Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  PellicciaAfrodite Lun Apr 18, 2011 8:23 am

    Durante il corso, durante ogni argomento che veniva spiegato e mostrato, ma soprattutto durante la spiegazione della Disabilità, dei suoi vari aspetti e caratteristiche, ho sempre ricordato nella mia mente un film, visto e rivisto tante volte:MI CHIAMO SAM.
    Mi chiamo Sam è un film di Jessie Nelson del 2001.
    Uomo di età ormai matura ma con le capacità intellettive rimaste ferme allo sviluppo dei sette anni, Sam Dawson, affronta una situazione estremamente difficile: dal rapporto con una donna fuggita dall'ospedale subito dopo il parto, è nata una bambina, Lucy, che lui ha cresciuto ed educato, anche con l'aiuto di Anne, una pianista vicina di casa.
    Ora Lucy compie a sua volta sette anni, è sveglia e vispa più del padre, e i servizi sociali ritengono che sia opportuno sottrarla a Sam e affidarla ad un'altra famiglia.
    Ma Sam per primo sa che, al di là dei criteri oggettivamente e socialmente riconosciuti, esiste un legame, un valore che solo lui può dare alla bambina, quello dell'amore paterno.
    Deve però dimostrarlo e, incassato il rifiuto di tanti avvocati, ne trova infine uno in Rita Harrison, donna all'apparenza sicura e grintosa.
    Il periodo successivo passa tra tribunali, visite psichiatriche, testimonianze che si alternano in aula.
    Nell'interrogatorio conclusivo, che Rita aveva cercato di preparare, Sam entra in crisi, perde il filo del discorso, e il giudice decide di affidare Lucy a nuovi genitori.Tra i due c'è Randy, la moglie, che si affeziona a Lucy e, dopo un po', ne chiede l'adozione. Sam, che non si è rassegnato, va a vivere vicino a loro, fa visita spesso a Lucy. Randy allora capisce la profondità di questo affetto e non vuole interromperlo. Sam da parte sua sa che ora Lucy può avere la mamma che non ha mai avuto, e conservare il suo vero papà.

    https://www.youtube.com/watch?v=_TM2wy5rcXY

    Mi chiamo Sam è concentrato su uno degli argomenti più discussi, affrontati anche in aula: La disabilità,l'emarginazione del disabile, il diversamente abile,ovvero il diversamente abile che viene sottratto dalla normalità della vita perchè ritenuto non capace di cresce sua figlia.
    Si tratta di una vicenda che, al di là della sua eccezionalità, può fornire una serie di spunti utili a comprendere le dinamiche psicologiche sottese ad ogni rapporto genitore-figlio e i meccanismi legali propri dell’adozione e dell’affidamento familiare.
    Iniziamo ad analizzare le parti più salienti:

    Il linguaggio usato da Sam e dai suoi amici è semplice, non nasconde doppi fini e non è articolato; riflette pensieri
    lineari e descrive le cose così come sono.
    Sam e i suoi amici non dicono bugie, perché la bugia è già frutto di una buona capacità intellettiva e quando parlano
    intendono solamente ciò che dicono. Mentire, quindi, implica una capacità intellettiva superiore; è interessante, a questo
    proposito, la scena in cui Rita cerca di insegnare a Sam come sapere ‘ritoccare’ la verità. Lei è una esperta in questo,
    non dice quasi mai, infatti, realmente ciò che pensa e manifesta una cosciente arte nel manipolare la verità sia con i
    suoi familiari, che con i colleghi.


    Un altro punto saliente è il rapporto genitore-figlio: non sembra giusto dividere i genitori dai propri figli, prescindendo dal fatto che il genitore sia o non sia intellettualmente all’altezza del suo compito, fino al limite estremo rappresentato dal deficit mentale di Sam. Ciò che conta,è l’affetto.
    A dimostrazione di ciò il regista ci mostra la scena straziante nella quale Lucy viene separata a forza dal padre a cui è
    legata appunto da un rapporto di profondo affetto.

    Ancora un altro punto salinte: l'emarginazione del disabile.
    Io noto questo anche quando Sam è sotto interrogatorio dagli avvocati, viene trattato diversamente, in maniera molto dura.
    Ma Sam riesce ancora una volta a stupire: alla domanda "A chi vorrebbe assomigliare come padre nel suo rapporto con Lucy" fatta da un avvocato a Sam, lui risponde "A me stesso".
    Qui si coglie il suo volersi sentire ed essere "padre" anche nella sua diversità,il suo essere diversamente abile viene superato dall'importanza del rapporto che ha con la figlia.

    Poi,importante è la scena in cui Sam si sfoga con l'avvocato della sua diversità contro la perfezione da lui stesso descritta dell'avvocato; ed è qui che si ribalta la scena: ecco una donna "perfetta" nella totale crisi della sua vita, dove nel suo essere "normale" viene fuori qualche sua diversità, qualche sua incapacità, l'incapacità di farsi amare dal proprio figlio.
    Ed invece Sam, anche nella sua diversità, riesce a farsi amare dalla propria figlia.
    https://www.youtube.com/watch?v=oLuHec-CPGE&feature=related

    Ci troviamo davanti ad un uomo catalogato per ciò che sembra e non per ciò che è : un padre che cresce insieme a sua figlia, un padre che trasmette tutto l'affetto, un padre capace di mettere alle spalle la sua diversità.
    In questo film ciò che possiamo ancora collegare al nostro corso sono proprio le relazioni educative,come anche quelle affettive con le varie caratteristiche e finalità.
    Non c'è una relazione educativa se prima non nasce una relazione affettiva basata sulla fiducia reciproca.
    Infatti,prima di tutto, alla base di un rapporto padre-figlio, deve esserci un rapporto fondato sull'affetto, sull'amore e, non finalizzato solamente alla trasmissione della cultura.
    L'uomo non è uomo solo per la conoscenza culturale, ma soprattutto per i suoi sentimenti,per la sua sensibilità.
    E Sam è tutto questo...
    Voglio concludere con questa citazione dello stesso film :" A volte Dio mette alla prova la gente speciale"
    Sam, nel suo essere deiversamente-abile, è un uomo alquanto speciale.
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    Messaggio  CarolinaGalluccio Lun Apr 18, 2011 8:47 am

    E’ stato presentato al Sundance Film Festival 2009 il film “The Horse Boy“, tratto dall’omonimo libro di Rupert Isaacson, pubblicato in Italia da Rizzoli. Si tratta del racconto autobiografico di un viaggio attraverso la Mongolia, che l’autore ha intrapreso con la moglie Kristin e il figlio Rowan , autistico. La diagnosi della malattia si è abbattuta sulla famiglia dell’autore nel 2004, 8 mesi prima che Rowan compisse 4 anni. In quegli 8 mesi ogni terapia è stata tentata. Gli unici segnali di miglioramento si sono manifestati quando il figlio era a cavallo, e in presenza di alcuni guaritori e sciamani boscimani. Di qui l’idea di affrontare un lungo viaggio in Mongolia: qui lo sciamanesimo è religlione di stato, e qui il cavallo è stato addomesticato, 6000 anni fa.Un tour operator particolare del luogo, un uomo di nome Tulga, mette in contatto l’autore con 9 sciamani del posto. Al suo arrivo in Mongolia la famiglia si confronta con Sukhbat, presidente dell’associazione degli sciamani, che ha convocato intorno a sè guritori provenienti da tutto il paese. Si tratta infatti di una guarigione importante, ed è necessario che molti sciamani uniscano tutte le loro forze.
    Da Ulan Bataar la famiglia si inoltra nell’entroterra mongolo, diretta verso il lago sacro, e poi ancora più a nord, verso il popolo delle renne, in Siberia, dove vive Ghoste, un guaritore molto potente. Ghoste, praticando un rituale in presenza di Rowan, della sua mamma e del suo papà, afferma che il bambino ha accettato la sua guarigione e migliorerà progressivamente fino a 9 anni, ma abbandonerà immediatamente le sue scenate: crisi di pianto, iperattività e ansia.
    Questo accade in effetti subito, mentre il miglioramento segue gradualmente, a partire dal ritorno della famiglia a casa, negli Stati Uniti. Afferma l’autore a distanza di qualche anno che “Rowan è ancora autistico: la sua essenza e i suoi talenti sono inestricabilmente legati a questo”, ma che comunque “è stato liberato dalle terribili disfunzioni che lo affliggevano: la sua incontinenza fisica ed emotiva, le crisi neurologiche, l’ansia e l’iperattività”, pur non essendo stato curato. Il desiderio dell’autore è che il figlio continui a “navigare tra i due mondi, con un piede in ciascuno“, così come fanno gli immigrati, che mantengono un legame con la lingua e la cultura materna, ma allo stesso tempo imparano a destreggiarsi nel nuovo mondo dove vivono.In classe abbiamo affrontato l'autismo con la dottoressa Magri e l'avv. Vassallo è stato una delle lezioni piu importanti la dott magri è stata bravissima nel far capire che cos'è l'autismo perchè in realtà non sapevo in che consisteva realmente.e l'avv. Vassallo nello spiegare la sua situazione e andare pure in capo al mondo per cercare di far migliorare la situazione del suo bambino come dovrebbero fare tutti i genitori....(infatti a me interesserebbe molto il corso che la prof Briganti ha accennato che si fara a settembre).Mi sembra che si possa cogliere una lezione fondamentale in questa storia : è importante saper accettare i propri figli, anche se sono diversi, con tutte le loro peculiarità, aiutandoli fino a dove ci è possibile.

