Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

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    martina esposito


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  martina esposito Sab Apr 09, 2011 4:24 pm

    capita spesso che un educatore "coscienzioso" si ponga alcune domande: cosa significa educare in carcere? A cosa si educa? Come si educa?Un minore, così come un adulto, finisce in carcere perché ha violato delle norme. Ma allora educare in carcere significa solo insegnare a non violare le norme? E’ sicuramente un obiettivo importante, ma non può essere il solo.
    Se volessimo usare un’espressione più ampia, potremmo affermare che educare in carcere significa educare alla libertà: a riconquistarla, a viverla in modo proficuo per sé e per gli altri. Educare alla libertà significa insegnare a vivere il quotidiano, favorire la crescita, spingere il minore ad assumersi le responsabilità delle scelte che compie e delle conseguenze che queste comportano.E’ fondamentale, quindi, perché si possa compiere un reale percorso di cambiamento e si educhi alla libertà, lavorare con i ragazzi e non sui ragazzi, cioè costruire non progetti su di loro, ma con loro, tenendo conto delle reali caratteristiche e delle reali possibilità del minore, delle sue reali capacità, delle sue debolezze, dei suoi sogni. E’ necessario, inoltre, costruire progetti che aprano al futuro e che diano prospettive oltre al carcere, che abbiano concrete e reali possibilità di successo. Infine, attraverso la relazione educativa in carcere e sfruttando le attività che nel minorile a Milano si possono svolgere, è importante che al ragazzo siano fornite competenze, personali e sociali, spendibili soprattutto quando sarà all’esterno.

    È chiaro che questo percorso di educazione è molto lungo e dipende da numerose variabili che devono essere prese in considerazione. Credo non si debba dimenticare che il carcere è un’istituzione totale e che quindi si educa in un contesto che non è quello della vita reale. In carcere l’educatore spinge il minore a compiere scelte, ma sempre si deve considerare che in questa struttura, che ha tempi, luoghi, ritmi e spazi che solo qui esistono e che fuori, in un contesto di vita normale, non trovano spazio, le possibilità di scelta e di messa in atto delle scelte sono estremamente ridotte.. Banalmente, il minore non può decidere quando mangiare, quando fare attività, quando dormire e stare sveglio, quando comprare qualcosa e che cosa comprare. Anche le sue facoltà di scelta rispetto alle attività sono piuttosto ridotte.
    Quindi, si può affermare che la sua capacità decisionale e la possibilità di scelta sono minime, per lo più "ragionate" e proiettate sulla vita che riprenderà a fare quando uscirà dal carcere, protratte verso il futuro, ma, purtroppo, poco sperimentabili durante la detenzione e, in particolare, durante il primo periodo di questa.. In sostanza, in carcere, manca qualsiasi possibilità di autonomia, attraverso la quale si potrebbe verificare se le regole siano diventate patrimonio della persona e se questa sia in grado di operare una scelta tra il rispetto o la violazione delle norme, assumendosi la responsabilità delle scelte e delle loro conseguenze. Al reo, anche minore, una volta ottenuta la condanna, si chiede di cambiare, di imparare e agli operatori che lavorano in carcere si chiede di aiutare l’utente e di affiancarlo nel percorso di cambiamento, ma, di fatto e nella realtà, lo si costringe, spesso, all’inattività e all’irreparabilità.

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    saragiuditta


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty laboratorio del 31 Marzo

    Messaggio  saragiuditta Dom Apr 10, 2011 4:07 pm

    Oggi si è affrontato l'argomento carcere,più nello specifico come vivono i detenuti in un carcere italiano, Rebibbia. Abbiamo avuto una testimonianza vera e propria di una ragazza calabrese, Carolina, che ci ha parlato della sua esperienza in proposito. E' entrata nel dettaglio, ci ha parlato della difficoltà da parte di un detenuto nell' avere medicine. A volte passano settimane, per uno semplice sciroppo per la tosse. Ci ha parlato della quantità insufficiente di rotoli di carta igienica che vengono dati ai detenuti. In sintesi a come viene dimenticata una persona messa in carcere. A come viene calpestata la dignità di queste persone. Calpestata in maniera vile, si va contro ai diritti di persone che non possono reagire. Persone si , che hanno commesso un crimine ma che non per questo devono smettere di essere persone.
    Consiglio a tutti di vedere un film che vidi per la prima volta, moltissimi anni fa, e che forse, proprio per questo mi è rimasto dentro" Dead man walking"... condannato a morte , parla della storia di un ragazzo che ha commesso un crimine atroce, che paga la sua pena in carcere e che verrà addirittura condannato a morte. fa riflettere, e fa capire molte cose. Anche le persone che hanno commesso un crimine, hanno il diritto di mantenere la loro dignità, sempre!
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    saragiuditta


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    Messaggio  saragiuditta Dom Apr 10, 2011 4:12 pm

