Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Virginia Maddaloni
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Virginia Maddaloni Gio Mag 12, 2011 5:07 pm

    Nato il 4 Luglio

    C’è un intero filone cinematografico, soprattutto nel cinema americano, che racconta le vicende di personaggi con deficit acquisiti: è l’insieme dei film sui reduci di guerra. Questo filone s’ingrossa, ovviamente, ad ogni dopoguerra: dopo la prima guerra mondiale, dopo la seconda, dopo la guerra del Vietnam … Questi film sono, in genere, imperniati su un duplice conflitto: un conflitto interiore, psicologico, e un conflitto esterno, sociale. Il conflitto interiore, vissuto dai protagonisti di questi film, è tra la loro identità (costruita sull’essere sani, forti e – spesso - spavaldi) e la loro nuova condizione, “indebolita” da una disabilità fisica.
    Fino agli anni cinquanta, tuttavia, questa conflittualità doveva essere riassorbita e superata tutta e solo dal protagonista. Costui doveva riuscire ad accettare la propria disabilità, mettere da parte un po’ della propria orgogliosa indipendenza e accettare di dover farsi aiutare. Gli altri (i parenti, la fidanzata, gli amici, tutta la società circostante) facevano poco più che consolare e attendere pazientemente il superamento dello shock e la “riabilitazione” del reduce disabile. Da questi film emerge una concezione della disabilità che possiamo considerare puramente riabilitativa.
    Soltanto a partire dai film post-Vietnam l’approccio cambia. Il conflitto interiore resta, rimane lo sforzo per ridefinire la propria identità. Ma non è più solo il reduce a doversi riadattare. Il sessantotto non è passato invano. Questi film sono permeati da uno spirito contestatario. Il reduce disabile rappresenta una spina nel fianco della società, che costringe tutti a interrogarsi sui propri valori di fondo. Alcuno esempi li possiamo trovare in “Tornando a casa”, in uno dei personaggi secondari di Forrest Gump (1994) di Robert Zemeckis, oppure nel Film di Oliver Stone, con Tom Cruise, Nato il 4 luglio.
    Ron Kovic, nato il quattro di luglio, giorno dell'Indipendenza americana, in un piccolo centro presso New York, da una famiglia cattolica e tradizionalista, è stato educato all'agonismo e a credere negli ideali dell'americano medio. Nel 1967, raggiunta l'età necessaria, il ragazzo lascia la sua fidanzata Donna e parte volontario per il Vietnam, convinto di andare a difendere la patria e la civiltà contro il comunismo. A Ron, un marine che subito si trova scaraventato all'inferno, in un paese incomprensibile, in una guerra crudele in cui vede ammazzare donne e bambini innocenti, accade di uccidere per errore il suo commilitone Wilson. Poi, nel 1968, la catastrofe: ferito gravemente alla spina dorsale, rimane paralizzato dalla vita in giù, perdendo così l'uso delle gambe, la possibilità di avere figli e rapporti sessuali. Appresa chiaramente la sua situazione dai medici militari, Ron trascorre un lungo e difficile periodo di convalescenza in uno squallido ospedale, affidato ad infermieri brutali, soffrendo molto, ma imparando a vivere come un paraplegico e a muoversi su una sedia a rotelle. La sua riabilitazione è stata dura, anche a livello emotivo.. Durante un esercizio cadde e si ruppe un femore.. rischiò di farsi amputare la gamba, e questo non lo accettava. Un infermiere gli disse: “A cosa ti serve? Tanto sei paralizzato” e Ron gli rispose con rabbia: “È la mia gamba! Io voglio la mia gamba, ficcatelo bene in testa! Possibile che non riesci a capirlo?! Dico soltanto che voglio essere trattato come un essere umano. Io ho combattuto per il mio paese! Sono un reduce del Vietnam! Ho combattuto per il mio paese!”.
    Riportato in patria, scopre quanto durante la sua assenza sia cambiata la situazione: ora per molti la sua sola presenza è scomoda e lui non può vantarsi di essersi sacrificato per gli USA. Sconvolto e umiliato, Ron torna infine in famiglia, dove viene accolto con affetto, anche se non mancano i problemi.. Ha una discussione col fratello per uno scontro di ideali. Non crede nella guerra, sta dalla parte dei dimostranti che manifestano contro il paese perché non vogliono che i loro ragazzi tornino come Ron. “Ronny tu hai servito il paese, ma cosa ci hai guadagnato? Guardati”. Ma Ron gli risponde che lui lo ha scelto, è partito come volontario, perché “il tuo paese o lo ami o te ne vai”. Ma vedremo come cambierà la sua idea.. Arriva il giorno del suo compleanno, il giorno dell’indipendenza, e durante una manifestazione della sua città parlerà in pubblico della guerra e onorando il suo paese: “Ho servito il mio paese e non voglio che vi sentiate dispiaciuti per me. Non versate lacrime. Ho le mie mani, i miei occhi, le mie orecchie, ho il mio cuore.. e ho quello che sento.. ossia un’insaziabile…” ..senso di colpa.. per questo interrompe il suo discorso.. ha il senso di colpa per aver ucciso accidentalmente il suo compagno di armi.. e per lui la sua situazione è come una condanna per il peccato commesso.. “Quando ero in ospedale pensavo che tutto questo ha un senso.. perché io ho sbagliato, perché ho ucciso qualcuno, delle persone, ho fatto degli sbagli terribili. Credi che importi a qualcuno se sono stato un eroe! Quel giorno sono rimasto paralizzato, e per cosa? Sono stato così stupido! Adesso penso che rinuncerei a tutto quello in cui credo, a tutto quello che ho, a tutti i miei valori per riavere di nuovo il mio corpo, pur di essere di nuovo tutto intero. Ma non sono intero. Non lo sarò mai più, e questa è la realtà, vero?” “In nome di Dio, Ronny” gli risponde l’amico Timmy “è il tuo compleanno. Sei vivo. Ce l’hai fatta. Sorridi”.
    Dopo un lungo periodo di amarezza e umiliazioni, in cui si lascia andare e incontra anche una prostituta, specializzata in reduci mutilati come lui, si ubriaca spesso e giunge al massimo abbattimento. Ron incontra di nuovo Donna, che ora svolge con entusiasmo attività di propaganda per il pacifismo. Convinto dal suo esempio, Ron, dopo essersi recato dai genitori di Wilson e aver chiesto il loro perdono, si dedica con impegno all'attività pacifista, divenendo un leader del movimento, e trovando così un valido scopo alla sua vita. Nel 1976 sfila nel grande corteo annuale del 4 luglio, quindi si presenta sul palco e parla alla folla, composta in gran parte di giovani, affermando che la guerra è sempre un male.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Re:13.LUNEDì LEZIONE VIRTUALE,18 APRILE

    Messaggio  natale camilla85 Gio Mag 12, 2011 5:31 pm

    IL film che ho scelto di commentare è:"FORREST GUMP".Sono molto affascinata da questo film,non solo per l'attore che è bravissimo a rappresentare il suo ruolo,ma soprattutto perciò che il personaggio rappresenta e per il messaggio che questo film ci regala.
    FORREST GUMP è un film del 1994,ispirato all'omonimo romanzo di Winston Groom del 1986;tratta dell'intensa vita di un uomo dotato di uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma,ma l'aspetto che lo valorizza è proprio il suo rapporto ingenuo e fiducioso con un mondo che sin da bambino fa di tutto per relegarlo e associarlo nell'ambito del diverso.
    FORREST,un giovane diversamente abile è seduto su una panchina per aspettare l'autobus,quando inizia a raccontare della sua vita a passanti sconosciuti che non erano sempre gli stessi come erano diverse anche le loro reazioni,alcuni mostravano indifferenza altricommozione.
    FORREST inizialmente non è ammesso nella scuola pubblica a causa del suo Q.I.,ma la madre,concedendo favori sessuali al preside,ottiene di farlo comunque ammettere.Il primo giorno di scuola incontra sull'autobus Jenny,unica amica e suo unico amore.Il rapporto che si instaura tra i due bambini è profondissimo.
    E' proprio per questo motivo che FORREST è seduto su quella panchina:aspetta l'autobus che lo porterà a casa di Jenny.Traspare quindi,come l'amicizia sia uno dei valori a cui FORREST tiene di più.Comincia un'amicizia molto particolare.Molte sequenze del film descrivono due passeggiare insieme,arrampicarsi sugli alberi e chiacchierare.Oltre al tema dell'amicizia compare quello dell amore e della scarsa intelligenza.Per quanto riguarda il primo la scena che ricordo è quando FORREST stesso dice:
    "NON SONO UN UOMO INTELLIGENTE,MA SO L'AMORE CHE SIGNIFICA".
    Jenny invece non ha mai provato l'amore,se non da bambina e proprio per FORREST,come ci lasciano intendere alcune scene.FORREST non si rende conto,però,che l'amica ha paura di stargli acconto:FORREST,dal canto suo,ha sempre amato Jenny:è lui a rivelarcelo,in una scena ,immediatamente prima di essere spedito in Vietnam.
    Per quanto riguarda il 2 tema inveceè la tematica che fa da sfondo all intero film.Questo fatto è chiaramente evidente all'inizio del film.FORREST è più stupido degli altri,invece conduce una vita migliore di quella degli altri.FORREST diventa campione di football,si laurea,si arruola,combattè in Vietnam,ma non fa mai niente di male.
    Non importa essere intelligenti,basta agire nel bene.Grazie alla sua spontaneità riesce a fare di tutto.Si ha anche l'impressione che FORREST in realtà sappia esattamente ciò che succede intorno a lui,ma che il suo cervello lo registra in superfluo;infatti nel corso del film vediamo,che per lui contano solo due cose:Jenny e mantenere le promesse.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  amelia prassino Gio Mag 12, 2011 5:35 pm

