Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty LUNEDì 18 APRILE LEZIONE VIRTUALE

    Messaggio  AntoniettadeGaetano Mar Apr 26, 2011 10:10 pm

    fonte (la docente): http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=1&ved=0CBsQFjAA&url=http%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FMi_chiamo_Sam&ei=R0mrTdXgI5HcsgaLobn7Bg&usg=AFQjCNEfukqg9Kqg2yX9wRgM__A4gV8JWw&sig2=DCyxhOCFsf8FCvjMDEmnaw

    Il film che ho scelto è "Mi chiamo Sam" e racconta della storia di Sam Dawson, un uomo di quarant'anni affetto da un lieve ritardo mentale,ma nonostante ciò riesce a prendersi cura della sua figlioletta Lucy avuta da una prostituta che in seguito alla nascita della piccola li ha abbandonati.
    Nonostante la sua situazione Sam fin dal primo giorno affronta con determinazione le piccole sfide che, ogni giorno,la vita quotidiana ci pone dinnanzie e ciò implica anche la crescita di un bambino piccolo.
    Ma,il destino beffardo non perde l'occasione di sferrare a Sam un brutto tiro mancino:in seguito ad un suo arresto per quello che viene definito addescamento di una squillo,gli assistenti sociali decidono di affidare la piccola Lucy ad una famiglia più "adeguata" per la crescita della bambina.
    Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento,riesce a convincere
    Rita Harrison a diventare il suo avvocato.
    I suoi sforzi non valgono a nulla perchè la bambina viene affidata ad una famiglia,ma alla fine la madre adottiva riconoscerà quanto sia saldo il rapporto che unisce il padre alla figlia e così deciderà di riportare la bimba al genitore.
    L'epilogo commovente della riconciliazione di Sam e Lucy esprime più una speranza che una realtà.
    Nel film, elemento centrale è la forma di autismo di Sam che per la cosidetta dente "normale" viene vista come un ostacolo e come pericolo nello svolgimento della vita quotidiana e nel relazionarsi agli altri e soprattutto nella crescita della figlia.
    Penso che con un valido aiuto sia da parte di amici e parenti e sia dalle istituzioni sanitarie queste persone diversamente abili potrebbero davvero trovare il loro posto nella società e chissà anche riuscire a farsi una famiglia come è successo a Sam.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  emanuelaerrichiello Mar Apr 26, 2011 10:16 pm

    Like a Star @ heaven Like a Star @ heaven "EDWARD MANI DI FORBICE"è stato definito come uno dei migliori film di Barton.
    Il protagonista è un ibrido tecnologico di nome Edward creato da un'inventore.Non è un essere perfetto perchè non totalmente completato,a causa della morte dell'anziano signore.
    La parte mancante del suo corpo sono le mani,al posto delle quali ha delle forbici taglienti.Le sue mani particolari,possono essere definite delle vere e proprie protesi integrative e sono proprio queste ultime a divenire la causa del suo isolamento e della sua diversità.
    La sua figura è paragonabile a quella di Oscer Pistorius,perchè anche lui dotato di protesi integrative,posizionate su una parte delle gambe.Entrambi hanno una spiccata personalità.La differenza tra i due,invece,risiede nel fatto che mentre Pistorius,per le sue gambe,finisce col ritrovarsi in un contesto di vantaggio/svantaggio non perfettamente definito,Edward,invece,per le sue braccia si ritrova in una condizione di assoluto svantaggio. Neutral
    Le difficoltà nel mangiare,nel vestirsi,nel camminare,nella possibilità di abbracciare una persona cara,vanno a formare quella stragrande categoria di ostacoli che non gli permettono di esprimere liberamente se stesso e di dimostrare chi è realmente.
    Edward riesce ad uscire dalla sua oscura dimora,grazie ad una gentile signora venditrice di cosmetici,che lo ospita a casa sua.
    In tale circostanza è possibile notare un profondo DISAGIO,percepito da Paggy(la rappresentante) e dagli altri componenti della sua famiglia in presenza di Edward,un disagio avvertito più dagli altri che dallo stesso Edward,quasi come se fossero stati loro ad essere "Diversi"come si evince in questa scena:



    é impressionante la difficoltà di comunicazione velata da una presunta accettazione del diverso.
    I rimproveri della donna,gli sguardi persi nel vuoto,i sorrisi forzati sono i segnali che ci permettono di comprenere la loro condizione d'imbarazzo.
    Una tematica che può essere posta in evidenza è quella dell'integrazione,introdotta dal poliziotto nella parte centrale del film.
    Un soggetto, per essere effettivamente itegrato in un contesto sociale,deve passare dalla fase dell'inserimento,che implica una superficiale accettazione del diverso,a quella dell'inclusione,che,invece,si può raggiungere quando si sviluppa un "NOI CONDIVISO",cioè quando il diverso nn viene più considerato come tale,ma parte del gruppo sociale.
    Edward ,infatti,inizialmente quando arriva in paese è solo apparentemente accolto bene dagli altri,perchè moltissimi sono i pettegolezzi su di lui.Solo d'inserimento si può parlare,difatti fino a questo punto.Successivamente, poi Edward riesce a trasformare la sua necessità in virtù poichè grazie alle sue caratteristiche mani,oltre a realizzare bellissime statue scolpite,riesce anche a svolgere dei veri e propri lavori consentendogli di divenire un soggetto realmente integrato nel contesto sociale.
    MENOMAZIONE ,DISABILITà ed HANDICAP sono le parole chiave per comprendere al meglio questa sorta di fiaba drammatica.
    Per menomazione s'intende la perdita o l'anomalia a carico di una struttura o funzione psicologica fisica o anatomica.Essa può essere :
    TEMPORANEA,cioè presente in un preciso arco di tempo della vita di un individuo
    ACCIDENTALE,cioè causata a seguito di un incidente
    DEGENERATIVA,che finisce col procurare una vera e propria disabilità,come nel caso di Edward.
    la disabilità invece è un aspetto più ampio e sta ad indicare una qualsiasi restrizione della capacità di svolgere un'attività nei modi e nei limiti ritenuti normali per un essere umano.
    La parola Handicap,dal punto di vista epistemologico,può essere tradotta in un'altra espressione "Hand in cap" cioè la mano nel cappello,una frase infatti che denota la situazione di svantaggio propria della mendicante quando chiede elemosima.
    Propriamente l'handicap sta ad indicare,le difficoltà che una persona con disabilità incontra quando si rappotra con gli altri.
    Edward include nel suo essere le tre componenti citate.
    Diverso,ritardato storpio,Handicappato,sono questi gli appellativi con i quali viene definito.SI arriva addirittura a chiamarlo PERVERSIONE DELLA NATURA,insomma un vero e proprio "mostro".é questa l'etichetta che incombe su di lui.
    Remo Bodei ci dice,a tal proposito,che il brutto è sempre stato considerato come l'ombra del bello,il falso ed il cattivo privo di splendore e bontà.Questa appermazione,cifariflettere,perchè rispecchia pienamente l'immagine poco positiva che gli altri avevano di Edward,ma lui è ben altro.Un ragazzo ingenuo e buono,proprio come un bambino e ricco di tante altre qualità, che lo rendono un essere speciale,come lo sono del resto tutte le altre persone con differenze Like a Star @ heaven
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    Messaggio  Giusypelliccia Mer Apr 27, 2011 7:54 am

    Tra i molti film che trattano come tematica la "disabilità", cioè qualsiasi limitazione o perdita della capacità di compiere un' attività nel modo normale, l'incapacità di svolgere determinate funzioni, ho scelto il film intitolato:"RAIN MAN".Questo film racconta di Charlie Babbit (Tom Cruise), giovane commerciante di auto,che scopre, dopo la morte del padre, che l'unico erede dell'immenso patrimonio familiare è Raymond (Dustin Hoffman), un uomo affetto da autismo, che scopre essere suo fratello maggiore. Charlie, sentitosi tradito dal padre e indebitato sul lavoro a causa di investimenti fallimentari, decide di portare via Raymond dalla clinica di Cincinnati in cui è ricoverato nella speranza di riuscire ad essere riconosciuto dalla legge come suo tutore e quindi beneficiare del patrimonio paterno. Durante il viaggio verso Los Angeles, che si allunga per le necessità di Raymond in quanto egli non può volare, non può fare l'autostrada, a causa della sua paura degli incidenti, Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo tutto gesti meccanici e frasi ripetitive ma dotato anche di una incredibile memoria, grazie alla quale i due ottengono ingenti vincite a un casinò di Las vegas. Piano piano Charlie si affeziona a lui, grazie anche all'aiuto della sua fidanzata Susanna , scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava Rain Man (una storpiatura del nome Raymond) e pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altro che suo fratello, del quale è stato privato per tutti questi anni a causa anche della sua "malattia". Charlie deciderà infine di riportare Raymond nella clinica, rinunciando al denaro e anche a un assegno da 250.000 dollari che gli era stato offerto per dimenticarsi della vicenda e promettendo di frequentarlo appena possibile. Preciso che ho scelto questo film soprattutto per la tematica trattata cioè l' AUTISMO, tematica che mi ha colpito in modo particolare. L'autismo è un disturbo neurologico che impedisce il normale sviluppo del cervello, infatti i bambini con autismo hanno difficoltà a relazionarsi con l'esterno e tendono ad isolarsi. Esso colpisce i bambini tra i 15 e i 24 mesi e va ricordato che i bambini autistici sono tutti diversi tra di loro, ma sono accomunati da comportamenti ripetitivi,e da disturbi socio cominicativi, infatti molti di loro non sanno utilizzare un linguaggio corretto, non sanno utilizzare un linguaggio verbale in maniera funzionale. Secondo me oggi è un tema molto trattato in quanto si parla addirittura di "emergenza autismo" come ci è stato detto anche durante un incontro con la dottoressa Magri,perchè non esiste una cura, non possiamo cambiare le differenze presenti nel cervello del bambino.MA c'è bisogno di un intervento efficace e precoce che incide sulla qualità della vita migliore.Diventa necessario , che un bambino autistico diventi un bambino, un individuo integrato nella nostra società che molte volte tende ad escludere persone con patologie diverse o con qualsiasi forma di disabiità,anche se il disabile è una persona normalissima e che viene definito diverso soltanto perchè la società lo etichetta come tale, perchè ha degli schemi mentali, fisici e comportamentali differenti dalla normalità. Va detto comunque che bisogna essere partecipi nella vita del bambino autistico, del bambino non vedente, dell'audulto sulla sedia rotelle ,per aiutarlo e non avere nei suoi confronti un senso di pietismo facendogli pesare la sua condizione, anzi bisogna cercare di fargli superare le difficoltà che incontra durante il suo cammino; proprio perche il disabile è un individuo con una propria dignità si è inserito un nuovo termine quello di diversabilità ; esso è un termine in positivo perchè mette in evidenzia l'essere diversamente abili di molte persone con deficit per poterle considerare in una nuova prospettiva.Infine nel caso del bambino autistico, considerato diverso, occore inserirlo nel "mondo reale", creando un'integrazione tra gli interventi sanitari e scolastici educativi e ricordare che qualsiasi forma di disabilità non è un mondo a parte ,ma una parte del mondo in quanto chiunque affetto da qualsiasi patologia o deficit motorio, psichico ecc non diventi una persona invisibile per la società in cui vive.13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Search%3Fq%3Dfilm%2Brain%2Bman%26um%3D1%26hl%3Dit%26sa%3DG%26biw%3D1276%26bih%3D587%26tbm%3Disch0%2C168&um=1&itbs=1&biw=1276&bih=587&iact=rc&dur=141&page=2&ndsp=21&ved=1t:429,r:0,s:22&tx=134&ty=32http://www.google.it/imgres?imgurl=http://www.vivacinema.it/img/uesc_09_img0509.jpg&imgrefurl=http://www.vivacinema.it/tag/rain-man/&usg=__mVsYjwYhyGDg9f_8ZWOOb7_thws=&h=324&w=326&sz=16&hl=it&start=7&zoom=1&tbnid=_H1g59p_8r-1WM:&tbnh=117&tbnw=118&ei=dM23TcrRI5OHswaA5f3rAw&prev=/search%3Fq%3Dfilm%2Brain%2Bman%26um%3D1%26hl%3Dit%26sa%3DG%26biw%3D1276%26bih%3D587%26tbm%3Disch&um=1&itbs=1
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    Messaggio  maria rosaria paolillo Mer Apr 27, 2011 8:50 am

