9. lab. Emarginazione 4 aprile (cartella che si chiuderà il 6 maggio)

L' emarginazione è la compagna inseparabile dell ' essere umano ,nasce con lo svilupparsi della socializzazione.Essa è anche uno status o condizione individuale o collettiva di esclusione dai rapporti sociali .Esistono vari tipi di emarginazione , come quella sociale , quella individuale ma anche l'autoemarginazione . L'emarginazione sociale è quella che porta gli individui ad essere esclusi dalla società per motivi che possono essere svariati, l 'emarginazione individuale invece è quella che crea un disagio psichico e sociale dell 'individuo anche portandolo all 'isolamento , mentre l'autoemarginazione è originata dall'individuo stesso che ha problemi esistenziali, personali e tanto altro . I barboni sono proprio esempio di ciò ,ma ci sono anche i nomadi ecc. Esistono anche delle cause che producono l'autoemarginazione come la perdita del lavoro ,l'indigenza economica e i problemi psichici . Ma ritornando a parlare dell'emarginazione in generale abbiamo tantissime cause ad essa connesse come le forme piu svariate di RAZZISMO , BULLISMO , LA DISCRIMINAZIONE VERSO I TRANSESSUALI ,VERSO GLI OMOSESSUALI ed altro , quindi tutto ciò provoca nei confronti di queste persone grande sofferenza perche si sentono esclusi e non partecipi al contesto sociale . Per fare alcuni esempi voglio enunciare proprio il fatto che in alcune societa' come in quelle anglossassoni o nelle società americane ci sono molti ragazzi e ragazze che per non essere emarginati o tagliati fuori da gruppi scolastici come per esempio le confraternite ed altro devono adattarsi ad essi essendo in tema con quello che gli aderenti al gruppo dicono , ma anche distinguendosi in modo positivo dagli altri, come per esempio fanno i giocatori di football della scuola ,le ragazze pon pon ed altro . Beh questa è una cosa assurda perchè come ho gia ribadito molte volte siamo tutti uguali e non bisogna emarginare gli altri solo perchè hanno gusti sessuali diversi oppure perchè per svariate ragioni non possono far parte del nostro stesso gruppo . Qeste persone non si sentono integrate perchè ciò è presente ovunque in tutte le parti del mondo . Bisogna far qualcosa per combattere l 'EMARGINAZIONE ma a quanto vedo è ancora molto difficile . La professoressa in classe ci ha fatto fare una simulazione che veramente mi ha toccato tanto perche' ha fatto salire tutte le persone che avevano gli occhiali sulla pedana vicino la cattedra e ci ha fatto capire come queste persone si sentivano emarginate solo perche' avevano gli occhiali ma era solo un esempio . Comunque io credo che non bisogna soffermarsi all 'aspetto esteriore ma bisogna conoscere realmente le persone , i loro sentimenti ,le loro emozioni e tutto quello che queste persone hanno da offrire alla societa . IL MONDO è BELLO PERCHè è VARIO .

La scorsa volta in aula è stato trattato il tema dell'emarginazione...un tema che ancora oggi purtroppo,incombe nella nostra società.Esistono varie forme di emarginazione come quelle prodotte dal pregiudizio,dall'ignoranza,dall'azione attiva di gruppi e persone verso altri gruppi e altre persone...come ad esempio il pregiudizio sull'origine delle persone e quindi del razzismo,la discriminazione verso l'appartenenza ad un sesso o ad una diversa religione,il disconoscimento verso le persone diversamente abili.E' assurdo pensare che nel 2011 si debba ancora combattere contro tutta questa ignoranza e il disprezzo che si ha tra le persone.
In aula,tramite una simulazione si è potuto capire come può sentirsi una persona emarginata,ma io ho anche capito come si può sentire l'emarginatore.Infatti stare lì seduta,discutere con gli altri,e vedere che un gruppo solo perchè diverso dagli altri(nel nostro caso gli occhiali)non potesse prendere parola,mi ha fatto pensare a quanto sia brutto non solo essere emarginati ma anche emarginare persone che alla fine sono uguali a noi,hanno i nostri stessi diritti e hanno un loro pensiero da esprimere!Questo fortunatamente era un esempio banale,ma esistono casi veramente gravi che devono sopportare tutto questo!!!...Si dice che il mondo è bello perchè è vario quindi eliminiamo quest'ignoranza e spalanchiamo le porte a tutti

Ieri abbiamo affrontato il tema dell’emarginazione attraverso un gioco:il sindaco.
Questo esperimento è stato molto coinvolgente ed educativo in quanto ci ha permesso di riflettere in maniera originale su un argomento che,purtroppo,è ancora attuale. Dividendoci in due gruppi gli emarginanti e gli emarginati le reazioni sono state varie e diverse.
Solo intromettendomi in questa simulazione ho capito davvero come si può sentire una persona messa da parte solo perché ha un colore della pelle diverso dal nostro o perche ha determinati modi di vestire o magari solo perché noi ci preoccupiamo di farlo rientrare in un certa categoria etichettandola quasi come a voler marchiare quella persona a vita. Siamo noi con i nostri modi di fare a far sentire una persona diversa da noi o dal mondo,siamo noi che accentuando la loro “diversità” finiamo per farli sentire davvero diversi.
E poi diversi?ma diversi perché? Da cosa?che colpa possiamo dare a chi magari ha un colore di pelle diverso o a chi viene da un’altra nazione o a chi preferisce certe cose piuttosto che altre?dimentichiamo che anche loro potrebbero definirci diversi per gli stessi identici motivi?e allora?e allora sarebbe solo un circolo vizioso da cui non riusciremo mai ad uscire.
Dobbiamo imparare a evitare queste forme di disagio,a accettare tutti perché ognuno su questa terra è unica e come tale ha sempre qualcosa da donarci,quindi,:
“Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze”. Paul Valéry