    Il film che ho scelto riguardo la disabilità è quello di "Gaby una storia vera",una trama che mi ha colpito molto emotivamente. Gaby è venuta al mondo con un terribile handicap, causato da paralisi cerebrale non può parlare, né camminare, né muovere le mani; l'unico arto funzionante è il piede sinistro. I genitori, che pure l'amano teneramente, non riescono ad aiutarla veramente, e così pure l'infermiera, che l'assiste. Ma quando la bimba ha circa 3 anni, una modesta popolana, Florencia venuta a lavorare in casa con umili mansioni, riesce a farle comprendere come può comunicare con gli altri, muovendo il piede sinistro per rispondere sì o no alle domande, che le vengono poste. La bambina è molto intelligente e capisce subito ciò che le viene suggerito; da quel momento comincia per lei una vita diversa, perché non è più completamente isolata. I genitori, trovato un così insperato aiuto, accettano subito Florencia come infermiera della piccola, e da quel momento le due creature saranno sempre unite. E la donna, infatti, che nutre, lava e veste Gaby, poi inizia a studiare insieme a lei; guida la sua carrozzella; l'accompagna e l'aiuta, durante le lezioni che la bambina frequenta nell'istituto per handicappati. La donna,quindi,non costituisce solamente un aiuto fisico per questa ragazza,ma rappresenta la vera svolta della sua vita,grazie al suo amore e alla sua grande voglia di aiuto nei confronti di Gaby è riuscita a tirar fuori tutta la voglia di vivere e la gioia di questa ragazza.Gaby usa una macchina da scrivere elettrica e batte i tasti con le dita del piede. In classe, finalmente, trova un amico, Fernando, anch'egli handicappato per paralisi cerebrale, ma colpito meno gravemente di lei. Oltre che un'amicizia, quando i due crescono, nasce fra loro un tenero e timido amore, alle cui espansioni impacciate Florencia assiste commossa e discreta. Terminato il ciclo di studi inferiori nella scuola che frequentano, i due giovani non hanno più niente da imparare, perciò aspirano ad affrontare un esame di ammissione alla scuola pubblica superiore. La madre di Fernando, possessiva e autoritaria, non approva questo programma, e riesce a scoraggiare il figlio, che all'ultimo momento non si presenta alla prova. Gaby, invece, incoraggiata dalla mamma e da Florencia, sostiene coraggiosamente l'esame e viene promossa. Ma il legame con Fernando è finito, e la ragazza è terribilmente sola, anche se riesce a proseguire gli studi, e oramai frequenta l'università.tello non le giova molto, perché costui è perfettamente sano e conduce una vita molto diversa dalla sua. Durante una lezione, Gaby conosce un giovanotto simpatico e intelligcnte, Luis, col quale fa amicizia e che l'aiuta a far pubblicare qualche suo scritto, finché la ragazza gli offre il suo amore, e lui, molto onestamente, rifiuta un legame, che non si sente di accettare. Amaramente delusa, Gaby ha una crisi di profondo sconforto, durante la quale spacca col piede una vetrata e si ferisce, fortunatamente, però, non in modo irreparabile. Superato l'abbattimento, Gaby chiede a Dio la forza di accettare se stessa con tutte le sue limitazioni fisiche e comprende che, come le ha detto un giorno suo padre, il suo spirito e la sua intelligenza sono liberi e le possono aprire davanti un mondo.Gaby è diventata una celebre e ammirata scrittrice e nel suo lavoro ha trovato conforto.Insieme alla sua amica e infermiera, adotta una bambina, e così con queste due creature riesce a armare una famiglia e a riempire la sua vita d'amore.Questo film costituisce un grandissimo insegnamento per tutti noi,in quanto la cosa fondamentale che si percepisce è il fatto che non serve essere privi di problemi fisici e mentali per vivere bene,dato che la vera vita è dentro di noi ,quindi le differenze fisiche non contano,bisogna andare oltre e arrivare a percepire la vera essenza di una persona sconfiggendo qualsiasi pregiudizio.Gaby è un grande esempio in quanto con un solo piede è riuscita a vivere una vita fatta di amore e di grandi soddisfazioni anche in campo letterario.Le persone disabili sono uguali a noi,anzi,dal mio punto di vista queste necessitano di molto più amore costituendo un punto di forza per andare avanti con tanta voglia di fare e di vivere tirando fuori le loro grandi risorse represse da una società spesso non aperta alle diversità.GRAZIE MILLE.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  ChiaraDiNola Gio Mag 12, 2011 6:19 pm

    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Whatcolorislovemyspace


    Il film che ho scelto di analizzare è un film non molto conosciuto, ma a mio avviso molto bello e significativo.Il film del quale sto parlando si intitola “Il diritto di una madre”, girato in Canada nel 2008.Il titolo originale è “WHAT COLOR IS LOVE?” ed è un film tratto da una storia vera.Il film racconta la storia di Nicole Alpern (Jennifer Finnigan), una giovane canadese tifosa di basket, la quale una sera, dopo aver assistito alla partita del suo idolo sportivo, l’afro americano Ty Rivers (Roger Cross), lo conosce personalmente ed intreccia con lui una relazione.Presto la ragazza si rende conto di essere rimasta incinta, e lo comunica a Ty il quale purtroppo non dimostra la reazione sperata. Il sogno romantico diventa incubo: Ty è molto influente ed è sposato, e cercherà di portare via il bambino con qualunque mezzo. Egli chiede infatti l’affidamento esclusivo del bambiino,ma Nicole è decisa a non farsi portare via il suo piccolo e per difendere i suoi diritti di madre non esita a trascinare Ty in una aspra battaglia giudiziaria, che li condurrà perfino innanzi alla Corte Suprema.Ciò che più colpisce di questo film è rappresentato dalla motivazione attraverso la quale l’avvocato di Ty cerca di ottenere l’affidamento esclusivo.Tali motivazioni si basano infatti su elementi razziali.Il bambino essendo meticcio si troverà meglio a vivere con la famiglia di Ty, perché sarà più in grado di aiutare il bambino quando si troverà di fronte a forme di razzismo.Il colore della pelle del bambino essendo più vicina a quella del padre fa si che quest’ultimo sia in grado di prendersi cura meglio del bambino rispetto alla madre, che non avendo nessuna esperienza di razzismo , non sarà in grado di proteggere e di crescere il bambino.Come possiamo costatare il tema del razzismo è un tema molto attuale.In un mondo in cui ogni giorno sono raggiunti e superati sempre nuovi traguardi, non si riesce a raggiungere il traguardo più importante, quello di un'effettiva uguaglianza di tutta l'umanità, senza

    distinzione di razza, di lingua, di religione, di condizioni sociali o d'idee politiche.Riprendendo il titolo originario del film mi chiedo ”WHAT COLOR IS LOVE?” “Qual è il colore dell’amore ?” per me l’amore non ha un colore specifico ma esso ha tutti i colori del mondo.Il razzismo è un fenomeno che riguarda tutti i soggetti, sempre di + assistiamo a forme di razzismo nei confronti dei soggetti disabili.Disabile considerato infatti come un diverso.Diversità che porta alla collocazione di determinate persone all’interno di certe categorie, in questo caso la disabilità diviene il fattore che permette di identicifare il soggetto.Tali meccanismi inducono il soggetto che ne è vittima ad interiorizzare sentimenti di inferiorità,di inadeguatezza che possono portare all’autosvalutazione e all’autoeslcusione.Quando pensiamo al diverso immaginiamo un soggetto non simile alla maggior parte delle persone che vivono intorno a lui.Soggetto il quale viene etichettato dalla società circostante in quando ha idee, pensieri , comportamenti , elementi fisici difformi rispetto alla cosidetta normalità.Ma cos’è normale? Pensare ,agire come gli altri? La normalità è quello che siamo.Ogni soggeto è uguale e diverso dall’atro.Uguale nei diritti e nei doveri , diverso nelle sue idee, nei comportamenti, semplicemente nel suo essere soggetto.
    La mia fonte:
    http://www.cinetivu.com/sitcom/fiction-straniera/il-diritto-di-una-madre-su-canale-5/
    Libro nozioni introduttive di pedagogia della disabilità
    Carolina Cozzolino
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Carolina Cozzolino Gio Mag 12, 2011 7:59 pm

    Vorrei parlavi del film "basta guardare il cielo" tratto dal romanzo"Freak The Mighty" di Rodman Philbrick.
    Questo film di genere drammatico, che tratta la tipologia della diversità, nasce nell'anno 1998. Esso narra la storia del giovane Kevin Dillon. Quest'ultimo,affetto da una rara sindrome, insieme a sua madre Gwen si trasferiscono nella casa accanto a quella dove Maxwell Kane abita con gli anziani nonni. Max ha 13 anni e l'aspetto di un gigante, è lento a scuola, ha poco coraggio e non riesce ad adattarsi. Max e Kevin sono degli esclusi che, incontrandosi, si costruiscono una nuova vita. Insieme partono alla ricerca della grandezza e del bene, guidati dal nobile spirito di Re Artù e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda. In un bar difendono una donna picchiata da un uomo, di notte recuperano una borsa rubata ad un'altra donna. Alla mensa della scuola, Kevin si sente male: in ospedale, gli viene diagnosticato ancora un anno di vita. Il padre di Max esce dalla prigione in libertà vigilata, va a trovare il figlio e ricomincia a picchiarlo. Max lo accusa di aver ucciso la mamma, lui si infuria e di nuovo viene messo dentro. Arriva Natale e, dopo essere stati allegramente insieme ai vicini per il cenone, Kevin e la madre tornano a casa. Nella notte Kevin ha un altro attacco, e stavolta muore. Colpito nel profondo, Max comincia a pensare, scrive sulle pagine bianche del libro lasciatogli da Kevin che finisce con l'indicazione della tomba di Re Artù non ancora morto.


    Quando per un ragazzo di tredici anni arriva il momento di dover superare le difficili prove della vita reale, avere un amico “del cuore” è la chiave giusta per affrontare tutto con forza e a testa alta, dalla cima del mondo. Inoltre, per superare con maggior facilità problemi e ostacoli, è necessario cercare dentro sé coraggio e forza, proprio come facevano gli antichi guerrieri quando dovevano uccidere draghi, combattere forze oscure e salvare damigelle inpericolo. Quando poi si è in qualche modo considerati “diversi’ e quindi, automaticamente,esclusi, avere un amico ed essere forti e coraggiosi sono i due ingredienti indispensabili per riuscire a crescere.L’aspetto forse più interessante del film infatti è proprio il modo in cui Chelsom mostra quanto sia importante avere un amico e quanto, occupandosi l’uno dell’altro, sia possibile fare della propria vita un’esperienza davvero speciale, soprattutto quando il resto del mondo sembra essere “assente” e non avere alcun rispetto…Kevin dà a Max la sua voce, le sue capacità cognitive, la voglia di fantasticare, di viaggiare con l’immaginazione e di lasciarsi trasportare in “altri universi” dai personaggi dei libri. Max dà a Kevin la possibilità di muoversi, di viaggiare realmente nello spazio, di giocare a basket, di correre sentendo il vento fra i capelli e di vedere dal vivo i fuochi d’artificio che fino ad allora erano solo il frutto della sua immaginazione. I due protagonisti mostrano cioè un ottimo esempio di un rapporto fatto di fiducia, attenzione, complicità, reciprocità, indispensabile ad entrambi per riuscire a crescere, a sconfiggere le paure e a sentirsi meno soli. E dunque proprio la rappresentazione dell’amicizia quale relazione fatta di “dare e ricevere” e la valorizzazione dell’unione per combattere le prepotenze,l’esclusione di un individuo dal gruppo, i pregiudizi, l’aiuto reciproco, l’ascolto attivo e la comprensione.Ma il film è anche una storia che invita a r i f l e t t e r e sull’importanza di maturare dentro di sé un buon livello di autostima e di fiducia nelle proprie possibilità, ingredienti indispensabili per superare ostacoli e risolvere i problemi che frequentemente possono affacciarsi alle porte dell’esistenza di ognuno. Ci sono tanti eventi nella vita che indeboliscono, spaventano e tolgono la possibilità di reagire, proprio per questo quando si assiste alle reazioni dei personaggi di un film, ci si può sentire più forti e rassicurati e si possono intravedere nuove strade comportamentali. Personalmente c'e' da pensare alla forza delle mie colleghe quando in classe raccontavano la loro esperienza con persone disabili, e di quanti problemi dovessero affrontare,da qui ancora il tema della RESILIENZA! Kevin nonostante il suo "handicap" riesce comunque ad andare avanti,rifugiandosi nel suo mondo,dove sarà proprio Max a liberarlo.
    Il film, infine, è anche un bell’omaggio al grande potere della lettura e dell’immaginazione. Sembra volerci dire che se si impara a leggere e a nutrire una passione, si può andare ovunque si desidera. Attraverso l’amore di Kevin per la lettura e la sua voglia di imparare, Max si avventura in viaggi fantastici dai quali uscirà rafforzato, arricchito e trasformato nel cuore e nella testa. È proprio infatti la resistenza dell’immaginazione lo speciale elemento dell’essere umano che non può essere annientato e che sopravvive anche nelle condizioni più avverse. I protagonisti Kevin e Max provano proprio questo: l’immaginazione diventa la loro arma, il loro mezzo di sopravvivenza per sopportare gli abusi e far fronte alla durezza ed anche il loro biglietto da visita per uscire dall’ambiente duro e deprimente in cui vivono. Questo fa pensare proprio all'argomento delle tecnologie estensive, parlatosi già nei precedenti laboratori, dove si evinceva proprio l'importanza di un libro come uno strumento potentissimo per sviluppare la nostra mente. Concludo dicendo che l’elemento di maggior forza nel film: è nelle azioni che si compiono che ciascuno prova il proprio valore.......


    Ultima modifica di Carolina Cozzolino il Ven Mag 13, 2011 7:45 am - modificato 1 volta.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Il ragazzo che sapeva volare.

