Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

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    di girolamo giuseppina


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Lezione virtuale 18 Aprile.

    Messaggio  di girolamo giuseppina Mer Mag 11, 2011 9:51 am

    Il film di cui voglio parlare è "Il bambino con il pigiama a righe".Bruno,bambino tedesco di 8 anni, durante la seconda guerra mondiale vive una vita agiata in una confortevole casa di Berlino.Suo padre è un ufficiale nazista che si trasferisce con la sua famiglia in campagna per incarichi di lavoro.Bruno non è contento di questo trasferimento perchè nella nuova casa non ha nessuno con cui giocare.Egli vede ogni giorno,dalla finestra della sua camera,delle persone con un pigiama a righe all'interno di un recinto.A Bruno,però,viene vietato di andare in quel recinto perchè c'erano persone "diverse","strane" da lui.Finalmente un giorno il piccolo scopre il modo per evadere da casa e avvicinarsi al recinto,in realtà un campo di concentramento,dove conosce Shmuel,un bambino ebreo rinchiuso nel campo,i due diventano subito amici.Bruno va a trovarlo tutti i giorni e un giorno oltrepassò il filo spinato che lo separava dal campo e si offri' di aiutare Shmuel a trovare suo padre che non vedeva da tre giorni.
    Ad un certo punto le guardie spingono gli ebrei e anche Bruno in un edificio di cemento,dove vi entra un gas nocivo all'uomo.Quando la madre si accorge dell'assenza di Bruno avverte il marito e scoprono che il figlio era entrato nel campo di concentramento;quando arrivano alla camera a gas c'era solo silenzio:la loro morte era giunta.Questo film è del 1942 e tutti ben sappiamo le piaghe lasciate dalla seconda guerra mondiale.La tematica del razzismo è ancora attuale,si hanno pregiudizi nei confronti di persone che la società ritiene "diverse".Secondo me ciascuno dovrebbe chiedersi che cos'è "normale"e che cos'è "diverso",credo che in realtà la risposta più ovvia è che siamo tutti uguali nell'essere diversi.
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    mielekatiuscia90


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  mielekatiuscia90 Mer Mag 11, 2011 10:06 am

    il film che presenterò ha come titolo: L OTTAVO GIORNO (regia di Jaco Van Dormel presentato in Francia nel 1996 il film inoltre è stato sostenuto dal fondo eurimages del consiglio d' Europa.)
    questo film mi è stato suggerito e vedendo parti del film (purtoppo non ho trovato tutte le parti del film mi sono dovuto accontettare) e leggendo la trama ho avuto un particolare interesse. il film racconta dell' incontro puramente casuale di Harry un docente di formazione aziendale e Georges un giovane dawn sfuggito dall ' istituto dove viveva sin dalla morte della madre, a causa di un uncidente che provoca Harry dovuto a un colpo di sonno investe il cane di Georges e da quel momento in poi Georges entrerà a far parte nella vita di Harry. Georges è un giovane dawn simpatico buono allegro ma che purtoppo vive di emarginazione sociale. L emarginazione sociale è un tema che ci è stato introdotto dalla docente attaverso il 'GIOCO DEL SINDACO' che ci ha fatto notare e comprendere come si può sentire una persona emarginata dal resto del gruppo, l emarginazione sociale è un tema che purtoppo esiste ancora oggi si tende a emarginare chi per noi può essere considerato 'DIVERSO' ma in realtà : IL DIVERSO DIVENTA NORMALE SE VUOI DIVENTATI DIVERSI poichè credo che una persona diversa da noi possa darci tanto propio come Georges ha dato tanto a Harry diventando AMICI PER LA PELLE! CONDIVIDENDO TUTTO INSIEME! perchè tutti possiamo dare e ricevere qualcosa.
    il film l ottavo giorno è stato un esempio di come l amicizia sia un valore che va oltre qualsiasi orizzonte GEORGES un peesona reputata da tutti il diverso l anormale ha portato gioia e felicità nella vita di Harry.voglio concludere con le ultime parole del film per cercare anche di far capire perchè questo film viene intitolato OTTAVO GIORNO:
    IN PRICIPIO NON C' ERA NIENTE SI SENTIVA SOLO LA MUSICA
    IL PRIMO GIORNO FECE IL SOLE CHE PIZZICA GLI OCCHI
    IL SECONDO GIORNO FECE L ACQUA E' BAGNATA E BAGNA I PIEDI SE CI CAMMINI DENTRO, POI FECE IL VENTO CHE FA IL SOLLETTICO
    IL TERZO GIORNO FECE L ERBA QUANDO L TAGLI PIANGE LE FA MALE BISOGNA CONSOLARLA PARLARE CON DOLCEZZA, SE TOCCHI UN ALBERO DIVENTI ALBERO
    IL QUARTO GIORNO FECE LE VACCHE
    IL QUINTO GIORNO FECE GLI AEROPLANI SE NON LI PRENDI PUOI GUARDARLI PASSARE
    IL SESTO GIORNO FECE LE PARSONE GLI UOMINI LE DONNE E I BAMBINI
    IL SETTIMO GIORNO PER RIPOSARSI FECE LE NUVOLE SE LE GUARDI VEDI DISEGNATE LE STORIE
    ALLORA SI DOMANDO SE MANCAVA NIENTE
    L OTTAVO GIORNO FECE GEORGES E VIDE CHE ERA BUONO!
    Queste sono state le parole che mi hanno colpito e commosso di più e mi andava di condividerle insieme a voi.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty film

    Messaggio  NoemiMaffia Mer Mag 11, 2011 10:16 am

    Il film che ho scelto è "IO MI CHIAMO SAM".Un film di Jessie Nelson del 2001, interpretato da Sean Penn e Michelle Pfeiffer.
    Sam Dawson, un uomo di quarant'anni costretto a crescere sua figlia da solo dato che la moglie l'aveva abbandonati,soffre di un lieve ritardo mentale che non gli permette di essere alla pari con le altre persone, le abilità del suo cervello sono quelle di un bambino di sette anni e nonostante ciò la loro vita è normale, fatta di un affetto sincero tra padre e figlia che è fuori dal comune ma durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina gli assistenti sociali la portano via,così Sam è costretto a cominciare una battaglia legale per l'affidamento.Riesce a convincere Rita Harrison a diventare il suo avvocato,Sam cambia, e fa cambiare la spregiudicata professionista, tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità.

    Titolo originale: I Am Sam
    Anno: 2001
    Durata: 132 min
    Genere: drammatico
    Regia: Jessie Nelson


    QUESTO FILM CI FA RIFLETTERE E CI FA CAPIRE CHE NON BISOGNA AVERE NIENTE PER CREARE UN LEGAME D'AMORE IN FAMIGLIA,TRA AMICI O IN SOCIETà...
    BarbaraGrande
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty *..Basta guardare il cielO..*