Esistono vari tipi di emarginazione individuale, sociale, le cause possono essere l'omosessualità, razzismo...
In aula abbiamo affrontato il tema dell'emarginazione simulato nel gioco del sindaco. Nella prima simulazione il sindaco( la prof ) ha emarginato coloro che avevano gli occhiali, ci sono state tante reazioni, commenti e nonostante fossero emarginate cercavano di organizzare una rivolta contro gli emarginatori ed è giusto perchè bisogna lottare contro l'emarginazione.Nella seconda simulazione sono stati emarginati quelli che ascoltavano la musica classica ma poche persone si sono alzate e nessuno poteva conoscere i gusti altrui e quindi talvolta si può fingere, nascondere per non essere esclusi dalla società e per non essere etichettati.Mi sentivo integrata nella società ma mi immedesimavo in coloro che erano stati emarginati e cosa provassero, sicuramente stando al loro posto avrei avuto disagio perchè essere emarginata solo perchè avevo gli occhiali o ascolto musica classica non è giusto perchè tutti siamo diversi e ognuno ha diversi gusti, valori, opinioni...
Quest'esperienza è valsa molto per farci capire come a volte sottovalutiamo i nostri atteggiamenti senza pensare che prendendo decisioni in base ai nostri gusti, alle nostre aspettative o interessi escludiamo altre persone.

Leggendo sul web ho trovato questa poesia fa riferimento agli sbarchi clandestini e ai nostri pregiudizi, in quanto queste persone ancora non sono arrivate nel nostro paese e noi già li etichettiamo come coloro che porteranno malattie disordine ect. quindi li emarginiamo a prescindere di quello che poi veramente accadrà...

Ho visto immagini
che le televisioni trasmettono
di barconi pieni di emigranti
che noi chiamiamo clandestini.

Stipati su barconi come bestie
con il pericolo che affondino
da un momento all'altro,
per ore e ore, nel buio della notte
navigano sul mare con una sola speranza
nei loro cuori: "Vivere o morire."

Vivere per poter raggiungere un paese
che li accolga, e possano trovare
una casa, un lavoro, una serenità
e la pace nei loro cuori
che a loro è sempre mancata

Morire, sì, morire perché
hanno perso tutto,
per pagarsi il viaggio della speranza
dove uomini senza dignità e amore
ma solo per denaro
li trasportano lasciandoli
morire di fame e di freddo.

Ecco, noi li chiamiamo clandestini,
abbiamo paura che loro
portino malattie,
lavoro, delinquenza.

Noi dobbiamo aver paura soltanto
del nostro egoismo e cattiveria,
non ricordandoci di ciò che Gesù disse:
"Amatevi gli uni e gli altri
come vi ho amato io."

Pensiamo piuttosto
che un fratello ha bisogno di noi,
stringiamoli tra le nostre braccia
guardiamoli negli occhi
e potremo vedremo nei loro
finalmente un barlume di felicità.


grazie Emilia per i tuoi due (per emarginazione) e 12 in tutto preziosi contributi, tu sei un componente imporotante del gruppo, e ne fai parte!!
Al contrario nella simulazione - e proprio interpretando la divisione dei gruppi
per motivi assurdi e apparentemente banali - intendevo far riflettere proprio su questi comportamenti che tutti abbiamo, ma che vanno ripensati, anche
studiando le nostre reazioni, parlo ovviamente di chi ha partecipato alla simulazione (...io invece stavo recitando la parte del cattivo, e non vedevo l'ora di potermi rigirare da voi, perchè vi immaginavo soli e stravolti.......ma
piccole azioni forti aiutano di più, infatti non potendo separare l'aula essendo voi tanti, ho dovuto usare il mio corpo, dando le spalle perchè penso che sia davvero brutto quando emarginazione si sposa con esclusione e tale separazione occorreva 'sperimentarla' per poterla studiare......insieme, oggi di nuovo gruppo classe e io finalmente non più sindaco despota, che è peggio di emarginato.).la docente

