Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso)

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    Messaggio  martina miccoli Gio Apr 21, 2011 11:26 am

    https://youtu.be/xr_D9GdTs9E ecco cos'è .....!!!
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty esperienza diretta di Nunzia!

    Messaggio  ersilietta Gio Apr 21, 2011 5:53 pm

    Oggi 31 marzo abbiamo approfondito la lezione sull’autismo, questa volta abbiamo avuto l’esperienza quotidiana che Nunzia sta vivendo con i bambini autistici, in particolar modo di un bambino. Dai suoi occhi traspariva tutto l’entusiasmo, l’amore che prova per questi bambini; ci ha fatto capire ancora meglio in cosa consiste il ruolo dell’educatore,lei si è definita” l’ombra del bambini” gli insegna i primi passi e poi lo lascia libero, quindi non consiste solo in una questione di RIEDUCARE il bambino ma si amplifica e va a toccare oltre che il lato psichico anche quello motorio. In questi anni sono stati molte le tecnologie che vengono utilizzate per i bambini autistici, tra i tanti Nunzia ci ha parlato del Denver Model ch’è un modello di presa in carico per bambini con disturbi dello spettro autistico in età prescolare in cui l’intervento è centrato sul bambino per favorire la sua iniziativa, la sua motivazione e la sua partecipazione. Ci sono degli strumenti che integrano il bambino autistico supportando i percorsi di Comunicazione Aumentativa e Alternativa, tra cui troviamo i VOCA che sono dei trasmettitori vocali, il bambino autistico utilizza soprattutto le immagini perché è attraverso esse che riesce a pensare e di conseguenza a sviluppare il linguaggio comunicativo. Con questa lezione è aumentata la voglia di diventare educatrice! Prima di questa lezione non conoscevo il Denver Model e ho trovato questo sito molto completo e dettagliato: http://www.specialeautismo.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=17006&idCat=17013&ID=17389&TipoElemento=categoria
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Re: 8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso)

    Messaggio  Carolina Cozzolino Gio Apr 21, 2011 6:29 pm

    Credo che lezioni come queste ci rimarranno impresse per tutta la vita. Non per il semplice fatto che la pratica o l'eperienza, sia meglio della teoria...certo ha il suo vantaggio, ma credo che questa donna è riuscita a trasmetterci tutto l'amore che ha per il suo lavoro e per i suoi pazienti coinvolgendoci in un modo quasi a dire..."adesso lo faccio anche io!", credo sia questo che ci rimarrà di più di questa esperienza. Inoltre con il metodo annunciato ,quello del ''denver model'' una speranza per l'integrazione sociale per questi bambini che soffrono di autismo è sempre un passo verso l'alto . Credo fervemente nella loro guarigione sopratutto se diventassimo un po tutti come "NUNZIA".


    Ultima modifica di Carolina Cozzolino il Ven Apr 22, 2011 1:14 pm - modificato 1 volta.
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty laboratorio Nunzia-modello Denver

    Messaggio  mariarosaria ranieri Gio Apr 21, 2011 8:42 pm

    oggi i racconti di Nunzia sono stati molto interessanti. credo che la figura dell'educatore sia molto importante perchè sono coloro che devono riuscire a far interagire il bambino con il mondo esterno, infatti il Denver Model si focalizza sui punti più importanti dell'autismo, si mira a migliorare le relazioni con gli altri da parte del bambino.
    cosa molto importante è che il il bambino autistico "si racconta" attraverso le immagini, il disegno.
    l'educatore ha il compito di far esprimere al bambino ciò che ha dentro,non deve sostituirsi al bambino ma aiutarlo e sollecitarlo.
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    Messaggio  Roberta Di Maso Ven Apr 22, 2011 12:49 am

    Il racconto di Nunzia che si occupa dell'inserimento a scuola dei bambini autistici si è rivelato utile per comprendere il compito che un educatore deve svolgere in quel determinato ambito.Il modo in cui ha raccontato la sua esperienza mi ha profondamente commossa perchè attraverso le sue parole ci ha trasmesso le forti emozioni e la gioia che lei stessa ha provato nel vedere giorno dopo giorno i progressi che il bambino autistico raggiungeva grazie al suo aiuto.Con un bambino autistico bisogna pensare a qualsiasi tipo di comunicazione,non solo quella verbale ma anche quella con supporti visivi,quindi bisogna comunicare attraverso le immagini.Lo strumento di cui Nunzia ci ha parlato è il minimò ovvero un piccolo computer attraverso cui un bambino viene aiutato nella comunicazione.
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Re: 8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso)

