Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    Messaggio  mariagraziarusso Ven Mar 25, 2011 6:07 pm

    Oggi in aula la prof ci ha fatto mettere una benda su gli occhi e ci ha letto delle poesie scritte da ragazzi disabili. Appena ho coperto gli occhi subito ho avvertito una sensazione strana mi sono sentita persa spaesata forse anche un po’ in pericolo come se qualcuno mi stesse per attaccare ed io impossibilitata a difendermi;ho sentito il bisogno di toccare la mia amica che mi stava affianco per rassicurami che non ero sola e che c era qualcuno. Non riuscivo ad ascoltare la prof che leggeva non riuscivo a concentrarmi mi muovevo in continuazione. E’ impossibile cercare di capire come si sente e quello che prova una persona non vedente non possiamo metterci nei loro panni ….. e nonostante ciò amano la vita anche se non vedono cio che li circonda non conoscono nemmeno i volti delle persone che gli stanno vicino. Ma ciò che non riescono a cogliere con la vista lo colgono col cuore ….. amano la vita per quello che è e a parer mio sono gli unici ad afferrare il SENSO DELLA VITA…..
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    Messaggio  claudia.moreno Sab Mar 26, 2011 12:08 am

    Dal momento in cui abbiamo messo il fulard sugli occhi ho subito cercato la mano della mia amica al mio fianco poichè la prima sensazione che ho provato è quella di sentirmi spaurita e anche dopo ascoltando le varie poesie(soprattutto quella riguardante il gabbiano,quella del sentirsi sempre in bilico e quella del sentirsi chiamare per nome) mi hanno fatto sentire angosciata,turbata,perduta ma una parte di me ha pensato che se io già normalmente faccio molta fatica a fare amicizia...immagino ancor di più quanto sia difficile per un disabile...ma poi mi dico che quando trovi quella o quelle persone che ti vogliono bene per quello che sei mi sento confortata perchè sò che avrò qualcuno ke mi aiuterà e non mi farà sentire sempre in "bilico"
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    Messaggio  ChiaraDiNola Dom Mar 27, 2011 5:26 pm

    E’ stata una strana sensazione essere bendata per alcuni minuti. Volevo riaprire gli occhi ,guardare le cose che mi circondavano, sentire solamente la voce della prof. non bastava dovevo guardarla.Fare tale simulazione è stata una bella esperienza però secondo me avere gli occhi bendati solamente per alcuni minuti non basta a capire veramente cosa può provare una persona cieca. Possiamo si farci un idea delle sensazioni e delle difficoltà che possono provare ma il nostro pensiero è sempre condizionato dalla consapevolezza che dopo esserci tolti la benda possiamo guardare ciò che ci circonda. Dovremmo provare a svolgere alcune azioni di tutti i giorni bendati come ad esempio, vestirci ,lavare i denti, pettinarci, camminare almeno per un giorno e forse riusciremo a capire più a fondo le difficoltà che incontrano queste persone. Immaginandomi una persona cieca quindi non in grado di vedere i volti delle persone a me care, il mondo che mi circonda mi viene una grande angoscia.Forse perché faccio un grande affidamento alla vista e senza di essa mi sentirei persa. Durante la simulazione sono stata molto colpita dalla poesia “Chiamami per nome” veramente molto profonda e che secondo me rispecchia a pieno le emozioni di persone disabili.Molte volte dimentichiamo che loro hanno un volto, un nome ,che provano emozioni, che sono persone come noi. Tendiamo a classificarle a vedere solamente la loro disabilità e a non considerarle come persone, tendiamo ad ignorare le loro potenzialità.Ignoriamo che tali persone sono fenomenali che hanno una grande gioia di vivere e che possono insegnarci veramente tanto della vita. Dovremmo prendere esempio da queste persone che nonostante le loro difficoltà non si arrendono e continuano a vivere facendo a volte della propria mancanza la propria forza
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    Messaggio  veronica spinosa Dom Mar 27, 2011 8:57 pm