Il laboratorio pratico, come quello del foulard e quello di lunedì del sindaco, danno quel tocco in più alla riflessione che richiede un pò più di tempo; in prima persona si può sentire ciò che provano gli altri, e si scava in se stessi per comprendere se già si è provati quella stessa sensazione. Nell'essere parte di un gruppo escludente ho sentito disagio ad organizzare senza far partecipare gli altri, ma forse perchè tra gli "altri" c'erano amici.Caratterialmente tendo a rendere tutti partecipi, a volte fino ad escludere me stessa, forse perchè nel corso degli anni ho dovuto modificare il mio carattere ed aprirmi di più agli altri e pensando in questi giorni mi è ritornato alla mente un episodio della mia adolescenza: sono anni che in vacanza vado sempre nello stesso posto, stessa gente ogni anno, io e la mia amica facevamo "coppia" fissa, ci divertivamo tantissimo, ma guardavamo con invidia un gruppo di amici, erano davvero tanti, giocavano a beach volley, la sera uscivano tutti insieme, erano una bella comitiva, e in noi c'era la voglia di essere parte di loro, ma non ci pensavano proprio. Passa la prima estate, la seconda estate conosciamo un ragazzo che poi è diventato il nostro migliore amico, ma quella comitiva era sempre lì, non ci teneva per niente in considerazione. LA terza estate per caso, o forse no, il nostro amico viene invitato a giocare a beach volley, noi ci facciamo coraggio e anzicchè guardare da lontano ci siamo avvicinate, e hanno fatto giocare anche noi. Alla fine con grande stupore questi ragazzi ci hanno confessato che ci invidiavano, e che avevano sempre voluto magari anche solo salutarci, perchè ammiravano la nostra unione , il nostro saperci divertire con poco, anche se eravamo in tre, le nostre giornate trascorrevano felicemente, loro pensavano che li snobbavamo, che avevamo come si sul dire la puzza sotto al naso, alla fine è stata una bella estate ne più ne meno delle vecchie. Comprendere che eravamo noi con il nostro comportamento di chiusura e forse anche di timore nel non essere accettati, ci è servito ad essere più sicure in noi stesse, e comprendere che la nostra forza era l'essere in tre e che anche se va male avevamo noi. Così siamo passate da emarginate a leader, e anche oggi con amici nuovi io e questa amica siamo il punto a cui tutti si riferiscono,e la nostra forza e nell' essere in due e avere il "potere" di poter dire noi facciamo così voi che volete fare, che idee avete? e se non ci va magari stare sole, o magari prenderci i nostri periodi di pausa anche l'una dall'altra per poi ritornare più unite di prima. Se può interessare quell'enorme comitica poi s'è sgretolata, noi tre con i nostri alti e bassi siamo ancora uniti. Ora cerco di non escludermi e di non escludere, cerco di essere il meno snob possibile, anche se il mio snobbismo col tempo ho capito che è dovuto nel volere prima capire gli altri, per poi aprirmi a loro. Ancora oggi qualche vecchio amico mi chiama snob, ma la loro spiegazione è che all'inizio do quella impressione però poi sono tutt' altro. Ma non mi andava comunque giù questa definizione così il mio comportamento è cambiato ulteriormente e anche se nel giro di amici c'è qualcuno che non conosco sono la prima a sentire la sua opinione, e a cercare di metterlo a suo agio, ma cerco ancora di migliorare, perchè ancora oggi ho difficoltà nel creare un discorso con qualcuno che magari solo a pelle mi è in un certo senso antipatico, e nell'ultimo periodo sto lavorando molto su questo, ma faccio progressi.
Spesso le persone confondono la mia voglia di staccare la spina da tutti per riflettere su me stessa come comportamento emarginante, ma in un certo senso mi emargino da sola, e tengo intorno solo le persone che amo e che so che mi amano perchè ho bisogno di fare un resoconto della mia vita.

Ripercorrendo un pò le mie conoscenze sull'emarginazione ricordo che, l'emarginato è colui che subisce un azione solo perchè è ritenuto dagli altri "diverso", perchè vi è un concetto di normalità che domina e questo soggetto non rientrando in questi canoni è collocato ai margini di un contesto sociale, culturale e non può interagire con gli altri individui perchè può danneggiare anche l'armonia di tale socità....Io penso che ormai nella nostra socità ci sono tante persone che vengono emarginati come gli "zingari", poichè la parola per noi è sinonimo di sporco, ladro...o ancora gli immigrati sia gli uomini che le donne; tante volte ho ascoltato discorsi come:"vengono qui in italia per togliere il lavoro a noi...lavorano nelle nostre case per derubarci...non hanno voglia di lavorare e rovinano la vita anche a noi..." Tante volte dimentichiamo che ciascuno di loro porta con se un baglio di emozioni, affetti che lascia e quando arriva qui perde anche la sua identità!Ma è importante ricordare che il migrante è: una persona, un soggetto, un uomo, che è umano nella sua essenza, nella sua unicità e profondità indipendentemente dalle proprie appartenenza e dai vari processi di "etichettamento" a cui può andare incontro!LA SUA UNICITà LO RENDE INIMITABILE NEL MONDO,E PORTATORE DI UNA RICCHEZZA INDESCRIVIBILE!
Per quanto riguarda la simulazione, io era tra quelle che aveva gli occhiali, di conseguenza sono stata emarginata dalla società, ma io non ho percepito alcun sentimento di dispiacere perchè sono consapevole che sono gli altri che mi definiscono diversa in base al loro concetto di normalità, ma in realtà io sono UNICA, non esiste un'altra Paola che ha la mia identità...IL MONDO è BELLO PERCHè è VARIO!