    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Horse-11

    L'autismo è considerato un disturbo che interessa la funzione cerebrale; la persona affetta da tale patologia mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione. Se viene diagnostticato velocemente il bambino può avere una vita vicina ad un bambino normale...L'intervento educativo abilitativo formativo gli può cambiare quella zone del cervello che prima non funzionava...Come ha detto la dott.Magri e l'avv. Vassallo uno degli obiettivi piu importanti è dare al bambino autistico il maggior numero di schans per stare nel mondo...
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    Messaggio  angelacatuogno Lun Apr 18, 2011 9:29 am

    Ho scelto un film che si intitola DANCER IN THE DARK e un altro film che si intitola PATCH ADAMS.
    Inizio con DANCER IN THE DARK,un film che tratta di un handicap visivo.Tutto inizia nel 1964,Selma,la protagonista,è emigrata con suo figlio dall Europa dell est in AMerica.Lavora notte e giorno per salvare suo figlio dalla stessa malattia che affligge lei e che la renderà cieca.Il segreto della sua energia di vivere è il suo amore per i musical.Quando la vita è troppo dura,le basta fingere di trovarsi nel meraviglioso mondo dei musical,dove riesce a trovare la felicità che il mondo non le riesce a dare...
    Mi ha colpito questo film perchè nonostante l handicap la protagonista lotta contro tutto e tutti..potremmo parlare infatti di una grande potenzialità della resilienza,ovvero colei che affronta le situzioni dolorose e di disagio esistenziale pur avendo dei gravi problemi..in questo caso la protagonista trova la sua forza fingendo di essere in dei musical...ed è bello sognare..perchè è l unica cosa che nessuno mai può impedirci di fare!!



    L altro film scelto,come già detto si intitola PATCH ADAMS.Una commovente commedia.Osservando i propri vicini di letto e di camera PATCH ADAMS ricoverato a cavallo tra gli anni 60 e 70 per esaurimento nervoso,scopre come la risata costruisca un grande giovamento per gli ammalati.Pochi anni dopo,studente di medicina,con la complicità dei suoi compagni si introduce clandestinamente nell ospedale travestito da pagliaccio,travolgendo con la propria allegria bambini,ammalati,infermieri e pazienti cupi per l angoscia.Ma finirà per scotrarsi con il preside che non crede che le sue doti burlesche possono costruire una terapia.Un medico clown convinto che si debbano curare le persone,non le malattie.
    Ho scelto anche questo film,perchè abbiamo parlato tanto del ruolo dell educatore..poichè ritenuto essenziale insieme alle diverse istituzioni,affinchè il bambino possa crescere serenamente.Ogni volta che vedo questo film mi commuovo..perchè il protagonista riesce a far sorridere quei bambini sofferenti..Un pò bizzarro..,ma fantastico.Secondo me quindi l eductore dovrebbe essere un pò come PATCH ADAMS..non deve solo basarsi su teorie per poi applicarle..ma deve prima di tutto far sorridere!!

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    Messaggio  roberta Lun Apr 18, 2011 10:06 am

    Il film di cui voglio parlare è molto interessante e anche molto ironico perchè ho voluto dimostrare che i diversabili sono persone come noi e che qualche volta sono anche più bravi e più divertenti di noi.... Nel film si evidenziano 2 aspetti importanti sui diversamente abili che appunto significa carenza o restrizione della capacità di svolgere un'attività e che possono essere permanenti o provvisori.Il film si intitola: NON GUARDARMI NON TI SENTO.Un film nato nell'89 di cui narra la storia di un cieco di colore di nome Willy Karew, che ben presto divenne coetaneo di Dave Lyons, un tranquillo quarantenne di New York, divenuto sordo il quale ha difficoltà di gestire un'edicola nella città e accetta come aiuto e come compagno di vita lo spietato Willy Karew che a causa del suo passato spericolato coinvolge anche Dave nei suoi guai...Infatti Divenuti presto amici, capita ai due di trovarsi presenti a un omicidio compiuto proprio di fronte all'edicola, senonchè Dave non ode lo sparo, vede però le gambe di una donna che si sta allontanando mentre Willy non vede la donna, ma ne avverte l'inconfondibile profumo. Sulla traccia di questi due elementi, il sordo e il cieco si improvviseranno in 2 detective spericolati con il fine di acciuffare i veri colpevoli... Il film come vi ho descritto è divertente in quanto vi sono 2 protagonisti di cui uno cieco e l'altro è sordo. Dimostra come 2 persone con menomazioni riescono a cavarsela l'uno con l'altra come se fossero un tutt'uno e soprattutto come riescono a conquistare la simpatia del pubblico con le loro gangs.... Questo è per dimostrare che nulla è impossibile è nulla è dato per scontato perchè chi vive la vita con allegria e soprattutto andare oltre i giudizi delle persone si affronterà la vita con più leggerezza e con più spenzieratezza, perchè chi è diversabile non ha una malattia è solo una persona che non sa fare qualcosa, ma che sa fare un'altra cosa. In fondo tutti siamo DIVERSABILI!Io per esempio non so nuotare!!!. Embarassed
    E' con questo ho finito spero di aver centrato l'argomento baci a tutti e alla prof e auguri di Buona Pasqua a tutti.
    DE SANTIS ROBERTA cheers

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    Messaggio  Rosa Palumbo Lun Apr 18, 2011 10:23 am

    Il film che ho scelto si intitola "Journey Of The Heart" (I Viaggi del Cuore).
    In un piccolo paese della provincia americana Janice,una donna forte e caparbia,dopo l'abbandono da parte del marito tira avanti come può con due figli.Il primo,Ray,il classico ragazzo ideale,forte,bello e spigliato.L'altro,Tony,un ragazzo cieco dalla nascita e affetto da turbe di tipo autistico,che lo fa evitare dalla gente del paese.Un giorno,però,Tony sente per caso un motivo,e istintivamente lo ripete al pianoforte.È la rivelazione di un dono incredibile che trasforma la vita di Tony e della coraggiosa Janice:grazie alla musica,infatti,il ragazzo comincia ad articolare qualche parola ed anche a farsi accettare dalla gente,i quali,consideravano Tony un ragazzo da rinchiudere in un istituto perché secondo loro socialmente pericoloso,ma la madre convinta di poter recuperare il figlio attraverso lo studio della musica,si trasferisce a Boston per far iscrivere Tony ad un conservatorio.Dopo varie peripezie riesce nel suo intento e Tony viene accettato in una scuola di musica diventando così,un ottimo pianista! Smile
    E' la trama di un film stupendo ispirato proprio ai drammi di una malattia difficile come l'autismo.Rispecchia a pieno quanto abbiamo sentito e appreso in aula.Di autismo non si può guarire,ma si può MIGLIORARE!Grazie alle terapie,innanzitutto,ma anche ad una accresciuta consapevolezza del problema ed alla maggiore capacità di "sfruttare" le loro grandi abilità,che si esprimono in diversi campi,quello artistico prima di tutto.Non è difficile,così,incontrare autistici che sono divenuti dei grandi architetti,pittori, musicisti,ingegneri.Molti li considerano dei geni,con un’intelligenza superiore alla media.È probabile.Ma forse,ancora più vero,è solo attraverso il disegno o la musica,come in questo caso,che questi bambini,riescono a tirare fuori il loro mondo interiore,dimostrando a tutti,magari non a parole,che ci sono,fanno parte della società ed hanno una gran voglia di vivere.Una vita "speciale",che va oltre il superficiale quotidiano e riesce a regalare un sorriso capace di entrarti dentro!!! I love you I love you I love you
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    Messaggio  MariangelaCavallo Lun Apr 18, 2011 10:44 am

    "Oasis"
    Un film di Lee Chang-dong.
    Oasis: un film sulla diversità che esplora i confini della normalità attraverso la storia di un amore "disabile".
    Hong Jong-du è un giovane coreano sensibile e premuroso, ma certamente svitato. Appena uscito di prigione, per essersi incolpato di aver ucciso un uomo guidando ubriaco (in realtà alla guida era il fratello capofamiglia), vive nella solitudine nell'emarginazione. Deciso a scusarsi con la famiglia dell'uomo che avrebbe ucciso, va a casa sua, dove incontra la figlia del morto, Han Gong-ju: una giovane disabile che conduce una vita di solitudine, praticamente abbandonata dalla famiglia in un misero appartamento delle case popolari. Hong Jong-du, all'inizio, tenta di violentarla, ma presto si pente del suo gesto malsano e, cercato da lei, torna dalla giovane, che invece di sentirsi traumatizzata prova un certo appagamento per essere finalmente vista come una donna. Tra i due nasce una tenera e intensa relazione, impossibile in una società gerarchica e ipocrita quale quella che circonda i due ragazzi: Hong Jong-du è l'unico uomo ad aver desiderato la ragazza e a farle scoprire la propria femminilità. Il giovane viene, però, sorpreso nell'intimità e la famiglia della giovane lo denuncia e vuole giustizia. Viene così condannato per stupro e nuovamente incarcerato non prima di aver effettuatp un gesto generoso e plateale che rivela i suoi veri sentimenti per la ragazza. Il loro amore resisterà anche alla condanna di Hong e la giovane ritroverà motivazioni per vivere nell'attesa del suo ritorno. Film crudo e poetico al contempo che richiama il grande cinema della stagione neorealista.

    https://www.youtube.com/watch?v=BBuLlHfb3gg (angela bazzicalupo)

    I diversamente, o ugualmente, abili hanno gli stessi diritti degli altri e quindi anche di amare e fare l'amore! Ai ragazzi diversamente abili va insegnato l'importanza delle tenerezze, delle carezze, dei baci, quindi anche del piacere orgasmico reciproco, raggiunto anche senza il classico rapporto penetrativo !
    MariangelaCavallo
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    Messaggio  MariangelaCavallo Lun Apr 18, 2011 10:52 am

    non sò mettere immagini e video,mi spiegate perfavore come si fa?
    talyèdirmilli
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    Messaggio  talyèdirmilli Lun Apr 18, 2011 11:27 am

