Rosa Vitiello Dom Mag 08, 2011 5:34 pm
Il laboratorio del 2 maggio è stato l'ennesima sorpresa!
La professoressa ci ha fatto conoscere Adele, una persona disabile, la quale ci ha raccontato le sue problematiche quotidiane. Adele ha cominciato il suo discorso dicendo: "E' molto difficile!" e già da questa affermazione si capisce tutta la sua difficoltà nell'interagire con il mondo.
Lei è poliomelitica, dal greco " Grigio e midollo " (cioè una grave malattia infettiva acuta che invade il sistema nervoso e nel giro di poche ore distrugge le cellule neurali, causando una paralisi soprattutto del midollo spinale), e fino all'età di 10 anni è stata ricoverata a Roma, poi al Santobono e successivamente è stata operata d'urgenza alla spina dorsale, poichè aveva pochi mesi di vita. E' stata a letto per 2 anni e adesso è su una carrozzina elettrica, aiutata da una badante.
Adele ci ha raccontato una sua giornata-tipo, un pò come abbiamo fatto noi " nell'esercizio dell'orologio", dove abbiamo cercato di evidenziare le difficoltà che avrebbe avuto un paraplegico nelle sue giornate quotidiane.
Per quanto riguarda la sua abitazione, ha spiegato che ha avuto dei problemi all'esterno in merito alle scale, ma lo ha risolto in parte con un montacarichi, anche se poi ci sono delle difficoltà, poichè ci sono numerosi motorini parcheggiati lungo il viale. Lei ha detto: "siccome gli autobus non danno accessibilità, io sono una delle poche che una la carrozzina elettrica poichè NON AMO CHIEDERE!" e da qui si evince tutta la sua forza e voglia di reagire.
Adele ha detto che ha dovuto fare dei piccoli lavori all'interno della sua casa, per potersi muovere liberamente, ma che ha dovuto combattere per l'esterno della casa per avere uno scivolo, una pedana, tanto che è arrivata addirittura ad umiliarsi, perchè nessuno le veniva incontro.
Una delle cose che mi ha colpito è stata quando rivolgendosi a noi ha detto che la nostra cosa più bella è l'indipendenza, nel senso che se vogliamo fare qualcosa, la possiamo svolgere senza nessuno, mentre lei deve sempre avere una persona che l'aiuta anche per andare a prendere un semplice caffè al bar.
Quando ho ascoltato queste parole, mi sono sentita piccola come un moscerino, infatti a volte ci lamentiamo perchè magari per un semplice problema non possiamo andare da qualche parte, senza pensare che per noi è una cosa provvisoria, mentre per lei o per tante altre persone che vivono questa disabilità potrebbe essere difficile andare dove desiderano.
Adele è una persona combattiva, in quanto ha detto: "Io cerco di lottare con me stessa per poter stare con voi, cosiddetti SANI, così vi definisco!", infatti per arrivare all'università ha preso l'autobus ma ha incontrato numerose barriere architettoniche e ha affermato: "Siccome la mia amica ci teneva tanto che io stessi qui, il Signore mi ha aperto tutte le porte".
Il suo motto è "VOLERE E' POTERE", infatti dice che non le piace dire non ce la faccio, perchè prima si asicura che davvero non riesce e poi lo dice ed è proprio per questa sua tenacia che il padre la soprannominava "IL PERICOLO E' IL MIO MESTIERE".
In aula una ragazza le ha chiesto dove prendesse tutta questa forza e lei ha risposto dicendo che la forza si prende primaditutto dal carattere, poi dalla fede, dalla famiglia e dagli amici e a proposito dell'amicizia ha detto che non ha molti amici, ma quei pochi che ha sono veri e buoni, aggiungendo che il vero amico è colui che dice sempre e comunque la verità anche se è cruda e può far male.
Adele percepisce che la società non l'accetta ma convive con questa indifferenza, anzi lei non ama il pietismo perchè si reputa uguale a noi, anche se non si vede. Ha raccontato che quando era piccola nascondeva la carrozzina sotto il letto perchè aveva vergogna, adesso invece è molto più forte e grintosa e questo carattere l'aiuta a convivere con la realtà di tutti i giorni: cioè essere invisibile per gli altri!.
C'è stata in aula la testimonianza di Rosaria, una volontaria, la quale ha raccontato che conosce Adele da 11 anni e la prima volta che l'ha conosciuta è stata in un viaggio verso Lourdes in treno e inizialmente le aveva dato una brutta impressione, cioè di una donna burbera ma poi conoscendola ha capito che è una donna buona, che da tanto amore, tanto sentimento.
Sul viso di Rosaria c'era una grande ammirazione per Adele poichè le ha insegnato tante cose e ama di lei questo non arrendersi davanti alle difficoltà tanto è vero che ha detto: "Quando c'è il sole, c'è Adele". Adele è un esempio di resilienza molto importante e come dice Anna Maria Murdaca è il contesto sociale a determinare la condizione di handicap, sono gli ostacoli, e le barriere fisiche a favorire il processo di esclusione o quello di emarginazione e inoltre il suo testo mira alla ricostruzione di una nuova cultura della disabilità, alla rimodulazione del termine integrazione e alla comprensione delle reali condizioni di vita dei disabili.
Concludo con una frase di Adele: "Voi educatori siate semplici, umani, siate voi stessi, senza paura di.....".
Voglio ringraziare Adele per la lezione di vita che ci ha voluto regalare, rammendandoci di essere fortunati anche se molto spesso presi dalla vita frenetica e dai nostri pensieri lo dimentichiamo, senza rendercene conto!.
Una frase che voglio riportare: "Non si deve definire nessuno per sottrazione" (Anna Maria Murdaca)