    Oggi si è affrontato l'argomento carcere,più nello specifico come vivono i detenuti in un carcere italiano, Rebibbia. Abbiamo avuto una testimonianza vera e propria di una ragazza calabrese, Carolina, che ci ha parlato della sua esperienza in proposito. E' entrata nel dettaglio, ci ha parlato della difficoltà da parte di un detenuto nell' avere medicine. A volte passano settimane, per uno semplice sciroppo per la tosse. Ci ha parlato della quantità insufficiente di rotoli di carta igienica che vengono dati ai detenuti. In sintesi a come viene dimenticata una persona messa in carcere. A come viene calpestata la dignità di queste persone. Calpestata in maniera vile, si va contro ai diritti di persone che non possono reagire. Persone si , che hanno commesso un crimine ma che non per questo devono smettere di essere persone.
    Consiglio a tutti di vedere un film che vidi per la prima volta, moltissimi anni fa, e che forse, proprio per questo mi è rimasto dentro" Dead man walking"... condannato a morte , parla della storia di un ragazzo che ha commesso un crimine atroce, che paga la sua pena in carcere e che verrà addirittura condannato a morte. fa riflettere, e fa capire molte cose. Anche le persone che hanno commesso un crimine, hanno il diritto di mantenere la loro dignità, sempre!
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty Lezione 31/03/2011

    Messaggio  Lucente Giuseppina Lun Apr 11, 2011 4:56 pm

    Molto interessante durante la lezione del 31 Marzo è stato il racconto di Caterina e la sua esperienza de educatrice nel carcere di Rebibbia.
    Ciò mi ha fatto riflettere tanto sull'importanza che hanno gli educatori e sulle condizioni disumane in cui vivono i detenuti.
    Essi non dispongono nè di sapone,nè di asciugamani,infatti sono costretti ad asciugarsi con le federe dei cuscini e poi dormire su di esse,possono disporre solo di due rotoli di carta igienica al mese e vivono in celle sporche e strette,ma la situazione è peggiore per i disabili che oltre a vivere in queste condizioni si ritrovano in celle con barriere architettoniche.
    Ciò è veramente ingiusto e sconcertante.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  florentina tufo Lun Apr 11, 2011 8:04 pm

    QUANDO SI E' PARLATO DELLA DISABILITA' NEI CARCERI IN AULA,E' VENUTA HA PARLARE UNA RAGAZZA CHE AVEVA AVUTO L'ESPERIENZA DI LAVORARE IN QUESTO SETTORE CI FECE VEDERE DELLE FOTO CHE RIGUARDAVANO L'AMBIENTE DEI CARCERI,COME ERANO LE CELLE.
    IL FATTO CERTO E CHE LE CARCERI SONO SITUATI IN MODO DISAGEVOLE E QUINDI ANCHE PER CHI NN HA PROBLEMI CI SONO DIFFICOLTA',IMMAGINIAMO I DISAGI CHE INCONTRANO SOPRATTUTTO I DISABILI CHE ANNO PROBLEMI VITALI SOPRATTUTTO PER QUANTO RIGUARDA I SERVIZI IGIENICI DICIAMO PRETTAMENTE VI SONO DIFFICOLTA' DI SPAZI E SPOSTAMENTI. flower
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  carmela panico Lun Apr 11, 2011 10:29 pm

    Oggi in aula Caterina ci ha raccontato del carcere di Rabibbia, di quanto li l'umanità e la dignità siano totalmente ignorate.... il carcere dovrebbe essere un'opportunità di cambiamento e miglioramento non di abbattimento o emarginazione.... spero che un giorno le regole che fanno farte della nostra società possano giovarci tutti e in particolare alle persone disagiate...
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty Il carcere da anche disbilità

    Messaggio  simona amoroso Mar Apr 12, 2011 3:48 pm

    Caterina, è una ragazza calabrese, intervenuta a lezione per parlarci del suo progetto che fece due anni fa, parlando del nuovo ordinamento imposto nei penitenziari. Ci ha parlato dell'art.1 Non ricordo precisamente tutto, ma mi ha colpito molto il punto dove si dice: "ogni internato ha diritto a due lenzuola, due rotoli di carta igienica al mese"...ecc.
    Ancora, in alcuni carceri,i farmaci di base vanno comprati ma la procedura è molto lunga (farsi visitare del dottore del carcere, fare la richiesta al direttore, il direttore (se)lo approva ecc. In tutto questo sono passate due settimane! Neutral.

    A parte la premessa, quello che Caterina voleva trasmetterci è: la situazione carceraria dal punto di vista dei disabili.
    Si sa che il carcere non è un ambiente adatto poichè sappiamo che esso è costituito da più piani, con salite scale ecc. Purtroppo i disabili non riescono a muoversi facilmente, necessitano sempre dell'aiuto dei compagnia (e non sempre si trovano dei buoni compagni di cella!) inoltre le celle sono molto strette, e non possono usufruirne neanche di quell'ora di aria che spetta a tutti i detenuti.
    Quello che ho imparato è che prima mi sentivo di giudicare le persone che avevano commesso un reato, molto spesso dicevo "ha fatto questo, dunque deve pagare, senza agevolazioni nel carcere" però il ruolo di noi educatori non è questo:
    Non importa cosa ha fatto, il nostro compito è quello di riabilitare ed educare!
    Ringrazio dunque l'intervento di Caterina che mi ha aperto la mente, riassunto nel senso di questa poesia:

    Uomo, vedi il deserto ma
    tralasci il granello di sabbia!
    Vedi l'oceano ma
    tralasci la goccia d'acqua!
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    Messaggio  Rosa Vitiello Mar Apr 12, 2011 4:48 pm

    Nel laboratorio del 31 Marzo abbiamo ascoltato l'esperienza di una giovane educatrice di nome Caterina,la quale era stata a contatto con il carcere di Rebibbia.Questo carcere si trova a Roma ed è composto da 3 edifici,dove ognuno possiede il piano terra,più 4 piani.Caterina ci ha illustrato le condizioni disumane dei detenuti,spiegandoci che hanno a disposizione solo 2 rotoli di carta igienica al mese,sono privi di asciugamani ed è per questo che si asciugano con le federe dei cuscini,che bagnandosi provocano problemi di salute.
    Le docce sono spesso ammuffite,sono circa 6 per ogni piano,ma da tempo funzionano solo meno della metà,inoltre sono privi di sapone,di dentifricio e a volte sono costretti a lavarsi i denti con il detersivo(cif).
    Caterina ha detto che se hanno bisogno di cure mediche per qualsiasi problema,anche se hanno ferite,devono attendere almeno 15-20 giorni a causa degli iter burocratici e questo a volte causa infezioni e vere patologie.
    Le lenzuola devono bastare per tutta la loro detenzione e gli unici vestiti che portano sono quelli che indossavano al momento dell'arresto.Ancor più difficile è la situazione dei detenuti disabili,poichè nel loro percorso incontrano numerose barriere architettoniche,infatti a volte non riescono ad uscire dalla cella perchè le porte sono troppo strette e quindi devono chiedere aiuto ad un amico o addirittura sono costretti a restare a letto.A volte i detenuti per farsi ascoltare oppure quando sentono l'esigenza di parlare con un'educatore si provocano lesioni con tagli e questo non è poco!
    C'è una legge del 26 Luglio del 1975 n°354 che riguarda le norme sull'ORDINAMENTO PENITENZIARIO e sulla ESECUZIONE DELLE MISURE PRIVATIVE E LIMITATIVE DELLA LIBERTA'.Essa prevede:
    TRATTAMENTO E RIEDUCAZIONE.
    IL TRATTAMENTO DEVE ESSERE CONFORME AD UMANITA' E DEVE ASSICURARE RISPETTO DELLA DIGNITA' DELLA PERSONA;
    IL TRATTAMENTO E' IMPRONTATO AD ASSOLUTA IMPARZIALITA',SENZA DISCRIMINAZIONI IN BASE A NAZIONALITA',RAZZA,CONDIZIONI ECONOMICHE,SOCIALI E A CREDENZE RELIGIOSE.
    NEGLI ISTITUTI DEVE ESSERE MANTENUTO L'ORDINE E LA DISCIPLINA,NON POSSONO ESSERE ADOTTATE RESTRIZIONI NON GIUSTIFICABILI NEI CONFRONTI DEGLI IMPUTATI.
    I DETENUTI SONO CHIAMATI O INDICATI CON IL LORO NOME.
    NEI CONFRONTI DEI CONDANNATI DEVE ESSERE ATTUATO UN TRATTAMENTO RIEDUCATIVO CHE TENDA,ANCHE ATTRAVERSO CONTATTI CON L'AMBIENTE ESTERNO AL RIENSERIMENTO SOCIALE.
    IL TRATTAMENTO E' ATTUATO SECONDO UN CRITERIO DI INDIVIDUALIZZAZIONE IN RAPPORTO ALLE CONDIZIONI DEI SOGGETTI.
    A mio parere,persone che hanno commesso reati,gravi o meno gravi devono comunque scontare la loro pena e penso che a tutti noi sia capitato,dopo aver visto in tv persone che hanno commesso omicidi,oppure persone che hanno stuprato ragazze o hanno abusato di bambini,di manifestare sentimenti di rabbia, di disgusto nei loro confronti,ma questo non significa che non devono essere considerati più esseri umani.
    Quando si è "fuori" non si ha idea di come possa essere "dentro",perchè ci sembra un mondo così lontano,ma poi se riflettiamo a tutti noi potrebbe capitare di sbagliare,magari in un momento dove si è più fragili e in merito a questo voglio citare una frase:"PERDONARE E' LIBERARE UN PRIGIONIERO E SCOPRIRE CHE QUEL PRIGIONIERO ERI TU!"(SACRE SCRITTURE).
    Credo che per quanto una persona sia andata contro la legge,abbia bisogno di progetti di recupero e che non debba essere abbandonata a se stesso.Anche se non ammetto alcuni reati(come abusi sui minori o stupri)posso giudicare fino a un certo punto,perchè chi li ha commessi dovrà rendere conto a DIO,che è l'unico che può giudicare!
    Questi disagi all'interno dei carceri valgono soprattutto per i detenuti disabili,basti pensare a come possono destreggiarsi nei bagni o in quelle celle affollate e come possono manovrare le loro sedie a rotelle.
    Una frase di Caterina che mi ha colpito è stata:"IL CARCERE NON RICEVE SOLO DISABILITA',MA LA PROVOCA".
    Quello che non riesco a capire è come nessuna autorità si mobiliti nel rimediare a questi problemi e come non ci siano piùprogetti di rienserimento sociale per queste persone.Caterina ha parlato di come può essere importante
    il ruolo dell'educatore,cioè aiutare il reo a sentirsi ancora vivo e a mantenere quella fiamma di speranza per
    una vita migliore.A volte mi capita di pensare a come possa essere devastante essere privati della libertà e quindi penso a quanti rimpianti potrebbero avere i detenuti e che se solo potessero tornare indietro nel tempo
    non ripeterebbero gli stessi errori.Concludo dicendo che tutti possiamo sbagliare e nessuno è perfetto,ma l'importante è che ognuno debba avere il diritto di mantenere la propria dignità!
    Cito delle frasi:
    "NON VALE LA PENA DI AVERE LA LIBERTA' SE QUESTO NON IMPLICA AVERE LA LIBERTA' DI SBAGLIARE"(GANDHI)
    "LA LIBERTA'NON E' UNA COSA CHE SI POSSA DARE,LA LIBERTA' UNO SE LA PRENDE,E CIASCUNO E' LIBERO QUANTO VUOLE ESSERLO"(JAMES BALDWIN).