    Il film che ho scelto e che mi ha colpito si intitola "RAIN MEN", un film del 1988 e interpretato da TOM CRUISE e DUSTIN HOFFMAN.Parla di un giovane commerciante di automobili,Charlie,che scopre che alla morte del padre l'eredità va tutta ad un fratello di cui ignorava l'esistenza. Essendo quest'ultimo affetto da autismo,Charlie,decide di portare il ragazzo via dalla clinica ed ottiene l'affidamento per entrare in possesso del denaro.Ben presto Charlie conosce veramente suo fratello,un individuo tutto gesti meccanici e frasi ripetitive,si affeziona e infine decide di riportare suo fratello in clinica rinunciando al denaro e promettendo di andarlo a trovare appena possibile.Questo film,come già accennato, tratta il tema dell'autismo.
    Esso è un disturbo neurologico e si manifesta entro il terzo anno di età. Comporta deficit nelle aree della comunicazione,dell'interazione sociale e problemi di comportamento.Infatti il bambino autistico ha difficoltà nella comunicazione verbale e non-verbale;difficoltà nelle interazioni sociali,può sembrare distaccato e indifferente nei confronti degli altri; tende spesso ad isolarsi e ha dfifficoltà di relazionarsi con il mondo esterno;e ha comportamenti restrittivi e ripetitivi.
    L'autismo colpisce un bambino ogni 150 nati e 4 su 5 sono maschi.E' trattabile, esiste una neuroriabilitazione,un intervento intensivo,integrato,precoce,individualizzato e multidiscipinare. Sono necessari apporti specifici e competenti,tecnici preparati,un coinvolgimento dei genitori e infine un ambiente sociale e scolastico inclusivo e preparato alle specifiche esigenze del bambino con autismo.Attraverso ciò è possibile un cambio graduale e un miglioramento della vita del bambino e della sua condizione di salute e del comporatmento.
    Mi ha colpito molto questo film in quanto inizialmente Charlie considera il fratello autistico come un anormale ma alla fine è possibile notare l'affetto che ha per il fratello(l'uomo della pioggia) al punto di non pensare più ai soldi ma di volerlo bene.Inoltre dall'autismo non si può guarire,in quanto non vi è una cura,ma importante come fa Charlie, rendere felice la persona standogli vicino e trascorrendo molto tempo insieme.
    Raymond (fratello autistico) nonostante le sue difficoltà nel comunicare con le altre persone ha un quoziente intellettivo superiore, infatti ogni persona con autismo è diverso dall'altro e i sintomi si manifestano in modo del tutto differente.Infine il film ci fa capire l'amore tra due fratelli e come una persona pur avendo tanti problemi può essere molto intelligente anche più di una persona "normale".
    Molto importante è l'incontro che avviene tra due persone completamente diverse, ma la bellezza della vita è anche questa differenza che sfocia nell'unione di due fratelli.Questo film ci insegna a rapportarci con il prossimo,con il diverso.
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    Mgrazia Piscopo


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    Messaggio  Mgrazia Piscopo Lun Apr 18, 2011 11:53 am

    Leggendo l’argomento del forum mi sono venuti in mente alcuni film come forrest gump, rain man, Edward mani di forbice ma ho voluto fare una ricerca: è comparso questo sito http://fmfpc.altervista.org/fmfpcinema.htm . Tra i tanti titoli quello che più ha attirato la mia attenzione è FIGLIO DI UN DIO MINORE, film del 1986 , cito dalla scheda del film: soggetto pièce teatrale di Mark Medoff, il titolo è mutuato da una poesia di Alfred Tennyson ( che avrei voluto leggere, ma non sono riuscita a travarla).
    Nota : la protagonista del film Marlee Matlin, è realmente sordomuta.
    Trama:
    New England. In un Istituto per audiolesi arriva un nuovo insegnante. È James Leeds, un giovane i cui metodi non piacciono molto sulle prime al direttore. Ma Leeds ha una facile presa sugli assistiti e i primi risultati riabilitativi si vedono presto. Nell'istituto c'è anche Sarah Norman, sordomuta praticamente dalla nascita che, accolta durante l'infanzia, è poi rimasta e si occupa delle pulizie. È una donna intelligente e bella e Leeds se ne innamora. La madre di lei vive lontana e non ama molto la figlia, poiché la sfortuna di quest'ultima ha determinato, quando era bambina, l'abbandono del marito. Il rapporto tra Sarah e James si fa intenso e lei va a vivere nella casa di lui; ma Sarah ha un carattere non facile ed una personalità eccezionale: essa non cerca la pietà, vuole essere capita per quello che può valere, mentre teme sempre, nell'intimo, di non farcela in nulla. Ad un certo momento essa fugge presso la madre che l'accoglie e conforta, ma il richiamo di Leeds che ha bisogno di lei è troppo forte. E Leeds stesso capirà che, anche con l'amore più grande, gli occorrono umiltà e pazienza e che dovrà rispettare quella persona straordinaria, alla quale in fondo basta il silenzio per amare e per proteggere una fierezza innata.

    Il cimena a mio avviso è capace di far entrare nelle “case” il mondo dell’ handicap, facendo si che il corpo, la parola della persona disabile abbia un volto. Spesso la persona con l’handicap è vista come un mostro, la madre della protagonista spiega perché ha abbandonato sua figlia: per odio, ella è stata la causa dell’allontanamento del marito che si considerava un fallito per aver messo al modo una figlia sordomuta. La madre racconta pure che all’apparenza la foglia era come le altre ragazze, ma quando cercava di parlare diventava un mostro. La madre continua dicendo che la figlia era contenta di uscire con la sorella e gli amici, senza sapere però che Sarah non si sentiva accettata, ma derisa , e ferita, perché era lei a dover adeguarsi agli altri , a dover imparare a parlare , senza che gli altri ci provassero, questo avvenimenti hanno fatto si che lei si chiudesse in se stessa e decidesse di non provare più a parlare.
    Sebbene la protagonista è una donna forte, intelligente, e molto ostinata, non riesce ad essere se stessa perché sono sempre gli altri a scegliere per lei, fin quando un giorno trova la forza di andare per la sua strada, si riconcilia con la madre e trova lavoro per andare all’università.
    Il film mi ha colpito anche per la figura dell’insegnante che non adotta metodi convenzionali, ma che stimola i suoi allievi facendo ascoltare musica tramite le vibrazioni che essa emana, fino a mettere sù una sorta di musical dove Glan,una sua allieva, canta e balla con stupore dei familiari.
    Inizialmente il direttore specifica a Leeds che a lui non interessa cambiare il mondo ma solo aiutare qualche ragazo sordomuto a cavarsela, ma ciò non da alcuno scopo a quei ragazzi infatti l’educazione di Sarah aveva come fine un lavoro come donna delle pulizie così da poter essere utile alla società col pagare le tasse, Sarah così non ha aspirazioni, cosa che pesa molto su di lei a tal punto da sentirsi inutile, sa di avere le potenzialità ma non riesce a farle uscire.
    Nel film Sarah chiede di descrivere com'è la musica, ma james per quanoto si sforzi no riesce a descrivere ciò che sente, ne a trasmettere alla sua amata le sensazioni che ha nell'ascoltare una sinfonia, da qui nasce il disagio di James che ha bisogno di sentire un suono uscire dalla bocca dell’amata per poi comprendere che solo rispettando la condizione della donna che ama potrà goderne della sua piena bellezza.
    Bellissima la frase conclusiva : Credi che riusciremo mai a trovare un pianeta dove io e te potremo vivere uniti al di là dei suoni e del silenzio.
    https://www.youtube.com/watch?v=gSB6q5zzpNo


    Ultima modifica di Mgrazia Piscopo il Lun Apr 18, 2011 2:17 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  AlessiaRosa Lun Apr 18, 2011 12:31 pm

    Quando ho letto la richiesta di parlare di un film e rapportarlo alla teoria..mi sono un attimo spaventata e mi son detta..e ora che faccio?!?! Di quale film parlo?!?!

    Invece leggendo il tuo lavoro ritengo che tu abbia fatto una sintesi complessa e interessante, che - come quella dei tuoi colleghi - ci ha arricchiti tutti.brava! la docente
    Girando su Internet ne ho trovati tantissimi…e rapportandomi al forum ho visto che la maggior parte prendeva in esame i più comuni….
    Ho scelto di parlare di “La fiamma sul ghiaccio” interpretato da un fantastico e sorprendente Raoul Bova, che veste i panni di Fabrizio, ed una incantevole Donatella Finocchiaro, che interpreta il ruolo di Caterina
    (regia di Umberto Marino)



    Il film in questione mette a confronto due persone affette da disturbi diversi: Fabrizio, é un professore di matematica affetto dalla sindrome di Asperger, che gli impedisce di provare qualsiasi tipo di sentimento. Un giorno incontra Caterina, una barbona affetta da disturbi psichici perché violentata da piccola dal padre,che si innamora di lui e cerca in tutti in modi di destare il suo interesse, inconsapevole della malattia dell'uomo. Caterina riesce a convincere Fabrizio a non prendere più le medicine ed a recarsi in un santuario per chiedere la grazia, che non arriva. Fabrizio viene colpito nuovamente da una crisi e, dopo aver riassunto le medicine, non ricorda più neanche chi fosse quella donna...(Fonte http://filmup.leonardo.it/sc_lafiammasulghiaccio.htm)
    Lascio un ombra di curiosità col dirvi che il film non finisce esattamente così…è una storia bellissima..all’inizio sembra essere poco piacevole..ma entrando nella storia soprattutto grazie alle nozioni offriteci in aula, vi coinvolgerà a tal punto da non poter distogliere lo sguardo da esso!
    La sindrome di Asperger è parentata all’autismo , comunemente considerata una forma dello spettro autistico "ad alto funzionamento". Il termine "Sindrome di Asperger" venne coniato dalla psichiatra inglese Lorna Wing in una rivista medica del 1981; lo chiamò così in onore di Hans Asperger, uno psichiatra e pediatra austriaco il cui lavoro non venne riconosciuto fino agli anni novanta. Gli individui portatori di questa sindrome (la cui eziologia è ancora ignota) sono caratterizzati dall'avere una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi molto ristretti. Diversamente dall'autismo classico, non si verificano significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o dello sviluppo cognitivo.
    Alcuni sintomi di questa Sindrome sono correlati ad altri disturbi, come ad esempio il disturbo dell'apprendimento non-verbale (Nonverbal learning disorder) o il disturbo schizoide di personalità. La Sindrome di Asperger non viene diagnosticata solo con le proprie caratteristiche, ma anche con una vasta gamma condizioni di comorbidità (disturbi non dovuti alla Sindrome), come depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo
    (Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Asperger).
    Fabrizio: un bambino e poi un uomo nato con questo disturbo.La madre poco presente, rifiuta la sua malattia..Tante situazioni hanno portato a peggiorare la sua malattia, una fra queste è la morte dei suoi genitori: egli si fa peso di questo accaduto,ed è anche per questo che si chiude in se stesso,non ha amici, fidanzata..e dal momento in cui Caterina inizia a rapportarsi con lui, Fabrizio inizia ad entrare nel panico avendo forti crisi..Nonostante ciò,Caterina non demorde, lo ama.. ed è per questo che lo aiuterà nel suo percorso di vita..
    A tal proposito sono rimasta sorpresa e allo stesso momento commossa, visionando il film, da una scena in particolare : Caterina si sente in colpa di non essere riuscita ad aiutare il suo amato Fabrizio, e Mario, un padre di un bambino disabile, le spiega :