    Messaggio  annaparisi Dom Apr 24, 2011 11:49 pm

    La lezione tenuta da Nunzia sull'autismo è stata per me una delle più belle. L'autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato a livello celebrale, che ha il suo esordio nei primi tre anni di vita. Le aree prevalentemente interessate sono quelle relative all'interazione sociale reciproca, all'abilità di comunicare idee e sentimenti ed alla capacità di stabilire relazioni normale con tutti gli altri. L'autismo pertanto si configura come una data disabilità "permanente" che quindi accompagna il soggetto afflitto lungo tutta la durata del suo ciclo vitale, anche se le caratteristiche del deficit sociale assumono un'espressività variabile nel tempo. Oggi l'evidenza scientifica indica che molti fattori di natura genetica sono coinvolti nel determinare questa grave patologia dunque l'antico pregiudizio che attribuiva la responsabilità alle mancanze genitoriali o affettive (come infatti lo fu la cosiddetta "mamma frigorifero") è stata assolutamente smentita. Proprio per questo ritengo che fare l'educatrice sia una scelta di vita e non solo professionale: così come il medico, il prete o il ricercatore anche l'educatore è un lavoro di vocazione che è perfetto solo per coloro i quali hanno già dentro le qualità per poterlo far, in caso contrario ogni sforzo risulterà inutile e dannoso per se stessi e per i suoi destinatari. Il lavoro che Nunzia svolge con il suo bambino risulta essere fondamentale soprattutto nel momento in cui il nucleo familiare va incontro ad un forte impatto ricevendo una simile diagnosi e si ritrova fin da subito essenzialmente sola soprattutto in Italia che non all'estero, con i propri dubbi circa una strada di recupero efficace. Purtroppo le famiglie incontrano le maggiori difficoltà nel creare un raccordo tra scuola e ASL che seguono il bambino per evitare che ognuna di queste strutture faccia o non faccia di testa sua con un grammatico effetto negativo per tutti. Fin troppo spesso i genitori dei piccoli con autismo sono costretti a rivolgersi a centri privati affinchè i loro bambini possano beneficiare ogni giorno di programmi educativi ed abilitativi appropriati, accollandosene però tutti i costi. Sfortunatamente nel nostro Paese i giovani e gli adulti autistici non possono contare quasi mai su progetti di formazione lavorativa o di inserimento professionale a loro dedicati. Le persone con autismo hanno naturalmente lo stesso valore umano di chiunque altro e come tali hanno gli stessi diritti umani ed opportunità sociali. Per rafforzare tutti questi concetti in modo chiaro, nel 2008 l'assemblea generale delle nazioni unite ha stabilito una data in occasione della quale tutto il mondo celebrerà la giornata mondiale dell'autismo: il due aprile! Questo appuntamento con cadenza annuale consente di riunire familiari, professionisti, ricercatori, istituzioni e società civile e creare dibattiti e riflessioni molto, ma molto costruttive sul tema dell'autismo. Anche il presidente degli Stati uniti d'America, Barack Obama, ha promosso, tra i primi suoi atti di insediamento, una strategia concreta per affrontare il problema. Credo fortemente nel fatto che la mentalità pregiudizievole di molte persone nei confronti degli autistici debba assolutamente cambiare in una direzione tale da rendere visibile agli occhi di tutti le potenzialità dell'individuo e non i limiti della patologia che ha.
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    Messaggio  annaparisi Dom Apr 24, 2011 11:50 pm

    I nostri testimoni per l'autismo: Tommaso, 5 anni.

    La storia che voglio raccontare e’ la mia e quella di mio figlio Tommaso che, diversamente da quella di tanti altri, inizia prima della diagnosi. Comincia in una giornata di gennaio 2006, con una nevicata storica. Gia’ da li’ avrei dovuto capire che iniziava una “grande impresa”. A pochi giorni dalla nascita di Tommaso era gia’ scattato il panico a casa nostra. Stare tutti insieme seduti a pranzo o a cena era impossibile, lui non stava sulla sdraietta come ci si aspetterebbe da un pupetto di quell’eta’. Definirei mio figlio in quell’epoca come un “disadattato”, durante il giorno aveva costantemente bisogno della presenza di qualcuno accanto, spesso piangeva e sembrava aver paura di rimanere in questo mondo. Ricordo le parole della pediatra “signora, lei nei primi sette mesi di vita del bimbo deve trovare il tempo di leggere un libro”…. Un libro? Io non so proprio di cosa parlasse, non riuscivo nemmeno a leggere una rivista. Uscivo a comprare una tettarella per il biberon (il latte era sparito all’istante) e guidavo come una pazza, manco lo avessi abbandonato davanti alla porta di una chiesa. Le notti ancor di piu’ erano uno strazio, prima le coliche, poi i dentini, insomma per un anno e mezzo non si e’ dormito nulla, addormentamento che durava ore e risvegli nel cuore della notte piangendo per ore senza che nulla lo consolasse……ma proprio nulla. Ricordo il terrore (il mio…..) quando arrivava sera e si avvicinava l’ora di andare a dormire. Dopo tre mesi ero gia’ alla UONPIA dalla fisioterapista perche’ non girava bene la testa da un lato e per un persistente riflesso di Moro, dopo sei da un neuropsichiatra (io!) perche’ io mi rendevo conto che stavo sprofondando in un baratro da cui non riuscivo a risalire da sola. Ovviamente e’ finita a psicofarmaci, ma fortunatamente solo per sei mesi…….. L’autismo di mio figlio non e’ regressivo, lui certe tappe semplicemente non le ha raggiunte nei tempi adeguati. Come spesso accade, le persone accanto a te sembrano trovare le migliori spiegazioni per il mancato insorgere del linguaggio….. “conosco un amico che ha un figlio che ha cominciato a parlare a tre anni …..”, “per forza vivete in un paese dove il cucciolo sente parlare tre lingue diverse” (eh si, vivevamo pure in un altro continente), “mancano le figure dei nonni”…… e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

    Il mio modesto parere di mamma e’ che la causa principale dell’autismo di mio figlio sia da ricercare prevalentemente nei suoi geni, forse perche’ ho avuto un padre che definirlo naif sarebbe poco, dire che avesse delle difficolta’ nelle relazioni veramente riduttivo. Mio papa’ e’ morto da due anni, e io tante cose di lui le ho capite proprio con la diagnosi di mio figlio, per cui ora riposa in pace col mio perdono per essere stato diverso dal padre che avrei voluto. Neanche a dirlo, lui non aveva accettato che in Tommaso ci fosse qualcosa di storto…… ma questa e’ un’altra storia………

    A 18 mesi Tommaso interagiva poco, o meglio interagiva quando interessava a lui, richiedeva gli oggetti trascinandoti per un braccio, non sempre rispondeva quando chiamato, non indicava, non aveva mai detto “mamma”, e quando fai tanti sacrifici questa e’ la cosa che ti pesa di piu’ (almeno per me e’ stata questa). Tommaso sembrava un bambino capriccioso, difficile, da non portare al supermercato (persino a pochi mesi era impossibile fermarsi col passeggino……), “parlava” in un linguaggio tutto suo. Era veramente singolare: si metteva in piedi sul divano come fosse un grande oratore su un palcoscenico e cominciava questi monologhi infiniti….. a volte anche diretti alle piante……… Transizioni e accettazione del no si trasformavano regolarmente in comportamenti problema che all’epoca non sapevamo come gestire…….

