Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    Marialda D'Auria


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    15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio) - Pagina 10 Empty Re: 15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Marialda D'Auria Dom Mag 08, 2011 6:20 pm

    Durante questo corso ho vissuto molte emozioni; ognuna è stata per me significativa, ma dopo il racconto di Adele ho avuto una visione più chiara delle difficoltà che persone come lei devono affrontare ogni giorno. Adele è affetta da poliomielite cioè un virus che colpisce il muscolo ed è costretta a camminare su una sedia elettrica. E' una signora molto timida ha lottato con se stessa per stare nel mondo, nel mondo dei cosiddetti "sani". A tal proposito non si accetta perchè la società non l'accetta ma convive con la sua malattia perchè rifiuta il pietismo, non ama chiedere e cerca di essere indipendente anche in casa si arrangia però per molte cose ha bisogno di un aiuto come per esempio andare aprendere un caffè o il borsellino dalla borsa. Durante il suo racconto ci ripeteva spesso che volere è potere nella vita perchè a lei non piace dire non ce la faccio tant'è vero che suo padre la chiamava IL PERICOLO IN UN MESTIERE. Data questa sua limitazione ci disse che quello che pensiamo possiamo fare e non abbiamo bisogno di nulla e infatti ci ha consigliato di non farci problemi inutili e che bisogna avere un carattere forte in quanto piangere è inutile ribellarci è inutile e piangere davanti ad un amico significherebbe allontanarlo. Una frase che più delle altre mi ha colpita è stata: SIATE SEMPLICI, SIATE UMANI, SIATE VOI STESSI SENZA PAURA DI.... Un'altra frase: NON VI APPOGGIATE AGLI ALTRI, PERCHE' GLI ALTRI UN SOFFIO E VANNO VIA E SE VI APPOGGIATE AGLI ALTRI NON SIETE VOI STESSI. Adele ci racconta che è difficile affrontare la giornata perchè ci sono mille ostacoli: i pullmann per disabili sono pochi, solo 20, con aria condizionata non funzionante e nonostante tutto è raro trovare un pullmann adeguato che ti faccia accedere al viaggio che dovrai affrontare. Questo suo racconto mi fa venire in mente l'esperimento dell'orologio, descritto in un commento precedente, che consisteva nel raccontare la nostra giornata standard e confrontarla con quella di una persona diversamente abile. Rosaria, la volontaria che accompagna Adele, ci dice: QUANTO SIAMO FORTUNATI E NON CE NE RENDIAMO CONTO. L'esperienza raccontata da Adele mi ha fatto toccare con mano la dura realtà di persone divesramente abili e riflettendo mi redo conto di quanto io sia fortunata ad essere indipendente in quanto qualsiasi cosa voglia fare la faccio senza l'aiuto di nessuno come ci diceva Adele. Cocludo con un ringraziamento speciale ad Adele per essersi raccontata in modo così splendido.
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    15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio) - Pagina 10 Empty Re: 15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Ioffredo Veronica Dom Mag 08, 2011 6:44 pm

    Molto significativo ma soprattutto toccante è stato l'intervento di Adele, una donna che affetta da poliomielite, una malattia virale che colpisce i muscoli, è costretta su una carrozzella per potersi spostare, testimonial di quanto può essere dura la vita quando si ha un deficit.
    Per farci capire meglio il tutto la prof.ssa le ha proposto di raccontarci una sua giornata tipo, evidenziando in particolar modo gli ostacoli che incontra, proprio come abbiamo fatto noi con l'esercizio dell'orologio ed ancora una volta ho preso coscienza delle tante ed insormontabili barriere architettoniche che complicano una vita già di per sé complicata e di quanto, possa essere umiliante e frustante dover chiedere aiuto ad altre persone.

    Adele, nel raccontare se stessa testimoniava grande tenacia paragonabile a quella di pochi, dalle sue parole traspariva la sua volontà di imporsi come soggetto attivo e non diverso, denunciando nel contempo la stessa società che la circonda e che le dimostra quotidianamente di essere diversa; significative queste sue parole: “Io non mi accetto perché la società non mi accetta”.
    Il nostro ruolo è anche quello di arginare quel comportamento superficiale che spesso ci caratterizza; andare oltre l’apparenza, scavare in fondo alla superficie, aprire la copertina di un libro per leggerne il contenuto, conoscere una persona indipendentemente dall'aspetto, per concepire un individuo nel modo giusto, come dice la stessa Murdaca “non si deve definire nessuno per sottrazione”. Lei stessa mira alla ricostruzione di una nuova cultura della disabilità, alla rimozione del termine integrazione, alla comprensione delle reali condizioni di vita della persona.

    La battaglia di Adele è volta in fondo alla conquista dell’autonomia, quell’innata funzione di qualsiasi forma vivente, ove il genere umano, quel più grande frutto del processo evolutivo intelligente non può esserne privato in alcun modo. Solo il fatto che occorra battersi per l’eliminazione di certi ostacoli all’autonomia personale e dover combattere contro una società che ha visto l’uomo uscire dal suo mondo proprio e mettere piede sulla Luna, è un passo indietro rispetto alla stessa evoluzione della specie.

    Più vado avanti e più mi convinco: conquistata l’autonomia, raggiunta l’indipendenza, e alla fine, quando finalmente chi prima guardava dall’alto in basso, poi guarderà negli occhi, si capirà quanto può essere stato difficile vivere ma allo stesso tempo quanto sia valsa la pena essere vissuti.
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    15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio) - Pagina 10 Empty 15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE

    Messaggio  Carmela Carbone Dom Mag 08, 2011 7:15 pm

    Lunedì durante il corso della professoressa Briganti per la prima volta, almeno per quanto mi riguarda, mi sono confrontata in modo diretto con una persona disabile: Adele. In tutta la mia vita non avevo mai parlato e affrontato così da vicino i problemi quotidiani che una persona disabile si trova d'avanti nel corso della sua vita. E' stata la lezione che più mi ha colpita e non nego che in certi momenti in aula ho dovuto trattenere le lacrime. Adele, costretta a stare sulla sedia a rotelle a causa di una malattia: la poliomielite, ci ha raccontato la sua giornata tipo. La sua testimonianza è stata veramente molto forte e in particolar modo molto toccanti sono state le sua parole, i suoi pensieri. "Non mi accetto, perché la società non mi accetta, non sono integrata, perché gli altri non mi integrano. Non mi sono accettata, convivo, sono abituata!" Queste sue parole hanno scosso molto la mia coscienza e mi hanno fatto capire, o almeno immaginare come si possa sentire, come possa vivere una persona disabile. Come ogni giorno, noi così detti sani (così ci chiama Adele) sbagliamo nei nostri comportamenti, nei nostri atteggiamenti e purtroppo anche nei nostri pensieri. "Amate il prossimo così come amate voi stessi" questo è il suo insegnamento. Insegnamento che purtroppo spesso nella nostra società è assente. Una società che deve essere educata alla pienezza della vita, alla solidarietà, all'amore e al rispetto reciproco. Adele intende precisare un aspetto molto importante l'uguaglianza, "noi siamo uguali a voi, niente pietismo...siate semplici, umani, voi stessi, non avete paura di...!" Non bisogna trattare queste persone come diverse, perché così finiremo solo per aumentare l'esclusione e l'emarginazione. Secondo me il modo più giusto è la semplicità, un semplice sorriso o un banale ciao per approcciarsi a loro è la cosa migliore. Così come ci insegna Rosaria l'amica di Adele. Il racconto del loro incontro è stato molto bello. Mi ha colpita molto quando Rosaria ha detto che nel momento del primo incontro con Adele, sul treno bianco per Lourdes, dopo l'iniziale sgarbatezza e anche un pò arroganza di Adele, ha pensato che proprio in quel contesto, mentre andava dalla Signora bella, così lei chiama la Madonna, non poteva non dare un'altra opportunità a quella donna un pò antipatica. E così ritornò indietro a da lì che è iniziata la loro amicizia, da ben 11 anni. Io sono molto cattolica e infatti queste parole mi hanno toccata molto, ho capito come anche la Fede giochi un ruolo fondamentale per queste perone, per la loro forza. Infatti è stata proprio Adele a dire che la forza la devi trovare dentro di te e nel Signore. Lei purtroppo è soggetta agli altri per vivere la sua vita. Anche se vuole scendere per una semplice passeggiata. Guarda il meteo per vedere se sarà buon tempo così poi da poter scendere da sola, "perché lei è single su tutto", così si definisce. E' bella e ammirabile la sua forza di rendersi indipendente, di fare o almeno di cercare di fare da sola. Quale miglior esempio per uno dei temi da noi studiati in questo corso: la resilienza. Nonostante però mille difficoltà e problemi la vita di queste persone è arricchita, oltre che dalla famiglia, da persone magnifiche come Rosaria, che non poteva dire parole migliori per far capire l'importanza che Adele ha per lei nella sua vita :"quando c'è il sole, c'è Adele"!
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    15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio) - Pagina 10 Empty incontro con Adele

    Messaggio  alessia cicala* Dom Mag 08, 2011 7:58 pm

    L’incontro di oggi con Adele è stato molto forte ed emozionante. Nonostante riuscissi a sentir poco la sua voce, a causa di un mal funzionamento dell’audio, sono riuscita a cogliere la grande rabbia, il dolore e il rifiuto della propria condizione, di convivenza forzata con il suo disagio e con difficoltà, dimostrata ad esempio dal fatto che all’inizio della sua malattia, nascondeva la carrozzella sotto al letto, all’arrivo delle cugine, perché ne aveva vergogna. Ma con il passare del tempo, anche grazie al suo carattere forte e con il supporto di famiglia e amici a trovare quella forza di andare avanti.
    Le abbiamo chiesto di raccontarci una sua giornata tipo, facendo così l’esercizio dell’orologio, simile a quella fatto nelle lezioni scorse da noi. La prima cosa che mi ha colpito è stata relativa al fatto che la sua possibilità di uscire di casa fosse determinata dal tempo atmosferico, in quanto ha la possibilità di uscire a meno che non piova ed inoltre la può spostarsi grazie all’utilizzo di una carrozzella elettrica, che ha solo 6 ore di autonomia. E’ costretta inoltre a seguire percorsi pericolosi, spesso alternativi, perché in genere riscontra parecchi ostacoli. Le barriere architettoniche che incontra più di frequente sono relative agli autobus, privi di pedane per far salire le carrozzelle, oppure l’accesso ai marciapiedi spesso le è negato, in quanti gli appositi sali scendi sono chiusi dalla presenza di auto e motorini in sosta.
    Altra cosa che mi ha colpito, è stata la risposta di Adele a come la gente dovrebbe comportarsi dei suoi confronti. Secondo lei, le persone non devono guardarla provando pena, ma potrebbero salutarla o chiederle se ha bisogno di qualcosa, per riconoscere la sua presenza, ma soprattutto riconoscere che è una persona come tutte le altre, con la quale si può chiacchierare aspettando l’ascensore( come le è capitato oggi), ma ch è una cosa che accade sporadicamente.
    Tale incontro, credo che sia stato utile per noi, perché ci ha sensibilizzato ancora una volta al rispetto delle persone con disabilità, nel senso che, bisogna porre attenzione in prima persona al rispetto di quelle strutture organizzate per loro, evitando di riprodurre una barriere alle quali un comune o uno stato ha
    Provveduto, per ovviare ad una loro difficoltà, cercando così di renderli cittadini a pieno titolo, come tutte le altre persone. Mi riferisco in particolare ad evitare di parcheggiare ad esempio l’automobile sulle strisce pedonali, o davanti a un Sali scendi o, come spesso mi capita di vedere, su un posto riservato a i disabili. Si tratta quindi di avere un minimo di scrupolo nei confronti di queste persone, tenendo conto, che mentre per noi alcune azioni ci appaiono privi di difficoltà, a loro accade l’esatto opposto, a partire dalla possibilità di frequentare un corso all’università o andare a mangiare un gelato con gli amici. Perciò credo che la cosa importante da fare sarebbe quella di organizzare campagne che sensibilizzino la gente comune a compiere piccoli gesti, nel rispetto di persone con disabilità.
    In conclusione posso dire che dalla storia travagliata di questa giovane donna forte e coraggiosa, rappresenta un grande esempio di resilienza, in quanto Adele è alla continua ricerca di autonomia, infatti
    se si trova dinnanzi ad una difficoltà prima di dire << non ce la faccio >>, ci prova e ci riprova, cercando di non fermarsi mai davanti ad un ostacolo.
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    Messaggio  alessia cicala* Dom Mag 08, 2011 8:04 pm

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    Messaggio  carmen viscovo Dom Mag 08, 2011 8:12 pm

    Il 2 maggio la Prof.ha invitato una sua amica "Adele"donna affetta da poliomelite(malattia che colpisce i muscoli)costretta a stare su una carrozzina elettrica.La testimonianza di Adele è stata molto forte,ci ha permesso di riflettere su noi stessi,su quanto siamo superficiali nel trattare queste persone disabili,quanto possiamo ferirli senza neanke accorgercene,quanto possiamo contribuire alla loro"non accettazione".Adele nonostante la sua emozione e le sue difficoltà nell'arrivare da noi,ci ha raccontato di lei,dei suoi disagi,delle continue barriere architettoniche che deve superare ogni giorno...per esempio ci ha detto che nel suo palazzo non c'è 1 ascensore molto ampio per far entrare la sua carrozzina ,che per strada non può utilizzare gli scivoli dei marciapiedi perchè sono paecheggiati motorini e automobili.Toccanti sono state le sue parole"Io non mi accetto perchè la società non mi accetta,io convivo con la mia disabilità,cerco di affrontare le mie paure,cerco di provare,faccio sempre continui tentativi e solo nel momento in cui non riesco ammetto di non farcela".Adele odia il pietismo,cerca di essere sempre autonoma e indipendente e ci invoglia a non arrenderci subito a non abbatterci,ad affrontare la realtà,a non affidarci sempre a qualcuno perchè come lei afferma "gli altri...un soffio e vanno via".Importante è stata anche la presenza di Rosaria,volontaria e amica di Adele da 11 anni,la quale ci ha trasmesso tutta la sua sensibilità e il suo grande amore per il prossimo.
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    Messaggio  silvia Dom Mag 08, 2011 8:20 pm

