Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    mariaderosa


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  mariaderosa Ven Mag 06, 2011 5:18 pm

    il film che ho scelto di commentare si chiama "Le ali della vita" con la regia di Stefano Reali..più che film si tratta di una serie televisiva italiana formata da due stagioni. la prima andata nel 2000, la seconda nel 2001..è stata una serie che mi appassionato tantissimo proprio per la ricchezza dei contenuti e dei messaggi che sono riuscita a percepire..sicuramente la prima serie ha riscontrato un forte successo..però con la visone della seconda stagione sono rimasta davvero molto colpita. Protagonista delle due storie è Rosanna Ranzi interpretato da Sabrina Ferilli nel ruolo di una professoressa di musica anticonformista e di forte temperamento che, tra gli anni cinquanta e sessanta, incontra l'austero personaggio di Suor Alberta interpretato da Virna Lisi nei panni di una donna fredda e manipolatrice che inizialmente la coinvolge nei segreti del collegio femminile retto dall'Ordine Francescano di Santa Chiara a Tures (prima stagione)in seguito, nell'educazione del disabile Fabrizio (seconda stagione). ed è proprio di quest'ultima che voglio parlarvi..
    Sono trascorsi alcuni anni da quando Rosanna era maestra di musica nel collegio di Tures. La sua testardaggine e la lotta contro Suor Alberta per far sì che le allieve non rinunciassero a inseguire i loro sogni le ha procurato uno prezzo da pagare. Espulsa da tutte le scuole del regno, Rosanna si trasferisce a Milano dove cerca di sopravvivere dando lezioni di canto alle signorine di buona famiglia. Per lei è sempre più difficile, anche perché la sua fama sembra precederla e farle terra bruciata intorno. L'amicizia di Stefania, una delle sue antiche allieve che sta per laurearsi in giurisprudenza, la spinge a non arrendersi. Ad aiutarla c'è anche Celestina(ex suora conosciuta nel colleggio)che studia al Conservatorio e lavora in un orfanotrofio, dove ci sarebbe un'occupazione anche per Rosanna. Nell'orfanotrofio, ad attendere Rosanna c'è il suo nemico di sempre: Sorella Alberta, che sembra essere cambiata al punto da voler chiedere perdono a Rosanna.quest'ultima però non riesce a fidarsi di lei, ma la presenza di Fabrizio, un ragazzo di 18 anni creduto muto fin dalla nascita, la induce a fermarsi e riflettere. E sarà proprio lui l'inizio della sua nuova sfida, il motivo per lottare ancora..inizialmente Rosanna trova difficoltà a rappottarsi con Fabrizio essendo molto scontroso e ostile nei confronti degl altri. Anche se in certe circostanze utilizzava un atteggiamento alquanto brusco per migliorare le condizioni del ragazzo successivamente scopre che tutti quei comportamenti erano dovuti no ad un problema patologico ma a una serie di atteggiamenti familiari che gli avevano causato la chiusura in se stesso..
    quindi dopo tante difficoltà Rosanna riesce con il suo impegno a far di Fabrizio un ragazzo normale, autosufficiente e in grado di saper far buon uso della parola..
    questo film mi ha appassionato da subito perchè è stato capace di trasmettermi forti emozioni..la cosa che più mi ha colpita è stato l'atteggiamento della protagonista che è riuscita a non fermarsi davanti all'apparenza ed ha fatto di tutto per aiutare a guarire il ragazzo il quale pur se mostrava seri problemi è riuscito a superare le sue difficoltà e diventare il ragazzo normale che era sempre stato
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  carlarusso Ven Mag 06, 2011 9:07 pm

    Il film che ho scelto di commentare e':"Rain man".Charlie Babbit (Tom Cruise), giovane commerciante di auto, scopre, dopo la morte del padre, che l'unico erede dell'immenso patrimonio familiare è Raymond (Dustin Hoffman), un uomo affetto da autismo, che scopre essere suo fratello maggiore. Charlie, sentitosi tradito dal padre e indebitato sul lavoro a causa di investimenti fallimentari, decide di portare via Raymond dalla clinica di Cincinnati in cui è ricoverato nella speranza di riuscire ad essere riconosciuto dalla legge come suo tutore e quindi beneficiare del patrimonio paterno. Durante il viaggio verso Los Angeles, che si allunga per le necessità di Raymond (non può volare, non può fare l'autostrada, a causa della sua paura degli incidenti), Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo tutto gesti meccanici e frasi ripetitive ma dotato anche di una incredibile memoria, grazie alla quale i due ottengono ingenti vincite a un casinò di Las Vegas. Piano piano Charlie si affeziona a lui, grazie anche all'aiuto della sua fidanzata Susanna (Valeria Golino), scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava Rain Man (una storpiatura del nome Raymond) e pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altri che suo fratello, del quale è stato privato per tutti questi anni. Charlie deciderà infine di riportare Raymond nella clinica, rinunciando al denaro (e anche a un assegno da 250.000 dollari che gli era stato offerto per dimenticarsi della vicenda) e promettendo di frequentarlo appena possibile.Quindi da questo film si deduce che l'amore abbatte ogni barriera in cui nasce tra i due fratelli una sorta di legame ,una profonda interconnessione che porta alla fusione della conoscenza ,e' un prendere e dare in sincronia, uno scambio in cui entrambe le persone ricevono e danno qualcosa,cioe' l' EMPATIA..
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Empty 18 Aprile Lezione virtuale

    Messaggio  Lucente Giuseppina Sab Mag 07, 2011 8:21 am

    IL film di cui voglio parlare è Bianco e Nero,un film sul razzismo di Cristina Comencini del 2008.
    Elena è devota alla sua attività come mediatrice culturale,tra gli africani e le istituzioni italiane,ma inconsciamente spera che il suo impegno possa in qualche modo espiare i pregiudizi razziali dei genitori borghesi.
    Il marito Carlo non condivide il suo stesso entusiasmo e non ama accompagnarla alle serate benefiche promosse dall'associazione perchè si sente fuori luogo.
    Finchè non conosce Nadine,l'affascinante moglie senegalese del collega di Elena e se ne innamora.
    Il film non offre uno scambio culturale,ama sfruttare fino allo sfinimento il concetto di biano e nero dimenticando che esistono anche le sfumature.
    Persino Carlo e Nadine,seppur travolti dalla passione,finiscono per parlare della diversità del colore della loro pelle.
    Anche se il film tenta di affrontare con leggerezza la tematica del "Razzismo", purtroppo è una problematica ancora profondamente radicata nella nostra società visto i pregiudizi che ancora si hanno nei confronti delle persone "diverse" da noi.
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    Rosa De Luca


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Empty .................IL CORPO COME UNO SCAFANDRO E LA MENTE COME UNA FARFALLA..................................

    Messaggio  Rosa De Luca Dom Mag 08, 2011 3:56 pm

    Il film che ho scelto di commentare è "LO SCAFANDRO E LA FARFALLA", il cui titolo originale è "LE SCAPHANDRE ET LE PAPILLON" di Julian Schnabel.
    Il film, è ispirato al romanzo omonimo ed autobiografico di Jean-Dominique Bauby, giornalista e caporedattore della rivista "ELLE", divenuto improvvisamente disabile a causa di un ictus con una Sindrome rara che prima lo getta in un coma profondo e poi lo rende immobile, lasciando lucida e perfettamente consapevole la sua mente.
    Immobile ed incapace di parlare Bauby non si perse d'animo, decidendo di dettare lettera per lettera il suo libro (attraverso un particolare sistema di comunicazione) ad una redattrice del suo editore, che pazientemente annota, rilegge e riscrive insieme a lui.
    Egli muore il 9 marzo 1997.

    Le Tematiche che emergono in questo Film sono:

    la Malattia;
    la Disabilità;
    la Tecnologia;
    la Resilienza.


    Bauby fu colpito dalla Locked-in Syndrome, che letteralmente vuol dire chiuso dentro, conosciuta anche come "Sindrome del Chiavistello", che è il risultato di un ictus al tronco-encefalico.
    I pazienti affetti da Locked-in Syndrome, mantengono le funzioni mentali del tutto integre, sono pienamente coscienti, sanno esattamente dove si trovano le loro braccia e le loro gambe e, a differenza dei pazienti paralizzati, possono ancora percepire sensazioni tattili e il dolore.
    L'unico Canale di Comunicazione, è rappresentato dalla motilità oculare e palpebrale, che viene utilizzata per rispondere SI o NO.

    Da questa Sindrome ne deriva una Disabilità.
    Per DISABILITA', si intende qualsiasi limitazione o perdita conseguente a menomazione della capacità di compiere attività nel modo o nell'ampiezza considerati normali per un essere umano.