    Messaggio  BarbaraGrande Mer Mag 11, 2011 1:37 pm

    Il film che ho scelto è "Basta guardare il cielo" di Peter Chelsom. E' la storia divertente ed avventurosa di due ragazzi che, ispirati dalle avvincenti vicende di Re Artù e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda, danno inizio a un viaggio alla ricerca della grandezza del bene, per scoprire alla fine il più grande tesoro che ci sia: l'amicizia. Tutto ha inizio quando il giovane Kevin Dillon e sua madre si trasferiscono nella casa accanto a quella di Maxwell Kane e dei suoi nonni. Kevin è piccolo, magro, affetto da una patologia degenerativa che lo costringe a portare i tutori alle gambe. In compenso ha un cervello straordinario e trascorre tutto il suo tempo a leggere libri complessi o a inventare originali congegni meccanici. Kevin, senza padre, ha una madre che lo ama moltissimo, ma molto apprensiva e che, per paura che le sue condizioni fisiche possano peggiorare, a volte gli impedisce di condurre una vita "normale" come i suoi compagni. Il tredicenne Max invece è un ragazzo grande e grosso, che porta il 48 di scarpe, ma che pare avere un cervello "piccolo, piccolo". A scuola è lento, fatica ad apprendere qualsiasi nozione e viene considerato perciò un "ritardato". Ha poco coraggio e non riesce mai a reagire quando i compagni lo prendono in giro. Quotidianamente è vittima di soprusi e scherzi di cattivo gusto. Quando qualcuno combina qualche guaio, lui è il capro espiatorio preferito. Anche Max ha una condizione familiare difficile: la madre è morta e il padre è rinchiuso in carcere con l'accusa di aver ucciso la donna ed è considerato da tutti, compreso i nonni e Max, un uomo pericoloso e violento. Per tutta la loro vita Kevin e Max sono stati degli esclusi. Per la gente del posto sono "Frankenstein e Igor" e ogni occasione è buona per deriderli, prendersi gioco di loro o, peggio ancora, per metterli in seria difficoltà. I compagni di scuola, uniti nella classica banda dei "bulli", cercano sempre di far cadere Kevin, ne sottolineano le menomazioni fisiche, lo chiamano "storpio" e lo escludono da ogni gioco. Insultano Max con frasi offensive: "maialino, maialino, tu sei figlio dell'assassino" oppure "scimmione con le cuffie" e sembrano godere della sua sottomissione passiva. Anche gli adulti che gravitano attorno al loro mondo, fatta eccezione per la mamma di Kevin e per i nonni di Max, sembrano disinteressarsi ai due ragazzi o, comunque, non ripongono in essi nessuna stima né fiducia. Ma quando Max e Kevin si conoscono, le loro esistenze però cambiano radicalmente. Dopo un iniziale momento di diffidenza, l'esile "Einstein" colpisce l'attenzione e la curiosità di Max, conquista la sua fiducia e i due iniziano a frequentarsi. Kevin aiuta molto Max nello studio e cerca di appassionarlo alla lettura, facendolo viaggiare con l'immaginazione nel mondo fantastico di Re Artù. E Max aiuta molto Kevin nella deambulazione: se lo carica sulle spalle e lo porta in giro per la città, esaudendo tutti i suoi desideri di scoperta e conoscenza. "Tu hai bisogno di un cervello e io di un paio di gambe, insieme formiamo una persona perfetta" ripete più volte Kevin e con questa consapevolezza sempre presente, i due si avventurano alla scoperta del mondo. Ogni volta che i due si uniscono, con il piccolo Kevin arrampicato sulle spalle del gigante Max, formano un unico coraggioso guerriero: una forza imponente con una volontà di ferro, un'immaginazione galoppante e la più potente aria di nobiltà dal tempo del regno di Re Artù. Insieme questa combinazione senza paura si tufferà in mille avventure: riparare ai torti subiti, uccidere i draghi e salvare le damigelle in pericolo in un regno crudele e pieno di forze oscure come la loro città. Un'avventura un po' più rischiosa delle altre provocherà però a Kevin dei seri problemi fisici che lo porteranno a lasciare il mondo terreno, ma non quello di Max che continuerà a vivere nel suo ricordo, rafforzato dagli insegnamenti ricevuti e capace di ritrovare immaginazione, coraggio di vivere e profonda consapevolezza amichevole anche semplicemente alzando gli occhi al cielo.
    Nella vita reale, vediamo come tutti gli esseri umani, giunti alla soglia dell'adolescenza si trovano di fronte i problemi della vita e avere di fianco un "amico del cuore" è la chiave giusta per affrontare il tutto con forza e a testa alta. E' soprattutto importante cercare nel proprio inconscio la forza e il coraggio, proprio come i cavalieri di Re Artù, affinchè gli ostacoli possano essere oltrepassati con maggiore facilità. Quando poi si viene considerati diversi e quindi esclusi dal mondo circostante, avere un amico e la forza e il coraggio sono gli ingredienti fondamentali per riuscire a crescere. Uno degli aspetti fondamentali del film è, infatti, l'importanza di avere di fianco un vero amico e, occupandosi uno dell'altro, è possibile fare della propria vita un'esperienza davvero speciale, soprattutto quando il resto del mondo è assente e poco rispettoso. Il rapporto di Kevin e Max è basato su uno scambio reciproco, sulla fiducia, l'attenzione e la complicità che serve per riuscire a crescere, a sconfiggere le paure e a sentirsi meno soli, dove il primo dona al secondo la voce, l'immaginazione, la voglia di fantasticare ed attraversare i mondi fantastici dei libri, mentre il secondo dona al primo la possibilità di muoversi, di viaggiare nello spazio reale, di sentire il vento tra i capelli e il sapore dolce ma allo stesso tempo un pò aspro del vero mondo. A molti potrà essere capitato, almeno una volta nella vita, di sentirsi un po' come Kevin o come Max, magari anche all'interno della classe. Sentirsi emarginati, etichettati dalla gente circostante solo per dettagli che purtroppo fanno la differenza è un problema che ancora oggi vive nella nostra società e i protagonisti Kevin e Max usufruiscono della loro immaginazione come arma, come mezzo di sopravvivenza per sopportare gli abusi e far fronte alla durezza e per uscire dall'ambiente duro e deprimente in cui vivono, contornato soprattutto dal bullismo dei loro coetanei. Vorrei concludere consigliando a tutti la visione di questo bellissimo film e aprire nuovamente una parentesi riguardo la tematica della disabilità: grazie a questo film, è possibile sottolinere l'importanza dei veri valori morali e non cadere in basso nei giudizi e nelle offese, perchè essere "diversi" non è una scelta, ma una condizione non mutabile a meno che non si abbiano accanto le giuste persone per intraprendere in modo speciale questo lungo percorso che è la vita!
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    simona liardo


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  simona liardo Mer Mag 11, 2011 3:42 pm


    Ho scelto il film FORREST GUMP perché credo che sia uno dei film più belli della storia del cinema. Sono rimasta affascinata dalla saggezza interpretata dal personaggio Forrest, esplicitata sin dall’inizio del film la sua inferiorità mentale scientificamente testata si dimostra di essere tutt’altro che stupidità. Questo film di grande riconoscenza mediatica all’impatto visivo mi ha suscitato grandi emozioni ma soprattutto mi ha trasmesso tante sensazioni belle e mi ha insegnato tanto. E’ un film che manifesta la super intelligenza di questo ragazzo che nonostante le sue disavventure con il mondo sociale in cui vive riesce a non tralasciare nulla nel suo percorso di vita, avventurandosi in tanti posti e vivendo tante esperienze tra cui: l’amore, l’amore per la madre, l’amore per la patria, l’amore per lo studio, l’amore per lo sport. Forrest Gump è un film che abbraccia tutti gli aspetti della vita e non rende nessun distacco tra le persone disabili e le persone non disabili. FORREST GUMP è diventato un mito soprattutto con le sue citazioni ma tra le più famose:

    « Non sono un uomo intelligente, ma so l'amore che significa »

    « La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita! »

    « Non permettere mai a nessuno di dirti che è migliore di te. »
    «stupido è chi lo stupido fa»
    L’ultima citazione mi affascina molto e mi pongo un interrogativo come fa un border line come Forrest Gump ad arrivare a pensare una cosa del genere?? Con i suoi occhi il protagonista del film descrive il mondo con parole melodiche ed è proprio questa la prova evidente che non è affatto stupido. Infine voglio dire che ho riportato il trailer del film perché così in parte si riesce a capire ciò che si vive guardando questo film, questo GRANDE film. L’emozioni che ho provato io spero che arrivino anche a voi.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty lab 13

    Messaggio  AntonellaMunno Mer Mag 11, 2011 5:02 pm

    il film che vorrei proporre è una pellicola che mi colpi molto da ragazzina, è: Anna dei miracoli Ispirato ad una storia vera, il film si colloca tra i capolavori hollywoodiani per la qualità del suo contenuto e il cast esemplare. “Anna dei Miracoli” (The Miracle Worker) E’ la storia di Helen Keller una bambina cieca, sorda e muta che apprende l’esistenza del linguaggio solo grazie agli sforzi della sua instancabile istitutrice, Anne Sullivan, in un’epoca (siamo alla fine dell’800) in cui l’handicap fisico è spesso associato al deficit mentale. Il film rivendica le abilità innate delle persone “svantaggiate” e ribadisce potentemente il primo principio della comunicazione secondo cui “Non si può non comunicare”. Helen appartiene ad una famiglia benestante ed è cieca, sorda e muta fin dai primissimi anni di vita. E’ la seconda di tre figli ma, a causa della sua condizione, i genitori la viziano e le fanno fare tutto ciò che desidera, senza regole, né privazioni. Prima di prendere una decisione drastica e dolorosa, quella di rinchiudere la figlia in un “istituto”, la famiglia decide di appellarsi ad un’educatrice, Anne Sullivan. La donna vuole far capire alla bambina che è possibile infrangere il silenzio dei sensi e comunicare col mondo esterno attraverso il linguaggio, ma Helen non sa cosa sia la parola ed “i segni” che la maestra tenta di insegnarle con le mani per lei non sono altro che “giochi con le dita”. Il rapporto tra la bambina e l’istitutrice non è facile: Helen non conosce la disciplina, tuttavia, la famiglia considera eccessiva la severità della Sullivan. In realtà, Anne conosce bene le difficoltà che incontra chi è “diverso”: un’infanzia difficile e una cecità adolescenziale, le avevano insegnato a non arrendersi mai, da qui la tenacia e la determinazione di una donna che, grazie alla sua inflessibilità, riuscirà in un’impresa quasi impossibile. La Sullivan è fortemente convinta delle potenzialità di Helen e della sua infinita voglia di imparare, ma occorre innanzitutto domare quello spirito ribelle. Dopo mille tentativi, stanze lasciate in subbuglio, liti e controversie varie, Helen scopre che dietro quel “gioco con le dita” si nasconde un universo sconosciuto e fatto di parole, il linguaggio, e che grazie ad esso può uscire dalla prigione dei sensi: questa consapevolezza le cambia la vita. Vincitore di due premi Oscar, “Anna dei Miracoli” è un film in cui speranza, tenacia e disperazione si intrecciano inscindibilmente e il risultato è un mix di emozioni difficilmente riproducibili. La semplicità del bianco e nero, le immagini essenziali, i significativi primi piani sono elementi che affascinano lo spettatore, totalmente rapito dalla bellezza di una storia vera e senza tempo e che si traduce in un messaggio di speranza di fronte alle piccole, medie e grandi difficoltà della vita.

    fonte: http://www.loschiaffo.org/anna-dei-miracoli/


    seguire il corso di pedagogia della disabilità, è stato come aprire gli occhi e vedere le cose sotto un'altra prospettiva. a questo film posso collegare due argomenti affrontati ovvero : il ruolo dell educatore, figura fondamentale all'interno del sistema sociale, formato alla rieducazione e assistenza di persone bisognose. un individuo che istaura un legame fortissimo ma invisibile con la persona seguita affinche possa essere per lui punto di forza e di riferimento per arrivare ad una opportuna rieducazione.
    l altro argomento che mi sento di affiancare è quello della resilienza ovvero la capacita di reagire a situazioni di grande difficoltà cosi come ha fatto la bambina di questo film, riuscendo a rompere quello che da tutti era visto come insuperabile silenzio.
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    Maddalena Manna


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Maddalena Manna Mer Mag 11, 2011 5:33 pm

