Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    Annalisa Nunziata


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    SINTESI ULTIMO ESERCIZIO  - Pagina 12 Empty Re: SINTESI ULTIMO ESERCIZIO

    Messaggio  Annalisa Nunziata Mar Giu 21, 2011 12:42 am

    Mi sono prenotata per il 23 Giugno e l'argomento che ho deciso di portare è: Considerazioni su salute e benessere.... Quando si parla di disabilità la prima cosa da fare è quella di soffermarci sulle parole utilizzate,la scelta delle parole va fatta con ponderazione.Come sostiene Canevaro "le parole sono importanti " , non bisogna fare confusione tra le parole deficit,disabilità ed handicap:utilizzare termini impropri o fare disordini linguistici possono essere un modo per aumentare l' handicap anzichè ridurlo...Inizio col spiegare il concetto di salute,disabilità,handicap,malattia e deficit....poi mi collego all'OMS (organizzazione mondiale della sanità) facendo la differenza tra la classificazione ICD ed ICF e dell' ICIDH che si basa su tre fattori : menomazione,disabilità ed handicap. Da qui mi collegherò alle varie lezioni svolte in aula affrontando il tema della resilienza e delle barriere architettoniche. Per quanto riguarda il testo "nozioni" parlo delle tecnologie soprattutto di quelle integrative facendo così riferimento al caso di Oscar Pistorius. Ci vediamo il 23......... Very Happy


    Ultima modifica di Annalisa Nunziata il Ven Giu 24, 2011 8:37 pm - modificato 2 volte.
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    di girolamo giuseppina


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    SINTESI ULTIMO ESERCIZIO  - Pagina 12 Empty Sintesi Ultimo Esercizio

    Messaggio  di girolamo giuseppina Mar Giu 21, 2011 8:41 am

    Mi sono prenotata per il 23 Giugno,l'argomento è "La domotica",Renzo Andrich,riallacciandomi poi ai libri:Corpo,tecnologie e Disabilità;Nozioni introduttive di pedagogia della disabilità e lab.Barriere architettoniche:resoconto di Adele.


    L'ASSISTENZA PERSONALE PER UNA VITA INDIPENDENTE.

    Vita indipendente: l’evoluzione delle idee
    <<Vita Indipendente è una filosofia e un
    movimento di persone con disabilità che opera
    per avere pari opportunità, autodeterminazione
    e rispetto di se stesse.
    Vita Indipendente significa che vogliamo avere
    le stesse opportunità di controllo e di scelte
    nella vita quotidiana che i nostri fratelli e
    sorelle senza disabilità, vicini di casa e amici
    danno per scontate. Vogliamo crescere nelle
    nostre famiglie, frequentare la scuola vicino
    a casa nostra, usare lo stesso autobus che
    usano i vicini, svolgere lavori secondo la
    nostra istruzione e i nostri interessi, crearci la
    nostra famiglia. Poichè nessuno meglio di noi
    conosce le nostre esigenze, abbiamo bisogno
    di indicare le soluzioni che desideriamo, essere
    responsabili della nostra vita, pensare e parlare
    a nome nostro, proprio come chiunque altro. A
    questo scopo dobbiamo sostenerci e imparare
    gli uni dagli altri, organizzarci e operare per
    cambiamenti politici che portino alla tutela
    legale dei nostri diritti umani e civili. Siamo
    persone comuni che hanno bisogno di sentirsi
    incluse, considerate e amate come tutti.
    Finchè guardiamo alle nostre disabilità come
    a delle tragedie, saremo compatiti. Finchè
    ci vergognamo di chi siamo, le nostre vite
    saranno considerate inutili. Finchè taciamo, gli
    altri ci diranno cosa fare.>>
    Adolf Ratzka



    L’importanza della tecnologia umana è stata di grande rilievo nel tempo.Nel nostro secolo si è verificato il più rapido sviluppo tecnologico mai esistito nella storia.La tecnologia,evolvendosi velocemente,ha fatto in modo di alleviare,semplificare e rendere più gradevole la vita dell’uomo.Quando si fa riferimento ai complessi tra uomo e tecnologia,spesso si ipotizza che si tratta di due entità distinte e separate,anche se interagenti,inoltre si è convinti che la tecnologia si evolva rapidamente mentre l’evolversi dell’uomo sembra rallentare sempre più.Possiamo dire che non c’è una effettiva distinzione tra uomo e tecnologia,poiché essi sono strettamente legati.Lo sviluppo e la diffusione della tecnologia nella nostra quotidianità hanno cambiato radicalmente il rapporto tra l’essere umano e la tecnologia stessa,poiché gli strumenti tecnologici presenziano ora in quasi tutti gli ambiti del nostro esistere dall’arte alla medicina, dai trasporti all’architettura,dall’informazione alla didattica.
    La tecnologia è estensiva quando è intesa come ampliamento del corpo.Borges afferma che fra i diversi strumenti dell’uomo,il più stupefacente è,senza dubbio,il libro.Gli altri sono estensione del suo corpo.Il microscopio,il telescopio,sono estensioni della sua vista;il telefono è estensione della voce.Ma il libro è un’altra cosa:il libro è un’estensione della memoria e dell’immaginazione.Quindi le nuove tecnologie,apparecchi,telefoni cellulari moltiplicano le nostre capacità uditive e di memoria,fungono da protesi delle nostre capacità corporali.
    L’introduzione della domotica è la continua evoluzione della tecnologia,che è anche l’aspetto più tangibile:l’ingresso nelle case italiane dei pc,di Internet,della tv digitale e interattiva,dei sistemi audiovisivi di ultima generazione rende evidente il veloce cambiamento subito dalla tecnologia e il modo in cui condiziona in misura crescente stili e abitudini di vita.
    La domotica è la disciplina che si occupa dell’integrazione dei dispositivi elettronici,degli elettrodomestici e dei sistemi di comunicazione e di controllo che si trovano nelle nostre abitazioni.Il termine domotica deriva dal neologismo francese “domotique”,a sua volta contrazione della parola greca “domus”ed “informatique”.
    In una casa domotica i dispositivi elettronici ed elettrici sono in grado di comunicare tra di loro permettendo l’implementazione di scenari e funzioni di automazione complesse.La domotica nasce per dare risposta ed esigenze di comfort,sicurezza e risparmio energetico.Quando ad esempio lasciamo l’appartamento,il sistema domotico ci permette,premendo un solo tasto,di spegnere tutte le luci,chiudere tutte le serrande e abbassare la temperatura dei vari ambienti.Viceversa,al nostro ritorno,la temperatura viene riportata al livello ottimale le serrande riaperte e si attiva l’impianto di diffusione sonora.La domotica,al di là di queste applicazioni,mirate al comfort,rappresenta un utile strumento per l’autonomia delle persone disabili,in quanto richiedono particolari attenzioni ed assistenza.Per queste persone la domotica può aiutare a raggiungere l’obiettivo di incrementare il livello di autonomia portando ad un miglioramento della qualità di vita.In una casa domotica una persona con gravi difficoltà motorie,ad esempio,può utilizzare un telecomando per aprire i serramenti,accedere le luci o controllare la tv o lo stereo.Una persona tetraplegica,con impossibiltà dell’utilizzo degli arti superiori può,ad esempio,utilizzando un telecomando a controllo vocale,ossia un dispositivo in grado di riconoscere alcune frasi preimpostate, inviare segnale sul sistema domotico,per accendere le luci o rispondere al citofono direttamente dal letto.Il concetto di domotica viene spesso associato a quello di casa intelligente,in quanto la domotica va costruita pensando al trascorrere parte della propria vita,non solo al numero di stanze o alla presenza di un giardino,ma a parametri come accessibilità, adattabilità, visibilità, sicurezza, validità energetica, predisposizione alle tecnologie del telesoccorso e della telemedicina e cosi via…
    La casa domotica offre uno scenario e un approdo molto importante per l’applicazione delle tecnologie in un contesto di educazione dell’utente all’autonomia,facendo si che l’utente sia il protagonista delle scelte che riguardano il suo cammino verso l’autonomia e l’integrazione,lo aiutano a diventare esigente e responsabile nelle scelte e negli usi degli ausilii tecnologici funzionanti,siano essi ad alta tecnologia o dispositivi più semplici,ma che acquistano però particolari connotazioni quando parliamo di ausilii informatici.Oggi giorno viviamo in una evoluzione galoppante della tecnologia-applicativa,mirata ad un’azione di cultura,costumi,modo di comunicare e persino nell’organizzazione di faccende domestiche,aprendo così nuovi scenari di vita quotidiana che prima non conoscevamo,ciò richiede comunque disponibilità ed una flessibilità all’apprensione da parte dell’utente.
    A tal proposito c’è il “Rapporto Bangeman” che profetizzava:<<al di qua o al di là dello spartiacque digitale,ossia di quella linea culturale che separa chi sa da chi non sa fare uso di questi nuovi strumenti>>.Ciò è stato attento oggetto di considerazione da parte della Commissione Europea che ha lanciato l’iniziativa strategica “eEurope”(Europa digitale),la Presidenza ha dedicato all’argomento un’apposita linea programmatica (art.7: “…assicurare la più ampia accessibilità alle tecnologie dell’informazione e la compatibilità con le tecnologie di ausilio.Le nuove tecnologie divengono spesso più utili per tutti se i requisiti di usabilità di tutti i potenziali utilizzatori sono considerati sin dall’inizio della progettazione…”).
    Per autonomia non si intende di per sé “fare le cose senza aiuto”,né è una caratteristica a chi ha piene abilità cognitive.
    Una persona che dipenda da altri in qualche misura,può raggiungere un livello di autonomia compatibile con le proprie aspettative o con quelle del proprio ambiente.Una visione sistematica dell’autonomia,spesso, è dedicata alla scelta adeguata degli ausilii,in quanto essi incidono sulla vita dell’utente.
    Se si parte dal concetto,ormai consolidato,che una situazione di handicap non è generata dalla disabilità,ma che piuttosto nasce dall’intersezione con questa,ed inoltre si guardino le specifiche esigenze di una persona e le caratteristiche di accessibilità e fruibilità degli ambienti che essa vive,allora non si farà fatica a superare il tradizionale concetto di “barriera architettonica”.
    Il tema veramente innovativo non è tanto quello dell’abbattimento di tali barriere,passaggio che pure è certamente obbligato,ma la proposizione di un modello progettuale diverso che veda ogni singolo atto del progettare,dunque,non un rapporto al singolo uomo,ma all’uomo come entità,umanità.Il concetto di accessibilità,diffusa ancora così lontano dalla cultura progettuale nel nostro Paese,basato sulla considerazione che rendere accessibili spazi e strutture pubbliche non vuol dire solamente abbattere le barriere architettoniche che impediscono l’accesso ai disabili,ma più estesamente significa migliorare la vita di tutti i cittadini,in qualsiasi condizione fisica o psichica temporanea o permanente si trovino.
    Ho riflettuto molto sulle barriere architettoniche durante una lezione del corso,grazie anche alla testimonianza della Sign.di nome Adele.Ella è costretta a stare su una sedia a rotelle a causa di una malattia che colpisce i muscoli;ci ha raccontato la sua giornata-tipo ma soprattutto i molti ostacoli che deve affrontare tutti i giorni,a partire dal palazzo di casa sua,ai pullman che non funzionano,ai marciapiedi occupati dal parcheggio di auto e motorini.Credo che alle persone con disabilità sia stata concessa una forza d’animo che negli altri non esiste.Il carattere,il temperamento di ognuno,condizionano la nostra vita e nel caso di Adele io credo che le sue azioni siano state dettate da una grande forza di carattere.La sua testimonianza è stata importante in quanto sottolinea che “ogni disabile ha la sua storia”,come sappiamo questo l’ho afferma,anche Anna Maria Murdaca.
    Murdaca mira alla ricostruzione di una nuova cultura della disabilità,alla rimodulazione del termine integrazione,alla comprensione delle reali condizioni di vita,quale ruolo effettivamente possono assumere i soggetti disabili,quali servizi vengono erogati per le loro esigenze.Secondo Murdaca si deve adottare l’ottica della globalità,dove occorre una nuova cultura e conoscenza della disabilità,attenta non soltanto ad analizzare i temi del funzionamento,del comportamento e dell’assistenza del soggetto disabile,ma anche centrata sul riconoscimento della persona in evoluzione e colta nella sua dimensione olistica,che può essere disorganizzata da errate interazioni tra sistema biologico,psico-intellettivo,affettivo,relazionale e sociale.Appunto,il contesto sociale determina la condizione di handicap,dove gli ostacoli e le barriere fisiche favoriscono il processo di esclusione oppure quello di emarginazione.Anche l’ambiente,inteso come fattore contestuale determinante nel definire la disabilità,può essere una barriera o un facilitatore,inoltre la ricerca può produrre soluzioni tecnologiche che migliorano l’ambiente delle persone,ne diminuiscono la disabilità.Quindi molto importante è l’integrazione cioè un processo continuo,una continua ricerca di soluzioni,di strategie idonee a preservare i diritti acquisiti dei disabili.La ricerca vuole portare il disabile verso lo sviluppo della propria identità,della propria autostima;è importante,inoltre, coniugare l’aspetto educativo con quello didattico,quello terapeutico con quello riabilitativo e sociale, in modo tale che si possa garantire a costoro quel diritto all’integrazione piena, assicurando iniziative di promozione personale.Infine bisogna pensare che in una società i disabili siano soggetti attivi e non soggetti passivi di pietismo.Per produrre adattamento si deve guardare più alla presenza del soggetto che all’assenza di funzioni.Sono necessari ambienti di apprendimento nei quali anche educatori,insegnanti siano preparati ad una costruzione dell’intero del “diverso”,perché la storia dei disabili è orientata contestualmente in quanto ogni azione educativa e didattica è l’unione tra mente,coscienza,cervello,percezione e immaginario.