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    Messaggio  Rosa Vitiello Mar Apr 12, 2011 5:10 pm

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    Messaggio  Rosa Vitiello Mar Apr 12, 2011 5:34 pm

    VOGLIO CONDIVIDERE QUESTO VIDEO CON VOI:



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    Messaggio  vincenza d'agostino Gio Apr 14, 2011 9:33 am

    L’esperienza di Caterina nel carcere di Rebibbia è stata molto significativa, mi ha fatto riflettere sul fatto che fare l'educatrice è un lavoro molto importante e noi educatori ed educatrice non dovremmo mai stare li a giudicare a condannare le persone che invece dovremmo aiutare a reinserirsi nella socità, il nostro compito è quello aiutare.. è vero le persone che sabgliano devono pagare anche perché la legge e uguale per tutti... Questo è sicuramente giusto.Ma poi mi chiedo:"chi non ha mai sbagliato in tutta la sua vita che può permettersi di giudicare?"
    Credo proprio nessuno. Le condizioni dei disabili e delle persone che vivono nei carceri sono disumaneIl carcere è di per se una pena, in quanto priva della libertà personale ed è questo che deve essere, non deve essere un luogo dove vengono abbandonati e lasciati morire esseri umani! in Italia ci sono tante leggi, che ci invidiano anche all'estero, ma che non vengono applicate. Ma per sfortuna questa è la realtà che si vive in un carcere...
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    concetta di lillo


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty le carceri:riabilitazione o distruzione dell'essere umano?

    Messaggio  concetta di lillo Gio Apr 14, 2011 10:07 am

    Dopo la presentazione di Caterina, la mia reazione è stata quella di pormi delle domande:"Quali sono le condizioni dei detenuti?Esistono effettivamente i presupposti per una completa riabilitazione?Come vengono trattati?".Le risposte che ho dato a me stessa non sono state affatto entusiasmanti.In via del tutto generale conoscevo il modus operandi delle carceri.Mio padre fa assistenza alle apparecchiature radiologiche anche in quel settore e spesso mi racconta del lungo procedimento cui è sottoposto per poter entrare!Lo spogliano di quasi tutti i suoi averi (procedura preventiva), ma quello di cui mi parla sempre è "lo sguardo di quelle persone".Mi dice:mi fanno tanta tenerezza, ci sono anche ragazzi della vostra età!(alludendo a noi figli).Anche in base ai suoi striminziti commenti, però, non avrei mai pensato che le condizioni fossero davvero così drammatiche come esponeva Caterina!Privi di sapone, di carta igienica, di spazio!Perchè è impensabile che 6 persone condividano una cella 3x3,soprattutto quando tra questi c'è un disabile in carrozzina!Il principio fondamentale della detenzione dovrebbe essere il recupero, ma così facendo ci si imbatte, credo, solo in un peggioramento.E' giusto che una persona paghi per le proprie colpe, ma fino a che punto può essere privato della dignità di essere umano?Con queste procedure si rischia di ottenere l'effetto contrario a quello sperato:non avverrà un recupero, ma uno "sgretolamento" della persona!E' forse qui che entrano in gioco gli educatori come Caterina.Angeli che scendono all'inferno (il paragone mi sembra calzante)e che con amore cercano di non giudicare, ma di aprirsi all'ascolto, alla disponibilità.Ecco perchè la stessa Caterina evita di chiedere ai detenuti di quale colpa si siano macchiati!Per poter ASCOLTARE senza essere stata influenzata e senza aver inconsciamente giudicato a priori.Concludo dicendo che questo è un esempio di come un educatore debba lavorare anche su SE STESSO e di come si possa imparare da OGNI situazione, per quanto drammatica sia!
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    Messaggio  Zampella Luana Gio Apr 14, 2011 3:14 pm