    Il film che ho deciso di vedere è Beautiful Mind che racconta della vita del matematico premio Nobel John Forbes Nasch .Ho scelto questo film perchè descrive ed esprime ciò che è il mondo di un uomo che ha purtroppo tendenze e pensieri astratti come può essere lo schizzofrenico. I sintomi della malattia(schizzofrenia) nel protagonista del film vengono sottolineati dalla presenza fissa di tre personaggi immaginari: Charles il compagno di stanza,William Parcher una spia del governo che lo ingaggia per una missione top-secret ed una bambina nipote dell'amico Charles, questi accompagneranno il matematico in tutto il corso della sua vita. Vita che nel film viene scomposta sostanzialmente in due parti: la prima parte in cui interagisce e crede reali tali presenza che lo aiutano a sviluppare la sua incredibile intelligenza matematica e la sua abilità nella decodificazione.Differentemente nella seconda parte Nasch(protagonista),resta sconvolto dalla scoperta che l'amico,la nipotina e la super-spia del governo non sono nient'altro che proiezioni della sua mente,colpita da una grave forma di schizzofrenia.Viene sottoposto a dure cure mediche,ma si accorge che i medicinali alienano la presenza del suo estro geniale e decide allora di convivere con la sua sofferente malattia,riuscendo con l'amore della sua famiglia e la sua forza mentale ad ignorare le sue allucinazioni pur sempre presenti.La trama è improntata sull'importanza dei sentimenti,prende in considerazione una patologia che isola il soggetto in un mondo proprio,incomprensibile agli altri, compromettendo tutti gli aspetti della vita del soggetto e così come si vede nel film coinvolge anche il nucleo familiare.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty l'olio di miracoloso di Lorenzo

    Messaggio  mariarosaria catuogno Mer Mag 11, 2011 5:35 pm

    Il film che ho scelto è tratto dalla storia vera di Augusto e Michaela Odone e di loro figlio Lorenzo.
    Nel 1984 Lorenzo fu colpito dall' adrenoleucodistrofia (ALD) una malattia ereditaria rara. I dottori dissero che avrebbe perso tutte le sue funzioni e sarebbe morto in due o tre anni. Rifiutando di accettare questo verdetto i coniugi Odone si proposero di trovare un trattamento per l' ALD e di salvare loro figlio. Nell' incessante ricerca di un rimedio per la malattia, gli Odone si scontrarono con i dottori, gli scienziati e i gruppi di sostegno.
    Dopo aver consultato testi medici, rivisto gli esperimenti sugli animali e posto domande ai migliori dottori di tutto il mondo, gli Odone arrivarono alla soluzione in un momento di ispirazione. Essi commissionarono ad una azienda britannica uno speciale tipo di olio che normalizzava l'accumulo degli acidi grassi a lunga catena nel cervello, la caratteristica dell' ALD.
    Il film termina mostrando, quale nota positiva, diversi ragazzi che hanno seguito il trattamento con l' Olio di Lorenzo e sono liberi da questa malattia. La conclusione ci mostra che Lorenzo può comunicare ancora attraverso il linguaggio fatto di segni e che Augusto Odone è stato insignito della laurea onoris causa in medicina per il suo lavoro pionieristico di ricerca e scoperta di un trattamento significativo per l'ALD.
    La storia degli Odone continua oltre il film: essi, in seguito, fondarono il Progetto Mielina con la speranza di trovare un modo di ricostruire la mielina, che nell' ALD e in altre malattie come la sclerosi multipla è distrutta.
    ...la forza di non arrendersi per cercare una cura per questa malattia ha dato la forza a i coniugi Odone di andare avanti e di aiutare tante altre persone...
    https://youtu.be/NjV1sP8Jscc
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    Messaggio  luciacacciapuoti Mer Mag 11, 2011 6:18 pm

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    il film da me scelto è "mi chiamo sam",la storia di un uomo,sam,affetto da un ritardo mentale,il quale blocca questi da un punto di vista cognitivo all'età di un bambino di 7 anni.
    un giorno si ritrova padre di una bambina,avuta da una donna con la quale aveva avuto una relazione,dopo averla ospitata a casa sua per una notte.questa,però,abbandona sia sam che la figlia,ma egli non sa darsi per vinto così fa di tutto per crescere la sua bambina,con tutto l'amore che un padre è in grado di donare ad un figlio.
    quando però lucy inizia a frequentare la scuola primaria,emergono le prime difficoltà della piccola,la quale si rifiuta per certi versi,di imparare le cose che il papà non è in grado di ricordare,per non fargli pesare il suo ritardo mentale.
    iniziano così a mobilitarsi i servizi sociali,i quali tentano di affidare la bambina ad una nuova famiglia.
    ma sam,come lucy,non si arrende e a tutti i costi tenta di riavere la piccola.fondamentale è l'intervento di un avvocato prestigioso della città,cinico ed egoista,che accetta di aiutare sam"per caso",per di più gratis.questa esperienza cambierà completamente il suo animo rendendola cosciente della fragilità della sua vita e dello scarso affetto dimostratogli al figlio.
    emblematica è la scena in cui l'avvocato accompagna sam da uno psicologo e mentre salgono le scale lei gli confessa le sue scarse possibilità nell'aiutare un uomo come lui,disabile,handicappato,a riavere sua figlia.
    questo dimostra come vi siano difficoltà nella considerazione di tali termini,del loro significato;a questo proposito reputo opportuna una precisazione rispetto alle denominazioni in questione:con il termine disabilità indichiamo la perdita di funzioni,di una capacità operativa in conseguenza a qualsiasi menomazione o perdita della capacità di compiere un'attività nei limiti considerati"normali";l'handicap,al contrario,è una condizione di svantaggio conseguente ad una disabilità,la quale limita lo svolgimento del"normale"ruolo del soggetto.
    questa scena ha destato la mia attenzione soprattutto perchè pone in luce un problema non proprio trascurabile,ovvero la poca dimestichezza da parte di tutti noi rispetto a tali temi e ciò ha,come conseguenza,la poca attenzione rispetto alle difficoltà che i sogtti aventi disabilità,ogni giorno si ritrovano ad affrontare,mentre sono troppo pochi gli inteventi atti all'abbattimento di tali ostacoli,architattonici e culturali.
    ritornando al film,reputo significativa la frase che il protagonista pronuncia,in una scena i cui un avvocato del tribunale gli chiede quale sia il suo modello paterno di riferimento,affermando"IO VOGLIO ASSOMIGLIARE A ME STESSO COME PADRE".questa affermazione,secondo il mio parere,è l'emblema dell'amore che un genitore possa provare per il proprio figlio,al di là delle possibili menomazioni o disabilità.
    non vi è alcuna"diversità"in grado di fermare l'amore,qualsiaisi esso sia;per qusto motivo credo non sia assolutamente giusto parlare di diversi in senso dipregiativo,ma al contrario,di diverso da sè,come sinonimo di eterogeneità,di individui a sè,ognuno con le proprie abilità o meglio "diverse abilità".
    il film si conclude con una scena bellissima in cui la famiglia adottiva riporta,spontaneamente,la piccola lucy dal papà,poichè consci che non potranno fare nulla per sostituire nel cuore della bambina,l'amore di suo padre un amore incommensurabile,nè attraverso le conoscenze nè attraverso le abilità,fisiche o cognitive che siano...
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Lezione del 18/04/2011

    Messaggio  flaviano gessica Mer Mag 11, 2011 6:26 pm

    La scelta del film è stata un po difficile perchè erano tutti belli ma il film che ha catturato la mia attenzione è intitolato "GABY UNA STORIA VERA".Il film racconta la storia vera di GABY BRIMMER che nasce affetta da una paralisi celebrale che le causa un grave handicap fisico:non puo parlare,ne camminare,ne muovere le mani.Comunica muovendo soltantoil piede sinistro.Eppure nel 1979 diventa un caso letterario scrivendo un libro su una macchina da scrivere elettrica col solo aiuto del piede sinistro.Il film racconta la sua coraggiosa lotta per comunicare e sviluppare una propria vita professionale,sentimentale e sessuale.Come ad esempio ADELE la ragazza che ci ha raccontato la sua esperienza e che anche lei ogni giorno lotta per una sua dipendenza.L frase che mi ha colpito di piu è:"non dobbiamo lasciare che mettano il nostro cervello su una sedia a rotelle".DA questa frase ho percepito che l'essere umano deve incomenciare ad eliminare della mente pregiudizi e steriotipi e cosi il diverso o il disabile non verra piu emarginato ossia poasto ai margini della società.Nel finale GABY adotta un bambino perche si sente in grado di accudire a sua volta un altro essere umano.Il finale mi è piaciuto ancora di piu perche per la prima volta si prede in considerazione il suo essere donna e in quanto sete la felicita di sentirsi mamma e non viene vista come una persona disabile.Con cio mi collego al concetto che la cura educativa va intesa come atto di umana comprensione capace di aiutare la persona con deficit a ridare senso
    e significato alla sua personale esperienza a ricordarsi di sè,della sua unicità,della sua stori,per accetarsi e convivere con la sua propria identità.QUINDI diventa cura di se ossia iscrizione attiva di se nella ridefinizione del proprio progetto eprsonale.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  teresa lunario Mer Mag 11, 2011 8:11 pm