    Messaggio  concetta di lillo Gio Mag 12, 2011 9:08 pm

    Il film che ho scelto, tra i tanti che hanno toccato il tema della disabilità in generale, è quello intitolato "il ragazzo che sapeva volare".
    I motivi della scelta sono molteplici:tratta l'autismo, tema ricorrente nelle nostre lezioni;i protagonisti sono due ragazzini, e ci da quindi la possibilità di vedere attraverso occhi incontaminati, limpidi;ed il finale, con doppia interpretazione, che fa taciti riferimenti alla capacità di sognare ancora (e nonostante tutto), caratteristica che spesso appartiene a chi soffre.
    Il film tratta della storia di Eric, bimbo autistico e totalmente privo di relazioni, e di Milly, grazie alla quale Eric riuscirà a dare una svolta alla sua vita.Già nel rapporto tra i due si fa riferimento a quanto spesso abbiamo spiegato in classe, ovvero all'individualità di ogni soggetto e all'importanza delle relazioni col prossimo, inteso come famiglia, istituzioni, amici.Nel film stesso, come accade frequentemente nella realtà, chi ha un "handicap", sviluppa capacità straordinarie in campi specifici.Ed ecco che entra in gioco Milly (nella realtà la paragonerei alla famiglia) che con pazienza, dedizione, ma soprattutto amore, dona inconsapevolmente al suo migliore amico, una motivazione per reagire. Eric non è quasi più vittima di stereotipie, e non assume più atteggiamenti nocivi alla sua stessa salute:come cercare di volare dal cornicione!L'amicizia cresce, i due si legano profondamente e indissolubilmente, tanto che quando Eric viene rinchiuso in manicomio e Milly è bloccata in ospedale a causa di un incidente, riescono a comunicare col pensiero, col cuore.Questo passaggio del film, così surreale, credo sia una volontaria allusione al legame, alla stima e all'affetto che DEVE NECESSARIAMENTE legare duen persone (nella realtà ad esempio l'educatore e l'educando!) Finalmente i due ragazzi si rincontrano, scappano insieme e, per sfuggire a coloro i quali li avrebbero separati definitivamente, si lanciano dal cornicione........e riescono a volare!Le considerazioni sulla fine sono necessarie.
    1) la fine intesa come suicidio:i due protagonisti, alla disperazione di un'aventuale separazione, preferiscono la morte.
    2) la fine intesa come vittoria:nonostante l'handicap del protagonista, volare è possibile....quindi niente è impossibile per chi è diversamente abile.(accenni, se vogliamo, alla resilienza)
    3) la fine intesa come liberazione: piuttosto che essere schiavi della NON COMPRENSIONE i due scelgiono di "scappare".
    Ovviamente sono le mie personali considerazioni.Film surreale ma sicuramente toccante.
    NB:un brevissimo intervento lo vorrei dedicare ad un altro film intitolato "Niagara", che tratta della storia di una ragazza affetta da una rara sindrome che le porta spasmi e scatti perpetui e repentini.Patologia associata a disturbi di tipo psicologico, traumatico o relativi allo stress, comunemente detti anche TIC.Perchè parlo di questo?Perchè penso che il disagio nell'essere giudicati diversi, non dipenda solo da fattori fisici,ma spesso anche psicologici.La diversità non è solo esteriore, fisica.Il "sentirsi diversi" è anche relativo alla nostra interiorità.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  elvira pilozzi Gio Mag 12, 2011 9:22 pm

    Il film che ho visionato si intitola: LA FIAMMA SUL GHIACCIO. Attraverso questo film sono venuta a conoscenza della sindrome di Asperger di cui il protagonista ne è affetto. Sindrome che gli impedisce di provare qualsiasi tipo di sentimento, è caratterizzato da una persistente compromissione delle interazioni sociali, ha schemi di comportamenti ripetitivi e stereotipati ed attività ed interessi molto ristretti. Noto che diversamente dall'autismo classico non si verificano significativi ritardi dello sviluppo del linguaggio o dello sviluppo cognitivo. Fabrizio e Caterina vivono ai margini della società, lui
    matematico affetto da gravi turbe psichiche che gli impediscono di relazionarsi col prossimo, lei vittima disadattata di attacchi di schizofrenia, finita sulla strada a mendicare dopo un’infanzia traumatica. Un incontro fortuito tra i due farà scoccare la scintilla nel cuore di Caterina, che si getterà con tutte le proprie forze in una disperata rincorsa verso tutto ciò che le rimane: un amore impossibile.
    L’opera si svolge tra il reale e l’onirico, con lunghi incisi di immersione profonda nel subconscio dei protagonisti, giocando sul rovesciamento del punto di vista. E’ una storia d’amore assoluta, disarmante ed estrema, al di fuori di ogni condizionamento sociale, un amore che non chiede spiegazioni, non accetta rifiuti. La scena iniziale, che apre sui drammatici flashback legati all’infanzia infelice presenta il personaggio di Caterina - molto ben interpretato da Donatella Finocchiaro, come una donna con problemi psicologici che passa la sua vita tra ambulatori, centri neurologici e visite psichiatriche. Un
    giorno, in una sala d’attesa dove si trova per l’ennesimo controllo, incontra Fabrizio Rosato, un professore di matematica affetto da una forma di autismo, la sindrome di Asperger. Da quel momento Caterina sente il morboso bisogno di aggrapparsi a lui e fa di tutto pur di attirare la sua attenzione. Fabrizio, che vive chiuso in un mondo di abitudini metodiche ed ossessive, al contrario, evita ogni contatto con la donna dalla quale è spaventato: la sua
    malattia, infatti, gli impedisce di provare qualsiasi tipo di sentimento e ogni volta che qualcuno gli si avvicina crea in lui uno stato di agitazione incontrollabile. Entrambi malati, i due sono completamente diversi ma al contempo sembrano essere complementari l’uno all’altra: Caterina è una ragazza esuberante, dolce, spontanea, passionale, istintiva e, nonostante le violenze subite dal padre in tenera età, crede ancora in un amore al quale dedicarsi in maniera totalitaria. Fabrizio, invece, per il quale tutto è frutto di regole matematiche, è un essere ermetico, diffidente, pignolo, preciso, attento,completamente incapace di amare e di comprendere l’amore altrui. Finché un giorno si lascia andare ad un sentimento sul quale però ben presto la malattia prende nuovamente il sopravvento. La loro è una storia d’amore tanto struggente quanto romantica, tanto tenera quanto impossibile. La speranza di Caterina di accendere il cuore di Fabrizio è un tentativo vano. Come una fiamma sul ghiaccio.


    Ultima modifica di elvira pilozzi il Gio Mag 12, 2011 10:02 pm - modificato 1 volta.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty *Anna dei miracoli*

    Messaggio  MiriamFalanga Gio Mag 12, 2011 9:35 pm

    Il film che ho scelto è "Anna dei miracoli" , del 1962 diretto da Arthur Penn, ed ispirato alla storia vera della sordo-cieca, nonchè autistica Helen Keller.
    Questo film ha particolarmente attirato la mia attenzione poichè nonostante sia stato girato molto tempo fa, riprende con grande vigore temi che tutt'ora risultano riscontrabili nella società, come la "disabilità, e in senso più stretto l'esclusione da parte della protagonista dal mondo e dalle regole su cui si basa e su cui verte quest'ultimo.
    Helen Keller, proviene da una famiglia benestante, viene cresciuta dai genitori con una certa malleabiità e "superficialità", le lasciano infatti acquisire durante tutto il percoro di crescita un certo atteggiamento di prepotenza e di testardaggine. Questo lo si può notare dalle scene in cui Helen mangia con le mani dai piatti di tutti i familiari, girando intorno alla tavola da pranzo, senza possedere una minima educazione.
    Man mano che Helen cresce, inizia a capire molte più cose e a fare molti più "guai", si sente radicata in un autismo egocentrico che appunto la porta ad allontanarsi da ogni tipo di relazione, e/o comunicazione verso l'esterno e in automatico verso gli altri. E'una ragazzina chiusa, passiva, a volte quasi scontrosa, ma in effetti avverte la condizione di disagio in cui è immersa, ed è per questo che sembra crearsi una sorta di gabbia immaginaria che appunto tramuta in scatti di ira e in crisi di pianto, visti come unici metodi che possono aiutarla a sfuggire dalle atrocità di questa realtà crudele in cui è stata non per sua volontà catapulta.
    Le scene di questo film a mio avviso fantastico sembrano richiamare temi molto importanti e tutt'ora constatabili nella società odierna:"La diversità e l'emarginazione".Diversità perchè spesso la figura del disabile viene identificata con quella del diverso, poichè in determinati casi come quello di Helen per esempio, il soggetto affetto da patologie gravi non è in grado di assolvere compiti nel modo e nell'ampiezza considerati "normali" per un individuo.
    Il tema dell'emarginazione invece viene fuori da questo film in maniera diretta:la protagonista infatti tende a costruirsi un mondo nel quale esiste solo ed esclusivamente lei, tendendo così ad allontarsi da ogni tipo di relazione con l'esterno.
    Un bel giorno i genitori di Helen dopo aver assunto svarite badanti assumono Annie Sullivan, un' istitutrice che ha avuto in passato problemi di vista.
    Avendo un carattere molto rigido e rigoroso, l'educatrice inizia a fare un vero e proprio braccio di ferro con la ragazzina e la casa infatti poco dopo il suo arrivo sembrava essersi trasformata in un campo di battaglia.
    L'educatrice prova attraverso metodi rigidi e a volte anche burberi di insegnare ad Helen come stare al mondo e inizia man mano a farle capire che si trova non in un insieme casuale di "eventi", ma in un mondo ben organizzato, fatto di leggi, norme comportamentali,e valori condivisi.
    Famosa e tanto ricordata è la scena realizzata nel giorno dell'epifania nella quale Annie spinge Helen al bordo del molo per farle conoscere e toccare l'acqua, quando improvvisamente la ragazzina inizia a mostare segni d miglioramento associando la parola acqua all'oggetto in questione, l'ggeto che effettivamnte stava toccando con mano. Da lì in poi iniziarà un cammino sempre più in salita, inizia addirittura chiedere spontaneamente il nome di ogni oggetto associandolo poi al termine che lo rappresenta.
    Il film si conclude così con un lieto fine, poichè Helen riesce grazie alla sua grande forza d'animo, alle sue capacità, ma soprattuto all'aiuto e al sostegno dell'educatrice a riacquistare la propria vita e a darle soprattutto un senso.
    Altro tema che appunto si evince è quello della resilienza, ovvero della capacità che un individuo affetto da disabilità ha di reagire e far fronte a situazioni di forte disagio, mediante l'attivazione di competenze individuali e risorse interiori.