    Nella lezione del 31 marzo Caterina ha spiegato le varie difficoltà e barriere architettoniche che i disabili incontrano, trovandosi nelle carceri, impedendogli tante cose, riscontrando dei limiti. Troppi detenuti disabili tentennano sulle barriere architettoniche, tra carrozzine che faticano a muoversi e difficoltà di reinserimento, le cose non funzionano proprio alla perfezione, e quindi gli ostacoli rimangono. Non esistono cifre ufficiali sul numero e la tipologia delle persone con disabilità recluse negli istituti penitenziari italiani. "C'è disabilità dietro le sbarre" e difficoltà per chi ha problemi psichici. Piantoni e compagni di cella sono spesso incaricati di prendersi cura dei detenuti disabili. Una cella è grande poco più di un bagno per persone disabili, e i detenuti sono costrette a condividerla con una o più persone. Non si sa con certezza quanti siano esattamente i disabili detenuti nelle carceri italiani, ma una cosa è certa che i detenuti con disabilità vivono in celle troppo strette, all'interno di istituti pieni di barriere architettoniche. Credo che sia giusto che tutti paghino se hanno commesso reati; poiché la legge è uguale per tutti; ma credo che sia ugualmente giusto che i detenuti, disabili o meno, debbano scontare le proprie pene in maniera decente, ed equa; in istituti penitenziari accessibili con i necessari e regolari servizi sanitari, medici e farmaceutici.
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    Messaggio  Zampella Luana Gio Apr 14, 2011 3:21 pm

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    felicialuongo


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    Messaggio  felicialuongo Sab Apr 16, 2011 10:14 am

    Caterina, un'educatrice ci ha raccontato la sua esperienza nel carcere di Rebibbia. Sono assulutamente d'accordo con quanto la legge afferma: le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato, ma credo anche che il detenuto debba capire e riflettere sui errori commessi. Deve si avere i beni primari, una vita dignitosa ma non di lusso, come in molti carceri avviene; ad esempio ricordo che Michele Misseri (che penso ormai tutti conosciamo, indagato per l'omicidio della nipote Sarah Scazzi), affermò in un'intervista, che stava meglio in carcere che a casa. Non gli mancava proprio niente, aveva tutto ciò di cui poteva aver bisogno, addirittura un orticello che è la sua grande passione. Scusatemi non sono e non voglio essere cattiva ma questo penso sia un pò troppo. Credo comunque indispensabile e giusto che noi in quanto educatori dobbiamo operare un processo di rieducazione e di reinserimento sociale del condannato sia per lui, per un futuro migliore sia per la collettività.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty Per tutti la stessa educazione..ed umanità??

    Messaggio  Sonia Cristillo Sab Apr 16, 2011 11:04 am

    Ho inizato il commento con questo titolo perchè è proprio questa la domanda che mi è “ saltata” in mente quando ho scritto il mio parere a riguardo a fine lezione.Ho paragonato le due situazioni che ci sono state esposte:la spiegazione di Caterina sull’umiliazione che subiscono i carcerati e quella di Nunzia sull’educazione e l’insegnamento da offrire ai bambini autistici.
    Ho notato che c’è una differenza enorme: a questi bambini si cerca di dare un’educazione che apre loro una strada verso una “vera vita”,ed,invece,queste persone vengono umiliate,private della loro umanità e costretti a vivere quasi come animali senza dargli una formazione che gli consenta,una volta usciti,di vivere una “vera vita”...
    Le discussioni in classe sono state molte, ed è stato utile e piacevole sentire i diversi pareri.Io,posso dire di schierarmi da quella parte di persone che considerano questo atteggiamento nei confronti di chi vive nel carcere come un’espropriazione della loro dignità,un danno ulteriore alle loro condizioni di vita.
    Ovviamente credo che se non ci si attenga alle regole sia giusto che si venga puniti per ogni forma di reato commessa,ma è anche giusto vedere la sansione assegnata per la sua reale funzione:punire per cambiare,per riabilitare...per insegnare!.Come una madre può punire il figlio per una bugia detta,un dispetto fatto,ecc..,in modo che possa capire l’errore commesso per non ripeterlo più, allo stesso modo è giusto che ci sia una punizione per chi trasgredisce le norme per una convivenza pacifica,ma è anche giusto che il reo possa essere “illuminato” e guidato nella conoscenza dei suoi errori per dargli la possibilità di essere un uomo-cittadino che non danneggi più gli altri e se stesso.
    Quando Caterina ha detto: “io cerco sempre di non conoscere i motivi per cui si trovano in carcere”,mi sono trovata pienamente d’accordo con lei.Credo sia giusto che l’educatore sia imparziale,che non abbia pregiudizi,che riesca a non lasciarsi influenzare,solo in questo modo si ha la possibilità di avere una visione del reo più ampia,lo si può vedere sotto l’aspetto umano non sotto l’etichetta che gli è stata assegnata.
    Con questa riflessione non voglio di certo dire che bisogna capire o compatire qualcuno che,per esempio,ha ucciso un uomo perchè non mi sembrerebbe corretto nei confronti di famiglie che per la morte di quell’uomo stanno ancora soffrendo.Ma non sono nemmeno a sostegno di istituzioni che trattano i carcerati come “avanzi della società” senza tener conto dei loro aspetti fisici,biologici e psicologici se,soprattutto,si considera che, i trattamenti descritti da Caterina, sono rivolti anche ai disabili.
    Come si suol dire: “il giusto sta nel mezzo”...ed è proprio così basterebbe una formazione che renda il reo cosciente degli sbagli fatti e,dopo aver scontato la sua meritata pena,gli dia la possibilità di sentirsi un essere umano anche all’esterno e che lo “riabiliti” ad essere cittadino del mondo,senza nessun pregiudizio.
    Purtroppo,però,in un mondo dove chi fa stragi non viene punito,dove chi viene punito vive in condizioni pietose che lo porterano ad comportamenti recitvi,questa formazione a cui si aspira è solo un’utopia!!!
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    Rosa De Luca