    Il film di cui voglio parlare si intitola " Il figlio della luna" di Gianfranco Albano, una storia bellissima e commovente. Carmelo e Lucia Frisone, entrambi siciliani, dopo la nascita delle prime due figlie, si ritrovano a dover crescere un bimbo affetto da gravissime menomazioni, Fulvio. La madre farà di tutto perchè questo figlio, purtroppo leso nel fisico e nel linguaggio, cresca e studi come tutti gli altri coetanei, arrivando addirittura a far modificare una legge che prevedeva per i ricercatori universitari una "sana e robusta costituzione".Per studiare e disegnare, Fulvio adopera, con grandi sforzi, una sorta di casco dal quale pende un sottile braccio meccanico, costruitogli dal padre Carmelo. La madre Lucia, oltre alle tante battaglie per l'educazione, si è sempre mobilitata per la riapertura delle case chiuse, riuscendo intanto a far avere al figlio menomato anche una normale attività sessuale. Ed ha ottenuto dallo stato un'assistenza sociale di ventiquattro ore al giorno. Nessun politico alle spalle, nessun appoggio istituzionale, solo una grande attenzione dei mass media che hanno portato agli onori di cronaca il caso. E tutto ciò, grazie al coraggio, alla forza d'animo e alla tenacia di questa madre, la quale, a sua volta, grazie alle difficoltà del figlio, è cresciuta, ha imparato tante nuove cose, ha viaggiato tanto e ha vissuto esperienze che mai avrebbe immaginato.Il film racconta questa storia partendo da un viaggio della famiglia a Melbourne, per un convegno scientifico sulla Fisica Nucleare, e ripercorrendo, in flash back, le tappe di questo straordinario percorso umano. Uno sguardo, dalla finestra dell'albergo, alla luna "australiana", la stessa luna tanto amata e guardata la notte della nascita di Fulvio. Il dramma del parto e la rivelazione della malattia, le umiliazioni ricevute dalla gente comune e dalle istituzioni, gli ostacoli superati, le invenzioni e gli insegnamenti grazie ad un intuitivo metodo della madre, Fulvio a quattro anni leggeva e, nonostante le diagnosi dei medici, impara, ad articolare dei suoni quasi comprensibili. Le lotte per entrare nelle scuole pubbliche, le prime amicizie e i primi attestati di accettazione e rispetto da parte della società, fino all'attenzione della stampa e al riconoscimento di importanti diritti civili. La straordinarietà di questa storia stà, a parer mio, nella figura della madre disposta a tutto per il proprio figlio, la quale affronta il tutto con grande forza.
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    silviarippa


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    Messaggio  silviarippa Mer Mag 11, 2011 8:51 pm

    Il film che ho scelto è "MI CHIAMO SAM". Questo film mi è piaciuto molto perché parla dell'autismo, tematica affrontata durante il corso. Quest'argomento anche se molto difficile perché non è una patologia da sottovalutare, mi ha sempre intrigato.
    Il protagonista è Sam Dawson, un uomo con un lieve ritardo mentale, è costretto a crescere la sua bambina da solo perché la moglie li ha abbandonati. Il suo è un cervello di un bambino di sette anni. Anche se ha questo problema riesce ad instaurare un bel rapporto con la figlia, fatto di un affetto sincero. Sam ha molti amici e colleghi che lo aiutano. All'improvviso però al settimo compleanno della figlia, gli assistenti sociali la portano via, Sam con tanta volontà, inizia la battaglia legale per l'affidamento. Dopo tante pressioni riesce a convincere la sua rivale in campo legale Rita Harrison a diventare suo avvocato, da qui la storia si trasforma. Sam fa cambiare la professionista essendo un abile avvocato assillato da manie di perfezionismo, tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità.
    Questo film come ho detto all'inizio è fantastico, mi è piaciuto subito perché ci fa capire che anche una persona con un lieve ritardo mentale può crescere una bambina, pure essendo giudicato, osservato e criticato da tutti, lui lotta per ricevere l'affidamento della figlia. Quini un film del genere può far capire che tutti siamo uguali senza fare distinzioni, tutti possiamo fare de vogliamo.
    L'amore è alla base di tutto, in questo caso l'amore di un padre verso la figlia, che lotta superando i suoi limiti.
    Da quest'esempio ho capito che bisogna sostenere persone come Sam, che con una buona assistenza possono migliorare e affrontare come noi la vita, senza emarginzrli e senza ritenerli diversi.
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    MariaFCostantino


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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  MariaFCostantino Mer Mag 11, 2011 9:39 pm

    Il fil che ho scelto è intitolato Precious,basato sul romanzo di Sapphire PUSH-LA STORIA DI PRECIOUS JONES.
    Nella Harlem povera e disagiata degli anni ottanta, vive l'adolescente Precious, obesa e semianalfabeta. Violentata dal padre e rimasta incinta, dà alla luce una bambina con la sindrome di Down, come se non bastasse deve sopportare le quotidiane umiliazioni da parte della madre. Quando la scuola scopre che Precious è nuovamente incinta, sempre a causa delle violenze del padre, la caccia. Grazie all'interessamento della direttrice, la ragazza viene mandata in un istituto per ragazzi con problemi sociali. Lì inizia pian piano a recuperare la fiducia in se stessa, imparando a leggere e scrivere, con l'aiuto di un'insegnante e di un'assistente sociale, Precious inizia un percorso verso una vita più umana e felice.
    Il tema della diversità credo sia profondamente legato al film.Non parlo però di una diversità di colore o disabilità.E' Precious,infatti, a sentirsi diversa,inferiore rispetto alle sue amiche.Questo in primo luogo perchè è sovrappeso.Ciò la porta a non sentirsi accettata dalla società,che mostra modelli "perfettamente magri"(capitolo 5,Nozioni).Precious,inoltre,non ha alcuna relazione stabile nella sua vita(niente amici,la madre la maltratta,il padre quando è presente abusa di lei,la figlia abita con la nonna)per cui non ha nessun legame affettivo che possa aiutarla a sentirsi meglio,meno sola(capitolo 2,par 4,libro Nozioni).Oltretutto,il fatto che abbia messo al mondo una bimba Down,ha peggiorato il rapporto con la madre.Dire che questa donna definisce la piccola per sottrazione(definizione presa dal libro Nozioni) è dire poco.La reputa,infatti,uno scherzo della natura,un mostro,facendo sentire Precious ancora più in colpa.
    Le cose per Precious iniziano a cambiare quando va nell'istituto per ragazzi con problemi sociali.In questa
    scuola,Precious viene accolta con umanità e amore,da persone che l'aiutano ad affrontare i suoi problemi.
    Il trailer,purtroppo,non riesco a caricarlo,però vi consiglio vivamente di vedere il film,perchè,almeno secondo il mio punto di vista,racchiude molte tematiche importanti.
    Velardi Giusy
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Velardi Giusy Gio Mag 12, 2011 12:19 am

    Il film che ho scelto è "Mi chiamo Sam" poichè è un film che ho visto recentemente e che mi ha emozionato tantissimo.Sam Dawson è un uomo sulla quarantina che adora i Beatles ed ha una figlia,Lucy.La madre li abbandona subito dopo la sua nascita e Sam deve crescerla da solo. Sarebbe un'impresa difficile per chiunque, ma lo è ancora di più per Sam,semiautistico, che ha il Q.I. di un bambino di 7 anni. Nonostante tutto, e grazie all'amore che nutre per la sua piccola,riesce nell'impresa.La loro è una vita felice fatta di cose semplici, ma vere,una vita normale ma resa ancor più bella grazie all' affetto sincero e all'intesa che lega padre e figlia che è del tutto eccezionale.
    Dietro l'angolo, però, c'è la realtà della legge: un uomo come Sam non può crescere una bambina perché non è in grado di offrirgli ciò di cui ha bisogno ed è giudicato inadatto alla sua educazione per cui durante la festa a sorpresa per il settimo compleanno della bambina ,che ha sviluppayo capacità intellettive superiori a quelle del padre, gli assistenti sociali la portano via,e la bambina sarà data in affidamento ad una famiglia "normale". Sam non è disposto a rinunciare alla figlia per nulla al mondo perciò ingaggia un buon avvocato,e inizia una battaglia legale per l'affidamento.Convince cosi Rita Harrison,donna fredda e distaccata, a diventare il suo avvocato.Seppur controvoglia, Rita inizia a passare molto tempo con Sam, riuscendo a guadagnare da questo rapporto più di quanto avesse mai pensato e tirando fuori la sua sensibilità e la sua dignità.Nonostante ciò Sam perde la causa e quindi la figlia sarà data in affidamento.Ma Sam non si arrende neanche stavolta e decide di andare a vivere accanto alla casa della famiglia adottiva di Lucy e frequentandolo la famiglia adottiva capisce che il vero padre della bambina può essere soltanto lui e che nessuno potrà sostituire per Lucy l’amore del padre.In questo film credo che emergano svariati temi tra cui il rapporto genitore-figlio ma credo soprattutto l'amore come motore del mondo,un amore che va oltre ogni cosa anche della stessa disabilità,che spesso riesce a distruggere anche le più radicate barriere culturali.Inoltre emergono dei temi importanti di cui abbiamo avuto modo di discutere in aula durante questi mesi.Uno di essi è l'AUTISMO un disturbo che interessa le funzioni cerebrali e che rende difficili la comunicazione e soprattutto le relazioni con gli altri.Queste persone,come dimostra chiaramente il film attraverso il legame affettivo fortissimo tra padre e figlia,nonostante abbiano capacità intellettive ridotte hanno dalle grandi possibilità affettive,e bisogna riconoscere il grande valore che rappresentano,in quanto anch 'esse capace di amare e di donare la parte migliore di sè.Questo film presenta un altro tema di cui spesso si è discusso che è quello della diversità,dell'emarginazione del disabile in quanto a Sam verrà sottratta la figlia solo perchè ritenuto incapace,a causa del suo handicap mentale,di crescerla in maniera ottimale,"normale".Sam in tribunale subirà ogni tipo di pregiudizio ,sarò guardato di traverso considerato solo un disabile ma nessuno riesce a comprendere che dietro quell'uomo rimasto un pò bambino si cela un amore incondizionato e forte più di ogni cosa,e che quell'amore può aiutarlo a educare la sua bambina molto più di quanto può fare qualsiasi norma,regola.legge.Credo che in alcuni casi il criterio della giustizia debba essere sostituito con quello del'amore e non credo sia giusto separare un genitore dal proprio figlio perchè credo che la limitatezza delle facoltà mentali non possa pregiudicare l'affetto,l'amore di un padre nei confronti della sua bambina.Sam è un uomo che ama come tutti gli altri anche se il suo amore non è ritenuto "normale" perchè visto con gli occhi di una società cinica e insensibile con la quale i diversamente abili sono sempre più spesso costretti a fare i conti.Tutti siamo diversi e questa è una gran fortuna e soprattutto una grande risorsa poichè ognuno di noi è unico e speciale proprio perchè diverso ed ha tanto da offrire.ED è per questo che dobbiamo imparare ad amarci e rispettarci l'un l'altro poichè ognuno di noi è portatore degli stessi diritti,delle stesse sofferenza,paure e soprattutto degli stessi sentimenti.Un altro tema che,a mio avviso,emerge in questo film è quello della Resilienza,ovvero la capacità affrontare in maniera positiva agli eventi traumatici, È la capacità di ricostruirsi,di non arrendersi mai dinanzi alle difficoltà ed è secondo me,quello che ha fatto Sam,padre che nutre un amore profondo per la sua bambina e che non si arrende di fronte a nulla,neanche dinanzi alla rigidità e insensibilità di un tribunale,che fa di tutto pur di riavere la sua bambina con sè e che di fronte alle sconfitte non ha mai perso la speranza. Credo sia,dato l'epilogo positivo,un film che vuole dare dignità ai disabili,capaci di essere in molti casi migliori di molti esseri "normali"e la dimostrazione che spesso,la vera disabilità risiede nell'anima.