    Inizio questo mio commento esprimendo la difficoltà che ho avuto nel commentare la testimonianza di Adele...e questo non di certo perchè non mi abbia colpita, anzi tutt'altro...il fatto è che ho trovato le sue parole così incisive e significative, così piene e dirompenti che...davvero mi sembra quasi di sciuparle aggiungendo le mie parole alle sue...
    Quando è entrata in aula ho percepito immediatamente il suo disagio e la fatica di rompere il ghiaccio, di raccontare, spiegare se stessa ad un gruppo di studentesse che con i loro studi stanno cercando di capire meglio come si sente, come vive, come aiutare chi ha una disabilità, con tanto impegno e dedizione, ma pur sempre dall'esterno, dal punto di vista privilegiato di chi è normodato.... Mi sono chiesta come mi sarei sentita io nella stessa situazione , forse avrei pensato “ma cosa ne sapete voi” oppure “non potete capire”....una frase questa che spesso ripetiamo all'amico per le più futili situazioni...quante volte avrò detto a qualcuno “non puoi capire come mi sento”...e Adele? Adele cosa dovrebbe dire allora? E invece era lì a spiegarci, a raccontarci la sua esperienza, con forza e dignità, con impeto, a tratti con rabbia perchè “come potete lamentarvi dei capelli lisci o ricci” o “buttarvi giù e cadere in depressione per un fidanzato che non vi vuole”...quanto impeto, nelle sue parole ho sentito davvero il desiderio di scuoterci e credo che le sue parole insieme a tante altre esperienze fatte durante questo corso, hanno il valore aggiunto e immenso di contribuire a far si che le persone abbiano occasione di riflettere e di cambiare pensiero, di rapportarsi in maniera diversa al mondo della disabilità e di tutto ciò che è considerato diverso...e sono certa che la sua testimonianza contribuirà a creare una diversa sensibilità almeno in noi che l'abbiamo ascoltata....e quando la Murdaca ci parla della necessità di una nuova cultura della disabilità, credo che bisogna interiorizzare questo concetto, farlo proprio e tener presente che una nuova cultura parte dai singoli, da ciascuno di noi, dunque e dalla nostra sensibilità...concetto questo che è stato più volte sottolineato da Adele.
    Non deve essere stata cosa facile parlare di se e spiegare che non si accetta “perché la società non l'accetta”, non deve essere stata cosa facile spiegare questo a noi che “siamo libere di muoverci come vogliamo”, noi che “quello che pensiamo di voler fare quello facciamo”, noi che in qualche modo rappresentiamo questa società che non accetta...magari non noi singolarmente, ma noi in quanto parte di quella società “normale” che non la vede all'ascensore, che non le consente di usare un semplice autobus per venire nella nostra facoltà, che le fa affermare “ a volte è proprio come se non esistessi per gli altri, passano oltre ed è come se non mi vedessero”, che la tratta con quel pietismo che “le fa sentire ancor più il peso della sua condizione”. Come evidenziato nel testo Nozioni (pag 19) è una tendenza diffusa quella di assumere nei confronti della persona con disabilità un atteggiamento ed uno sguardo di pietismo che tuttavia trasforma il deficit di quella determinata persona in una vera e propria etichetta: "non si dovrebbe definire nessuno per sottrazione", è proprio ciò che facciamo quando etichettiamo, evidenziando la carenza, tuttavia non è questa che contraddistingue una persona, bensì la sua capacità di sentire, di fare, di agire e di pensare nell'unico suo modo specifico e pesonale. E sul pietismo, su quell'atteggiamento di commiserazione che ci fa affermare “poverino”, che etichetta e che ha alimentato per anni la logica dell'assistenzialismo, Adele si esprime senza mezzi termini: è qualcosa di non sopportabile che acuisce il peso della condizione di chi è in difficoltà, le persone non vanno aiutate con il “poverino” ma con sensibilità perchè “noi siamo uguali a voi anche se non si vede”...ed è per questo che ci ha lasciato con una esortazione bellissima: “siate semplici, siate umani, siate voi stessi, senza paura di.....senza paura di!” Una lezione di vita! Ed è questa pienezza di sé, che traspare non solo dalle sue parole ma soprattutto dal modo in cui le ha comunicate, e che è alla base del suo orologio, dunque delle sue giornate...la forza interiore caparbiemente rafforzata ricercata nella fede e negli affetti, la testardaggine, la voglia di provare tutto e non arrendersi, la voglia di indipendenza e di combattere ciò che non va, anche testimoniando la sua esperienza e scuotendo le coscienze di chi questi problemi non li vive, ancora un altro esempio altissimo di resilienza che ci aiuta ancor più a capire che questa può manifestarsi nei modi più svariati, ognuno ha la sua propria personale modalità di agirla.
    Noi” e “voi”...nella sua testimonianza ha usato molto spesso questo binomio....e questa è la cosa che più mi ha colpita e che mi ha fatto uscire dall'aula certa di non voler essere quel “voi” che ha descritto così bene Adele e le sue parole, il suo semplice ripercorre la sua giornata, mi hanno fatto pensare a quanto sia semplice escludere, troppo semplice, così tanto che spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto...e penso che sue le parole mi siano servite a tenere sempre alta l'attenzione su me stessa, su come agisco, su cosa accade attorno a me, su cosa potrei fare per migliorare le cose...
    Mi sono indignata sentendo che all'ascensore c'erano persone che neanche si erano accorte della sua presenza....mi sono indignata, ma poi mi sono chiesta se sono così sicura di non averlo mai fatto anch'io? Non per cattiveria, certo, ma peggio per distrazione, per fretta, disattenzione, per cecità...quello che voglio dire è che dobbiamo stare attenti perchè l'esclusione o l'inclusione non sono cose astratte ma si costruiscono anche e soprattutto con semplici gesti agiti...un po' come Rosaria che nel suo primo incontro con Adele è passata oltre...ma la sua forza è stato chiedersi cosa sto facendo? E proprio l'interrogarsi ha fatto si che tornasse indietro e cambiasse atteggiamento...il seguito lo conosciamo, è la bellissima storia di amicizia che ci hanno raccontato, basata su un rapporto schietto e sincero ma soprattutto “normale”, Rosaria si rapporta ad Adele in maniera normale, cogliendo il suo essere persona a 360°, e non identificandola con il suo deficit. Rosaria non vede di Adele il suo deficit, ma l'interezza e l'unicità del suo essere persona, non l'ha etichettata ma l'ha guardata e chiamata per nome. Rosaria ci dimostra come la conoscenza è la strada per combattere il pregiudizio che al contrario si basa proprio su considerazioni aprioristiche e prive di fondamenti razionali, frutto di una conoscenza non approfondita e non reale. E' un processo spesso attivato dalla maggioranza-normalità che facilmente porta alla categorizzazione, ossia alla collocazione di certe persone in determinate categorie che fanno perdere di vista la loro interezza.