    Il film che ho scelto e "Profumo di donna".
    Il soldato e studente Giovanni Bertazzi si ritrova ad accompagnare Fausto, capitano non vedente in congedo, in un movimentato itinerario da Torino a Napoli. Ma scopre ben presto che il suo compagno di viaggio non è un uomo qualunque. Intelligente, fiero, pieno di vita nonostante il suo impedimento, Fausto svela sin dalle prime battute la sua grande passione: le donne. Si vanta di riconoscerle dal profumo e, col suo prodigioso intuito, lascia a bocca aperta il suo giovane accompagnatore, mostrando di sapere veramente tutto del gentil sesso, come della vita. Ma, una volta a Napoli ad attenderlo è Sara, molto più giovane e segretamente innamorata di lui. Fausto la respinge con crudeltà, con lo stesso cinismo che ha dimostrato a Giovanni lungo il viaggio. Eppure dietro la maschera di sarcastico viveur, il capitano nasconde un ultimo, inconfessabile desiderio. La sua cecità diventa paradossale nel confrontarsi coi suoi simili che, pur avendo occhi per vedere, non sono in grado di “guardare” al di là delle apparenze.Solo Fausto infatti intuisce il dolore che si cela nella realtà, e proprio in questa coscienza, che lo separa dal mondo circostante, risiede la sua vera solitudine. “Sono l’undici di picche… la carta al di fuori del mazzo” dirà al suo incredulo accompagnatore, che non lo capirà mai fino in fondo. Eppure, nell’innocente e tormentato amore di Sara, sembra aprirsi uno spiraglio di luce. Ed è verso la fine che ci si rende conto che Profumo di donna è anche un’insolita storia d’amore.Ho scelto questo film dove si parla della cecità perche mi colpi molto l esperimento fatto in aula con gli occhi bendati, quest uomo spiega che lui riesce a riconoscere le donne dal loro profumo e questo per me e una cosa bellissima poiche ho capito che mlt volte non serve la vista per capire chi abbiamo di fronte anzi forse bendandoci gli occhi non ci soffermeremo solo all apparenza di una persona ma guarderemo oltre .

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    Messaggio  maria rosaria paolillo Mer Apr 27, 2011 8:55 am

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    Messaggio  maria rosaria paolillo Mer Apr 27, 2011 8:57 am

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    Messaggio  Chiara Catalini Mer Apr 27, 2011 10:18 am

    Vorrei parlare di un film che a me è piaciuto molto e che non mi stanca mai nonostante le decine di volte che l'abbia visto: A beautiful mind.
    Ambientato nel 1947, racconta la storia di un diciannovenne e talentuoso matematico John Nash il quale entra nella prestigiosa Università di Princeton grazie ad una borsa di studio. Non essendo facile per lui instaurare rapporti sociali, Nash ha solo due amici: Charles, il suo compagno di stanza, e le formule matematiche. Ossessionato dal pensiero di trovare un'idea originale a cui applicare le sue formule, John riesce nel suo obiettivo: in una tesi di dottorato di sole 27 pagine espone geniali intuizioni fondamentali allo sviluppo della "Teoria dei Giochi", facendo così diventare obsolete le teorie economiche di Adam Smith.
    In piena "guerra fredda" viene contattato dall'esercito per la sua incredibile capacità di decodificatore. Entra così in contatto con William Parcher, oscuro personaggio del governo che lo assolda per una missione top secret. Contemporaneamente John trova anche l'amore di Alicia, una giovane studentessa di fisica, che diventa sua moglie.
    La doppia vita di agente del governo e brillante studente per i primi tempi sembra funzionare bene, ma col passare dei mesi e l’aumentare dello stress il comportamento di Nash si fa sempre più strano e imprevedibile, e Alicia decide di scoprire cosa sta succedendo al marito. La vita di Nash viene a questo punto sconvolta da una terribile scoperta. Charles è in realtà solo una proiezione della sua mente malata, affetta da una grave forma di schizofrenia. Vagando come un fantasma tra cliniche e manicomi viene sottoposto a numerose sedute di shock insulinico e ad una massiccia dose di farmaci. Grazie all'affetto ed alla vicinanza dei familiari, Alicia in particolare, e alla sua forza mentale riesce ad ignorare le sue allucinazioni, e a convivere sia pure con sofferenza con la malattia, tornando anche all'attività accademica. La difficile ma riuscita convivenza di Nash con la sua malattia è simboleggiata dalla visione dei suoi tre fantasmi uno accanto all'altro che lo osservano dopo la cerimonia di premiazione per il meritato premio nobel per l'economia.
    Fronteggiando ostacoli che sarebbero stati in grado di distruggere l’esistenza di molti uomini, Nash ha la forza di opporsi alla malattia, grazie anche all'amore e al sostegno di sua moglie Alicia. "Uno schizofrenico è uguale a qualsiasi altro uomo: si innamora, ha figli, cerca di ottenere qualcosa nella vita". Questo ci riporta al tema della resilienza, affrontato in aula nelle lezioni precedenti, ossia la capacità e la forza di superare gli ostacoli grazie anche all'appoggio degli altri. Infatti la resilienza può essere fortificata dal contesto di appartenenza favorendo la valorizzazione di sè. La resilienza consente alla persona di modificare in positivo la percezione del proprio limite e la riorganizzazione del propria vita.
    In questo film è evidente anche l'uso che l'uomo fa della tecnologia. Granelli nel "Il se digitale" parla delle nuove tecnologie come estensioni delle potenzialità umane. Si chiede: "la tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell'uomo?". Ma dobbiamo tenere presente che la tecnologia è nata per potenziare l'uomo e fargli superare i suoi limiti e le sue debolezze. Ed è proprio grazie ad essa, integrata alle sue capacità naturali, che John Nash riesce ad aiutare lo stato.
    (fonti: "Corpo, tecnologie e disabilità")

    https://www.youtube.com/watch?v=-GEtK2uawMQ


    Ultima modifica di Chiara Catalini il Gio Mag 12, 2011 5:29 pm - modificato 2 volte.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty lo scafandro e la farfalla

    Messaggio  TERESA TARANTINO Mer Apr 27, 2011 10:44 am

    Lo scafandro e la farfalla questo è stato il film che ho scelto tra i tanti che mi sono stati proposti.
    Il film,tratto dall'omonimo libro,narra la storia di Jean Dominique Bauby;egli all'età di 42 viene colpito da un ictus,a seguito di questo resterà in coma per tre settimane e al suo risveglio scoprirà di essere completamente paralizzato.Può comunicare solo attraverso il suo sguardo e più specificamnete comunicare attaverso il battito delle ciglia(un battino per esprimere SI,due battiti per il NO).
    Viene seguito da alcuni dottori tra cui un'ortofonista,grazie alla quale riesce ad esprimersi.
    Essa trova un rimedio:Jean Dominique pensa ad una parola e mentre lei recitava l'alfabeto Bauby batteva il ciglio alla lettera desiderata. Così, lettera dopo lettera, Bauby riusciva a comunicare.
    Dopo una prima fase di rabbia ,tristezza per le condizioni in cui si trovava capisce che la sua autocommiserazione di certo non poteva aiutarlo e capisce che può servirsi di due cose che non sono paralizzate:la memoria e l'immaginazione,unici mezzi per evadere dal suo scafandro.
    E' prorpio attraverso di esse che riesce ad andare avanti...viaggiando con la sua mente, ricordando,immaginando situazioni ,posti...
    Grazie alla sua memoria riuscirà a scrivere un libro,che verrà pubblicato poco prima della sua morte.

    Non nego che questo film mi ha colpita tantissimo e in molte sequenze mi sono sentita in colpa e allo stesso tempo fortunata per ciò che sono.In colpa perchè dovremmo apprezzare e essere felici per come siamo e ciò che siamo....
    La scena che più mi ha colpito e che mi ha emozionata è stata la telefonata del padre;anche a lui riusciva difficile comunicare con il figlio facendosi prendere dalla sconforto.Grazie all'aiuto della sua collaboratrice Jean DOminique riesce a dire al padre "non piangere"...ecco questo mi ha colpito:quanto l'amore tra un padre e un figlio possa essere di conforto per entrambi.