    "A volte Dio mette alla prova la gente speciale."



    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Michiamosam301

    Credo che questa sia una delle parte più belle e significative del film in cui traspare tutto l'amore di Sam e soprattutto quello di Lucy che desidera avere accanto a sè suo padre cosi com'è e che desidera soltanto il suo amore. "Ho avuto molto tempo per capire cosa fa di un uomo un buon genitore e ho capito che è la costanza,la pazienza,è saper ascoltare,saper fingere di ascoltare e ho capito che è l'AMORE...."



    SEMPLICEMENTE MERAVIGLIOSO!!!!
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  nunzia puocci Gio Mag 12, 2011 8:02 am

    Il film che ho scelto è il mio piede sinistro.questo film mi ha colpito perchè fa vedere la forza che il bambino impiega nel fare anche un gesto.è ambientato nell'Irlanda degli anni '30 ed è tratto dall'autobiografia di Christy Brown., un uomo affetto da paralisi. Vuole porre l’accento come dietro la deformità fisica di una persona, si nasconde una realtà forte, potente, che lotta per uscire fuori, ma che in ogni modo troverà la possibilità espressiva. Le carenti condizioni economiche di tale periodo verranno a gravare la disagiata realtà di Christy, che necessita d’assistenza costante e di cure specifiche che la famiglia non era in grado di sostenere. Il piede sinistro è l’unico strumento del quale Christy si serve per esprimere le proprie emozioni, i propri sentimenti, la propria realtà interiore, per esprimere se stesso. Durante la prima infanzia non riesce a tirare fuori il groviglio delle proprie emozioni e vive la difficoltà della propria condizione di minorato fisico, dipendendo completamente dagli altri. Christy ha una grande capacità d’apprendimento, infatti, nonostante il suo silenzio è attento, scruta, impara dalle persone che lo circondano. Sarà, infatti, la madre ad accorgersi delle potenzialità del figlio e a cogliere l'importanza dei suoi gesti, facendo nascere un barlume di speranza, che la spinge ad impegnare se stessa in un aiuto concreto, al punto che qualche anno più tardi Christy riesce a scrivere la parola mother, con un pezzo di gesso afferrato con le dita del piede sinistro. Attraverso quell'unica parte del corpo, di cui da ragazzo scoprì il pieno controllo, l'esistenza di Christy Brown ha trovato una sua dimensione umana, fatta d’espressività (appunto la pittura e la scrittura, con il romanzo autobiografico che ha ispirato film) e d’intima sofferenza. Tutto questo suscita entusiasmo e sorpresa in tutti i componenti della famiglia.
    E’ questo il primo segno che palesa che i grafici che tentava di disegnare, infatti, non erano semplici scarabocchi, ma tentativi per fare comprendere che lui capiva, che era intelligente, che lui esisteva Egli non vive una situazione d’isolamento ed emarginazione, infatti, riesce a relazionarsi con gli altri, è coinvolto nelle attività ludiche dei ragazzi del quartiere e in tipici giochi adolescenziali. Durante l’adolescenza sperimenta le emozioni, gli innamoramenti, gli impulsi sessuali tipici di quella meravigliosa età, ma nello stesso tempo la delusione per il rifiuto, da parte della ragazza di cui si invaghisce e alla quale dedica un dipinto, rappresenterà l’inizio dell’esplicazione del suo estro creativo. Crudele appare il comportamento della ragazza che non accetta il dono d'amore di Christy, riconsegnandolo come se avesse subito un grave torto. L’arte diventerà parte integrante della sua vita, sarà lo specchio della sua anima, come se riuscisse a fotografare ciò che gli altri non vedono, non colgono, non riescono ad esprimere; nei suoi ritratti, infatti, rispecchia l’essenza dell’anima delle persone a lui care. In seguito, sarà aiutato nella riabilitazione linguistica e senso-motoria da una terapista, che diventerà il centro del suo mondo. Sarà il primo aiuto di cui lui ha bisogno per potenziare meglio le sue capacità e intraprendere con lui un rapporto di vera amicizia, avviandolo nel mondo artistico e alla lettura delle opere di Shakespeare, e presentando i suoi quadri nelle mostre, ciò gli consentirà di essere apprezzato dal grande pubblico. Ma il profondo rapporto d’amicizia che lega i due, arricchito da uno scambio culturale, sarà oggetto di fraintendimenti da parte di Christy, che proverà un intenso ma non corrisposto amore. Sarà la madre ad aiutare Christy a superare questo difficile momento, consapevole che:” la sofferenza fisica non è nulla di fronte a quella del cuore”, toccante anche la frase:” smettila di commiserarti”. Le delusioni d’amore ci portano a chiuderci al mondo, a qualsiasi altra, eventuale delusione, ma questa non è la storia di Christy. Da un casuale incontro con un’infermiera, in un momento particolarmente importante della sua vita, quello della premiazione del suo libro (l’autobiografia, da cui è tratto l’omonimo film), per la prima volta, riuscirà a trovare la persona in grado di andare il di là del suo aspetto fisico, affascinata dal ricco e intenso vissuto di Christy espresso nelle dolci parole del libro. Troverà compimento il suo desiderio di un’unione spirituale e corporea.Christy riesce, infatti, ad imporsi ai pregiudizi della società col solo strumento che ha a sua disposizione "il piede sinistro", e riuscirà persino a lasciare un segno di se nella storia diventando un affermato scrittore e pittore. Ciò dimostra come il carattere creativo è insito in ognuno di noi, disabili e non, e che l'aspetto fisico è soltanto il "guscio" esteriore di qualcosa di più profondo che deve essere portato in superficie.Il film è la dimostrazione che chi è affetto da handicap non deve essere emarginato dalla società. Sempre la società e quindi i membri che la costituiscono a non accettare i soggetti in situazioni di handicap, ritenendoli addirittura una disgrazia per la famiglia che se ne occupa.




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    Messaggio  Maria Mercone Gio Mag 12, 2011 8:45 am

    Ho voluto riflettere sul film “Figli di un Dio Minore” di Randa Haines del 1986, la storia inizia in un istituto per audiolesi, una scuola per ragazzi sordomuti, è qui che arriva Jame Leeds, un nuovo insegnante i cui metodi non piacciono molto al direttore, ma essendo alla fine degli anni ottanta, in America, l’atteggiamento del direttore nei confronti del “bizzarro” docente è molto più tollerante. Ma Leeds, col suo metodo ha una facile presa sugli assistiti e i primi risultati riabilitativi si vedono presto. Nell’Istituto c’è anche Sarah Norman, sordomuta praticamente dalla nascita; che era stata accolta durante l’infanzia nell’Istituto, ma, diventata adulta era rimasta lì e si occupava delle pulizie; già da ciò possiamo capire che Sarah nonostante abbia studiato nell’Istituto e abbia acquisito una formazione che le permette di superare le difficoltà attinenti la sua disabilità, rifiuta di affrontare l’esterno (la vita reale), si difende da esso anche attraverso una dura corazza che si è costruita attorno e cioè il suo “caratteraccio”, è preferisce rimanere chiusa nel suo mondo. Essa però si dimostra una donna estremamente intelligente, e Leeds se ne innamora. La mamma di Sarah vive lontano dalla figlia con la quale non ha un buon rapporto poiché ritiene che a causa della disabilità di quest’ultima il marito l’ha lasciata quando la figlia era ancora piccola. Ciò ha fatto crescere in Sarah il rimorso di essere stata la causa dell’abbandono della famiglia da parte del padre e di essere solo un peso per la madre. Ritengo che questa sia stata un’ulteriore causa che abbia indurito il suo carattere e lo abbia reso più chiuso al mondo. Non si può nascondere però la sua eccezionale personalità: non cercare la pietà negli altri; vuole essere considerata per ciò che vale; questo le fa molto onore perché altri al suo posto avrebbero approfittato delle situazioni favorevoli. Però si nota che dentro di se ha paura di non riuscire, spesso traspare la sua insicurezza. Sarà per questo motivo che rifiuterà l’amore, ma anche per paura di affrontare il mondo degli udenti, di leggere dalle loro labbra e di avere una vita normale. Sarah è una persona con una disabilità, ciò la limita, ma è lei soprattutto a limitarsi ulteriormente precludendosi molte possibilità, chiudendosi le porte. Forse non si relaziona col mondo esterno perché ne ha paura, è molto insicura dato il suo passato, ha però solo bisogno dell’aiuto di qualcuno che sappia farle avere fiducia in se stessa, cosa che riuscirà a fare Leeds. Ogni bravo educatore dovrebbe cercare di infondere nei disabili fiducia in se stessi e dar loro una formazione che li aiuti nell’affrontare la vita e tutti gli ostacoli che potranno pararsi davanti a loro. Vorrei citare una frase che mi ha segnata molto “Solo gli udenti stupidi pensano che i sordi siano stupidi”. Posso solo dire che questa frase non ha bisogno di essere spiegata poiché è vero che hanno difficoltà, a volte limitazioni, ma hanno un cervello come noi, sanno ragionare e , se vogliono, sanno interagire col nostro mondo e darci anche tanto.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty "Si può fare"