    Ma dov' che la società non accetta Adele?
    Adele, colpita dal virus della poliomelite nei primi anni di vita, ha avuto una paralisi del lato destro e conseguentemente ha un deficit motorio sia agli arti inferiori che ad un braccio, oggi riesce a muoversi grazie ad un ausilio, ossia ad un'apparecchiatura, quale una sedia a rotelle con un'autonomia di circa 6 ore, che aiuta una persona con deficit a ridurre l' handicap di non potersi muovere autonomamente (Nozioni pag.21); in casa non ha particolari difficoltà: il proprio spazio si modifica, si adatta ed oggi con l'affermarsi della domotica, ossia di quella scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti atropizzati (wikipedia), le nuove tecnologie hanno permesso di costruire spazi domestici sempre più adeguati alle esigenze delle più svariate disabilità (Domotica per disabili: https://www.youtube.com/watch?v=wBGhpZ0nvnA&NR=1).
    Dunque non è dentro le mura domestiche il maggiore problema, la difficoltà come ha ben evidenziato Adele è fuori...”non dovreste chiedermi come è fatta la mia casa, ma cosa incontro fuori!”...fuori ci sono le principali difficoltà di Adele, c'è quella società che non le consente di accettarsi perchè non l'accetta...ci sono le barriere architettoniche di cui abbiamo già parlato, ma anche le barriere fisiche e culturali. Lascioli nel testo “Handicap e pregiudizio” afferma che l'handicap si esprime con atteggiamenti individuali e collettivi di emarginazione ed esclusione nei confronti dei diversi. Secondo lui pregiudizi e stereotipi farebbero dell'handicap qualcosa che serve per racchiudere i diversi in una sorta di cerchio chiuso, in uno scarto di umanità (Nozioni-pag.22), dunque la società non accetta Adele anche attraverso atteggiamenti, azioni quali quelle di chi blocca lo scivolo o di chi non vuole l'ascensore idoneo nel proprio condominio, di chi non vede la persona con disabilità in una dimensione olistica, ma solo la malattia, perdendo di vista l'intero da cui è essa è tratta. Mancanza di comprensione, mancanza di civiltà ma ancor prima di sensibilità umana, mancanza di empatia, di quella fondamentale capacità di compenetrarci nella situazione di chi ci è di fronte.....ecco di nuovo la sensibilità...è questa che manca prima di ogni altra cosa, da questa discende il resto...ed è per questo che ciò che è necessario non sono tanto leggi nuove (sulle quali per altro l'Italia è all'avanguardia) ma piuttosto una nuova mentalità...ed è questo che ognuno di noi può fare nel suo piccolo...”sii tu stesso il cambiamento che vuoi vedere nel mondo ripeteva spesso Gandhi, proprio a sottolineare che ognuno nel suo piccolo spazio può essere agente di cambiamento.
    La Murdaca evidenzia che “è il contesto sociale a determinare la condizione di handicap, sono gli ostacoli e le barriere fisiche, come quelle mentali e culturali a favorire il processo di esclusione oppure quello di emarginazione”. Ed oggi c'è davvero bisogno di persone che seppur lentamente contribuiscano all'affermazione di una nuova cultura della disabilità che sia “centrata sul riconscimento della persona in evoluzione e colta nella sua dimensione olistica” e ad una nuova rimodulazione del termine integrazione che porti a guardare alla globalità della persona che non può venire scomposta in frazioni(Murdaca). A tal proposito, partendo dal presupposto che per deficit si intende il dato irreversibile mentre l'handicap rappresenta invece la conseguenza del deficit e dipende dal rapporto fra il deficit ed il contesto (l'handicap è sempre tale in relazione ad una situazione sociale e culturale), si può affermare che l'handicap è in primo luogo un fenomeno sociale per cui il deficit non si può ridurre, ma l'handicap si” (Canevaro) ed è su questo aspetto che bisogna lavorare: in altre parole anche nelle situazioni di deficit molto gravi sarà possibile e necessario un intervento pedagogico che abbia come obiettivo l'emancipazione del soggetto, mirando a ridurre l'handicap e a favorirne un percorso di inclusione nel contesto socio-culturale che lo circonda, facilitandone le relazioni, superando l'ottica dell'inserimento propria degli decenni scorsi (legge 118 del 1971) e la logica dell'accudimento; ma ciò è possibile solo se si produce una modificazione sia nel soggetto con deficit sia nel contesto che lo accoglie: l'integrazione è realmente tale se è inter-attiva, se porta alla modificazione di quelle condizioni sociali che impediscono la reale integrazione delle persone con deficit, essa è pertanto un processo continuo, una continua ricerca di strategie, soluzioni e nuove possibilità. Canevaro insiste sulla necessità di un'integrazione fra aspetti tecnici ed aspetti relazionali evidenziando criticamente i più comuni atteggiamenti manifestati nei confronti delle persone con disabilità, sia dalla gente comune sia degli specialisti in materia; tra questi egli punta il dito in particolare su quello della categorizzazione, ossia ridurre l'individuo con deficit al solo deficit, identificandolo con esso, facendogli assumere un'identità di categoria che non ci permette più di riconoscerne l'identità individuale, unica ed originale: la categorizzazione chiude la conoscenza e non lascia spazio per la scoperta del soggetto e dunque per un approccio “normale” fondato sulla globalità del suo essere persona. E solo partendo dalla globalità della persona che si può puntare a costruire una nuova cultura fatta di piccoli cambiamenti, percorsi che si costruiscono un giorno dopo l'altro, un'azione dopo l'altra...se parliamo di integrazione, ma ancor più di inclusione, questa richiede un cambiamento da una parte e dall'altra, in un'ottica che superi quella assistenziale e muova verso una reale inclusione dove “noi” e “voi” non siano realtà opposte e contrapposte distanti anni di luce, ma un'unica realtà fatta semplicemente da persone uniche e diverse tra loro e per queste aventi bisogni diversi rispondendo così appieno all'appello di Adele che chiedeva "non rivolgetevi mai ad una persona con disabilità con pietismo. Sono come voi, anche se non si vede. Anche io mi arrabbio, sono felice, mi innamoro".