    Ci sentiamo sempre impotenti davanti a queste situazioni, tutto quello che facciamo e che non ci riesce sembra svanire nell’aria, come polvere. E’ così, a mio giudizio, che Caterina si è sentita in quel preciso istante, quando Fabrizio si inginocchia dinanzi alla Madonna e avrà l’ennesima crisi.
    Due figure contrapposte: lei quasi una madre..lui un figlio..solo, bisognoso di qualcuno che lo aiuti…che lo accompagni nel cammino della vita…Purtroppo il finale non è positivo..come dire..non è una” favola a lieto fine”: lei morirà..ed è per questo che molti critici, e lo stesso regista, parlerà di un “amore impossibile” sotto tutti i punti di vista!
    Io credo che non sia stato un amore impossibile..forse un amore non coronato! Fabrizio è riuscito ad amarla e c’è una frase che spiega bene , almeno dal mio punto di vista,il suo innamoramento : “Sei stata la cosa più bella che ho visto in tutta la mia vita”
    La mia riflessione ,vedendo attentamente il film e rivedendo ciò che a lezione è stato fatto, si è spostata sul Lavoro di Nunzia e del suo bambino autistico..E’ come se Nunzia rappresentasse Caterina, non perché sia pazza Smile ovviamente, ma per l’amore e le strategie che usa ed ha usato con il suo piccolo Smile che in questo caso è come se rappresentasse Fabrizio, in cerca di aiuto e che riuscirà, anche senza il suo tutor, un giorno, a camminare da solo nel viale della vita!
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  angela.bazzicalupo Lun Apr 18, 2011 12:48 pm

    MariangelaCavallo ha scritto:non sò mettere immagini e video,mi spiegate perfavore come si fa?
    quando apri la pagina x scrivere il commento in alto di escono delle opzioni c'è una (B, I, U.......) al quindicesimo posto c'è un quadratino che ti permette di inserire un'immagine, se passi sopra con il mouse c'è scritto hosting di un' immagine. cliccaci sopra e ti apre un altro quadrante dove c'è scritto scegli file. cerchi il file nelle cartelle del tuo pc. una volta scelta la foto premi inviare. dopo ti esce scritto miniatura con un link, immagine con un altro link e link dell'immagine con un altro link.. in base a come vuoi mettere la foto ne scegli uno lo copi e lo incolli dove vuoi mettere la foto... spero di essere stata abbastanza chiara.. se non ci riesci fammi sapere..
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Empty informazioni area docente

    Messaggio  ANNA SEQUINO Lun Apr 18, 2011 12:59 pm

    salve professoressa,
    sono una studentessa del suo corso e volevo chiederle come fare per vedere le informazioni che ci ha lasciato in area docente perchè non riesco a trovarle.
    la ringrazio aspetto una sua risposta grazie!

    Anna le ho appena finite di caricare tutte,
    controlla di nuovo area docente de sanctis
    materiali didattici pedagogia della disabilità
    2010-11 (nuovo).
    la docente
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Empty 18 APRILE - FILM INERENTE AL TEMA DELLA DISABILITA'

    Messaggio  pascarella mariateresa Lun Apr 18, 2011 1:11 pm

    Vi sono dei temi, quali la disabilità, che raramente vengono affrontati dai mezzi di comunicazione se non quando accadono drammatici episodi di cronaca o quando le persone con disabilità si rendono protagoniste di prestazioni straordinarie, come il caso Pistorius. Oggi quindi ho scelto di descrivere il concetto di disabilità, ossia l'incapacità di svolgere determinate funzioni e di assolvere particolari compiti nel modo o nell'ampiezza considerati"normali" per un individuo, attraverso la trama del film intitolato "ROSSO COME IL CIELO", ispirato ad una storia vera e che vede come protagonista MIRCO MENCACCI.
    (1970)Quest'ultimo è un bambino toscano di dieci anni innamorato del cinema. A seguito di un incidente perde la vista. Per la legge dell’epoca che considerava i non vedenti disabili e non permetteva loro di frequentare la scuola pubblica, i genitori sono costretti a farlo andare in un istituto. Lì il bambino trova un vecchio registratore a bobine e scopre che tagliando e riattaccando il nastro riesce a costruire delle favole fatte solo di rumori. Mentre il direttore dell’istituto cerca di impedirgli in tutti i modi di coltivare questa sua passione. Mirco lentamente coinvolgerà gli altri bambini ciechi facendo loro scoprire il loro talento e la loro normalità. Il film racconta la storia vera di Mirco Mencacci, che pur non vedente , è diventato uno dei più rinomati montatori del suono del cinema italiano.Questa storia è tratta da una vicenda vera avvenuta circa trent’anni fa. Il protagonista ha dieci anni, una famiglia che lo adora e un’infanzia normale trascorsa tra scuola e compagni di giochi, fino a quando l’innocente curiosità lo porta a toccare un vecchio fucile del padre appeso sopra la credenza della cucina
    accidentalmente parte un colpo. Da quel momento, la sua vita cambia completamente, il cielo e tutto il resto
    diventano deboli macchie di colore senza forma destinati a tramutarsi in un buio
    eterno.Mirco usando semplici metafore descrive all’amico Felice i colori e le cose che ha conosciuto almeno una volta. Il blu come il mare o il vento che “ti si spiaccica in faccia” quando corri in bici, il marrone ruvido come la corteccia di un albero, il rosso come il fuoco e come il cielo al tramonto.
    Il protagonista “guarda” le cose con altri occhi, le sente in maniera più profonda e attenta e impara a toccare e sfiorare le cose con un’attenzione particolare, così i suoni prendono il posto delle immagini. Molte belle sequenze, in particolare la corsa in bicicletta per i vicoli della città, il tema da svolgere sulle stagioni
    arricchito da suoni che evocano i lampi e il vento del temporale ed infine la recita. Dalla vita libera e spensierata alla severità del collegio cattolico, Mirco supera i traumi psicologici e l’handicap fisico ricostruendo la realtà avvalendosi degli altri quattro sensi e coinvolgendo le persone vicino a lui con la sua esuberanza e voglia di vivere. Dal maestro don Giulio che gli dà fiducia e lo incoraggia, all’amica Francesca che lo segue ovunque, ai compagni di scuola che lo aiutano a realizzare il suo sogno e lo spettacolo finale.
    Il tema che voglio applicare alla trama di questo film è il concetto di resilienza ossia la capacita di riuscire vincenti in una situazione avversa. infatti Mirco è un ragazzo davvero coraggioso che non si è arreso, ha saputo aggrapparsi con tutte le proprie forze alla vita e a una passione che, ancora oggi, è la passione della sua vita. Il regista infatti racconta con bravura la storia vera di un ragazzo che ce l’ha fatta: Mirco Mencacci attualmente è uno dei migliori montatori italiani del suono. Un film molto toccante ed emozionante che fa riflettere parecchio ed insegna ad apprezzare le cose della vita. Se Mirco lo dovesse descrivere con un solo colore, questo sarebbe probabilmente il rosso della passione dell’animo, del cielo al tramonto.
    questo film non fa altro che raccontare la disabilità sottolineandone le potenzialità. Qui il vero cieco è il sistema educativo mortificante che «toglie ai bambini i loro sogni», come dice don Giulio, che nel finale proclama a gran voce che «la fantasia e il diritto alla normalità» sono cose cui nessuno dovrebbe rinunciare.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  alessiacarannante Lun Apr 18, 2011 1:18 pm

    Un amore speciale(the other sister)con Juliette Lewis,Diane Keaton e Giovanni Ribisi è un noto film la cui trama parla di una giovane donna Carla Tate ,che dopo anni trascorsi in un istituto speciale,avendo un handicap mentale,torna finalmente a casa.Il suo sogno è quello di frequentare un liceo normale,riuscire nel mondo del lavoro,vivere da sola ,ovvero raggiungere la propria indipendenza.Sua madre Elizabeth è eccessivamente protettivae non riesce ad accettare che la figlia ,ormai adulta ,è in grado di operare delle scelte.Grazie però all'amore di un giovane ragazzo Denny ,anche lui disabile mentale,Carla inizierà il suo cammino per dimostrare alla madre di avere raggiunto una capacità ed una maturità tale per gestire la propria vita.Il titolo "un amore speciale"nasce dalla produttrice Rose,che desiderava realizzare un film su una sua amica d'infanzia con le stesse caratteristiche di Carla.A questo punto mi viene subito da spiegare due termini"HANDICAP-DISABILITà".Cosa vuol dire la parola handicap ,termine ormai entrato a far parte del nostro linguaggio e troppo spesso usato a sproposito?L'OMS ,organizzazione mondiale della sanità ,individua 3momenti separati,ma coordinati:LA MENOMAZIONE;LA DISABILITA';L'HANDICAP(O SVANTAGGIO).La Menomazione è un danno organico ,un cattivo funzionamento ,di un arto o parte del corpo;La Disabilità èla perdita di funzioni ,conseguente alla menomazione ,ovvero qualsiasi limitazione o perdita delle capacità di compiere un'attività;L'Handicap è la difficoltà che il disabile subisce nel confronto con gli altri,la condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione che in un soggetto limita o impedisce l'adempimento del ruolo normale.Un altro noto film è ,basato su una storia vera ,intitolato"TEMPLE GRANDIN-UNA DONNA STRAORDINARIA"donna affetta d'Autismo ma nonostante ciò laureatasi ben 2volte.Da qui ricordiamo il termine AUTISMO che deriva dalla parola greca AUTUS ovvero "se stesso",che è una sindrome comportamentale con esordio nei primi 3anni di vita.Il bambino Autistico ha difficoltà a relazionarsi con gli altri,ma non perchè non lo vuole ma perchè non sa farlo,in quanto gli manca proprio l'avvio "start".E' una disabilità che colpisce tutte le aree di sviluppo e si manifesta con deficit nelle seguenti aree:comunicazione-interazione sociale-immaginazione .La caratteristica più evidente dell'autismo è l'isolamento :spesso i bambini autistici non rispondono al loro nome,evitano lo sguardo ed appaiono inconsapevoli dei sentimenti altrui e della realtà che li circonda ,ma bisogna ancora ricordare che i bambini autistici fisicamente sono sani e si sviluppano come i loro coetanei,solo che sono affetti da gravi anomalie nella comunicazione.Proprio per questi motivi ,a causa di questa patologia ,le persone autistiche incontrano gravi difficoltà e limitazioni nell'adattamento sia in ambito familiare ,sociale che scolastico.La famiglia è il più delle volte costretta all'isolamento dalla vita pubblica e sociale principalmente a causa della scarsa informazione presente tanto nella gente comune quanto negli stessi operatori professionisti ,dalla mancanza di personale disponibile adeguatamente formato all'assistenza e infine di una mancata mediazione tra la persona autistica e il suo contesto di vita.Ricordo ancora l'incontro avuto con l'avvocato Vassallo e la dott.ssa Magri che mi è servito tantissimo ,in quanto mi ha dato ancora una volta l'opportunità di riflettere sempre più su quello che sarà il nostro lavoro futuro ovvero quello di "educatori".Un ruolo da non sottovalutare ma da integrare sempre più.Ricordo anche il racconto di Nunzia che fu veramente interessante ma soprattutto soddisfacente in quanto spiegò come un bambino autistico inizialmente non riusciva a fare nulla da solo e invece poi pian piano con l'aiuto della nostra "ombra" e con l'aiuto di attrezzi che servono per relazionarsi con gli altri(esempio minimò) il bambino riesce poi a compiere azioni che prima non riusciva a fare.Infine spero che pian piano ,tutti prima o poi si rendono conto che queste persone vanno aiutate ,capite e non messe da parte usando comportamenti discriminanti,in quanto essi sono persone "normali".
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Empty Film sulla disabilità