    Un valido aiuto per permettere la comunicazione di un paziente con la Locked-in Syndrome, è rappresentato dall'impiego di un Alfabeto Alternativo.
    Esso non usa il tradizionale ordine A, B, C, D... ma le lettere sono disposte in relazione alla frequenza in cui vengono utilizzate nella lingua parlata.
    L'uso di questo nuovo codice è molto semplice e di facile impiego: un interlocutore legge l'alfabeto al paziente, il quale chiude la palpebra sulla lettera che vuole utilizzare per iniziare una frase e in tal modo potrà esprimere i suoi pensieri.
    Inizialmente, questo metodo risulta essere abbastanza lento, ma con la pratica esso diviene un esercizio quasi automatico.
    Il vantaggio di questo codice è che può essere utilizzato nel caso in cui il paziente possa muovere una sola parte del corpo, come la palpebra nel caso di Jean-Do.

    In questo film emerge un'Attitudine che tutti dovremmo avere: la Resilienza.
    In Psicologia la Resilienza è l'Attitudine dell'individuo di reagire e far fronte a situazioni di forte disagio, mediante l'attivazione di competenze individuali e risorse interiori.
    Si tratta di un termine, che può assumere diversi significati a seconda dei contesti di riferimento.
    La prospettiva della Resilienza, si pone come tentativo di identificazione, nei confronti della Disabilità, di fattori protettivi che possono consentire alla persona di modificare in popsitivo la percazione del proprio limite e la riorganizzazione della propria vita.
    Ciò dipende anche dalla capacità delle persone, che si pongono in relazione col disabile, di volgere lo sguardo alle potenzialità, piuttosto che soffermarsi sui limiti e le carenze.
    La Resilienza, consente alla persona di trasformare il suo ruolo sociale, da vittima a soggetto attivo, un esempio è la ballerina Simona Atzori.

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA, ha dei tratti comuni al libro "IL PRIGIONIERO DEL SILENZIO".
    Il 4 luglio 1990 Philippe Vigand, 33 anni, un uomo brillante e sportivo, padre di due bambine, cade per strada a Neuilly, vicino Parigi, colpito dalla Locked-in Syndrome.
    Philipe emerge dopo due mesi dal coma "Murato Vivo" o meglio Prigioniero del proprio corpo.
    Pian piano si rende conto di poter farsi sentire battendo le palpebre, l'unica parte del suo corpo che riesce ancora a comandare.
    Da quel momento, grazie al nuovo alfabeto, lancia una sfida al destino e comincia a lottare, proprio come l'Avatar del film che abbatte la sua Disabilità vivendo una vita parallela.
    Si tratta di un cammino estremamente duro, fatto di successi e di sconfitte, ma aiutato dalle persone che gli vogliono bene proprio come Jean-Do.
    Di qui le parole di Philippe che mi hanno colpito: "Ho fatto un sogno: parlerò e camminerò di nuovo".
    Queste parole esprimono la Passione per la Vita, la Ribellione contro il Silenzio, la Speranza do riprendere una vita normale.
    Ho scelto di commentere il film "LO SCAFANDRO E LA FARFALLA", perchè è un film che porta a riflettere sul vero significato della Vita e sull'importanza dell'amore profondo, che si prova verso una persona che è prigioniera del proprio corpo incapace di comunicare, ma viva nell'anima.
    E' un film attraverso cui si percepisce il punto di vista del malato, poichè si guarda il mondo attraverso i suoi occhi che si appannano quando si commuove.
    Lo stato di disperazione e di soffocamento iniziale, rappresentato dallo Scafandro, si aprono verso la condizione della Farfalla, nella quale il corpo non serve più, ma è necessaria soltanto l'anima, i ricordi, i sogni.
    Di qui una frase che mi ha particolarmente colpito di Jean-Do:" Lo Scafandro del corpo non impedì alla Farfalla dell'anima di uscire e comunicare".
    Il film è un vero inno alla vita, fatto da un uomo a cui la malattia ha tolto ogni cosa, ma da cui è uscito più che vincitore: la dimostrazione è il suo libro.
    La sua storia è l'esempio di una triste esistenza, di cui è anche cosciente, ma è anche un esempio di vita perchè impara a sorridere alle disgrazie.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Empty ...............................IL SENSO DELLA VITA...........................

    Messaggio  Rosa De Luca Dom Mag 08, 2011 4:15 pm


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    Messaggio  Rosa De Luca Dom Mag 08, 2011 4:18 pm



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    Messaggio  Rosa De Luca Dom Mag 08, 2011 4:22 pm

    Lo sguardo sfuocato
    In cerca d'amore
    Con un battito di ciglia
    Nel corpo morto con l'anima piena
    Fino all'ultimo respiro
    .
    poesia di
    NELIDA UKMAR
    .
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    Messaggio  Rosa De Luca Dom Mag 08, 2011 6:50 pm

    daniela palumbo
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  daniela palumbo Lun Mag 09, 2011 1:16 pm

    il film che ho scelto è Edward mani di forbice ,che in molti conosciamo,di Tim Burton con attore protagonista Jonny Depp.un anziano inventore,ke vive da solo in cima ad una montagna,un giorno decide di sfruttare una delle sue macchine per la creazione di un essere umano...... è Edward il ragazzo a cui dà vita,l'anziano inventore,prima ancora di portare a termine il proprio lavoro,muore senza poter dare ad edward l'uso delle mani in quanto al loro posto ha delle fobici molto taglienti!!!una delle frasi che piu mi ha colpito è quando la ragazza gli chiede di abbracciarla e lui risponde "NON POSSO"in questa circostanza si percepoisce la consapevolezza di edward della sua diversità,dimostrata dalla realtà oggettiva delle sue mani mancanti.in questo film si riflette anche sui sentimenti d'isolamento e sull'incapacità di comunicazione,che poi abbiamo visto ke sono stati i sentimenti ke hanno accompagnato il regista burton nella sua infanzia e li ha sviluppati in questo suo capolavoro;Burton afferma che aveva spesso problemi a relazionarsi con gli altri....da bambino fece un disegno ed è da qui che si è ispirato ad Edward!!!in esso il tema del razzismo è proposto in maniera molto originale,Edward è la metafora di tutti coloro che ritenuti "diversi" vengono tenuti fuori dal mondo,quindi isolati e rifuitati poichè ritenuti pericolosi...in questo modo viene etichettato e visto come un DIVERSO da loro,ma la normalità è un concetto che nn si può stabile in quanto nn ci sono parametri prestabiliti per definirlo,è l'uomo che crea questi due estremi e nota dei limiti inesistenti nelle persone creando cosi l'emarginalità di questi ultimi!!!come d'esempio nel film possiamo parlare di corpi protesici,in particolare delle tecnologie integrative che sn usate come un completamento di un organo o 1 parte del corpo mancante.nel campo della disabilità,qst ultima si presenta sotto forma di protesi,come integrazione o menomazione;la menomazione è una disfunzione che comporta la mancanza o il cattivo funzionamento di un arto o di una parte del corpo.Possiamo fare riferimento a Oscar Pistorius che ha partecipato alle olimpiadi dando una forte dimostrazione che anche una persona cn delle menomazione può accedere alle competizioni praticate dai normodotati..... dal punto di vista dell'uomo ci dovrebbe essere piu umilità ,meno pregiudizi,bisognerebbe eliminare l'ignoranza l'egoismo e la superficialità delle persone meno profonde perchè ognuno di noi va accettato per quello che è..........
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    Messaggio  Alessia Iovinelli Lun Mag 09, 2011 1:42 pm

    Il film che ho scelto di commentare si intitola "Mi chiamo Sam" Il film parla della commovente storia di Sam Dawson, un padre mentalmente ritardato che cresce la propria figlia Lucy con lo straordinario gruppo di amici. I problemi iniziano quando Lucy compie sette anni e sviluppa capacità intellettive superiori a quelle del padre: il loro legame viene minacciato da un'assistente sociale che vorrebbe dare Lucy in affidamento a una famiglia più adeguata. Di fronte ad una causa persa in partenza, Sam decide di iniziare una lotta contro il sistema e contro quella che considera un'incomprensibile ingiustizia. Sua improbabile alleata sarà Rita Harrison, un abile e super efficiente avvocato assillato da manie di perfezionismo che, inizialmente, accetta il caso come sfida nei confronti dei colleghi. A prima vista, Sam e Rita non potrebbero essere più diversi, ma in realtà tra i due c'è una sottile somiglianza. La natura compulsiva di Sam rispecchia la natura ossessiva, anche se più tollerabile, di Rita. Il suo bisogno maniacale di perfezione e successo ha deteriorato il rapporto con il figlio e ha lentamente distrutto la sua sensibilità.