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty NON VOGLIAMO CHE IN CARCERE SI MUOIA MA NEMMENO CHE DI CARCERE SI VIVA

    Messaggio  Rosa De Luca Sab Apr 16, 2011 4:54 pm

    Nella lezione del 31 marzo, è intervenuta Caterina, educatrice nel carcere di Rebibbia, che si trova a Roma.
    Si tratta di tre edifici con sei sezioni e Caterina ci ha raccontato le condizioni in cui vivono i detenuti.
    In particolare, le docce sono in cattive condizioni di manutenzioni e spesso ammuffite e la metà di esse non funzionano.
    In tutte le celle singole, il water è collocato insieme al letto ed è aperto dal lato del corridoio.
    I detenuti, hanno a disposizione due rotoli di carta igienica al mese, non ci sono asciugamani, quindi sono costretti ad asciugarsi con le federe dei cuscini, che bagnandosi e dormendoci sopra provocano problemi di salute.
    Non c'è il sapone, il dentifricio e ci si lava con i detersivi, le lenzuole devono bastare per tuto il periodo di detenzione.
    Per avere cure mediche bisogna aspettare parecchi giorni perchè si deve attivare tutta una procedura burocratica.
    Il risultato è che anche semplici infezioni possono sfociare il delle vere e proprie patologie.
    I disabili vivono in condizioni pessime, non possono uscire dalla cella in quanto la sedia a rotelle è troppo grande e la porta è stretta quindi molte volte, essi preferiscono rimanere a letto.
    Addirittura i detenuti per far valere le loro esigenze o per parlare con un educatore, si provocano delle lesioni sul corpo.
    E' una situazione drammatica!
    Ci tengo a precisare che nel nostro Paese esiste un Ordinamento Penitenziario esplicato nella Legge n.354 del 26 Luglio 1975.
    Vorrei soffermarmi su alcuni articoli:

    ART.1 IL TRATTAMENTO E LA RIEDUCAZIONE.
    Precisamente il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della persona umana.
    Il trattamento è improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordini, nazionalità, razza e condizioni economiche e sociali, a opinioni politiche e a credenze religiose ecc...

    ART.5 CARATTERISTICHE DEGLI EDIFICI PENITENZIARI.
    Gli Istituti Penitenziari devono essere realizzati in modo tale da accogliere un numero non elevato di detenuti o internati.
    Gli edifici penitenziari devono essere dotati, oltre che di locali per le esigenze di vita individuale, anche di locali per lo svolgimento di attività comuni...

    ART.6 LOCALI DI SOGGIORNO E DI PERNOTTAMENTO.
    I locali nei quali si svolge la vita dei detenuti e degli internati devono essere di ampiezza sufficiente, illuminati con luce naturale o artificiale, riscaldati ove le condizioni climatiche lo esigono, e dotati di servizi igienici riservati, decenti e di tipo razionale ecc...

    ART.8 IGIENE PERSONALE.
    E' assicurato ai detenuti e agli internati l'uso adeguato e sufficiente di lavabi e di bagni e docce, nonchè degli altri oggetti necessari alla cura e alla pulizia della persona ecc...

    ART.11 SERVIZIO SANITARIO.
    Ogni Istituto Penitenziario è dotato di servizio medico e di servizio farmaceuticio rispondenti alle esigenze profilattiche e di cura della salute dei detenuti e degli internati...

    La malattia e la disabilità non sono compatibili con la detenzione.
    In Italia non esiste una normativa specifica per i detenuti disabili. Uno dei principali riferimenti normativi per la disabilità in carcere è l'ART.47 dell'Ordinamento Penitenziario,relativo alla detenzione domiciliare.


    Gli articoli citati non sono altro che inchiostro su carta, perchè nella realtà queste norme non vengono applicate, un esempio è il carcere di Rebibbia.
    Le nostre Istituzioni non esistono, i detenuti sono sempre più abbondonati a se stessi, privi di beni di prima necessità e senza che vengano applicati progetti di rieducazione.
    Nessuno è perfetto, tutti possiamo sbagliare...
    Penso sia giusto che il reo sia punito, però un conto è la pena e un'altra cosa è essere privati della propria dignità che può portare a compiere dei gesti estremi come il Suicidio.
    Dal racconto di Caterina, mi rendo conto che anche qui la figura dell'educatore è indispensabile e richiede un'enorme responsabilità, poichè i detenuti si affidano completamente a te, sono persone private della propria libertà e vivono una situazione infelice.
    Hanno bisogno di consigli, nonostante siano persone adulte, di essere incoraggiati in questo percorso così difficile, devono essere aiutati a costruirsi una vita migliore.
    Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità e, anche se sono chiusi in una cella, è importante fargli sentire il nostro appoggio.