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    Messaggio  AntoniettadeGaetano Dom Mag 08, 2011 10:13 pm

    Ho ammirato moltissimo la signora Adele che ha partecipato alla lezione raccontandici dei suoi disagi.
    Per una persona forte e determinata come lei che non vuole suscitare pietà a chi le sta intorno non deve essere stato facile aprirsi a noi e mostrarsi nella sua fragilità.
    Ci ha raccontato di lei,di come nel suo palazzo ha dovuto smuovere mari e monti per far montare una pedana e di come con grande forza d'animo continua la sua vita con l'ausilio della sua Fede e dei suoi amici e parenti.
    Quello che penso è che noi tutti come società dovremmo toglierci dal volto quella finta maschera di buonismo e iniziare a pensare al benessere delle persone disabili anche perchè è facile far finta che queste persone non esistano e dimenticarci così delle loro necessità e dei loro bisogni anche perchè alla cosìdetta "buona società" prendersi cura delle persone con disabilità costerebbe molto,ma non voglio entrare in altre faccende e spero soltanto che quando sarò un'educatrice sarò in grado di aiutare,anche nel mio piccolo, queste persone e di non fare come molti che rivolgono lo sguardo altrove quando vedono una persona con disabilità che ha bisogno d'aiuto.
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    Messaggio  altieri carmela Dom Mag 08, 2011 10:31 pm

    Vorrei ringraziare Adele per questa bellissima lezione di vita...ritornavo a casa e pensavo alla vita di Adele ai suoi disagi,al suo dolore per "l'invisibilità" della sua persona. Noi tutti abbiamo visto una persona meravigliosa,ad un tratto è sparita la carrozzina,ricca di sentimenti e con una dote grandissima... :
    IL CORAGGIO.La determinazione di una donna che nonostante i gravi problemi fisici non si lascia sovrastare mai.
    HO IMPARATO CHE NON ACCETTARE DEI PROBLEMI FISICI NON VUOL DIRE ARRENDERSI MA LOTTARE !Quando Adele è entrata in aula, vi era dopo pochi minuti un silenzio strano...noi che abbiamo sempre tanto da dire e facciamo mille domande...tutto a un tratto ammutoliti,come se il silenzio avesse un ruolo di rispetto ed emozione che ha toccato tutti. Ho in mente ogni singola parola di Adele perchè mi ha lasciato tanto dentro.
    Grazie per questa bellissima esperienza.
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    15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio) - Pagina 10 Empty 2 maggio 2011

    Messaggio  CinziaDeMartino Lun Mag 09, 2011 7:16 am

    L'incontro con Adele è stato sicuramente uno dei momenti più intensi del corso...Anche se è passato un pò di tempo dal giorno di incontro con Adele, per me quel giorno è stato molto particolare, in quanto ascoltando le sue parole, mi ha fatto capire delle molte difficoltà che possono riscontrare le persone disabili ogni giorno, ma queste persone hanno comunque la volontà,la voglia di vivere,di amare e lottare per i propri diritti come tutti noi.Con l'esercizio dell'orologio avevo capito,anche se non vivendolo in prima persona le difficoltà che il disabile incontra giorno per giorno...Ma oggi è stato come se Adele mi avesse dato un assaggio,mi avesse portato nella sua realtà nell'affrontare le sue difficoltà quotidiane,anche il solo attraversare la strada.Adele si è dimostrata una persona coraggiosa e ci ha fatto capire il valore della vita..cos'è davvero importante e per che cosa vale davvero la pena di lottare!Le sue parole mi hanno fatto riflettere su quanto spesso ci la mentiamo per cose veramente futili invece di guardare a chi si trova in situazioni peggiori e non si lamenta come noi....quindi non mi resta che ringraziarLa per la sua testimonianza e per la dolcezza infinita che ha riposto nelle sue parole nel raccontarci la sua vita.
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    Messaggio  111000295 Lun Mag 09, 2011 8:45 am

    l'incontro con adele oggi è stato molto emozionante e per questo ringrazio moltissimo la professoressa che come sempre svolge a meglio le sue lezioni adele ci ha esposto le sue delusioni emozioni stati d'animo ci ha raccontato la sua giornata tipica che non è facile visto che la nostra società gliela rende difficile e la emargina.....mi ha fatto molto male quando ha detto che lei non si riesce ad accettare cosi' come è ora io sono dell'idea di aiutare queste persone veramente con il cuore e non solo con oparole o provando pena e pietà per loro perchè non serve a niente.


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    Messaggio  mario montella Lun Mag 09, 2011 12:31 pm

    Questo corso mi da davvero tanto materiale di riflessione... ogni argomento toccato ci permette di coltivare-sviluppare una maggiore e ben più attenta SENSIBILITA' verso tutte le persone, ma specificamente mi ha permesso di entrare in empatia con temi come disabilità, resilienza..ke devo ammettere fino a ieri superficialmente ignoravo; quindi di entrare in contatto con persone che precedentemente tralasciavo-sottovalutavo-eludevo privandomi inconsapevolmente di un insegnamento continuo quale: l'immensa voglia di vivere, che spesso troviamo immersa nelle loro coscienze, e che trova innumerevoli scogli-ostacoli nel venir fuori, poichè queste stesse persone non si sentono accettate-accolte dalla società. Adele ci ha illuminato su tutto ciò, soprattutto su come le loro difficoltà fisiche si appesantiscano nel momento in cui noi-società non permettiamo loro un'apertura nei nostri confronti, in tal modo costoro si chiuderanno sentendosi emarginati...
    Non dobbiamo permettere ciò, anche se aprirci nei loro confronti talvolta per carattere nostro può non essere facile; ci basti pensare che a volte con un saluto, un sorriso, o una battuta possiamo addirittura rendere più piacevole la loro giornata, quindi forza e coraggio Very Happy
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    Messaggio  chiara.forino Lun Mag 09, 2011 12:50 pm

    Il racconto di Adele è stato emozionante. Magari quando una persona la si osserva dall'esterno, quando se ne parla sui libri, nei film e in altre situazioni indirettamente, non ci si rende conto in modo del tutto cosciente di quanta sofferenza, quanta forza d'animo e quanta volontà di riuscire abbia un diversamente abile.
    Ascoltando le parole di Adele, mi sono resa conto di diversi aspetti e momenti significativi che accompagnano le sue giornate; quando ha detto che non si accetta perchè la società non accetta lei, ecco, questo potrebbe essere un riferimento alle barriere architettoniche; non è giusto che anche salire su un pullman per spostarsi debba risultare complicato.
    Oppure quando afferma di non volere la compassione degli altri;
    questo è un discorso particolare secondo me, infatti noi uomini tendiamo a volte ad invadere la vita degli altri credendo di aiutare, senza capire che magari chi ci sta di fronte non ha bisogno di essere preso in braccio per salire su un pullman, ma vorrebbe una semplice pedana che gli permetta di salirci in modo autonomo.
    Insomma, sono da ammirare queste persone, perchè non si lasciano abbattere da tutto quello che non va; a differenza cercano di trovare alternative valide per vivere la loro vita proprio come tutti.
    Sono molto contenta per tutto quello che mi sta trasmettendo questo laboratorio, esperienze uniche, coinvolgente che ho avuto la fortuna di vivere. Un grazie particolare alla professoressa.
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    Messaggio  Maria Vittoria Ricciola Lun Mag 09, 2011 1:15 pm