    Messaggio  martina_stifani Lun Apr 18, 2011 1:39 pm

    Il film che ho scelto a questo proposito,s'intitola"FIGLI DI UN DIO MINORE".In un istituto per audiolesi,arriva un nuovo insegnante;è James Leeds,un giovane i cui metodi non piacciono molto al direttore.Ma Leeds ha una facile presa sugli assistiti e i primi risultati riabilitativi,sono subito evidenti.Nell'istituto,c'è anche Sara Norman,sordomuta dalla nascita che accolta sin dall'infanzia è cresciuta lì.Non è amata dalla madre,la quale la considera responsabile della fine del suo matrimonio.Presto Leeds se ne innamora,la loro storia è intensa ed inaspettata ma nonostante tutto,il loro rapporto,comincia ad incrinarsi dato il carattere non facile di lei,la quale non tollera la pietà,bensì desidera essere apprezzata per ciò che è ,pur credendo in fondo all'anima di non valere nulla.Alla fine,l'amore,trionferà sui pregiudizi.Molto rilevante,all'interno di questo film,la tematica della"RESILIENZA",ossia,la volontà di voler sfidare se stessi e gli altri,per dimostrare di essere ugualmente degni di stima e rispetto,il dimostrare di poter guardare al mondo con gli occhi di "persona",non necessariamente "diversa".Il film è un grande monito,per coloro i quali,purtroppo ancora schiavi degli stereotipi,non riescono a guardare queste persone,con gli occhi del cuore.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Empty film ''rosso come il cielo''

    Messaggio  iolandaborrelli Lun Apr 18, 2011 2:51 pm

    come sostiene Canevaro la scelta delle parole è molto importante. l'utilizzo di termini impropri, o confondere termini come deficit disablità ed handicap può aumentare l'handicap anzichè ridurlo. nel caso di un non vedente,la cecità rappresenta il deficit,l'impossibilità di usare un normale monitor è l'handicap, mentre un display braille per leggere le informazioni è l'ausilio.tra i vari film sulla diversità, ho scelto il film intitolato''rosso come il cielo''. protagonista di questo film è Mirco un bambino toscano di dieci anni innamorato del cinema.un giorno a causa di un incidente perde la vista,e da quel momento la sua vita cambia completamente. In quegli anni la legge italiana imponeva ai non vedenti di frequentare le cosiddette scuole speciali poiché considerava quest’ ultimi come individui senza speranza e senza possibilità reali di inserirsi e vivere una vita normale nella società.
    Per questo motivo viene mandato via dalla scuola pubblica e si propone ai genitori un istituto specializzato: il “David Chiossone” di Genova nel quale vengono insegnati loro i pochi mestieri che si ritiene siano in grado di fare ( tessitori, centralinisti). Mirco si sentiva perso in questa scuola. un giorno trovò un vecchio registratore a bobine e scopri che tagliando e riattacando il nastro,riusciva a raccontare delle storie fatte solo di suoni.quando l'ìstruzione scoprii il suo hobby cercò di impedirglielo,perchè la loro idea era quella che questi bambini non avessero una speranza e non andassero illusi. ma Mirco continuò segretamente il suo hobby e cominciò a coinvolgere altri bambini facendo riscoprire i loro sogni e le loro creatività.
    una delle tante tematiche che abbiamo affrontato durante il corso, e che in questo caso sembra perfettamente collegata al film è la tematica della RESILIENZA, ossia la capacità dell'individuo di reagire in modo propositivo nonostante le situazioni avverse. questo bambino non si è arreso di fronte alla sua diversità,anzi con la volonta è riuscito a continuare segretamente il suo sogno. la forza interiore in questo caso è stata maggiore di quella esteriore. la società non deve porre dei limiti alle persone con disabilità,perchè nella vita tutti abbiamo delle speranze,degli obiettivi e nessuno può esserne certo di realizzare tutto ciò che vuole. l'importante è provarci sempre in qualcosa senza porre dei limiti alle situazioni.inoltre l'esito finale non sempre è importante,ciò che conta davvero è la partecipazione.
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    Messaggio  tina raillo Lun Apr 18, 2011 2:54 pm

    Il film che ho scelto si intitola "Basta guardare il cielo"di Peter Chelsom del 1998.E'un film che ho visto più volte e,ogni volta,non nascondo di aver pianto tantissimo pur conoscendo il triste finale. Il film parla della storia di Kevin,un ragazzo di statura piccola,magro,affetto da una patologia degenerativa che lo costringe a portare i
    tutori alle gambe. In compenso ha un cervello straordinario e trascorre tutto il suo tempo a leggere libri complessi o a inventare originali congegni meccanici.In seguito a un litigio a scuola,viene accusato Max,ragazzo grande e grosso, che porta il 48 di scarpe, ma che pare avere un cervello “piccolo, piccolo”. A scuola è lento, fatica ad apprendere qualsiasi nozione e viene considerato perciò un “ritardato”. Ha poco coraggio e non riesce mai a
    reagire quando i compagni lo prendono in giro ed è considerato il"capro espiatorio"preferito. Ciò farà nascere una profonda amicizia tra lui e Kevin poichè unendo le loro forze(l'intelligenza di Kevin e il corpo di Max)si compenseranno a vicenda tanto da essere definiti e spesso derisi come “Frankenstein e Igor”.“Tu hai bisogno di un cervello e io di un paio di gambe, insieme formiamo una persona perfetta” ripete più volte Kevin e con questa consapevolezza sempre presente, i due si avventurano alla scoperta del mondo.Ma tali sforzi saranno lesivi per Kevin a tal punto da fargli abbandonare la vita terrena e il suo amico/sostegno Max,ma continuerà a vivere nel suo ricordo, rafforzato dagli insegnamenti ricevuti e capace di ritrovare immaginazione, coraggio di vivere e profonda consonanza amicale anche semplicemente alzando gli occhi al cielo. Questo film,molto profondo e significativo per me,affronta vari temi,tra cui la scelta dell'arma da utilizzare per affrontare le difficoltà della vita e quindi la scelta tra intelligenza o forza fisica;il tema dell'handicap,l'accettazione del sè,concetto di diversità e normalità.Ancora una volta,dunque,ci troviamo di fronte alla forza che un disabile mostra e cerca nell'affrontare la sua "diversa"vita,sfidando le forme di EMARGINAZIONE che molti cercano di apportare e trovando nell'altro il compagno ideale per comunicare,esplorare,confrontare e osservare il mondo!Nessuno è realmente emarginato se non lo vuole,molti cercano di ostruire una normale vita a un disabile,ma maggiore deve essere la forza e la volontà di voler a tutti i costi "uscire" e "vivere" e questo film,per me,è la dimostrazione che i disabili hanno bisogno di noi per andare avanti e non è escludendoli che li aiutiamo,ma ascoltandoli ma mai giudicandoli:fattore primo di un buon educatore,come abbiamo detto più volte al corso!

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    Maria Giovanna Sodano
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Empty L'olio di Lorenzo

    Messaggio  Maria Giovanna Sodano Lun Apr 18, 2011 2:55 pm

    Il film che ho scelto si intitola "L'OLIO DI LORENZO" (Lorenzo's oil 1992-George Miller).

    Ho scelto questo film tratto da una storia vera,che narra la drammatica vicenda della famiglia Odone e della malattia del piccolo Lorenzo.

    I coniugi intraprendono un viaggio con il loro figlio Lorenzo di 5 anni,nelle isole Comore,in Africa.
    Lorenzo è un bambino felice sempre attivo e allegro,fino a quando comincia a mostrare i primi sintomi della sua malattia che inizialmente si pensava avesse contratto durante il loro viaggio ma non fu così...Si scoprì in seguito che Lorenzo era affetto da "ADL" (ADRENOLEUCODISTROFIA) che in poco tempo gli procuro calo della vista dell'udito e difficoltà di concentrazione.
    Questa malattia colpisce le cellule cerebrali portando ad una crescente disabilità,fino all'inabilità totale.
    Lorenzo non aveva quindi alcuna speranza di condurre una vita normale e diventare adulto. I coniugi Odone non si arresero davanti ai medici che gli avevano dato 2 anni di vita,e così decisero che avrebbero trovato loro una cura.
    Dopo anni di studi e ricerche giunsero alla scoperta di un olio (formato da una miscela di sostanze estratte dall'olio di oliva di colza)che si dimostrò in grado di arrestare il il progredire degenerativo della malattia.
    Lorenzo morirà nel 2008 dopo circa 20 anni,a causa delle complicanze di una polmonite.