    Il mangiare costituiva una vera battaglia, partiva molto spesso con l’idea di rifiutare quello che gli si proponeva anche quando si trattava di un piatto a lui gradito. Spesso cucinavo 2-3 cose prima che si convincesse a mangiare qualcosa. Andava un po’ meglio davanti ad un cartone animato.

    Le autonomie sono state tutte piuttosto difficili da raggiungere e non ho nemmeno voglia di parlare del toilet training, che come spesso avviene, alla fine e’ durato anni…….. grazie di esistere agli animali di liquirizia che in questo frangente l’hanno veramente fatta da padrone.

    D’altra parte non voglio solo far vedere la parte difficile, Tommaso era ed e’ un bambino molto affettuoso, che cercava spesso il contatto fisico, amava essere coccolato, voleva abbracciare le persone a lui conosciute e a volte anche alcune appena conosciute. Riconosceva lo stato d’animo degli altri. Quando giocava in un ambiente con altri bambini, non amava condividere ma se lo si incoraggiava a farlo, a malincuore eseguiva. Difendeva i giochi con cui stava giocando ma senza essere aggressivo e non strappava gli oggetti dalle mani degli altri. Non era un bambino che piangeva per nulla, se cadeva piangeva solo se si era fatto effettivamente male.

    E’ veramente difficile raggruppare le idee e metterle giu’ dopo tanto tempo…… ora veniamo al punto da cui di solito si inizia: quando ho avuto la prima diagnosi di Tommaso (con tanto di ricovero di 15 giorni) lui aveva due anni e mezzo e io ero alla 39ma settimana di gravidanza, aspettavo la mia secondogenita. Almeno hanno avuto la delicatezza di aspettare una settimana dopo il parto per farmi il solito discorsetto che nella fattispecie e’ stato: “signori non giriamoci tanto intorno, vostro figlio e’ autistico. Noi non sappiamo se, quando e come parlera’’”….. per poi darti le solite nozioni che trovi ovunque in internet. Visto che eravamo gia’ pronti a tornare in Italia per il suo bene ho specificato alla NPI “noi abbiamo tempo e mezzi per decidere del futuro di nostro figlio, cosa ci consigliate?”, invece di dirci che ne so “andate in america”, “fate l’ABA”, “fate il biomedico”….. fate qualcosa, ci sentimmo dire di investire su una qualche ipotetica risorsa da inserire nella scuola e naturalmente di fare il loro day hospital intensivo di sei mesi ….. e poi? Eh beh, poi c’e’ la psicomotricita’….. ma la logopedia no pero’ eh….non e’ ancora pronto (oh io oggi ho speso un capitale in ws e varie e con tutta la formazione e conoscenza che ho, ancora non ho capito quando …..biiiiiip… sono pronti sti bambini per poter accedere a ¾ ora la settimana di logopedia)……… poi sono seguite altre due diagnosi da prestigiosi istituti della nostra citta’……. Tutti piu’ o meno concordi: chi con DGS tratti autistici, chi con autismo piu’ un bel ritardo mentale lieve.

    Nel frattempo comincia il solito calvario prima per digerire la cosa (bel boccone amaro da mandare giu’) e poi per capire cosa fare…. Aspetti la tua bella lista d’attesa (e i mesi passano), si inizia col day hospital coi pecs (mai capito a cosa sono serviti, quando ha iniziato lui gia’ verbalizzava….ah si ma i pecs non inibiscono….. eh va beh…….) e con l’ABA privata a casa (no comment)…… Nel frattempo penso “beh se e’ per la vita, meglio che investo su me stessa che sono la mamma e ci saro’ sempre per mio figlio”. Quindi mi iscrivo subito subito a un corso ABA per operatori di primo livello con l’unica certificata (o quasi) che c’era in Italia all’epoca, la quale mi dice “ma perche’ non fai venire tuo figlio nel mio centro a fare ABA ?”. Non ci posso credere non c’e’ nemmeno un problema di competenza territoriale…… Insomma si inizia l’ABA seriamente a quasi tre anni, i progressi sono costanti, mio figlio e’ un bambino intelligente. Anche se e’ il piu’ piccolo nel suo gruppo, piano piano arriva a fare le cose che fanno i suoi compagni di sventura un po’ piu’ grandi. E poi li supera, e qui penso alla solidarieta’ e felicita’ degli altri genitori (ma anche al dolore), perche’ tutti hanno visto questi suoi miglioramenti……ogni giorno.

    E io oggi penso che la vita e’ fatta di tante cose, situazioni, e incontri. Per me questo e’ stato determinante e qui lo voglio proprio dire pubblicamente: senza la Consultant che si e’ occupata di mio figlio, chissa’ se noi oggi saremmo comunque qui a raccontare questa storia. Io penso che questa sia non solo una grande professionista ma una persona con un cuore grande grande cosi’, appassionata. E’ l’unica persona che ho incontrato in questi anni per cui la mia stima e’ sempre andata crescendo e per cui e’ valsa la pena fare 80 km ogni sacrosanto giorno lavorativo.……... Ovvio che i dovuti ringraziamenti vanno estesi a tutto il suo staff, all’educatrice/psicologa a casa Marta che e’ ormai per me diventata un’amica, e a tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito in un modo o nell’altro, penso anche a mia mamma e a mia sorella che tuttora mi sopportano e supportano.