    (Fonte ultima citazione: libro nozioni pag.52).
    (Fonte del film:"ANNA DEI MIRACOLI" di ARTHUR PENN).
    (Alcune notizie inerenti la trama le ho riprese da wikipedia).
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  turco valentina Gio Mag 12, 2011 10:16 pm


    ho scelto il film "Gaby:una storia vera"
    TRAMA:
    Nata, in Messico, da una coppia di ricchi ebrei, Michel e Sari Brimmer, Gaby è venuta al mondo con un terribile handicap, causato da paralisi cerebrale non può parlare, né camminare, né muovere le mani; l'unico arto funzionante è il piede sinistro. I genitori, che pure l'amano teneramente, non riescono ad aiutarla veramente, e così pure l'infermiera, che l'assiste. Ma quando la bimba ha circa 3 anni, una modesta popolana, Florencia venuta a lavorare in casa con umili mansioni, riesce a farle comprendere come può comunicare con gli altri, muovendo il piede sinistro per rispondere sì o no alle domande, che le vengono poste. La bambina è molto intelligente e capisce subito ciò che le viene suggerito; da quel momento comincia per lei una vita diversa, perché non è più completamente isolata. I genitori, trovato un così insperato aiuto, accettano subito Florencia come infermiera della piccola, e da quel momento le due creature saranno sempre unite. E la donna, infatti, che nutre, lava e veste Gaby, poi inizia a studiare insieme a lei; guida la sua carrozzella; l'accompagna e l'aiuta, durante le lezioni che la bambina frequenta nell'istituto per disabili. Gaby usa una macchina da scrivere elettrica e batte i tasti con le dita del piede. In classe, finalmente, trova un amico, Fernando, anch'egli disabile per paralisi cerebrale, ma colpito meno gravemente di lei. Oltre che un'amicizia, quando i due crescono, nasce fra loro un tenero e timido amore, alle cui espansioni impacciate Florencia assiste commossa e discreta. Terminato il ciclo di studi inferiori nella scuola che frequentano, i due giovani non hanno più niente da imparare, perciò aspirano ad affrontare un esame di ammissione alla scuola pubblica superiore. La madre di Fernando, possessiva e autoritaria, non approva questo programma, e riesce a scoraggiare il figlio, che all'ultimo momento non si presenta alla prova. Gaby, invece, incoraggiata dalla mamma e da Florencia, sostiene coraggiosamente l'esame e viene promossa. Ma il legame con Fernando è finito, e la ragazza è terribilmente sola, anche se riesce a proseguire gli studi, e oramai frequenta l'università; il fatto di avere un fratello non le giova molto, perché costui è perfettamente sano e conduce una vita molto diversa dalla sua. Durante una lezione, Gaby conosce un giovanotto simpatico e intelligcnte, Luis, col quale fa amicizia e che l'aiuta a far pubblicare qualche suo scritto, finché la ragazza gli offre il suo amore, e lui, molto onestamente, rifiuta un legame, che non si sente di accettare. Amaramente delusa, Gaby ha una crisi di profondo sconforto, durante la quale spacca col piede una vetrata e si ferisce, fortunatamente, però, non in modo irreparabile. Superato l'abbattimento, Gaby chiede a Dio la forza di accettare se stessa con tutte le sue limitazioni fisiche e comprende che, come le ha detto un giorno suo padre, il suo spirito e la sua intelligenza sono liberi e le possono aprire davanti un mondo. Frattanto Michel Brimmer muore di un attacco cardiaco e sua moglie, distrutta dal dolore e seriamente ammalata, si trasferisce negli Stati Uniti per farsi curare. Ritornata a casa dopo un certa tempo, muore per un cancro. Gaby è diventata una celebre e ammirata scrittrice e nel suo lavoro ha trovato conforto. Rimasta ormai definitivamente sola con Florencia, perché suo fratello si è stabilito in Israele, Gaby, insieme alla sua amica e infermiera, adotta una bambina, e così con queste due creature riesce a creare una famiglia e a riempire la sua vita d'amore.
    in questo film possiamo ben notare che la ragazza arriva ad un certo punto della sua vita dove si accetta e decide di dedicarsi alle cose che le sono liberi cioè intelligenza e spirito,quindi resilienza, che in questo caso si presenta come adattamento passivo,cioè è stata accettata la sua situazione, che non può essere cambiata, dedicandosi ad altro e sfruttando le capacità residue. l'ambiente esterno rappresenta un'elemento molto importante per lo sviluppo della persona.infatti l'ambiente circostante dovrebbe porsi nei confronti delle persone diversabili non con atteggiamenti svalutativi o riduttivi, ma riconoscendo l'originalità di ogni persona e i punti di forza. come abbiamo notato, gaby, conosce un bell giovanotto,luis, con cui nasce una bella amicizia, e quando Gaby le vuole donare il suo amore lui si tira indietro, si rifiuta. questo ci fa capire quanto le persone guardino con occhi sempre diversi le persone con disabilità, non riescono ad andare al di là della sedia a rotelle, delle protesi, identificano la persona solo per il loro aspetto fisico e non per la loro personalità.
    la prospettiva della resilienza si pone come tentativo di identificazione, nei confronti della disabilità, di fattori protettivi che possano consentire alla persona di modificare in positivo la percezione del proprio limite e la riorganizzazione della propria vita.
    alla fine Gaby c'è la fa e realizza il suo sogno: avere una vita normale, una casa, un lavoro, una famiglia, e diventa soprattutto una famosa scrittrice, nonostante le mille difficoltà, la sua forza, e la sua determinazione, Gaby vive...


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty FILM

    Messaggio  mariarosaria d'agostino Gio Mag 12, 2011 10:28 pm

    IL FILM DI CUI VOGLIO PARLARE è INFELICI E CONTENTI ,UN FILM COMICO CON PROTAGONISTI DUE UOMINI :UNO NON VEDENTE ED UNO IN CARROZZELLA.IL FILM SI SVOLGE MOSTRANDO VARIE PERIPEZZIE AFFRONTATE DAI DUE COME RUBARE O DIFENDERSI DA GENTE CATTIVA,NONOSTANTE I LORO GRAVI PROBLEMI,I DUE CE L'HANNO SEMPRE FATTA.HO SCELTO QUESTO FILM PERCHè I DUE PROTAGONISTI MI SEMBRANO DUE ESEMPI DI RESILIENZA IN QUANTO IN TUTTE LE LORO PERIPEZZIE ,NON SI SONO MAI LASCIATI LIMITARE DAI LORO PROBLEMI VIVENDO LA LORO VITA A PIENO.ALTRO MOTIVO CHE MI HA PORTATA ALLA SCELTA è STATO IL FATTO CHE CREDO SIA IMPORTANTE L'APPROCCIARSI ALLA VITA ,DA PARTE DI TUTTE LE PERSONE CON DISABILITà,CON LO STESSO SPIRITO GRINTOSO,PER USCIRE VINCENTI DALLA LORO SITUAZIONE,PER UNA VITA RESILIENTE.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  MarialuisaDiCostanzo Gio Mag 12, 2011 10:41 pm

    Il film di cui voglio parlare è "Rosso come il cielo" ed è tratto da una storia vera. Magari questo film non tratta di rgomenti come l'autismo o le difficoltà motorie, ma la storia mi ha molto colpito quando l ho visto anni fa, ed in questo contesto è stato il primo titolo che mi è venuto in mente. Ecco la trama in modo da poter rendere chiaro il mio passaggio anche per chi non conoscesse il film : E’ il 1970. Mirco è un bambino toscano di dieci anni innamorato del cinema. A seguito di un incidente perde la vista. Per la legge dell’epoca che considerava i non vedenti handicappati e non permetteva loro di frequentare la scuola pubblica, i genitori sono costretti a farlo rinchiudere in un istituto. Lì il bambino trova un vecchio registratore a bobine e scopre che tagliando e riattaccando il nastro riesce a costruire delle favole fatte solo di rumori. Mentre l’istituto cerca di impedirgli in tutti i modi il suo hobby, Mirco lentamente coinvolgerà tutti gli altri bambini ciechi facendo loro riscoprire il loro talento e la loro normalità. La storia vera di Mirco Mencacci, che pur non vedente, è diventato uno dei più rinomati montatori del suono del cinema italiano.
    Fonte http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=607&film=Rosso-come-il-cielo
    Ecco ho scelto questo film perche parla di una vita che cambia, di un bambino che appunto deve fare i conti con la sua diversa abilità, con la società che lo emargina, gli amici che non riescono a capirlo ed è da sottolineare proprio il modo in cui lui reagisce; è bello nelle scene quando lui per orientarsi utilizza l'olfatto, il tatto non potendo avvalersi della vista..allora cerca di ricordare cio che gia sa,e cerca di utilizzare i suoni per esprimersi riuscendo meravigliosamente nel suo tentativo! Ecco questo film è ambientato negli anni '70 e le cose non erano, in fondo, tanto diverse da oggi. Magari è cambiato il fatto che non esistono scuole per bambini diversamente abili, le barriere architettoniche stanno man mano scomparendo là dove è possibile, ma comunque lo sguardo delle persone è sempre identico quando si incontra per strada una persona con diverse abilità, che siano linguistiche, motorie o sensoriali...A ffermare che esistono dei diritti umani significa riconoscere che ogni persona, indipendentemente dadove è nata o dal luogo in cui si trova, dal colore della pelle, dall orientamento sessuale o dalle abilità che puo o meno svolgere, è possessore di alcuni diritti fondamentali che l'altro deve riconoscere e rispettare , e aggiungo, penso che ogni singolo componente della comunità/ società deve considerare l'altro come se fosse una parte necessaria, nella loro reciproca diversità, per garantire il buon funzionamento della società e in primis per garantire che tutti si sentano Esseri Umani senza distinzione alcuna! Fingere che cio che è Altro da me non esista, ignorare chiunque venga considerato diverso non credo che faccia sentire qualcuno superiore a qualcun altro anzi, denigrando un altra persona che magari ha anche una diversa abilità mettiamo ancora piu in evidenzia quanto chi sono gli "sfortunati" della situazione...e non è sfortunato chi si ritrova su una carrozzella, o con delle protesi alle gambe o senza vista etc, ma gli sfortunati a mio parere sono proprio coloro che giudicano e tentanpo di umiliare costoro, e sono sfortunati perche non riescono ad apprezzarsi e a vivere per come sono e per cio ke gli viene offerto..ci sono persone che vorrebbero poresi svegliare una mattina e cmminare, ma non possono e poi invece ci sono persone che la mattina si inventano scuse per non fare cio che gli è "dovuto"....è proprio strano il mondo!
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Mi chiamo Sam

    Messaggio  ChiaraPalumbo Gio Mag 12, 2011 11:20 pm

    Il film che ho scelto si chiama "Mi chiamo Sam".
    Sam Dawson, un uomo di quaranta anni, costretto a crescere sua figlia da solo ,poiché la mamma della bambina subito dopo averla partorita li ha abbandonati in ospedale.Sam soffre di un lieve ritardo mentale che non gli permette di essere alla pari con le altre persone. Le abilità del suo cervello sono paria quelle di un bambino di sette anni. La loro vita è normale, tra i due si instaura una relazione sincera e una reciproca intesa fuori dal comune. Sam è aiutato in questo dai suoi amici e colleghi finché una sera non viene portato in caserma per quello che viene scambiato come un tentativo di adescamento di una squillo. Successivamente, durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via. Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento. Dopo numerose pressioni, riesce a convincere Rita Harrison a diventare il suo avvocato, e questa storia si trasforma. Sam cambia, e fa cambiare la spregiudicata professionista, tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità.Ma queste battaglie legali che Sam fa gli causano un forte stress poiché è sottoposto a visite psichiatrice molto spesso. Sfortunatamente la piccola Lucy è affidata ad una famiglia,ma Sem innamorata della sua piccola si trasferisce ad abitare vicino alla nuova famiglia della bimba avendo nuovamente una relazione con Lucy.La nuova famiglia si accorge di questo inteso legame della bimba con il padre e decide di riaffidarla al papà. E’ Questo film affronta il tema dell’autismo e dei diversamente abili ripercorrendo la vita di un uomo e della sua piccola bambina.
    Questo uomo è soggetto dei pregiudizi e delle cattiverie della società,ma senza scoraggiarsi continua grintoso nella sua battaglia per riavere la figlia nonostante alcuni limiti fisici e intellettivi . Questo film tocca la nostra sensibilità parla di una realtà triste ma nello stesso tempo felice,perché esalta il coraggio la forza di una persona che per amore della bambina supera qualsiasi limite la società gli impone.
    Il film ci insegna che tutti noi abbiamo pari dignità piochè siamo delle Persone(e dobbiamo essere rispettate e curate perché siamo nate). A volte noi ci dimentichiamo o non vediamo la persona che sulla sedia a rotella o è autistica,perché in qualche modo ci fa paura ,e diciamo che è diversa.Ma diversa da cosa da chi?Noi tutti siamo diversi per colore della pelle,per la lingua,per i colore degli occhi ,per la cultura per le abilità ma siamo tutti uomini. La nostra società ci propone dei modelli perfetti,ma proprio nell’ imperfezione esiste l’ uomo,proprio nelle sue caratteristiche diverse risiede un cuore che ama.
    Sam ci dimostra proprio che l’ amore abbatte i nostri limiti e i pregiudizi delle persone,ci fa lottare e acere e recuperare la dignità .In questo film emergono i temi del rapporto genitori e figli, della disabilità incentrata sull autismo. Sam nonostante è una persona autistica è un uomo che è presente nella vita e crescita della figlia. Lui e la figlia sono una cosa sola,si aiutano a vicende e si curano l’un l’altro.Sono attenti ai legami e alle relazioni ,sono persone molte sentimentali e profonde ,perche con il solo sguardo ti dicono tanto .Questo film mi ha fatto ripensare alla poesia” Chiamatemi per nome”

    Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,
    una gioia da condividere.
    Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.
    Chiamatemi per nome.
    Non più portatore di handicap, disabile,
    handicappato, cieco, sordo, cerebroleso, spastico,
    tetraplegico.
    Forse usate chiamare gli altri:
    “portatore di occhi castani” oppure “inabile a cantare”?
    o ancora: “miope e presbite”?
    Per favore. Abbiate il coraggio della novità.
    Abbiate occhi nuovi per scoprire che, prima di tutto, io
    “sono
    Perché per Sam ma per qualsiasi persona con disabilità ,deve essere integrata riconosciuta e amata dalla società per quello che è. Deve essere chiamata per nome e non per quella caratteristica che la rende “diversa”perché è una persona con una storia ,un presente e un futuro e la nostra società deve essere aperta alla novità e non chiusa dalle barriere mentali che crea. Noi dobbiamo essere aperti al cambiamento e dobbiamo essere sensibili all’uomo.
    http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=1&ved=0CBcQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.cinearcobalen.com%2Farchivio%2FCinema2004%2FMi%2520chiamo%2520Sam.htm&ei=1EirTb61FIjBtAaox-2QCA&usg=AFQjCNFUOBEV7KyGAbhRXE5bceaH9FYgYg&sig2=9KzN1sghK5yrumJWXfljXg
    Integrazione
    L'autismo è considerato un disturbo che interessa la funzione cerebrale; la persona affetta da tale patologia mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione.La caratteristica più palese è l'isolamento dal mondo con assenza di risposta verbale e non verbale. L'autismo ancora oggi è un mistero per la ricerca scientifica: ipotesi biologiche, genetiche, farmacologiche, cognitive si sviluppano e si confondono ma senza mai arrivare ad una completa definizione.Le terapie o gli interventi, di tipo medico ed educativo/comportamentale, vengono scelti in base ai sintomi specifici di ogni individuo.Mi viene in mente anche la testimonianza dell' avvocato quando disse che la terapia è un lavoro continuo ,associato e affettivo della famiglia,scuola,e percorsi psicologici perchè questo lavoro fa si che le persone affette da autismo possono migliorare la propria vita.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  maria carmela iazzetta Gio Mag 12, 2011 11:31 pm

    Ho scelto di visionare e di commentare il film "Briciole"...un film che mi ha colpito molto...la protagonista è Sandra una ragazza di 18 anni,è intelligente e molto carina. La sua famiglia la adora e ha di fronte a se una strada dritta e luminosa. Ma un giorno Sandra guardandosi allo specchio si scopre due gambe che le sembrano troppo grosse;pensa sia questo il motivo per cui Saverio,il ragazzo di cui ha preso una solenne cotta, non la guarda mai. Si attiene subito ad una rigidissima dieta,squilibratissima,basata soprattutto su lunghi digiuni.Dopo aver perso i primi chili Sandra non riesce piú a fermarsi;più dimagrisce piú si sente forte e sicura di sé,e non riesce a rendersi conto che sta rischiando la sua vita...che sta entrando ormai in quel tunnel(l'anoressia)da cui e difficile uscirne."Ho paura...della vita" afferma Sandra.Una frase che accompagna un cammino lungo,un tunnel in cui il protagonista assoluto è il cibo,rifiutato, odiato,negato eppure sempre presente.La cosa che piu mi ha colpita e che sandra fotografa la bilancia ogni volta che si pesa e poi appende le foto.Una serie di piedi sempre più magri su una bilancia che segnava ogni volta un peso minore.Sandra è anoressica,ma non sa,o non le interessa saperlo,che di anoressia si puo’ anche morire.E' difficile credere all'anoressia mentale. Chi la osserva da fuori non concepisce che il cibo possa diventare un nemico così, all'improvviso, apparentemente senza motivi. Chi la vive non riesce piu a capire come le persone possano mangiare senza problemi,senza l'ansia e senza angoscia...l'esistenza di Sandra si riduce un pò alla volta in "briciole";si tiene in vita con pillole che anticipano l'aimentazione del futuro oppure alternando mangiate che la fanno star male.Ma sarà proprio una briciola di emozione,la riscoperta dei sentimenti a ribaltarla e a salvarle la vita! flower

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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty A PRIMA VISTA

    Messaggio  Caterina Vettolieri Ven Mag 13, 2011 12:33 am

    A PRIMA VISTA di Irwin Winkler
    Amy è una giovane architetto di New York, stressata dal troppo lavoro che decide di prendersi una vacanza in un hotel-beauty farm in montagna. Qui conosce e si fa conquistare da Virgil, un bel giovane che si occupa dei massaggi, ma che purtroppo è cieco,affetto da una RETINITE PIGMENTOSA*. Questo grave handicap non impedisce alla coppia di innamorarsi, e sotto la spinta di nuove scoperte mediche nel campo della chirurgia applicata alla vista, Amy convince Virgil a sottoporsi ad una operazione sperimentale che ottiene i risultati sperati. Ma contrariamente a quanto pensato è a quel punto che sorgono i maggiori problemi: Virgil deve imparare a vedere, scoprire cos'è la luce, cosa sono i colori, come sono fatte le cose e le persone, e tutto ciò comporta enormi difficoltà di adattamento alla sua nuova vita. Se per Virgil la conoscenza del mondo circostante crea inizialmente solo grossi problemi, anche per Amy la situazione non si presenta per nulla facile: deve riuscire ad accettare di vivere con un uomo che in realtà è come un bambino. Il loro rapporto si complica notevolmente, ma nel momento di difficoltà,perchè purtroppo Virgil perderà nuovamente la vista, i due torneranno insieme.
    Tra le varie scene più significative, una di queste è stata sicuramente quando Amy conosce Virgil, non si accorge della sua cecità,così quando lo scopre e ritorna in hotel,Amy si benda gli occhi, proprio per riuscire ad immedesimarsi in Virgil,come se fosse scattato tra i due,subito un profondo legame, infatti iniziano a frequentarsi e Virgil fa scoprire ad Amy delle sensazioni che mai aveva provato prima,ad esempio c'è una scena in cui i due a causa di un temporale si rifugiano in un edificio abbandonato,lui le fa chiudere gli occhi e le dice: "ascolta con il tuo corpo" una frase molto bella, perchè ci fa capire che non solo attraverso la vista noi possiamo percepire e vedere le cose,ma anche solo facendo attenzione e coinvolgendo gli altri sensi,un'altra cosa straordinaria è stato il modo in cui Virgil descrive questo posto,le goccie d'acqua che cadevano in una pozzanghera,facendo attenzione a tutto e non trascurando niente infatti riesce a descrivere questo posto proprio com'è veramente.Credo che questo sia un modo vero e proprio di uscire vincente da una situazione negativa,quella di essere ciechi non è affatto una situazione positiva ,però guardando questo film e la vita che Virgil svolge,possiamo notare come anche le piccole azioni sono svolte in modo profondo e non superficiale come spesso capita a noi di fare.
    Ed è proprio per questo che Amy si innamora di Virgil, come lei stessa dirà: "Mi fa sentire come mi stessi risvegliando da un lungo sonno" In questo caso possiamo vedere che non è solo Virgil ad avere bisogno di Amy ma la cosa è reciproca.
    Un'altra scena molto significativa è dopo l'operazione,nello schermo si riesce a vedere solo ciò che lui percepisce ossia : immagini sfuocate, le luci che gli danno fastidio, avvengono delle conseguenze non positive,infatti riscontra tanti problemi perchè non è ancora ingrado di riuscire a percepire le cose solo visivamente,ma riusciva a percepire le cose con l'aiuto del tatto,infatti inizialmente solo attraverso di esso riesce a capire quali sono le cose materiali.Quindi la riabilitazione diventa come per un bambino "alla scoperta del mondo".Quando inizia ad avere coscienza del suo corpo inizia a scoprire il bello e vedendo il corpo di Amy dice: "Quando uno dice bellezza ecco cosa intende". Quando inizia la scoperta delle cose nuove,come i colori,gli animali, gli oggetti e tante altre cose che non si lascerà mai sfuggire,Virgil non è mai superficiale, ma rispetto a quando era cieco,ho notato un grande cambiamento in lui,quasi come quando si entra in contatto con una tecnologia integrativa spesso si va tendenzialmente a cambiare e a non essere più come eravamo.
    Per questo cambiamento Virgil e Amy finiscono con l'allontanarsi.Quando Virgil ritorna cieco,quindi proprio nel momento di difficoltà Amy ritorna da lui. Ed è prorpio il carattere di questa ragazza oltre a Virgil che più mi ha colpito,perchè spesso del diverso si ha paura,poichè non lo conosciamo incite timore,spesso proviamo compassione,invece Amy no!non si è mai arresa in questa lotta ma si è sempre battuta fin dal primo giorno che ha conosciuto Virgil.
    L'ostacolo impedisce ad una persona con deficit di portare a termine un' attività, e vi si presenta uno svantaggio se c'è una diminuzione delle aspettative dall'universo che circonda l'individuo,come ritiene la Murdaca l'handicap può essere definito tale in base al CONTESTO SOCIALE, sono gli ostacoli e le barriere fisiche,mentali e culturali che favoriscono il processo di esclusione o quello di emarginazione,bisogna valutare l'ambiente,la società,la famiglia,il contesto lavorativo.
    E credo che Virgil da cieco riusciva a vivere in modo sereno proprio perchè viveva in un contesto in cui non vi era alcun ostacolo, mentre che, dopo l'operazione questi elementi vi si sono presentati come degli ostacoli ed è per questo che secondo me che c'è stato il cambiamento. Quindi la presenza di Amy è stata fondamentale per Virgil,per riuscire ad oltrepassare quegli ostacoli che si erano creati.
    Un film molto commovente e carico di significati che ha percorso varie tematiche affrontate in aula,il film l'ho visto di proposito per questo laboratorio, perchè non ricordavo di aver visto un film sulla disabilità e devo dire che ho guardato il film con "occhi diversi" e con un approccio diverso e questa è una cosa che mi ha fatto molto piacere Laughing.

    Ho fatto una piccola ricerca su cos'è la RETINITE PIGMENTOSA
    fonte: http://www.oftal.it/rp.htm
    *Con il termine retinite pigmentosa (RP) si indica ancora oggi un gruppo di malattie ereditarie della retina che provocano una perdita progressiva della visione notturna e del campo visivo periferico, e che sono caratterizzate nella maggioranza dei casi dalla migrazione di pigmento nella neuroretina, attenuazione dei vasi sanguigni retinici e pallore del disco ottico. In molti casi vi è una perdita dell'acutezza visiva, che può condurre all'ipovisione e progredire fino alla cecità.