    Mi viene in mente a questo proposito il testo della Murdaca,nel quale parla della persona con disabilità nella sua complessità...in questo contesto mettendo in luce l'inserimento del disabile,la cura e la relazione educativa,le capacità del disabile

    Definendo il termine disabilità intendiamo l'incapacità di svolgere determinate funzioni e di assolvere a particolari compiti,quindi limitazione o perdita delle capacità di compiere un'attività nel modo o ampiezza considerati normali per un essere umano.

    Ritornando alle considerazioni della Murdaca,la quale afferma che:<< E'il contesto sociale a determinare la condizione di handicap,sono gli ostacoli e le barriere fisiche a favorire il processo di esclusione o emarginazione>>
    Proprio nel momento in cui menomazione e disabilità causano difformità tra l'efficienza e lo stato dei soggetti si deve parlare di handicap.

    L' "ICF" sottolinea di valutare l'importanza di valutare l'influenza dell'ambiente sulla vita degli individui,società,famiglia,contesto lavorativo.
    La famiglia si dovrebbe liberare quanto prima dal senso della percezione di impossibilità di miglioramento della situazione psico-fisica di un figlio disabile.
    Ciò accade nel caso di Lorenzo poichè i genitori si sono tanto impegnati affinche il loro bambino conducesse una vita normale,e questo è evidenziato dalla scoperta della cura che ha fatto in modo di arrestare il progredire della malattia,non restando inermi a ciò che dicevano i medici riguardo all'impossibilità e del miglioramento e di una cura efficace in grado di migliorare le condizioni del bambino.

    L'obiettivo è stato nel caso specifico del film trovare una cura che salvasse il bambino dalla morte,ma anche a mio parere la valorizzazione della persona umana da parte dei genitori,non abbandonando il bambino ad una sorte crudele.
    Si evince inoltre dal film questa relazione madre-padre/figlio,dove gli educatori ossia i genitori non mettono in luce le mancanze del proprio bambino,ma in alcune scene evidenziano le potenzialità e le doti di cui questo bambino ne è detentore.
    Anche le caratteristiche fisiche si rinforzano con il sostegno emotivo fornito dai familiari.
    La resilienza può essere fortificata in tutti quei contesti che forniscono un efficace valorizzazione del sé facendo fronte in maniera positiva agli eventi traumatici ed alle avversità della vita.
    Questo film mostra una chiarissima esplicazione di resilienza,di un ricostruirsi restando sensibili alle opportunità "positive" (come la scoperta della cura) che la vita offre.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Empty "Laboratorio virtuale"

    Messaggio  roberta pengue Lun Apr 18, 2011 3:02 pm

    Come esercitazione virtuale ho scelto di parlare di un film che ho visto e che mi ha emozionato moltissimo e che trovo specifico per il percorso che fino e oggi abbiamo svolto in aula il film che ho scelto è intitolato "LE CHIAVI DI CASA" , un film drammatico del 2004 diretto da Gianni Amelio ed è stato presentato dal "61" Mostra Internazionale d ' arte cinematografica di Venezia.La trama del film parla di un giovane padre Gianni interpretato da Kim Rossi Stuart che ha abbandonato il proprio figlio subito dopo la sua nascita e dopo la morte della sua compagnia morta per il parto.il bambino interpretato da Andrea Rossi è un bambino affetto da Handicap abbandonato dal padre fino all ' età di 15 anni.Il padre gianni decide dopo questi anni di conoscere suo figlio in un viaggio speciale verso Berlino per seguire delle terapie.Durante il soggiorno nella città tedesca Gianni incontra Nicole interpretata da Charlotte Rampling un donna matura con una figlia anche lei affetta da Handicap, che farà capire a Gianni la grandezza e l ' impegno che lo attende.Di fatti grazie a Nicole , Gianni e suo figlio impareranno a fondo a conoscersi e a recuperare tutto il tempo perso in passato.Come ci è stato chiesto dalla docente nell ' esercitazione di oggi l ' intento era quello di cogliere quello che abbiamo detto durante il nostro corso in aula tramite il film e proprio per questo che ho scelto questo film per riferirmi a bambini che sono affetti di HANDICAP come abbiamo detto il termine HANDICAP tradotto in italiano sta per "svantaggio" e deriva dall ' ambiente delle corse ippiche inglesi come nota pratica diffusa in passato da un fantino che cavalcava un cavallo dotato di qualità superiori a gareggiare portando alla mano sinistra (Hand )a contatto con la visiera del cappello (Cap)tradotto col il cappello in mano, utilizzando l ' evidente svantaggio dato dalla posizione di gareggiare rispetto agli altri.Questo sta a significare che L 'HANDICAP è appunto la difficoltà che una persona con disabilità affronta nel confronto esistenziale con gli altri, il disagio sociale che deriva da una perdita di funzioni o di capacità la condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione o ad una disabilità che impedisce al soggetto di svolgere le normali attività quotidiane.Ma non per questo io credo che bisogna emarginare queste persone affette da Handicap solo perchè non possono svolgere attività come tutti gli altri anzi come nel film che ho scelto è importante aiutarli non solo con terapie specifiche ma soprattutto con un sostegno morale. Per far capire meglio perchè ho scelto proprio questo film ho deciso di mostrare una scena del film che comprende al meglio quello che è l ' Handicap e ciò che possiamo fare per aiutare queste persone.....grazie. https://www.youtube.com/user/PagusPaetiniani
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    Messaggio  antonellacecere Lun Apr 18, 2011 3:27 pm

    Il film che ho scelto si intitola "THE STRATTON STORY(il ritorno del campione)"di Sam Wodd.
    Questo film racconta la vera storia di Monty Stratton(Stewart),un giocatore di baseball che dopo due stagioni disputate ai vertici,vede la sua carriera distrutta da un incidente di caccia che gli provoca l'amputazione di una gamba....Ma grazie all'incorragiamento della moglie e alla sua grande forza di volontà si allena e gioca meglio di prima.
    Tale film si collega al tema che abbiamo affrontato nel primo laboratorio ovvero quello della RESILIENZA,capacità di uscire vincente da una situazione,di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.
    Ma la resilienza è anche il riuscire ad accettare una situazione che non può cambiare,si pensi alla disabilità, al caso di SIMONA ATZORI che nonostante ciò è andata avanti,tutto questo nn le ha impedito di avvicinarsi alle sue passioni anzi le hanno dato quella spinta in più....
    Anche il protagonista del film ,dopo la depressione iniziale(dovuta al crollo della sua carriera da giocatore professionista)ha ritrovato quella forza interiore,quella forza di volontà per riuscire a rimettersi in gioco e continuare il suo sogno.
    Credo che questo sia un grande esempio per tutti noi,trovare sempre un lato positivo anche se e a volte la cirostanza ce l'ho impedisce....


    Ultima modifica di antonellacecere il Lun Apr 18, 2011 3:35 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Diletta M.R Clemente Lun Apr 18, 2011 3:29 pm

    leggendo le trame dei film che ci sono state messe a disposizione, e, vedendo i rispettivi trailer, devo ammettere che ce ne sono stati due che mi hanno davvero colpito... è incredibile di quanta forza possa avere un semplice essere umano ed è incredibile soprattutto che questa forza debba essere messa in evidenza in momenti che sono davvero atroci come (nella fattispecie) incidenti o un' improvvisa malattia che in un unico istante sconvolge per sempre la tua vita, la tua quotidianità, le tue abitudini...insomma tutto il mondo che ti circonda. E' vero, avrei dovuto commentare un film... ma non posso fare a meno di collegare tra di loro i due che mi hanno lasciato senza fiato. Il primo è "rosso come il cielo", un film di Cristiano Bortone, ed il secondo è "lo scafandro e la farfalla". Ora la domanda potrebbe sorgere spontanea: perchè hai deciso di collegare questi due film i cui protagonisti sono totalmente diversi?. Nonostante l'età diversa e le cause che portano entrambi ad una vista totalmente diversa da quella che era sino a poco prima della disgrazia, ho riscontrato delle assonanze. Il protagonista del primo film, è un bambino che a seguito di un incidente provocato dallo sparo del fucile del padre, perde la vista. I genitori decidono quindi di portarlo nella cosiddetta "scuola speciale" che, era adibita all' educazione dei non vedenti (anche perchè la legge italiana, tempo fa, imponeva questo) dal momento che quest'ultimi erano considerati come handicappati a cui è meglio non creare illusioni e che devono adeguarsi ad un futuro nel quale regna solo tristezza e desolazione... proprio come la realtà che li circonda. Infatti il nostro protagonista vaga nel buio sino a quando non scopre di poter creare delle storie sonore servendosi di un registratore e di bobine attraverso i cui tagli, si poteva generare la trama vera e propria del racconto. Immediatamente, però, la scuola insorge espellendolo dopo essersi accorta dell'ennesima "scappatina" fatta al cinema, con la figlia della portinaia... una dolce bambina vedente nei confronti della quale nascerà un sentimento di tenero amore. Immediatamente, nascono le proteste di cui Ettore uno studente universitario non vedente ed amico di Mirco, ne è il maggiore mobilitatore. Il fatto che tempo fa, questi bambini dovessero essere "richiusi" in queste scuola, che, più che scuole vere e proprie, erano delle gabbie, è inammissibile. Ma d'altronde cosa si può sperare se lo stesso direttore dice che la libertà è un lusso di cui i ciechi non possono godere?. Tutti abbiamo l'opportunità di realizzare i nostri sogni e tutti, possiamo farlo!!!. Non bisogna fermarsi alle apparenze...belle o brutte che siano, dal momento che, anche durante la simulazione del foulard fatta in aula (che è presente anche nel film), nonostante i primi attimi di sconforto, mi sono immersa in un mondo tutto nuovo nel quale ogni emozione, ogni singolo rumore è amplificato. Con ciò voglio dire che, nonostante avessi gli occhi bendati, respiravo, potevo parlare, sentire, toccare... insomma avevo le stesse opportunità e soprattutto la stessa dignità dei miei coetanei. E proprio vero, i ciechi non sono le persone che sono costrette a vivere nel buoi più totale, ma la gente che ci circonda che non fa parlare il cuore e la coscienza, ma l'ignoranza. Un esempio, infatti, è lo stesso direttore che, decide di adeguarsi a quella che è la sua condizione... l'esatto opposto del piccolo Mirco che, invece, grazie alla sua grande forza e grazie soprattutto alla sua grande fantasia che emerge in particolar modo nell' originale interpretazione dei colori, è riuscito ad oltrepassare le mura che ci circondano e viaggiare sempre più lontano... dove poche persone possono arrivare. La resilienza è il filo conduttore tra questi due bellissimi film e, vede come protagonista Jean Dominique Bauby che ha interpretato il secondo film di cui voglio parlare. La pellicola si intitola " lo scafandro e la farfalla ed è ispirato ad una storia vera. Lo scafandro, indica il corpo oramai totalmente immobile nel quale l'uomo è costretto a vivere dopo l'ictus, e la farfalla, invece, indica quel battito di ciglia che gli permette di comunicare con il mondo che lo circonda. L'immaginazione e la memoria sono gli unici mezzi che gli permettono di viaggiare spensieratamente nel passato. Senza essere prigioniero di quello che, oramai, era il suo corpo privo di qualunque forza. Significativa è la farse: Ero cieco e sordo, mi serviva necessariamente la "luce di un' infermità per vedere la mia vera natura"... un uomo che nonostante tutto, è in grado di provare sentimenti e che, riuscendo a lasciarsi alle spalle l'autocommiserazione di cui era succube, riesce a rendersi conto del reale valore della vita e delle semplici cose che noi diamo per scontato. Anche lui, come il piccolo Mirco, non si da per vinto e continua a vivere la sua vita sino all' ultimo istante. Due anni prima di morire, Bauby pubblica così la sua biografia, intitolata appunto Lo scafandro e la farfalla. Entrambi i film, hanno come protagonisti due esseri umani, le cui storie devono essere dei veri e propri insegnamenti di vita. Al giorno d'oggi si va subito in crisi... per un 2 in matematica, perchè la nostra migliore amica ha stretto amicizia con un altra ragazza, perchè non possiamo andare in viaggio con chi ci pare... insomma si va in crisi per motivi che sono davvero futili se paragonati a quelli che sono i reali problemi della vita. Basterebbe osservare l'entusiasmo con cui Mirco va in bicicletta nonostante sia cieco, e la voglia di vivere di Bauby per renderci conto che la vita è il dono più prezioso che abbiamo e che, come tale, non deve essere sprecato per nessun motivo al mondo... perchè anche con gli occhi bandati puoi capire com'è fatto il viso di una persona, perchè anche i musicisti quando suonano chiudono gli occhi per sentire la musica più intensamente...perchè anche se sei immobilizzato il tuo cuore batte e sei in grado di poterti innamorare...Grazie prof. per l'opportunità che ci sta dando.