    Cito due frasi che mi hanno colpito:

    L'UOMO E' NATO LIBERO, MA DOVUNQUE E' IN CATENE.(Jean Jacques Rousseau)

    LA LIBERTA' NON E' CHE UNA POSSIBILITA' DI ESSERE MIGLIORI.(Albert Camus)
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    Rosa De Luca


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty IL DRAMMA DELLA CONDIZIONE CARCERARIA

    Messaggio  Rosa De Luca Sab Apr 16, 2011 5:03 pm

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    Rosa De Luca


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty IL DRAMMA DELLA CONDIZIONE CARCERARIA

    Messaggio  Rosa De Luca Sab Apr 16, 2011 5:09 pm

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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty IL CARCERE

    Messaggio  Rosa De Luca Sab Apr 16, 2011 5:23 pm

    Ho trovato una poesia e voglio condividerla con voi


    CARCERE: BUIO

    Che buio lì, senso di angoscia
    e di tristezza
    Racchiusi in una cella senza più vedere
    la luce della libertà,
    stanno nell'ombra della solitudine


    Che buio lì, senso di angoscia
    e di tristezza,
    sono fuori dalla società
    fuori dalla famiglia
    per scontare vivendo i loro errori

    Che buio lì, senso di angoscia
    e di tristezza.
    Sono usciti dal carcere
    ma è difficile per loro la libertà
    non c'è lavoro, nè tanto meno solitarietà.
    Che buio lì, senso di angoscia e di tristezza (Antonio Spina)




    Questa poesia riguarda la storia di un detenuto che dopo essere uscito dal
    carcere non sapeva cosa fare della sua vita, e nessuno lo aiutava a costuirsi
    una vita.
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    flaviano gessica


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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty Lezione del 31/03/2011

    Messaggio  flaviano gessica Dom Apr 17, 2011 4:15 pm

    L'esperienza raccontata da Caterina come educatore in carcere è stato molto interessante nella mia testa girava e rigirava una sola domanda chissa se un giorno io sarò in grado di poter fare questa e sperienza?!!!!!
    Il mondo carcerario è molto difficile ma nello stesso tempo e molto interessante e saper di poter dare una mano ai detenuti per poterli educarli e rinserirli nella società mi affascina molto.Attraverso un libro che ho letto ho potuito "capire" come funziona il mondo carcerario,questo libro parlava di un carcere minorile dopo averlo letto sono rimasta senza parole ho incominciato a farmi mille domande a chiedermi se ciò che avessi letto era vero.In questo libro vengono raccontate le condizioni dove questi poveri ragazzi erano costretti a stare:stanze piccole,pochi posti letto,condizioni sanitarie scarse,anche per quanto il cibo erano molto severi.In questo ambito tra ragazzi si creano dei gruppi ma ci sono ragazzi che sono piu timidi che non riescono a fare amicizia questi ragazzi vengono soprannominati "deboli" vengono derisi,umiliati,trattati come piccoli schiavi e in alcuni casi anche violentati.Ma la cosa che mi ha scoinvolto e che sono rimasta senza parole è che questi ragazzi subiscono violenza dalle guardie e spesso questi abbusi avvengono nel momento della doccia.Grazie al forum ho potuto raccontare anche io ciò che "conosco"del mondo carcerario.L'unica cosa che penso è che nel mondo carcerario dovrebbero aumentare il numero delle figure che svolgono il ruolo di educatore.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  Giuseppina Palumbo Dom Apr 17, 2011 5:39 pm

    Il racconto dell'esperienza di Caterina nel carcere di Rebibbia mi ha colpito molto ed ho provato un forte senso di rabbia quando lei ha sottolineato che nei carceri c'è poca umanità e non viene rispettata la dignità dei detenuti-vengono maltrattati,subiscono violenze,le condizioni igieniche sono pietose-.Per non parlare poi se sono presenti persone affette da disabilità,la situazione è davvero drammatica.Numerose sono le barriere architettoniche che incontra il disabile e sono costretti a stare sempre a letto.Secondo il mio parere il carcere dovrebbe consentire il recupero dei detenuti e non di causare loro DISABILITà.
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  federica carandente Lun Apr 18, 2011 11:09 am

