioco. Notando che quei ragazzi erano sensibili alla sua bellezza fisica, aveva accettato di avere rapporti con tutti loro, mentre sua sorella organizzava gli incontri, inviando nella sua stanza, uno alla volta, tutti gli amici che si preoccupavano solo di prendere ciò che volevano, senza neanche pensare di chiederle se volesse una “coca-cola”.
    Durante la lite, Sarah proverà a parlare a James urlando il suo dolore e, di fronte allo sguardo orripilante di lui, scapperà via, lasciandolo solo.
    Dopo svariati tentativi, da parte di lui, per rivederla e chiarirsi, finalmente, una sera, il lieto fine. James capirà che anche con l'amore più grande, gli occorrono umiltà e pazienza. E che dovrà rispettare quella persona straordinaria, alla quale in fondo basta il silenzio per amare e per proteggere una fierezza innata.

    È un film che ci induce a riflettere, inevitabilmente, intorno a tematiche affrontate a lezione e in particolare la complessità e l’umanità della persona con disabilità...
    Discorsi che abbiamo affrontato in riferimento alla prospettiva di A.M. Murdaca ed il suo testo “Complessità della persona e disabilità”.
    Un testo che mira alla ricostruzione di una nuova cultura della disabilità, alla rimodulazione del termine integrazione , alla comprensione delle reali condizioni di vita .
    Secondo la Murdaca “non si deve definire nessuno per sottrazione”: ogni disabile, come ogni persona, ha una sua storia, un cuore, un corpo ed una mente e non va trattato per ciò che non ha o che non può fare. Ed è un po’ ciò che emerge dal rifiuto di Sarah di parlare o di leggere le labbra. Un rifiuto che nasce dalla vergogna provata dopo esser stata derisa per la sua “voce orribile”, come sostiene la madre o dall’esperienza di un’ infanzia in cui il proprio padre abbandona la famiglia perché Sarah, è una bambina diversa ed imperfetta.
    “Solo gli udenti stupidi pensano che i sordi siano stupidi” … ed emergono tutte le ragioni della sua “marginalità sociale”, il suo desiderio di chiudersi nel silenzio, isolata dal mondo. Anche l’ICF sottolinea l’importanza di valutare l’influenza dell’ambiente sulla vita degli individui: la famiglia, il contesto in cui si vive possono porre in una situazione di difficoltà, generare una condizione di “handicap”. Perché “l’handicap” è un fenomeno sociale: come sostiene Murdaca è il contesto sociale che lo determina, quell’insieme di ostacoli e barriere fisiche, mentali e culturali che favoriscono il processo di esclusione o di emarginazione.
    L’obiettivo è dunque quello di valorizzare la persona umana nella sua globalità, assumere le sue “differenze” nell’ottica della unicità ed irripetibilità di ogni essere umano. Non bisogna mirare ad una “ cura “ come accudimento ma come emancipazione del soggetto, sostenerlo nel ritrovare quel giusto senso e significato alla propria vita e al proprio sé, accettarsi e convivere con la propria specialità. L’errore iniziale di James probabilmente è stato quello di aver insistito troppo, senza lasciar spazio alla storia, alle emozioni di Sarah; il non aver ascoltato le reali ragioni del suo “forzato ed amato silenzio”.
    In fondo ogni relazione è uno scambio di emozioni, un predisporsi all’ascolto lasciando spazio alla libertà dell’altro per poi pian piano costruire, insieme, un progetto di vita personale e originale. La pazienza, la sensibilità, la capacità di mettersi in discussione e migliorarsi sono ingredienti basilari: solo attraverso essi si può raggiungere quell’equilibrio, quella complicità e fiducia che va al di là di ogni pietismo.
    Solo così è possibile realmente rompere ogni barriera.
    Solo così ….. si può favorire e fortificare tra l’altro la resilienza, quella capacità di “autoripararsi da un danno”: mettendo ad esempio a confronto Simona Atzori, Oscar Pistorius da un lato e la Sarah Norman del nostro film mi viene da riflettere intorno all’importanza del ruolo della famiglia, di avere accanto nel corso della propria vita persone significative, con le quali stabilire relazioni intense. Secondo la teoria del’attaccamento di Bowlby, è importante per il futuro di ogni essere umano la relazione che egli istaura con la propria madre sin dai primi anni di vita: sulla base di questa poi, creerà un modello operativo interno ( M.O.D ) che fungerà da prototipo per tutte le sue future relazioni. Credo che la forza, la serenità ed il sorriso al di là ogni problema … nascano proprio lì … nella culla, nella propria casa, dalla sicurezza e l’accettazione che si riceve in famiglia, dai propri genitori, dalle persone più vicine e significative nella propria infanzia. La piccola Sarah, in effetti non ha ricevuto poi così tanto amore in tenera età … ecco la sua chiusura, la sua non accettazione del mondo oltre il suo silenzio, oltre quella sensazione così simile ad una nuotata sott’acqua ……
    in fondo … nessuno è ”figlio di un dio minore”…
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    Maria Rosaria Lombardi