    La visione di questo film mi ha fatto capire quanto dobbiamo apprezzare la vita giorno per girono senza lamentarci per le cose futili ed essere felici semplicemnte guardando le persone a noi care ridere muoversi scherzare....questa è ciò che Jean Dominique chiama una BELLA GIORNATA!
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    Messaggio  luisa sacco Mer Apr 27, 2011 12:50 pm

    Il film che mi ha colpito è stato "BASTA GUARDARE IL CIELO" questo film parla di due ragazzi diversi tra loro Kevin è piccolo, magro,effetto da una patologia degenerativa che lo costringe a portare i tutori alle gambe ma molto intelligente ,ed invece Max è l'opposto è un ragazzo grande e grosso, ma non andava molto bene a scuola,ma avevano una cosa in comune venivano tutti e due derisi dai loro compagni che si divertivano a far male anche a Kevin e poi davano la colpa a Max. Questa storia è una storia anche molto divertente perchè grazie all'immaginazione che Kevin prende dalla lettura di re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda,insieme danno inizio ad una fantastica avventura per scoprire alla fine un gran tesoro che sconfigge qualsiasi diversità che è :l'amicizia.Una parte del film che mi ha colpito è stata quando insieme sono andati a vedere i fuochi d'artificio forse anche perchè sono la cosa che amo di più al mondo e se stavo nella stessa situazione di Kevin mi sarei sentita la ragazza più fortunata del mondo quando Max l'ha preso in braccio.Ho letto una recensione che è questa:
    La Critica - Rassegna Stampa
    "Patetico, sotto tutti i punti di vista, melodramma buonista, tratto da un romanzo altrettanto zuccheroso, che sventola la bandiera dei diversi senza riuscire a commuovere chi non sia particolarmente versato per le lacrime. La presenza sbiadita di Sharon Stone è un'autentica beffa: ha una particina di dieci minuti durante i quali non si toglie neanche l'orologio". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 22 gennaio 2001)...Non mi è piaciuta proprio ,perchè questo tipo di film non deve far commuovere ma deve solo far capire che anche se uno è diversamente abile non deve arrendersi perchè li fuori c'è sempre un amico o una persona speciale che ti può aiutare a non escluderti dalla società ma ad integrarti.Questo film deve per questo sconfiggere ogni senso di pregiudizio e dare un bell'omaggio al grande potere della lettura e dell'immaginazione.
    le mie fonti:www.lombardiaspettacolo.com/.../ArrivanoIFilm1995.../BASTA%20GUARDARE%20IL%20CIELO.pdf -
    it.movies.yahoo.com/.../basta-guardare-il-cielo/index-137027.html
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    Messaggio  Gaia Violante Mer Apr 27, 2011 1:03 pm

    ...."Mare dentro, Mare dentro, senza peso nel fondo, dove si avvera il sogno: due volontà che fanno vero un desiderio nell'incontro. Un bacio accende la vita con il fragore luminoso di una saetta, il mio corpo cambiato non è più il mio corpo, è come penetrare al centro dell'universo: l'abbraccio più infantile, e il più puro dei baci fino a vederci trasformati in un unico desiderio. Il tuo sguardo, il mio sguardo, come un'eco che va ripetendo, senza parole: più dentro, più dentro, fino al di là del tutto, attraverso il sangue e il midollo. Però sempre mi sveglio, mentre sempre io voglio essere morto, perché io con la mia bocca resti sempre impigliato dentro la rete dei tuoi capelli".... -MARE DENTRO- un film di Alejandro Amenábar, Il protagonista del suo film è infatti un uomo che non ama pensare al passato, alla vita che ha avuto quando poteva muoversi, ma che preferisce pensare al futuro. E sa che il suo futuro è la morte, perché "una libertà che elimina una vita non è una libertà, ma una vita che elimina la libertà non è vita". Il 23 Agosto 1968, Ramón Sampedro si tuffa in acqua dagli scogli e batte violentemente la testa contro la sabbia del fondo basso. Si rompe l'osso del collo e rimane a galleggiare a faccia in giù per diversi secondi prima che qualcuno non gli salvi la vita tirandolo fuori dall'acqua. Ramón rimane però paralizzato dal collo in giù. Dopo due anni confinato a letto, accudito dai suoi familiari, si rivolge ad un'associazione di assistenza chiedendo di poter 'morire con dignità'. Ventisei anni più tardi, si rivolge ad un avvocato per avere il permesso legale di commettere eutanasia. "Gli altri tetraplegici non si offendano per la mia decisione, ma io non giudico chi vuole vivere e vorrei che loro non giudicassero me"...Ecco questo film mi ha fatto molto riflettere,parla di come un uomo vede la sua vita priva di dignità,per lui essere accudito, seguito è una punizione, il non riuscire ad affrontare da solo le sue barriere lo conducono a pensare che l unica sua salvezza è la morte!..C'è una visione dialista : La realtà di triste esistenza costretta in un letto la cui unica visuale sul mondo è una finestra che dà sull’atrio del suo giardino si contrappone al sogno e alla fantasia che lo fanno “volare” verso le immense distese di monti e ruscelli che lo portano verso l’infinito mare e il suo orizzonte. La grande ironia e auto-ironia di Ramòn e di tutti i suoi cari, contraddistinta da tanti momenti di gioia e di sane risate, si contrappone ad un’immensa sofferenza che dà ampio spazio alla disperazione e al pianto...A volte non ci si rassegna a ciò che si è , non lo si accetta specie per coloro, che a causa di incidenti, diventano disabili ...


    https://youtu.be/3xmf_kt-Ds8



    “Il mare mi ha dato la vita, il mare me l’ha tolta”, dice così Ramòn... è proprio sul mare che ha termine questa struggente storia ricca di messaggi, in un finale che, dopo averci tolto qualsiasi spiraglio di speranza, ci restituisce, con una bellissima e poetica immagine, tutto l’immenso valore della vita.
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    Messaggio  Martina Verde Mer Apr 27, 2011 1:17 pm



    Ho scelto di parlare di un film che mi ha colpita,quando è finito mi ha lasciato un vuoto dentro….il film che ho scelto è “Sette Anime”di Muccino.Questo film è uscito in Italia nel Gennaio del 2009 ed è la seconda collaborazione americana con l’attore di successo Will Smith. Gabriele Muccino conferma le sue capacità di “fuoriclasse” italiano e ci regala un film interessante, profondissimo, coraggioso e finalmente diverso sia per la sua struttura, capace di giocare con maestria sul “non detto”, che per i temi affrontati in questo racconto duro ma allo stesso tempo intriso di valori positivi. Tutto ha inizio con una lista di sette nomi: Ben Thomas, Holly Apelgren, Connie Tepos, George Ristuccia, Nicholas Adams, Ezra Turner e Emily Posa. L'unica cosa che hanno in comune è che ognuno ha raggiunto un punto di svolta nella vita e ha bisogno di aiuto, che sia economico, spirituale o medico. A loro insaputa, Ben li ha scelti accuratamente per far parte del suo piano di redenzione. Ma è Emily Posa, una donna che soffre di problemi cardiaci, a intralciare i suoi progetti quando compie l'unica cosa che Ben riteneva impossibile, ossia maturare vicino a lui, stravolgendo completamente la sua visione del mondo e di quello che ritiene possibile.Ben Thomas (Will Smith) bussa alla porta della gente americana presentandosi come un funzionario dell’agenzia delle entrate. Dovrebbe controllare le loro finanze e riportare la loro situazione in pari con le casse dello stato. Al contrario, la sua è un’investigazione decisamente più intima che economica: una ricerca continua ed angosciosa di persone meritevoli, di sette anime da salvare per redimere se stesso. Dietro i sorrisi prestampati elargiti ai clienti e il costoso abito da lavoro, si nasconde, infatti, la tragedia che lo ha condotto verso questo comportamento apparentemente altruistico ed incomprensibile. Nell’osservazione di queste vite, Ben si imbatterà in Emily Posa che cercherà di sconvolgere i suoi piani, pur non conoscendoli, ponendolo innanzi ad una difficile scelta: riprendere a vivere o lasciarsi vivere. L’idea alla base della sceneggiatura di Sette Anime è semplice e complicata allo stesso tempo. Mostrare un personaggio emotivamente multisfaccettato alle prese con una sorta di mistico viaggio di redenzione della propria anima. Sembra di trovarsi dinnanzi al prosieguo ideale di Alla Ricerca della Felicità: Chris Garden inseguiva l’idea di successo, per lui rinchiusa dentro le possibilità di riuscita economica di un uomo che combatteva incessantemente in maniera compulsiva, ma senza mai oltrepassare i limiti del giusto. Raggiunta la propria meta, sembra trasformarsi in Ben Thomas che sente invece la necessità di cadere, di abbandonare la posizione conquistata con tanta fatica e conquistarsi una ubicazione sociale che lo renda insignificante. Dopo aver raggiunto la vetta di una montagna, si deve inevitabilmente cominciare la ripida discesa. Il protagonista di questo secondo film americano di Gabriele Muccino sembra quasi voler insegnare questo, al di la di tutte le buone intenzioni che si immagina possano essere alla base delle azioni del personaggio e delle decisioni del regista.Secondo la critica, la prima grande pecca di questo film si nasconde, e neanche molto bene, nello sviluppo narrativo della vicenda. Che Ben Thomas abbia qualcosa per cui doversi redimere, lo si intuisce fin dai primi minuti. Eppure la visione della tragedia che lo ha portato a ciò, viene dilazionata per tutto il film, attraverso frammentari flashback compulsivi ed evanescenti. Anche come voglia affrancarsi, ci viene mostrato ad inizio pellicola, con la precisa intenzione di creare curiosità e un certo alone di mistero attorno alla sua figura, provocando, tuttavia, un effetto decisamente contrario che dà il via alla lunga spirale di noia che accompagna l’intera visione. Sette Anime, titolo originale del lavoro, sottolineava la missione da intraprendere: rifacendosi in maniera piuttosto esplicita al Mercante di Venezia di Shakespeare, l’attenzione veniva focalizzata sulla carne, o meglio, sulle libbre di carne, in questo caso sette, che venivano chieste al protagonista per poter estinguere il proprio debito. Il titolo italiano contribuisce invece a deviare lo spettatore, non traducendo il senso intimo del film, e spostando l’attenzione dal debitore ai creditori, le sette anime da salvare. A dire il vero, purtroppo, non tutte vengono mostrate ed approfondite all’interno della pellicola: la ricerca sembra condurre sempre alla stessa porta di ospedale e concentrarsi solo sulla prorompente Emily, tanto che viene da chiedersi il perché del voler inserire la presenza allusiva degli altri benefattori meritevoli, quando il tutto gira attorno alla figura della cardiopatica ragazza che non crede di essere degna di un trapianto di cuore perché considera la propria vita inutile. Inoltre, fin dal trailer, ci viene spifferato che una delle sette anime cambierà la vita dell’uomo, ma materialmente ci ritroviamo davanti ad un Will Smith sempre uguale a se stesso, languidamente deciso a portare avanti il proprio piano, indistintamente da ciò che incrocia per la propria via. Piatto, poco emozionante, quasi costruito a tavolino e decisamente incongruente ed a tratti incomprensibile. La caratterizzazione dei personaggi è sempre stata una delle peculiarità di vanto del cinema di Muccino, che riusciva a trasformare e rendere estremamente interessanti ed affascinanti anche individui posti ai limiti della vicenda, brevi comparse che lasciavano un segno tangibile sulle azioni e sulle emozioni dei protagonisti. Se questa specificità viene veno, l’intero apparato registico comincia a vacillare. Fin dalla prima mezz’ora Sette Anime soffre, schiacciato sotto una costruzione narrativa lenta ed inconcludente. Si passa da momenti intimi, realistici e funzionali, a situazioni eccessivamente caricate ed elaborate. Un mix che, in questo caso, è poco funzionale ed attribuisce alle scene una patina di falsità ed una certa bruttezza visiva che mai ci si sarebbe aspettati da una produzione di questo livello. Dialoghi che sembrano essere privi di ogni fondamento narrativo accompagnati da un montaggio che non predilige certo la chiarezza espressiva, ma che tende a muoversi senza senso all’interno di un non meglio identificato percorso motivazionale, poco cronologico, rielaborati da una fotografia che non si distacca dai tipici stilemi del dramma hollywoodiano, caricando molti quadri fotografici di irrealtà e falsità. L’unico elemento ben costruito dell’intera pellicola è la colonna sonora: un adeguato miscuglio di motivetti più o meno cantabili e dagli espliciti riferimenti testuali ed un continuo sottolineare di rumori che sembrano provenire dai recessi dell’anima, sistemati pazientemente e con estrema cura. Ma una discreta costruzione sonora da sola non basta a salvare un lavoro in definitiva borioso, insopportabilmente ottimistico ed emotivamente catartico. In un mondo intriso fino all’inverosimile di superficialità, egoismo, leggerezza (nel senso negativo del termine), mancanza di ideali, incapacità di provare sensi di colpa per qualsiasi azione commessa “Sette anime” spalanca le porte ad una serie di riflessioni che oggi più che mai ogni individuo dovrebbe fare o tornare a fare (una su tutte la donazione degli organi, ma non solo). Certo meditare su certe cose può essere faticoso e a tratti può fare anche male e forse è proprio per questo che a troppi il nuovo film di Muccino non è piaciuto. Si è straparlato di storia surreale e poco credibile (forse sì: purtroppo però!Ed è qui che dovrebbe esserci la profonda riflessione. Perché magari al giorno d’oggi qualcuno che è responsabile della morte anche solo di una persona, si sentisse indegno di continuare a vivere!). Quello che è vero è che Gabriele Muccino ha scelto una via complicata e rischiosa per ricordarci che la vita non è tutta un cinepanettone e che non è vero che guardando un film ci si debba per forza solo e soltanto divertire.Ma nonostante il film abbia subito numerosi attacchi dalla critica,ha riscosso gran successo nel pubblico.A tratti un po’ noioso forse,ma un film ricco di significato che vede alternarsi persone con disabilità,con problemi cardiaci e di un uomo che dona loro quella “completezza”che gli mancava rinunciando alla sua stessa vita perché si è trovato coinvolto in un incidente stradale in cui sono morte sette persone…e lui per “riscattarsi” intende donare,e non far perdere la vita ad altre sette persone!!!