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    SINTESI ULTIMO ESERCIZIO  - Pagina 12 Empty prenotazione 23 giugno

    Messaggio  annabattaglia Mar Giu 21, 2011 8:56 am

    Buon giorno professoressa,mi sono prenotata per il 23 giugno però vedo che ci sono dei problemi in questa data e per questo ci vediamo lunedi 27.Il mio argomento sarà considerazione su salute e benessere,fino a collegarmi ai 3 tipi di tecnologie.
    Saluti...........al 27
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    SINTESI ULTIMO ESERCIZIO  - Pagina 12 Empty Utimo esercizio:Le ibridazioni tecnologiche

    Messaggio  Maria Carbone Mar Giu 21, 2011 3:39 pm

    salve,prof.Briganti..
    Sono prenotata per il preappello del 23/ Giugno e l'argomento da me scelto è il n 1:LE IBRIDAZIONI TECNOLOGICHE CON RIFERIMENTO A DONNA HARAWAY E IL CYBORG AL FEMMINILE,strutturato nel seguente modo:


    -Breve introduzione sulle tecnologie (con particolare riferimento alle tecnologie estensive e invasive)
    -Cyborg (sua origine etimologica e cosa rappresenta)
    -Ibridazione con particolare riferimento all'ibrido tecnolgico
    -Donna Haraway,Rosi Braidotti e il cyborg al femminile
    -conclusione al laboratorio n 16:l'AVATAR



    Il termine tecnologia è una parola composita che deriva dalla parola greca Tεχνολογία (tékhne-loghia), letteralmente "discorso(o ragionamento) sull'arte", dove con arte si intendeva sino al sec. XVIII il saper fare, quello che oggi indichiamo con la tecnica.
    La tecnologia influenza in modo decisivo il benessere degli individui e della collettività, nonché la capacità di tutte le specie animali di controllare e adattarsi al proprio ambiente naturale.L’utilizzo da parte dell’uomo della tecnologia ha avuto inizio con la conversione delle risorse naturali in strumenti semplici. La preistorica scoperta o controllo del fuoco ha aumentato le fonti disponibili di cibo e l'invenzione della ruota ha aiutato l'uomo a viaggiare in uno spazio sempre più ampio.Lo sviluppo della tecnologia nella nostra quotdianetà ha cambiato radicalmente il rapporto tral'essere umanoe gli strumenti tecnologici,vediamo in che modo.
    I recenti sviluppi dei media (la stampa, il telefono e Internet), hanno diminuito le barriere fisiche nel comunicare e ha permesso agli esseri umani di interagire liberamente su scala globale.La tecnologia nel corso dei secoli ha fatto come spesso si usa dire "passi da gigante",ed oggi rispetto al passato è presente una caratteristica:i due elementi,naturale(il corpo)e artificiale (l'oggetto tecnologico),stanno contaminandosi a vicenda.Le nuove tecnologie,apparecchi telefoni,cellulari moltiplicano le nostre capacità uditive e di memoria,fungono da protesi delle nostre funzioni corporali,così come afferma anche Andreoli nel testo La vita digitale.La tecnologia è divenuta un estensione del corpo,;diceva Marshall Mc Luhan negli anni sessanta:"Ogni invenzione o tecnologia è un estensione o un autoamputazione del nostro corpo che impone nuovi
    rapporti o nuovi equilibri fra gli altri organi e le altre estensioni del corpo".
    Con le tecnologie invasive si arriva al concetto di cyborg,in questo contesto il corpo non è più un modello da riprodurre artificialmente ma diviene un terreno di sperimentazioni,è la materia prima del mutamento.E' il soggetto "invaso" e protagonista del nuovo modo di essere e di comunicare.Quindi le tecnologie invasive raccontano di questo nuovo individuo che non si sdoppia nel digitale,ma è cyborg,è impianto nel suo essere reale.Per gli apocalittici i robot e le macchine avrebbero finito per sostituitre gli uomini e questo degrado sarebbe cominciato surrogando gli organi danneggiati e si sarebbe concluso rimpiazzando con parti di ricambio cibernetici fino ad un totale scavalcamento identitario.
    Ormai non c'è più una dvisione tra virtuale e reale ma il soggetto è un cyborg.


    "Il cyborg creatura metà uomo e metà macchina,da
    soggetto letterario si è concretizzato nel mondo reale"


    Il termine cyborg, composto da cybernetic e organism,cioè organismo cibernetico indica un essere derivato dalla fusione di parti di corpo umano con parti meccaniche ed elettroniche.
    Se la parola cibernetica, cybernetics (dal greco kybernètiké, arte del pilota) viene coniata nel 1947 dallo scienziato americano Norbert Wiener la parola cyborg viene coniata nel 1960 da due medici, Manfred Clynes e Nathan Kline, nell’ambito di studi finalizzati all’astronautica e alla sopravvivenza nell’ambiente extraterrestre.La cibernetica studia il controllo e la comunicazione fra essere viventi e le macchine. L’idea di un organismo cibernetico ha antichi ascendenti nella mitologia e nella letteratura, dove esistono figure ibride, frutto di contaminazione di più corpi esistenti in natura o di corpi umani e parti artificiali. Nella fantascienza la figura del cyborg anticipa per certi versi l’invenzione del suo nome, come dimostra Antonio Caronia in uno studio che ne segue la genealogia e interpreta questo ibrido tecnologico come l’ultima frontiera di un confronto tra umani e macchine (Caronia 1985).Il termine cyborg,organismo bionico indica un essere anche umano di forma umanoide costituito da organi artificiali e biologici.
    Nel cyborg si includono tutti gli impianti tecnologici che hanno consentito completamenti artificiali,nn solo dell'immaginario fantascientifico ma anche nella realtà e nell'evoluzione scientifica(medicina,chirurgia,genetica,biotecnologie).
    In pratica il cyborg rappresenta la fusione,la combinazione o la relazione parassitaria tra sfera biologica e culturale.Si tratta di organismi autoregolati,di natura ibrida che mettono in discussione le differenze tradizionali tra organico e inorganico tra vivente e inerte,tra artificiale e naturale.Inoltre anche Naief Yehya,nell'HOMO CYBORG ,descrive il cyborg come la sintesi di un organismo evoluto ed una macchina,distinguendolo dal robot che è un apparato elettromeccanico autonomo,dall'androide che è 1 robot privo di elementi organici e dall'umanoide fabbricato tecnologicamente a partire da diversi elementi.Anche per Naief Yehya si tratta di "organismi autoregolati di natura ibrida".
    Il tutto inizia dal "paradigma dell'incompletezza"cioè l'uomo viene visto come un essere incompleto che va aggiustato e trasformato per arrivare poi al post-umano.Il primo a parlare di corpo tecnologico fu CAPUCCI,che intende l'uomo come un essere organicamente "manchevole" che possiede un corpo incompleto e che per compensare alla inadeguatezze biologiche deve ricorrere a tecnologie di rimpiazzo.
    In riferimento a tutto cio si sono create due posizioni teoriche da un lato chi interpreta lo sfumare dei confini tra naturale eartificiale come un processo evolutivo necessario,dall'altro chi ritiene la dimensione organica dell'uomo obsoleta di fronte ad un ambiente tecnologizzato sostenendo la necessità di un'ibridazione o interconnessione tra naturale e tecnologico,parlando di corpo bionico,post-umano,post-organico,tecnologico.
    Ibridazione è intesa come una trasformazione che determina un cambiamento in un individuo o una cosa che subisce delle alterazioni.Ibrido deriva dal termine latino hybrida che significa incrocio tra razze o condizioni sociali diverse,è un'arbitraria giustapposizione di diversi elementi,animati o inanimati.
    L'ibrido è un individuo generato dall'incrocio di due organismi che differiscono per più caratteri.Ibridazione è per natura l'incrocio tra animnali diversi.Gli ibridi possono crearsi in natura in modo spontaneo,oppure possono essere "progettati" dall'uomo.Un ibrido segna un passaggio da una forma data,esistente in natura,ad un'altra che "contamina" la prima.Vi possono essere diverse categorie di ibrido,ma quello che a noi interessa è l'ibrido tecnologico.Quest'ultimo si ottiene quando vi è una contaminazione tra naturale e artificiale.L'ibridazione si ha quando i confini di umano e tecnologico,naturale ed artificiale si fanno semrpe più labili,i confini di umano e tecnologico si riducono sempre di più, la tecnologia si avvicina a tal punto all'uomo da diventare invisibile,mutando completamente la natura del rapporto tra uomo e artefatti,tra soggetto e oggetto.
    Donna Haraway,filosofa e docente statunitense,capo-scuola della teoria delcyborg,che ha
    una formazione scientifica si muove in modo interdisciplinare nell’ambito della storia e filosofia della scienza, con particolare attenzione ai risvolti sociali e politici della tecnologia.
    Proprio con la visione del cyborg a partira a Donna Haraway si è avviata la nascita di un nuovo pensiero mitologico,in cui tutte le figureassumono polivalenza semantica in quanto ibridi,senza mai cancellare la differenza.Nello scambio di ruoli non si annulla la differenza,ma vi è un superamento delle dicotomie.E proprio inerente alla liberazione di tutti i dualismi che avevano caratterizzato la nostra cultura,vorrei approfondire dicendo che:Donna Haraway pensava che la cultura occidentale fosse sempre stata caratterizzata da una struttura ruotante intorno a coppie di categorie uomo-donna,naturale-artificiale,corpo-mente.Però tramite la figura del cyborg che è definito come:un organismo cibernetico,1 ibrido macchina e organismo,1 creatura che appartiene tanto alla realtà sociale quanto alla finzione;aveva visto prima di altri che questi ambienti virtuali e tecnologici potevano essere un mezzo di liberazione dal dualismo uomo-donna ma non l'annullamento delle differenze sessuali.Quindi se il corpo può venire trasformato e gestito, cade il mito che lo vede come sede di una naturalità opposta alla artificialità.Di conseguenza viene invalidato il sistema di pensiero occidentale incentrato sulla contrapposizione di due elementi antitetici, perché non possiamo più pensare all'uomo in termini esclusivamente biologici,ma bensi ad un corpo cyborg che per lei era una forma di piacere,quindi non più un peccato ma una aspetto dello stare nel corpo.
    Inoltre Donna Haraway ha ripensato alla figura del cyborg come simbolo dell'inesistente differenza tra uomo e donna,che non aveva piu motivo di esistere con l'brida identità del cyborg.Donna Haraway ha approfondito più di ogni altro il diventare tutt'uno con le macchine.
    Testo fondamentale in questa prospettiva è il "Manifesto Cyborg" di Donna Haraway, pubblicato per la prima volta nel 1985 e diventato luogo di dibattito e fonte di ispirazione per la teoria culturale femminista.
    In questo testo proponeva una nuova soggettività femminista da simboleggiare proprio con il cyborg.Quest'ultimo nè uomo nè donna,nè essere umano nè macchina riproduceva una metafora per identificare un ibrido,ossia il neutro.
    Haraway legge nella tecnologia potenzialità radicali di cambiamento per le donne in un’ottica che definisce di femminismo socialista postmoderno.Il/la cyborg è figura centrale della sua teoria e proprio come ho accennato in precedenza,essendo ibrido di macchina e organismo consente di superare le dicotomie tra umano e meccanico, natura e cultura, maschile e femminile, normale e alieno, psiche e materia, ecc.Il/la cyborg è una creatura in un mondo post-genere, non condizionato dalla riproduzione sessuale biologica.Se la medicina moderna, al pari della fantascienza contemporanea, è piena di cyborg, Haraway sostiene che ormai siamo tutti cyborg e proclama la sua preferenza per la condizione di cyborg rispetto a quella di dea.Si ha in effetti uno sviluppo da donna....in cyborg,che creava condizioni ideali.
    Inoltre la metafora usata nel Manifesto prevedeva la fusione tra cyborg e donna per la creazione di una nuova donna che si liberava dai ruoli obsoleti,che avevano incatenato la donna per secoli.
    Diede così vita all'obiettivo cyber femminista di un mondo post-genere,mettendo in discussione gli schemi dei ruoli sessuali dicotomici a partire dalla liberazione di tutti i dualismi che avevano caratterizzato la nostra cultura.Un corpo cyborg per lei era piacere della tecnica delle macchine,non era più un peccato ma un aspetto dello stare nel corpo.Il diventare macchina dell'essere cyborg è un aspetto della nuova reincarnazione tecnologica,per cui non si devono temere le macchine,dal momento che gli uomini ne sono responsabili.L'autodeterminazione di un'identita ibridata viene vista come il mezzo per sfuggire alla claustrofobia che generando appartenenza rigide,aveva determinato condizioni di inferiorità e di oppressione per la donna nella sfera del sociale.L'aspetto di liberazione era insito nell'approdare ad una personalità fluida,flessibile ed instabile piuttosto che ad un modello cristallizzato della cultura(assolutamente artificiale)(che Donna Haraway individua nello slogan meglio cyborg...che dea).Secondo Haraway le nuove generazioni dovevano accogliere la sfida tecnologica,dato che rappresentavano il futuro dal quale le donne non potevano e non dovevano restare fuori.
    La generazione di giovani,che si definiscono cybergirls e cyberfemministe avevano apportato dei cambiamenti contenutistici anche nel mondo lavorativo dei new media e delle nuove tecnologie..
    Anche Rosi Braidotti nel testo Metamorfosi del 2002,proponeva un nuovo modo di pensare la soggettvità femminile e il rapporto uomo/donna:si tratta di un nuovo modo di segnare la femminilità con la corporeità,l'immanenza,la differenza sessuale,in continua metamorfosi,un femminile virutale che sfuggiva a qualsiasi cristalizzazione.Molte femministe hanno considerato negativamente la tecnologia ,soprattutto perchè veniva percepita come una minaccia per il corpo e la differenza sessuale,mentre era proprio ciò che Haraway e Braidotti intendevano portare nei mondi virtuali.
    Il punto di partenza della Braidotti non era sapere chi siamo ,ma cosa vogliamo diventare...
    Il problema era come fare a rappresentare i cambiamenti in una società in continuo divenire.
    Il cosiddetto nomadismo,metafora di transito attraverso i non luoghi,era dove si perdevano le difese identitarie e si sprigionava comunicaazione e creatività.ROsi Braidotti,sperimetnva un atteggiamento creativo nei confronti delle tecnologie.Il suo punto era ripensare il corpo e la mente senza introdurre una dualità grazie alle tecnologie virtuali.In compagnia di Donna Haraway,Rosi Braidotti sperimentava questo atteggiamento creativo nei confronti delle tecnologie.Per la Braidotti era proprio la tecnologia un utile strumento per arginare
    il conflitto di genere,portando così la differenza nei mondi elettronici digitali e virtuali.
    Rosi Braidotti a dispetto dell'esaltazione di un immagine della figura materna creatrice di stampo classico,lei parlava di una donna:trasgressiva e non per questo mascolina,una donna nomade e in movimento,aperta alle nuove tecnologie,alle macchine in genere e ai new media.La Braidotti,riprendeva Foucault-che spiegava il fenomeno del cyborg come un emergere dei corpi all'interno di grandi dispositivi di controllo del soggetto umano ed elaborava l'idea di biopotere come apparato politico ed epistemologico;Foucault-affermava-viviamo ormai all'incrocio tra il tecnologico e il corporeo,da cio la Braidotti ne dedusse che il mondo cyber superava le aspettative di Foucault, in quanto la tecnologia ormai è utilizzata ovunque: per combattere i segni del tempo, per la fecondazione, la riproduzione umana; cambia il modo di comunicazione dei media, ecc.. Però tutta questa digitalizzazione fa cambiare il nostro modo di vedere il mondo. In quest’epoca così tecnologizzata il genere umano corre il rischio di estinguersi. Secondo la Braidotti è grazie a ciò che nasce unnuovo femminismo, quello caratterizzato dai cyborg,ovvero il cyber femminismo(secondo lei non c'è n'è un altro),inoltre la differenza che ha questo nuovo movimento (cyberfemminismo)rispetto a quello precedente (femminismo), è il mezzo: il computer, che le porta ad agire in un contesto diverso: la rete, in cui le idee rimangono e si dilatano all’infinito, ciò segna una nuova fase evolutiva del genere umano, in cui le donne non possono restarne fuori; apportando anche dei cambiamenti nel campo lavorativo.Le cybergirls,sono le donne che hanno accettato questa sfida e che si ritrovano,in qualche modo,dentro le nuove tecnologie.Queste giovani neofemministe portavano alla ribalta un nuovo tipo di maschile e femminile,cioè il cyborg tecnologico.
    La tecnologia della nostra epoca consentirebbe di impiantare microchip telefonici nel corpo umano fino a renderli invisibili e del tutto adeguati al corporeo fino a non percepirli come dversi da sè.In conclusione vorrei dire che:la tecnologia è divenuta parte integrante della nostra vita,ed una sorta di rifugio soprattutto per gli adolescenti che si creano una specie
    di mondo a parte che molto spesso tende anche a farli allontanare dagli altri.
    Inoltre con l'avvento di internet e del mondo virtuale,il cyborg si è dematerializzato nel cyber-spazio,per trasformarsi in avatar,alter-ego ideato dall'uomo,ed in riferimento a ciò vorrei collegarmi anche al recente film omonimo(visionato anche in aula),che ha fatto entrare questa icona nell'immaginario comune,ma non è lo stesso tipo di avatar oggetto del nostro studio.La prima differenza è che il nostro avatar non è composto di carne ma di sola virtualità,di soli pixel,frutto dei videogames,nelle quali l'individuo può essere ricreato,sia con le caratteristiche reali che con qualche aggiunta fantasiosa.L'Avatar del film è un prodotto di laboratorio,è un clone di un ragazzo diversabile,creato in laboratorio da scienziati,mettendo
    assieme caratteristiche genetiche umana con quelle di una razza aliena.La creazione di questo avatar riesce a far vivere nel mondo virtuale ciò che il protagonista nella vita reale non poteva fare cioè camminare;infatti alla fine del film il ragazzo decide di rimanere nel suo avatar per sempre..avendo così la possibilità di una vita "normale".
    La seconda differenza tra l'avatar del film e il "nostro" avatar è che il personaggio del film non appartiene al mondo dei computer.L'avatar che citiamo invece è un alter-ego virtuale.Ha un nome e un aspetto che creiamo noi al pc,ma non lo incontreremo mai nella vita reale.La terza differenza è che:l'avatar del film è per ora irreale,per quanto ne sappiamo non è stato ancora consentito una clonazione umana,mentre il nostro per quanto virtuale e inafferrabile ,è già esistente.
    Ormai la tecnologia è diventata un qualcosa di fondamentale nella nostra società,e proprio inriferimento a ciò,vorrei concludere con la seguente citazione:

    "non passo un solo giorno senza che noi non
    utilizziamo un mezzo tecnologico"(
    LONGO)



    FONTI:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Tecnologia
    Testo:"Corpo tecnologie e disabilità" cap.2 paragrafo 1(pag.19),cap.4 paragrafo 1 e 2 (pag.49 e 50) (pag.54 e 55)
    http://it.wikipedia.org/wiki/Donna_Haraway
    Testo:"Corpo tecnologie e disabilità"cap.5 paragrafo 1,2(da pag.63 apag.72)
    Testo:"NOZIONI INTROUTTIVE DI PEDAGOGIA DELLA DISABILITà" cap.4 paragrago dall'1 al 3 (pag.55,57,60 e 61)
    Testo:"Corpo tecnologie e disabilità" cap.2 paragrafo 4 (da pag.29 a 30)

    [i][b]
    P.S.spero vada bene al 27


    Ultima modifica di Maria Carbone il Gio Giu 23, 2011 4:23 pm - modificato 5 volte.
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    SINTESI ULTIMO ESERCIZIO  - Pagina 12 Empty Sintesi Ultimo Esercizio !

    Messaggio  Alessia Belperio Mar Giu 21, 2011 3:50 pm

    Gentile Professoressa io mi sono prenotata per il pre-appello del 23 giugno (spostato al 27) con argomento principale LE DEFORMAZIONI e con sotto argomento LE DEFORMAZIONI DEL CORPO.



    Affronterò il tema dell'ALTRO,del Mostruoso, in opposizione al BELLO,e specificherò nelle diverse epoche e nell'arte l'ideale della femminilità esponendo il pensiero di AIDA RIBERO (mostra fotografica de IL CORPO IMPRIGIONATO),la deformazione come studio psico-analitico e quindi il legame mente-corpo,evidenziando il pensiero di ROSI BRAIDOTTI sul cibo che ha diversi significati,e da qui mi collegherò ai problemi alimentari come L'ANORESSIA (che abbiamo trattato anche in un precedente laboratorio,parlando di Isabelle Carò) e della BULIMIA e come siano stesso i mass media in italia che con le loro contraddizioni inducono le giovani donne e non solo,ad essere sempre di più insoddisfatti del proprio corpo.Non a caso POPPER parlava di CATTIVA MAESTRA TELEVISIONE,e di come sia importante la MEDIA LITERACY,come un nuovo modo considerare l'educazione come capacità di comunicare attraverso tutte le forme multimediali,e come sia importante la co-visione da parte dei genitori per filtrare e decodificare molti messaggi sbagliati che provengono dalla tv. Sono proprio le riviste,la radio,la tv che portano le donne ad imitare coloro che appaiono nei rotocalchi,modelle,attrici,sempre bellissime e perfette ma spesso troppo magre con una taglia 40 se non di meno..si cerca sempre di trovare dei modelli di perfezione, bellezza e salute da imitare e se questi obiettivi non vengono raggiunti ci si sente emarginati ed esclusi dalla società.Anche REMAURY E LIPOVETSKY trattano questa ''corsa alla perfezione'' nei loro libri IL GENTIL SESSO DEBOLE e LA TERZA DONNA (che approfondirò all'orale) . Ripartendo dal concetto di magrezza, e quindi in un certo senso di MOSTRUOSITà, si può affrontare il tema della donna senza curve,cioè del FEMMINILE MANCANTE e di come la già citata ROSI BRAIDOTTI parla nel suo testo MADRI MOSTRI E MACCHINE infatti ella parla di come la donna è capace di deformare il suo corpo durante la gravidanza(madre e mostro allo stesso tempo) e di come influisca anche la tecnologia, e quindi il tema della macchina creando un legame tra il femminismo e la tecnologia,giocando con l'idea di un corpo-macchina..Dal testo della Braidotti, mi collegherò poi alle diverse tipologie di tecnologie partendo da quelle INVASIVE come intromissione nel corpo e le diverse tipologie di CYBORG e quindi dal caso ORLAN e del suo corpo mutante,(da approfondire)che richiamano l'attenzione anche sulle protesi ESTETICHE,sul disprezzo del corpo e sui ''pezzi di ricambio'' affrontando le idee di POSTMAN e di GEHLEN, e delle altre tecnologie INTEGRATIVE come miglioramento (ad esempio le protesi sportive) e quelle ESTENSIVE come estensione del corpo umano fornite dai mezzi di comunicazione come l'auto e il telefono, per poi concludere con il pensiero di DONNA HARAWAY E ROSI BRAIDOTTI.




    Spero sia stata abbastanza chiara nei collegamenti essendo una sintesi ! Arrivederci
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    Messaggio  raffaela_bossa Mar Giu 21, 2011 3:56 pm

    Mi sono prenotata per il giorno 23 giugno e l'argomento che porto è: prevalenza sensoriale immagini,silenzio visivo e uditivo a confronto; ricollegandomi al laboratorio di Pystorius e Simona Atzori.
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    SINTESI ULTIMO ESERCIZIO  - Pagina 12 Empty Considerazione su salute e benessere

    Messaggio  d'ambrosio ernestina Mar Giu 21, 2011 5:08 pm

    Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per salute si intende l’essere tesi verso un equilibrio da un punto di vista fisico, spirituale, psicologico. Questo determina che la salute non riguarda solo alcune parti di una persona ma è uno stato di piena forma dell’intera persona è essenzialmente legata al funzionamento umano a tutti livelli (biologico, personale, sociale) non può essere separata dal contesto in cui la persona vive, con il quale interagisce. La malattia invece è uno stato patologico per alterazione delle funzioni di un organo o di tutto l’organismo che necessita di essere curato per ripristinare la salute precedente. L’OMS ha elaborato un definizione del concetto di disabilità multidimensionale definito ICF che sta per Classificazione Internazionale del Funzionamento della disabilità e della Salute. Secondo tale documento la disabilità è una condizione di salute derivante da un contesto sfavorevole. L’ICF è una classificazione sistemica che descrive le modifiche dello stato di salute di una persona e gli stati ad essa correlati. La disabilità viene considerata come misura delle attività e delle prestazioni che l’ambiente esterno consente di espletare. Con l’intento di prestare maggior attenzione della capacità del soggetto e delle sue possibilità di convolgimento sociale per un miglioramento della qualità della vita. Quindi la classificazione dell’ ICF non può riguardare solo un gruppo di persone ma chiunque vive un condizione di salute in un ambiente che lo ostacoli. In questo caso la disabilità non si limiti soltanto alla malattia ma si identifica con lo stato di salute. Infatti l’ ICF non classifica solo le condizioni di salute ma anche le conseguenze associate ad esse pone come centrale la qualità della vita delle persone affette da patologie. Quindi vengono presi in considerazioni non solo gli aspetti medici legati alla condizione di salute ma anche gli aspetti sociali conseguenti alla condizione di salute tenendo in considerazione anche l’influenza dell’ambiente sulla vita degli individui:la società, la famiglia, il contesto lavorativo, cioè tutti gli elementi che possono influenzare lo stato di salute e ridurre la nostra capacità di svolgere le mansioni che ci vengono richieste e porci in una situazione di difficoltà. Quindi l’ambiente nel senso ampio del termine, dal contesto familiare, alla assistenza sociosanitaria, alla scuola, alle politiche sociali inteso come fattore contestuale determinante nel definire la disabilità può essere una barriera o un facilitatore. La ricerca può produrre soluzioni tecnologiche che migliorando l’ambiente delle persone, ne diminuiscono la disabilità. Nell’ambito delle evenienze inerenti la salute sin intende per disabilità qualsiasi limitazione o perdita conseguente a menomazione della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano. È menomazione qualsiasi perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica. Nel momento in cui menomazione e disabilità causano una deformità tra l’efficienza e lo stato del soggetto e le aspettative di efficienza e di stato da parte del soggetto stesso e del gruppo a cui appartiene, si deve parlare di handicap. Nel caso dell’handicap non si può parlare di curabilità ma di intervento per il miglioramento della vita della persona. Inoltre è importante fare riferimento al concetto di Resilienza che è l’attitudine dell’individuo di reagire e far fronte a situazioni di forte disaggio, mediante l’attuazione di competenze individuali e risorse interiori.
    A riguardo posso fare vari esempi e cioè il caso di S.Aztori, che nonostante la sua disabilità è riuscita a realizzare i propri sogni. Oppure quello di Oscar Pistorius atleta sudafricano che a 11 mesi gli furono amputati gli arti inferiori a causa di una grave malformazione e che oggi corre grazie a particolari protesi in fibre di carbonio. Tali protesi rientrano nell’ambito delle tecnologie integrative e sono, un completamento di un organo o di una parte del corpo mancante. Oltre a queste tecnologie abbiamo trattato quelle estensive e invasive. Tecnologie estensive:tecnologia intesa come ampliamento del corpo(telefoni, cellulare, computer,televisione). In effetti lo sviluppo tecnologico ha portato un notevole cambiamento del rapporto tra l’essere umano e gli strumenti tecnologici.
    Tecnologia invasiva: è quando la tecnologia è intesa come invasione del corpo. Dove il corpo non è più inteso come un modello da riprodurre artificialmente (AVATAR) ma è il terreno delle nuove sperimentazioni, è la materia prima del mutamento. Quindi tali tecnologie raccontano di questo nuovo individuo che non si sdoppia digitale ma è cyborg, è impianto nel suo essere reali.