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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  savio anna Ven Mag 13, 2011 1:00 am

    Io non parlerò di un film,bensì di un cartone che per quanto possa sembrare banale e scontato racchiude in sè una profonda morale,ma soprattutto tocca con mano due dei temi che insieme in questo corso abbiamo affrontato:il tema della disabilità,che nella maggior parte dei casi conduce i soggetti diversamente abili all' emarginazione!In una cupa Parigi della fine del XV secolo ha inizio il film.Chi regna con metodo dittatoriale la città considera il popolo degli zingari esseri socialmente inferiori,infatti,il ministro Frollo pieno di rancore nei confronti di quest'ultimi,che contaminano il popolo parigino,è deciso a perseguitarli ed eliminarli uno per uno dalla città.Ma una donna riesce a fuggire dal gruppo stringendo a sé un fagottino che Frollo crede essere merce rubata.E’il ministro stesso che insegue la fuggitiva fino a Notre Dame dove lei si ferma per chiedere asilo.Ed è proprio davanti alla cattedrale che Frollo,cercando di strapparle il fagotto dalle mani, provoca la morte della donna.Ciò che lei aveva difeso con la sua stessa vita si rivela essere un bambino deforme cosi Frollo si dirige verso un pozzo per gettarvi la creatura dentro.Interviene però l’arcidiacono che evita l'ennesimo assassinio.Frollo, per paura e per rimediare alle sue azioni,accetta di prendersi cura del neonato,a patto,però,che egli viva lontano da tutti,nascosto nel campanile di Notre Dame. E’dunque questa la storia del campanaro gobbo di Notre Dame,chiamato Quasimodo(che significa "formato a metà" per il suo aspetto anormale e sgradevole)che crescerà senza cure ancor più deforme nel fisico e sconosciuto a chiunque.Con il passare degli anni Quasimodo,ventenne, vive solo nel campanile di Notre Dame, consapevole della sua bruttezza e anormalità, sognando una vita fuori dalla sua casa e prigione,in mezzo ad un popolo a cui non apparterrà mai.I suoi unici amici sono tre gargoyles:Hugo, Victor e Laverne.Sono loro ad insistere affinché proprio quel giorno,il giorno della festa dei folli,egli esca finalmente fuori dalla cattedrale per prendere parte con gli altri ai festeggiamenti.Nonostante i suoi timori Quasimodo decide di seguire il loro consiglio.Uscirà dalla cattedrale anche disubbidendo a Frollo,il suo padrone, che invece insisterà affinché rimanga rinchiuso e protetto nella cattedrale,In quanto deforme e mostruoso verrebbe solo deriso e maltrattato dalla folla crudele.È in atto l'elezione del Re dei folli:la maschera più brutta.Vedendolo per la prima volta ma scambiandolo per una messa in scena Quasimodo finisce,senza volerlo,per essere acclamato vincitore.Ben presto la folla scopre che non è una finzione.Esplode in risa e sberleffi arrivando addirittura a colpirlo con frutta e ortaggi.è qui che conosce la bella zingara Esmeralda,L’unica ad intervenire in sua difesa che lo libera e risponde chiedendo giustizia anche se Quasimodo sarà comunque costretto a tornare nella cattedrale.L'evento fa scaturire nel campanaro un sentimento sconosciuto: in Esmeralda ha visto, anche se per un breve attimo,la solidarietà e l'amicizia.Desidera quindi ardentemente e al più presto incontrarla nuovamente.Esmeralda nello stesso momento viene fatta prigioniera di Frollo che prova verso di lei odio essendo una zingara,ma anche forte desiderio di possessione.La ragazza essendo prigioniera nella cattedrale riesce ad incontrare Quasimodo e con infinita dolcezza prova a spiegargli che non è un mostro cosi Quasimodo aiuta la ragazza nella fuga dalla cattedrale.All'ennesimo episodio di sopraffazione e violenza verso gente inerme l'animo e la moralità del capitano delle guardie Febo insorge e si ribella al potere di Frollo,rischiando di essere ucciso.È salvato in extremis, proprio da Esmeralda.La ragazza chiede all'ingenuo Quasimodo di nascondere e curare Febo.Qui, sotto lo sguardo addolorato di Quasimodo i due si baciano.Poco dopo giunge Frollo che rivela a Quasimodo di conoscere il nascondiglio di Esmeralda e di aver organizzato un attacco per l’alba del giorno dopo.Quasimodo e Febo,raggiungono Esmeralda per avvisarla,non sapendo che lo stesso Frollo li aveva seguiti Con l’inganno,dunque, Frollo cattura Esmeralda che Poche ore dopo,davanti a Notre Dame,è legata ad un palo e condannata a morte per il crimine di stregoneria; Quasimodo è incatenato nel campanile ma, riuscito a liberarsi, si lancia in soccorso dell’amata e la porta in salvo nella cattedrale chiedendo a gran voce il diritto di asilo. Frollo, scatena un’animata lotta popolare,ma muore cadendo dalla cattedrale.Quando ormai anche fuori da Notre Dame la battaglia è vinta Esmeralda porta con sé Quasimodo,fuori dall’oscurità della sua “prigione” e una bambina, intenerita, lo trascina tra la folla carezzandogli il volto.Abbracciati Esmeralda e Febo guardano Quasimodo allontanarsi,verso la vita che aveva sempre sognato non c'è dunque un lieto fine tra Quasimodo ed Esmeralda,ma offre invece a Quasimodo la vita di libertà e normalità in mezzo agli altri che chiunque si merita.La morale rimane viva nella mente dello spettatore:chiunque sappia amare è da amare, a dispetto del fisico. il "mostro”, così come era sempre stato definito da Frollo,si dimostra alla fine il più umano di tutti: più umano di Frollo e più umano di tutta quella folla che lo aveva maltrattato e deriso. Non è l’aspetto esteriore che ci dimostra chi siamo ed è questa sicuramente una delle cose più importanti da insegnare ad un bambino,infatti Quasimodo con la sua infinita tenerezza e sensibilità maschera la sua bruttezza esteriore e conquista il cuore del pubblico.Quasimodo che a causa della sua malformazione era stato costretto all emarginazione,a vivere senza mai potersi rapportare con nessuno,senza mai avere libertà di parola, costretto a vivere nei suoi limiti a non guardare mai oltre,a credere che il mondo l'avrebbe soltanto giudicato per il suo aspetto fisico,riesce finalmente a liberarsi delle sue paure dei suoi limiti a rapportarsi con persone che in realtà sono esattamente cosi come lui senza alcuna differenza.riesce a farlo anche grazie all aiuto di Esmeralda che crede in lui convincendolo che come gli altri vale come persona a presindere dal suo problema fisico.Questo è proprio quello che abbiamo visto durante il nostro laboratorio come nel caso specifico di Simona Atzori e Oscar Pistorius che grazie all appoggio e al sostegno delle famiglie sono riusciti a vivere nel miglior modo possibile la loro vita abbattendo quei limiti e quegli ostacoli con determinazione e coraggio raggiungendo risultati strepitosi:La prima è una pittrice e danzatrice,il secondo un atleta divenuto campione!Anche la figura di Esmeralda che è di sicuro più forte e meno fragile rispetto a Quasimodo è etichettata,un etichetta che difficilmente all inzio risce a scrollarsi di dosso e che le procura non pochi problmei infatti ha verso di lei tutto l'odio e l'astio delle forze politiche e cattoliche del paese che sono fermamente convinti che gli zingari debbano essere allontanati e sterminati poichè creano solo contagio e disagio,infatti Esmeralda paga il prezzo di una colpa che non ha,quella dell'odio e del rancore verso una razza,verso il diverso che quando si impone nella nostra società crea panico e scompiglio..eh già come tutti sappiamo quella verso gli ebrei era inizialmente una forma di Emarginazione sfociata in disprezzo ed in seguito in tragedia,quindi nonostante non sembri cosi e appaia banale con il solito finale del vissero felici e contenti anche dietro ad un cartone può esserci e nascondersi tanto,anche da una semplice favola per bambini noi possiamo trarne dei benefici,degli esempi trovare similitudini con storie che avvengono realmente nella vita di tutti i giorni. Esmeralda riuscirà alla fine ad esser felice con Febo scampando alla ferocia di chi voleva sterminare la sua razza e Quasimodo riuscirà a vivere finalmente una vita normale non più dall alto di una cattedrale!
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty "COME PRIMA"

    Messaggio  flaviano immacolata Ven Mag 13, 2011 7:54 am

    Il film che ho scelto di raccontare si intitola “COME PRIMA”,ricollegandomi brevemente alla teoria affrontando il tema della disabilita,handicap e deficit .Il film racconta la storia di Andrea, un ragazzo di 17 anni che, in seguito ad un incidente in motorino, si ritrova a dover reinterpretare la sua vita in una condizione diversa, da tetraplegico. Andrea dopo suo ritorno a casa dopo la riabilitazione, deve affrontare la quotidianità, i rapporti con la famiglia, gli amici e la fidanzata. Particolarmente sofferto è il rapporto con il padre, separato, che tenta il riavvicinamento con il figlio dopo l’evento drammatico che lo ha coinvolto.
    Credo che un film possa essere uno strumento educativo molto valido, poiché può rendere visibile e comprensibile a tutti una storia di vita anche molto lontana dalla quotidianità della maggior parte delle persone che lo guardano. Se è vero che si ha paura di quello che non si conosce, rendere pubbliche storie realistiche può solo contribuire all’avvicinamento di culture, abitudini e mondi diversi. In questo film viene trattato il tema della disabilità. Ricollegandomi alla teoria Per disabilità si intende qualsiasi limitazione o perdita conseguente a menomazione della capacità di compiere un’attività nei modi e nei limiti considerati normali per l’essere umano. La disabilità non è solo deficit, mancanza, privazione a livello organico o psichico, ma è una condizione che va oltre la limitazione ,che supera le barriere mentali ed architettoniche. Defict ed handicap non sono associati e non vanno confusi,è molto importante non tanto per un fatto estetico o formale ma perche nella parola è contenuto il modello imperativo a cui si fa riferimento. E’ molto importante dunque non fare confusione tra deficit,handicap e disabilità,utilizzare termini impropri o far confusione può aumentare l’handicap. Handicap deriva dall’ambiente delle corse ippiche inglese e nasce dalla pratica diffusa in passato di obbligare il fantino a gareggiare portando la mano sinistra a contatto con la visiera del cappello,mettendolo in una condizione di svantaggio. Il termine in italiano significa svantaggio. L’ handicap è la difficoltà che le persona con disabilità affronta nel confronto con gli altri , il disagio sociale che ne deriva,la condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione o disabilità. Per menomazione si intende un danno organico che comporta una mancanza o un cattivo funzionamento di un arto o di una parte del corpo.(libro nozioni). Il deficit è la mancanza totale o parziale di una determinata funzionalità fisica. Non si deve pensare ai disabili come “poverini”, sfortunati, deboli; certo un handicap fisico può essere limitante, ma il valore di una persona, o il “grado di felicità” non si misura su quei limiti che spesso anzi sono dovuti a carenze indipendenti dai disabili stessi (le barriere architettoniche ad esempio).Una persona, qualunque sia la propria condizione fisica, ha un valore unico, per i suoi sentimenti, le sua passioni, i suoi difetti; so che può essere considerato un concetto scontato, banale, ma mi rendo conto invece che non lo è affatto, neppure per i disabili stessi; molti vedono una soluzione ai propri problemi possibile solo con la scomparsa della loro disabilità, e dimenticano di coltivare i propri interessi, di crescere, di realizzarsi così come sono.
    Una relazione con l'altro affinche sia autentica bisogna porsi in maniera umana,sincera e rispettosa delle differenze e delle identità.
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    Messaggio  Amelia Orlando Ven Mag 13, 2011 10:15 am