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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty Profumo di donna

    Messaggio  Federica Spalice Mer Apr 27, 2011 3:32 pm

    Salve eccoci qui a parlare del film " Profumo di donna", non avevo mai fatto caso a quanti film contenessero i problemi della disabilità! Questo film parla di un giovane Charles Simms, studente presso la Berd School di Boston, un istituto che vanta molti studenti giunti alla leadership del mondo politico alla Casa Bianca e in India, oltre che nel mondo economico e commerciale, è un giovane ingenuo dell’Oregon che non si rende conto di essere in gamba. Dotato di sussidio per mantenersi agli studi, decide di arrotondare il suo piccolo patrimonio accettando piccoli lavori domestici come accompagnatore. In occasione del week-end del Ringraziamento, viene assunto per fare da accompagnatore al tenente colonnello Frank Slade, un ufficiale non vedente ormai in congedo da cinque anni. L’ultimo giorno di scuola, alcuni studenti suoi compagni, che del tutto casualmente scopre durante i preparativi, attaccano la nuova automobile del preside. Il preside riceve Charles nel suo ufficio, e gli propone un subdolo accordo: se farà i nomi dei colpevoli, lui lo segnalerà all’università di Harvard come studente promettente, anche se non privilegiato socialmente. Durante i giorni di festa, il giovane, tormentato da questa minaccia, trascorre il suo tempo con il colonnello Slade, che lo trascina a sorpresa a New York, rivelandosi un uomo dalla personalità poliedrica:dopo varie vicissitudini tra i due si sviluppa un rapporto padre-figlio. Il giovane racconta dei suoi problemi a scuola, ma il colonnello rimane evasivo in fatto di consigli, in quanto ha già scoperto che Charles non intende svelare il nome dei colpevoli, non cedendo al ricatto del preside. Durante l'assemblea convocata a scuola per discutere dei fatti, a sorpresa appare il colonnello, il quale, durante un memorabile intervento, accusa la Berd School di preparare leader disonesti, se qualcuno ha potuto sperare di corrompere il giovane Charles assicurandogli un futuro. ( fonte slide della prof )
    Quando ho visto questo film ho subito pensato a quando la prof ci ha fatto fare l'esperimento delle bende in aula e le sensazioni che avevo provato e così mi sono calata anche se in modo relativo nei panni dell'ufficiale. In questo film vengono messi in evidenza molti tempi, in primis quello della disabilità dell'uomo, in quanto cieco e persona che ha bisogno di aiuto, ma che non si scoraggia, la resilienza di quest'ultimo in quanto cerca di affrontare la morte del suo compagno avvenuta per causa sua e in ultimo ma non per questo meno importante il tema delle differenza sociale, vista come una discriminante nei rapporti personali: il ragazzo meno facoltoso viene caricato di pressioni per estorcere i nomi dei colpevoli. Questa può essere una forma di disabilità in quanto mette in posizione diversa il ragazzo dai suoi compagni! Per concludere vi invito a vedere la scena dell'arringa dell'ufficiale perchè davvero bella e toccante!!
    https://www.youtube.com/watch?v=kxCIjhbSfyo&feature=BF&list=QL&index=1
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  dianascione Mer Apr 27, 2011 3:33 pm

    La voce che sentite non è la mia voce, è la voce del mio pensiero. Non parlo da quando avevo 6 anni, nessuno sa il perché, nemmeno io."

    La chiusura verso la vita, per Ada (Holly Hunter), va avanti fin dall'infanzia. Ada è imprigionata dietro un muro di silenzio che lei stessa ha creato intorno a sé inconsciamente, come strumento di difesa da un mondo in cui le parole non sono del tutto necessarie per esprimersi, come invece potrebbe sembrare ovvio. Ada non parla, ma ciò non significa che non comunichi: chi è capace di cogliere gli sguardi e i gesti ha il grande potere di non essere schiavo delle parole.

    "Le parole sono una fonte di malintesi" dice la volpe al Piccolo Principe nel famoso libro di Antoine de Saint-Exupery. Così Ada ha rinchiuso dentro sé stessa la genuinità di un mondo infantile, fatto di istinti, di sensazioni e ha utilizzato come unico mezzo di comunicazione il pianoforte. Attraverso esso si sente viva, la sua musica cambia a seconda dell'umore e le permette di assaporare la propria esistenza, il proprio spazio in un mondo nel quale non è a proprio agio, in cui è vista come una creatura strana e misteriosa da chi si ferma solo alle apparenze della normalità.

    "Mio padre dice che ho un talento oscuro e che il giorno che mi metterò in testa di smettere di respirare sarà l'ultimo. Oggi mi ha data in moglie a un uomo che nemmeno conosco, presto mia figlia e io lo raggiungeremo nel suo paese."

    Così inizia il viaggio di questa giovane donna con sua figlia, l'unica con cui parla attraverso il tipico linguaggio a gesti delle persone mute. Partono dalla Scozia e sbarcano in Nuova Zelanda dove ad attenderle c'è Stewart. E' l'uomo che suo padre ha deciso di farle sposare in virtù di un matrimonio di convenienza. Egli è in compagnia di alcuni indigeni maori che trasporteranno i loro effetti personali fino al villaggio. Tra questi selvaggi c'è anche un uomo, Baines, che ha scelto di vivere con la popolazione indigena, regredendo a una vita primitiva lontana dalla civiltà.

    "Mio marito mi ha detto che il mio mutismo non lo disturba, sentite cosa mi ha scritto: «Dio ama le creature mute, perché io non dovrei?». Gli auguro di avere la pazienza di Dio perché il silenzio a lungo andare stanca tutti."

    L'istintività di Ada le permette di capire fin da subito la persona che le si presenta davanti. Stewart è un uomo freddo, razionale, schiavo del conformismo e del buon costume del villaggio. I bagagli da trasportare sono molti, ciò di cui si può fare a meno secondo lui è il pianoforte. Nonostante le proteste della donna questo viene abbandonato sulla spiaggia. Lui non capisce quanto lo strumento sia importante per lei, il loro matrimonio è già destinato al fallimento, non ci sarà comunicazione tra loro, lui fa parte di quella cerchia di persone dalla quale Ada si tiene lontana grazie al mutismo ed egli non riuscirà mai a creare con lei un contatto.
    Lasciando il piano sulla riva del mare, ancor prima di conoscersi, apre una crepa tra loro che metterà in evidenza i loro mondi diametralmente opposti e che non si potranno mai incontrare. Ada così individua le persone che sono o meno in grado di interagire con lei. Quando una persona si chiude in un suo mondo e si isola, spetta a chi le è intorno imparare a comunicare con essa.

    "La cosa strana è che io non penso a me come una creatura silenziosa e questo grazie al mio pianoforte"

    Ada, privata in maniera drammatica del piano, diventa realmente una persona incompleta. Su quella spiaggia non ha lasciato soltanto uno strumento, ha lasciato la sua voce e non vuole arrendersi alla drastica decisione del marito. Proprio per questo Stewart non riuscirà mai ad entrare nel suo mondo, arrivando addirittura a credere sua moglie pazza vedendola "suonare" su di un tavolo sopra il quale ha inciso i tasti di un pianoforte.
    Questa è solamente la riprova di quanto i due siano assolutamente incompatibili.

    L'unica persona alla quale Ada può rivolgersi è Baines, che prega di condurla alla spiaggia per poter suonare.
    Baines è come lei, ha scelto di isolarsi, di vivere come un primitivo unendosi alla popolazione maori; è genuino, ignorante e passionale. Tra i due nasce subito qualcosa, l'uomo è affascinato da questa particolare creatura e le propone un accordo: se lui porta a casa con sé il pianoforte, lei gli dovrà impartire delle lezioni private. Ma sono lezioni particolari, le sue. A lui non interessa imparare, vuole solo sentirla suonare e le promette di restituirle il piano tasto dopo tasto.
    Ogni tasto ha un prezzo, che varia a seconda delle sue voglie. Oggi uno per poterle sfiorare un braccio, domani cinque per poter stare assieme a lei sdraiato sul letto.

    Ada è titubante, si rende conto di avere di fronte un uomo diverso, ma la rigidità radicatasi in lei negli anni la mantiene inizialmente fredda. I loro incontri vanno avanti giorno dopo giorno, alimentando una passione in continua crescita. Non comunicano in nessuna maniera, lui non sa leggere e lei non parla, ma la musica, gli sguardi e i gesti creano tra di loro un profondo legame. E' ormai impossibile ignorare la forte carica erotica che si è creata durante questi appuntamenti, la quale fa da antipasto a un sentimento molto più grande.
    E' grazie a quest'uomo che Ada tornerà alla vita. L'amore primordiale che nasce tra loro investe la donna con qualcosa che si era rassegnata a non provare mai più.