    Fonti:”Nazioni introduttive Pedagogia della disabilità”
    “Capo tecnologie e disabilità.” Floriana Briganti”.
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    Messaggio  martina esposito Mar Giu 21, 2011 5:23 pm

    ho scelto immagine del corpo perfetto:sfumature,perchè molto vicino alle tematiche che affrontiamo ogni giorno. ho fatto vari collegamenti partendo dal concetto di emarginazione,immagine della diversità in senso estetico e attraverso l arte..l idea di corpo perfetto visto attraverso anoressia e bulimia e per finire la spiegazione del concetto di ideali(secondo un pensiero di Giovanni Allevi)e di perfezione e parlando anke di deformazioni.
    prenotato al preappello del 23 giugno (spostato al 27)
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    Messaggio  Marialda D'Auria Mar Giu 21, 2011 8:28 pm

    Gentile professoressa a proposito del tema da me scelto "Riflessioni sull'artificiale" ho ritenuto importante riportare alcuni video affini all'argomento:


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    Messaggio  cristiane iodice Mer Giu 22, 2011 10:12 am

    Salve prof, l'esercizio che ho scelto da esporre per il 23 giugno è L' uomo e le tecnologie: ''IL sè digitale di Andrea Granelli''.


    TECNOLOGIE E L’UOMO

    Il sé digitale di Andrea Granelli

    Sono ormai molte le occasioni nella vita di tutti i giorni in cui è possibile soffermarsi e riflettere su come e quanto la tecnologia stiamo modificando il corpo umano e stia trasformando molte delle azioni che si eseguono quotidianamente: gli strumenti tecnologici, in uno scenario che va dai sistemi informatici alle biotecnologie, influenzano profondamente il corpo a livello psicologico, fisico, culturale.
    Anche nel testo di Granelli, Il sé digitale, l’autore - senza intrecciarsi con le disabilità - ricollega il tentativo di provvedere a superare i limiti dell’uomo con le nuove tecnologie viste come estensioni delle potenzialità umane.
    Il testo Il sé digitale si avvicina alle protesi tecnologiche, Granelli nella premessa scrive: La tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell’uomo?
    Una risposta alla domanda se la tecnologia potenzia le capacità dell’ uomo possono essere considerati anche le tecnologie integrative.
    Le tecnologie integrative sono usate come completamento di un organo o una parte del corpo mancante. Nel campo della disabilità, la tecnologia si presenta sotto forma di protesi, in particolare come integrazione di una menomazione.
    • Menomazione: qualsiasi perdita o
    anormalità a carico di strutture o
    funzioni psicologiche, fisiologiche o
    anatomiche; essa rappresenta
    l’esteriorizzazione di uno stato
    patologico e in linea di principio essa
    riflette i disturbi a livello d’organo.
    La menomazione come danno organico è una disfunzione che comporta una mancanza come non esistenza, o un cattivo funzionamento di un arto o di una parte del corpo.
    Si pensi al famoso caso dell’ atleta Pistorius.
    Oscar Pistorius è un atleta paralitico(i paralimpici sono coloro che partecipano ai giochi olimpici e che purtroppo possiedono delle disabilità fisiche o intellettive).
    Egli sin da quando aveva pochi mesi fu costretto all’ amputazione di parte delle gambe a causa di una grave malformazione degli arti inferiori. Sembra fosse destinato a non camminare nemmeno a correre. Grazie alla tecnologia avanzata è potuto diventare un grande atleta usufruendo delle flex foot piede flessibile a forma di C, composto in fibra di carbonio e talvolta da scarpe da tennis.,e grazie ad esse ha vinto molte gare. Il corpo attraverso questo genere di protesi sembra ‘’potenziarsi’. Il corpo, acquisisce nuove velocità, conquista nuovi spazi, si riversa all’ esterno e capovolge l’ esteriorità tecnica.
    Pistorius chiese di poter correre con i ‘’normodotati’’alle Olimpiadi di Pechino nel 2008, ma la sua richiesta fu respinta in quanto la commissione scientifica stabilì che un atleta con protesi ha vantaggi rispetto a coloro che non ne possiedono.
    Questa questione ha generato dibattiti in tutto il mondo. La commissione scientifica oggi, dopo tanti divieti e diverse motivazioni e indagini, ha stabilito che non rappresentano un vantaggio per le Olimpiadi.
    Senza dubbio Pistorius è stato aiutato dalle nuove scoperte tecniche che gli hanno consentito di fare progressi e riprendere a coltivare le proprie passioni, ma tutto ciò è stato possibile soprattutto grazie alla sua grande forza di volontà, alla sua determinazione. Proprio l’ accettazione non passiva della sua condizione è stata presa come punto di partenza per accettare le sfide che la vita di tutti i giorni gli pone di fronte.
    È il desiderio di correre, la volontà ferrea di realizzare questo sogno a nutrire la fiamma viva del loro essere, una fiamma che non potrà mai estinguersi, neppure di fronte alle tragedie e agli ostacoli che incontra lungo il proprio percorso.
    È un fatto noto che la tecnologia viene sviluppata per potenziare la capacità dell’uomo o per rendere meno problematici i suoi limiti o le sue debolezze.
    Le grandi invenzioni della meccanica, come pure i vestiti, la casa, le medicine, le infrastrutture viabili, i mezzi di trasporto, ma anche le innovazioni più immateriali come il moderno ordinamento giuridico o i teoremi matematici, hanno sempre cercato di soddisfare un’unica grande esigenza: poter fare di più o meglio, idealmente con minore fatica”
    La ricerca e l’innovazione tecnologica non seguono quindi solo il cammino dell’utilità; pertanto riflettere esclusivamente su come le tecnologie potenzino le capacità umane.
    Secondo Galimberti noi non possediamo completamente la tecnica, che ha sostituito la natura che ci circonda e costituisce oggi l’ ambiente nel quale viviamo. Secondo Galimberti ci comportiamo nell'ambiente-tecnica come l’uomo pre-tecnologico che agiva in vista di scopi ma la tecnica non tende a uno scopo, "funziona" e basta. Egli rivede i concetti di natura, individuo, identità, libertà, verità, senso, etica, politica, storia e religione. La tecnica è considerata come un rimedio ai limiti dell’ uomo. Inoltre Galimberti sostiene che la tecnologia è nata come rimedio all’ insufficienza bilogica.
    Secondo Heinrich Popitz - uno dei suoi principali esponenti del postumanismo egli afferma che la «tecnica non ha supplito a una mancanza biologica, al contrario ha ampliato il dominio di intervento dell’uomo, gli ha permesso nuove forme di vita.
    La tecnologia non completa l’uomo, semmai
    allarga il campo del suo operare.
    L’ importanza della tecnologia nella definizione dell’ uomo è sempre più evidente, ma fin dalla sua comparsa, la nostra specie si è ibridata con gli strumenti che costruisce:in realtà homo sapiens è sempre stato homo technologicus, simbionte di uomo e tecnologia sostiene Longo.
    Quando si riflette sui complessi rapporti tra uomo e tecnologia, si fa spesso la tacita ipotesi che si tratti di due entità distinte e separate, per quanto interagenti e , inoltre si assume che oggi l’ evoluzione dell’ uomo sia lentissima o addirittura ferma, mentre la tecnologia si sviluppa con grande rapidità. Il fenomeno davvero interessante non è tanto la tecnologia in sé, quanto il rapporto uomo- tecnologia.. Da sempre la tecnologia concorre a formare l’ essenza dell’ uomo. Secondo Longo l’ uomo è sempre stato contaminato dalla tecnologia cioè è sempre stato un homo tecnologicus è appunto un simbionte. Del resto l’ uomo è simbiosi, da sempre , non solo con i suoi strumenti ma anche con i batteri, cibi, i medicinali, le piante gli animali domestici.
    Da sempre il corpo umano è stato ampliato da strumenti e apparati che hanno esteso e moltiplicato le possibilità d’ interazione con il mondo, in senso sia conoscitivo sia operativo. Osserviamo che l’ invenzione e l’ uso degli strumenti si configura non tanto come l’ aggiunta di protesi, come una vera propria ibridazione: la protesi supplisce ad un’ abilità compromessa o perduta, mentre innestandosi nell’ uomo, ogni nuovo apparato da luogo ad un unità evolutiva di nuovo tipo.
    La prima nozione riguarda il termine IBRIDAZIONE; per comprendere questo fenomeno nel campo tecnologico occorre associare questo termine al nostro patrimonio culturale, sociale, educativo. Innanzitutto IBRIDAZIONE è intesa come una trasformazione che determina un cambiamento in un individuo o una cosa che subisce delle alterazioni; mediante questa trasformazione nasce l'ibrido ovvero un individuo generato dall'incrocio di due organismi che differiscono per più caratteri, ad esempio in natura l'ibridazione è l'incrocio tra animali la cui creatura deriva dall'incrocio di due organismi appartenenti a specie o generi differenti. Mentre l'IBRIDO TECNOLOGICO si ottiene quando vi è contaminazione tra naturale e artificiale. Oggi rispetto alle tecnologie del passato è presente una nuova caratteristica ovvero i due elementi naturale (il corpo) e artificiale (l'oggetto tecnologico), stanno contaminandosi a vicenda, dunque organi artificiali e protesi meccaniche non verranno più usati come artefatti tecnologici, ma verranno ospitati all'interno del corpo biologico diventandone parte integrante., lo stessoGAMELLI non a caso parla di corpo abitato e la stessa tecnologia rappresentata in un primo momento da mostri di metallo grandi e scuri, si trasformerà in apparecchi sempre più piccoli a volte invisibili o mutati nell'aspetto favorendo l'instaurarsi di un vero e proprio rapporto di familiarità con la nuova tecnologia, la quale si avvicina a tal punto all'uomo, al suo corpo, alle sue capacità sensoriali e cognitive da scomparire, da diventare invisibile mutando radicalmente la natura del rapporto tra uomo e artefatti, tra soggetto e oggetto. Questi artefatti che circondano ed entrano in relazione con il nostro corpo, i nostri sensi, la nostra mente diventano ESTENSIONI entrando in modo INVASIVO ed invisibile nelle cose e le rendono interattive, intelligenti, animate e pensanti. Oggi la tecnologia consente di impiantare microchip telefonici nel corpo umano fino a renderli invisibili e del tutto adeguati al corporeo tanto da non percepirli come diversi da sè.
    Infine c’è da dire che se la tecnologia viene mal impiegata essa atrofizza i nostri sensi e riduce le capacità sensoriali su cui si costituiscono le relazioni umane. Infatti atrofizzazione è molto frequente quando ad essere coinvolti sono i nostri sensi; ad esempio un utilizzo eccessivo della vista toglie rilevanza all’udito che quindi tende ad atrofizzarsi. Solo utilizzando i nostri sensi in maniera profonda , completa e soprattutto consapevole possiamo far emergere e ricostruire la vastità delle relazioni che ci fanno interagire con il mondo, poiché il tatto , la vista , il gusto , l’olfatto e l’udito sono di fatto parte di accesso tramite cui il nostro corpo riceve stimoli e nutrimento. Le tecnologie diventano così user-sensitive, che vuol dire che si arricchiscono maggiormente con l’uomo e le sue funzionalità. Cappucci nel testo il corpo teconologico, sostiene che l’essere umano si lascia invadere piacevolmente e positivamente dalle nuove proposte tecnologiche divenendo un habitat di esse. Tecnologia invasiva è intesa come un'invasione del corpo umano, in questo caso il corpo non è più un modello da riprodurre artificialmente (come per l'avatar o la realtà virtuale delle tecnologie estensive) ma il terreno delle nuove sperimentazioni è la materia prima del mutamento. Le tecnologie invasive, quindi, raccontano di questo nuovo individuo che non si sdoppia nel digitale ma è cyborg, è impiantato nel suo essere reale. Il CYBORG è quindi un essere mezzo uomo mezzo tecnologia, possiede cioè un innesto o una protesi, che sia un orecchio bionico, un braccio impiantato o un corpo nuovo e robotico. Quando si parla di cyborg diviene fondamentale citare il concetto diCIBERNETICA: essa studia il controllo e la comunicazione fra gli esseri viventi e le macchine, intende raggiungere l'ambizioso obbiettivo di creare macchine artificiali che abbiano le stesse prestazioni del cervello umano, infatti cyborg significa organismo cibernetico. Capostipite dei film riguardanti i cyborg è TERMINATOR che ha implementato il proprio corpo sostituendo pezzi difettati con elementi di robotica ma anche protesi degli arti e delle gambe a quelle del polmone artificiale.
    Secondo Naief YEHYA, esistono diverse creature artificiali le cui caratteristiche si intersecano e si confondono nella definizione di cyborg e sono:
    umanoide, androide, robot.
    Come il robot, per esempio, che è un apparato elettromeccanico relativamente autonomo in grado di assumere qualsiasi forma in funzione del suo uso,
    o l’androide, che può essere un robot antropomorfico privo di elementi organici,
    o ancora un umanoide, fabbricato tecnologicamente a partire dai diversi elementi, fra cui sostanze organiche. La differenza tra il cyborg e l’androide sta nella quantità di parti tecnologiche e organiche e, in certi casi, umane”

    L'androide è un essere artificiale, un robot, con sembianze umane (il termine deriva dal greco anèr, andròs, "uomo", e quindi può essere tradotto "a forma d'uomo") presente soprattutto nell'immaginario fantascientifico. In taluni casi l'androide può risultare indistinguibile dall'essere umano. Differisce dal cyborg, il quale è costituito da parti biologiche oltre che artificiali.
    Infine la TECNOLOGIA ESTENSIVA è intesa come ampliamento del corpo, essa quindi entra in relazione con il corpo quando rappresenta un'estensione delle sue capacità "naturali" sia in senso astratto che fisico; tutti gli oggetti di uso quotidiano dal telecomando al telefono cellulare, rappresentano infatti "dei prolungamenti" del corpo biologico e delle sue capacità.