    Molte mie colleghe mi hanno detto che questa è stata una delle lezioni più belle ed emozionanti svolte in questo corso...e purtroppo è la prima che ho perso!!!Mi sarebbe piaciuto molto ascoltare la testimonianza di Adele...mi dispiace tantissimo!!!
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    Messaggio  gaetanatartaglione Lun Mag 09, 2011 1:51 pm

    L'incontro con Adele è stato bellissimo, mi sn molto emozionata e dopo ciò sono ancora più convinta di quello che vorrò fare. Riprendendo il nostro esercizio sull'orologio Adele ci ha raccontato di una sua giornata tipo, sostenendo di trovare molte difficoltà, in particolare sui mezzi pubblici, nn trovando gli scivoli essendo costretta a stare su una carrozzina. Anche sui marciapiedi trava difficoltà a muoversi trovando macchine e motorini parcheggiati. Ha sostenuto che all'inizio è stato difficile ma poi ha trovato anche la forza di combattere trovando aiuto dalla famiglia e dalla fede. Mi sono resa conta che ciò che io faccio ogni giorno per lei, e per tutti gli altri, è un ostacolo. Ma tutti questi problemi possono trasformarsi in qualcosa di positivo, in qualcosa utile a tutti ma soprattutto a loro. Persone che amano la vita, nonostante la situazione in cui si trovano, hanno avuto la forza di rialzarsi e di combattere ed è proprio da loro che noi dovremo imparare a nn abbatterci mai, a superare le difficoltà!! E' vero non siamo tutti uguali ma tutti hanno il diritto di essere rispettati, di avere gli stessi diritti e gli stessi doveri!!!!!
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    Messaggio  daniela palumbo Lun Mag 09, 2011 1:58 pm

    volevo ringraziare la prof ke con questo corso ci ha dato modo di avvicinarci alle vita di queste fantastiche persone...come Adele che con le sue parole,la sua grinta ci ha fatto capire tanto!!!io personalmente in questi casi mi sento molto ma molto piccola in queste situazioni,in quanto ci rendiamo conto che abbiamo da imparare tantissimo o forse tutto soprattutto in questo campo... Adele con la sua forza ci ha fatto rendere conto di quanto affrontiamo in maniera superficiale la nostra vita,di quanto ci lasciamo scorrere avanti problemantiche serie che potrebbero insegnarci tantissimo.....ho sentito une sensazionre molto forte nel sentir pronunciare " noi ridiamo ,amiamo ,noi siamo come voi...." ecco qui mi sono sentita piccola come dicevo prima;mi sono resa conto di quanto sia forte questa donna e di come le sue difficoltà siano diventate oggi per lei,la sua voglia di andare sempre piu avanti nonostante le difficoltà che incontra ogni giorno,delle barriere architettoniche,come ci ha esposto....io posso dire che da quando è iniziato questo corso affronto diversamente anche il mio lavoro,prima quando mi capitavano in ospedale bambini con problemi di qualsiasi genere ,min intimidivo particolarmente e nn riuscivo a comunicare molto con loro in quanto percepivano questa sensazione....ma ora con l'aiuto della prof e dei suoi incontri con queste meravigliose persone riesco anche a seguire il consiglio dell'amica di Adele,porgendo loro un sorriso è tutto piu facile,appunto perchè loro percepiscono molte delle nostre sensazioni,con un sorriso trasmettiamo loro tranquillità perchè i fondo è di questo che hanno bisogno......
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    Messaggio  Alessia Iovinelli Lun Mag 09, 2011 2:27 pm

    La testimonianza di Adele mi ha colpito tanto..Già da quando l'ho vista all'inizio arrivare dalla porta in fondo dell'aula Capocelli! Le sue parole mi hanno colpita tanto, un'esperienza così forte e diretta, all'università! Grazie ad Adele e alla docente! Adele ci ha detto che ha parecchi problemi a muoversi in città a causa delle varie barriere architettoniche, a partire dalla macchina, al bus che è raro trovarne uno che sia attrezzato per disabili. La cosa che più la rammaricava era il fatto che lei avesse sempre bisogno di qualcuno per fare qualsiasi cosa, anche la più semplice, e per lei che non ama tanto chiedere agli altri, nel suo limite cerca di essere indipendente perchè NON LE PIACE DIRE "NON CE LA FACCIO" SE NON CI HA PRIMA PROVATO!Del resto si reputa una persona forte, ha fede, ha una famiglia!Ed è in tutto ciò che riesce a trovare tanta forza!Cerca di affrontare le sue paure, ma si reputa sola, non ha madre ma una badante che anche lei ci ha parlato delle sue giornate con adele, o meglio di quanto ora sia davvero legata a lei e di quanto le dia giorno per giorno! Adele ebbe un intervento che la costrinse a rimanere a letto per ben 2 anni..e la sua casa è semplice, normale!
    Mi hanno colpito molto le parole di Adele una persona con una gran forza di vivere, a pensare che spesso anche la piu sciocca delle ipotesi tendo a dire subito NON CE LA FACCIO MI AIUTI?Adele invece no ed è proprio questo l'insegnamento che mi ha dato..Bisogna aver forza, che la si trova solo in ciò che ami, come la famiglia, Dio..e solo provandoci CI RIESCI!
    Adele ci ha messo tempo per accettarsi difronte all'emarginazione a cui tende questa società, ma è grazie a ciò che gli da forza che riesce ad andare avanti..
    E poi...ha concluso...con delle parole bellissime, commoventi di una persona che ha assaportato il significato della vita, della sofferenza...
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    15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio) - Pagina 10 Empty Re: 15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  RobertaCipolletta Lun Mag 09, 2011 2:48 pm