    Ma chi ha veramente lavorato come un somarello da tiro e’ stato proprio Tommaso, lui ha sempre avuto la consapevolezza di dover fare di piu’ per non rimanere indietro, nel suo stato di autistico si e’ probabilmente sempre sentito fuori posto cosi’ come si sara’ sentito da normotipico, “abbandonato“ in un limbo da cui lui e’ voluto venire fuori lottando con le unghie e con i denti. Se lui non fosse stato cosi’ costante, tutti gli sforzi di noi altri a poco sarebbero valsi. Ecco perche’ mi sento tranquillamente di dire che non basta l’ABA intensivo e precoce e non basta nemmeno il biomedico e non bastano nemmeno le due cose insieme, se non ci fosse quel qualcosa in piu’ – quel famoso pezzo del puzzle - che non si sa dove si trovi per ogni singolo bimbo. Altrimenti le percentuali di “bimbi guariti” sarebbero piu’ alte. Noi siamo stati fortunati, diciamo cosi’…… forse non era scritto che lui non trovasse le parole. Tommaso oggi (come ieri d’altra parte) e’ un bimbo straordinario, anzi no e’ cosi’ straordinario che e’ normale proprio come tutti gli altri…… o quasi. Ma per lui e’ normale essere eccezionale: lo si legge nel suo sguardo ammiccante che conquista senza lasciare scampo….. che nella foto sembra voglia dire “fuori dall’autismo con furore”.

    In questo mondo in cui ci si annulla passando le ore e la vita a leggere per informarsi, si perdono tante persone per la strada, ma se ne incontrano altre migliori che, come te che leggi, sai di cosa sto parlando. Io personalmente parlo spesso, o meglio troppo spesso di autismo, navigo quasi esclusivamente nei siti che ne parlano ecc ecc . Mio marito, a cui farei un monumento per la pazienza, mi ha sempre dato carta bianca e anche mia mamma ha quasi sempre condiviso le mie decisioni (il che ha del miracoloso). Io oggi, alle porte dei 40, mi sento un’altra persona, e’ stato un po’ come rinascere, mio figlio ha veramente tirato fuori il meglio di me (come nessuno mai era riuscito) e io spero di aver fatto lo stesso con lui. Io mi sento una persona migliore oltre che una terapista ABA 24 hours a day, anche se poi mi chiedo amaramente se era proprio necessario questo percorso per arrivare sino a qui. Ma questo non riguarda mio figlio…………. E quindi e’ un’altra storia.

    Torniamo a noi. Quando abbiamo capito quanto ci dava l’ABA e con che trend di crescita, si e’ detto “ok e ora che possiamo fare di piu’?” e un anno fa si e’ inziato il protocollo biomedico con un medico DAN , a cui io personalmente mi sono rivolta nella speranza che mio figlio facesse “il saltone”. Voglio fare una premessa, io ho iniziato molto scettica questo percorso, senza grandi speranze ma devo dire che il protocollo nel suo insieme ha avuto degli effetti positivi accelerando questo processo di recupero: la dieta (e integratori) ha migliorato la sua selettivita’ alimentare e nell’estate in cui ha fatto due cicli di chelazione devo ammettere che ha per esempio risolto un problema di inversione pronominale con cui lottava dal settembre dell’anno prima. Nel suo caso e’ veramente difficile dire quali miglioramenti del cognitivo siano imputabili al biomedico. Tuttavia ho avuto la sensazione che i suoi apprendimenti fossero in generale piu’ veloci e che lui fosse piu’ “connesso”. D’altra parte non ha mai avuto problemi gastrointestinali, anche se poi dagli esami pare ci fosse la candida. In caso di sgarri alimentari non ho mai avuto alcun problema di conseguenze comportamentali o fisiche.

    L’ultimo problema risolto e’ stato quello del sonno, molto agitato, simile a quello di un bimbo con diagnosi di ADHD (mi ha detto la NPI che l’ha da poco rivalutato). Si e’ risolto semplicemente “sbattendolo fuori dal lettone” e rimettendolo a dormire nella sua cameretta con la sorellina minore. Ma come mai nessuno ci aveva pensato prima? Da un paio di mesi ho reintrodotto parzialmente glutine e caseina: mi aspettavo qualche regressione, invece mio figlio ha messo su quasi un chiletto chiedendomi “mamma ma ce ne sono ancora orecchiette ?…….”. Comunque e’ sotto stretto controllo……

    A febbraio l’ha rivalutato la stessa NPI che lo vide tre anni fa. A 5 anni compiuti da poco il suo q.i. e’ ad un alto percentile con la wipsi e all’ADOS risulta fuori dallo spettro (gliel’ho visto scrivere in fondo alla sua cartella clinica). Mi hanno detto che cominciano a esserci alcuni casi come lui riconosciuti in letteratura, ma POCHI, molto pochi. Per me e’ cambiato molto, ma non l’impegno e la prudenza nel guardare al futuro. Insomma la lotta continua anche con ABA e biomedico.

    Sono sicura che ci sarebbero tante cose ancora da dire al di la’ dei meri numeri, ma il messaggio che vorrei passare oggi con la nostra storia e’ che non importa il punto di partenza e paradossalmente neanche quello di arrivo, ma il mettercela tutta per poter guardarsi indietro fra 20 anni e dire “ho fatto tutto quello che potevo, ho fatto del mio meglio”.

    Sembra facile scriverlo oggi: eppure io sono ancora piena di paure per il suo futuro e ho scritto queste righe con molta fatica, tenendo le dita incrociate, pesando le parole…….

    Le mie ultime righe le voglio pero’ spendere per la mia secondogenita di quasi tre anni, per me la bambina piu’ bella del mondo e la miglior terapista, che in questi giorni sta abbandonando il ciuccio di notte con grande dignita’ in alcuni giorni e con grande sofferenza in altri. Quando ha saputo che il topolino si era mangiato il suo ciuccio e le aveva lasciato vicino alla pattumiera una bambolina di Rapunzel, alla sera andando a dormire ha fatto tutto un discorsone: “mamma sono molto arrabbiata col topolino, andiamo a casa del topolino che gli faccio il culetto viola, domani vado a scuola e mi porto a casa il mio ciuccio”……e’ andata avanti quasi due ore a borbottare…….