    Fonte: http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=1127&film=Mi-chiamo-Sam

    Questo film mi ha colpito tantissimo... Lo vidi insieme ad un amica nel 2007 circa... Alla fine del film mi chiesi "cosa farei io, se fossi al posto di Sam, della figlia di Sam, o dell'avvocato o di coloro che devono decidere se Sam ha o non ha il diritto di vivere con la sua bambina?." Le risposte è possibile trovarle solo dentro di noi. Ed é per questo che Mi chiamo Sam é un film toccante e per me significativo. La figlia sa benissimo che il padre ha dei problemi e c'è un amichetto che viene a trovarla a casa, e con la solita sincerità dei bambini le chiede «perché il tuo papà si comporta come un ritardato?» risponde tranquillamente «perché lo è». Ma la piccola gli vuole bene e sa benissimo come assisterlo e stargli accanto, del resto è la figlia!
    Sam nonostante il suo ritardo ama tanto la figlia, tanto che cercherà un avvocato. Mi colpisce l'umanità della mamma della piccola che nonostante ciò aiuterà sam a trovare un avvocato e sam la ricambia con tanta umanità e tanto affetto...
    E questo film mi ha fatto sempre pensare che nonostante tutto, noi con la nostra ragione e i nostri "cervelloni" potremmo fare tanti torti che persone come sam ci ricambieranno con tanto affetto, e non perchè loro "non capiscono", ma perchè in loro c'è amore, per loro che portano la loro sofferenza ogni giorno, facendoci apprezzare quanto la vita sia bella anche se con sofferenza, se oggi giorno tanti credono sia difficile credere in un Cristo che ha portato la sua croce, penso che in loro ci sia proprio questo la loro croce portata con sofferenza ma con tanta gioia, e senza farti pesare del fatto che loro abbiano questo problema, e questo l'ho capito in un'esperienza fatta con dei ragazzi disabili. Basta anche solo un "ciao come stai?" che dopo 5 minuti ti aprono tutto il loro mondo, si fidano di te e quando li incontri per strada non possono far a meno che correrti incontro per abbracciarti e donarti un sorriso!
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  carmelapignatiello Lun Mag 09, 2011 2:45 pm

    Il silenzio e le parole
    RegiaDavide Del Boca, Piero Motta
    Titolo originaleIdem
    Durata minuti25
    OrigineItalia - 1994
    LinguaItaliano
    DistribuzioneLEDHA
    FormatoVHS DVD
    ColoreColori
    TipoDocumentario
    Indicazione Medie Superiori

    Disabilità intellettiva e relazionale

    Trama
    Il silenzio e le parole è costituito da tre storie. Sono incontri con persone che vivono handicap differenti (rispettivamente: l'autismo, la tetraparesi spastica e la Sindrome di Down) e che raccontano se stesse e le proprie esperienze. Sono tre autoritratti da cui emergono il mondo interiore e la profondità umana di queste persone, ma anche il loro grado d'inserimento sociale e le rispettive, a volte notevoli, capacità professionali. Il silenzio e le parole ci aiuta ad ascoltare, con rispetto e attenzione, ciò che ci comunicano le loro voci e i loro silenzi. 1° episodio: Andrea, 27 anni, autistico. Durante la settimana, Andrea vive in una comunità in campagna; nel week-end, torna in famiglia. Il film lo coglie in uno di questi fine settimana (Andrea pranza a casa, va a spasso per la città con la sorella ...) e si concentra sui suoi sguardi intensi, i suoi gesti incerti e quasi smarriti, i suoi silenzi pieni di sottintesi. Come ci dice il film: "Più si sta con Andrea, più si capisce che, in qualche modo, ci comunica sempre qualcosa." 2° episodio: Claudio, 35 anni, spastico, costret-to su sedia a rotelle. Ci racconta la sua infanzia: "Fin da piccolo non mi sono mai sentito diverso", "Ho sempre avuto una vita normale". Claudio descrive il rapporto molto affettuoso ma mai pietistico che lo lega ai genitori. Spiega il suo essere riuscito, grazie al loro aiuto e alla sua ostinazione, a trovare un lavoro. Infatti, da quattro anni, nella sua abitazione, Claudio lavora per una grande azienda, l'Italtel: per mezzo di un computer, un modem e un fax, cura la redazione di un notiziario scientifico. 3° episodio: Alessandro, poco più che ventenne, Down. Anche Alessandro lavora: è operaio specializzato in una nota azienda costruttrice di macchine per la proiezione cinematografica. Sereno ed espansivo, Alessandro ci racconta le sue passioni: ascoltare musica, ballare e frequentare una coetanea (anch'essa disabile psichica) con la quale si è fidanzato. Alessandro vorrebbe sposarsi e metter su famiglia.




    I temi che vengono trattati al interno di questo film sono:
    -Autismo .
    -Disabilità.
    -Diversità.
    -Handicap.
    -Resilienza.

    Inazitutto incomincio a parlare dell'autismo e una malattia che colpisce 1 bambino ogni 150 la maggioparte tutti di sesso maschile. Sono bambini con difficoltà Fenotipo comportamentali, socio-educativi,comportamenti ripettitivi,self regulatione (autoregolazione), ossia non riesco ad avere un interazione sociale non comprendono il linguaggio e sopratutto non riescono a comunicare. L'autismo è il disturbo dello sviluppo che cresce velocemente e di tipo neurologico,con un intervento educativo può cambiare il cervello dell'autismo,non ci sono cure per l'autismo però con un intervento precoce intensivo ed integrato, può dare una qualità di vita di un bambino ,abbiamo l'intervento efficace:
    -Potenziale neurologico.
    -Età di intervento.
    -Intervento di tenere il bambino impegnato,intervento curricolare,individualizzato,multidisciplinare gli obiettivi sociali prioritari.Infatti la famiglia è il perno dell'intervento.I pilastri principali di questi bambini sono:famiglia,servizio socio-sanitario,scuola-ricerca.
    Grazie alle nuove tecnologie hanno trovato il giusto modo per far apprendere nozioni di ogni genere ai bambini affetti da autismo: IL DENVER MODEL.Si tratta di un modello basato sull'approccio evolutivo in cui l'intervento è centrato sul bambinoper favorire la sua iniziativa la sua motivazione e la sua partecipazione. Questo strumento mira sopratutto all'inserimento del bambino nel contesto sociale,inoltre è importante sottolineare comunque che questo strumento deve essere accompagnato da altri fattori quali la famiglia,la scuola e i servizi socio-sanitari.

    Un altro tema che viene affrontato in questo film è la DISABILITA’, ossia l’incapacità di svolgere determinate funzioni e di assolvere particolari compiti. La nuova proposta dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità) si basa su tre fattori: menomazione, disabilità e handicap che poi sono stati sostituiti da: menomazione, abilità e partecipazione. Menomazione è infatti un danno organico relativo ad un settore specifico che comporta una mancanza come non esistenza o un cattivo funzionamento di una parte del corpo. L’handicap è la difficoltà che la persona con disabilità affronta nel confronto con gli altri. Il termine handicap, tradotto in italiano con “svantaggio”, deriva dall’ambiente delle corse ippiche inglesi. La parola handicap racchiude due parole: “hand” (mano) e “cap” (cappello), traducendo la parola significa “mano nel cappello”, infatti il fantino che cavalcava un cavallo dotato di qualità superiori gareggiava portando la mano sinistra a contatto con il cappello. Nel linguaggio comune deficit e handicap vengono assimilati l’uno all’altro e questo porta delle gravi conseguenze: considerare l’handicap un problema solo di chi ha qualche deficit, pensare che coloro che sono afflitti da qualche deficit non siano persone come tutte le altre. IO penso che questo tre persone anche se hanno problematiche diverse hanno tanta voglia di vivere e voglio sottolineare un altra cosa ancora quella della resilienza è la capacità di superare e uscire rinforzati dalle difficoltà ordinarie della vita.
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    Messaggio  LuciaDeGregorio88 Lun Mag 09, 2011 2:48 pm