    Quando il marito scopre la relazione adultera della moglie la chiude in casa. Costringendola con la forza crede di poterla obbligare ad amarlo, ma il cuore di Ada è ormai inesorabilmente destinato a chi ha saputo toccarle l'anima, risvegliandone i sensi.
    Stewart deve dar sfogo alla propria rabbia e decide così di farle il torto più grande: amputarle un dito. E' l'ultimo tentativo folle di tarparle le ali, di impedirle di essere sé stessa.

    Ma ormai il processo di trasformazione dentro Ada è cominciato e quando anche il marito si rende conto di non poter più fare niente di fronte alla grandezza del sentimento che è nato tra loro, la lascia finalmente andare. Adesso è libera di raggiungere Baines, il suo cuore appartiene a lui.
    Mentre sono sulla barca che li sta trasportando alla volta di una nuova vita insieme, Ada decide di gettare in mare il piano. Non potrà più suonarlo senza un dito, è ormai simbolo di un passato dal quale vuole distaccarsi. Tuttavia vuole mettersi alla prova: fa sì che un piede le si impigli nella corda che è legata al piano, precipitando con esso nella discesa verso gli abissi.
    Non potrebbe morire in maniera migliore: avvolta nel silenzio dell'oceano, ancorata allo strumento simbolo della propria prigionia in vita, della propria solitudine interiore, che la trascinerebbe verso il nulla. Ma Ada sceglie di vivere, si toglie la scarpa e risale in superficie, dove sa che ad attenderla c'è un amore autentico che le permetterà di uscire dai suoi argini. La serenità, la fiducia e il sentimento tra i due amanti infatti faranno sì che lei riesca ad emettere i primi suoni di una lunga serie che la porteranno di nuovo a parlare.

    "Di notte penso la mio piano al centro dell'oceano, e a volte penso anche a me sospesa sopra di esso. C'è un grande silenzio dove non c'è mai stato suono, c'è un grande silenzio dove suono non può esserci, nella fredda tomba del profondo mare."

    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 5715_big

    Questo film è sorprendente.
    Attimo dopo attimo.
    Scoprire ciò che la protagonista sente,e sentirlo attraverso la sua percezione.E' sconvolgente.
    Essere muti,è una condizione di estrema sofferenza.
    Avere qualsiasi tipo di disabilità porta alla sofferenza.
    Il mutismo è l`incapacità di emettere suoni articolati diretti alla comunicazione. La persona affetta da mutismo di solito può emettere suoni, ma non organizzarli in un messaggio di senso compiuto.Ed è per questo che è comunque considerato come persona diversamente abile.

    Non esiste attualmente, a livello internazionale, un'univoca definizione del termine, anche se il concetto di disabilità è stato dibattuto in occasione della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, redigendo un documento finale approvato dall'Assemblea generale il 25 agosto 2006.
    La classificazione ICIDH (International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps) del 1980 dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) distingueva tra:

    menomazione: intesa come perdita a carico di funzioni fisiche o psichiche, e rappresenta l'estensione di uno stato patologico. Se tale disfunzione è congenita si parla di minorazione;
    disabilità: ovvero qualsiasi limitazione della capacità di agire, naturale conseguenza ad uno stato di minorazione/menomazione;
    handicap:svantaggio vissuto da una persona a seguito di disabilità o minorazione/menomazione.
    Questo significa che mentre la disabilità viene intesa come lo svantaggio che la persona presenta a livello personale, l'handicap rappresenta lo svantaggio sociale della persona con disabilità. L'ICIDH prevede la sequenza: Menomazione--->Disabilità--->Handicap, che, tuttavia, non è automatica, in quanto l'handicap può essere diretta conseguenza di una menomazione, senza la mediazione dello stato di disabilità. Le origini della parola “handicap” risalgono a descrivere una condizione di svantaggio fisico; questa parola descrive 2 dati di fatto che, dall’inglese possono fare scaturire un’immagine precisa di ciò che vuole descrivere. Scomponendo questa parola, si denota un significato che molti non sanno, perché è sempre stato dato per scontato il concetto vero e proprio di: "handicap". La parola handicap racchiude 2 parole: "hand" e "cap". Dall'inglese "hand" significa mano e "cap" significa cappello. Traducendo la parola intera, si deduce la seguente descrizione: “mano nel cappello”. Si parla di handicap per descrivere uno svantaggio fisico, senza tenere in considerazione la condizione che si crea, quando viene detta questa parola, che può manifestare nel disabile un senso di disagio e rabbia per la sua situazione. Per descrivere la situazione di una persona disabile molto spesso la tv usa il termine "handicap", senza contare a chi è disabile, la situazione di imbarazzo che si crea in lui.(wikipedia)

    La disabilità oggi è composta da mille sfaccettatture differenti,tutte importanti.
    MA OGNUNA SUPERABILE A SUO MODO.
    il film ne è una prova.
    La protagonista,trova l'amore e ritrova anche il senso di ritornare a parlare.
    Certo nella realtà non sempre è così semplice,ma può succedere.
    PERSEVERANDO.
    In ogni minimo gesto quotidiano.





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    Messaggio  nicla ruggiero Mer Apr 27, 2011 4:23 pm

    Dopo tanti cambiamenti il film che ho scelto è Rain Man-L'uomo della pioggia"del 1988.
    Il protagonista di questo film è Charlie Babbit interpretato da Tom Cruis che è un giovane commerciante di automobili pieno di debiti.
    Accade che muore il padre e l'unico erede di tutto il vasto patrimonio è suo fratello maggiore Raymond interpretato da Dustin Hoffman.
    Charlie non sapeva nemmeno di avere un fratello ma la novità più grande è che suo fratello è affetto da autismo.
    Charlie deluso dal padre e spinto da tanti debiti fatti sul lavoro decide di portare via Raymond dalla clinica dove era ricoverato nella speranza che poteva diventare per la legge tutore del fratello e quindi beneficiare del suo patrimonio.
    Insieme i due fratelli fanno un viaggio a Los Angeles è proprio grazie a questo viaggio entrambi iniziano a conoscersi a socializzare tra di loro e a istaurare un legame d'affetto.
    Raymond era un individuo tutti gesti meccanici e frasi ripetitive ma dotato di una grande memoria e delle grandi potenzialità in campo matematico e grazie a queste sue capacità i due ottengono delle grandi vincite al casinò di Las Vegas.
    Il rapporto tra i due fratelli pian piano si faceva sempre più solido.
    Alla conclusione del film Charlie riporta il fratello in clinica perchè ha bisogno di cure ma rinuncia ai soldi e gli promette di andarlo a trovare tutte le volte possibili.
    Da questo film si può imparare che due fratelli sono legati da un amore immenso che va al di là degli interessi economici e che supera tutto e non è importante che queste due persone non sono uguali ma il bene supera la diversità.
    Il tema principale di questo film è l'autismo,una malattia su base genetica un disturbo neurologico che impedisce il normale svolgimento del cervello.
    Questi bambini affetti da questa patologia hanno un disturbo riguardo a comportamenti ripetitivi,tendono a isolarsi e a non interagire con gli altri.
    Questi bambini hanno un problema di autoregolazione,di integrazione e socio comunicativo visto che alcuni bambini non riescono nemmeno a parlare,se questa malattia viene diagnosticata precocemente i bambini possono migliorare ma non guarire visto che non esiste una cura ma possono fare una vita molto vicina a quella di un bambino normale grazie all'avanzamanto della tecnologia e alla collaborazione della famiglia e della scuola.
    Ritornando al film Raymond quello affetto da autismo non riesce a comunicare conosce solo poche parole e le ripete continuamente fa sempre le stesse azioni ma ha delle capacità in campo matematico superiori alla norma.
    Quando si parla di autismo mi viene in mente il concetto di cura che non vuol dire guarire una persona ma considerarla parte della nostra vita renderla felice e autonoma il più possibile proprio come faceva dopo che si sono rincontrati Charlie con Raymond.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  AlessandraCarfora Mer Apr 27, 2011 4:29 pm

    Il film che ho scelto "Figli di un Dio minore",tratta del tema della sordità.
    La sordità non si vede per questo è definita Handicap invisibile.
    Il cinema ha cercato più volte di descrivere la sordità, riuscendo però a darne solo una visione parziale e spesso un po' troppo romanzata.
    Il film "Figli di un Dio minore",ha il merito di aver fatto conoscere al grande pubblico le problematiche che riguardano i sordi.

    In un Istituto per audiolesi arriva un nuovo insegnante,James Leeds, un giovane i cui metodi non piacciono molto al direttore, ma Leeds ha una facile presa sugli assistiti e i primi risultati riabilitativi si vedono presto.
    Nell'istituto c'è anche Sarah Norman, sordomuta praticamente dalla nascita che, accolta durante l'infanzia, è poi rimasta e si occupa delle pulizie.
    È una donna intelligente e bella e Leeds se ne innamora.
    La madre di lei vive lontana e non ama molto la figlia, poiché la sfortuna di quest'ultima ha determinato, quando era bambina, l'abbandono del marito.
    Il rapporto tra Sarah e James si fa intenso e lei va a vivere nella casa di lui; ma Sarah ha un carattere non facile ed una personalità eccezionale: essa non cerca la pietà, vuole essere capita per quello che può valere, mentre teme sempre, nell'intimo, di non farcela in nulla.
    Ad un certo momento essa fugge presso la madre che l'accoglie e conforta, ma il richiamo di Leeds che ha bisogno di lei è troppo forte.
    E Leeds stesso capirà che, anche con l'amore più grande, gli occorrono umiltà e pazienza e che dovrà rispettare quella persona straordinaria, alla quale in fondo basta il silenzio per amare e per proteggere una fierezza innata.

    I messaggi che ci lancia questo film sono diversi.
    Innanzitutto non esitono barriere che possono ostacolare un vero amore,basta il silenzio per amare.
    La frase che mi ha emozionato nel film è stata quella di Leeds: "Credi che riusciremo mai a trovare un pianeta dove tu ed io saremo uniti... al di là del silenzio e al di là dei suoni...?".

    Un altro messaggio importante è che gli audioolesi,come tutti i diversabili, non vogliono e non devono essere trattati con pietà,ma devono essere capiti per quello che possono valere,come nel caso della protagonista del film Sarah.


    Un altro film che ho potuto confrontare con questo è " Nel paese dei sordi".
    Coloro che in un primo momento possono sembrare "diversi", finiscono per l'imporsi poi come "normalmente diversi" con un particolare sistema di comunicazione in cui i gesti delle mani e le espressioni del viso hanno lo stesso valore di mute parole, altrettanto sottili ed efficaci. Da quel momento il film si rivolge allo spettatore proponendogli una densa riflessione sugli "altri", che hanno caratteristiche certamente diverse, ma tutt'altro che difettose.