    Giuro, volevo morire mentre cercavo di stare seria e ho fatto un tuffo nel passato quando Tommaso affronto’ lo stesso periodo. E all’improvviso i sorrisi sono stati sostituiti da un’immensa tristezza/tenerezza pensando a tutte le parole che all’epoca si celavano dietro alle sue lacrime per il ciuccio perduto……e a tutte quelle degli altri bimbi che ancora lottano…. E lottano…. E lottano….


    Laura, mamma di Tommaso
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    saragiuditta


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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty laboratorio 31 Marzo

    Messaggio  saragiuditta Lun Apr 25, 2011 11:22 am

    https://youtu.be/g37LIAVevEQ

    meraviglioso!!!
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Re:8 laboratorio 31 marzo NUNZIA DENVER model (obbligatorio)

    Messaggio  natale camilla85 Mar Apr 26, 2011 5:50 pm

    In aula un'educatrice,NUNZIA,ha voluto renderci partecipi della sua esperienza quotidiana a contatto con bambini autistici. Ci ha fatto capire che il compito pìù arduo è stabilire un rapporto iniziale;ma una volta trovata la chiave giusta si ha la possibilità di entrare,anche se con non poche difficoltà,nel "mondo" di questi bambini.Un bambino autistico ha dei suoi modi per esprimersi,per esempio utilizza le immagini per elaborare i suoi pensieri,per riflettere;molto utilizzati sono pure i disegni,le foto e i pittogrammi.Un altro strumento utilizzato è il minimò,un supporto con cui il bambino si aiuta a comunicare con l'altro.Questi strumenti aiutano;piccoli autistici ad inserirsi nell'ambito sociale.
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Re: 8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso)

    Messaggio  Marta Mascioli Mar Apr 26, 2011 6:52 pm

    Sposto messaggio luisaverde il Gio Apr 21, 2011 6:33 pm
    Ascoltare il racconto di Nunzia mi è stato molto utile.Sono venuta a conoscenza di molte cose che prima non sapevo.Ad esempio non pensavo esistessero ausili come il minimò che permettessero ai bambini autistici di comunicare.Oggi ascoltandola ho capito ancora di più che per fare il lavoro dell'educatore si deve avere realmente tanto amore e tanta umanità perchè è anche grazie a questi se Nunzia è riuscita ad ottenere gli ottimi risultati che ha avuto
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty llaboratorio 31 marzo Nunzia Denver modelOBBLIGATORIO

    Messaggio  d'ambrosio ernestina Mar Apr 26, 2011 7:18 pm

    Nunzia ci ha raccontato la sua esperienza con i bambini autistici;ci ha parlato dei tanti modi attraverso i quali un bambino autistico possa esprimersi,uno di questi è il MINIMò,un supportocon cui si aiuta a comunicare.Nella spiegazioneNunzia ha focalizzato l' attenzione sul ruolo dell'educatore in quanto non deve sostituirsi al bambino ma bisogna diventare la sua ombra ovvero aiutarlo
    e sollecitarlo affinchè arrivi all'obbiettivo predisposto e a una integrazione adeguata nel sociale.










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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Re: 8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso)

    Messaggio  elvira diana Mer Apr 27, 2011 10:39 am

    Il discorso sull'Autismo è stato illustrato egregiamente non solo dalla Dottoressa Magri e dall'Avvocato Vassallo, ma nella lezione del 31 marrzo esso è stato ulteriormente arricchito dall'esperienza di Nunzia, un'educatrice che lavora presso l'Associazione Autism Aid Onlus, divenendo tale argomento sempre più interessante e toccante.
    Nella figura di Nunzia ho proiettato gran parte delle mie aspettative come futura educatrice. Dal racconto della sua esperienza con un bambino autistico traspariva sul suo volto e dalle sue parole un insieme di emozioni forti. Non avendo mai avuto alcun tipo di approccio con bambini autistici prima di far parte di questa associazione, Nunzia ci ha raccontato che all'inizio è stata dura e difficile, come potrà essere per me e per le mie colleghe.
    La sua testimonianza mi ha coinvolto tanto, soprattutto nel constatare i miglioramenti che può avere un bambino autistico grazie all'intervento di un educatore adeguato. Secondo me, l'educatore non deve svolgere un semplice lavoro, ma il suo agire con amore, con dedizione, con protezione e con il supporto della tecnologia, può portare meravigliosi risultati in un bambino affetto da autismo.
    Nunzia ci ha parlato del Denver Model, un modello basato sull'approccio evolutivo. è un tipo di intervento che si focalizza sul ruolo della famiglia, sull'aspetto della comunicazione e sull'aspetto comportamentale. Questo intervento deve essere centrato sul bambino in maniera diretta ed individualizzata, affinchè favorisca l'iniziativa, la partecipazione e la motivazione da parte del bambino, per garantirgli un miglioramento della vita sociale.
    Durante la lezione sono venuta anche a conoscenza che i bambini autistici pensano attraverso le immagini(visual thinkers). Pertanto, per fare in modo che un bambino autistico riesca a esprimere i propri sentimenti, la propria volontà, o anche semplicemente a dire buongiorno entrando in aula, l'educatore deve "suggerire" al bambino delle strategie di supporto visivo associate alle parole. Praticamente, il bambino autistico si esprime attraverso le immagini, associando ad una data immagine una determinata parola. Lei ci ha spiegato che, proprio per raggiungere questo risultato, vengono utilizzati i VOCA, cioè trasmettitori di suoni vocali, o il computerino portatile, detto MINIMò.
    Dalle parole di Nunzia ho capito che l'educatore non deve sostituire il bambino nelle sue azioni, ma deve fungere da ombra per il bambino stesso; al bambino autistico manca il "via", l'input e l'educatore deve fare in modo di dargli quella spinta necessaria affinchè egli possa riuscire a compiere le proprie azioni quotidiane.
    Ringrazio Nunzia per la sua bellissima testimonianza: mi ha fatto appassionare ancora di più ad un mio futuro da educatrice in questo campo. Le sue parole sono state un ulteriore stimolo per continuare ed approfondire sempre di più questo corso di studi, che ho intrapreso.
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    SusyCicale