    Così la tecnologia aiuta a vivere meglio?

    La tecnologia sta rivoluzionando il mondo e sta condizionando la vita di molte persone.
    A causa della tecnologia si stanno perdendo anche le tradizioni, come leggere o andarte in biblioteca. Ma è anche vero che le tecnologie aiutano a contribuire al miglioramento della vita di persone con disabilità .Il film che prendo in considerazione per mettere in evidenza che le tecnologie aiutano a vivere e comunicare è ‘’LO SCAFANDRO E LA FARFALLA’’.
    "Ha voglia di dire qualcosa alle persone che si muovono?"
    "Continuate. Ma fate attenzione a non essere divorati dalla vostra agitazione. Anche l'immobilità è fonte di gioia."

    In questa frase di Jean-Dominique Bauby sta forse l'essenza del suo libro. Un libro scritto con la passione e la determinazione di chi scrivere non può più e non può più fare nulla di ciò che la vita gli ha permesso di fare per quarantaquattro anni.
    Redattore capo della prestigiosa rivista francese "Elle", Bauby è colpito improvvisamente da quella che i medici chiamano "locked-in syndrome" (un ictus che immobilizza il corpo lasciando lucida e perfettamente consapevole la mente): una sindrome rara ed estremamente grave che lo getta in un coma profondo da cui esce dopo molti giorni completamente paralizzato. Dopo l'impatto traumatico iniziale con questa nuova realtà, Bauby riprende con gran fatica le comunicazioni con il mondo esterno. L'unica parte del suo corpo ancora "dominabile" è una palpebra, quella dell'occhio sinistro. E con quella crea un sistema di comunicazione anche complesso, un codice alfabetico che gli permette di trasmettere i suoi pensieri a chi gli sta vicino. Con l'uso di questo codice Bauby detta il suo libro a una redattrice del suo editore, Claude Mendibil, che pazientemente annota, rilegge, riscrive insieme a lui.
    Lo scafandro non ha impedito alla farfalla di uscire, di comunicare, di ricordare la vita vissuta (sempre più lontana e indistinta, quasi come un sogno) e immaginare un ipotetico futuro, di raccontare le sue sensazioni, le sue disperazioni ma anche le aspettative, le speranze e i rari momenti di felicità.
    In questo film rientra il tema della resilienza , connetterla alla disabilità riporta al significato di affrontare e superare situazioni dolorose e di disagio esistenziale. Si parla anche di una capacità di adattamento passivo , ossia la possibilità di riuscire ad accettare le situazioni che non possiamo cambiare, senza continuare a valutare negativamente bensì imparando da esse. Come nel caso di PISTORIUS il quale ha accettato la sua situazione. Si evidenzia inoltre in questo film che le tecnologie non bastano, se non si istaura una relazione con il disabile, l’educatore deve prendere in considerazione la diversa situazione e mettere a tal proposito in atto programmi specifici per far emergere le doti del disabile. Bisogna mettere il disabile su un piano di pari opportunità con i normodotati. Costruire la relazione è un obiettivo di primaria importanza che richiede tempo e l’impegno dei soggetti in causa.
    L'atteggiamento della gente comune nei confronti della disabilità e delle persone portatrici di handicap, è il più delle volte improntato a una pietà inferiorizzante e a un compatimento quasi offensivo.

    1. Secondo la Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute(ICF),la disabilità è una condizione di salute derivata da un contesto sfavorevole.

    L' ICF è una classificazione sistematica che descrive le modifiche dello stato di salute di una persona e gli stati ad essa correlati.
    La disabilità viene considerata come una misura attiva delle prestazioni che l’ ambiente esterno, consente di espletare, non piu soltanto una condizione soggettiva o come una caratteristica propria della persona.
    L’ ICF non classifica solo le condizionu di salute malattie, disordini o traumi, bensì le conseguenze associate alle condizioni di salute e pone come centrale la qualità della vita delle persone affette da una patologia permette quindi di evidenziare come coinvolgono la loro condizione e come sia possibile migliorarla affinché possono contare su un esistenza produttiva e serena.
    L’ ICF è stata introdotta perché l’ informazioni che vengono date dalle diagnosi medica, seppure importanti, non erano giudicate sufficienti per avere un reale quadro funzionale della persona, vale a dore cosa quella persona è in grado di fare e quali sono invece le attività nelle quali ha difficoltà.
    L’ICF rappresenta uno strumento importante per gli operatori del campo sanitario e dei settori della sicurezza sociale, delle associazioni, dell’ istruzione , dell’ economia e del lavoro.
    Adottarlo si accetterà il diritto delle persone con disabilità ad essere parte naturale della sociazione stessa.
    Chi ha qualche menomazione, invece, ha la stessa dignità umana dei cosiddetti normali e ha diritto al massimo rispetto e considerazione.
    Anzi, succede spesso che sia propria la persona con handicap a sviluppare un'umanità più ricca, una consapevolezza di sé e del mondo circostante più profonda, un atteggiamento verso la vita più giusto ed equilibrato.
    Io appartengo a quella categoria di persone che ritiene la sofferenza non soltanto un'insensatezza, un fastidioso e ingiusto ostacolo alla realizzazione dei nostri obiettivi vitali, una vergogna da negare e nascondere alla vista nostra e degli altri. Certo, la sofferenza forse è molto di tutto questo, ma è sicuramente anche di più. È un pungolo, una spina nella carne, che induce noi e gli altri a interrogarci sul significato dell'esistere.
    Va detto che la nostra società, purtroppo, non favorisce l'integrazione dei disabili. Pregiudizi, limitazioni strutturali, barriere architettoniche impediscono ancora a troppi disabili un'esistenza che sarebbe altrimenti soddisfacente.
    Si impedisce loro di guadagnarsi da vivere col frutto delle loro competenze. Si limita la loro mobilità e visibilità.
    Le barriere più tenaci, le catene più forti sono naturalmente quelle di carattere psicologico e mentale. Un disabile, è un essere umano, un nostro fratello, con cui condividiamo lo stesso destino. Molti disabili sono in grado di dare agli altri moltissimo, non soltanto in termini di competenza professionale, di efficienza produttiva, ma di umanità, di genuinità, di calore umano. Come nel caso di Adele ha un cuore che batte vive, come scrissi un mio pensiero in un commento sulla lezione virtuale “io esisto, io vivo.,” questa donna è la nostra maestra di vita, poiché nella vita le difficoltà sono ben altro, questa donna vive e lotta ancora per essere accettata in una società che se ne dimentica lasciandola in un cantuccio a fare niente.









    FONTI: CORPO TECNOLOGIE E DISABILTA.Floriana Briganti.
    nozioni introduttivi di pedagogia della disabilià. Floriana briganti.


    Ultima modifica di cristiane iodice il Ven Giu 24, 2011 12:46 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  cristiane iodice Mer Giu 22, 2011 10:19 am

    cristiane iodice ha scritto:
    cristiane iodice ha scritto:Salve prof, l'esercizio che ho scelto da esporre per il 23 giugno è L' uomo e le tecnologie: ''IL sè digitale di Andrea Granelli'', poi mi collego con PISTORIUS.Riferimento: Giuseppe Longo nel suo Homo technologicus.E MI COLLEGO ALL'IBRIDO TECNOLOGICO.
    LABORATORIO ''FILM LO SCAFANDRO E LA FARFALLA''.

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    Messaggio  Chiara Catalini Mer Giu 22, 2011 10:47 am

    L'argomento che ho scelto è "Deformazioni" parlando in particolare di Remaury.
    Tra i recenti artisti di deformazione del corpo c'è Botero noto per l'insolita dilatazione dei suoi soggetti. Diffusori di ideologie sono i mass media che negli anni '60 hanno diffuso il mito di twiggy. Pertanto occorre la "media literacy" che funge da mediatore tra le due realtà, così come afferma Karl Popper. Ciò può essere associato ad una delle tre tecnologie, quella estensiva teorizzata da Borges, Andreoli e McLhuhan. Dal diffondersi inarrestabile delle nuove tecnologie si parla di corpo scomparso, in particolare di Cyborg (tecnologia invasiva). Altro tipo di tecnologia è quella integrativa (es. Pistorius). Ciò rimanda al termine "disabilità" da non confondere con l'handicap. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto una classificazione delle malattie (ICD, ICIDH, ICF). Sul tema della disabilità si esprime anche Anna Maria Murdaca in particolare nel suo testo "Complessità della persona e disabilità". I laboratori di riferimento sono quelli su Simona Atzori, sull'Avatar e su Pistorius.
    Questa è una sintesi del mio percorso d'esame che dovrei sostenere il 27 giugno.
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    Messaggio  federica carandente Mer Giu 22, 2011 12:36 pm

    Ho già inserito la sintesi del tema che tratterò (ausili), poichè il giorno dell'esame non presenterò un lavoro multimediale mi è sembrato interessante proporre questo video. Trattasi di una classe 2.0, un nuovo progetto multimediale che utilizza gli ausili informatici. In questo video viene messo in evidenza dagli stessi alunni della classe 2.0 di Favignana come il computer aumenti l'interesse dei ragazzi. La motivazione è considerata, infatti, un punto di forza del computer dallo stesso Fogarolo nel suo scritto "Il computer di sostegno. Ausili informatici a scuola".
    Tuttavia anche dagli insegnanti del progetto classi 2.0,come nel testo di Fogarolo viene messo in evidenza che il computer non un è semplice strumento da utilizzare per i ragazzi per quanto riguarda l'apprendimento, in quanto richiede una mediazione a livello operativo motorio e senso-percettivo.

    https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=YqBwnfRDC4Y
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    Messaggio  111000295 Mer Giu 22, 2011 5:56 pm

    salve prof io dovevo venire al preappello del ventitrè ma è stato spostato al ventisette sono giousi circiello stefania il mio argomento è il corpo protesico con i vari laboratori in più collegamento molto approfondito con le varie tecnologie


    circiello giusi
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    Messaggio  enza bernardo Mer Giu 22, 2011 7:23 pm

    Salve prof. questo è l'esercizio che ho scelto di esporre per lunedì 27 giugno.