    questo laboratorio è il più spaventoso per me,da quando la prof l'ha pubblicato,ho sempre cercato di rinviare la risposta,sono settimane che cerco di scrutare nella mia mente un film che si riallacci alle tematiche affronatate in classe, un film che io abbia realmente visto .sembrerà ridicolo e banale ma il primo film che mi è venuto in mente sin dal primo momento è stato "Heidi",ma per paura di essere derisa ho cercato di non parlarne.poi però ho trovato il coraggio di farlo ,perchè è un film che tocca varie tematiche della disabilità trattate in aula .
    Sicuramente è inutile esporre la trama di Heidi nei dettagli,penso che tutti siamo cresciuti da bambini guardando il cartone animato,in verità io personalmente ero obbligata a vederlo da mia madre che ne usciva pazza,a me metteva angoscia,lo vedevo un cartone troppo serio,"pesante"...però da bambina non capivo bene il perchè.La piccola H.,orfana di entrambi i genitori,viene affidata dalla zia al nonno paterno ,un 'anziano da una forte personalità,EMARGINATO dal paese perchè considerato un "vecchio burbero".il nonno vive al di fuore del paese ,in una vecchia baita su una montagna,circondato solo dalla natura e dagli animali.tutti in paese lo escludono,lo evitano ,lo etichettano come un "uomo senza cuore ",ignari della grande soffernza che quell'uomo si porta dentro sè.Quest'etichettamento spinge l'uomo a sentirsi tale, a chiudersi sempre più a riccio e ad evitare il più possibile il contatto con gl' altri ,scendendo in paese solo quando è necessario.Una delle scene più significative che evidenzia il fenomeno dell'etichettamento è l'arrivo di Heidi con la zia in paese,tutti cercano di persuadere la zia da questa sua scelta ,perchè per loro quello "è un uomo senza cuore,un UOMO CHE NON SA AMARE,E CHE PUò AMARE SOLO SE STESSO!"https://www.youtube.com/watch?v=vgvp7gpltx0&feature=related Ma il nonno dimostrerà di avere un gran cuore, amarà tantissimo H. e le darà tutto ,al punto da far ricredere tutti. Dopo due anni ,però, la bambina viene portata dalla zia nella casa dove presta servizio a Francoforte ,presso la famiglia Seseman,dove vive una giovane adolescente affetta da Poliomielite(paralisi infantile).il film è ricco di scene dove si evidenziano le barriere che la giovane Klara incontra quotidianamente,del continuo aiuto dei domestici di cui a bisogno.la bambina si presenta inizialmente agl'occhi di heidi ,come una fanciulla viziata e la vede come una nemica che l'ha portata via dal suo mondo ,inseguito H. capisce la grande sofferenza, e cerca di aiutarla.Grazie ai suoi racconti ,Klara sogna di correre tra i prati ed inizia a vivere, a divertirsi ,a sentirsi un pò più libera,anche se traspare sempre il dolore,l'invidia di non poter essere normale.Il film si conclude con il ritorno di H. dal nonno ,dove sarà ben presto raggiunta da Klara ,che supportata da H:, il nonno,il medico riuscirà dinuovo a camminare,a persistere .Anche qui possiamo vedere come è necessario motivare il disabile,non fargli pesare la sua condizione tenendolo in una campana d'oro,ma spronarlo,standogli vicino ed aiutandolo ma al tempo stesso spingerlo verso l'autonomia.Il padre di K. infatti sbaglia a non fare ciò,aveva condannato ormai la vita della figlia in un letto ,e in quelle quattro mure,soltando grazie alla voglia trasmessa da H. alla giovane ,attraverso i suoi racconti,che nasce in K. il desiderio di osare.questo è quello che i familiari ,gli educatori dovrebbero fare ,spingere i disabili all'autonomia renderli dei RESILIENTI.
    https://www.youtube.com/watch?v=ACmZhr07N0w&feature=related
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    Messaggio  altieri carmela Lun Mag 09, 2011 3:03 pm

    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Images12



    Il film che ho pensato di commentare è un film molto bello il suo nome è :HOTEL RWANDA .Ambientato in
    Ruanda, 1994. E’ allora, in quelle zone che, nel giro di poco più di solo tre mesi, si consumò uno dei più violenti e vasti massacri della storia del Novecento, un massacro davanti al quale il mondo occidentale chiuse gli occhi decidendo di non vedere ciò che stava accadendo, preferendo fare finta di niente ed abbandonando migliaia di uomini, donne e bambini al loro ormai segnato destino di morte. Quello che successe in Ruanda dall’aprile al luglio del 1994 è qualcosa che affonda le sue radici molto lontano ma che nessuno pensava avrebbe potuto portare a quello che poi purtroppo si verificò.
    Tutto trae origine dalla distinzione tra Hutu, la maggioranza della popolazione ruandese, e Tutsi, distinzione che venne introdotta dai coloni belgi e che si basava su pure caratteristiche fisiche e somatiche. Nonostante questa differenza, hutu e tutsi avevano sempre convissuto pacificamente, fino a quando comincio a crearsi un clima di tensione tra i due gruppi, alimentato dagli hutu, che esplose dopo la morte, sospetta, del presidente ruandese. Fu allora che iniziò il massacro. Quelli che fino al giorno prima erano stati cortesi vicini di casa si trasformarono improvvisamente in vittime da colpire o in carnefici, a seconda del gruppo di appartenenza. Migliaia di tutsi vennero uccisi, massacrati a colpi di macete dalle milizie estremiste Hutu, decisi ad eliminare ogni loro avversario colpendo in particolare i più giovani così da cancellare la generazione successiva.
    E’ questa tragica pagina di storia che viene raccontata in “Hotel Rwanda” in cui l’intera vicenda è letta attraverso il punto di vista del protagonista, ispirato ad uomo che è stato realmente coinvolto in quanto accaduto, Paul Rusesabagina. Paul, appartenente al gruppo Hutu, è stato per il suo paese una sorta di moderno Schindler che, sfruttando la sua attività e le sue conoscenze, ha cercato di salvare non solo la vita della moglie, Tutsi, e dei figli ma anche quella di migliaia di persone alle quali diede ospitalità e protezione all’interno dell’albergo di Kigali di cui era direttore sottraendole ad una morte che sembrava inevitabile.
    Il valore del film, interpretato da Don Cheadle, sta nell’essere uno strumento per far conoscere quanto accadde alle tante persone che ancora oggi lo ignorano o ne sanno molto poco e nell’essere un atto di accusa nei confronti di un occidente troppo spesso colpevole di dimenticarsi e disinteressarsi del continente africano.

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    Messaggio  mara cestrone Lun Mag 09, 2011 4:52 pm

    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Timthu14


    [youtube]<iframe width="425" height="349" src="https://www.youtube.com/embed/sBnjgoVRzFs" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>[/youtube]


    Osanna Brugnoli ex modella e disabile dal 1977 a seguito di un incidente automolilistico,non potrà mai più camminare,passeggiare,correre ma potrà muoversi solo tramite una sedia a rotelle.Inizia così la sfida,quella di ricomporre i pezzi del proprio corpo e di ridare un senso alla propria vita senza mai arrendersi.
    Questa donna ha una grande capacità di affrontare la vita con ragionevolezza e prudenza ma soprattutto ha una grande voglia di vivere.Nel video manda questo messaggio a tutte quelle persone che davanti a un problema si disperano e non riescono a superarlo e anche per questo lei ha voluto raccontare la sua storia la quale deve essere di aiuto e di esempio per altri che,come lei,cercano di rifarsi una vita,tra varie difficoltà e ostacoli nel tentativo di dare un senso ad ogni cosa.
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    Messaggio  Sabina Cipolletta Lun Mag 09, 2011 5:44 pm

    Il film che ho scelto è "MI CHIAMO SAM", che è un film di Jessie Nelson del 2001, interpretato da Sean Penn e Michelle Pfeiffer.
    Questa è la storia di Sam Dawson, un uomo sulla quarantina costretto a crescere sua figlia da solo poiché la mamma della bambina li ha abbandonati.Egli soffre di un lieve ritardo mentale che non gli permette di essere alla pari con le altre persone, infatti le abilità del suo cervello sono pari a quelle di un bambino di sette anni!!!
    Nonostante ciò la loro vita è normale, fatta di un affetto sincero e di un'intesa tra padre e figlia che è fuori dal comune.
    Sam viene molto aiutato dai suoi amici e colleghi, finché una sera non viene portato in caserma per quello che viene scambiato come un tentativo di adescamento di una squillo.Successivamente, durante la festa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via, anche per effetto di un episodio di cattiveria di un bambino invitato alla festa.
    Così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento.Dopo numerose pressioni, riesce a convincere Rita Harrison a diventare il suo avvocato, e questa storia si trasforma.Sam cambia, e fa cambiare la spregiudicata professionista, tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità.
    Mi chiamo Sam è un film emozionante che offre una vera e propria testimonianza sul potere dell'amore di un genitore che non ha limiti, facendo riflettere anche sulla mancanza di comunicazione in famiglie normali che di certo non hanno affrontato la lotta quotidiana di Sam, genitore autistico che mostra una incredibile forza di volontà e la ferma convinzione di dover donare esclusivamente il meglio a sua figlia Lucy.
    Il film affronta il tema dell'autismo che è stato anche oggetto di alcune nostre lezioni trattate in aula.L'autismo è considerato dalla comunità scientifica internazionale un disturbo che interessa la funzione cerebrale; la persona affetta da tale patologia mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione.Però il caso del film e quindi l'intenso legame che c'è tra Lucy e il padre ci fa capire quanto amore possano donare queste persone ,forse molto più di quanto ne possa donare una persona "sana".
    Certo ci sarebbe da chiedersi se è giusto affidare la crescita di una bambina ad un genitore autistico ,però ciò che conta e che per me è prevalso nel film è tutto ciò che Sam riesce a dare alla figlia ,e credo che sia proprio tutto ciò di cui abbia bisogno un figlio per avere una vita serena!
    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Michiamosam