    Forse a differenza di tante altre persone che hanno assistito all'esperimento di essere bendate per qualche minuto, sono riuscita a provare sensazioni completamente apposte.... Ricordo bene che c'era chi, restando al buio provava ansia e angoscia,chi percepiva in se il dolore per i propri familiari o conoscenti con disabilità visiva.... Invece io sn riuscita a coprire i miei occhi con molta serenità, molto probabilmente perchè sapevo che avrei smesso di vedere la luce solo temporanemente e quando il tutto è iniziato mi sono sentita completamente immersa nella profondità delle parole di quelle poesie, quasi come se il non poter cogliere i colori delle immagini e i volti dei protagonisti avesse indotto il mio udito ad un maggiore percezione dei suoni e del calore o della sofferenza di quelle parole... In genere faccio fatica a cogliere tutti i dettagli di un racconto o come in questo caso di una poesia, ma ripeto, il non poter vedere con gli occhi mi ha concesso di poter riuscire a guardare anche solo per un pò con il cuore...Dalla mia esperienza quindi,sembra di aver colto più gli aspetti positivi di questo tipo di disabilità che quelli negativi, forse perchè il coraggio, la grinta e l'umiltà di queste persone nell'affrontare le loro difficoltà riscontrate nel giudizio e nell'incomprensione della gente, ha suscitato in me grande stima, grande gioia e onore per coloro che sono degni di saper realmente amare il dono della Vita!
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    Messaggio  SusyCicale Lun Mar 28, 2011 12:38 pm

    Disorientamento..questo è ciò che ho provato avendo la benda agli occhi solo per qualche minuto..
    Per noi abituati ad avere sempre tutto sotto controllo è davvero troppo difficile non poter constatare ciò che ci accade intorno..difficile è l'affidarsi al solo udito,ascoltare il rumore dei passi e non sapere chi ti è accanto..o ascoltare la voce di qualcuno e non saper riconoscere il suo viso..
    L'ansia,l'angoscia sono state le prime sensazioni negative a prevalere su altre emozioni inizialmente in me..i primi pensieri sono stati di timore,timore di pensare che quella potesse non essere solo una simulazione,ma una cosa permanente..il pensiero di non poter guardare con i miei occhi le persone che amo..il mondo,mi ha dosorientato..
    Tutto ciò non può non far riflettere..io quesl miscuglio di emozioni l'ho provato solo per un breve istante,quindi non si può dire di poter immaginare cosa si prova ad essere non vedente..sarei ipocrita se dicessi il contrario..
    Però potrei dire che li accetto per ciò che sono(non si può discriminare una persona solo perchè ha abilità diverse dalle tue),come accetto e rispetto altre persone con le mie stesse qualità o abilità..questo per dire che non bisogna fare distinzioni..soprattutto li ammiro per il coraggio che ogni giorno dimostrano di avere..loro combattono per far si che non vengano più visti per ciò che non hanno ma per ciò cha sono,persone come noi,con un viso,un sorriso e tanta voglia di vivere..
    Forse è proprio in questo che consiste l'avere il coraggio delle novità..

    "Per favore abbiate il coraggio della novità.

    Abbiate occhi nuovi per scoprire che,

    prima di tutto,

    io “sono”.

    Chiamatemi per nome."

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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 15 Empty IL BUIO HA COLORI DI CHI COLORI NON VIVE!

    Messaggio  ANNUNZIATA NATALE Lun Mar 28, 2011 9:43 pm

    QUESTA ESPERIENZA L 'HO VISSUTA CON MAGGIORE COINVOLGIMENTO....A CAUSA DELLA DISABILITA' DI MIO NONNO, CAUSATA PROPRIO DA UNA MALATTIA A MIO AVVISO TRA LE PIU CRUDELI OVVERO " LA RETINITE PIGMENTOSA" UNA MALATTIA ALLA QUALE ANCORA OGGI NON ESISTE CURA...UNA MALATTIA CRUDELE PERCHE' TI FA CONOSCERE I COLORI, TUTTO CIO' CHE TI CIRCONDA, I VOLTI DELLE PERSONE ..MA CON L' AVANZARE DELL' ETA' LA VISTA COMINCIA A DIMINUIRE FINO A PERDERLA TOTALMENTE.LE DIFFICOLTA' CHE SI TROVANO SONO MAGGIORI DA CHI NON HA MAI VISTO, PERCHE' BISOGNA ADATTARSI AL NUOVO CAMBIAMENTO.DEFINISCO MIO NONNO UN VERO E PROPRIO MODELLO DA SEGUIRE, UNA PERSONA CHE NONOSTANTE LE DIFFICOLTA' AMA LA VITA ANOCORA PIU DI PRIMA.SPESSO MI DOMANDO TRA ME E ME CHISSA' COME MI IMMAGINA ORA CHE SONO CRESCIUTA .........MA A QUESTO NON C'E' UNA RISPOSTA, L' UNICA CERTEZZA CHE HO E' VEDERLO SEMPRE PIU' SODDISFATTO DI ME IN PARTICOLARE.FORSE ATTRAVERSO QUESTA ESPERIENZA CI SIAMO CIMENTATI A CAPIRE QUANTO SIA DIFFICILE NON VEDERE MA C'E' UN MESSAGGIO ANCORA PIU' PROFONDO PER NOI GIOVANI : "SI ALLA VITA"...E' STRANO MA SPESSO E' PROPRIO COSI SONO TUTTE QUESTE PERSONE CON DISABILITA' CHE CI INDUCONO A CAPIRE IL VERO SENSO DELLA VITA CHE E' TRA LE NOSTRE MANI,MA CHE TRALASCIAMO ANDARE UN PO TROPPO PERDENDONE LA RAGIONE SPESSO DELL ' IMPORTANZA DELLA VITA!!
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 15 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  teresa lasco Lun Mar 28, 2011 10:20 pm