    Messaggio  cristina riccardi Gio Mag 12, 2011 9:37 am

    “Si può fare” è un film uscito qualche anno fa e forse qualcuno come me lo avrà visto.
    Il film tramuta episodi reali, e nello specifico la storia della Cooperativa Sociale Noncello. La storia di una cooperativa sociale di Noncello fondata nel 1981, su iniziativa del Centro di Salute Mentale della Provincia di Pordenone con l’obiettivo perseguito di lavorare a favore della inclusione sociale di cittadini emarginati che trovano ostacolo nell’accesso alle opportunità lavorative nel mercato di lavoro ordinario, integrandoli o reintegrandoli nel mondo del lavoro con finalità terapeutico riabilitative e di integrazione sociale. Si colloca negli anni in cui venivano chiusi i primi ospedali psichiatrici con la legge 180 detta anche legge Basaglia.
    Prima dell'introduzione in Italia della “legge 180”, i manicomi erano una sorte di carcere,di spazi di contenimento fisico per malati mentali,soggetti diversamente abili,omosessuali e tutti coloro che davano fastidio alla società. I manicomi non guarivano ma utilizzavano metodi sperimentali di ogni tipo, dall'elettroshock alla malarioterapia. La salute era un problema di ordine pubblico.
    La trasformazione dei manicomi porta all’elaborazione della legge Basaglia la quale modificava la legge del 1904 che considerava il malato di mente un pericoloso per sé e per gli altri.
    La legge Basaglia sosteneva invece che il malato è sofferente e deve essere curato in una comunità terapeutica per poi essere reinserito nella società.
    Con la legge 180 si distribuisce l’assistenza al malato di mente sulla questione territoriale dei servizi. Solo quando la persona diventa aggressiva il trattamento sanitario diventa obbligatorio: il TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) è una sorta di emergenza. Se i manicomi non fossero stati così violenti forse sarebbero rimasti, così come sono rimasti in molti paesi ma con procedure non violente.
    E’ una commedia (umana) che ci fa riflettere molto.
    Nello è un sindacalista ribelle che viene trasferito alla Cooperativa 180, sorta dopo la legge 180 per accogliere i pazienti dimessi dai manicomi. Un'associazione di malati di mente di varie patologie, impegnati in (inutili) attività assistenziali:attaccano francobolli.
    Nello decide di far capire loro, il vero spirito di una cooperativa coinvolgendoli maggiormente, forma un assemblea di soci spingendoli a fare un mestiere vero, riscattando così la loro dignità umana. Decidono di abbandonare il lavoro assistenziale e di entrare nel mercato diventando posatori di parquet, ogni paziente svolge un ruolo all'interno della cooperativa secondo le proprie caratteristiche. Li considera no malati mentali ma veri lavoratori,li aiuta a credere in se stessi andando anche contro la volontà del presidente della operativa,il dott. Del Vecchio. Un medico che considera “le malattie mentali un qualcosa che li isola completamente dal mondo, che quei malati sono gente che ha dentro l’inferno,che la vita normale per loro è un rischio,che loro non sono in grado di scegliere,che li riempie di pastiglie per non farli combinare pasticci”
    Nello si trova a motivare la loro esistenza senza essere un medico,lotta per cambiare la loro condizione di emarginati,la loro vita!!!!
    Tra i vari problemi che il film affronta vi è anche quello relativo alla sessualità. Anche i disabili hanno questo forte desiderio di formarsi una famiglia,ed anche questo, per loro, è un problema.
    Non riescono a rapportarsi con le ragazze/i, non sanno come comportarsi, ma, il vero limite ,non è questo, sono le considerazioni che le ragazze/i hanno di loro,vengono reputati malati possono solo pagarle per starci insieme.
    Ma Gigio, uno di loro, sembra essere stato fortunato, si innamora di una ragazza per la quale ha lavorato,sembra anche lei innamorata (è bellissima la scena del bacio), ma lei si lascia prendere dal pregiudizio della società. Gigio si toglie la vita per amore !!!!!!
    Sembra la fine di un sogno, i pazienti ritornano sotto l'assistenza del Dott. Del Vecchio, che però ammette di aver riscontrato dei miglioramenti del loro stato psichico dovuto all'attività lavorativa.

    È un film che racchiude in se grandi temi sociale:
    L’emarginazione sociale e culturale del disabile,del diverso: la disabilità non è solo un deficit, cioè una mancanza a livello organico o psichico ,ma, la disabilità corrisponde all’incapacità di svolgere determinate funzioni portando ad un esclusioni sociale,ad un disagio sociale che si manifesta a seguito dell’interazione con l’ambiente.
    Il disabile viene considerato un uomo non come tutti gli altri e spesso viene visto come un problema per la società, come avviene ,negli anni ‘60. Secondo la Classificazione Internazionale del Funzionamento della disabilita e della salute (ICF)la disabilità è una condizione di salute derivata da un contesto sfavorevole,non viene più considerata solo una condizione soggettiva.
    I termini di menomazione, disabilita e handicap vengono sostituiti dai termini :funzioni, strutture corporee e attività e partecipazione. Con l’intento di dar maggiore attenzione alle capacità del soggetto e al suo coinvolgimento sociale. Il disabile è un soggetto che spesso scopre il suo disagio sociale confrontandosi con il soggetto normodotato. E’ proprio il rapportarsi in modo pietoso verso il soggetto con disabilita, il non chiamarlo più per nome, ma, con l’etichetta di disabile che li fa sentire e li rende maggiormente emarginati. Ma forte è la loro capacità di andare avanti ,di resistere agli urti della società nella loro vita,di far fronte alle situazioni di disagio e superarle per costruire un percorso di vita stabile e positivo.
    UNA MIA CONSIDERAZIONE :L'UNIONE FA LA FORZA,INSIEME SI PUò FARE!!!!!!!!!!!!

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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Raffaela Fatima Bottiglie Gio Mag 12, 2011 9:43 am

    il film che ho scelto è "Rainmen"racconta la storia di Charlie,interpretato da Tom cruise e di suo fratello,interpretato da Dustin Hoffman,i due si incontrano per la 1°volta dopo la morte del loro papà.Infatti,dopo la morte del padre Charlie scopre che la sua eredità è tutta nelle mai di suo fratello che si ritrova in una clinica,perchè è autistico.Charlie per recuperare parte dei soldi decide di portarlo via dalla clinica.Dal momento in cui lo porta ia dalla clinica impara a conoscerlo e un'episodio che mi ha colpito particolarmente è quando entrambi vanno in un casinò e Charlie scopre che suo fratello nel gioco d'azzardo con le carte e non solo è molto abile,perchè è in grado di tenere il conteggio delle carte che escono,ricordando quelle che sono uscite e quelle che ancora deono uscire,per poterci scommettere su.Tra i due fratelli,già da questo episodio evince lo spirito di collaborazione nel guadagnarsi un bel gruzzoletto di soldi e ciò incomincia ad andare oltre il semplice fatto di guadagnarsi i soldi,perchè entrambi riescono a guardare verso i bisogni propri chi verso l'uno e chi verso l'altro.Ad esmpio Charlie impara che il fratello autistico ha una forte ossesione per l'ordine,sopratutto qnd non mette gli slip che non sono lo stesso giorno della settimana.L'autismo è un argomento che mi ha colpito moltissimo e si manifesta non subito,ma solo dopo il terzo anno di età all'incirca,porta il bambino a chiudersi in un mondo tutto suo e non vuole relazionarsi con gli altri,oltretutto il bambino è portato a compiere giochi e azioni ripetitive.Inoltre che diceva la prof Magri nascono ogni 150 bambini affetti da autismo e la scuola,gli ambienti socio sanitari la ricerca e tutte le istuzioni devono dare sostegno alle persone e bambini che ne sono affetti.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  Giuseppina Palumbo Gio Mag 12, 2011 10:13 am