    Questa scena è bellissima!
    https://www.youtube.com/watch?v=L2T9HgUlpc8&feature=related
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    Messaggio  mariafabiano Lun Mag 09, 2011 7:04 pm

    Il libro che vorrei presentare è " the man of honor".Il regista americano George Tillman si presenta con un film ambientato negli stati uniti negli anni ‘50, basato sulla vita di Carl Brashear, primo palombaro di colore della marina americana.
    La storia di "ordinario eroismo" vede il marinaio Carl Brashear, arruolarsi nei primi anni cinquanta, appena abolita la segregazione razziale (è una pratica che consiste nella restrizione dei diritti civili su base razzista e permette a persone di colore a partecipare ad attività come ad esempio prendere il mezzo pubblico, andare a mangiare al ristorante o in questo caso partecipare alle selezioni della marina militare); la sua voglia di affermarsi gli porta a chiedere di essere assegnato al reparto dei palombari, corpo della marina al quale non ha mai partecipato un uomo di colore, ma il grado massimo che gli viene assegnato è coprire il ruolo di aiuto cuoco nelle cucine militari. Il protagonista è figlio di un contadino che ha questo sogno in precedenza accennato, ma il suo desiderio è fortemente osteggiato dal padre, che pensa che il figlio sia fin troppo idealista ed ingenuo per affrontare un mondo in cui il colore della pelle è un segno d’inferiorità e un ostacolo impossibile da oltrepassare, una tematica simile l’abbiamo riscontrata anche nel film”indovina chi viene a cena” a differenza che il protagonista era un medico, tra un film e l’altro trascorrono ben 20 anni ma nonostante tutto, queste difficoltà non vengono risolte e sono esistenti ancora oggi in alcuni paesi del mondo. Già da più di due secoli fa nel 1800 Carus ( meglio conosciuto per la creazione di un'idea riproduttiva nello sviluppo della teoria evoluzionistica di Darwin) cercò di dimostrare come il colore chiaro della pelle e degli occhi determinassero l’appartenenza di un individuo al popolo “solare”, che ovviamente si supponeva superiore al popolo “notturno” di colore scuro, anche il grande antropologo Levi Strauss affronta questo tema, dopo diversi anni, nel 1952 con il suo saggio “razza e storia” scritto per l’UNESCO con l’intento di combattere il razzismo e le sue manifestazioni, ma lo stesso UNESCO affermò che è evidenza dei sensi a mostrarci che un nero d’africa non è uguale ad un asiatico, la cosa da fare è rifiutare il razzismo come dottrina biologica e sottolinea le differenze esistenti tra gli uomini per cultura, ma ciò non impone di sentirsi superiore o inferire ad altri gruppi umani con aspetti culturali, religiosi e tecnologici diversi. Tornando al film, l’attore principale supererà molteplici prove fisiche che gli saranno riconosciute e questo gli permetterà di svolgere un lavoro diverso da quello precedentemente assegnatogli solo ed esclusivamente per il colore della sua pelle, nonostante tutte queste ideologie ce la farà. Ma la vita ha in serbo per lui altre prove, infatti, in un incidente rimarrà gravemente ferito ad un arto inferiore e cosi decide di farsi amputare la gamba sinistra per poterla sostituire con una protesi e continuare il servizio in Marina perché su una rivista aveva letto che alcuni piloti della marina feriti in battaglia si erano fatti amputare la gamba, e con una protesi, erano tornati in servizio attivo.
    Carl utilizzando questo tipo di protesi dette integrative, quest’ultime sono protesi che permettono di completare una parte del corpo mancante com’è successo al famoso atleta Oscar Pistorius. Entrambe saranno posti davanti ad un tribunale per essere giudicati vantaggioso o svantaggioso rispetto ad altri individui che non possiedono nessun tipo di tecnologie integrative, ma sempre entrambe saranno sottoposti a diverse prove dove dovranno dimostrare che nonostante le diversità fisiche sono capaci di portare al termine i propri obiettivi e in questi casi raggiungere i loro sogni. Oscar pistorius riesce a conquistarsi un posto sul podio, mentre il protagonista del film riesce a diventare Primo Palombaro, queste due persone ma anche altre al quale noi non conosciamo i nomi sono esempi di Resilienza (uscire vincente in un contesto o situazione avversa e saper organizzarsi la propria vita davanti alle difficoltà che la stessa vita gli pone).


















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    Messaggio  cristina romano Lun Mag 09, 2011 7:22 pm

    Il film\ documentario che ho deciso di commentare è “Con le ruote per terra”, del regista Andrea Boretti. Esso tratta la storia della squadra di basket in carrozzina under 22 dei campionati europei 2010.
    Questo film è la vera prova tangibile della forza che hanno queste persone, del coraggio nel non abbattersi mai. È decisamente un film che mostra non solo tutto questo, ma soprattutto la realtà positiva dello sport dei disabili. In aula abbiamo parlato spesso dell’argomento disabilità, delle difficoltà che queste persone incontrano nella vita di tutti i giorni, che spesso è resa difficile da noi “normali”. Abbiamo parlato anche di Oscar Pistorius, un ragazzo con gambe artificiali, che grazie ad esse, corre e partecipa alle gare, sfidando atleti normodotati. Vedendo la storia, di questi ragazzi, la maggior parte minorenni, si evince quanto siano normali e non disabili. Come ha detto lo stesso regista Andrea Boretti, “la disabilità non esiste”. Personalmente, cambierei la parola disabilità in abilità, quella che questi ragazzi hanno, rispetto a tanti altri “normali”.
    Riporto qui sotto parte dell’intervista fatta allo stesso regista, che come la maggior parte di noi, ha timore e imbarazzo a parlare e confrontarsi con i disabili, paura, che come ci spiega del tutto inutile.

    Come ci si avvicina a dei ragazzi in carrozzina? Come si affrontano? Alcuni di loro poi erano e sono addirittura minorenni, come fare per rompere il ghiaccio e superare la barriera dell'età e della diversità fisica? Tutte domande che, poi ho scoperto, non hanno alcun senso.La società e forse anche un certo regime culturale nel quale cresciamo ci insegnano che siamo fortunati a essere fisicamente integri, e questo è innegabile. Di riflesso però, la stessa società e lo stesso regime culturale ci insegnano che se noi siamo fortunati', allora vuol dire che ci sono anche gli 'sfortunati', ovvero i disabili. In quanto tali, la convenzione vuole che i disabili vadano sì aiutati, ma anche un po' compatiti. Niente può essere più lontano dalla situazione reale, niente può essere peggiore di un approccio del genere. La prima lezione me l'ha data, col suo fortissimo accento romano, Domenico - 19 anni, malato di spina bifida e quindi in carrozzina dalla nascita - in un bellissimo pomeriggio estivo al parco: "La malattia non è mai stata un problema perché sono sempre stato un tipo allegro (...) e poi la vita è una sola o la vivi bene in qualunque condizione oppure conviene spararsi prima...". Capito? Allora perché dovrei compatirlo? Perché dovrei marcare la differenza fisica tra me e lui con il mio comportamento accondiscendente? Domenico tra l'altro, oltre a essere nella nazionale di basket, disegna come io non saprei mai fare, compone canzoni e basta dare uno sguardo alla sua pagina facebook per capire come la sua vita sia più piena di quella di tanti altri ragazzi.
    http://www.ilcambiamento.it/persone/con_le_ruote_per_terra_sport_disabilita.html



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    Messaggio  francesca maria scarpati Lun Mag 09, 2011 11:33 pm