    Le tecnologie e l'uomo
    Uomo e tecnologia sembra essere un binomio al quanto consolidato,in quanto l'importanza della tecnologia nella definizione dell'uomo è sempre più evidente.
    Evoluzione biologica ed evoluzione tecnologica si sono intrecciate in un'evoluzione"biotecnologica" in cui sono all'opera meccanismi darwiniani e meccanismi lamarckiani.
    Tra uomo e tecnologia non c'è distinzione netta,perchè da sempre la tecnologia concorre, a formare l'essere umano,infatti uomo e tecnologia si può considerare una simbiosi,come l'uomo fa la tecnologia cosi la tecnologia fa l'uomo."Il corpo nella sua totalità psicologica,fisica,biologica si lascia invadere piacevolmente e positivamente dalle nuove proposte tecnologiche contemporanee divenendo un habitat di esse",ciò lo sostiene CAPUCCI nel testo "IL CORPO TECNOLOGICO".
    STELARC (ripreso anche da CAPUCCI)pensa che il corpo umano risulta obsoleto,auspica ad un corpo completamente sostituito da una macchina.
    Questo autore ci parla di un corpo incapace di soddisfare le nostre aspettative,e le nuove tecnologie sembrano essere supporti fondamentali per queste idee.
    Sono molte le occasioni nella vita di tutti i giorni in cui è possibile soffermarsi a riflettere su come e quanto la tecnologia stia modificando il corpo umano e stia trasformando molte delle nostre azioni che si eseguono quotidianamente.
    Anche GRANELLI nel testo "IL SE' DIGITALE" ci parla delle tecnologie e l'uomo e sostiene che la tecnologia viene sviluppata per potenziare le capacità dell'uomo o per rendere meno problematici i suoi limiti o le sue debolezze.
    Si possono distinguere tre tipi di tecnologie:integrative,estensive ed invasive.
    -TECNOLOGIE INTEGRATIVE sono usate come completamento di un organo o una parte del corpo mancante.
    Nel campo della disabilità,la tecnologia si presenta sotto forma di protesi,in particolare come integrazione di una menomazione.
    Poniamo attenzione ad OSCAR PISTORIUS un atleta che pur non avendo gli arti inferiori è divenuto uno dei corritori più veloci al mondo,e ciò grazie a delle protesi chiamate flex foot,piede flessibile a forma di "C",composta in fibra di carbonio. Con queste protesi Pistorius chiese di partecipare alle olimpiadi di Pechino 2008 nella categoria dei normodotati,ma la sua richista fu respinta ,in quanto la commissione stabilì che le protesi sarebbero state un vantaggio rispetto a coloro che non le possiedono.Questione che ha generato dibattiti in tutto il mondo.
    La commissione oggi,dopo tanti divieti e diverse motivazioni,ha stabilito che le protesi non rappresentano un vantaggio per le olimpiadi.
    In questo caso la tecnologia utilizzata da Pistorius è usata per correggere gravi difetti fisici,quindi è integrazione,nel senso che integra una parte del corpo mancante o menomazione.
    Le tecnologie integrative aiutano a superare tutti gli ostacoli e le barriere di una persona disabile.
    Questione questa affrontata durante il corso,portataci alla luce da ADELE,una ragazza disabile che raccontando la sua esperienza ha fatto notare quanti ostacoli e barriere architettoniche ha da affrontare ogni giorno.
    Per barriere architettoniche si definiscono gli ostacoli fisici,ovvero tutto ciò che impedisce alle persone di muoversi liberamente e in modo autonomo.
    Ogni disabile ha una sua storia,e come tale va rispettato,quindi si pensa ad una società che supera i limiti perchè questa spesso trascura i disabili.
    Il disabile in società è visto come diverso quindi fuori dagli schemi della normalità,non sono ancora accettati del tutto dalla società perchè vengono messi in secondo piano quando invece dovrebbero essere valorizzati,come sostiene la MURDACA secondo cui l'obbiettivo è quello dii valorizzare la persona umana con il rispetto delle differenze e delle identità.
    L'integrazione è un processo continuo,non è un punto d'arrivo,una continua ricerca di soluzioni,strategie idonee da adottare per preservare i diritti dei disabili,in particolare il diritto di uguaglianza e delle pari opportunità della legge 48 del 1996.
    Qundi si deve rimodulare una visione,la logica della disabilità e la stessa del linguaggio deve essere plurisequenziale,valutare tutto.
    Molto importante è il tema della cura,rendere il soggetto autonomo,non curarlo medicamente,la CURA EDUCATIVA va intesa come "atto di umana comprensione" aiutarli ad accettarsi e convivere con la propria specialità,aiutarli quindi a prendersi cura di sè.
    La MURDACA sostiene che ci troviamo difronte ad un "PARADIGMA DEL BENESSERE",perchè l'esperienza biografica può modificarsi di continuo.
    Quindi tornando al punto di partenza si può dire che le tecnologie integrative aiutano a superare gli ostacoli e le barriere di una persona disabile,aiutandola a non sentirsi mai inferiore e libera di percorrere una strada serena.
    Ciò mi conduce al concetto di RESILIENZA,che è l'attitudine dell'individuo di reagire e far fronte a situazioni di forte disagio.
    Infatti NIETZSCHE afferma che "bisogna avere il caos dentro per generare una stella danzante".
    Il concetto RESILIENZA lo si nota fermamente in SIMONA ATZORI,una danzatrice,pittrice e madre straordinaria,che pur essendo una donna disabile,in quanto nata senza arti superiori,riesce ad amare ,sorridere ed essere felice,facendo del suo handicap il proprio punto di forza,infatti ringrazia Dio per essere nata così perchè diversamente non avrebbe dato il meglio di sè.Con grinta sostiene che bisogna sorridere per vivere,per non lasciar vedere agli altri limiti che non esistono,infatti Simona dice che "I limiti stanno negli occhi di chi guarda ".
    Ciò mi ricorda una frase di DAVID HUM in quanto dice che "La bellezza delle cose sta negli occhi di chi le osserva".
    Giunta al punto posso ora parlare delle tecnologie estensive.
    -LE TECNOLOGIE ESTENSIVE intese come ampliamento del corpo e della memoria,il mettere in comunicazione due o più persone anche se a miglia di distanza ,funge da protesi per l'uomo del terzo millennio.
    Come sostiene MC LUHAN,uno studioso della comunicazione di massa,che ci parla di un villaggio globale,inteso come un mondo piccolo,ridotto a tal punto da prendere le dimensioni di un villaggio,assumendo gli stessi comportamenti,praticamente annullare le distanze ,e far si che queste nuove forme di comunicazione trasformano il globo,in quanto le informazioni passano da una parte all'altra del mondo,con facilità e tutto istantaneamente.
    La sua frase più nota è "il mezzo è il messaggio".
    Quindi TECNOLOGIE COME ESTENSIONE DEI NOSTRI SENSI.
    (come giustamente ci ricorda la DE RUGGIERI,anche il telefonino funge da protesi,mettere in comunicazione due persone fisicamente lontane,che senza questo strumento sarebbero impossibilitate di parlare e trasmettersi informazioni.)
    Infatti LONGO dice "non passa un solo giorno che noi non utilizziamo un mezzo tecnologico".
    Infine abbiamo le TECNOLOGIE INVASIVE,intese come un invasione del corpo umano,fusione quindi tra uomo e tecnologia,l'individuo è CYBORG, proprio come lo definisce CARONIA nel suo saggio sull'uomo artificiale.
    CYBORG inteso come l'essenza dell'invasione :un essere mezzo uomo mezzo tecnologia,possiede cioè un innesto o una protesi,che sia un orecchio bionico,un braccio impiantato o un corpo "nuovo" e robotico.
    Infatti anche una persona dotata di pacemaker potrebbe già corrispondere alla definizione di cyborg.
    Concludo con una citazione della HARAWAY, secondo la quale il desiderio di migliorare ciò che la natura ha determinato, sarebbe alle origini stesse della cultura.

    FONTI
    Nozioni introduttive di pedagogia della disabilità,FLORIANA BRIGANTI
    Corpo,tecnologie e disabilità,FLORIANA BRIGANTI
    informazioni da internet


    Ultima modifica di enza bernardo il Ven Giu 24, 2011 5:01 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  enza bernardo Mer Giu 22, 2011 7:28 pm

    volevo precisare le FONTI:
    nozioni introduttive di pedagogia della disabilità,di FLORIANA BRIGANTI.
    Corpo,tecnologie e disabilità, di FLORIANA BRIGANTI.
    informazioni da internet.
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    Messaggio  amalia giordano Gio Giu 23, 2011 7:59 am

    salve professoressa mi sono prenotata per il 29 giugno, l'argomento che ho scelto è DEFORMAZIONI DEL CORPO NELL'ARTE , tratterò la body art e la cyberart...estendendo il mio pensiero agli ideali di bellezza femminile di ieri e di oggi ,come laboratorio scelgo quello sul'avatar e quello svolto in gruppo immagini e diversità in riferimento a Botero....spero che vada bene in caso contrario aspetto un suo consiglio....buona giornata
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    Messaggio  vera.panico Gio Giu 23, 2011 8:02 am

    salve prof siccome mi si è rotto il compiuter e sto usando quello di mio cugino...non ho potuto prenotare la data del 21 giugno..va bene se mi prenoto per il 5 luglio e faccio comunque l'esame il giorno 28 giugno....aspetto una vostra risp...... Very Happy
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    Messaggio  mariarosaria ranieri Gio Giu 23, 2011 9:00 am

    buongiorno prof. l'argomento che vorrei portare del libro nozioni introduttive il quinto capitolo, specificamente l'alimentazione e mass media in italia,l'immagine del corpo,la moda, il caso twiggy,il cibo e la bellezza...e in più aggiungere del materiale didattico su Rosi Braidotti....vorrei sapere se va bene... grazie Smile
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    Messaggio  carolina_iacuaniello Gio Giu 23, 2011 3:21 pm

    mi sono prenotata nel giorno 23 giugno, rimandato al 27, riporto l'argomento di cui intendo trattare LE TECNOLOGIE E L'UOMO: GRANELLI.
    Partirò dalla spiegazione del testo IL SE DIGITALE di Andrea Granelli,esperto di tecnologie e design, che non collegandosi direttamente alla disabilità, collega il superamento dei limiti umani attraverso l'uso delle tecnologie. Riferendomi al laboratorio della domotica. Mi collegherò alla digital activity, per arrivare a trattare dell'uso del web nella vita dei soggetti, fino a considerare l'AVATAR nella sua dimensione virtuale e nel rischio che comporta di una vita alternativa (pericolo del doppio). L'artificializzazione dell'ambiente modifica anche la natura umana, si parla di cyborg e ibrido tecnologico. A riguardo parlerò delle considerazione e del testo MANIFESTO CYBORG di Donna Haraway, della nascita del cyberfemminismo che si differenzia dal femminismo per il mezzo usato, cioè il computer. Toccando l'evoluzione artistica delle cyberart in opposizione alla bodyart. Concluderò con i riferimenti ai tre tipi di tecnologie: estensive, invasive, integrative.

    grazie
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    Messaggio  fabianaspena Ven Giu 24, 2011 10:07 am

    Salve mi sono prenotata per il 29 giugno, l’argomento che ho scelto è
    L’alimentazione e mass media in Italia del libro Nozioni introduttive di Pedagogia della disabilità, collegandomi a Rosi Braidotti, Elsa Morante, Karl Popper, John Condry e Papa Wojtyla e qui allego un articolo di un giornale dove appunto collega Karl Popper con il Papa
    Link articolo di giornale
    http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:Ss47uYOnqy0J:www.expofairs.com/prisma/076/pagina_003.pdf+articolo+di+giornale+sulla+cattiva+maestra+televisione+karl+popper&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESjEEujUxWNV9Yr5qMKfrTff8hwLOb5wKGU9nu4-XeI2a4N8-QpIIc80jxWS_prRAaALHVJLEq7E4vSVxCCgyp9aus7o9zi8e8JHDeRVdA5ENin0Ey6Agsuwh3v1FtrfUFdNJgLy&sig=AHIEtbQuhHh3_QAZwPhiNSKj5B1L7c4CmQ
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    Messaggio  RosannaPepe Ven Giu 24, 2011 2:12 pm

    ROSANNA PEPE esercizio da esporre il 28 giugno

    L'argomento che ho scelto è: le tecnologie estensive e gli studiosi che hanno affrontato questo tema, la CMC, la Digital Activity e quindi la dematerializzazione collegandomi a Maldonado con il suo reale e virtuale, Sandy Stone e Caronia, la Net Addiction, in fine collegamento all alimentazione influenzata dai mass media.
    Mi collegerò a due dei laboratori avatar e immagini diversità.

    Fonti libri di testo corpo tecnologie e disabilità,e libro nozioni introduttive di pedagogia della disabilità informazioni da internet.


    SINTESI:Il nostro studio è incentrato sul legame che c'è tra corpo, disabilità e tecnologie.
    Le tecnologie si dividono in tre tipi:integrative,invasive, estensive, mentre la tecnologia integrativa è un completamento del corpo e la tecnologia invasiva è un intomissione del corpo, la tecnologia estensiva è un ampliamento del corpo, molti sono i personaggi che hanno studiato come i media e le tecnologie hanno influenzato e cambiato noi e la società, tra questi ricordiamo McLuhan, Andreoli, Postman etc...
    Lo studioso di mezzi di comunicazione di massa Herbert Marshall McLuhan ritiene che ogni tecnologia o invenzione è un auto-amputazione del nostro corpo che impone nuovi rappori o equilibri fra gli altri organi e le altre estensioni del corpo. Egli ipotizza un uso ragionato o adeguato deli media.
    Invece per Vittorio Andreoli prima l' auto e poi il telefono sono estensioni, lui dice che "le nuove tecnologie,apparecchi, telefoni cellulari moltiplicano le nostre capacità uditive e di memoria" e quindi estendono appunto le nostre capacità.
    Le nuove tecnologie sono ormai parte di noi,"il villaggio globale" ormai è diventato una realtà,molte di queste tecnologie e meccanismi come automobili, telefoni, computer, chat, e-mail sono diventati molto facili da utilizzare e quindi parte di noi e a volte automatici.
    Molti fenomeni sono dovuti all'incessante incremento di invenzioni tecnologiche e sono: la CMC ovvero la comunicazione mediata dal computere, si dividono in sincrone cioè in tempo reale e asincrone cioè in tempo differito tra questi troviamo gli SMS che sono una via di mezzo tra scrittura e oralità con contenuti molto sintetizzati. Altro fenomeno è quello della Digital Activiti ovvero l' attività dell' utilizzo delle dita della mano per usufruire di mezzi tecnologici fino a renderli parte di noi.
    Con la nascita di internet e a sua volta del virtuale ci si ritrova a parlare sempre più spesso di avatar che è un personaggio immaginario creato da noi che ci sostituisce nel mondo virtuale come nei video games, l'avatar è pura virtualità. MI collegherò al laboratorio Avatar ed ai perché l'avatar che studiamo noi è diverso da quello propostoci dal film.
    Oggi la questione tra reale e virtuale sta aprendo molti interrogativi uno di questi è la presenza-assenza corporale nel virtuale e quindi l'interrogativo sulla dematerializzazione a cui ci da qualche risposta Maldonado.
    Tomas Maldonado nel testo "reale e virtuale" afferma che pian piano stiamo arrivando ad una inevitabile dematerializzazione e di tale cambiamento è responsabile la scienza contemporanea.
    Invece l'idea di raggiungimento di invisibilità da parte del soggetto e del corpo che trova campo fertile nel virtuale è il fenomeno studiato da Sandy Stone.
    L'identità senza corpo nel virtuale provoca una divisione, si possono avere due corpi uno fisico ed uno virtuale che rappresenta noi in rete, questi corpi vengono chiamati da Antonio Caronia tagged and tracked, per lo studioso il corpo nel virtuale diventa disseminato cioè senza più centro.
    Caronia crede che è come se ci fossero tre processi:
    1)processo di replica, corpo replicato
    2)processo di invasione, corpo invaso
    3)processo di disseminazione, corpo disseminato
    Quest idea di Caronia è molto vicina al nostro studio e alle nostre tre tipologie di tecnologie integrativa/invasiva/estensiva.
    Tra le estensioni del corpo-tecnologia scaturisce un fenomeno nato in America chiamato Net Addiction cioè la dipendenza dalla rete e i rischi ad essa correlati.
    In fine parlando di tecnologie e quindi di vita digitale che ci influenza vorrei collegarmi al tema di bellezza a tutti i costi che ci viene trasmesso da mass media (pubblicità, riviste...) secondo il quale l'essere magri corrisponde ad essere belli, mentre essere in carne corrisponde all' essere brutti. Molte volte quest' idea porta a vere e proprie malattie come anoressia,bulimia e obesità.
    Mi collego al laboratorio immagini diversità da me scelto (Isabelle Caro e la ballerina di Botero).