"L'emarginazione è figlia dell'ignoranza" riprendo le parole di una nostra compagna dato che anche io la penso esattamente così.....la gente non vuole vedere, non vuole conoscere, manca di sensibilità....durante la simulazione in aula io facevo parte dei "cittadini" non emarginati, quelli cosidetti "normali" i quali senza alcuna preoccupazione verso chi era stato emarginato perchè diverso, hanno continuato a pensare alla propria vita alle proprie cose ai propri interessi mostrando totale indifferenza. Questo è il comportamento della società che è culturalmente determinato purtroppo....bisognerebbe ovviare con una cultura della sensibilità, resettare in parte la nostra mente e immettervi nuove convinzioni più giuste e coerenti....Tolleranza e comprensione a mio parere sono le parole chiave di una serena e civile convivenza tra gli uomini...tutti diversi, ed ognuno ha diritto di essere DIVERSO!

Anche da un gioco si può capire il vero senso della parola emarginazione,questo infatti è stato il tema affrontato in aula!La professoressa in veste di Sindaco ha escluso da una festa tutti i ragazzi con gli occhiali i quali,giustamente,hanno pensato di ribellarsi a questa decisione troppo superficiale.Io mi sono ritrovata dalla parte di coloro che emarginavano e quando mi sono resa conto del ruolo che avrei avuto in questo gioco,mi sono immediatamente chiesta in base a quali criteri io avrei dovuto giudicare altre persone.Spostando la mia riflessione su un piano generale non riuscivo a capire come una persona possa stabilire che un'altra si trova ad un livello inferiore...forse solo per il colore della pelle o perchè proviene da un'altra città o perchè non ha la possibilità economica di stare "al passo con i tempi"o peggio ancora perchè si trova in condizione di disabilità!Penso che il concetto dell'emarginazione sia legato a quello dell'ignoranza,a quello della superficialità che ancora oggi nel 2011,lo rendono un tema attuale!

L'altro ieri in aula abbiamo fatto una simulazione su un tema molto importante:l'emarginazione.Attraverso un gioco ,se si può dire così,la prof.ci ha fatto capire cosa si prova da emarginate.è stata una sensazione brutta anche se io a volte l'ho provata questa sensazione perchè mi sono sentita emarginata da particolari pensone.Penso che il mio problema di fondo è l'inferiorità.Quando mi provo in un gruppo di ragazzi a me sconosciuti ,mi creo mille problemi:mi isolo e mi chiudo in se stessa per non apparire e per non essere giudicata negativamente.
Emarginare significa mettere ai margini,estromettere dalla vita sociale.Chi di noi non ha mai preso in giro un ragazzo o una ragazza per il colore dei capelli o perchè porta gli occhiali.Chi porta gli occhiali veniva preso in giro con il termine (quattrocchi),mentre chi aveva i capelli di color rosso veniva considerato una persona maliziosa e cattiva.Tendiamo ad emarginare con ignoranza chi è diverso da noi,ma noi in realtà tutti siamo diversi,perchè essere giudicati?
Ormai siamo diventati una società individualista dove ogniuno pensa per se e non ci accorgiamo delle sofferenze degli altri e così sono i più deboli a pagare e vengono emarginati dalla società.Esempi di persone emarginate:persone con diverse culture,religione,razza o persone povere o malate.

Bhè che dire..oggi è stata una delle lezioni molto piacevoli..L esercizio che abbiamo fatto in classe mi ha fatto riflettere moltissimo soprattutto quello che ha detto la ragazza che faceva parte del mio gruppo,il gruppo con gli occhiali,cioè che ognuno di noi è diverso dall'altro e quindi ci distinguiamo.
Durante il laboratorio anche io nn mi sentivo disabile o diverso dalla classe,mi sono sentito isolato perchè io ero diverso dal resto dell'aula solo perchè porto gli occhiali,è la rabbia era che non potevo partecipare con gli altri alla festa che stavano organizzando.....Contemporaneamente mi sentivo anche forte perchè con i miei conpagni,cioè coloro che portano gli occhiali come me,abbiamo potuto nel nostro piccolo organizzare una festa anche noi...
Secondo me questa lezione ci fa capire che se qualcuno ci esclude da qualsisai divertimento,feste etc,non è sempre detto che noi siamo soli e diversi da loro,perchè nel monento dell'esclusione basta voltare le spalle e troviamo sempre qualcuno con le nostre stesse problematichè e difficoltà,e possiamo fare gruppo per poter fare le stesse cose di chi ci tratta come diverso.