    Il messaggio di questo film è che gli audiolesi e tutti i diversabili,non sono persone anormali,sono diversi come lo siamo tutti quanti;anche loro sono persone speciali ed uniche esattamente come tutti gli altri,ciascuno con le proprie potenzialità.
    Ogni audioleso è diverso dagli altri ed ha una storia personale,quindi non esiste un unico modo standardizzato per interagire con tutte le persone audiolese.


    Ci sono inoltre luoghi comuni da abbattere.
    I termini sordomuto,muto sono obsoleti e per questo motivo sbagliati.
    L'apparato vocale della persona sorda è integro e funzionante.
    I sordi non sono necessariamente muti.
    Il deficit del sordo è legato solo ed esclusivamente alla facoltà sensoriale uditiva.





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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  raffaella ammirevole Mer Apr 27, 2011 4:37 pm

    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Rainman99656
    Rain Man - L'uomo della pioggia
    è un film del 1988, diretto da Barry Levinson ed interpretato da Tom Cruise e Dustin Hoffman.
    Harlie Babbit (Tom Cruise), giovane commerciante di auto, scopre, dopo la morte del padre, che l'unico erede dell'immenso patrimonio familiare è Raymond (Dustin Hoffman), un uomo affetto da AUTISMO, che scopre essere suo fratello maggiore. Charlie, sentitosi tradito dal padre e indebitato sul lavoro a causa di investimenti fallimentari, decide di portare via Raymond dalla clinica di Cincinnati in cui è ricoverato nella speranza di riuscire ad essere riconosciuto dalla legge come suo tutore e quindi beneficiare del patrimonio paterno. Durante il viaggio verso Los Angeles, che si allunga per le necessità di Raymond (non può volare, non può fare l'autostrada, a causa della sua paura degli incidenti), Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo tutto gesti meccanici e frasi ripetitive ma dotato anche di una incredibile memoria, grazie alla quale i due ottengono ingenti vincite a un casinò di Las Vegas. Piano piano Charlie si affeziona a lui, grazie anche all'aiuto della sua fidanzata Susanna (Valeria Golino), scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava Rain Man (una storpiatura del nome Raymond) e pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altri che suo fratello, del quale è stato privato per tutti questi anni. Charlie deciderà infine di riportare Raymond nella clinica, rinunciando al denaro e promettendo di frequentarlo appena possibile.
    Il tema di questo film è l'autismo, un disturbo che interessa la funzione cerebrale; la persona affetta da tale patologia mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione.Il 50% dei soggetti autistici non è in grado di comunicare verbalmente. I soggetti affetti da autismo utilizzano un linguaggio bizzarro; spesso ripetono parole, suoni o frasi sentite pronunciare (ecolalia). L'ecolalia può essere immediata (ripetizione di parole o frasi subito dopo l'ascolto),oppure ecolalia differita (ripetizione a distanza di tempo di frasi o parole sentite in precedenza).Queste persone spesso hanno notevoli difficoltà a impiegare i nuovi apprendimenti in modo costruttivo a situazioni diverse da quelle che li hanno generati in prima istanza.Gli autistici mostrano un'apparente carenza di interesse e di reciprocità relazionale con gli altri; tendenza all'isolamento e alla chiusura sociale; apparente indifferenza emotiva agli stimoli o, al contrario, ipereccitabilità agli stessi; difficoltà a instaurare un contatto visivo diretto: il bambino che intorno ai due anni di età continui a evitare lo sguardo degli altri mostra, secondo diversi studi, una maggiore possibilità di sviluppare l'autismo.
    Essi hanno difficoltà nell'iniziare una conversazione o a rispettarne i "turni", oltre a difficoltà a rispondere alle domande e a partecipare alla vita o ai giochi di gruppo.Di solito in questi bambini si osserva un limitato repertorio di comportamenti viene ripetuto in modo ossessivo; inoltre si possono osservare posture e sequenze di movimenti stereotipati.Nonostante cio queste persone possono manifestare eccessivo interesse per oggetti o parti di essi, in particolare se hanno forme tondeggianti o possono ruotare.Talvolta la persona affetta da autismo tende ad astrarsi dalla realtà per isolarsi in una sorta di "mondo virtuale",dialogando con personaggi inventati. Pur mantenendo in molti casi la consapevolezza del proprio fantasticare, è con fatica e solo con delle sollecitazioni esterne che riescono a essere partecipe nella vita di gruppo.Grazie all'intervento del denver model,un modello che si occupa dell'integrazione scolastica dei bambini autistici,si puo favorire lo sviluppo dell'iniziativa,della motivazione e della partecipazione del bambino affetto da autismo.Il team di trattamento è costituito da un terapista referente che coordina il team con la famiglia e lo staff della scuola, ognuno dei quali lavora con obiettivi specifici:inserimento del bambino in relazioni sociali,insegnamento intensivo per "colmare" i deficit di apprendimento ecc.L’intervento deve avvenire in ambienti strutturati che forniscano una sorta di regolazione esterna con l'utilizzo di strategie di educazione strutturata di tipo cognitivo-comportamentale.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty FORREST GUMP

    Messaggio  valentina chiummariello Mer Apr 27, 2011 6:40 pm

    liberamente ispirato all'omonimo romanzo di WINSTON GROOM del 1986, FORREST GUMP tratta dell'intensa vita di un uomo dotato di uno sviluppo cognitivoinferiore alal norma.il film spazia su 30anni di storia degli stati uniti.forrest comincia a narrare il suo commovente racconto, che inizia alla metà degli anni 50 cioè quando egli stesso era un bambino, mentre la sua storia finisce approssimativamente nel 1982.durante questi anni forrest conoscerà alcuni personaggi di spicco come john kennedy, diventerà una stella del footballe parlerà del vietnam a un raduno hippy, senza però rendersi realamente conto di quanto sia straordinario.la storia inizai così:mentre attende un autobus seduto ad una fermata, uno strambo quarantenne apparentemente molto stupidoracconta imperterritola storia della sua vita ad ascoltatori occasionali sconosciuti, che cambieranno diverse volte nel corso del film, mostrando alcuni incredulità,altri indifferenzae altria volte commozione.è forrest gump un personaggio border line, non tanto per il suo quoziente intellettivo, quanto per il rapportoingenuo e fiducioso con un mondo che fin da bambino fa di tutto per relegarlonell'ambito del diverso.persino sua madre,lo incita a non farsi scavalacare da nessuno, lo costringe a mettere l'apparecchio alle gambe, che ulteriormente, lo avrebbe penalizzato se un provvidenziale quanto vile aggressione da parte di piccoli bulli, non gli avesse rivelato le proprie straordinarie doti fisiche.forrest inizialmente non è ammesso nella scuola pubblica a causa del suo QI ma la madre concedendo favori sessuali al preside, ottiene di farlo comunque ammettere.il primo giorno di scuola incontra sull'autobus JENNY , unica amica, e unico suo amore.il rapporto d'amicizia tra i due bambini è profondissimo, con JENNY la cui personalità a causa degli abusi paterni, risulterà in seguito instabile, anche per uso di droghe.i due si incontrerannoa più riprese in diverse fasi della loro esistenza, e in diversi momenti cruciali della storia degli USA dagli anni 50 in poi.grazie alal sua abilitànel correre, e quindi nel football, forrestottiene di essere ammesso al collegecon una borsa di studio. qui le vite di FORREST E JENNY comincianoa prendere pieghe diverse, lei diventa popolare, grazie al noto Plyboy e nel vortice del suo solitario dolore, pare considerare FORREST troppo stupido e lontano per capirla. in ogni caso il legame tra i due sopravvive nonostante l'interferenza del mondo esterno.ho scelto questo film in quanto approposito poiche durante il nostro corso abbiamo,trattato il tema della diversità e chi meglio di FORREST GUMP poteva impersonare questo tema?FORREST è considerato un diverso dalla sua società per cui il preside nn lo vuole ammettere alal suola pubblica, la madre gli fa mettere l'apparecchio alla gambe.sempre riguardo alla disabilità abbiamo detto che molto spesso i disabili sia essi mentali sia perchè hanno delle menomazioni sono vittime di pietismo, e anche FORREST è vittima di pietismo tanto è vero che quando lui racconta la sua storia a persone sconosciute alla fermata dell'autobus alcuni provano indifferenza altri pietà perchè apunto lo considerano uno stupido.ma abbbiamod etto anche detto che ogni individuo è speciale nella sua unicità, e FORREST GUMP riesce a conquistare medaglie, conoscere presidenti e paradossalmente se avesse pensato come una persona normale, non avrebbe, forse realizzato nulla di straordinario.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Marialda D'Auria Mer Apr 27, 2011 7:06 pm

    Il film che ho scelto è quello di Edward mani di forbici. Ricordo di averlo visto tempo fa e non mi ricordo bene alcune scene. La parte più che mi è rimasta impressa è la scena finale di quando nevica per merito suo. Inoltre leggendo anche la trama ricordo di come la gente aveva paura vedendolo all'inizio ma una volta che si erano accorti della sua bontà d'animo avevano pensato bene di sfruttarlo anche per cose illecite dando a lui la colpa perchè comunque era ritenuto lo "strano". Solo una persona Kim, mi sembra, l'aveva visto per quello che era e cioè una persona buona. Comunque alla fine e costretto a ritornare alla solitudine e mi ha sempre dato l'idea che tra i due mali lui abbia scelto o meglio sia stato costretto a scegliere il meno peggio. Questo film fa riflettere su molte cose in particolar modo di come l'apparenza inganni e soprattutto sui concetti di bellezza e normalità. Una persona vista come diversa è eitchettata dall'aspetto e non dal suo essere interiore. Come nel film queste persone sono buonissime ma i pregiudizi prevalgono. Un altro film che mi ha colpita leggendo la trama è stato: "Basta guardare il cielo" in questo film Kevin ha legato con Max entrambi considerati diversi. Forse sono stati più fortunati i due ragazzi in questo caso ma riflettendoci non è bello che le persone devono legare solo perchè considerati diversi. Scavando a fondo questi due ragazzi erano sicuramente migliori degli altri come spesso capita nella realtà. Molti vengono derisi, visti di cattivo occhio e talvolta sfruttati e infine allontanati quando parecchie di queste persone potrebbero aiutarci ad essere migliori e farci capire come si potrebbe vivere meglio rispettandoci l'un l'altro e sfruttando i lati migliori di ognuno di noi
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    Messaggio  immacgaeta Mer Apr 27, 2011 7:07 pm

    Il film di cui voglio parlarvi è "IL MIGLIO VERDE".
    IL Miglio Verde è il racconto narrato da Paul Edgecomb all'amica Elaine Connelly. L'uomo vive in una casa di riposo; sono passati circa sessanta anni da quando lavorava come capo delle guardie del braccio della morte nel penitenziario di Cold Mountain. Durante la grande depressione, nel vecchio carcere del sud degli Stati Uniti, Edgecomb si occupava di quattro assassini che attendevano di compiere la loro ultima passeggiata lungo il cosidetto Miglio Verde, il corridoio rivestito di linoleum verde che li avrebbe condotti alla stanza delle sedia elettrica. Da quando prestava servizio a Cold Mountain, l'uomo aveva percorso quel triste tragitto accompagnando uomini molto diversi. Eppure non aveva mai incontrato nessuno che somigliasse a John Coffey, un ragazzone nero condannato a morte per l'omicidio di due gemelline di nove anni. Coffey aveva le dimensioni e la forza per uccidere chiunque, ma il suo modo di comportarsi era in netto contrasto con il suo aspetto fisico. Oltre a un carattere semplice e ingenuo e a un'infantile paura del buio, il ragazzo possedeva un dono soprannaturale. Era davvero colpevole del brutale omicidio? Con lo svolgersi degli eventi, Paul Edgecomb avrebbe scoperto che a volte i miracoli accadono nei luoghi più impensati.
    di seguito riporto due video che mi hanno particolarmente colpito...