    QUESTA LEZIONE è STATA DAVVERO STRANA MA MOLTO EMOZIONANTE E SIGNIFICATIVA.

    ESSERE BENDATA E PERDERE LA VISTA PER POCHI MINUTI MI HA FATTO SENTIRE INIZIALMENTE SPAESATA MA POI HO INIZIATO A RILASSARMI E A IMAGINARE PAROLE OGGETTI..DELLA POESIA....
    DOPO HO INIZIATO A PENSARE COME POTESSERO IMMAGINARE LE PERSONE CIECHE NON AVENDO MAI POTUTO VEDERE..
    PENSO CHE LORO SIANO DOTATI DI UN MAGGIOR SENSIBILITà E GRANDE FANTASIA NON CERTO PARAGONABILE ALLA NOSTRA.

    QUESTA LEZIONE MI HA PORTATO A RIFLETTERE SULLE DIFFICOLTà CHE POSSONO INCONTRARE QUESTE PERSONE NELLA VITA QUOTIDIANA E CHE FORSE LA POESIA SIA MOLTO UTILE POTENDO SUSCITARE EMOZIONI MOLTO FORTI..ESSA PUò ESSERE UTILIZZATA COME STRUMENTO CAPACE DI STIMOLARE E POTENZIARE LO STATO DI BENESSERE E LA CRESCITA PERSONALE DEL SOGGETTO AIUTANDOLO AD USCIRE DAL GUSCIO DELLA SOLITUDINE E A SUPERARE IL PROPRIO DISAGIO...
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    Marilena Sabatino


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 15 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  Marilena Sabatino Mar Mar 29, 2011 9:07 am

    Sono tante le volte in cui ho chiuso gli occhi, ma nn avevo forse mai realmente capito cosa volesse dire nn poterli riaprire!
    sono abituata a vedere, osservare, tutte cose che ho sempre dato per scontato, che avevo sempre pensato mi spettasero di diritto, tutte cose che per alcuni rimarrarranno per sempre un sogno...
    anche solo con una benda sugl'occhi mi sono sentita per quei pochi minuti persa, spaesata, nn avevo più il controllo di me: dov'erano i miei colori, i miei punti di riferimento...dov'era tutto il mio mondo?!?
    Mi chiedo come sarebbe questo mondo senza i colori, senza forme, senza volti...
    Come fanno a immaginare, a pensare, ad amare? che cos'è per loro il cielo, il sole, l'orizzonte?
    Anche se forse nn potrei mai vivere senza queste "piccole cose", mi rendo conto che per loro non sarebbe una rinuncia dato che non hanno mai sentito l'emozione che suscita una bel tramonto visto con la persona amata...
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    rossella bonito