Il laboratorio del 4 aprile, l'ho trovato molto interessante. La professoressa si è imedesimata nei panni di un sindaco che emarginava tutti i cittadini con gli occhiali da vista. Io non facevo parte di questi.. ma mi sono sentita comunque chiamata in causa.., in passato ho vissuto in prima persona una situazione da emarginata, superavo i 95 kg, e purtroppo non solo dovevo combattere con la mia obesità, ma anche con persone, e parlo di adulti, ignoranti che mi indicavano per strada, o che semplicemente mi fissavano dalla testa ai piedi, per poi commentare, per non parlare poi della vita scolastica.. i bambini non solo ignorano i problemi, ma tendono anche ad essere un pò cattivi.. non venivo presa in considerazione come persona, e soffrivo ogni qual volta non venivo invitata ad una festa di compleanno. Con il passare del tempo le cose sono cambiate.. o meglio io sono cambiata ma le persone ignoranti purtroppo ci sono sempre.. mia cugina che ha 11 anni e pesa circa 120 kg.. non solo viene emarginata dai compagni di classe.. ma dagli stessi insegnanti che la considerano un gradino più basso rispetto agli altri alunni solo perchè ha vergogna di rispondere alle domande degli insegnanti, perchè ogni volta che apre bocca viene presa in giro dai compagni, gli insegnanti sono arrivati al punto di consigliare a mia zia di inoltrare la domanda per la pensione, piuttosto che consigliare una visita dietologica ( cosa ovviamente già in corso) quindi com'è possibile affrontare il problema dell'emarginazione in aula se gli stessi insegnanti non insegnano ai loro alunni, che le persone devono essere trattate come tali, e no da fenomeni da baraccone..? ritengo che finchè le persone non vengono istruite, il problema ci sarà sempre per ogni piccolo difetto fisico, o anche per un modo di essere, fuori dalla norma.

Purtroppo il tema dell'emarginazione è sempre esistito e lo stesso Rousseau affermava che la disuguaglianza è di origine sociale..... con le conseguenti stratificazioni sociali nasce la cultura del diverso e la voglia di giudicare alla quale consegue un principio di valutazione che comporta sempre un giudizio discriminatorio portando poi alla disuguaglianza.Oggi ho avuto la possibilità di partecipare al" gioco del sindaco"sfortunatamente io sono stata una degli emarginati con gli occhiali ,devo dire alla prof che avevo capito preventivamente le sue intenzioni,siamo stati scelti per una nostra differenza estetica cioè tutti quelli che portavano occhiali da vista..mi sono stupita nel sentirmi diversa quando ci hanno ammucchiati ad un lato, con il sindaco che ci dava le spalle e non ci degnava minimamente di considerazione.ovviamente realizzi cosa vuol dire essere emarginato solo quando lo vivi e posso assicurare che è bruttissimo anche perchè gli altri cittadini non hanno fatto nulla per la nostra situazione,non si sono ribellati anzi hanno accettato la proposta di festeggiare ...ma la cosa peggiore è stata la codardìa dimostrata da alcune persone che come me portavano gli occhiali e non hanno avuto il coraggio di alzarsi..questo è il classico esempio di coraggio che manca quando a scuola viene preso di mira un ragazzo dai bulli della situazione e nessuno ha il coraggio di difenderlo... è stata un esperienza come al solito costruttiva per la mia persona e ringrazio la mia amica per avermi convinta a seguire questo corso.


bene Fernanda, grazie per la tua sintesi/opinione, per quanto riguarda i cattivi della situazione pensa che queste reazioni elencate dobbiamo studiarle, non basta giudicarle, quindi anche da chi non si è tolto gli occhiali possiamo imparare, riflettere, vediamo ......i gruppi erano tre:
1- i cittadini rimasti in città "non hanno fatto nulla per la nostra situazione,non si sono ribellati anzi hanno accettato la proposta di festeggiare"
2-gli emarginati (alcuni organizzavano rvolta, altri paralizzati dalle mie e altrui spalle)
3-"la codardìa dimostrata da alcune persone che come me portavano gli occhiali e non hanno avuto il coraggio di alzarsi.."
quante riflessioni possono scaturire osservando questi attegiamenti?
la docente