    Ho scelto qst film in riferimento alla lezione che facemmo sulle carceri e il loro stato di degrado.
    Come si nota ,anche qui i detenuti vivono in pessime condizioni,non vengono aiutati e nn vengono assistiti.In qst film in particolre la situazione è peggiorata dal fatto che questi uomini son destinati alla sedia elettrica, quindi non è concesso loro nemmeno di affrontare una fine dignitosa...Credo che in sostanza la situazione reale non sia molto diversa da questa raccontata...i detenuti vengono trattati con disprezzo e nn vengono seguiti da persone competenti ,capaci di far capire loro l'errore commesso...per evitare quindi che essi possano essere ripetuti in futuro.

    Per quanto riguarda i video...essi trattano di un uomo di colore che viene considerato DIVERSO ,solo perchè capace di fare cose che gli uomoni comuni nn fanno.Ha un dono soprannaturale e questo anzicchè causargli gioia ,gli causa dolore.In sostanza quest'uomo ,grande e grosso viene maltrattato perchè nero soprattutto...e qui mi collego alla lezione sulla diversità razziale.Come in ogni situazione ,anche in questa,anche al termine della propria vita, questi uomini vengono umiliati, colpevoli del semplice fatto di appartenere ad una razza considerata ""inferiore"...bhè credo che INFERIRE è il il termine giusto che puo essere usato per descrivere le persone ingoranti,incapaci di accettare l'altro senza pregiudizi!

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    Messaggio  Rossella Lauria Mer Apr 27, 2011 7:52 pm

    A beautiful mind è un film che ho visto tantissime volte ed è quello che a primo impatto parlando di disabilità(in questo caso mentale) mi è venuto in mente.
    TRAMA: 1947: John Forbes Nash (Russell Crowe) viene ammesso, grazie ad una borsa di studio, al corso di specializzazione post laurea in matematica all'esclusiva Università di Princeton. Il dipartimento di matematica è ricco di talentuosi studenti in competizione tra loro per la fama ed il successo, ma Nash è letteralmente ossessionato da un unico proposito: trovare un'idea veramente originale.
    A soli 22 anni, dopo aver dato luce all'Equilibrio di Nash e contraddetto 150 anni di teorie matematiche ed in particolare le teorie di Adam Smith, padre dell'economia moderna, John Nash si vede schiudere di fronte a sè tutte le porte e gli viene offerto l'ambitissimo posto di ricercatore e professore all'università. Il grave male della schizofrenia si abbatte sulla sua splendida mente, capace di brillanti e continue intuizioni, ma la sua forza e l'amore della moglie Alicia Larde (Jennifer Connelly) gli permettono di superare tutte le sofferenze...

    ...mi è sempre piaciuto perchè mi ha sempre fatto capire quanto sia necessaria la tenacia,la forza di volontà:MOTORE DI OGNI COSA..e un po mi è venuto in mente Pistorius xke anche lui ci ha mostrato la volontà e il coraggio di affrontare il "male"..
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    Messaggio  Rossella Lauria Mer Apr 27, 2011 8:13 pm

    ...un altro film che mi piace molto è Forrest gump:Seduto sulla panchina ad un bus-stop di Savannah, ricorda la sua infanzia di bimbo con problemi mentali e fisici. Solo la mamma lo accetta per quello che è, e solo la piccola Jenny Curran lo fa sedere accanto a sé sull'autobus della scuola. Sarà lei a incitarlo, per fuggire a tre compagnetti violenti, a correre, liberando così le gambe dalla protesi. Attraverso trent'anni di storia americana vista con gli occhi della semplicità e dell'innocenza, Forrest diventa un campione universitario di football, mentre è sempre più innamorato di Jenny che però lo considera un fratello. Assiste ai disordini razziali in Alabama ed incontra Kennedy poco prima dell'assassinio. Si arruola quindi nell'esercito, dove fa amicizia con il nero Bubba, un pescatore di gamberi che gli comunica la sua passione. Dopo un fugace incontro con Jenny che canta a Memphis, Gump va a combattere in Vietnam
    ..anke questo è un tema affrontato più volte a lezione.Grazie a vari riferimenti mi è venuto in mente questo meraviglioso film vincitore di 6 premi oscar per miglior regista miglior sceneggiature..ottimo film ottimo spunto per far pensare alla disabilità e alle conseguenze di quest'ultima..
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    Messaggio  liberapalino Mer Apr 27, 2011 9:03 pm

    Il film che ho visto si chiama "TEMPLE GRANDIN - UNA DONNA STRAORDINARIA" che racconta la storia vera di una donna autistica.Temple Grandin è una donna autistica che all'età di quattro anni ancora non parlava e i medici scoprirono che era affetta da schizofrenia infantile,da autismo,e che non sarebbe mai riuscita a parlare.
    Durante l'adolescenza la madre la dovette iscrivere a una scuola privata a causa dei colleghi che la deridevano e la temevano per i suoi atteggiamenti aggressivi; in questo istituto conobbe il professore di scienze che fu l'unico tra tutti i professori a credere in lei e capire che vedeva il mondo in modo diverso ad avere una grande immaginazione ed nella sua immaginazione una grande "CREATIVITA'",infatti grazie ad essa ella inventò la "macchina degli abbracci" ispirandosi proprio alla macchina che si utilizzava per calmare le mucche e poichè Temple non accettava gli abbracci umani inventò proprio questa macchina per calmarsi quando si agitava.
    Andò al college si laureò in Zoologia e prese la specialisitica in Scienze Animali dopodichè progettò un sistema che permetteva alle mandrie di mucche destinate al macello di non soffrire crudelmente prima della morte nei mattatoi ed infine fu una tenace attivista del movimento in tutela dei diritti degli animali e delle persone autistiche.
    (Fonti: http://www.movieplayer.it/articoli/07071/lo-straordinario-caso-di-temple-grandin/ )

    Parlando dell'autismo nel percorso fatto nel laboratorio sappiamo che è una patologia che colpisce la funzione celebrale,è quindi una disabilità neuroevolutiva che impedisce proprio lo sviluppo del cervello;la ricerca lega l'autismo a differenze biologiche e neurologiche su base genetica e i bambini che sono affetti da autismo hanno difficoltà a relazionarsi con il mondo esterno,non sanno utilizzare il linguaggio in maniera funzionale oppure non parlano prorpio.Per l'autismo non esiste una vera e propria cura ma bisogna effetuare un percorso regolativo per essere integrato e inserito nel mondo reale.La famaglia,infatti,riveste il ruolo centrale,non deve rimanere al difuori di questo intervento regolativo nei confronti del bambino e poi troviamo il servizio socio sanitario,la scuola e la ricerca.In questo film,che ritrae la storia vera di una donna autisica ambientato negli anni'50,si vedono alcuni punti fondamentali della vita di una persona autisica soprattutto la famiglia,la madre che inizialmente non accetta e pensa che sia solo una fase, ma scoprendo la verità cerca in tutti i modi di aiutarla a furiuscire da questo tunnel e far parte della sua vita stando a conoscenza di tutto;il professore di scienze che fu l'unico tra tutti gli altri a capire e a vedere tutte le sue grandi potenzialità,e a spronarla in tutto;ma poi vediamo dei punti in contrasto ad esempio i medici che non danno nessuna via d'uscita e l'unico rimedio era di chiuderla in un istituto;persone che la deridevano e la temevano quindi ciò provocò in Temple un "allontanamento" verso le persone poichè non la capivano e lei non capiva loro per questo creò la macchina degli abbracci e l'unico avvicinamento profondo era solo verso gli animali.Temple è veramente una donna straordinaria(come disse la madre:"DIVERSA,MA NON INFERIORE") che grazie alla sua famiglia e alle persone che la circondavano è riuscita ad uscire diciamo da questo profondo tunnel che è l'autismo ed è riuscita a fare tutto cio che voleva,a non arrendersi,a creare cio che vedeva ma soprattutto ad accettare il suo autismo ed aiutare tutte le persone affette dalla sua stessa patologia.Questo film è veramente bellissimo,consiglio a tutti di vederlo poichè riprende in modo autentico tutti i vari aspetti dell'autismo.
    Temple Grandin è riuscita,nonostante la sua patologia,a fuoriuscire da quel guscio che intrappola tutte le persone che sono affette da autismo;so che ogni autismo è diverso dall'altro ma spero con tutto il cuore che con l'aiuto della propria famiglia,l'aiuto di noi educatrici e l'aiuto della scuola ogni persona affetta da autismo potrà rompere quel guscio come ha fatto Temple Grandin.




    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Temple_Grandin_2010
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty film:Forrest Gump

    Messaggio  ornella tregua Mer Apr 27, 2011 9:18 pm

    Tra i vari film proposti,ho scelto di analizzare un film che mi è sempre piaciuto,per il suo ampio contenuto significativo,"Forrest-Gump".
    Forrest Gump è un ragazzo un po' sempliciotto ma con un grande cuore.
    A causa del suo handicap trascorre un'infanzia con dei difficili rapporti con i suoi coetanei, unica ed inseparabile amica Jenny, una bambina anch'essa con un grosso problema.
    La madre di Forrest, dopo avergli insegnato tutto quello che poteva per aiutarlo ad affrontare la vita nel modo migliore, lascia che lui diventi padrone del proprio destino.
    Forrest si arruola e parte per il Vietnam, sotto le armi trova due nuovi amici, il Tenente Dan ed un commilitone di colore, Bubba.
    Forrest si distingue per atti di eroismo e gli viene assegnata una medaglia al valore, ferito in azione, in convalescenza diventa campione di ping pong , e poi, per una serie di eventi casuali si arricchisce, ma tutto questo è irrilevante per Forrest che pensa sempre e solo a Jenny.
    Alla fine i due si ritroveranno, vivendo una insolita, e troppo breve, storia d'amore che però lascerà un 'segno' pemanente nella vita di Forrest.
    In questo film,vengono fuori numerose tematiche,discusse durante il corso come,la disabilità stessa la quale fa da cornice,alla descrizione del personaggio,una disabilità che però si rivelerà punto di forza,di Forest il quale riesce ad amare la vita,per come gli è stata data,uomo da ammirare che ci fa ricordare anche la "Atzori,la quale anch'essa,riesce ad accettarsi per come è.
    Cosa che ritengo importante,di questo film è il fatto che Forest,dato il suo scarso quoziente intellettivo, la madre dovrà convincere il preside ad ammetterlo in una scuola pubblica.
    Quando arriverà il momento del pullman scolastico, incontrerà Jenny, l'unica bambina che gli cederà il posto.
    Ma un giorno accadrà il miracolo: mentre Forrest fa la solita passeggiata con Jenny, viene inseguito da un gruppo di bulletti della scuola elementare con delle biciclette; mentre corre l'apparecchio si rompe magicamente in mille pezzi.
    Vedendo come corre Forrest, un capitano lo prende come membro della squadra di futbal.
    Parte ricca di significato,che ci fà capire a tutti noi,che tutto è possibile basta volerlo,vedere come il ragazzo si libera improvvisamente,di quell'insolita armatura posseduta,è davvero emozionante....!!!!