    " Abbiate Il Coraggio Di Superare Gli Ostacoli.. Avete Di Bello L'indipendenza" è questa la citazione con cui voglio iniziare questo mio commento, citazione della Signora Adele che in aula oltre ad un resoconto sulle barriere architettoniche che incontra in tutte le sue giornate.. ha dato una vera e propria lezione di vita. Nel laboratorio dell'orologio, scrissi che il primo problema che riscontrerebbe una persona disabile nel mio condominio sarebbero le scale e l'ascensore troppo stretta... e pensavo che fosse un problema solo del mio palazzo perchè non avendo richiesto nessuna modifica.. nessuno le ha effettuate.. (anche se penso che dovrebbero progettarli per ogni eventuale situazione, indipendentemente dalla presenza di un disabile o meno) la signora Adele invece ha riscontrato questi stessi problemi, e per migliorare la sua situazione, ha dovuto combattere anche con gli altri inquilini perchè non volevano adattare l'ascensore. Sono rimasta scioccata da questa sua testimonianza com'è possibile che le persone se non hanno un problema che riguarda loro.. o qualcuno di loro conoscenza facciano finta di niente..?? un'altra barriera che purtroppo riscontra spesso, sono i marciapiedi che anche se dotati di scivoli, sono sempre occupati da autovetture, questo sempre perchè le persone pensano solo alle loro comodità, e non pensano che mettono in difficoltà persone che come la signora Adele conquistano la loro indipendenza giorno per giorno. Un'altra cosa che ha detto e che mi ha colpito, riguarda il suo passato.. ha raccontato che da piccola nascondeva la carrozzina sotto il letto.. e non usciva perchè non si accettava, ma grazie alla sua forza di volontà è riuscita a reagire, e questa sua forza le ha insegnato che non bisogna mai dire " non c'è la faccio" bisogna sempre provarci per poi dirlo.. ed è per questo che non ama chiedere.. anche se penso che chiedere aiuto non è sintomo di debolezza.. ma dell'esatto contrario ossia di coraggio, ed è proprio questo che mi ha trasmesso.. coraggio, semplicità e umanità, ma un'altra cosa che ho capito.. e questo anche grazie alla signora Rosaria che svolge volontariato.. è che se vogliamo essere d'aiuto a qualcuno in caso di difficoltà.. come accade spesso per la mancanza di scivoli o montascale.. bisogna sempre esordire con un sorriso.. e bisogna sempre partire dal presupposto che non siamo diversi, ma anzi non siamo noi a dare una mano.. ma sono loro a dare qualcosa a noi.
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    Messaggio  turco valentina Lun Mag 09, 2011 5:04 pm

    ascoltare la testimonianza di Adele è stato davvero emozionante per me... ho fatto molta fatica a trattenere le lacrime...
    sentire la sua storia è stato una continua immagginazione di me al suo posto. non poter fare tutte quelle cose, che per noi sono banalissime, non poter realizzare tutti quei piccoli desideri come per esempio camminare con una amica sotto l'ombrello con la pioggia, che per noi talvolta è snervante, per Adele sarebbe la vita.
    mi ha colpito tantissimo il tono molto duro di adele, quasi a mascherare le sue debolezze,, a voler apparire forte ad ogni costo. il suo voler nascondere la sua disabilità da piccola alle sue cugine ci fa capire l'influenza dell'ambiente che la circonda che possono dare conseguenze negative sullo stato di salute. infatti è proprio l'ambiente, le persone che ci circondano a produrre le barriere.
    mi ha commosso tantissimo quando Adele ha detto che "nessuno si accorge di lei".
    Cartelli in "handicap, pregiudizi e stereotipi" utilizza la nozione di handicap come stereotipo sociale: " lo stereotipo è uno spontaneo meccanismo di difesa dall'angoscia, dalla paura derivante dal nostro rifiuto di specchiarci in una immagine non gratificante e lo stereotipo sociale diventa giustificazione razionale della rimozione del problema.
    l'handicap è infatti un fenomeno sociale; l'identità della persona con handicap viene definita in base a due ambiti: 1.il sistema delle opinioni personali, 2.il sistema delle informazioni istituzionali e formali.
    come afferma Murdaca "è proprio il contesto sociale a determinare la condizione di handicap, sono gli ostacoli e le barriere fisiche e quelle mentali e culturali a favorire il processo di esclusione oppure quello di emarginazione".
    per Canevaro il termine handicap rappresenta "la discrepanza tra lo stato del soggetto e le aspettative di efficienza del soggetto stesso e del gruppo di cui egli fa parte."
    Adele è stata per me come un insegnante in quella ora, un'insegnante di vita, di forza, di coraggio.... ho imparato dalle sue parole a dare importanza anche alle più piccole cose, e soprattutto a non fermarci mai davanti a nessun ostacolo...
    GRAZIE ADELE!!!!!!!
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    15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio) - Pagina 10 Empty Re: 15. lab. 2 maggio - Barriere architettoniche: resoconto di ADELE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  turco valentina Lun Mag 09, 2011 5:08 pm

    ascoltare la testimonianza di Adele è stato davvero emozionante per me... ho fatto molta fatica a trattenere le lacrime...
    sentire la sua storia è stato una continua immagginazione di me al suo posto. non poter fare tutte quelle cose, che per noi sono banalissime, non poter realizzare tutti quei piccoli desideri come per esempio camminare con una amica sotto l'ombrello con la pioggia, che per noi talvolta è snervante, per Adele sarebbe la vita.
    mi ha colpito tantissimo il tono molto duro di adele, quasi a mascherare le sue debolezze,, a voler apparire forte ad ogni costo. il suo voler nascondere la sua disabilità da piccola alle sue cugine ci fa capire l'influenza dell'ambiente che la circonda che possono dare conseguenze negative sullo stato di salute. infatti è proprio l'ambiente, le persone che ci circondano a produrre le barriere.
    mi ha commosso tantissimo quando Adele ha detto che "nessuno si accorge di lei".
    Cartelli in "handicap, pregiudizi e stereotipi" utilizza la nozione di handicap come stereotipo sociale: " lo stereotipo è uno spontaneo meccanismo di difesa dall'angoscia, dalla paura derivante dal nostro rifiuto di specchiarci in una immagine non gratificante e lo stereotipo sociale diventa giustificazione razionale della rimozione del problema.
    l'handicap è infatti un fenomeno sociale; l'identità della persona con handicap viene definita in base a due ambiti: 1.il sistema delle opinioni personali, 2.il sistema delle informazioni istituzionali e formali.
    come afferma Murdaca "è proprio il contesto sociale a determinare la condizione di handicap, sono gli ostacoli e le barriere fisiche e quelle mentali e culturali a favorire il processo di esclusione oppure quello di emarginazione".
    per Canevaro il termine handicap rappresenta "la discrepanza tra lo stato del soggetto e le aspettative di efficienza del soggetto stesso e del gruppo di cui egli fa parte."
    Adele è stata per me come un insegnante in quella ora, un'insegnante di vita, di forza, di coraggio.... ho imparato dalle sue parole a dare importanza anche alle più piccole cose, e soprattutto a non fermarci mai davanti a nessun ostacolo...
    GRAZIE ADELE!!!!!!!
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    cristina romano


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    Messaggio  cristina romano Lun Mag 09, 2011 5:59 pm

    Beh cosa dire..anche questa lezione è stata stupenda! Quando facemmo l’esercizio dell’orologio, riflettevo sulle barriere architettoniche che si potevano incontrare, ma aver ascoltato la Sig.ra Adele mi ha veramente fatta riflettere tanto. Ho pensato soprattutto a quando, quasi sempre, i passaggi per le persone in carrozzina sui marciapiedi, sono ostruiti da auto e motorini, e io con molta facilità riesco a divincolarmi, ma come ci ha confermato Adele, lei trova difficoltà. Vedere la sua forza, ma soprattutto le lotte che ha fatto, come nel suo condominio, e che fa, per vivere ogni giorno quanto più possibile autonomamente, mi hanno suscitato grande ammirazione nei suoi confronti. La cosa più importante da capire credo che sia stata detta con chiarezza: non avere sguardi di compassione, ma sorrisi, perché i nostri sorrisi possono fare veramente tanto per queste persone. In un certo senso ho avuto la conferma di quello che pensavo. Spesso mi sono imbattuta in persone in carrozzina, e non ho mai provato compassione, ho sempre cercato di aiutare nel mio piccolo con un sorriso. Dovremmo fare tutti così, perché è bruttissimo sentire da lei che nessuno si accorge della sua presenza, basta un pizzico di umanità per fare tanto.
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    Messaggio  caliendo irene Lun Mag 09, 2011 8:42 pm