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 15 Empty Il buio

    Messaggio  rossella bonito Mar Mar 29, 2011 9:24 am

    Quando ero piccola,penso come molti altri bambini,avevo letteralmente paura del buio;mia madre infatti metteva sempre accanto a me delle lucine affinchè mi sentissi più tranquilla.Con gli anni questa fobia è andata scemando ma comunque non nego che quando rimango a dormire da sola in casa ,non spengo mai la luce,mai!!!Perchè???Senza la luce mi sento impotente,non riesco a tenere sotto controllo la situazione,ogni minimo rumore mi fa sobbalzare,mille pensieri iniziano a frullarmi per la testa,zone d'ombra più scure diventano fantasmi! E allora nemmeno per un attimo vorrei trovarmi nei panni di chi quella luce non può tenerla accesa!
    Siamo dotati di almeno cinque sensi,eppure il giorno in cui la professoressa ci ha invitato a bendarci mi sono accorta che il gusto,il tatto,l'olfatto e anche il mio udito poco sviluppato non potevano in tutto e per tutto sopperire alla mancanza dei miei occhi.Mi sentivo chiusa in un mondo tutto mio ,dove cercavo con tutta me stessa di far recuperare al mio cervello la maggior parte delle immagini possibili,volevo ricordare il volto di mia madre ,l'intensità del giallo,la forma del quadrato,le fattezze di una rosa...Mentre la professoressa leggeva le poesie cercavo di immaginare il volto di quelle persone ,vedere prendere forma le parole lette,per un attimo però mi sono distratta e ho pensato:"io posso farlo ,posso immaginare ,posso ricordare perchè prima vedevo,ho visto, ma se fossi nata cieca,se mia madre fosse stata costretta a descrivermi in maniera accurata ogni minimo particolare dalla stampa del vestito che indossava al fascino di un attore in tv;come avrei reagito?cosa avrei fatto ma soprattutto che persona sarei adesso???
    Non appena il foulard mi ha impedito di vedere ho stretto forte la mano della mia amica Francesca,quando mi sono accorta che lei faceva altrettanto mi sono sentita meno sola ,meno disorientata ,ho avuto meno vergogna di avere paura!
    Quando poi è iniziata la lettura ho cercato di concentrarmi,di rendere massime la mia attenzione ,volevo captare tutte le informazioni possibili e immaginabili.Volevo silenzio intorno a me perchè in quel momento potevo solo ascoltare.
    All'inizio mi sono sentita quasi tranquilla sollazzata dall'idea di non essere vista e quindi dalla possibilità di abbandonarmi alle mie sensazioni dando sfogo alle mie emozioni ;subito dopo ,il fatto che anche io non potessi guardare mi ha terrorizzata!
    Con Antonella ,un'altra ragazza con la quale trascorro gran parte del mio tempo,ho raggiunto una complicità straordinaria supportata da occhiatine ,occhiolini,ammiccamenti;quando però ,bendata, mi sono girata istintivamente e non ho potuto sentire se lei avesse fatto lo stesso ,quando non ho trovato il suo sguardo,l'unica cosa che avrei volUto fare era strapparmi il foulard dagli occhi.
    Quel "gioco" non mi andava più!!!Avevo perso quell'attimo di intesa e nessuno me l'avrebbe più restituito!Per molti però non si tratta di giocare a moscacieca e allora cosa fare? come comportarsi con coloro che" hanno imparato a fare a meno " della vista?Non posso negare che vedendo una persona con disabilità(di qualunque tipo essa sia)il mio sguardo non si intenerisca,il volto non mostri un sentimento di "compassione",ma grazie a questo corso,grazie alle poesie ascoltate spero di imparare a relazionarmi con loro con la maggiore naturalezza e spontaneità posssibili.
    Voglio chiamarli per nome,non voglio guardarli con pietà sentendomi quasi in colpa solo perchè mi reputo fortunata;voglio da loro imparare ad apprezzare la vita,voglio poter sentire il battito di quel cuore che vuole a tutti i costi palpitare per ogni emozione; perchè è vita anche quella di chi non riesce a camminare,quella di chi non può cantare o chattare!
    E io che ,invece, posso fare tutte queste cose purtroppo è in momenti come questi che mi rendo conto di essere ancora così piccola e di non aver capito ancora fino in fondo il vero senso della vita!!!!
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    Messaggio  Francesca Frongillo Mar Mar 29, 2011 11:00 am

    Durante la simulazione , in aula, mentre la professoressa leggeva le poesie , ritrovandomi con la benda davanti agli occhi ho provato una sensazione strana , mi sentivo isolata da tutto ,mi sentivo il cuore in gola non so se mi sentissi cosi' per il senso di smarrimento o per l' emozione che mi comunicavano quei versi cosi profondi. IN quella situazione per me cosi' insolita mi sono ritrovata col essere cosi' concentrata sulle parole delle poesie , che mi sono riuscita ad isolare da tutto ciò che mi circondava , ogni parola sembrava che mi rimbombasse nella mia mente , avevo la sensazione di sentire il suono di ogni lettera amplificato.
    tra quei versi traspariva la voglia di quei ragazzi di voler essere a tutti i costi nn etichettati , ma la voglia di voler fare a pieno parte della società , una società che molto spesso fa finta di averli integrati ad essa completamente nascondendosi dietro a quello che sono i molteplici problemi che affliggono quelle persone che nella vita hanno dovuto fare già i conti con quella che è la loro disabilità.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 15 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  carolina_iacuaniello Mar Mar 29, 2011 2:45 pm

    esprimere le mie personali sensazioni provate immersi nel buio totale, mi sembra di sminuire il quotidiano delle persone non vedenti costrette a vivere nel buio. Solo la poesia, strumento così sublime, ci da la possibilità di dominare quel buio. Vivere attraverso il solo udito, la vita e le emozioni di queste persone è stata una bellissima esperienza , fonte di grande riflessione.
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    Messaggio  AntoniettadeGaetano Mar Mar 29, 2011 7:44 pm