    Giuseppina Palumbo ha scritto:Il film che ho scelto è IL FIGLIO DELLA LUNA,tratto dalla storia vera del fisico nucleare Fulvio Frisone,affetto da tetraplegia spastica distonica dalla nascita.Carmelo e Lucia Frisone entrambi siciliani,di modesta estrazione e di scarsa cultura "io tengo solo la quinta elementare" ricorda spesso la signora,dopo due figlie Palmira e Pinella,si ritrovano a dover crescere(a causa di insipienza medica al momento del parto)un bimbo affetto da gravissime menomazioni.La così definita "mamma ciclone",farà di tutto purchè questo figlio,purtroppo leso nel fisico e nel linguaggio,cresca e studi come tutti gli altri coetanei,arrivando addirittura a far modificare una legge che prevedeva per i ricercatori universitari una "sana e robusta" costituzione".Fulvio nutre forti passioni oltre alla fisica,anche per la poesia e la pittura.Egli adopera una sorta di casco dal quale pende un sottile braccio meccanico (costruitogli dal padre)per scrivere e dipingere.La madre oltre alle tante battaglie per l'educazione(nessuna scuola pubblica voleva accettare Fulvio),le prime amicizie e i primi attestati di accettazionme e rispetto da parte della società,si è sempre mobilitata per la riapertura delle case chiuse,riuscendo intanto a far avere al figlio menomato anche una normale attività sessuale ottenendo dallo stato un'assistenza sociale di ventiquattro ore al giorno.Oggi Fulvio è un quarantenne fisico nucleare.Questo film ha suscitato in me forti emozioni,è la testimonianza che a volte la speranza e il coraggio(in questo caso di una MAMMA con la M maiuscola) riescono ad abbattere insuperabili barriere,architettoniche e non.
    Solo facendo parlare di lui gli daranno attenzione… a lui e a tutti gli altri nelle sue condizioni… chi sta bene si può stare zitto… chi ha bisogno dell'aiuto dello Stato, delle Istituzioni… deve gridare"
    PS:penso che questo film abbracci un pò tutte le varie tematiche affrontate in aula quali:menomazione,disabilità,handicap,restrizioni.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Bisogna guardare oltre.

    Messaggio  Sara Palumbo Gio Mag 12, 2011 1:27 pm

    Il film che ho scelto si intitola "A Beautiful mind" ed è proprio dal titolo che si evince che il protagonista è dotato di una mente geniale, brillante appunto.Egli, John Nash, interpretato in modo sublime da Russell Crowe, rappresenta ,cosi come è già accaduto nella nostra realtà con Albert Einstein, il classico genio incompreso.Dotato di una acutezza mentale fuori dal comune, e di una grande predisposizione per il decifrare codici matematici, John tende a chiudersi nel suo mondo fatto di matematica e codici criptati, dialogando con pochissime persone.Affetto da una grave forma di schizofrenia, egli si ritrova ad affrontare la vita di tutti i giorni principalmente con accanto 3 persone inesistenti.Una è il suo compagno di stanza Charles, una bambina, e William Parcher un personaggio "oscuro" appartenente ai servizi segreti, il quale ingaggia John per un incarico avente a che fare con calcoli matematici.Accanto a questi 3 personaggi immaginari, c'è Alicia studente di fisica che successivamente diventa sua moglie, assumendo un ruolo fondamentale all'interno del film.Oltre ad accudirlo per la sua malattia che lo porta a dover subire molte sedute di shock insulinico, è l'unica persona che riesce ad ignorare le allucinazioni di John, standogli sempre accanto.Dopo vari avvenimenti che dimostrano la grave forma di schizofrenia di John, egli riesce a conviverci, ignorando i personaggi inesistenti, nonostante loro non facciano altro che deriderlo.Alla fine proprio grazie alla sua "Beautiful Mind" ottiene il premio Nobel per l'economia guadagnando la stima di tutti coloro che lo ritenevano squilibrato.Nella scena finale viene descritto il senso pieno del film, ovvero che durante la premiazione, ad assisterlo ci sono i 3 fantasmi che lo hanno accompagnato per tutta la sua sofferente ma dignitosa carriera, dimostrando appunto che egli è riuscito non solo ad ottenere una vittoria guadagnandosi il Nobel, ma che è riuscito a convivere con se stesso e le sue allucinazioni.
    Penso che cosi come John anche le persone "diverse", posseggano qualcosa che li caratterizza e che li rende unici.Nonostante un handicap, una difficoltà, una diversità, ognuno di queste persone porta con se qualcosa di importante, qualcosa da insegnarci.Essere diversi non significa essere menomati, al contrario, proprio dalle diversità si possono capire tante cose che altrimenti non capiremmo.Molti scienziati venivano condannati per eresia, "pazzi"che oggi ci permettono di sapere cose che non avremmo mai saputo.Non bisogna mai fermarsi davanti alle apparenze.Bisogna guardare oltre.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  RosaIncarnato Gio Mag 12, 2011 3:26 pm

    Il film che ho scelto si chiama "Mare Dentro". E' un film che ho visto qualche anno fa, ma che ricordo molto bene per le forti emozioni che mi ha trasmesso.
    Il protagonista, Ramòn, è un paraplegico e da trent'anni è costretto a letto. La famiglia si prende cura di lui. La finestra della sua stanza che affaccia sul mare è l’unica apertura verso il mondo. Da giovane ha navigato a lungo e sul mare gli è capitato l’incidente che gli ha rovinato la vita. Da allora, l’unico suo desiderio è quello di mettere fine alla propria esistenza con dignità. L’arrivo di due donne sconvolgono il mondo di Ramón: Julia, l’avvocato che lo sostiene nella sua lotta per porre fine alla vita nel modo che ritiene giusto, e Rosa, una donna del paese, che cerca di convincerlo che vale la pena continuare a vivere comunque.
    Le due donne sono sopraffatte dall’affascinante personalità di Ramón e si ritrovano costrette a dubitare di tutti i principi in cui hanno creduto fino ad ora. Ramón sa che soltanto qualcuno che lo ama davvero potrà aiutarlo a intraprendere quest’ultimo viaggio.
    Ciò che ricordo con più emozione sono le scene in cui Ramon compie dei viaggi immaginari attraverso la finestra della sua stanza e ascoltando la sua musica preferita. Nei suoi "viaggi" visita luoghi lontani, corre con la sua donna ed è libero, libero di muoversi e camminare. E' toccante vedere il forte desiderio di essere libero di una persona costretta a letto, ma è straziante la consapevolezza di quando si torna alla realtà. Ed è proprio questa realtà che fa sprofondare Ramon nella convinzione che l'unica via d'uscita è quella di compiere "l'ultimo viaggio", staccare la spina. Nonostante l'affetto che lo circonda Ramon, è determinato nella sua scelta e alla fine riesce nel suo intento.
    Questo film riporta l'argomento principale del corso: la disabilità. Tante volte abbiamo parlato di persone costrette a vivere in modo "diverso", persone non del tutto indipendenti, chi dalla nascita chi come conseguenza. E il protagonista ne è un esempio... un uomo che a causa di un incidente ha perso la sua dipendenza e si trova a fronteggiare con una realtà sconosciuta e difficile alla quale non riesce a reagire.
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    13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio) - Pagina 13 Empty Re: 13. LUNEDì LEZIONE VIRTUALE, 18 APRILE (chiude 13 maggio)

    Messaggio  SusyCicale Gio Mag 12, 2011 3:44 pm

    Non ho scelto di commentare un film,anche se sono davvero tanti quelli interessanti che ho visto,perchè quelli che più mi piacevano erano già stati trattati,come 'Le chiavi di casa' o 'Rain man'..questo che descivo è un filmato trasmesso dal programma televisivo 'Mistero' e ho scelto di raccontarlo perchè questa storia è degna di essere conosciuta,mi è rimasta dentro,e volevo che anche gli altri conoscessero queste due ragazze straordinarie e la loro forza d'animo..
    Quando l'ho vista non riuscivo a credere che due persone,due ragazze,giovanissime,avessero scelto di vivere unite,insieme per sempre,senza darsi una possibilità di vivere in modo 'normale',o almeno autonoma..
    E' una storia vera,la storia di Brittany e Abby,nate il 7 marzo 1990 negli Stati uniti,due gemelle congenite dicefaliche..
    Hanno due spine dorsali che si congiungono in un unico bacino,due stomaci,due cuori,tre polmoni,tre reni,un unico paio di ovaie,quindi una vagina ed un'unica uretra..
    La nascita di gemelli congeniti dicefalici è un evento,fortunatamente,raro;si presenta una volta ogni 50.000 nascite e stranamente nel 70% dei casi,i nascituri saranno di sesso femminile.
    I gemelli siamesi sono una coppia di gemelli identici uniti in una parte del corpo dalla nascita.
    L'evento dipende dalla divisione tardiva dell'embrione,e la coppia di gemelli è sempre monozigote e quindi dello stesso sesso.Le cause del ritardo nella scissione al momento non sono scientificamente accertate ma si ipotizza che sia influenzato da alcuni fattori ambientali e dall'attivazione di determinati programmi genici,ma non sembra essere un carattere ereditario..e nei tre quarti dei casi porta a morti premature a causa delle malformazioni degli organi interni.
    Le tipologie cambiano a seconda delle parti in cui sono uniti e degli organi che hanno in comune:solitamente si dividono in quelle che non coinvolgono il cuore e l'ombelico e quelle che coinvolgono l'ombelico.A parte,sono classificate quelle "anomale",in cui uno dei due embrioni è malformato o interno all'altro.
    Anche in epoca moderna,non sempre è possibile separare i due corpi..
    Questa è una grande prova di resilienza,ovvero la capacità dell'uomo di affrontare e superare le avversità della vita,di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente..come abbiamo studiato la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici.È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre,senza perdere la propria umanità.
    Credo che Abby e Brittany siano persone resilienti,chi più di loro,immerse in circostanze avverse riesce,nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione,a fronteggiare efficacemente le contrarietà,a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti..
    Queste giovani ragazze hanno reagito positivamente a tutto ciò e cercano di condurre una "vita normale"..tante sono le difficoltà che ogni giorno dovranno affrontare,e forse giorno dopo giorno aumenteranno ma questo non le fermerà mai..mai perderanno la loro voglia di vivere e andare avanti..
    Ma nonostante questo sono tanti gli interrogativi che pervadono la mia testa:avendo due teste,quindi due cervelli,cosa succede nel caso in cui una vorrebbe dormire,mentre l'altra non ne avrebbe voglia?
    O ancora:se una ragazza ordina al corpo di andare a destra,mentre l'altra vuole andare nella direzione opposta,come risponderebbero le gambe?
    E' difficile rispondere a queste domande..ma forse guardando questi video capiremo..