Il gioco del Sindaco mi ha fatto riflettere molto sull'emarginazione. Ho temuto di essere inclusa in una delle categorie 'emarginate' dalla professoressa ed ho ammirato la tranquillità con cui gli 'emarginati' si sono avvicinati alla cattedra. Se dovessi raccontarla con un'immagine, utilizzerei quella di un serpente che avanza silenziosamente, strisciando, e si insinua ovunque, tracciando una immaginaria linea di confine tra chi emargina e chi viene emarginato. Esistono infatti infiniti tipi di emarginazione e credo che, talvolta, ognuno di noi possa assumere un atteggiamento tale da emarginare qualcun' altro, magari senza rendersene conto. Accanto all'emarginazione di alcune categorie sociali, come ad esempio i clochard, è infatti molto frequente che si verifichino episodi di emarginazione a scuola, sul luogo di lavoro, all'università, all'interno delle famiglie. Quello che mi spaventa è la totale arbitrarietà con cui si stabilisce, all'interno di una data cultura o di un gruppo, chi emarginare. Infatti, come la professoressa Briganti in qualità di sindaco ha deciso di escludere dalla città le persone con gli occhiali o gli amanti della musica classica, è possibile che chi detiene il potere decida di eliminare dalla società alcune persone sulla base di una arbitraria e presunta inferiorità: è successo durante il nazismo, quando miliardi di ebrei sono stati deportati nei lager e lì sterminati perchè ritenuti una razza inferiore rispetto a quella ariana. Quest'aspetto dell'emarginazione mi terrorizza: la totale mancanza di logica nel definire le caratteristiche delle persone indesiderate, da 'allontanare' rende infatti impossibile un qualunque tentativo di far valere le proprie opinioni sulla base di un dialogo razionale. I tedeschi si ritenevano 'puri', gli ebrei per loro erano 'impuri': in base a cosa veniva definita la purezza degli uni e l'impurità degli altri? Ripensandolo ora, a distanza di oltre cinquant'anni e non avendolo vissuto, il nazismo sembra quasi nato dalla penna apocalittica di uno scrittore, mentre è stato davvero e ce lo ricordano le immagini dei campi di sterminio e le voci di dolore dei sopravvissuti. Ma senza arrivare alle atroci persecuzioni degli ebrei durante il nazismo, definito a ragione 'il buco nero del novecento', l'emarginazione agisce a vari livelli della vita personale e sociale di ognuno di noi. Infatti una società può emarginare, nella persona di chi detiene il potere, coloro i quali hanno un credo religioso diverso dalla maggioranza o una fede politica opposta a quella espressa da chi governa. O, più semplicemente, vengono emarginati quelli che non condividono l'ideologia di chi è al potere: gli ufficiali del regime sovietico, ad esempio, rinchiudevano nei gulag i dissidenti così come i fascisti perseguitavano i comunisti. La Chiesa per anni ha bruciato gli eretici, le 'streghe', in una parola tutti quelli che non condividevano quanto contenuto nelle Sacre Scritture. Ognuno di questi esempi è stato inizialmente un tentativo di emarginazione, cioè un tentativo di tenere fuori, lontani, quelli che non condividevano determinate idee, siano state esse politiche o religiose, e poi è diventato persecuzione, dolore e morte. Ma l'emarginazione può fiorire anche all'interno di piccoli gruppi, come una classe scolastica o un gruppo di lavoro. Ricordo che i compagni più studiosi venivano tenuti sempre un po' in disparte, definiti 'secchioni' ed esclusi dalle attività goliardiche di chi veniva a scuola per fare tutto tranne che studiare. Accade anche che le persone anziane siano emarginate, ricoverate negli ospizi ed abbandonate a sé stesse. Proprio per questo suo aspetto molteplice, per le infinite forme che può assumere, l'emarginazione è pericolosa. Nasce, a mio parere, dalla paura del diverso, del nuovo, perchè l'uomo solitamente è spaventato dall'ignoto, come ignoto può essere ad esempio il senso del peccato in una religione diversa dalla nostra. E così, per non mettere in discussione noi stessi e quindi per il timore di dover abbandonare le certezze che ci siamo costruiti a fatica perchè magari possono essere messe in crisi da visioni altre, preferiamo tenere lontano, ai margini, chi è diverso da noi.

Nella lezione del 4 aprile abbiamo affrontato il tema dell'emarginazione attraverso "il gioco del sindaco" dove la prof.Briganti rappresentava il sindaco.
In un primo momento ha emarginato tutte la persone con gli occhiali,ed io ero una di loro, e sinceramente non mi sono sentita del tutto emarginata,perchè secondo me portare gli occhiali,per alcune persone è anche seguire la moda;attenzione sottolineo che per me non è così,perchè li porto per necessità,comunque il fatto di portare gli occhiali può solo fare emergere che non tutti siamo uguali e c'è un particolare che ci differisce gli uni dagli altri,ma non la vedo come una cosa così negativa,come può essere l'emarginazione per un extracomunitario,quella si che è una vera emarginazione.
Mentre la cose che possono differire noi persone normali possono essere il carattere,gli occhiali,il colore dei capelli,avere gusti musicali diversi.
Infatti durante il gioco in un secondo momento sono stati emarginati coloro che amavano la musica classica.
Ritornando a noi emarginati con gli occhiali posso dire che siamo stati anche scherzosi nel dire: nel frattempo che la prof."sindaco" si organizza con il resto dell'aula su quali personaggi famosi invitare alla loro festa,noi emarginati facevamo lo stesso.
Nel concludere sottolineo che mi sono anche divertita ad essere protagonista emarginata di questo gioco,mentre ho trovato esagerato il fatto che ad alcuni di loro non emarginati,facevamo pietà/pena.

Nell'immediatezza della simulazione non sono riuscita a cogliere il senso profondo del gioco. Molto influenzata dal sapere in anticipo che qualsiasi cosa la professoressa avesse detto era a scopo puramente didattico.
Questo mi ha bloccata molto e non sono riusciata a sentire subito il senso di emarginazione o di rivolta delle mie colleghe.
Quando sono tornata a casa ci ho riflettuto molto, e ho capito che lo scopo era far notare che in qualsiasi modo, per qualsiasi motivo si può emarginare una persona o un gruppo senza che questi possano far qualcosa.
l'Esempio di emarginazione più eclatante è sicuramente quello voluto da Hitler a scapito degli ebrei, ma esempi di emarginazione si possono notare purtroppo tutti i giorni.
Il fenomeno dell'emarginazione può essere suddiviso in tre grani categorie:
. L'emarginazione socio-culturale. In pratica le attese culturali delle persone, relative alla cosiddetta normalità, vengono a scontrarsi con alcune realtà che non conoscono e quindi non comprendono, portando così a un declassamento del "diverso" a un livello inferiore. Si tratta della cosiddetta paura del diverso. Vittime di questo tipo di emarginazione sono i diversabili, i tossicodipendenti, gli ex carcerati e le persone appartenenti a religioni diverse.
. Un altro tipo di emarginazione è quello “economico-politico”, senz'altro il più diffuso, ovvero quello riguardante la povertà. Oggi circa i tre quarti della popolazione mondiale vivono in uno stato di sottosviluppo.
. l'autoemarginazione. Il soggetto in quanto emarginato non riesce ad accettarsi e può arrivare all'autodisprezzo, o casi in cui il soggetto non vuole esso stesso far parte della società e decide di vivere per strada,(i senza dimora).