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    Messaggio  Maria Rosaria Lombardi Mar Apr 26, 2011 7:51 pm

    Il film che ho scelto è MI CHIAMO SAM, molto toccante e riesce ad emozionarmi ogni volta che lo rivedo. Un film ricco di emozioni e con un tema complesso ma molto interessante, affronta il delicato tema dell'autismo e dei diversamente abili.
    Il film tratta le disavventure di Sam DaWson, un uomo che in una fugace relazione aveva concepito una figlia subito abbandonata dalla madre. Quindi l'uomo ha il difficile compito di crescere una bambina solo con le sue forze e capacità, ma, avendo disfunzioni psichiche ed essendo affetto da semi-autismo, rischia di perdere l'affidamento della stessa.
    Sam ha molti amici e grazie anche ad essi riesce ad educare la piccola Lucy con gli stessi canoni di ogni padre di famiglia. Trascorreva le giornate in sua compagnia, la svegliava e la portava a scuol, successivamente si recava presso il bar per la quale lavorava e, finito il turno, l aspettava fuori dalla scuola. Il pomeriggio l'aiutava a fare i compiti per poi cenare e andare a dormire. La loro vita prosegue felice anche se i compani di classe notano che il padre di Lucy è diverso da loro, ma la piccola si dimostra all'altezza della situazione dicendo che "Lui è Speciale".
    La piccola è molto affezionata al padre poichè la sua infanzia è stata pervasa di amore sincero, di piccoli gesti e piccole cose che l'hanno resa felice. Lucy è inteligentissima, vivace, creativa, felice ed è in grado di donare tanto amore Il suo dono e il suo carattere sono frutto di un padre ritenuto "handicappato" ma dimostratosi pienamente all'altezza, una persona che si impegna nel suo umile lavoro, che non arriva mai in ritardo a prendere a figlia e che c'è sempre e comunque, che non si arrende di fronte alle difficoltà e che cerca in tutti i modi di costruire una vita serena per la sua creatura, un'esistenza fatta di piccole cose ma di cose vere, di sentimenti forti e profondi.
    La bimba però cresce in fretta e si ritrova al suo settimo compleanno. Qui cominciano i veri problemi poiché Sam ha un quoziente intellettivo che si aggira a quell'età e non è più in grado di accudire la figlia, non è più all'altezza dei suoi compiti e dei suoi ritmi di vita.
    Durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via. Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento. Dopo numerose pressioni, riesce a convincere Rita Harrison a diventare il suo avvocato, e questa storia si trasforma. Sam cambia, e fa cambiare la spregiudicata professionista, in quanto inizialmente trattava l'uomo con superiorità senza rispettarlo e senza considerare le sue opinioni, ma ben presto si renderà conto della forte personalità e dell'amore profondo che Sam ha per la piccola e cercherà in tutti i modi di aiutarlo.

    Il film affronta diverse tematiche da noi analizzate in aula come: la disabilità, l'emarginazione, la resilienza, il rapporto genitore figlio\a.


    https://www.youtube.com/watch?v=_TM2wy5rcXY

    https://www.youtube.com/watch?v=oLuHec-CPGE

    [img]http://s1.wdstatic.com/images/it/ll/3/32/Michiamosam_gip.jpg[/img

    A mio avviso questo film riesce a far riflettere molto e rispecchia in tutto e per tutto la quotidianità. Un uomo che a causa della sua disabilità viene guardato di traverso, soggetto a pregiudizi ma che nonostante tutte le difficoltà continua imperterrito a percorrere il suo cammino educativo, e anche quando si trova di fronte ai suoi limiti fisici ed intellettivi non si arrende (resilienza). Questo deve essere un grande insegnamento per noi "normali", noi che viviamo con questa convinzione di superiorità, noi che guardiamo con occhi diversi un ragazzo su una sedia a rotelle, noi che ci giriamo dall'altra parte quando notiamo che chi ci passa davanti è "diverso". Ebbene si, noi siamo fortunati, possiamo camminare, correre, nuotare, giocare, ballare ma non siamo superiori a nessuno.
    Questo film come tanti altri ci insegnano quanto queste persone sono capaci di donare AMORE molto di più rispetto a tante altre persone.
    Tutti siamo diversi, ognuno è diversamente abile e ognuno di noi è irripetibile ed unico... Tutti con gli stessi diritti e gli stessi doveri.
    Non si possono considerare stupide o incapaci le persone affette da autismo o da sindrome di down, numerosi studi rivelano infatti che la loro memoria è ben superiore alla nostra e anche la loro intelligenza.
    Hanno una capacità incredibile di fissare nella loro mente ciò che più li colpisce e questa estrema conoscenza di Sam nei confronti del famoso complesso musicale non è altro che un Esempio.

    Le frasi che mi hanno colpito molto del film sono state: "A volte Dio mette alla prova la gente speciale". " Le capacità intellettive di un individuo non pregiudicano la sua capacità di amare"......

    Inutile spiegarle perchè penso proprio che dalla sola lettura si possa coglierne il profondo significato.....
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    Maria Rosaria Lombardi


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