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    Messaggio  alessia cicala* Gio Mag 12, 2011 3:52 pm

    Il film sulla disabilità che vi propongo è << Buon compleanno Mr. Grape >>. L’ho scelto proprio perché dalla prima volta che l’ho visto mi ha colpito molto e mi è piaciuto da subito, soprattutto per il suo tocco di delicatezza e grande sensibilità, per l’importanza della famiglia e il personaggio che più mi è piaciuto è stato quello di Gilbert.
    Questo film è ambientato a Endora, una piccola cittadina isolata, di circa 1000 abitanti, dove non succede mai niente, ma c’è gente interessante, come la famiglia Grape. La quale, risente fortemente della perdita del padre, morto suicida. Di conseguenza, la responsabilità è tutta a carico del primogenito, Gilbert, commesso in un emporio il quale divide la sua vita tra il lavoro e la sua famiglia numerosa e problematica, composta da due sorelle, un fratellino Arnie con disturbi a livello cerebrale e la madre Bonnie.
    In questo film vi sono ben due personaggi che presentano disabilità. Prima di tutto c’è Bonnie, la madre di famiglia, che da giovane era una bellissima donna, però a seguito del suicidio di suo marito ha iniziato a mangiare senza misura fino a raggiungere il peso di 250kg che gli impediva di uscire di casa da ormai 7 anni. Lei era afflitta da una forma di bulimia nervosa e trascorreva le sue intere giornate giacendo su un divano, mangiando, fumando, guardando la televisione e dormendo, in quanto aveva bandito il letto dalla morte del marito. Questa rappresenta la figura di una donna che a seguito di una perdita importante si è lasciata andare al cibo che è diventato una sorta di vizio per lei, cadendo probabilmente in depressione e in un costante stato di nervosismo. Bonnie è perciò colpita da una disabilità che le impedisce di uscire di casa, ma ciò non sembra importarle molto. E’ come se questa donna si sia travata a scegliere tra due strade: quella della resilienza e della depressione. Così più che scegliere, si è imposta la seconda via, probabilmente perché fino a quel momento era stato il marito a supportarla e a sostenerla per la sua fragile personalità. Diventando così una sorta di attrazione per i i bambini della città, che si recavano ogni giorno fuori la finestra della casa della famiglia Grape per vederla e deriderla.
    Arnie, invece, è un giovane ragazzo che i medici avevano dato per spacciato da anni e invece è arrivato alla soglia del diciottesimo compleanno. Arnie presenta disturbi a livello cerebrale, il suo comportamente è caratterizzato da manie, ma è innocuo, non fa male a nessuno. Il giovane ha un rifugio tutto suo, un albero, sul quale si posa spesso per giocare o comunque per sentirsi al sicuro. Arnie adora l’altezza, ed è per questo che spesso si arrampica sul pluviometro della città, rischiando spesso di cadere, ma interviene ogni volta Gilbert per farlo scendere.
    Gilbert, il primogenito della famiglia Grape, è l’angelo custode di Arnie, lo ama e prova un immenso affetto per lui, infatti si occupa di fargli il bagno e se lo porta sempre dietro, guardano insieme l’arrivo dei caravan in città e lo difende dai ragazzini della cittadina che lo prendono in giro.
    Questa famiglia si presenta come nucleo nel quale vi è una grande voglia di tenerezza che traspare soprattutto dal rapporto tra Bonnie e Anrie, la madre infatti, nonostante lui abbia quasi raggiunto i 18 anni, lo considera ancora il suo piccolino, lo coccola e se lo tiene stretto stretto accanto a lei sul suo fatidico divano. L’importanza della famiglia quindi è uno dei temi principali della trama
    Riconosco che il film prasenta un tocco di delicatezza e di grande sensibilità

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    Messaggio  fabiana coppola Gio Mag 12, 2011 4:26 pm

    Sam Dawson è un uomo costretto a crescere sua figlia da solo poiché la mamma della bambina li ha abbandonati. Ma c'è un problema: Sam soffre di un lieve ritardo mentale che non gli permette di essere alla pari con le altre persone. Le abilità del suo cervello sono quelle di un bambino di sette anni; nonostante ciò la loro vita è normale, fatta di un affetto sincero e di un'intesa tra padre e figlia che è fuori dal comune.Nonostante tutto, e grazie all'amore che nutre per la sua piccola, oltre all'aiuto della sua vicina Annie, riesce nell'impresa. Una vita felice fatta di cose semplici, ma vere.
    Dietro l'angolo, però, c'è la realtà della legge: un uomo come Sam non può crescere una bambina perché non è in grado di offrirgli il supporto di ciò che ha bisogno e quindi la bambina sarà data in affidamento ad una famiglia "normale". Sam non è disposto a rinunciare alla figlia per nulla al mondo, la sua Lucy ed anche i suoi amici, molto particolari, sono pronti a supportarlo, quello che ora gli serve è un avvocato, un buon avvocato, magari quello che ha il miglior annuncio sull'elenco telefonico: Rita Harrison. Rita però non può certo aiutare uno come Sam, che vive con lo stipendio di garzone di caffetteria, lei che guadagna cifre a cinque zeri, ma a volte, magari per una semplice scommessa può accadere l'incredibile.
    La pellicola, diretta da Jessie Nelson, risulta essenzialmente un pò lunga e con poco ritmo. L'intento principale è chiaramente quello di toccare, pesantemente, le corde emotive dello spettatore, scatenando pianti a più non posso. La figura di Sam sembra creata appositamente allo scopo con la sua difficoltà di comunicare ed i mille problemi a cui va incontro. Al di la dell'aspetto lacrimevole del tutto, vengono comunque affrontati argomenti importanti: l'esplorazione dei legami familiari e dei sentimenti che uniscono padri, madri e figli, come anche l'opportunità che un giudice divida due persone non in base all'amore che le lega, ma alle presunte capacità di crescere un figlio ed infine l'incomunicabilità di alcuni genitori per la mancanza di tempo da dedicare ai loro figli.Secondo me il ruolo di un papà, già è diverso da quello della mamma, per cui Sam prima di tutto dovrebbe avere la capacità di essere sia papà che mamma. e qui mi pongo una domanda, come fà un papà che ha bisogno di supporto , ai aiutare a crescere la sua Lucy? Solo questo è un dramma che è difficile da affrontare. Io penso che non c'è difficoltà o sfumatura che un bambino non possa capire, se gli si spiega di che si tratta senza sentirsi troppo sicuri,e facendo appello al suo senso di responsabilità. Quindi anche lo stesso Sam,nel momento in cui mostra sè stesso alla figlia, sarà lei poi a capire le condizioni del padre,quindio con l'amore reciproco insieme affronteranno i problemi della vita,sempre quando il bambino avrà già superato i primi anni di vita. La cosa che mi colpisce di più di questo film è l'amore con il quale Sam riesce a fronteggiare tutte le sue difficoltà.



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    Messaggio  AnnabellaMosca Gio Mag 12, 2011 4:29 pm

    Per quanto riguarda ciò che ho scelto come film sulla disabilità mi ha colpita molto:Il figlio della luna(tratto dalla storia veradel fisico nucleare Fulvio Frisone,affetto da tetraplegia spastica distonica dalla nascita).Un film di Gianfranco Albano(tratto dalla storia vera del fisico nucleare Fulvio Frisone,affetto da tetraplegia spastica distonica dalla nascita).Con Lunetta Savino e altri attori
    In questo molte scene hanno suscitato forti emozioni in me.In particolar modo,la figura della madre(Lunetta Savino) che fa tutto per il suo figlio Fulvio,un bambino disabile,che è costretto a stare su una sedia a rotelle in quanto affetto da menomazioni e da disturbi del linguaggio.[Facendo un collegamento con il nostro libro di testo,voglio "ricordare" che la parola Menomazione sta a significare un danno organico o funzionale relativo ad un settore specifico,che comporta ovviamente una mancanza o un cattivo funzionamento di un arto o di una parte del corpo].Fulvio sin da ragazzo era molto interessato alla fisica,alla pittura e alla poesia;la madre non ha mai ostacolato i suoi interessi e ha fatto di tutto così che lui potesse seguire i suoi obiettivi,anche se comunque con enormi "sacrifici",perchè nessuna scuola pubblica voleva accettare il figlio.Addirittura ha lottato tanto per far sì che si potesse cambiare la legge secondo la quale tutti i coloro che volessero intraprendere la carriera universitaria,dovevano essere di sana e robusta costituzione,e ci è riuscita!Oggi Fulvio è un quarantenne fisico nucleare.
    Come collegamenti riguardo a ciò che abbiamo parlato in aula,termini come:disabilità,menomazione,restrizioni,handicap.E come dice il nostro libro "Le parole sono importanti...l'importanza delle parole per dire DISABILITA' ! Smile Annabella Mosca

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