    Chiudo citando un' aforisma di Borges che esprime in pieno i ruoli che hanno gli oggetti come estensioni del nostro corpo: "Fra i diversi strumenti dell' uomo, il più stupefacente è senza dubbio il libro. Gli altri sono estensioni del suo corpo. Il microscopio, il telescopio, sono estensioni della sua vista; il telefono è estensione della voce; poi ci sono l'aratro e la spada, estensioni del suo braccio. Ma il libro è un'altra cosa:il libro è un estensione della memoria e dell'immaginazione".


    Ultima modifica di RosannaPepe il Dom Giu 26, 2011 11:19 am - modificato 1 volta.
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    SINTESI ULTIMO ESERCIZIO  - Pagina 12 Empty Re: SINTESI ULTIMO ESERCIZIO

    Messaggio  Francesca Basile Ven Giu 24, 2011 5:39 pm

    L'argomento che ho scelto di portare è "Deformazioni" collegandomi all'idea del bello e del brutto nell'arte, al rapporto mente corpo facendo riferimento a Rosi Braidotti e ai mass media.

    Il corpo con le sue deformazioni è stato oggetto di studio da parte di molti studiosi. Per poter comprendere il deforme dobbiamo recuperare l'idea del bello e del brutto soprattutto nell'arte. Nella tradizione greca per Platone il brutto era un non-essere, per Policleto al brutto mancavano le giuste proporzioni. Infatti l'ideale della femminilità greco romano valorizzava le curve dei fianchi e le proporzioni tra la parte superiore del corpo mentre nel nudo gotico la curva principale era quella del bacino, i seni ridotti ed era evidente una sproporzione tra la parte superiore ed inferiore del corpo.Ciò che caratterizza una statua neoplatonica è la grazia mentre nella religione cristiana il brutto veniva riscattato perchè Dio discendeva, si degradava, si umiliava proprio nel farsi uomo. Nell'età moderna si scopriva che la bellezza non era misurabile, il brutto veniva recepito come qualcosa che esisteva in natura, come l'esistenza di animali belli o brutti ma velenosi per cui la creazione veniva vista come qualcosa di misterioso che mescolava il bene nel male. Nell'ottocento l'arte si presentava come caduta nel quotidiano fino a diventare mostruosità. A dimostrarlo furono Hugo e Baudelaire i quali vedevano l'arte e la bellezza mescolarsi tra le cose del mondo mentre la società andava scoprire i suoi aspetti più terribili e impresentabili. Tutta l'arte moderna produceva opere in cui dominava la deformazione delle figure, le dissonanze, frasi assurde nelle quali il brutto era diventato la vera bellezza perchè il bello non era problematico e non suscitava nessuna emozione estetica, il brutto invece aveva un valore catartico e pedagogico. L'arte è sta molto influenzata anche dall'avvento della rete internet che ha portato alla smaterializzazione dell'arte stessa in quanto lo spettatore non si confronta realmente con l'opera che viene sostituita da un immagine riprodotta e di conseguenza l'opera perde spessore corpo e materia.
    In molti hanno pensato anche ad un collegamento MENTE e CORPO. Rosi Braidotti collega il corpo a qualcosa di immateriale presentandoci il cibo da diverse prospettive: il cibo come gioia come pathos, come disordine alimentare che determina problemi con il proprio corpo come anoressia e bulimia. Infatti durante una lezione del laboratorio dove la prof. ci presentò alcune immagini sulla diversità quella che più catturò lamia attenzione fu l'immagine di Oliviero Toscani " NO ANOREXIA" che ritraeva l'immagine di Isabella Caro una ragazza anoressica un immagine molto forte ma colma di significato in quanto voleva dimostrare fino a che punto questa malattia possa essere pericolosa fino a condurre alla morte, ma quello che più mi ha colpita è la frase che Isabella rilascia in un' intervista. "la vita anche se dolorosa vale la pena di essere vissuta". Secondo la Braidotti il problema di fondo che colpisce i due lati del mondo e che si muore per la stessa malattia: LA FAME sia per eccesso che per mancanza.
    Un ruolo fondamentale lo rivestono i mass-media che da un lato cercano di ovviare alle cattive abitudini alimentari, dall'altro favoriscono con campagne pubblicitarie esattamente queste patologie. Figura fondamentale è quella del mediatore che ha il compito di aiutare gli utenti a gestire e distinguere il mondo reale da quello virtuale. La televisione infatti rischia di compromettere le abitudini culinarie degli italiani i telespettatori sono spinti a provare gli stessi cibi consigliati dalla televisione non rendendosi conto che la realtà proposta da piccolo schermo è diversa dal quotidiano.Karl Popper nel testo CATTIVA MAESTRA TELEVISIONE metteva in risalto l'esigenza di una patente per fare televisione e di una mediazione adulto bambino nel filtrare i contenuti soprattutto in fase prescolare. I giovani sono il bersaglio più facile da colpire in quanto tendono ad imitare gli stili di vita e i comportamenti proposti da trasmissioni televisive. Si è parlato di DIETA MEDIALE ovvero insegnare che la tv non è il semplice modo per riempire il tempo libero ma esistono altre attività come leggere, e praticare sport. Il conflitto tra cultura e mass-media colpisce soprattutto le donne sempre più insoddisfatte della propria immagine corporea, per noi donne l'obiettivo principale e la bellezza, la magrezza, il successo e il benessere il grasso e segno di debolezza. REMAURY nel "GENTIL SESSO DEBOLE" afferma che noi siamo orientati verso una sola cosa : LA PERFEZIONE ed abbiamo un triplice obiettivo :GIOVINEZZA, BELLEZZA, SALUTE. ORLAN invece dimostra che la bellezza può assumere sembianze che non sono considerate canonicamente belle infatti ella si è fatta impiantare artificialmente sulla fronte due bernoccoli come segno di lotta con gli attuali canoni estetici affinchè si parli di un nuovo corpo: IL CORPO MUTANTE. In realtà quello che più conta in tutto ciò e che noi dovremmo avere l'abilità a distinguere e comprendere l'essere umano nella sua complessità e nella sua dissonanza.
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    Messaggio  Laura Loina Ven Giu 24, 2011 6:50 pm