    Le chiavi di casa è un film diretto da Gianni Amelio, tratto dal libro autobiografico “Nati due volte” di Giuseppe Pontiggia.
    Gianni, incontra per la prima volta suo figlio Paolo su un treno diretto a Berlino, dopo aver rifiutato di vederlo per ben 15 anni, in quanto per il parto difficoltoso (in cui morì la madre) rimase menomato nel fisco.
    E' un film sulla difficoltà di essere figli e padri, ma in modo particolare si nota la difficoltà di comunicazione.
    Trovano una forte difficoltà quando sono nella città di Berlino, dove non riescono a comunicare con nessuno, neanche per prendere il taxi, ma specialmente con i dottori.
    Anche in ospedale, che può essere visto quasi come il “simbolo della perfezione”, c'è poca umanità; infatti, il ragazzo sembra che sia sottoposto a una tortura più che ad una terapia, tanto da portare Paolo allo svenimento.
    (Video num 2)
    Ed è proprio in questo paese, dove loro si sentono in un certo senso soli, ma è proprio li che si danno forza a vicenda, ma specialmente per me una delle parti più emozionante del figlio dove è il più giovane a dare lezioni di vita al suo “vecchio”
    Quando il padre piange... e Paolo... gli dice “non piagne, non devi piagne,non piagne e ti faccio giocare alla play, non devi piagne, non si fa così eh? Ci sto io qua..., sto qua con te... e tu piangi?”
    (Video num 2 minuto:6)
    Paolo è sensibile, e nonostante è un ragazzo handicappato( (collegandoci al libro “Nozioni”) che il termine in italiano significa “svantaggio”, la traduzione di hand in cap corrisponde al mendicante con il cappello in mano. L'handicapp è la difficoltà che la persona con disabilità affronta nel confronto esistenziale con gli altri, il disagio sociale che deriva da una perdita di funzioni o capacità),ci trasmette tanta voglio di fare, ama lo sport, tifa il Lazio, deve tornare a casa perchè deve “spicciare le faccende”. Insomma è un ragazzo romano,come tutti gli altri, ma con qualche pizzico di magia in più che tutti gli altri ragazzi della sua età non hanno.
    Questa bellissima storia tra padre e figlio, mi ha fatto venire in mente un video che vidi una volta su youtube, dove un padre, per far felice il figlio che gli chiede di fare una maratona con lui, il padre non esita più di una volta anche se il figlio ha dei problemi ed è su una sedie a rotelle...
    le parole non servono... metto qui il video... con la speranza che anche voi “colleghe mie” possiate osservare questo miracolo avvenuto.
    (Video num. 3)


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    Messaggio  Principia Palomba Ven Mag 13, 2011 11:19 am

    Forrest Gump. E' la storia di uno strano quarantenne, con un quoziente intellettivo molto basso rispetto alla media, che racconta la sua vita a degi sconosciuti che incontra per strada, destando diversi sentimenti tra cui indifferenza, incredulità e commozione. La madre lo incita a non farsi scavalcare da nessuno, però lo obbliga a mettere un apparecchio alle gambe che lo costringe ad avere anche un handicap fisico. Forrest inizialmente, per il suo q.i. non è ammesso in nessuna scuola. Poi per sfortuna e fortuna allo stesso tempo, l'aggressione da parte di un gruppo di bulli gli fanno scoprire le sue straordinarie doti fisiche. Grazie alla sua abilità nel correre e quindi nel football, ottine di essere ammesso nel collage con una borsa di studio e in seguito si arruolerà nell'esercito e combatterà in Vietnam. Forrest è un classico esempio di resilienza, cioè la capacità che ha un individuo di reagire a situazioni di forte disagio, mediante le risorse interiori. Infatti quando Forrest viene aggredito dal branco, per salvarsi inizia a correre scoprendo così, di avere doti che fino a quel momento non conosceva. Inoltre, il suo quoziente intellettivo molto basso, viene compensato dal suo carattere che ispira nelle persone bontà e fedelta. Quindi Forrest parte da una situazione iniziale dolorosa e di disagio, poi intraprende un percorso stabile e positivo, poichè ama la vita nella sua imprevedibilità. E' proprio grazie al caso scopre le sue doti fisiche che lo porteranno a non essere più considerato per il basso q.i., ma per la sua capacità di giocare a football, diviene il suo punto di forza, su cui fare leva anche dal punto di vista emotivo. Analizzando questo film, penso che ci siano due cose molto importanti da sottolineare. la prima è l'importanza di un sostegno emotivo, come nel caso della madre di Forrest che gli dice di non farsi scavalcare e la seconda, l'ambiente esterno, che dovrebbe porsi nei confronti del soggetto con handicap non con atteggiamenti svalutativi, ma riconoscendo l'originalità di ogni persona. Solo così si avvia un processo di recupero dell'individuo che può affrontare la vita in maniera positiva.
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    Messaggio  mariarosariacacciapuoti Ven Mag 13, 2011 12:01 pm

    Il film che ho visto,e che mi ha trasmesso molto da un punto di vista umano è : "mi chiamo Sam".
    La storia narra di un uomo,Sam,che pur essendo un adulto,dimostra da un punto di vista cognitivo 7 anni,e che in seguito ad una notte trascorsa con una donna,solo per ospitarla,diventerà padre.
    La storia si complica dal momento in cui la madre di sua figlia,decide di abbandonarli(Sam e la bambina),in quanto spaventata dalla possibilità che anche la figlia avrebbe potuto avere problemi cognitivi come Sam.Ma l'uomo non si da per vinto e comincia da solo a crescere sua figlia con l'aiuto sporadico,ma essenziale di una sua vicina di casa.E' impressionante vedere negli occhi di Sam l'amore che prova nei confronti di sua figlia,nonostante tutto,e tutte le difficoltà.Tutto procede fin quando la figlia,all'età di 7 anni comincia a voler svolgere un processo inverso circa la sua istruzione,nel senso che si rifiuta di apprendere cose che non erano alla portata del padre,e soprattutto,ad un certo punto si rifiuta di pronunciare una parola specifica : diverso.La piccola si sentiva,già a quell'età,in dovere di proteggere il padre da un eventuale collera.Ciò nonostante si arriva ad un punto in cui Lucy(la bambina),inizia un pò a vergognarsi di suo padre,e successivamente vi è la separazione ad opera dei servizi sociali,che non ritenevano idoneo Sam per l'educazione di Lucy.Subentrano gli scontri giuridici,ad opera dell'avvocato di sam,donna in carriera ma con poca cura di suo figlio,la quale comprende l'amore smisurato di Sam,un amore che probabilmente in genitori "normodotati"non c'è.La piccola viene affidata ad una famiglia estranea,nuova,ma in seguito a tante fughe notturne,e a tanto dolore per non essere accanto ad un padre che ama smisuratamente,è la stessa famiglia a consegnare Lucy a Sam,comprendendo che nessuno avrebbe potuto mai sostituire il loro amore.
    Dal mio punto di vista,riferendomi dunque ancora al film,penso che la famiglia adottiva di lucy non poteva e non doveva fare diversamente..si coglie con sam l'amore di un padre che farebbe di tutto per sua figlia,e di una figlia che a sua volta farebbe di tutto per il proprio padre,persino non imparare per non far sentire "diverso" il padre.Emblematica è la scena in cui la piccola non vuole leggere una parola da un libro scolastico,in quanto questa parola è "diverso",e lucy,pur non ammettendo questa diversità,e pur riconoscendo che in ogni caso vorrebbe significare valore(ecco la scena in cui lucy,successivamente ad un dibattito col padre circa la sua consapevolezza di essere differente dagli altri padri afferma:io sono fortunata,perchè gli altri padri non accompagnano i loro figli al parco),si rifiuta fin quando non è lo stesso Sam a costringerla a leggere proprio quella parola,senza imterromperla piu',nelle letture successive...probabilmente,pur con le sue difficoltà,voleva far comprendere alla figlia che basta accettare un problema,e che solo allora si può davvero andare avanti.Dovrebbe essere così anche nella vita di tutti i giorni,ma purtroppo non lo è.
    francesca maria scarpati
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 14 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  francesca maria scarpati Ven Mag 13, 2011 1:29 pm

    Nel 1971 Mirco, un bambino toscano di dieci anni, in seguito ad un incidente col fucile del padre perde la vista. I genitori sono costretti a fargli frequentare un istituto per non vedenti a Genova. Lì il bambino, non riuscendo ad usare il braille, trova un vecchio registratore e riesce a inventare delle favole fatte solo di rumori e narrazione. Nel frattempo conosce Francesca, la figlia della portinaia della casa accanto e tra loro sboccia l'amore. Mirco coinvolgerà sempre di più tutti gli altri bambini ciechi facendo capire loro quanto valgono e quanto siano simili a tutti gli altri coetanei.ROSSO COME IL CIELO...
    Questa è la trama di un altro film che vidi quando frequentavo il liceo e sinceramente all'epoca come ora mi ha colpito profondamente.....
    E' incredibile il come questi bambini non vedenti affrontino la vita,vadano incontro ai loro sogni,desideri,emozioni profonde.
    La cosa più ecclatante è che stiamo parlando di bambini allora inesperti,innocenti,indifesi,ma con una gran voglia di vivere e di scoprire,esplorare,conoscere il mondo anche senza il senso della vista.
    Non si sono arresi dinanzi al loro handicap,non hanno mai rinunciato a vivere date le loro condizioni,ma hanno vissuto la loro infanzia sorridendo,giocando,litigando,esplorando il mondo,ciò che li circondava.
    Mirco divenuto cieco dopo un bruttissimo incidente viene accompagnato dai genitori in un istituto di non vedenti a Genova e nonostante le difficoltà affrontate all'inizio della sua nuova vita,sviluppa nei suoi amichetti un amore,un interesse per la natura raccontando le sue immense emozioni provate prima dell'incidente...
    Paragona il verso del coala al soffio del vento riprodotto nelle sue favole attraverso un registratore dal soffio in una bottiglia....
    La favola da loro inventata accompagnata dai tanti rumori che in natura si possono ascoltare è veramente strabiliante....
    Immaginano di camminare in un bosco,scesa la notte i bambini avevano paura,sete e fame,arrivati dinanzi a un grande castello poterono attraversare il grande ponte appena sceso.......
    Sembra una storiella uguale alle altre ma la particolarità è nel restare con gli occhi chiusi e ascoltare,immaginare nella propria mente quell'avventura......così fecero i genitori dei bambini quando assistettero o per meglio ascoltarono la descrizione della natura,delle stagioni secondo i loro adorabili bimbi....
    Questa modalità di ascolto mi ricorda tanto il laboratorio affrontato in aula con la professoressa Briganti...
    Le emozioni,la libertà non sono solo di chi rientra nelle dimensioni del normale,le emozioni sono come un diritto comune,SONO DI TUTTI....
    Giuliana Sicambro
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    Messaggio  Giuliana Sicambro Ven Mag 13, 2011 1:33 pm

    Tra i tanti film trattanti il tema della disabilità quello che più mi ha colpito è stato: "l'ottavo giorno".
    Il film racconta la storia dell'incontro tra Georges, un ragazzo down fuggito dal suo istituto per riabbracciare la madre in realtà morta da quattro anni, ed Harry, un manager stressato e divorziato con due figlie, che insegna agli imprenditori principianti della Future Bank. Questo, però, lo impegna troppo per occuparsi abbastanza della propria famiglia e dei propri sentimenti. Entrambi diventeranno fantastici amici e Georges farà capire il senso della vita ad Harry. L'incontro cambierà le loro vite, ma ad un caro prezzo.
    Harry, stimato docente di formazione aziendale, cura la preparazione degli addetti alle vendite, sintetizzandone il comportamento ottimale in tre regole: sorriso e attenzione al cliente, ottimismo, decisione. All'uscita da un suo servizio, quasi dimentica che è il "suo giorno" di marito separato per avere le sue bambine. Quando arriva alla stazione dove aveva promesso alla moglie Julie di recarsi a prenderle, le bambine non ci sono più e costei, in tono comprensibilmente indignato e gelido, gli fa sapere al telefono che sono tornate a casa. Mentre riflette su quella sua giornata estenuante, al volante della propria automobile in piena notte, Harry è preso da un colpo di sonno e provoca un incidente che lo fa tornare di colpo in sé. Ha investito un cane e subito si fa avanti il suo presunto padrone, Georges, un giovane dawn smarrito e farneticante, fuggito dall'Istituto in cui è stato relegato dopo la morte della madre. Harry è costretto suo malgrado ad occuparsene e lo porta al primo posto di polizia, dove s'imbatte in pretesti burocratici da parte dell'unico agente in servizio in quell'ora notturna: non gli resta che portarlo nel proprio alloggio di "single" forzato e offrirgli l'unico letto disponibile, il suo. Andati a vuoto i numerosi tentativi di disfarsi di Georges, per il quale pur sente compassione e simpatia, restituendolo a qualcuno dei suoi o all'Istituto, Harry non può far altro che dividere con lui il proprio ruolo di "perdente", rifiutato perfino della sue piccole figlie. Finché, dovendosi assentare un momento dall'automobile in cui lo ha lasciato, per i suoi impegni di lavoro, non trova più Georges che è salito sulla terrazza dello stabile, si è rimpinzato di cioccolato - verso il quale ha una pericolosa allergia - ha perduto l'equilibrio ed è precipitato giù.