In alcune società anche le donne vengono quotidianamente escluse.

Questo ci fa capire che tutti, possiamo in qualche modo essere emarginati. La soluzione sarebbe solo il confronto e la totale apertura. Ma mi rendo conto,visto i risultati ottenuti,che è operazione difficile.

grazie Marta, oltre che per il tuo grosso fondamentale contributo come supermoderatrice, anche per il tuo ragionamento suddiviso in tre sottogruppi interessanti.quando ti va vieni ne parliamo. la docente

Molto interessante e istruttiva è stata la simulazione fatta in aula lunedì 4 aprile. Mi sono sentita a disagio anche se in realtà non porto gli occhiali,emarginare è una cosa veramente brutta..Significa mettere ai margini,estromettere dalla società.
Non importa come o in quale modo o il perchè,la cosa importante è come anche ora nel ventunesimo secolo uno dei problemi veramente importanti da risolvere,sia l'emarginazione sociale.Chi di noi non ha mai preso in giro un ragazzo o una ragazza per il colore astruso dei capelli,o magari perchè portava gli occhiali( i così detti quattrocchi). Più o meno tutti almeno una volta nella vita,l'avranno fatto.
Per questo motivo tante persone che dovrebbero portare gli occhiali sempre,non lo fanno perchè si vergognano. In aula,lunedì,molte persone si sono sentite escluse ed emarginate anche se è stata solo una Simulazione,ed è triste pensare che nella realtà molte persone si sentono emarginate o diverse,per un loro handicap,una menomazione,per il colore della pelle o per la loro sessualità.Ma siamo sicuri che gli "anormali" siano loro?? o siamo NOI che non riusciamo a concepire ed accettare che il mondo è Bello perchè è vario,ed è proprio dalla diversità del mondo che possiamo accrescere la nostra cultura e migliorare la società in cui viviamo..

Abbasso tutte le forme di discriminazione e di emarginazione...

http://www.c-progettosud.it/editoria/manifesto_contro/manifesto.html

l'ho trovato molto interessante..
Consiglio a tutti di leggere

In classe con delle simulazioni banali ho intuito cosa si prova ad essere emarginati o ad emarginare.
L'emarginazione avviene anche nei piccoli gesti quotidian come tra amiche,in palestra o semplicemente emarginiamo qualcuno solo perchè è diverso danoi!
Questo concetto è anctichissimo ma purtroppo persiste ancora, oggi spesso nelle scuole asssistiamo al bullismo, dove i bulli prendono in giro proprio ai ragazzi diversi dagli altri solo perchè hanno gli occhiali o perchè sono i primi della classe.
Credo che,nella vita quotidiana, ognuno di noi si è sentito emarginato, spesso perchè non si segue ciò che viene imposto dai modelli odierni.
In conclusione mi sento di dire che ognuno di noi è unico al mondo con le proprie caratteristiche e bisogna esserne fieri e farsi accettare per come siamo fatti!!

https://www.youtube.com/watch?v=usuSs-RvZoc&feature=related

CONSIGLIO di vederlo..molto carino

Lunedì, durante l’ora di laboratorio, insieme alla professoressa abbiamo partecipato al “gioco del Sindaco”, affrontando così la tematica dell’emarginazione. La simulazione consisteva nell’organizzazione di una festa del Paese su richiesta del Sindaco della città, la cui veste era indossata dalla professoressa Briganti, con l’esclusione di tutti coloro che portano gli occhiali. Di conseguenza io, essendo miope, ho fatto parte del gruppo degli emarginati.
Durante la simulazione, la mia sensazione iniziale è stata un profondo senso di ingiustizia, nell’essere così messa da parte e non essere considerata da un Sindaco che dovrebbe garantire a tutti i cittadini una convivenza pacifica e, nel loro rispetto, una partecipazione attiva all’interno della società, affievolendo quella sensazione di ostilità che può scaturire da un pregiudizio nei confronti dell’altro visto come diverso, perché tende semplicemente alla ricerca e alla costruzione di una propria identità autonoma e indipendente.
L’emarginazione è una condizione di esclusione sociale, di coloro, i marginali, che si collocano o vengono collocati ai margini della società, perché si discostano dalle norme socialmente condivise e non si conformano ad un modello culturale dominante, perché detentori di una propria identità culturale e di propri valori. Questo ci fa comprendere quanto tale fenomeno dell’emarginazione possa risultare crudele, non solo sulla base dell’aspetto fisico, ma anche sul piano valoriale e culturale nei confronti di una giusta diversità che viene vissuta come una minaccia, perché ritenuta fonte di inquietudine sociale. Ho utilizzato il termine “giusta diversità” perché ritengo che questa condizione appartenga alla sfera individuale e naturale di ogni persona, che presa singolarmente è dignitosamente unica e irripetibile.
Durante la simulazione ho osservato come, tra noi esclusi, non vi è stata affatto rassegnazione di fronte ad una tale situazione così illogicamente ingiusta e insensata, ma si è creato un gruppo compatto deciso ad organizzarsi per inscenare la propria creatività e conquistare in tal modo una propria festa di Paese.
Il messaggio che ho ricevuto, da questa esperienza, è che se si crede realmente in qualcosa bisogna lottare, perché solo così è possibile cambiare le cose e ottenere qualcosa che si vuole, sempre nel rispetto e nell’ascolto delle diverse opinioni e nella considerazione dei vari e del singolo punto di vista espresso dall’altro diverso da me.

