Diletta M.R Clemente Ven Apr 01, 2011 8:03 am
E' proprio vero che il mestiere dell' educatore, non è un vero e proprio lavoro... ma UNA VOCAZIONE. La responsabilità che ti addossi nel momento in cui decidi di intraprendere questa professione, è incredibile perchè sei responsabile di un altro individuo che devi rendere, attraverso un percorso non solo prettamente educativo sotto un punto di vista formativo e quindi scolastico, ma anche e sopratutto relazionale... che a mio parere è la cosa fondamentale dal momento che, una volta che il percorso giunge al termine, nel cuore del ragazzo, deve rimanere qualcosa...qualcosa che gli serva per la vita... dei valori che gli rimarranno per sempre!. E sopratutto nel caso di soggetti per cosi dire "borderline" che sono isolati del resto della società, dall' intero gruppo classe, dalla stessa famiglia, che a volte, non accetta la realtà che non è sempre generosa e che ci pone dinanzi a prove difficili da superare. La forza, quella vera, sta nell accettare tutto ciò che ci capita e superare tutto con grinta e gioia di vivere. La lezione di oggi è stata incredibilmente emozionante perchè mi ha fatto comprendere, che grazie a diversi modelli comunicativi come la comunicazione aumentativa e alternativa, ed il Denver model (un modello basato sull’"approccio evolutivo" in cui l’intervento è centrato sul bambino per favorire la sua iniziativa, la sua motivazione e la sua partecipazione), tutti, ma davvero tutti, possono comunicare e partecipare attivamente alla vita!. La CAA è dunque un settore della pratica clinica che si pone come obiettivo la compensazione di una disabilità (temporanea o permanente) del linguaggio espressivo; vengono infatti create le condizioni affinché il disabile abbia l’opportunità di comunicare in modo efficace, ovvero di tradurre il proprio pensiero in una serie di segni intelligibili per l’interlocutore.La CAA è per definizione multimodale, dunque sono diverse le modalità espressive che si possono utilizzare. Oltre al linguaggio (inteso come comunicazione verbale e non verbale) è possibile fornire al disabile altri strumenti che possono essere suddivisi in diverse categorie come:le tabelle di comunicazione,i software di comunicazione che si utilizzano con il Personal Computer. Per quanto riguarda il Denver Model, troviamo il modello "community based" promosso dalla fine degli anni Novanta (precedentemente si trattava di un modello "center based", cioè i bambini frequentavano il Centro), i setting di trattamento sono tre: 1) la scuola dell’infanzia con il gruppo dei pari; 2) l’intervento individuale; 3) le routine naturali in famiglia.Il team di trattamento è costituito da un terapista referente che coordina il team con la famiglia e lo staff della scuola, ognuno dei quali lavora con obiettivi condivisi nei setting specifici (famiglia, scuola, Centro).Visto che il curriculo di ogni bambino è individualizzato e basato sulle sue capacità e necessità di sviluppo attuali, è fondamentale un’attenta valutazione dello sviluppo; la valutazione è attuata in due modi: valutazione annuale o biennale standardizzata (valutazione della comunicazione; valutazione psicologica; valutazione motoria; valutazione educativa), e valutazione trimestrale del curriculo per determinare il progresso in base agli obiettivi. E' proprio vero, i bambini nascono due volte... la prima quando sono messi al mondo, la seconda nel momento in cui grazie ad una figura tanto importante (come quella dell educatore e non solo) che lavora dietro le spalle del bambino ( ruolo shadow), gli fa intraprendere un percorso che gli permette, per quanto sia possibile, di vivere autonomamente la realtà come è giusto che sia. Grazie di tutto Nunzia.