    Mentre attende un autobus, seduto a una fermata di Savannah (Georgia), uno strano quarantenne, apparentemente molto stupido, racconta imperterrito la storia della sua affascinante vita ad ascoltatori occasionali e completamente sconosciuti che cambieranno diverse volte nel corso del film, mostrando alcuni indifferenza, altri incredulità e a volte commozione. È Forrest Gump, un personaggio border line non tanto per il suo quoziente intellettivo ma quanto per il suo rapporto ingenuo e fiducioso con un mondo che sin da bambino fa di tutto per relegarlo nell'ambito del diverso. Persino sua madre, che lo incita a non farsi scavalcare da nessuno, lo costringe a mettere un apparecchio alle gambe che ulteriormente lo avrebbe penalizzato se una inaspettata aggressione da parte di piccoli bulli non gli avesse rivelato le proprie straordinarie doti fisiche. Forrest inizialmente non è ammesso nella scuola pubblica a causa del suo Q.I., ma la madre, concedendo favori sessuali al preside, ottiene di farlo comunque ammettere. Il primo giorno di scuola incontra sull'autobus Jenny, unica amica e suo unico amore. Il rapporto d'amicizia che s’instaura tra i due bambini è profondissimo, con Jenny la cui personalità, a causa degli abusi paterni, risulterà in seguito instabile, anche per uso di droghe. I due s’incontreranno a più riprese in diverse fasi della loro esistenza e in diversi momenti cruciali della storia degli U.S.A. dagli anni '50 in poi. Grazie alla sua abilità nel correre e quindi nel football, Forrest ottiene di essere ammesso al college con una borsa di studio. Qui le vite di Forrest e Jenny cominciano a prendere pieghe diverse; lei diventa popolare grazie al noto Playboy e nel vortice del suo solitario dolore pare considerare Forrest troppo stupido e lontano per capirla. In ogni caso, il legame tra i due sopravvive nonostante le interferenze dell'ambiente esterno.
    Questa è la trama di uno dei tanti film riguardante la disabilità che mi ha colpito...
    Credo che ognuno di noi sia diverso dall'altro,e per questo speciale...
    Ognuno di noi ha delle doti nascoste da qualche parte....
    Ognuno di noi è portato verso delle attività più tosto che verso altre,ma ciò non significa che debba essere messo da parte,non significa che debba essere EMARGINATO dalla società di cui fa parte...
    Un altro episodio che reputo umiliante è approfittarsi dell'handicap altrui per mostrare le sue inutili capacità...non bisogna umiliare l'altro,il diverso solo perchè nella vita non si è nessuno....Non bisogna farsi grande dinanzi le difficoltà altrui...Bisogna anzi rispettare il prossimo come se fosse un tuo caro,come rispetteresti te stesso....
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    Messaggio  mario montella Mar Mag 10, 2011 9:31 am

    "Edward mani di forbice"
    Ciò che colpisce è il differente di comportamento che tutti hanno verso il protagonista che inizialmente vedono positivamente per i grandi vantaggi materiali che ne traggono: giardinaggio, cucina, acconciature...In fin dei conti Edward è stato usato dalla gente del suo quartiere, come una bambola, finchè ci va ci si gioca, poi si accantona...quindi etichettano Edward per il suo aspetto e per le false accuse che i cittadini stessi diffondono, così da emarginarlo dal gruppo come accade nella nostra quotidianità.
    Nel finale Edward torna nuovamente nel castello di suo padre(colui che l'ha creato) decidendo di voler chiudere per sempre con gli uomini "normali".
    Edward si sente emarginato dalle persone tracciando una linea di separazione tra "normali" e "diversi" come egli si sente, ma ancor più per come lo fanno sentire...tutti hanno contribuito nel costruire la sua diversità non accettandolo per quello che era..
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    Messaggio  Melania Mar Mag 10, 2011 2:40 pm

    Il film di cui vi parlerò è Forrest Gump,un film del 1994 diretto da Robert Zemeckis.
    Liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Winston Groom del 1986, Forrest Gump tratta dell'intensa vita di un uomo dotato di uno sviluppo cognitivo inferiore alla norma.
    Il film spazia su trent'anni di storia degli Stati Uniti,Forrest Gump è stato accolto in modo estremamente positivo sia dalla critica sia dal pubblico, dominando gli Oscar del 1995.
    Qui riporto una breve trama:Mentre attende un autobus, seduto a una fermata di Savannha(Georgia), uno strambo quarantenne, apparentemente molto stupido, racconta imperterrito la storia della sua affascinante vita ad ascoltatori occasionali e completamente sconosciuti che cambieranno diverse volte nel corso del film, mostrando alcuni indifferenza, altri incredulità e a volte commozione. Forrest Gump è un personaggio border line (è un disturbo di personalità che viene sinteticamente descritto come grave patologia caratterizzata da instabilità pervasiva dell'umore, delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sé, dell'identità e del comportamento, e una più generale anomalia nella percezione del senso di sé). Forrest inizialmente non è ammesso nella scuola pubblica a causa del suo quoziente intellettivo,che era inferiore alla norma, ma la madre, concedendo favori sessuali al preside, ottiene di farlo comunque ammettere. Il primo giorno di scuola incontra sull'autobus Jenny, unica amica e suo unico amore. Il rapporto d'amicizia che s’instaura tra i due bambini è profondissimo, con Jenny la cui personalità, a causa degli abusi paterni, risulterà in seguito instabile, anche per uso di droghe . I due s’incontreranno a più riprese in diverse fasi della loro esistenza e in diversi momenti cruciali della storia degli U.S.A. dagli anni '50 in poi. Grazie alla sua abilità nel correre e quindi nel football, Forrest ottiene di essere ammesso al college con una borsa di studio. Qui le vite di Forrest e Jenny cominciano a prendere pieghe diverse; lei diventa popolare grazie al noto Playboy e nel vortice del suo solitario dolore pare considerare Forrest troppo stupido e lontano per capirla. In ogni caso, il legame tra i due sopravvive nonostante le interferenze dell'ambiente esterno.
    Dopo aver preso la laurea al college, quasi esclusivamente per meriti di football, Forrest si arruola nell'esercito. Qui ammette di essersi trovato benissimo, poiché c'erano solo due cose da fare: camminare e rispondere «Sì, Sergente Istruttore». Ma in realtà Forrest si rivela anche un eccellente soldato, nonostante la sua personalità lo metta talvolta in difficoltà nelle relazioni con gli altri. Nel campo di addestramento, Forrest diventa amico di Benjamin Buford Blue (per gli amici semplicemente "Bubba"), un soldato dall'aria un po' tonta, che sognava di gestire una barca di pesca di gamberi. Bubba convincerà Forrest a diventare suo primo ufficiale, una volta finita la guerra.
    Forrest e Bubba sono mandati in Vietnam, dove conoscono il simpatico Tenente Dan Taylor, comandante del loro plotone. In un attacco a sorpresa, molti soldati di quel plotone sono uccisi, mentre Forrest, invece di scappare, si espone al pericolo e torna indietro a salvare quanti più compagni può. Trova Bubba che però è stato ferito a morte. Forrest salverà anche il tenente, il quale perderà l'uso di entrambe le gambe, che gli saranno amputate. ( A questo punto possiamo anche collegarci alla tecnologia integrativa,e al caso di Oscar Pistorius,da noi trattato in classe,ricordiamo che Oscar Pistorius sin da quando aveva pochi mesi fu costretto all’amputazione degli arti inferiori ed ora utilizza delle protesi in fibra di carbonio,dette flex foot,piede flessibile a forma di C).Il tenente accusa Forrest di aver cambiato il suo destino salvandolo, solo molto più tardi lo ringrazierà per quella vita che va comunque vissuta.
    Nell'esercito Forrest impara a giocare a ping-pong, e, ottimo giocatore, è mandato in Cina come esponente della squadra dell'esercito. Questi incontri placano il clima della Guerra fredda che gravava sulle nazioni. Forrest è diventato molto famoso, e viene invitato come ospite in un talk show televisivo dove incontra John Lennon e gli ispira il testo della sua celebre Imagine raccontandogli del suo viaggio in Cina.
    Forrest è premiato con la medaglia d'onore dal presidente Lyndon Johnson, al quale mostra il proprio posteriore ferito. Nel frattempo a Washington vi è un convegno pacifista e lì reincontra Jenny. Apprendiamo da ciò che lei fino allora aveva condotto la vita dissoluta degli hippies. Forrest questo però non lo sa, perché non è in grado di capirlo: lui continua a pensare che Jenny sia ancora la bambina che gli era sempre piaciuta tanto. Lei invece se ne andrà di nuovo insieme ai suoi amici. Forrest le lascia la medaglia d'onore in ricordo. Forrest alloggia al celebre Watergate Hotel ed una notte segnala alla polizia delle intrusioni in altre camere. In breve tempo giunge per lui la lettera di congedo ma per lui è solo la fine della sua esperienza di militare. A New York incontra di nuovo il Tenente Dan Taylor, e scopre che anche lui è decaduto nei fumi dell'alcool e della prostituzione. Anche Jenny però è a New York, e vediamo che si è data alla prostituzione, alla droga e al furto. Forrest questo non lo verrà mai a sapere.
    Con 25.000 dollari ottenuti da una campagna pubblicitaria, Forrest s’impegna a mantenere la promessa fatta a Bubba. Compra una scalcinata barca per gamberi, sotto gli sguardi increduli di tutti, e s’imbarca. All'inizio non ottiene alcun risultato, ma, con l'aiuto del Tenente Dan, comparso un giorno al molo di Forrest in nome di una vecchia promessa, e di una violenta tempesta, che affonda tutte le barche concorrenti, i gamberi cominciano a venire. Il tenente Dan poi investe i proventi in titoli tecnologici (si vede Forrest ricevere una sua lettera su carta intestata della Apple computer e dice «aveva investito in una specie di società di frutta» per via del logo recante appunto una mela). Con questa impresa, la Bubba-Gump Gamberi, Forrest diventerà miliardario. Rispettando l'accordo stipulato durante la guerra in Vietnam, dona la parte di Bubba - il 50% - alla sua famiglia, suscitando l'incredulità del tenente, ora anche lui socio di Forrest.
    Un giorno, le condizioni di salute della madre di Forrest peggiorano improvvisamente, e muore. Forrest ne rimarrà profondamente scosso, soprattutto perché lei è stata l'unico genitore e l'unica guida che avesse avuto.
    Un giorno Jenny si presenta a casa Gump, dove Forrest vive solo con i suoi pensieri (soprattutto rivolti a lei). Mentre Jenny passa qualche giorno a casa sua, Forrest le chiede di sposarlo. Lei rifiuta, considerandosi una minaccia per un uomo sano come lui, e l'unico modo che trova per dimostrargli il suo amore è fare l'amore con lui, fuggendo però la mattina dopo, abbandonando la medaglia d'onore che lui le aveva regalato.
    Dopo questa esperienza Forrest trascorre molti giorni tristi, ma poi, si alza e preso dall'impulso di correre si precipita fino alla fine della strada, della città, dell'Alabama. Corre fino all'oceano Pacifico e poi a quello Atlantico. E così via per tre anni, ininterrottamente. Diviene ancora più famoso di quanto non sia già, e il regista lo raffigura simpaticamente come ispiratore di slogan e simboli internazionali. La gente lo prende come esempio e guida, anche se lui ammette più volte di non sapere per quale motivo corra.
    Dopo tre anni torna a casa, e subito gli arriva una lettera di Jenny, che lo invita ad andare a trovarla a casa sua. È proprio per questo motivo che Forrest è seduto su quella panchina: aspetta l'autobus che lo porterà a casa di Jenny. La signora a cui sta raccontando la sua storia, che è l'unica che ne rimane veramente affascinata, gli consiglia di andare a piedi vista la breve distanza del domicilio. E Forrest ci va di corsa.
    Lì lei lo aspetta e gli mostra la sua collezione di giornali in cui compariva il suo nome.
    Forrest nota la presenza di un bambino, e si congratula con Jenny per essere diventata madre, al che Jenny gli rivela che il bambino si chiama Forrest, come suo padre. Forrest non capisce ed è qui che la donna gli rivela la sua paternità. Appare spaventato e capiamo che la sua maggior paura è che il figlio sia nato "stupido" come lui. Jenny lo rassicura dicendogli che è uno dei più intelligenti della classe. A questo punto, Jenny rivela a Forrest di essere affetta da un grave virus che i medici non conoscono (probabilmente AIDS, dal momento che la vicenda si svolge negli anni '80). Fatta questa rivelazione, Jenny chiede a Forrest di sposarla. Forrest naturalmente accetta subito e organizza il matrimonio, al quale si presenterà anche il Tenente Dan Taylor, che, grazie a Forrest, ha ricominciato a vivere, si è fatto fare delle protesi ed è in procinto di sposarsi con la sua fidanzata dopo anni in cui si era lasciato andare in conseguenza della perdita delle gambe.(TECNOLOGIA INTEGRATIVA)
    Anche Jenny muore. Alla fine Forrest si rivolge all'amata, le racconta di quanto è orgoglioso del figlio e di quanto senta la sua mancanza. Solo in quest’occasione vediamo Forrest piangere. Il film si chiude con il primo giorno di scuola del piccolo Forrest. Uscendo da un libro, una piuma bianca si alza per la brezza verso il cielo, immagine che richiama quell'unione di casualità e destino sentita dal protagonista, come lui stesso afferma precedentemente.
    Come si può apprendere da questo racconto da me trascritto grazie anche all’aiuto di Wikipedia,in questo film sono trattati molti temi importanti:l’amore,l’amicizia,la famiglia,gli affetti,il tema che però fa da sfondo all'intero film è la scarsa intelligenza di Forrest.Quindi la sua disabilità,il suo essere “diverso” ,questo fatto è chiaramente esplicitato all'inizio del film. Forrest è scientificamente più stupido degli altri, eppure conduce una vita migliore di quella degli altri,(a dimostrazione che volere è potere e anche se Forrest ha un handicap,lo supera brillantemente) suoi amici inclusi. Forrest diventa campione di football, si laurea, si arruola, combatte in Vietnam, riceve la medaglia d'onore, conosce presidenti, diventa miliardario, ma soprattutto nella sua vita non fa mai niente di male. Solo qualcosa d’inappropriato, ogni tanto….
    Dal film emerge anche un secondo messaggio, più nascosto, però: c'è un rovesciamento del pensiero comune che ci invita a considerare una persona intelligente immune dai pericoli del mondo. Forrest Gump vuole dimostrarci che dall'intelligenza non deriva conseguentemente saggezza.
    Vorrei citare alcune frasi che mi hanno colpita e che sono memorabili:
    "La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita!"
    "Non permettere mai a nessuno di dirti che è migliore di te",questa frase mi fa riflettere anche sul discorso che faceva Adele;
    "Non sono un uomo intelligente, ma so l'amore che significa". Questo film è carico di morale e ripeto,come ho spiegato e puntualizzato precedentemente tratta molti dei temi del nostro corso. consiglio di vederlo. concludo con la frase di Forrest:"Ciao sono Forrest, Forrest Gump!"
    Ciliberti Carmela
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 12 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  gaetana fiorillo Mar Mag 10, 2011 2:48 pm