    Ultima modifica di Diletta M.R Clemente il Lun Apr 18, 2011 3:53 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Giusi Balsamo Lun Apr 18, 2011 3:36 pm

    Facendo una ricerca su internet, molto approfondita secondo consigli, ho deciso di vedere questo film: “DIETRO LA MASCHERA”. La cosa che più mi ha colpito è la trama, ma poi, mentre lo guardavo, sono riuscita a vedere anche oltre la trama, perché mi ha emozionato veramente tanto. Passo col descriverla, ma se posso permettermi, una cosa e leggere questa storia, e un’altra cosa è entrarci dentro guardandolo, lo consiglio a tutti. Dopo, forse, vi sarà anche più chiaro capire, quello che più mi è piaciuto lo dirò dopo, per essere più chiara nel mio pensiero nei riguardi di questo bellissimo film.

    Rocky Dennis è un ragazzo che vive con la madre a Los Angeles. Ha 16 anni e gli piace fare tutto quello che fa un ragazzo della sua età: ascoltare musica, collezionare figurine, leggere ed ha un sacco di amici...però c'è qualcosa che lo rende speciale, molto speciale nell'aspetto fisico: il suo volto è infatti deformato da una rara malattia che colpisce un bambino su 22 milioni e che è chiamata comunemente "Leontiasi" perché il volto di chi ne è affetto ricorda quello di un leone. Nonostante ciò, Rocky non si sente per niente un mostro. Addirittura scherza con la sua condizione di ragazzo deforme. Inoltre, ha un'intelligenza portentosa ed infatti la madre, quando va alla nuova scuola ad iscriverlo, dice al preside che Rocky era tra i cinque ragazzi migliori della sua vecchia scuola. Inizialmente Rocky non viene accettato e viene considerato come un mostro, ma piano piano riesce a conquistarsi la fiducia di alcuni dei suoi compagni di classe e riesce a diplomarsi. Arriva l'estate e Rocky vuole andare ad un campeggio per ragazzi non vedenti. In questo modo potrà aiutare gente che non si curerà del suo aspetto fisico. Qui però conosce Diane, una bellissima e molto dolce ragazza ospite del campeggio, e se ne innamora, ricambiato. Diane inoltre non sembra essere terrorizzata dal suo aspetto fisico, anzi, sembra addirittura accettarlo. Il campeggio finisce e Diane torna a casa. I genitori vengono a prenderla e la ragazza è ansiosa per far conoscere Rocky a loro, ma la reazione di questi ultimi non è buona: i genitori di Diane vedono Rocky come un mostro, qualcosa che andrebbe eliminato. Rocky torna a casa. Tenta di chiamare Diane, ma i genitori gli dicono sempre che non è in casa. Quindi un giorno la incontra e scopre che i genitori gli hanno mentito, che Diane era sempre in casa e che aspettava con ansia che il ragazzo la chiamasse. Purtroppo i due non possono tornare insieme: Diane deve traslocare. Il tempo passa. Una mattina, la madre di Rocky passa a svegliare il figlio per mandarlo a scuola, ma Rocky non si sveglia. Pensa che ha sonno e che si sveglierà da sé. Un paio di ore dopo giunge una telefonata dalla scuola: Rocky non è venuto e quel giorno doveva sostenere una verifica di spagnolo. In un primo momento la donna si arrabbia, ma quando scopre che il figlio non reagisce, nemmeno si sveglia, capisce che Rocky ormai non è più nel mondo dei vivi. Rocky non si è svegliato: è morto serenamente, nel sonno, sognando la sua dolce Diane.


    Sad La cosa che più mi è piaciuta di questo film è che non parla solo della disabilità, ma parla anche di una bellissima storia d'amore, ed è stato uno dei motivi per il quale l'ho scelto fra i tanti... Spero vi piaccia. Grazie, e buon lavoro.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 2 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  AlessiaRosa Lun Apr 18, 2011 3:38 pm

    AlessiaRosa ha scritto:Quando ho letto la richiesta di parlare di un film e rapportarlo alla teoria..mi sono un attimo spaventata e mi son detta..e ora che faccio?!?! Di quale film parlo?!?!

    Invece leggendo il tuo lavoro ritengo che tu abbia fatto una sintesi complessa e interessante, che - come quella dei tuoi colleghi - ci ha arricchiti tutti.brava! la docente
    Girando su Internet ne ho trovati tantissimi…e rapportandomi al forum ho visto che la maggior parte prendeva in esame i più comuni….
    Ho scelto di parlare di “La fiamma sul ghiaccio” interpretato da un fantastico e sorprendente Raoul Bova, che veste i panni di Fabrizio, ed una incantevole Donatella Finocchiaro, che interpreta il ruolo di Caterina
    (regia di Umberto Marino)



    Il film in questione mette a confronto due persone affette da disturbi diversi: Fabrizio, é un professore di matematica affetto dalla sindrome di Asperger, che gli impedisce di provare qualsiasi tipo di sentimento. Un giorno incontra Caterina, una barbona affetta da disturbi psichici perché violentata da piccola dal padre,che si innamora di lui e cerca in tutti in modi di destare il suo interesse, inconsapevole della malattia dell'uomo. Caterina riesce a convincere Fabrizio a non prendere più le medicine ed a recarsi in un santuario per chiedere la grazia, che non arriva. Fabrizio viene colpito nuovamente da una crisi e, dopo aver riassunto le medicine, non ricorda più neanche chi fosse quella donna...(Fonte http://filmup.leonardo.it/sc_lafiammasulghiaccio.htm)
    Lascio un ombra di curiosità col dirvi che il film non finisce esattamente così…è una storia bellissima..all’inizio sembra essere poco piacevole..ma entrando nella storia soprattutto grazie alle nozioni offriteci in aula, vi coinvolgerà a tal punto da non poter distogliere lo sguardo da esso!
    La sindrome di Asperger è parentata all’autismo , comunemente considerata una forma dello spettro autistico "ad alto funzionamento". Il termine "Sindrome di Asperger" venne coniato dalla psichiatra inglese Lorna Wing in una rivista medica del 1981; lo chiamò così in onore di Hans Asperger, uno psichiatra e pediatra austriaco il cui lavoro non venne riconosciuto fino agli anni novanta. Gli individui portatori di questa sindrome (la cui eziologia è ancora ignota) sono caratterizzati dall'avere una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi molto ristretti. Diversamente dall'autismo classico, non si verificano significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o dello sviluppo cognitivo.
    Alcuni sintomi di questa Sindrome sono correlati ad altri disturbi, come ad esempio il disturbo dell'apprendimento non-verbale (Nonverbal learning disorder) o il disturbo schizoide di personalità. La Sindrome di Asperger non viene diagnosticata solo con le proprie caratteristiche, ma anche con una vasta gamma condizioni di comorbidità (disturbi non dovuti alla Sindrome), come depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo
    (Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Asperger).
    Fabrizio: un bambino e poi un uomo nato con questo disturbo.La madre poco presente, rifiuta la sua malattia..Tante situazioni hanno portato a peggiorare la sua malattia, una fra queste è la morte dei suoi genitori: egli si fa peso di questo accaduto,ed è anche per questo che si chiude in se stesso,non ha amici, fidanzata..e dal momento in cui Caterina inizia a rapportarsi con lui, Fabrizio inizia ad entrare nel panico avendo forti crisi..Nonostante ciò,Caterina non demorde, lo ama.. ed è per questo che lo aiuterà nel suo percorso di vita..
    A tal proposito sono rimasta sorpresa e allo stesso momento commossa, visionando il film, da una scena in particolare : Caterina si sente in colpa di non essere riuscita ad aiutare il suo amato Fabrizio, e Mario, un padre di un bambino disabile, le spiega :