    La lezione testimonianza fatta da Caterina è stata molto interessante.Grazie a lei ho potuto conoscere quali sono le reali condizioni dei carcerati e dei disabili carcerati(in particolari di quelli del carcere di Rebibbia).Durante questa lezione si è aperto un dibattito abbastanza animato che ha visto ognuno di noi in posizioni diverse.Alcuni ritenevano che le condizioni in cui "vivono" i carcerati siano giuste ma io non sono d'accordo perchè noi saremo degli educatori ed il nostro compito sarà in questo caso quello di educare e rieducare a vivere in società.Mi ha colpito Caterina quando ha detto che non chiede mai il reato che ha commesso la persona che le sta di fronte; credo che questo sia giusto per non farsi condizionare e poi un educatore non può giudicare chi gli sta di fronte ed essere prevenuto nei suoi confronti.Vivere in carcere è molto difficile per tutti sopratutto per i disabili che non possono essere autonomi non hanno ascensori,sali scendi,non hanno la possibilità di muoversi nella cella,di entrare in bagno con la carrozzina.Eppure lo Stato li tutela ma solo sulla carta.Molti considerati disabili al 100% finiscono in carcere per piccoli reati e ci rimettono la vita è il caso di Fernando Paniccia avrebbe terminato di scontare la pena il 31 dicembre del 2011. Invalido al 100%, affetto da ritardo mentale, epilettico e semiparalizzato, pesava 186 chili. Era entrato in carcere per la prima volta a 19 anni, per il furto di 3 palloni di cuoio in una palestra, e da allora era stato più volte arrestato per piccoli reati di cui probabilmente non era nemmeno consapevole, poiché la sua capacità di comprensione era quella di un bambino di tre anni.E'morto nella cella del carcere di Sanremo dove era detenuto, ucciso probabilmente da un arresto cardiaco.Questo è uno soltanto uno dei tanti casi di fronte a cui non resta che rimanere indignati.
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    Messaggio  Maria Vittoria Ricciola Lun Apr 18, 2011 11:31 am

    Nella lezione del 31/03 abbiamo trattato il tema del carcere ,di come si vive e di come i carcerati affrontano quest'ultimo .Abbiamo ascoltato la testimonianza di una educatrice che lavora nel carcere di Rebibbia ,Caterina .Lei ci ha mostrato varie fotografie ,sia delle celle che del penitenziario in generale .Purtroppo ,anche un mio caro amico ha dovuto affrontare questa dura realtà...e lo ha fatto per circa un anno .Quando gli ho chiesto di raccontarmi questa sua dura esperienza ,mi ha detto:"La prima cosa che si deve assolutamente fare ,fin dal primo giorno in quell'INFERNO (così lo ha descritto), ti devi far rispettare ,se no sei perduto" .Infatti il primo giorno ha picchiato uno dei suoi compagni di cella perchè si voleva impossessare delle sue scarpe ,e per questo ,è dovuto stare 20 giorni nella cella di isolamento ,nella quale c'era solo un letto cn un lenzuolo ,senza cuscino ,un piccolo lavabo e il water .Lui a differenza di altri ,aveva la possibilità di fare la spesa settimanale ,e visto che è un ragazzo con un cuore enorme ,comprava sempre quancolsa in più per i suoi "compagni di sventura" .In conclusione posso dire che dopo questa esperienza ho compreso il ruolo e l'importanza della figura dell'educatore .
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    8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO) - Pagina 9 Empty Re: 8BIS. lab. 31 marzo IL DISABILE IN CARCERE CATERINA (FACOLTATIVO)

    Messaggio  amalia giordano Mar Apr 19, 2011 8:50 am

    Devo dire che l'intervento di Caterina mi è servito per una riflessione personale su cosa vorrò fare in fututro se sarei pronta ad essere educatrice...Oltre a capire alcuni meccaniscmi carcerari ( a me sconosciuti) e alle carenze che lo stato e la giurisdizione italiana possiede, ho capito che il nostro compinto è educare ad un reinserimento del detenuto.ED è proprio qui che ho iniziato a pormi il problema sulla mia capacità di essere neutrale e di non farmi condizionare....in aula sono scoppiate molte discussioni io avrei voluto intervenire...la professoressa mi ha anche invitata ma avevo paura che non sarei stata capita.Dunque io penso ,è vero bisogna mantenere la dignità dell'individuo(quindi è inaccettabile 2 rotoli di carta igenica,o la mancanza di sapone)però io non condivido quando si dice ,"alla fine a tutti è concesso di sbagliare ,li dobbiamo uccidere per questo?" .NO mi spiace ma io non sono così caritatevole,il carcere non è punitivo è rieducativo però se tu detenuto stai lì è perchè devi capire che hai sbagliato capire il tuo errore,non puoi pretendere di avere la palestra la tv una cella a 5 stelle ecc...lo stato ci pensa in questo modo a farti riflettere ...poi ci saranno persone più esperte e qualificate (come l'educatore>) a seguirti per riflettere con te sul tuo errore.Io ho un amico che èlavora in carcere e mi dice ke la maggior parte di detenuti sono tutti extracomunitare che per avere un posto chiuso al sicuro vitto e alloggio e anche un lavoro(perchè si lavora nei carceri) si sono macchiati di reati per entrare in carcere....ragazzi questo è inaccettabile ,cioè invece di essere cittadini corretti per non "finire dentro" qui si fa il contrario? e la colpa di chi è?
    L'altra questione circa il detenuto disabile si riallaccia alla frase " mantenere la dignità umana" ,la loro dignità sta nel fatto che nessuno deve prenderli in braccio per farli scendere nel giardino o entrare nella propria cella quindi il carcere deve dare la possibilità anche al disabile di "procedere" per l'inserimento liberamente

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