    Come film ho scelto mi chiamo Sam: Sam Dawson soffre di un lieve ritardo mentale che non gli permette di essere alla pari con le altre persone e’ costretto a crescere sua figlia da solo poiché la mamma li ha abbandonati . Le abilità del suo cervello sono quelle di un bambino di sette anni in quanto soggetto autistico. Sam è aiutato in questo dai suoi amici e colleghi finché una sera non viene portato in caserma per quello che viene scambiato come un tentativo di adescamento di una squillo. Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento. Dopo numerose pressioni, riesce a convincere Rita Harrison a diventare il suo avvocato, e questa storia si trasforma. Sam cambia, e fa cambiare la spregiudicata professionista, tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità.E' un film che affronta il tema dell’autismo e dei diversamente abili.
    In questo film una delle scene che ha maggiormente attirato la mia attenzione riguarda il monologo tra Sam e il suo primo legale Rita.Le parole di Sam: “Ci provi,ci provi e non arrivi mai a niente tu sei nata perfetta,e io sono nato cosi come sono,la gente come te non lo sanno,non hanno sentimenti,le persone come te non provano niente..”.Con queste parole esprime il suo non sentirsi accettato dalla società, il suo non essere compreso dalle persone diverse da lui,incomprensioni che in modo diverso sono presenti anche in Rita: “La gente come me si sente persa e piccola e brutta,completamente inutile,la gente come me ha certi mariti che hanno un'altra donna che è molto più perfetta di me..e come se ogni mattina mi svegliassi e fallissi anche se c’e la metto tutta… e come se io non fossi mai abbastanza”.SAM IL RAGAZZO DISABILE INCORAGGIA RITA:TU SEI ABBASTANZA,TU SEI MOLTO DI PIU’ DI ABBASTANZA”.Qui si evince come un disabile e’ capace di donare affetto,umanità,capacita di capire cosa veramente conta nella vita.
    Oggi, l’autismo rappresenta la patologia dell’infanzia con maggiore prevalenza. Attualmente nasce 1 individuo autistico ogni 150 nati,dove per autismo, si intende, una categoria all’interno della quale vi è una serie di casi di individui con cortei somatologici profondamente diversi tra loro. Il numero di soggetti autistici è maggiore alla somma di bambini nati con diabete,aids e cancro, e 4 bambini su 5 sono maschi .
    Descritto inizialmente da Kanner nel 1943, l’autismo infantile viene attualmente inserito nell’ambito dei disturbi pervasivi. L’utilizzo del termine “disturbo” va ad indicare la cronicità,in quanto non si limita nelle sue manifestazioni all’ età infantile ma permane anche in età adulta con tutte le conseguenze che ciò comporta sul versante degli interventi. L’autismo è il peggiore degli handicap, perché coinvolge diverse funzioni cerebrali e perdura per tutta la vita. Il soggetto autistico non può essere curato,non esistono cure definite ma può migliorare la sua condizione di vita attraverso un intervento precoce,individualizzato ed integrato tra famiglia,medici e scuola. L’autistico non può acquisire competenze sociali tanto da formarsi una sua famiglia, ma può riuscire ad andare a scuola senza sostegno, ad avere un lavoro.
    Vivere in relazione con i coetanei normodotati costituisce un’occasione pressoché unica non solo per ricercare apprendimenti funzionali, ma anche per comprendere meglio il mondo con le sue regole a volte così oscure ed illogiche per la persona con autismo:
    l’integrazione va perseguita nella scuola di tutti,ogni ritorno a situazioni di emarginazione ed isolamento sarebbe inaccettabile e non rispettosa della dignità della persona e del suo diritto a vedere accettata e valorizzata la diversità.