    Ci sentiamo sempre impotenti davanti a queste situazioni, tutto quello che facciamo e che non ci riesce sembra svanire nell’aria, come polvere. E’ così, a mio giudizio, che Caterina si è sentita in quel preciso istante, quando Fabrizio si inginocchia dinanzi alla Madonna e avrà l’ennesima crisi.
    Due figure contrapposte: lei quasi una madre..lui un figlio..solo, bisognoso di qualcuno che lo aiuti…che lo accompagni nel cammino della vita…Purtroppo il finale non è positivo..come dire..non è una” favola a lieto fine”: lei morirà..ed è per questo che molti critici, e lo stesso regista, parlerà di un “amore impossibile” sotto tutti i punti di vista!
    Io credo che non sia stato un amore impossibile..forse un amore non coronato! Fabrizio è riuscito ad amarla e c’è una frase che spiega bene , almeno dal mio punto di vista,il suo innamoramento : “Sei stata la cosa più bella che ho visto in tutta la mia vita”
    La mia riflessione ,vedendo attentamente il film e rivedendo ciò che a lezione è stato fatto, si è spostata sul Lavoro di Nunzia e del suo bambino autistico..E’ come se Nunzia rappresentasse Caterina, non perché sia pazza Smile ovviamente, ma per l’amore e le strategie che usa ed ha usato con il suo piccolo Smile che in questo caso è come se rappresentasse Fabrizio, in cerca di aiuto e che riuscirà, anche senza il suo tutor, un giorno, a camminare da solo nel viale della vita!

    grazie Prof Very Happy
    annapaola loffredo
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    Messaggio  annapaola loffredo Lun Apr 18, 2011 4:01 pm

    il film che ho scelto di commentare è:FORREST GUMP.questo film sin dalla prima volta che l ho visto mi ha subito affascinato,non solo per l attore che è bravissimo a rappresentare il suo ruolo,ma soprattutto per cio che il personaggio rappresenta e per il messaggio che questo film ci regala.inquanto forrest non solo è un diversamente abile poichè ha un quoziente intellettivo al di sotto della norma ma l aspetto che lo valorizza è proprio il suo rapporto ingenuo e fiducioso con un mondo che sin da bambino fa di tutto per relegarlo e associarlo nell'ambito del diverso.
    Forrest,un giovane diversamente abile è seduto su una panchina per aspettare l'autobus,quando inizia a raccontare di sè e della sua vita a passanti sconosciuti...cio che ricordo è che questi passanti non erano sempre gli stessi come erano diverse anche le loro reazioni,alcuni mostravano nei suoi riguradi indifferenza altri invece commozione.Cosi il giovane inizia il racconto....
    Forrest inizialmente non è ammesso nella scuola pubblica a causa del suo Q.I., ma la madre, concedendo favori sessuali al preside, ottiene di farlo comunque ammettere. Il primo giorno di scuola incontra sull'autobus Jenny, unica amica e suo unico amore.ricordo perfettamente come viene affrontato il tema dell amicizia infatti i 2 bambini si legano tantissimo e profondamente. È proprio per questo motivo che Forrest è seduto su quella panchina: aspetta l'autobus che lo porterà a casa di Jenny. traspare quindi chiaramente come L'amicizia sia uno dei valori a cui Forrest tiene di più. Lo stesso rapporto tra lui e Jenny comincia come un'amicizia molto particolare. Molte sequenze del film descrivono i due passeggiare insieme, arrampicarsi sugli alberi e chiacchierare continuamente.oltre pero al tema dell amicizia compare quello dell amore e della scarsa intelligenza.per quanto riguarda il primo la scena che ricordo è quando Forrest stesso dice:
    « Non sono un uomo intelligente, ma so l'amore che significa »Jenny invece non ha mai provato l'amore, se non da bambina e proprio per Forrest, come ci lasciano intendere alcune scene iniziali. Forrest non si rende conto, però, che l'amica ha paura di stargli accanto: teme di poter contaminare la sua intatta purezza. Forrest, dal canto suo, ha sempre amato Jenny: è lui a rivelarcelo, in una scena immediatamente prima di essere spedito in Vietnam.per quanto rigurada il 2 tema invece è la tematica che fa da sfondo all intero film.
    Questo fatto è chiaramente esplicitato all'inizio del film. Forrest è scientificamente più stupido degli altri, eppure conduce una vita migliore di quella degli altri, dei suoi amici inclusi. Forrest diventa campione di football, si laurea, si arruola, combatte in Vietnam,ma soprattutto nella sua vita non fa mai niente di male. Solo qualcosa d’inappropriato, ogni tanto.
    Il messaggio finale ci dice che non importa essere intelligenti, basta agire nel bene. Una cosa che colpisce è come lui riesca a fare tutto questo grazie alla sua spontaneità; paradossalmente infatti se avesse pensato come una persona normale non avrebbe, forse, realizzato nulla di straordinario. Si ha anche l'impressione che Forrest in realtà sappia esattamente ciò che succede intorno a lui, ma che il suo cervello lo registri come superfluo; vediamo, nel corso del film, che per lui contano solo due cose: Jenny, e mantenere le promesse........



    Ultima modifica di annapaola loffredo il Lun Mag 09, 2011 1:54 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  nunziomarrone Lun Apr 18, 2011 4:10 pm

    il film su cui ho scelto di aprire una rlessione è il seguente:ANNA DEI MIRACOLI di arthur penn,usa,1962...la storia si apre col la disperazione di una mamma che scopre di aver messo al mondo una bambina che nn vede e nn sente..ma prima di arrivare a tale scoperata la piccola sarà sottoposta a diverse fisite mediche,che risentendo dei limiti medici e scientifici in genere nn riescono ad ottenere una diagnosi esaustiva rispetto al caso analizzato..ed infatti il medico di famiglia definisce il disturbo della piccola paziente un"felice caso di congestione"..gli anni passano...la bambina cresce..nn parla,nn sente,nn vede..nn si relaziona..nn conosce le buone maniere..nn sa relazionarsi..nn sa distinguere gli oggetti..nn sa farsi capire...nn ha affetto..nn ha rispetto tranne che quello della mamma disperata che nn smetterà mai di sperare nella sua guarigione..ma cosa fa per aiutarla?..lei pensa di fare molto..con ingenuità..mette in atto un atteggiamento estremamente permissivo..e forse anche di pietà..che nn saranno autori di nessun traguardo di miglioramento...adotta un atteggiamento opposto a quello attuale...opposto ed in forte discordanza con l'attuale strategia del denver model che nn pretende di cancellare la patologia..nn pretende sostituirsi al bambino affetto di autismo..ma cerca solo di spronare ad una reazione..all'agire..al relazionarsi..a tirar fuori abilità,creatività servendosi di adeguati approcci comportamentali.. efficaci strumenti operativi..e di ambienti adeguati in cui poter operare...mettendo cosi in atto un processo di aiuto e soccorso..aiuto che il medico della protgonista del film nn ha ricevuto fin da subito..ed infatti..il medico dirà alla mamma che la figlia guarirà da sola senza necessitare di aiuto..cosa erratissima questa anche perchè da quanto emerge dalle diverse scene helen mette in atto atti di violenza nn solo verso se stessa ma anche verso gli altri(strappa il bottone dai vestiti della nonna,prende a schiaffi la mamma,fa cadere la sorellina dalla culla,si butta x terra,si spinge contro la porta,aggredisce se stessa)..ma come sempre il coraggio,la volontà,il credere ed il voler fare aiuta e premia gli audaci..infatti all'arrivo dell'educatrice,anna,la bambina seppure con numerose difficoltà inizia a migliorare..inizia ad imparare il linguaggio dei sordi,dei nn vedenti..dei muti..inizia a comprendere il rapporto tra le parole e gli oggetti..questo emerge in modo particolare nella scena in cui prima di poter stringere la bambola a cui tanto teneva sarà "costretta" a chiedere..a "pronunciare" con le dita la parola BAMBOLA..e questo è un grande traguardo..una grande conquista...una grande vittoria..xkè dimostra che nulla è impossibile..nulla può necessariamente scomparire...MA TUTTO PUò MIGLIORARE...concetto questo che tra l'altro lo si è acqusito e sottolineato in aula parlando dell AUTISMO..ma da una scena del film emerge anche quella che la corsista caterina defini DOPPIA DISABILITà..questo perchè il fratellastro della bambina nn solo mostra un atteggiamento di desirione e di ostilità verso la disabilità della sorella..ma addirittura pensa ed afferma che la bambina è solo una SCIMMIA CAPACE DI IMITARE COSE CHE NN CAPISCE.."una mezza scema che deve essere rinchiusa"..ed ecco che la discriminazione,il pregiudizio e la marginalità prendono rendendo l'ambiente in cui opera la piccola...un ambiente sfavorevole..un ambiente che nn sempre mostra rispetto verso chi è manchevole rispetto ad una qualsiasi abilità..rischiando di ferire,mortificare e perchè no bloccare chi si appresta ad intraprendere un processo di miglioramento..xkè il miglioramento cm si può notare nel film si è verificato..certo magari nn si assiste ad un completo processo di resilienza però anche un minimo passo avanti va rispettato perchè è indice di volontà,cuore,testa,sensibilità..di umanità dell umano..tutte cose che la piccola ha mostrato avere,infatti,focalizzando attenzione sulla sensibiltà tattile..forse piu forte di quella del vedente,come tra l'altro abbiamo notato in aula con l'esperimento della prova bendata,riesce ad apprendere in breve breve tempo un linguaggio che permetterà lei di comunicare,di esprimere voleri,bisogni,richieste,emozioni,sentimenti e stati d'animo...altra manifestazione di intelligenza e di mente perfettamente pensante la si ha quando la peste nasconde la chiave in bocca in presenza della mamma e del padre che disperatamente cercava di ritrovarla nel giardino Smile Smile ...altra componente su cui pongo doverosamente l'accento è la sensibilità,il coraggio,la voglia di fare,capire,aiutare..spronare di anna che nn arresterà mai la sua fede educativa..il suo credere e pensare che nn tutto è perso..nn tutto è scritto..non tutto è scritto,finito,stabilito..infatti,passo dopo passo..schiaffo dopo schiaffo Smile farà il suo piccolo miracolo..miracolo nella misura in cui riesce ad "addomesticare" una bambina a cui prima di lei nessuno era riuscito a dare un valido insegnamento..segnando cosi un happy end educativo...

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