GRUPPO COMPOSTO DA:Viviana Esposito e Ilaria Galano
L'immagine che ci ha colpito è stata quella della donna islamica con il chador,perchè ci ha indotto a riflettere sul ruolo della donna nei paesi dell'Islam.
Le donne che vediamo in tv o sui giornali,interamente coperte dai vestiti neri e dai veli,ci danno l'immagine di una società completamente diversa dalla nostra.
In Occidente,infatti,i canoni estetici vengono diffusi,a livello sociale e culturale,dal cinema,dalla televisione,dalla pubblicità e dalla moda.
L'immagine della donna è rappresentata dalle modelle dai corpi scheletrici,che dettano legge e fanno vittime,soprattutto tra le più giovani:sono queste infatti quelle che cercano autostima e accettazione,imitando i modelli imposti dalla moda.Inoltre ricorre spesso sulle copertine delle riviste,sui calendari,in tv il nudo femminile,segno della mercificazione del corpo della donna.
Nel passato gli artisti erano attenti a cogliere l'anima nel volto della donna,oggi invece privilegiano l'apparenza.
Nei paesi dell'Islam,dove i corpi femminili sono coperti,l'attenzione dell'artista si concentra su quelle parti che sono esposte.
L'artista iraniana Shirin Neshat,ad esempio,ci ha dato immagini suggestive delle donne dell'Islam di oggi con una raccolta di fotografie intitolata "Women of Allah"(Le donne di Allah).ella rappresenta mani,piedi e volti,le uniche parti del corpo non coperte dal velo,cui viene associata un arma,un fiore o un oggetto metallico.
Sulla pelle nuda ha scritto frasi in persiano moderno,tratte da brani di varie scrittrici,riallacciandosi all'antica tradizione araba che usa la scrittura in funzione comunicativa e ornamentale.
Per noi queste frasi sono indecifrabili;in Iran,invece,dove potevano essere comprese,queste foto non sono mai state esposte.
La loro natura enigmatica e la loro potenza simbolica sono decisamente affascinanti.
Quegli occhi,ritratti nelle foto,dall'espressione intensa sono più eloquenti dei corpi nudi che vengono messi in mostra in occidente:essi parlano di solitudine ma non di rassegnazione,testimoniano la voglia di libertà e la speranza di cambiamento.
E'la stessa voglia che avevano nel passato le donne in Occidente.Esse ora,grazie alle lotte condotte dal movimento femminile degli anni passati,hanno cessato di essere "cittadine inesistenti"riuscendo ad affermare la propria identità femminile nella famiglia,nella sessualità e nel lavoro.Il cammino per le donne dell'Islam è ancora lungo ma ci auguriamo che possa raggiungere gli stessi risultati.
La stessa artista ha diretto il film "donne senza uomini",presentato al festival di Venezia 2009,in cui racconta la storia di cinque donne,di diversa estrazione sociale,che cercano di sopravvivere ai destini determinati dagli uomini che governano le loro vite.
Ambientando la vicenda nel lontano 1953,l'artista può liberamente riflettere sulla condizione della donna nel mondo islamico di oggi e su quest'ansia di libertà e di democrazia.
Negli ultimi anni in alcuni paesi ci sono stati dei cambiamenti,anche significativi;in altri,a causa dei regimi repressivi,le donne sono ancora invisibili,sepolte sotto il burqua;in tutti però resiste la tradizione che vuole la donna inferiore all'uomo e da lui sottomessa.
Questa concezione di inferiorità della donna è presente anche in altre culture,non solo in quella islamica.
Anche in Cina per esempio la donna non riveste alcun ruolo nella famiglia,fino a quando non genera un figlio maschio,solo allora diventa la madre del figlio.Deve comunque rispetto a tutta la famiglia del marito.I matrimoni sono spesso combinati e la donna è una figura silenziosa.
A completamento alleghiamo foto tratte dalla raccolta "women of allah" e il trailer del film "donne senza uomini"
https://www.youtube.com/watch?v=xl0LgpeZDyQ
Ultima modifica di Viviana Esposito il Gio Apr 14, 2011 6:25 pm - modificato 1 volta.