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    Messaggio  cosimo fabiana Mar Mag 10, 2011 6:11 pm

    Il film che ho scelto è "il mio piede sinistro",narra la vicenda di Cristy,appena nato è vittima di una paralisi che gli impedisce di parlare e di muoversi,i medici al riguardo esternano pessimistiche previsioni sulla possibilita'disopravvivenza di Cristy che malgrado questo handicap,viene ben accettato da tutta la famiglia,composta:dal padre muratore,dalla madre casalinga e da dodici fratelli.Con il passar degli anni Cristy sorprende i familiari per i suoi tentativi di comunicare con il piede sinistro,tramite il quale riesce a scrivere alcune parole e a dipingere.Successivamente a diciasette anni,gli viene offerta l'occasione di essere curato dalla dottoressa Eileen Cole,con l'intervento della specialista Cristy compie consistenti progressi che gli consentono di ottenere un notevole successo come pittore.Nonostante tutte le difficolta' che incontra nella sua vita Cristy ha una forza di volonta' incredibile e non si arrende di fronte alle difficolta'.La storia di Cristy puo' essere paragonata a quella di Simona Atzori,infatti dimostrano che la tenacia,la forza d'animo e la capacita' di saper ironizzare sulle disgrazie della vita,sono insite ormai nella natura umana.Questo film vuole trasmettere un messaggio di speranza per coloro che come Cristy sono disabili;inoltre narra della resilienza la fatica di emanciparsi verso una vita non impedita,ma piena di soddisfazione e di amore.Nonostante tutto non bisogna arrendersi mai alle difficolta' e problemi della vita.
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    Messaggio  carmen viscovo Mar Mag 10, 2011 10:05 pm

    Il cinema si è spesso occupato di storie che avevano come personaggi dei portatori di diabilità fisiche o psichiche.Ricordo il Gobbo di Notre Dame tratto dal romanzo di Notre Dame de Paris di Victor Hugo.Dalla trama originaria sono rimasti i personaggi principali,mentre lo svolgimento della vicenda ha subito delle modifiche.Il film è diretto dagli stessi registi della Bella e la bestia (1991),infatti i film hanno in comune le due figure dei "mostri" dal cuore d'oro, entrambi innamorati di una bella donna,ma mentre la "bestia" era resa tale da un maleficio che disciolto si rivelerà un bel principe,Quasimodo il campanaro è deforme dalla nascita e tale resterà.Già il suo nome significa "formato a metà",il suo aspetto e a dir poco raccapricciante, in più bisogna aggiungere che è di famiglia gitana quindi ha un ulteriore elemento di diversità che pesa su di lui.Nella parigi del XV secolo,dentro il campanile della cattedrale di Notre Dame vive lontano da tutti Quasimodo,giovane deforme, cresciuto e allevato dal giudice Frollo che,vent'anni prima volendo ripulire la citta dagli zingari,aveva ucciso sua madre ed era stato punito con l'obbligo di prendersi cura del bambino.Quasimodo vede la vita dalla finestra,da recluso,ma questo non gli impedisce di capire gli altri, di apprezzare la bellezza naturale,fisica o artistica.In occasione della festa dei Folli,Quasimodo trova il coraggio di scendere in piazza e farsi vedere.La festa culmina con la sua vittoria,Quasimodo venne proclamato il" re dei Folli" l'uomo più brutto dell città.La sua gloria non duro molto, subito dopo la folla lo aggredì.Esmeralda,giovane gitana lo difense.Frollo ordinò di far arrestare la ragazza.Esmeralda si rifugiò nel campanile dove Quasimodo la proteggeva,Febo capo delle guardie, innamorandosi della giovane,indugiò nell'ordine.Frollo volendo catturare la ragazza a tutti i costi, attaccò le case dei gitani e mise a fuoco Parigi.Alla fine l'ordine venne ristabilito con la sconfitta di Frollo e il ritorno alla vita di Quasimodo.Nel film sono presenti a mio avviso tre tematiche di cui abbiamo parlato:La resilienza,la mostruosità e il diverso.Quasimodo anche se vive la propria diversità come mostruosità,accetta la sfida,scende in piazza a confrontarsi con il mondo,dà prova del suo coraggio e della sua forza.
    GiovannaCasiello
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    Messaggio  GiovannaCasiello Mar Mag 10, 2011 11:07 pm

    Il film che ho scelto è Mississippi Burning, diretto da Alan Parker. E' ambientato negli anni 60, precisamente l'anno 1964, è il periodo pieno dell'Apartheid. Nel giugno dello stesso anno tre giovani attivisti per i diritti civili (due ebrei e uno afroamericano)scompaiono misteriosamente nella contea di Jessup nello stato del Mississippi. L'FBI inviasul posto due suoi uomini per fare chiarezza. L'Apartheid aveva due manifestazioni:
    [list][*]la separazione dei bianchi dai neri nelle zone abitate da entrambi;
    [list][*]L'istituzione dei bautustan, i territori semi - indipendenti in cui molti neri furono costretti a trasferirsi.
    Il tema centrale è il razzismo. L'argomento che mi viene in mente è quello della diversità. Ma che si intende per diversità? Il termine diverso va pensato in rapporto alla domanda: diverso da chi o da cosa? Convenzionalmente il diverso è colui che si allontana dalla norma. Nella maggior parte dei casi tendiamo a ritenere come diverso il disabile, il diverso può essere una persona non necessariamente affetta da menomazione fisica o psichica ma che si distingue dagli altri per le sue caratteristiche, per lingua, cultura, costume,abitudini, razza, religione. Il diverso di solito non decide di esserlo ma viene etichettato dalla società. A tal proposito un altro tema che abbiamo trattato è quello dell'emarginazione, che può essre spesso vista come una conseguenza della diversità. Si pensi al paria, all'emarginato appunto: "tale termine è definito implicitamente per esclusione dal sistema delle caste indiane, in quanto raggruppa tutti coloro che non fanno parte delle 4 caste stabilite". Quindi l'emarginato è colui che viene isolato, è diverso ed è sempre lontano e distante da quello che siamo noi. Ciò ceh dobbiamo comprendere è che il diverso non lo capiamo perchè non ci proviamo neanche. Dobbiamo alimentare in noi il senso di essere solidali.
    Nel film non c'è nemmeno la consapevolezza di cosa si intende per diverso, emerge l'odio verso le persone di colore perchè " si è stati educati all'odio, a convivere con esso finoa sposarlo" Questa è l'affermazione della moglie dello sceriffo, la quale era a conoscenza del delitto svolto dal marito e consumata dal senso di colpa e vergogna aiuta gli agenti dell'FBI nelle ricerche.
    Ciò che dovrebbe cogliere l'attenzione di ognuno è che noi stessi siamo diversi da "prima" con le esperienze che facciamo.Vorrei porre l'attenzione sul fatto che vi furono forti pressioni internazionali anche nel mondo dello sport; infatti a causa dell'apartheid il Sudafrica fu escluso fino agli anni 80 dalla partecipazioni alle Olimpiadi. La fine dell'Apartheid fu decretata dalla liberazione di Nelson Mandela nel 1990 dopo 27 anni di prigionia. Di seguito vi lascio il manifesto degli scienziati razzisti del 1938 che rende chiaro il concetto di difesa della razza.
    http://www.olokaustos.org/archivio/documenti/italia/380805-manifesto.htm
    Ciò è quello che si credeva durante la II° guerra mondiale, negli anni seguenti il razzismo scientifico venne rifiutato. Con la pubblicazione della "Dichiarazione sulla razza" nel 1950 l'UNESCO in modo ufficiale decretò la non esistenza delle razze umane e incoraggiò i numerosi biologi a ricordare costantemente l'assenza di validità scientifica della nozione di "razze umane".Nonostante ciò le stesse teorie non sono però del tutto scomparse, ma ancora oggi vengono in gran parte riproposte da alcune minoranze politiche estremiste semplicemente sostituendo alla parola "razza" quella di "etnia", "popolo", "cultura" o "civiltà". Sostituendo all'elemento biologico (non più riproponibile scientificamente) quello culturale, essi riescono a mantenere intatta la stessa precedente impostazione "pseudo-scientifica".
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    Messaggio  111000295 Mer Mag 11, 2011 8:23 am

    vorrei consigliare il film lo scafandro e la farfalla che ho visto per la prima volta in classe parla di un uomo colpito da ictus che rimane paralizzato quindi si parla di disabilità aquisita .l'unica parte che può utizzare è la palpebra dell'occhio sinistro e grazie a ciò può anche comunicare con gli altri attraverso un alfabeto complesso quindi infine questo film mi ha fatto capire che la disabilità non spezza e interrompe la vita di una persona ma si deve accettare e l'educatore serve propio a questo che deve far sentire queste persone uguali a noi e donargli tutta la gioia e l'amore di cui hanno bisogno.

    circiello giusi stefania

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