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    Messaggio  claudia.moreno Mer Apr 27, 2011 10:11 pm

    I due film che inserisco sono:"Temple Grandin: Una donna straordinaria" e "Men of Honor" il primo film tratta dell'autismo:"Temple Grandin dipinge un quadro sulla perseveranza e la determinazione di una giovane donna, che lotta contro le sfide dell'isolamento causato dall'autismo in un'epoca in cui il disturbo era ancora sconosciuto. Il film è la cronaca della prima diagnosi di Temple; la sua crescita e il suo sviluppo tanto turbolenti durante gli anni della scuola; il supporto costante ricevuto dalla madre, dalla zia e dall'insegnate di scienze; è la rivincita di una donna dotata di sensibilita e comprensione innate per il comportamento degli animali. Mai intimidita dall'insegnamento scolastico, dagli ostacoli sociali e professionali, Grandin trasforma il suo unico talento in uno strumento comportamentale, che ha rivoluzionato l'industria del bestiame e getta le fondamenta della sua straordinaria carriera di autrice, insegnante e pionieristica sostenitrice in difesa dell'autismo e dell'educazione sui disturbi dello spettro dell'autismo"
    "Una storia vera per il cinema. Stati Uniti. Anni Cinquanta. Carl Brashear promette a suo padre che entrerà nella Marina. Ma quando si arruola ha tre possibilità: fare il cuoco, l'attendente oppure rinunciare. Carl è un nero che non molla nonostante il razzismo più o meno celato. Dopo aver atteso due anni e aver inviato un centinaio di lettere viene accolto alla scuola di sub. Il suo istruttore, Billy Sunday, fa di tutto per farlo desistere dal suo proposito ma non ci riesce. I due si incontreranno nuovamente dopo qualche anno. Carl è ora invalido e Sunday è al suo fianco in una nuova lotta: quella contro la burocrazia. Film biografico con forti iniezioni di fiction quello che racconta le vicende del primo sommozzatore afroamericano nella storia della Marina degli Stati Uniti. Con due star pronte al confronto e con il pubblico che si dividerà in due schieramenti nettamente distinti. Chi ama i film 'di una volta' ricchi di conflitti ma pacificati da sani e virili sentimenti (il tutto detto senza ironia) apprezzerà il lavoro di George Tillman Jr. Chi ritiene questo un tipo di cinema da mettere in soffitta farà meglio a recarsi altrove."

    Il primo film tratta dell'autismo:L'autismo è una malattia che riguarda il disturbo neurologico che impedisce lo sviluppo totale del cervello.
    La persona autistica ha difficoltà a relazionarsi con la società e nel comunicare con gli altri.
    L'autismo è quindi una disabilità che comporta danni nel linguaggio,nel comportamento appunto come abbiamo potuto notare nel film.

    Il secondo film tratta di disabilità,ovvero qualsiasi restrizione o carenza della capacità di svolgere una attività nei modi e nei limiti ritenuti normali per un essere umano ossia l'incapacità di svolgere determinate funzioni e di assolvere particolari compiti nel modo e nell'ampiezza considerati normali per un'individuo

    Maria Grazia Ferri
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Maria Grazia Ferri Mer Apr 27, 2011 10:20 pm

    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 9 Basta10

    Basta guardare il cielo è la storia divertente e avventurosa di due ragazzi che, ispirati dalle avvincenti vicende di Re Artù e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda, danno inizio a un viaggio alla ricerca della grandezza del bene, per scoprire alla fine il più grande tesoro che ci sia: l’amicizia.
    Tutto ha inizio quando il giovane Kevin e sua madre si trasferiscono nella casa accanto a quella di Max e dei suoi nonni.
    Kevin è piccolo, magro, affetto da una patologia che lo costringe a portare i tutori alle gambe. In compenso ha un cervello straordinario e trascorre tutto il suo tempo a leggere libri complessi o a inventare originali congegni meccanici. Kevin, senza padre, ha una madre che lo ama moltissimo, ma molto pprensiva e che, per paura che le sue condizioni fisiche possano peggiorare, a volte gli impedisce di condurre una vita “normale” come i suoi compagni.
    Il tredicenne Max invece è un ragazzo grande e grosso, ma che pare avere un cervello “piccolo, piccolo”. A scuola è lento, fatica ad apprendere qualsiasi nozione e viene considerato perciò un “ritardato”. Ha poco coraggio e non riesce mai a reagire quando i compagni lo prendono in giro. Quotidianamente è vittima di soprusi e scherzi di cattivo gusto. Quando qualcuno combina qualche guaio, lui è il capro espiatorio preferito. Anche Max ha una condizione familiare difficile: la madre è morta e il padre è rinchiuso in carcere con l’accusa di aver ucciso la donna ed è considerato da tutti, compreso i nonni e Max, un uomo pericoloso e violento.
    Per tutta la loro vita Kevin e Max sono stati degli esclusi. Per la gente del posto sono “Frankenstein e Igor” e ogni occasione è buona per deriderli, prendersi gioco di loro o, peggio ancora, per metterli in seria difficoltà. I compagni di scuola, uniti nella classica banda dei “bulli”, cercano sempre di far cadere Kevin, ne sottolineano le menomazioni fisiche, lo chiamano “storpio” e lo escludono da ogni gioco. Insultano Max con frasi offensive: “maialino, maialino, tu sei figlio dell’assassino” oppure “scimmione con le cuffie” e sembrano godere della sua sottomissione passiva. Anche gli adulti che gravitano attorno al loro mondo, fatta eccezione per la mamma di Kevin e per i nonni di Max, sembrano disinteressarsi ai due ragazzi o, comunque, non ripongono in essi nessuna stima né fiducia. Ma quando Max e Kevin si conoscono, le loro esistenze però cambiano radicalmente. Dopo un iniziale momento di diffidenza, l’esile “Einstein” colpisce l’attenzione e la curiosità di Max, conquista la sua fiducia e i due iniziano a frequentarsi. Kevin aiuta molto Max nello studio e cerca di appassionarlo alla lettura, facendolo viaggiare con l’immaginazione nel mondo fantastico di Re Artù. E Max aiuta molto Kevin caricandolo sulle spalle e portandolo in giro per la città, esaudendo tutti i suoi desideri di scoperta e conoscenza.
    “Tu hai bisogno di un cervello e io di un paio di gambe, insieme formiamo una persona perfetta” ripete più volte Kevin e con questa consapevolezza sempre presente, i due si avventurano alla scoperta del mondo.
    Ogni volta che i due si uniscono, con il piccolo Kevin arrampicato sulle spalle del gigante Max, formano un unico coraggioso guerriero. Insieme questa combinazione senza paura si tufferà in mille avventure: riparare ai torti subiti, uccidere i draghi e salvare le damigelle in pericolo in un regno crudele e pieno di forze oscure come la loro città…
    Un’avventura un po’ più rischiosa delle altre provocherà però a Kevin dei seri problemi fisici che lo porteranno a lasciare il mondo terreno, ma non quello di Max che continuerà a vivere nel suo ricordo, rafforzato dagli insegnamenti ricevuti e capace di ritrovare immaginazione, coraggio di vivere e profonda consonanza amicale anche semplicemente alzando gli occhi al cielo…

    Quando si è in qualche modo considerati “diversi’ e quindi, automaticamente, esclusi, avere un amico ed essere forti e coraggiosi sono i due ingredienti indispensabili per riuscire a crescere. Questi sono i messaggi centrali di Basta guardare il cielo e questo quanto ci insegna Max che, con la sua voce fuori campo, ci guida nella visione del film suddiviso in sette capitoli, proprio come il libro che egli sta scrivendo per raccontare a tutti la storia di un’amicizia veramente unica.
    L’aspetto forse più interessante del film infatti è proprio il modo in cui il regista mostra quanto sia importante avere un amico e quanto, occupandosi l’uno dell’altro, sia possibile fare della propria vita un’esperienza davvero speciale, soprattutto quando il resto del mondo sembra essere “assente” e non avere alcun rispetto…
    Kevin dà a Max la sua voce, le sue capacità cognitive, la voglia di fantasticare, di viaggiare con l’immaginazione e di lasciarsi trasportare in “altri universi” dai personaggi dei libri.
    Max dà a Kevin la possibilità di muoversi, di viaggiare realmente nello spazio, di giocare a basket, di correre e di vedere dal vivo i fuochi d’artificio che fino ad allora erano solo il frutto della sua immaginazione. I due protagonisti mostrano cioè un ottimo esempio di un rapporto fatto di fiducia, attenzione, complicità, reciprocità, indispensabile ad entrambi per riuscire a crescere, a sconfiggere le paure e a sentirsi meno soli. E dunque proprio la rappresentazione dell’amicizia quale relazione fatta di “dare e ricevere” e la valorizzazione dell’unione per combattere le prepotenze, possono porsi come soluzione per affrontare i classici problemi adolescenziali quali il bullismo, l’esclusione di un individuo dal gruppo e i pregiudizi.
    Ma il film è anche una storia che ci aiuta a riflettere sull’importanza di maturare dentro di noi un buon livello di autostima e di fiducia nelle proprie possibilità, per superare ostacoli e risolvere i problemi che sono alle porte dell’esistenza di ognuno.
    Nel film, infine, risalta molto anche l’immaginazione come un elemento speciale dell’essere umano che non può essere annientato e che sopravvive anche nelle condizioni più difficili. I protagonisti Kevin e Max provano proprio questo: l’immaginazione diventa la loro arma, il loro mezzo di sopravvivenza per sopportare gli abusi e per uscire dall’ambiente duro e deprimente in cui vivono.
    "Basta guardare il cielo" , dunque, è uno di quei bellissimi film che lascia il segno, e che ti fa riflettere e commuovere lasciandoti facilmente trasportare dalle sue parole e dal suo profondo significato perché, è in grado di riportare alla luce nobili valori e sentimenti autentici che oggi non si trovano più...

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