    L'incontro con Adele "colpita da bambina da Poliomielite",mi ha lasciato senza dubbio assai emozionata.Le sue parole sono state la testimonianza di una realtà al quanto dura,specie se da affrontare con i disagi che comunque la malattia comporta.Eppure Adele è una donna forte,forte nelle parole e nel suo stesso animo,costretta a lottare per ottenere e ormai abituata a non mollare nelle dure situazioni della vita.Una casa comprata con le dovute accortenze di chi ha una disabilità che comporta notevoli limiti nei movimenti,ma che comunque non l'ha risparmiata da dispute condominiali per avere un semplice scivolo ed un adeguamento degli ascensori!La frase significativa che resta di Adele è " non dite mai non ce la faccio",perchè prima di farlo bisogna testare con mano la reale difficoltà di una cosa.L'integrazione con la società le risulta molto difficile e non di certo per una mancanza di volontà,gli stessi Bus che quotidianamente la accompagnano ad esempio,non sembrano comunque attrezzati a sufficienza per un disabile in carrozzella.Adele ancora oggi dice di non accettare la sua disabilità,ma di conviverci semplicemente.
    Ciò che più mi colpisce di Adele è che oltre ad essere una donna forte e comunque coraggiosa,è una che il coraggio lo trasmette, infatti penso che sia stata lei ad insegnarci qualcosa e non il contrario.
    francesca maria scarpati
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    Messaggio  francesca maria scarpati Lun Mag 09, 2011 8:51 pm

    Da sottolineare che questo forum ha migliorato il mio essere....
    Non sono una persona chiusa ma su certi argomenti sono molto sensibile e non riesco a parlarne liberamente....
    La cosa che particolarmente mi ha segnato,certamente positivamente è la testimonianza di Adele....
    Lei con i suoi handicap è contenta di quello che la vita le ha donato....è contenta di vivere,di gioire,di affrontare le diverse problematiche esistenti nella nostra società...
    Lei non è stanca di vivere,anzi vuole godersi la vita in ogni istante,non vuole perdere un momento....ecco lei AMA VIVERE...
    Mi chiedo perchè noi esseri normali,non facciamo altro che lamentarci,scappare dinanzi alle problematiche,non facciamo altro che nasconderci dietro un muro aspettando che il pericolo sia cessato....
    Adele è una persona che io invidio...ha un ANIMA quella che molte persone compreso me stessa a volte dimentichiamo di avere,perchè siamo troppo legati alle cose materiali,a tutto ciò che ha una forma,a tutto ciò che può risolvere i nostri problemi...
    La speranza,l'amore,la gioia,la dolcezza,aiutare l'altro,accettare il diverso,ecco tutti questi paradigmi sono distanti,anzi lontanissimi da noi che nella vita abbiamo ricevuto in dono tutto....
    Adele come tutti gli altri che hanno degli handicap hanno dei sentimenti anzi ne hanno più di noi....esseri normali....
    Le difficolta che si ritrovano ad affrontare loro noi non saremo minimamente capaci di affrontarle...sono troppo grandi....basterebbe un attimo per ritrovarci a letto senza voler vivere più....
    Queste sono le caratteristiche che rendono queste persone più che speciali....UNICHE...
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    silviarippa


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    Messaggio  silviarippa Lun Mag 09, 2011 8:58 pm

    In aula oggi rifacendoci alla lezione sulle barriere architettoniche,e all'esercizio che ci ha fatto fare la professoressa sull'orologio, è venuta una signora disabile, di nome Adele. Questa lezione mi è stata di grande aiuto, perché attraverso le parole di Adele ho capito tante cosa, in primis mi è piaciuta la sua forza di volontà, per andare avanti bisogna avere un carattere forte come il suo, la caparbietà di essere dipendenti e non chiedere aiuto a nessuno, di non lasciarsi andare e di riprovare sempre.
    Le parole di Adele che mi hanno colpito sono tante ma la più importante è:" NON MI ACCETTO PERCHE' LA SOCIETA' NON MI ACCETTA. Attraverso questa frase si può capire in che società viviamo, sia perché non si sono mezzi a disposizione in grado di abbattere le barriere architettoniche, sia perché ci sono molte persone che ignorano completamente le persone con disabilità e non le aiutano quando c'è bisogno come nell'esempio che ha fatto Adele in aula.
    In conclusione quest'incontro diretto con Adele mi ha fatto comprendere i veri valori della vita, famiglia amicicia e amore e l'importanza di non arrendersi mai nelle difficoltà. Grazie Adele.
    Rosa Palumbo
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    Messaggio  Rosa Palumbo Lun Mag 09, 2011 9:15 pm

    La testimonianza di Adele,una donna affetta da Poliomielite,un virus che colpisce le cellule nervose dei muscoli e che la costringe a vivere su di una sedia a rotelle,mi ha commossa profondamente!!
    Dalle sue testuali parole "volere è potere,non mi piace dire non ce la faccio" e "siamo come voi,amiamo,ridiamo,ci arrabbiamo"traspare non solo tanta forza d'animo,gioia di vivere e voglia di essere e mostrarsi indipendente,esattamente come tutti gli altri,ma anche tanta rabbia e sofferenza quando afferma "convivo,ma non mi accetto perchè è la società che non mi accetta",difatti ricollegandoci al laboratorio dell'orologio,in cui potevamo soltanto immaginare quali fossero gli ostacoli che una persona diversamente abile potesse incontrare in una nostra giornata tipo,Adele ci ha raccontato esattamente quali fossero le barriere architettoniche con cui ha dovuto e che deve tutt'ora combattere ogni giorno,anche soltanto per prendere un semplicissimo caffè; ed è grazie alle sue varie denunce se è riuscita finalmente,dopo 4 anni,a prendere un pullman per venire ad esporci la sua storia e a darci una grande lezione di vita!!!
    Ci ha fatto capire che,ai disabili non serve la pietà,ma l’opportunità di essere guardati con occhi nuovi per poter avere,finalmente,una vera comunicazione che li faccia sentire persone "normali"..."siate umani,dice,voi stessi,senza paura di"...ma ci ha soprattutto insegnato a vivere,a non essere superficiali,a ritrovare quella forza interiore che spesso a noi manca,ad apprezzare le piccole cose,e quindi le piccole gioie che rendono preziosa la vita! Smile
    Grazie mille Adele I love you

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