    https://youtu.be/oYiszcpq_kE

    ho visto questo film è bellissimo penso che le persone con la sindrome di down vogliono essere trattate come gli altri, possono dare quello che ci dà chiunque altro, anzi a volte la loro sensibilità ti dà molto di più, amano dialogare di tutto, sono spontanee e non parlano mai per apparire.
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    Messaggio  vincenza de cristofaro Ven Mag 13, 2011 1:47 pm

    Il film che ho scelto di commentare è "Al di là del silenzio" scritto dalla tedesca Caroline Link .Si racconta la storia di Lara figlia di genitori sordomuti .Fin dall'infanzia Lara riveste per la sua famiglia un ruolo molto importante :fa da tramite tra i genitori e il mondo esterno,traducendo per loro nel linguaggio dei sordomuti i film alla tv,descrivendo i suoni che produce il mondo .Lara tutto ciò lo fa con entusiasmo senza dar peso a nulla mostrando anche una certa maturità per una ragazza della sua età.
    Come abbiamo potuto capire il film tratta della tematica dell'handicap spesso discusso in aula.
    Come ben sappiamo e studiato la sordità non è più definita con l' espressione "portatore di handicap" ma si dovrebbe parlare di "soggetto con deficit" poichè è una caratteristica che un individuo può avere stabilmente,infatti non si parla più di " sordo" ma di persona con deficit della sordità,da cui può nascere l' handicap solo se le risposte dell'ambiente pongono l'individuo in una condizione di svantaggio.La sordità in questo film non costituisce un ostacolo alla comunicazione tra Lara e i suoi genitori ,fino a quando incontra la zia Clarissa , la quale le regala un piccolo clarinetto , facendole scoprire la passione per la musica . Da qui il padre nota il distacco che ha con la figlioletta fino a diventare insormontabile il rapporto con la figlia e quindi con il mondo.
    alla base della sordità,quindi si nota l'incapacità di comunicare tra il soggetto e il mondo che lo circonda. Infatti secondo una ricerca approfondita sulla sordità si afferma che la comunicazione è l'ostacolo principale della sordità definito anche handicap invisibile perchè a causa di questa invisibilità questo handicap è considerato di serie B e i sordi non vengono aiutati come avviene per i disabili motori o per i ciechi .Infatti i sordi fisicamente sono normali, ma a causa del deficit uditivo non possono sentire e capire quello che succede nel mondo circostante e perdono una grande quantità di informazioni che riguardano la cultura e la vita quotidiana.
    Il normoudente è immerso fin dalla nascita nel mondo dei suoni ,attraverso i quali, in qualunque momento , anche se distratto , acquisisce informazioni .Il sordo ,invece deve recuperare tutto questo ,con impegno continuo attraverso altre vie e con molta fatica .La sordità allontana dalle persone ,la cecità allontana dalle cose e per questo ,e non a casa,l'OMS(l'Organizzazione Mondiale della Sanità)considera la sordità un handicap invalidante al 100% e più grave della perdita della vista.


    http://www.volontariato.lazio.it/documentazione/documenti/VedereVociSentireSegni_VanessaMigliosi_Intervista.pdf

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    Messaggio  coppolafrancesca Ven Mag 13, 2011 2:26 pm

    Il film che trovo molto interessante è "Il mio piede sinistro".
    A Dublino nel 1932 Christy Brown è vittima di una paralisi che gli impedisce di parlare e di muoversi, i medici sono pessimisti sulla sopravvivenza di Christy, che malgrado questo handicap viene ben accettato dalla sua famiglia.con il passar degli anni Christy sorprende i familiari per i suoi tentativi di comunicare con il piede sinistro ,tramite il quale riesce a scrivere alcune parole e a dipingere.
    Il film mette in insieme con grande sobrietà l'esistenza di Christy, mostrandone sia le grande sfortune, dovute al suo handicap, sia però le sue altrettanto grandi fortune,come aver avuto interno una famiglia invidiabile per amorevolezza, guidati da una figura materna dotata di una eccezionale umanità ."Il mio piede sinistro" è una pellicola che riesce sicuramente ad emozionare lo spettatore ed il messaggio che vuole trasmettere è che ogni ostacolo può essere superato.
    Questo film mette in evidenzia il tema dell'handicap ,come sappiamo l'handicap è una condizione di svantaggio vissuta da una persona in conseguenza di una menomazione o di una disabilità che limita o impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo normalmente proprio, questo mette in evidenzia anche il tema dei pregiudizi ,dell'emarginazione nei confronti dei portatori di handicap che li pone in una condizione di inferiorità rispetto a chi li circonda.Vengono definiti "diversi", ma come sappiamo il diverso di solito non sceglie di esserlo ma viene etichettato dalla società suo malgrado.
    Altro tema importante di questo film è la "resilienza",che permette a Christy di reagire alla sua situazione di disagio, di affrontare e superare la sua situazione dolorosa, per la costruzione di un percorso di vita positivo ,grazie soprattutto all'aiuto della FAMIGLIA ,Christy passa cosi da vittima a soggetto attivo.Tutto è possibile!!!
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    Messaggio  Anna Maria Carusone Ven Mag 13, 2011 2:42 pm

    Nella ricerca dei film da commentare, mi ha subito colpito “Dove siete? Io sono qui” di Liliana Cavani. Il titolo è stato qualcosa che ha suscitato in me molta curiosità e presto ho cercato la trama. Ammetto di non aver mai visto questo film ma il tema affrontato è davvero interessante. I protagonisti sono Fausto ed Elena, sordomuti dalla nascita che si incontrano per caso in un giardino zoologico, e tra i due nascerà un forte sentimento d’amore che li accompagnerà lungo la loro vita. Sicuramente emerge la differente condizione economica dalla quale provengono i due. Lui proveniente da una famiglia borghese e quindi con maggiori possibilità di integrazione, grazie soprattutto all’atteggiamento possessivo caratteristico della madre. Una madre, a mio parere, che vuole nascondere i limiti del figlio, affrontandoli ma senza esplicitarli. È ciò che accade quando non ci si accetta o meglio quando è la società che vede nei limiti delle persone il “diverso” tendendo ad escluderlo e quindi ella tende a celare il confine che il figlio non può superare, riuscendo ad integrarlo in un impiego bancario. Elena, invece, di famiglia proletaria, viene esplicitamente emarginata dal mondo dell’istruzione, anche se molto intelligente, per la mancanza di insegnanti capaci di dedicarle maggior tempo, incapaci di affrontarla e cercare di integrarla nel gruppo. Emerge la dimensione economica che, anche oggi, influisce; persone di un alto rango sociale hanno sicuramente una possibilità maggiore da dedicare ai problemi di persone diversamente abili migliorando la loro autonomia rispetto a coloro che vivono in condizioni di degrado e nella loro non conoscenza di nuovi metodi non ne permettono una vita migliore accompagnati soprattutto dall’assenza di interventi pubblici. La posizione tra l’educatore e l’educando deve essere aperta, è un incontro reciproco che deve dare origine ad una relazione educativa, con una formazione bilaterale in cui si cresce insieme. È un prendere e dare in sincronia. Ciò non accade tra l’insegnante ed Elena addirittura costretta ad abbandonare la scuola per l’assenza di qualcuno in grado di capirla e darle fiducia, etichettandola ed emarginandola, impotente contro la società e piena di frustrazione causata dall’isolamento provocato dagli altri. La storia d’amore tra Fausto ed Elena è un percorso di nuova comunicazione, conoscenza e ricerca continua verso qualcosa che possa completarli. Il loro continuo vivere è immerso nel mondo del silenzio, in contrasto con il comune universo del rumore, della musica, della parola, della chiacchiera. Ma la completa assenza dello sviluppo del senso uditivo sicuramente non deve rappresentare un limite, anzi al contrario, con il laboratorio fatto in aula che privilegiava l’udito a discapito della vista, qui si nota un forte incremento della vista, dove lo sguardo occupa un ruolo privilegiato. Se non si ha a disposizione l’udito, è sicuramente la vista che ci mette in relazione con il mondo esterno e ci fa interagire con esso. La lotta dei sordomuti per la loro integrazione nel sociale è stata dura e complessa ma oggi possiamo parlare di Sordi (con la “S” maiuscola), indicando tutte le persone che lo sono per cultura, lingua ed esperienze condivise con la comunità. Posso dire che sto frequentando il corso LIS a Giugliano propostoci da una collega e mi rendo sempre più conto di quanto queste persone possono darci anche solo con un sorriso. Giorni fa è stata tra noi proprio una ragazza Sorda ed è stata un’esperienza straordinaria. In alcuni momenti mi sono sentita io “diversa” incapace di dare a lei una risposta, mentre lei capiva tutto dai miei segni, e dal mio sguardo, allora mi chiedo dov’è la “normalità” di cui tutti noi parliamo? Impariamo a guardare tutto sotto tutti i vari punti di vista che esistono e non solo quello più comodo e vicino a noi.


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    Messaggio  rosadecristofaro Ven Mag 13, 2011 3:05 pm

    IL FILM CHE HO SCELTO è:"SARAHSARà"(TRATTO DA UNA STORIA VERA).
    LA PROTAGONISTA è UNA RAGAZZINA SUDAFRICANA DI COLORE,DI NOME SARAH, CHE PERDE LA MOBILITà DELLA GAMBA A SEGUITO DELLA TRAUMATIZZAZIONE DI UN NERVO DURANTE UNA INIEZIONE. SARAH NASCE DISCRIMINATA ,NON SOLO PER IL COLORE DELLA SUA PELLE, MA ANCHE PER LA SUA "MENOMAZIONE".PER FORTUNA INCONTRA GERSCHE ,UN NAPOLETANO FALLITO, CHE FACEVA LO SCRITTORE, MA PRIMA ANCORA ERA STATO UN INSEGNANTE DI NUOTO.SARAH ZOPPICA,MA RIESCE A FARSI VALERE GRAZIE ALLA SUA CAPACITà DI NUOTARE MEGLIO DELLE BAMBINE NORMALI.CON L'OMICIDIO DEL PADRE è ANCORA PIù TRAUMATIZZATA MA NON SI DA PER VINTA E CLANDESTINAMENTE PARTECIPA ALLA GARA DI NUOTO ARRIVANDO SECONDA TRA LO STUPORE DI TUTTI COMPRESA LA MADRE,CHE NON AVEVA MAI SMESSO DI INCORAGGIARLA.LE TEMATICHE CHE VENGONO RIPRESE NEL FILM SONO:LA DISABILTà E LA MENOMAZIONE.PER DISABILITà SI INTENDE L'INCAPACITà DI SVOLGERE DETERMINATE FUNZIONI E DI ASSOLVERE PARTICOLARI COMPITI E DA QUI NE CONSEGUE LA MENOMAZIONE OSSIA UN DANNO ORGANICO RELATIVO AD UN SETTORE SPECIFICO CIOè UNA MANCANZA O UN CATTIVO FUNZIONAMENTO DI UN ARTO O DI UNA PARTE DEL CORPO

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