mi piace questa tua conclusione! la docente

Nel laboratorio del 4 Aprile abbiamo trattato il tema dell'emarginazione,un tema non solo importante ma anche molto attuale.Durante la lezione non abbiamo fatto solo teoria ma anche pratica,la nostra profesoressa si è immedesimata in un sindaco che doveva fare una selezione per fare partecipare i cittadini ad una festa di paese.Sono stati emarginati chi ad esempio portava gli occhiali ed io in questa situazione ero intenta,oltre ad ascoltare il sindaco ad osservare anche ciò che gli emarginati facevano e ho visto che si organizzavano tra loro senza mettersi contro noi emarginanti ma erano tutti attenti ad ascoltare il sindaco che gli davano le spalle.Io anche se ero dalla parte dei non emarginati mi sentivo in colpa per gli emarginati,infatti in continuazione mi chiedevo perchè fare queste differenze?Ma soprattutto mi chiedevo come impedire questa situazione.Questo è il compito della società che deve rimuovere tutte le emarginazioni perchè producono disagio,sofferenza,tensioni,spreco di risorse.Al superamento e alla rimozione di tutte le forme di emarginazione devono applicarsi i gestori della società:amministratori,politici,forze sociali perchè a loro è possibile l'operare positivamente per perseguire tale obiettivo.L'emarginazione,ossia l'impedire l'inserimento di qualcuno nella società è un tema molto diffuso nella realtà di oggi,rivolta agli immigrati,disabili,solo perchè sono diversi rispetto a noi per il loro modo di pensare,di comportarsi.Esistono forme di emarginazione che sono ancora più gravi perchè sono prodotte dal pregiudizio,dall'ignoranza ,dall'azione attiva di gruppi o persone verso altri gruppi e altre persone.Ma chi ci dice che la nostra razza sia migliore rispetto alle altre?Allora come ha affermato una ragazza durante la simulazione colui che è diverso può solo arricchirci e che è la diversità a renderci unici al mondo.Concludo dicendo che,la società multietnica e pluriculturale non può essere assolutamente la società della discriminazione e dell'emarginazione.In essa deve invece diventare operante il principio dell'accoglienza.Dobbiamo essere disponibili ad accogliere colui che viene da lontano con calore e con entusiasmo,deve pertanto cadere ogni pregiudizio,rivelatore di scarsa intelligenza,di limitata curiosità e di paura del nuovo e del diverso,che impedisce ogni incontro e ogni confronto.

Cercando su internet ho trovato molti lavori,foto,poesie,racconti sull'emarginazione. Ho scelto una poesia sull' emarginazione degli immigrati,fenomeno molto sentito in questo periodo visto i continui sbarchi di immigrati provenienti dalla Libia.

[Carrette sul mare.
Ho visto immagini
che le televisioni trasmettono
di barconi pieni di emigranti
che noi chiamiamo clandestini.

Stipati su barconi come bestie
con il pericolo che affondino
da un momento all'altro,
per ore e ore, nel buio della notte
navigano sul mare con una sola speranza
nei loro cuori: "Vivere o morire."

Vivere per poter raggiungere un paese
che li accolga, e possano trovare
una casa, un lavoro, una serenità
e la pace nei loro cuori
che a loro è sempre mancata

Morire, sì, morire perché
hanno perso tutto,
per pagarsi il viaggio della speranza
dove uomini senza dignità e amore
ma solo per denaro
li trasportano lasciandoli
morire di fame e di freddo.

Ecco, noi li chiamiamo clandestini,
abbiamo paura che loro
portino malattie,
lavoro, delinquenza.

Noi dobbiamo aver paura soltanto
del nostro egoismo e cattiveria,
non ricordandoci di ciò che Gesù disse:
"Amatevi gli uni e gli altri
come vi ho amato io."

Pensiamo piuttosto
che un fratello ha bisogno di noi,
stringiamoli tra le nostre braccia
guardiamoli negli occhi
e potremo vedremo nei loro
finalmente un barlume di felicità.