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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Laboratorio 31 marzo-Nunzia Denver model (obbligatorio)

    Messaggio  SusyCicale Gio Apr 28, 2011 4:58 pm

    Oggi Nunzia Giglio con il suo racconto mi ha fatto capire quanto sia difficile prendersi cura di un bambino autistico,comprenderlo e soprattutto essergli di aiuto..oggi per la prima volta ho capito che per intraprendere questo lavoro c'è bisogno di avere dentro di sè tutto l'amore possibile verso questi bambini..
    Dedizione e serietà,perchè non è semplice stare accanto ad un bambino che non ti guarda negli occhi..stare accanto ad un bambino che non può fare a meno di battere la testa contro il muro o isolarsi dove nessuno lo può vedere..
    La difficoltà sta nell'avere la forza d'animo e nel reagire per dare amore e serenità a bambini che ne hanno tanto bisogno..
    Ma nonostante questo e nonostante sia complicato ottenere dei buoni risultati,gli occhi di Nunzia esprimevano la passione e l'amore che lei mette nel suo lavoro,l'amore che sente per quel bambino da lei seguito..l'emozione che traspariva dal suo volto e dalla sua voce faceva capire quanto sia gratificante ricevere dei risultati..accorgersi che qualcosa si può fare..
    E' stato interessante venire a conoscenza del fatto che i bambini affetti da autismo possono e devono essere aiutati attraverso un sistema chiamato Denver model,si tratta di un modello basato sull’"approccio evolutivo" in cui l’intervento è centrato sul bambino per favorire la sua iniziativa, la sua motivazione e la sua partecipazione..un sistema fatto di immagini,in modo che possano comunicare tra di loro e con noi..
    http://www.rossellagrenci.com/2010/11/video-delicato-sullautismo-il-mio-fratellino-dalla-luna/
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    Roberta Di Maso


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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Re: 8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso)

    Messaggio  Roberta Di Maso Gio Apr 28, 2011 7:46 pm

    Il racconto di Nunzia, che si occupa dell'inserimento a scuola dei bambini autistici, si è rivelato utile per comprendere il compito che un educatore deve svolgere in quel determinato ambito.Il modo in cui ha raccontato la sua esperienza mi ha profondamente commossa perchè attraverso le sue parole ci ha trasmesso le forti emozioni e la gioia che lei stessa ha provato nel vedere giorno dopo giorno i progressi che il bambino autistico raggiungeva grazie al suo aiuto.Con un bambino autistico bisogna pensare a qualsiasi tipo di comunicazione, non solo quella verbale ma anche quella con supporti visivi quindi comunicare attraverso le immagini e lo strumento di cui Nunzia ci ha parlato è il Minimò ovvero un piccolo computer attraverso cui il bambino viene aiutato nella comunicazione.
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    Messaggio  SusyCicale Gio Apr 28, 2011 7:48 pm

    http://www.emergenzautismo.org/content/view/588/57/
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    Roberta Di Maso


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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Re: 8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso)

    Messaggio  Roberta Di Maso Gio Apr 28, 2011 8:02 pm

    Il racconto di Nunzia,che si occupa dell'inserimento a scuola dei bambini autistici,si è rivelato utile per comprendere il compito che un educatore deve svolgere in quel determinato ambito.Il modo in cui ha raccontato la sua esperienza mi ha profondamente commossa perchè attraverso le sue parole ci ha trasmesso le forti emozioni e la gioia che lei stessa ha provato nel vedere giorno dopo giorno i progressi che il bambino autistico raggiungeva grazie al suo aiuto.Con un bambino autistico bisogna pensare a qualsiasi di comunicazione non solo quella verbale ma anche quella con supporti visivi, quindi comunicare attraverso le immagini e lo strumento di cui Nunzia ci ha parlato è il Minimò ovvero un piccolo computer attraverso cui il bambino viene aiutato nella comunicazione.
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Laboratorio 31 marzo-Nunzia Denver model (obbligatorio)

    Messaggio  SusyCicale Gio Apr 28, 2011 8:08 pm

    http://www.oggi.it/focus/13-2011/mattia-guarito-autismo-leggi-sua-storia-3085625826_6.shtml
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty L'emozionante esperienza di Nunzia

    Messaggio  Caterina Vettolieri Gio Apr 28, 2011 11:11 pm

    La lezione di Nunzia sulla sua esperienza personale con i bambini autistici, oltre ad essere interessante, è stata anche molto emozionante, è fantastico vedere la passione che mette e che trasmette quando parla della sua esperienza con i bambini autistici.
    Ci ha parlato del Denver Model,si tratta di un modello basato sul bambino, ossia personalizzare il modo d'approccio con il bambino, perchè ogni bambino ha una situazione diversa,ci ha spiegato quanto sia importante non solo il ruolo degli educatori ma anche quello della famiglia che deve collaborare, ci ha raccontato quanto possa essere difficile interagire con i bambini autistici.
    Un importante ruolo lo assumono anche alcuni strumenti, come le immagini:poichè i bambini pensano attraverso le immagini! Infatti Nunzia ci ha parlato dei tanti modi attraverso i quali un bambino autistico possa riuscire ad esprimersi, uno di questi è il MINIMò, ossia un computer attraverso cui il bambino viene aiutato nella comunicazione.
    Grazie a questi laboratori sto capendo veramente l'importanza della figura dell'educatore e sono sempre più felice del percorso che sto facendo Very Happy
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Re: 8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso)

