Ho scelto l’argomento n°2:CSCL
Ogni ragazzo,nel corso della propria vita può ricevere un’educazione attraverso la costruzione di diverse relazioni educative.
Una prima relazione educativa,che coinvolge il bambino nella sua più tenera età è quella che lo lega alla madre e dalla quale percepisce e riceve i primi modelli educativi,che lo allenano nel suo futuro ingresso
nel mondo. Ad essere educati non sono sempre e solo i bambini,in quanto delle volte sono loro ad educare gli adulti,dopo aver appreso qualcosa del proprio mondo esterno.
La relazione madre/figlio tende a essere,nella maggior parte delle volte, un interazione con il mondo scolastico,anche se spesso lo pongono in una posizione opposta con quello che è il rapporto docente-discente.
Famiglia e scuola operano insieme,ma non nel senso che occupino ciascuno per proprio conto la formazione dei giovani,bensì nel senso che la loro azione deve essere armonicamente realizzata e continua.
Occorre che la scuola si apre alla famiglia e viceversa,per non permettere che le due formazione si sostituiscono ai compiti svolti da una delle due,anche perché la famiglia ha un carattere individualistico,con la trasmissione di un educazione posata sul puro affetto,che rivolge l’interesse ad essi soltanto,mentre la scuola tende a socializzare,proprio perché costituisce la cellula sociale più vasta e formata da fanciulli appartenenti a diversi ambienti educativi.
Quindi una seconda relazione educativa risiede tra il complesso legame tra docente/discente,che produce un apprendimento,attraverso un’interconnessione che porta alla fusione delle conoscenze.
Ogni rapporto umano è educativo,in quanto è portatore di significati,valori,opinioni;è scambio dove si dà,ma si riceve anche qualcosa.
Si intende per relazioni educative tutte le esperienze di vita,sempre mantenendo un rispetto reciproco,al fine di arricchirsi,valorizzando le caratteristiche soggettive
Il fanciullo deve essere considerato il soggetto di questi rapporti.
Negli ultimi anni si è avuta una grande diffusione di strumenti informatici in tutti i settori della nostra vita,che hanno suscitato un coinvolgente dibattito sulle potenzialità formative delle nuove tecnologie e,più in generale,sul rapporto fra le istituzioni scolastiche e le nuove conoscenze richieste nella società contemporanea.
Un punto prioritario ha riguardato l’introduzione dell’uso del computer nelle scuole e,in particolare,l’impulso all’impiego di strumenti didattici alternativi al tradizionale libro di testo. Così la scuola si deve impegnare all’uso del computer,per permettere lo sviluppo di competenze sia nel mondo del lavoro,sia nel contesto delle relazioni sociali più ampie.
Tutto ciò serve anche nel permettere lo sviluppo di un’autoregolazione da parte dei giovani,per muoversi liberamente nel proprio ambiente.
Apprendere in maniera autoregolata significa controllare il proprio processo di apprendimento non soltanto dal punto di vista cognitivo, metacognitivo e comportamentale, ma anche da quello della motivazione e delle emozioni,invitando a servirsi anche di quelle che sono le risorse personali,per raggiungere i propri obiettivi.
I giovani si sono rivelati più esperti nell’uso delle tecnologie,arrivando anche a ribaltare i ruoli di questa relazione: di docente discente.
La scuola è stata definita un tipo di apprendimento passivo,in quanto si articola in un complesso di singole discipline,impartite da insegnanti diversi,sulla base di testi,che richiedono la capacità di decodificare un testo scritto e di riprodurre tutto attraverso un modello chiuso:lezione frontale.
Il modello della cultura multimediale prevede una forma di sapere attivo,basata su strategie di ricerca individualizzate,che superino la tradizionale divisione tra discipline diverse. Si tratta di abilità necessarie in un mondo segnato da una rapida evoluzione delle conoscenze,in cui a un sapere contrassegnato da risposte univoche si contrappone un modello di apprendimento fluido e ricco di contaminazioni disciplinari.
Secondo alcune ricerche su internet,che mi sono permessa di fare per affrontare al meglio questo argomento ho notato che la maggior parte degli insegnanti considera il computer come uno svago,un piacere,piuttosto che un sapere serio e importante del libro.
In questo cammino non bisogna trascurare la formazione di un modello di costruzione sociale,che tenga conto non solo del singolo individuo,ma
anche l’intera comunità,che lo pone in relazione e in rapporto con l’altro,quindi per la formazione di modelli di collaborazione e l’interazione con il contesto d’appartenenza,per garantire una formazione globale,che fa si che l’individuo stia a passo con i tempi,proiettandosi sempre verso il futuro,senza perdere di vista il proprio contesto di appartenenza,nel quale tende a conoscere nuove cose,anche se nella maggior parte delle volte lo posano nel disordine,nella complessità e da quest’ultima deve riuscire ad uscire,servendosi anche delle relazioni educative.
Tutto ciò è possibile promuovendo un apprendimento attivo, dando agli studenti feed-back appropriati, incoraggiandoli a valutare i
propri risultati e a rivedere di conseguenza il proprio operato.
Con questo discorso mi preme sottolineare il riferimento in campo relazionale a tutte le persone,anche alle persone disabili,con le quali l’educatore deve prendere in considerazione la diversa situazione e mettere in atto programmi specifici per far emergere le doti del disabile,permettendogli di camminare a passo con il normodotato,senza mettere in luce le “mancanze”,ma evidenziare le possibilità,le doti e le capacità di una persona,con un tocco di sensibilità.
Le persone disabili devono essere considerate come cittadini a pieno titolo,non considerati dei soggetti passivi di pietismo,ma altrettanto responsabili di questa relazione,che permette di affrontare e conoscere il diverso per realizzarsi per quello che siamo e per ciò che possiamo diventare (=Jonas).
Come dice Murdaca bisogna tener conto dello sfondo integratore dei diversi,del loro codice esistenziale,che va analizzato in un’ottica progettuale e flessibile per non trascurare il soggetto mutante e differenziato,coniugando l’aspetto educativo con quello didattico,quello terapeutico con quello riabilitativo e sociale per permettere anche a quest’ultimi di integrarsi nel contesto sociale e raggiungere una promozione personale,innalzando la qualità di vita dei soggetti,proiettandoli verso l’innovazione del non ancora,ossia del futuro,in modo che si è capaci di affrontare,essendo partecipe nella vita.
La tecnologia è entrata anche nel mondo del disabile arrivando a cambiargli la vita,semplificandola e rendendoli partecipi della modernità,la quale ha dato a loro la possibilità di essere più autonomi(=es:la domotica)
Tutto ciò ci ha permesso di guardare la persona nella sua globalità che non può venire scomposta in funzione che può essere curata separatamente, perdendo le capacità di integrare,di considerarla nell’insieme.