    ARGOMENTO SU SALUTE E BENESSERE per il preappello del 28 giugno
    Argomenti trattati:Manuale di classificazione ICF,Par.4 del libro Nozioni,Lab.su immagini diversità,Cap.5 del libro Nozioni,Par.4 del libro Tecnologie,Collegamento con le 3 tecnologie
    Il manuale di classificazione ICF è stato pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001. La sigla ICF sta per “Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute.”Secondo l’ICF la disabilità è una condizione di salute derivata da un contesto sfavorevole. È una classificazione sistematica che descrive le modifiche dello stato di salute di una persona e gli stati ad essa correlati.
    L’ICF non classifica solo condizioni di salute, malattie, disordini o traumi, bensì le conseguenze associate alle condizioni di salute e pone come centrale la qualità della vita delle persone affette da una patologia e permette di evidenziare come convivono con la loro condizione e come sia possibile migliorarla affinché possano contare su un’esistenza produttiva e serena.
    L’ICF rappresenta uno strumento importante per gli operatori del campo sanitario e dei settori della sicurezza sociale, delle assicurazioni, dell’istruzione, dell’economia, del lavoro. Adottandolo si accetterà il diritto delle persone con disabilità ad essere parte naturale della società stessa.
    La disabilità può essere una condizione temporanea,ossia:transitoria,permanente,regressiva,progressiva. Può essere anche una disposizione momentanea, dovuta ad esempio ad un incidente che causa impossibilità al movimento o impedisce le normali azioni quotidiane. La salute:
     Non riguarda solo alcune parti di una persona ma è uno stato di piena forma dell’intera persona
     È legata al funzionamento umano a tutti i livelli(biologico,personale e sociale)
     Non può essere separata dal contesto o ambiente in cui la persona vive con il quale interagisce.
    La malattia è “uno stato patologico per alterazione delle funzioni di un organo o di tutto l’organismo che necessita di essere curata per poter ripristinare la salute precedente.”
    Nel caso della disabilità non si può parlare di curabilità ma di intervento per il miglioramento della vita della persona. La disabilità costituisce una situazione permanente, irreversibile ma non per questo immodificabile: un intervento è sempre possibile.
    La classificazione dell’ICF non può riguardare solo un gruppo di persone ma chiunque vive una condizione di salute in un ambiente che la ostacola.
    In questo caso la disabilità non si limita soltanto alla malattia ma si identifica con lo stato di salute. Vengono presi in considerazione non solo gli aspetti medici legati alla presenza di una condizione di salute ma anche gli aspetti sociali conseguenti alla condizione di salute, tenendo in considerazione anche il contesto ambientale in cui vive la persona.
    Il deficit è difficilmente annullabile, in quanto situazione soggettiva, non è una malattia dalla quale si può guarire, ma è uno scompenso o una imperfezione stabile, l’handicap, invece, in quanto oggettivo e dipendente dalla situazione può essere aumentato, ridotto o anche annullato.
    A tal proposito vorrei collegarmi con il laboratorio immagini diversità durante il quale ci veniva chiesto di scegliere un’immagine e di commentarla. Quella che mi colpì maggiormente era quella riguardante l’anoressia. Ho posto l’attenzione su questo tema perché mi sono resa conto che è un problema sempre più frequente ma è necessario comprendere il perché di tale diffusione. L’anoressia si può considerare disabilità in quanto è determinata dalla somatizzazione di fattori esterni negativi come:
     L’assenza dell’autorevolezza genitoriale;
     Le attese di realizzazione dei genitori sui figli;
     Obiettivi non realizzati.
    Queste sono solo alcune cause dell’anoressia, segue lo stato di handicap che di per sé è la difficoltà che la persona con disabilità affronta nel confronto esistenziale con gli altri. Nell’anoressia è visibile il forte dimagrimento che influisce decisamente sullo stato psicologico del soggetto e quindi anche sulla sua capacità di rapportarsi e confrontarsi con l’altro..L’anoressia è sempre più frequente tra i giovani. Il motivo probabilmente è individuabile nel fatto che la società di oggi è malata, vi è una crisi di valori, una carenza di certezze che inducono i giovani ad affidarsi al temporaneo, all’emozionalità il che non favorisce la crescita stabile dell’individuo. La società di oggi è una società dell’apparire e ciò col passare del tempo ha causato delle vere e proprie patologie.
    Rosi Braidotti collega il corpo a qualcosa di immateriale. Durante il corso di Women’s Studies Eros and Pathos del 2005 presenta il cibo da diverse prospettive: il cibo come gioia, come piacere e il cibo come pathos, come disordine alimentare che determina problemi con il proprio corpo, come anoressia e bulimia.
    La rovina contemporanea è percepita da lei nel cibo visto come consumo, a causa dell’estrema opulenza delle immagini, le supermodelle diventano umane nei cartelloni pubblicitari mediatici, mentre anoressia e bulimia rappresentano il vuoto.
    Il problema che riscontra la Braidotti è che alla fine, dai due lati del mondo, si muore per la stessa malattia: la fame, per mancanza o per eccesso. Sicuramente i mass media hanno una grande influenza su questo problema ma di fondo c’è un grande controsenso. Da un lato l’eccessiva attenzione dei mass media deriva dalla volontà di ovviare alle cattive abitudini alimentari, in particolare all’obesità, all’anoressia e alla bulimia, da un altro però sono proprio i mezzi di comunicazione che favoriscono una campagna pubblicitaria che incoraggia esattamente queste patologie. La televisione fornisce un’informazione alimentare scorretta a proposito di cibo e cucina, correndo il rischio di compromettere seriamente le abitudini culinarie degli italiani. I telespettatori sono spinti a provare gli stessi cibi consigliati in televisione, non sempre rendendosi conto che la “realtà” del piccolo schermo è diversa dal quotidiano.
    Karl Popper ne parlava già nel 1994 nel testo Cattiva maestra televisione mettendo in risalto l’esigenza di una patente per fare televisione e di una mediazione adulto/bambino nel filtrare i contenuti. Numerosi sono i dibattiti su quanto la televisione influisca sul nostro modo di essere e di pensare attraverso la presentazione di stili di vita che vanno ad influenzare ragazzi in via di maturazione. Il rischio più preoccupante è che il loro rapporto con i media e con la comunicazione tecnologica li renda sempre più incapaci di rapportarsi direttamente con gli altri. La dieta mediale dovrà insegnare come l’uso della tv non sia semplicemente un modo per riempire il tempo libero. Durante la visione, i genitori devono accompagnare la comprensione dei contenuti, con la co-visione, aiutando bambini e adolescenti nella decodifica dei messaggi spesso ricchi di stereotipi sessuali o sociali. I mezzi di comunicazione,quali riviste, televisione,radio giocano un ruolo importante nei problemi legati all’immagine corporea negativa, al modo scorretto di alimentarsi . i protagonisti delle pubblicità, le modelle che compaiono sui giornali e i personaggi dello spettacolo forniscono modelli estetici spesso irrealizzabili per la maggior parte della popolazione. Il “corpo perfetto” è diventato l’ideale di riferimento ed è un modo considerato basilare per emergere nella vita. Non viene contemplato il lavoro che si cela dietro queste immagini uniformate all’insegna della magrezza, non si parla dell’esercizio fisico, delle restrizioni alimentari, delle operazioni di trucco e di fotomontaggio che portano al risultato finale. I media illudono le persone che sia possibile con un po’ di volontà raggiungere il “feroce” ideale di magrezza che loro impongono. Fatema Mernissi, nel capitolo L’harem delle donne occidentali osserva che l’occidente è vittima della taglia 42, quella perfetta per eccellenza. Quelle che non si adeguano finiscono con il sentirsi umiliate se non riescono ad entrare in questi standard.
    Giovinezza e bellezza sono le caratteristiche che una donna oggi deve continuare ad avere se vuole restare in televisione. Remaury, nel Il gentil sesso debole dice che siamo orientati e diretti verso una corsa alla perfezione, abbiamo un triplice obiettivo: giovinezza-bellezza-salute. Un corpo è considerato libero,energico e perfetto quando si svincola dalle minacce esterne ad esempio, la liberazione dalla malattia-corpo sano- dal peso -corpo magro- dal tempo –corpo giovane.
    La magrezza non è solo bellezza, basta osservare la magrezza come deforme, dal momento che le modelle anoressiche rappresentano un prototipo di bello che diventa mostruoso. La modella anoressica, come la modella Kate Moss negli anni Ottanta, è emblema della mancanza di carne, un corpo de-femminilizzato, senza le forme del corpo femminile. È il femminile mancante, deformante dalle forme dis-umane.
    Se da un lato si vuole arrivare alla bellezza distruggendo il proprio corpo, dal punto di vista tecnologico oggi ci si “costruisce” per la propria bellezza mi riferisco cioè alla tecnologia come miglioramento e quindi alle protesi estetiche .La tecnologia così viene utilizzata semplicemente per migliorare il proprio corpo esteticamente.Il disprezzo del corpo e il corpo di ricambio sono due temi che si riferiscono a quelle che chiamiamo protesi estetiche. Il disprezzo del corpo ha le sue origini molto tempo fa, risale ad alcuni temi della religione cattolica che indicavano il corpo come peccatore perché cedevole ai desideri della carne. L’uomo in quanto essere duale, cioè fatto di mente e corpo, ha un componente difettoso, il corpo, che sembrerebbe suggerire che sia potenzialmente da riparare.
    Il corpo femminile in modo particolare ha sempre subito nella storia delle manipolazioni atte alla modifica della sua corporeità per rispondere ai dettami della società e della moda: vere e proprie strategie di trasformazione corporea, come i collari per allungare il collo, le scarpe da ballerina fasciate per fare i piedi piccoli delle geisha. Il corpo dell’uomo è fragile e manchevole e deve essere aggiustato con pezzi di ricambio -esattamente come le macchine- implementato, completato dalle macchine. La tecnologia di cui fanno parte le protesi estetiche è la tecnologia integrativa ma in tutto le tecnologie sono tre:
     Tecnologie integrative
     Tecnologie estensive
     Tecnologie invasive
    Sono dette TECNOLOGIE INTEGRATIVE :
    -la tecnologia come integrazione del corpo(es.le protesi per lo sport)
    -la tecnologia come miglioramento(le protesi estetiche)
    -la tecnologia come potenziamento(le protesi chimiche)
    -la tecnologia come sostegno(il computer a scuola)
    Le tecnologie integrative sono usate come un completamento di un organo o una parte del corpo mancante. Nel campo della disabilità, la tecnologia si presenta sotto forma di protesi, in particolare come integrazione di una menomazione. Innovative le protesi che utilizzano al posto delle gambe atleti che ne sono privi. Si chiamano flex floot, piede flessibile a forma di C composto in fibra di carbonio e talvolta di scarpe da tennis. Basta pensare al famoso caso dell’atleta Pistorius. Per quanto riguarda le protesi chimiche possiamo citare l’uso di sostanze anaboliche come il doping. Oltre alle tecnologie proprio fisiche vi sono alcune forme di integrazione uomo-macchina che riguardano le potenzialità delle tecnologie a disposizione. Le tecnologie abilitanti si occupano di fornire un completamento elettronico/tecnico ad una specifica abilità. Le tecnologie sono dette abilitanti in quanto sono in grado di abilitare, nonostante la propria determinata dis-abilità, in una data azione. Si interessano di fornire a molti deficit dei completamenti, dei veri e propri prolungamenti delle proprie funzioni e del proprio corpo.
    Sono dette TECNOLOGIE ESTENSIVE le protesi immateriali:
    -la vita digitale: il telefono e l’automobile
    -il corpo virtuale
    -il corpo tecnologico
    -la questione dell’identità in rete
    -la net addiction
    La tecnologia è estensiva quando è intesa come ampliamento del corpo. Sul concetto di estensione le suggestioni provengono dal testo La vita digitale di Vittorio Andreoli nel quale l’auto e il telefono rappresentano le prime protesi tecnologiche. Il villaggio globale di McLuhan indica come con l’evoluzione dei mezzi di comunicazione, le comunicazioni sono diventate in tempo reale anche a grande distanza e come il mondo sembra diventato piccolo assumendo comportamenti tipici di un villaggio. È globale anche la comunità in cui tutti sono interconnessi all’interno di uno spazio anche se virtuale.
    Derrick de Kerckhove sostiene che il nostro cervello è capace di gestire tutte le informazioni. Egli ritiene che il villaggio globale di Mc Luhan è superato poiché oggi siamo individui globali per l’accesso alle nuove comunicazioni. Lo sviluppo della tecnologia nella nostra quotidianità ha cambiato radicalmente il rapporto tra l’essere umano e gli strumenti tecnologici. Basta pensare all’utilizzo dell’automobile l’auto,il volante e i suoi comandi da meccanismi fisici e pratici sembrano connettersi pian piano con il nostro cervello. Un altro esempio può essere l’utilizzo del telefono. Il telefono cellulare ha consentito la diffusione della comunicazione sia scritta che orale: mette in comunicazione due persone fisicamente lontane che senza quello strumento, sarebbero nell’impossibilità di parlarsi. La Comunicazione Mediata dal Computer o CMC si occupa di come le tecnologie abilitano forme di comunicazione a distanza fra gli esseri umani. Tali comunicazioni si dividono in sincrone, in tempo reale che coincidono con il tempo ma non con lo spazio (chat) e asincrone, in tempo differito ovvero tempo e spazio non coincidono(forum,blog,email).
    La vita sullo schermo di Sherry Turkle non è un libro sul computer ma sulla gente e su come il PC ci consente di ripensare a ciò che crediamo di noi stessi e ai rapporti che abbiamo con gli altri, nell’epoca di Internet. La vita sullo schermo tratta degli effetti del calcolatore sulle nostre vite ed idee. Tutti gli oggetti di uso quotidiano,dal telecomando al cellulare, rappresentano dei “prolungamenti” del corpo biologico e delle sue capacità. Con l’avvento di Internet e del mondo virtuale, si parla di avatar, un alter-ego ideato dall’uomo. Il nostro avatar non è composto di carne, ma di sola virtualità, di soli pixel digitali, frutto della realtà virtuale dei nuovi videogames o delle realtà simulate, nelle quali l’individuo può essere ricreato con le caratteristiche reali o possibili ma con qualche aggiunta fantasiosa(es.si può creare con le ali o con la capacità di saper volare). L’avatar del film è un prodotto di laboratorio che è un clone da laboratorio conseguito da un gruppo di scienziati mettendo insieme caratteristiche genetiche/DNA umane con quelle di una razza aliena. La seconda differenza dell’avatar del film con il “nostro” è che il personaggio non appartiene al mondo dei computer, l’accesso avviene tramite macchine virtuali di navigazione ma la connessione non è uomo/pc ma uomo/corteccia del clone mezzo alieno. L’avatar che citiamo invece è un personaggio di un videogioco, un nickname da chat, ha un nome che vogliamo mettergli e un aspetto che gli creiamo noi al PC,ma non lo incontreremo mai faccia a faccia. Sarà collegato a noi tramite PC ma non lo comanderemo con la corteccia cerebrale. La terza differenza è ancora più singolare:l’avatar del film è per ora irreale almeno come mezzo alieno non è stato consentito una clonazione umana, il nostro per quanto virtuale e inafferrabile è già esistente. Il fenomeno della Net Addiction è la dipendenza dal net o rete come Internet, chat, forum, email. È molto interessante questo fenomeno,il corpo si sente diviso in avatar e reale ma allo stesso tempo presenta dei difetti di collegamento che incidono molto sul comportamento, sulle percezioni e sull’analisi del reale e del virtuale.
    Sono dette TECNOLOGIE INVASIVE:
    -la tecnologia come intromissioni nel corpo(impianticaso Orlan)
    -le specifiche del cyborg
    -il cyborg per Donna Haraway, Rosi Braidotti
    La tecnologia è invasiva quando è intesa come un’invasione del corpo umano. Il termine invasione può avere notevoli varianti, perché può equivalere ad occupazione, conquista, assalto ma anche devastazione. Quando si parla di invasione, si pensa però ad un impianto. Il corpo non è più un modello da riprodurre artificialmente ma è il terreno delle nuove sperimentazioni, è la materia prima del mutamento. Quindi le tecnologie raccontano di questo nuovo individuo che non si sdoppia nel digitale, ma è cyborg, è impianto nel suo essere reale. La cibernetica intende raggiungere l’ambizioso obiettivo di creare macchine artificiali che abbiano le stesse prestazioni del cervello umano. Con la cibernetica e l’Intelligenza Artificiale subentra la possibilità che le macchine possano pensare. La macchina pensante e i corpi artificiali diventano potenzialmente raggiungibili. Il cyborg quindi come organismo che integra elementi esterni per espandere le funzioni del proprio corpo per molteplici ragioni. Si tratta di protesi di diverso tipo. Si può variare dalla protesi all’arto alla protesi al seno, ma anche il prodotto di un lavoro genetico che genera bambini nati in provetta. Esistono diverse creature artificiali le cui caratteristiche si intersecano e si confondono nella definizione di cyborg e sono: umanoide, androide e robot.
     Il termine robot suggerisce l’idea di una qualsiasi macchina in grado di svolgere più o meno indipendentemente un lavoro al posto dell’uomo.
     È detto umanoide qualsiasi oggetto o essere vivente con una forma analoga assomigliante a quella dell’essere umano.
     L’androide è un robot con sembianze umane nei movimenti e nella forma.
    Orlan si occupa di chirurgia e ibridazione del corpo, tanto con il reale che con il virtuale. È considerata un’artista che rappresenta con il suo corpo i criteri estetici standard della nostra società, si è fatta impiantare artificialmente sulla fronte due bernoccoli come segno di lotta con gli attuali canoni estetici affinché si parli di un nuovo corpo,il corpo mutante. Orlan si occupa di ripensare al corpo soprattutto quello femminile e alla sua funzione all’interno della società di oggi. Utilizza la chirurgia criticandola per dimostrare che la bellezza può assumere sembianze che non sono considerate canonicamente belle. Orlan propone: “fate il contrario di ciò che vi viene imposto” ecco il suo invito a de formattarsi.
    L’americana Donna Haraway negli anni 80 ha ripensato la figura del cyborg come simbolo della inesistenza della differenza tra uomo e donna, differenza che non aveva più motivo di esistere con l’ibrida identità del cyborg. Il cyborg è un ibrido tecnologico a metà strada tra l’umano e la macchina. Donna Haraway ha approfondito questo processo del diventare una cosa sola con le macchine. Nel 1985 proponeva una nuova soggettività femminista simboleggiata proprio dal cyborg. Quest’ultimo-né uomo né donna,né essere umano né macchina-riproduceva una metafora per identificare un ibrido, ossia il neutro. Donna Haraway aveva visto prima degli altri che gli ambienti virtuali e la tecnologia potevano essere un mezzo di liberazione del dualismo uomo-donna.
    Anche Rosi Braidotti proponeva, nel testo In Metamorfosi del 2002, un nuovo modo di pensare la soggettività femminile e il rapporto uomo/donna. Molte femministe hanno considerato negativamente la tecnologia, soprattutto perché veniva percepita come una minaccia per il corpo e la differenza sessuale, mentre era proprio la differenza sessuale che la Haraway e la Braidotti intendevano portare nel mondo virtuale. Il punto di partenza della Braidotti non era sapere chi siamo ma cosa vogliamo diventare. Il problema era come fare a rappresentare i cambiamenti in una società in continua trasformazione, che vive in continuo divenire.
    Per Rosi Braidotti era proprio la tecnologia un utile strumento per arginare il conflitto di genere, portando la differenza sessuale nei mondi elettronici, digitali, virtuali. Nei suoi corsi di Women’s Studies ad Utrecht, Rosi Braidotti parlava di una nuova donna:trasgressiva, e non per questo mascolina, una donna nomade e in movimento, aperta alle nuove tecnologie, alle macchine in genere, ai new media.
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    SINTESI ULTIMO ESERCIZIO  - Pagina 12 Empty Argomento esame del 27/05/1990

    Messaggio  GiovannaCasiello Sab Giu 25, 2011 9:07 am

    Ho scelto come argomento da trattare: le tecnologie e l'uomo, partendo dall'esposizione del Sè digitale di Granelli mi collego alle Tecnologie integrative spiegando ciò che si intende per corpo protesico e che relazione c'è con la resilienza e la disabilità. Vorrei proiettare un video di tre minuti riguardante questo tema, riflettere sulle parole di disabile e diverso e collegarmi al laboratorio consistente nella scelta di un film, quello che scelsi fu Mississippi Burning.


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