    Messaggio  Sara Palumbo Ven Apr 29, 2011 12:22 am

    L'esperienza che ci ha raccontanto Nunzia in questa giornata di laboratorio è stata davvero molto interessante per me.
    La sua esperienza con un bambino autistico ovviamente non è stata semplice.Egli aveva dei problemi seri a relazionarsi,non perchè non lo volesse ma perchè giustamente non sa come si fa.
    Il metodo della dottoressa Magri,Dervel model,è stato davvero importante.Esso consiste infatti nello stimolare i miglioramente e non aspettare che essi avvengano da soli,quindi è un approccio EVOLUTIVO!
    La CAA(Comunicazione Aumentativa Alternativa)permette al bambino disabile di esprimersi e di far si che chi gli sta accanto possa aiutarlo.Attraverso il suo computer chiamato MINIMò egli riesce a salutare,a dire i nomi nelle insegnanti,associare le immagini alle parole.Oltre alla famiglia che ha un ruolo imporante in quanto i supporti visivi devono essere utilizzati anke in ambito familiare,ha un ruolo di grande importante l'educatore e il suo viene definito OMBRA,questo perchè l'educatore è lì, per aiutarlo e non per internvenire al posto suo,infatti a lui serve soltanto la spinta iniziale ed è per questo che la posizione dell'educatore è DIETRO,perchè lo supporterà come guida momentanea nella sua vita tanto da riuscire a diventare indipendente.
    Credo che l'emozioni che ha provato Nunzia in questa avventura siano indescrivibile,veder migliorare il bambino che ha seguito per tanto tempo,aver dato tanto amore in quello che faceva dev'essere stata una grande gioia!
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    Messaggio  faustapiscopo Ven Apr 29, 2011 9:16 am

    Il racconto di Nunzia riguardo la sua esperienza con una bambino autistico è stato molto coninvolgente..Ossrvare quanto fosse felice nel vederlo farlo progressi grazie anche a lei è stato molto emozionante.Ci ha parlato dei tanti modi attraverso cui bambino autistico possa esprimersi,uno di questi è il comunicatore minimò.
    Capisco sempre di più la fondamentale importanza di un educatore nel sostenere queste persone e in particolare nel saper relazionarsi con loro proprio come ha fatto Nunzia
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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Re: 8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso)

    Messaggio  Maria esposito mocerino Ven Apr 29, 2011 11:06 am

    Grazie all’intervento di Nunzia sono venuta a conoscenza della figura del Denvel Model, visto con quanta emozione, entusiasmo e soddisfazione raccontava il suo lavoro e i progressi fatti da questo ragazzo, mi ha incuriosito e ho deciso di fare delle ricerche per saperne di più.
    Qui sotto riporto un sito in cui si parla di autismo e della figura del Denvel Model:
    http://www.specialeautismo.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=17006&idCat=17013&ID=17389&TipoElemento=categoria[/

    RIPORTO UNA FRASE CONTENUTA IN QUESTO SITO CHE MI HA PARTICOLARMENTE COLPITO:
    "I bambini con autismo hanno una mente, opinioni, preferenze, scelte, e sentimenti; hanno diritto alla espressione di sé e ad un certo controllo del proprio mondo"

    la figura del Denvel Model parte proprio da questa definizione per favorire la trasmissione le conoscenze e le esperienze sociali.
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    Messaggio  Velardi Giusy Ven Apr 29, 2011 1:45 pm

    Il racconto di Nunzia è stato molto emozionante e coinvolgente e c'ha permesso di toccare con mano,di entrare in contatto con un mondo,quello dell'autismo,con cui si relaziona quotidianamente e con dedizione grazie al suo ruolo di educatrice.Nelle sue parole,ma soprattutto nei suoi occhi ho letto quanto amore nutre nei confronti del suo lavoro e con quanto altrettanto amore segue i suoi bambini.Ho letto nel suo sguardo la soddisfazione nell'osservare i progressi raggiunti da uno di questi bimbi che pian piano ha imparato a fidarsi di lei,lasciandosi guidare,seguire riuscendo,cosi a raggiungere piccoli ma enormi traguardi come impugnare una penna,salutare i compagni al mattino ma soprattutto sentirsi parte integrante della classe.Grazie all'esperienza di Nunzia ho avuto modo di comprendere la fondamentale importanza del ruolo dell'educatore nel migliorare la vita di questi bambini,e che l'educatore è una sorta di ombra che lo aiuta nei piccoli gesti quotidiani senza però essere troppo invasivo o protettivo preparando il bambino al contatto col mondo esterno.Viene a crearsi cosi tra bambino ed educatore un rapporto speciale fatto di rispetto reciproco,grazie al Denver model un modello di presa a carico del bambino che può favorire la sua iniziativa,la sua partecipazione perchè proprio all'educatore spetta il difficile compito di aiutare il bambino nell'inserimento sociale,facendolo sentire cittadino a tutti gli effetti con gli stessi diritti e le stesse opportunità,trasmettendogli amore e rendendolo autonomo.Un ruolo fondamentale è rivestito anche dalle diverse tecnologie che hanno permesso gli enormi progressi di questi bambini che hanno difficoltà a comunicare,autoregolarsi permettendogli cosi di esprimersi e relazionarsi con gli altri.Uno di questi strumenti è il comunicatore Minimò attraverso cui il bambino può comunicare pigiando un semplice tasto ed esprimersi attraverso le immagini...e grazie a questi supporti se oggi un bambino può trasmettere i suoi sentimenti,le sue paure,e grazie ad essi che ha imparato a dire "mamma ti voglio bene"...Sono sicura che guarire è possibile e che nn bisogna mai smettere di lottare e a testimonianza di ciò vi propongo la storia di Mattia,bimbo di 5 anni guarito dall'autismo. cheers

    http://www.oggi.it/focus/13-2011/mattia-guarito-autismo-leggi-sua-storia-3085625826.shtml
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    teresa lunario


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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty Re: 8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso)

    Messaggio  teresa lunario Sab Apr 30, 2011 10:05 am

    Con la testimonianza di Nunzia, sono venuta a conoscenza del cosiddetto "Denver model", ossia un modello di presa in carico per bambini con disturbi dello spettro autistico in età prescolare, promosso dagli inizi degli anni Ottanta. Questa pratica è efficace in quanto si verifica il passaggio del bambino da uno stato di assoluto silenzio ad un iniziale approccio con la parola e la scrittura,e anche grazie alla tecnologia che ha contribuito a tale "traguardo". Tale incontro mi ha permesso di avere una visione più completa del ruolo dell'educatore, dei suoi compiti e della sua devozione verso coloro che hanno più bisogno di aiuto.
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    saragiuditta


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    8. laboratorio 31 marzo Nunzia Denver model (chiuso) - Pagina 15 Empty laboratorio 31 Marzo

    Messaggio  saragiuditta Dom Mag 01, 2011 2:21 pm

    Il sentir parlare di Autismo cosi da vicino,è stato emozionante.
    Era commovente sentir parlare una persona che nel suo piccolo aveva fatto tanto per un bambino autistico.
    Pensare ad un futuro intraprendendo una strada del genere...è sicuramente una grande sfida che vorrei tanto riuscire a portare a termine.
    Nella vita bisogna sempre inseguire i propri sogni( e non è retorica) e il pensare un giorno di riuscire anche io nel mio piccolo..ad aiutare qualche bambino, sarebbe un sogno che diventerebbe realtà.

    AUTISMO,DALLA DIAGNOSI ALL'INTERVENTO PSICOEDUCATIVO, C. Vio, Vannini editrice

    AUTISMO: CHE FARE? ORIENTARSI NELLA COMPLESSITÀ DEI TRATTAMENTI E DELLE TEORIE, Cavagnola, Moderato, Leoni, Vannini editrice

    STRATEGIE E TECNICHE DI INTERVENTO Donald J. Cohen, Fred R. Volkmar, Enrico Micheli, Vannini - 2005


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    Messaggio  savio anna Lun Mag 02, 2011 2:18 am

    potrà anche sembrare scontato ma durante tutta la lezione io mi sono dovuta trattenere dal piangere.Ma non era una commozione dovuta ai problemi di questi bambini bensi dalla felicità di sapere che proprio noi educatori possiamo fare tanto per questi bambini.insieme ai medici,ai terapisti e alle loro famiglie noi possiamo sin dalla nascita recuperare un bambino autistico possiamo fare del nostro meglio per far si che questi bambini migliorino ogni giorno a piccoli passi sempre più.noi possiamo aiutarli nel diventare prima parte di una classe che è la loro prima formazione,ed in seguito parte di una vera e propria comunità.l'italia è molto indietro rispetto ad altre nazioni come gli Usa dove ci sono dei veri e propri centri dove bambini autistici di tutto il mondo grazie ad appropriate cure riescono a migliorare tantissimo inserendosi nelle scuole e nel futuro nel mondo lavorativo senza alcuna differenza da noi tutti.ma oggi COME nella lezione precedente grazie alle testimonianze dell avv.Vassallo,della dottoressa Magri e di Nunzia ho potuto toccare con mano tutto quel che c'è dietro la figura di un bambino autistico.c'è un grande impegno un grande lavoro ma soprattutto un grande amore che gli permette loro di andare avanti verso una battaglia che non è affatto facile ma che se affrontata con i giusti mezzi può condurre ad ottimi risultati infatti un bambino se seguito sin dai primi mesi di vita riesce a ottenere tantissimo.Non bisogna mai mollare,gli educatori sono le loro ombre devono accompagnarli ogni giorno senza mai arrendersi poichè con la fatica si può regalare una vita parzialmente normale a questi bambini.come diceva Nunzia non è affatto facile poichè loro inizialmente non ti guardano neppure non ti salutano non serve tutta la dolcezza del mondo per far si che si affezzionino a te,a volte non pronunciano neppure la parola piu banale per un bambino "Mamma",ma la soddisfazione più grande è quella di vedere che giorno dopo giorno loro riescono a capire quel che tu con grande fatica hai fatto per loro,come diceva Nunzia arrivano in classe salutando i compagni richiedono la tua presenza e riescono a farsi capire quando richiedono qualcosa,infatti proprio grazie alle nuove tecnologie,ai nuovi computerini creati prettamente per bambini autistici che loro possono finalmente comunicare con il resto della classe sentendosi parte integrale di essa.è stato stupendo sentire Nunzia dire che una bambina di 6 anni è arrivata alle elementari senza maestra di sotegno e senza che nessuno sapesse che era autistica,è questa la soddisfazione piu grande per noi che non vale neppure tutto l'oro del mondo.c'è infatti un vero e proprio modello per i bambini autistici che è il denver model ove i bambini possono apprendere con successo,dal momento che l’autismo è in sostanza un disturbo sociale, il trattamento deve focalizzarsi sulla disabilità sociale,i bambini sono membri della famiglia e della comunità ed è necessario che abbiano un ruolo nella famiglia e nelle attività della comunità,i bambini con autismo hanno una mente, opinioni, preferenze, scelte, e sentimenti; hanno diritto alla espressione di sé e ad un certo controllo del proprio mondo.per il denver model il gioco è uno dei mezzi più potenti di apprendimento cognitivo e sociale a disposizione del bambino,interventi efficaci per bambini con autismo richiedono che molte delle ore di veglia vengano impiegate in attività orientate alla socializzazione. E’necessario fornire più di 20 ore a settimana di interventi strutturati per ottenere dei progressi ottimali.proprio grazie a tutte queste nuove tecnologie,grazie a noi educatori,ma soprattutto grazie all amore delle loro famiglie che questi bambini un giorno potranno diventare dei giovani felici si perchè anche se in un mondo tutto loro diverso dal nostro loro riusciranno ad esserlo proprio come noi! Smile

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