    Durante la simulazione ho gli occhi bendati,non mi sento persa perchè la mia compagna aveva diviso il suo foular con me,provavo solo un gran fastidio perchè non potevo vedere tutto ciò che mi succedeva intorno.
    Ad un tratto la prof. ha iniziato a leggere alcune poesie scritte da alcuni ragazzi disabili.
    Qui la mia immaginazione spicca il volo e riesco a vedere con gli occhi della mia mente il gabbiano che vola alto nel cielo ed il vento che avvolge il suo corpicino.
    Nuova poesia,nuovo scenario,sento l'urlo muto di una ragazza che sa' che non potrà mai essere accettata perchè affetta da numerosi handicap,ma anche quello di una ragazza che vuole essere accettata per quello che è e non per quello che suo malgrado non riesce a fare.
    Riesco ad immaginare il ragazzo che ringrazia i suoi genitori e si scusa con loro per essere nato "diverso" .
    Riesco infine a sentire l'imbarazzo del ragazzo cieco che cade al suolo e che arranca per riuscire a rialzarsi sotto lo sguardo pietoso delle cosidette persone "normali".
    Va detto che la nostra società, purtroppo, non favorisce l'integrazione dei disabili. Pregiudizi, limitazioni strutturali, barriere architettoniche impediscono ancora a troppi disabili un'esistenza che sarebbe altrimenti soddisfacente.
    Si impedisce loro di guadagnarsi da vivere col frutto delle loro competenze. Si limitano la loro mobilità e visibilità.
    Le barriere più tenaci, le catene più forti sono naturalmente quelle di carattere psicologico e mentale. Un disabile, foss'anche quello con deficit cognitivi, è un essere umano, un nostro fratello, con cui condividiamo lo stesso destino. Molti disabili sono in grado di dare agli altri moltissimo, non soltanto in termini di competenza professionale, di efficienza produttiva, ma di umanità, di genuinità, di calore umano.

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    Messaggio  florentina tufo Mar Mar 29, 2011 8:54 pm

    SIMULAZIONE

    Mi sono resa conto attraverso un esperimento dimostrativo fatto in aula di come ci si sente ad essere ciechi.
    In quel momento dimostrativo le sensazioni erano molto forti,ho avuto l'impressione di essere chiusa in una scatola, e le voci degli altri mi venivano dall'esterno e non da vicino , avevo poca concentrazione ,è ovvio che qualunque persona si dovesse trovare cieca da un momento all'altro le difficoltà sarebbero maggiorate ,il buio mette paura ,movimento,ansia e quindi ne soffre anche il lato psicologico;sicuramente meno disagio lo avrebbe chi nasce gia non vedente,perchè riesce a razionalizzarsi con le cose estranee sviluppando altri sensi flower
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    Messaggio  florentina tufo Mar Mar 29, 2011 8:57 pm

    SIMULAZIONE

    Mi sono resa conto attraverso un esperimento dimostrativo fatto in aula di come ci si sente ad essere ciechi.
    In quel momento dimostrativo le sensazioni erano molto forti,ho avuto l'impressione di essere chiusa in una scatola, e le voci degli altri mi venivano dall'esterno e non da vicino , avevo poca concentrazione ,è ovvio che qualunque persona si dovesse trovare cieca da un momento all'altro le difficoltà sarebbero maggiorate ,il buio mette paura ,movimento,ansia e quindi ne soffre anche il lato psicologico;sicuramente meno disagio lo avrebbe chi nasce gia non vedente,perchè riesce a razionalizzarsi con le cose estranee sviluppando altri sensi flower
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    Messaggio  Chiara Catalini Mer Mar 30, 2011 7:43 am

    "Gli altri si sentono in colpa e non badano a quello che posso fare".
    Dalle poesie di questi ragazzi lette in aula emerge non il desiderio di essere come gli altri ma quello di essere accettati e apprezzati come gli altri, per quello che sono e che possono fare.
    Riproponendo in aula per dieci minuti, attraverso l'esperimento, un pezzetto della vita di una persona non vedente, fra di noi è sorto subito il bisogno di tenersi per mano, come se toccare l'atro, un nostro compagno, compensasse la mancanza della vista; e questo vale per qualsiasi deficit. Per capire il loro mondo, in quanto educatori, dobbiamo metterci nei panni dell'altro, quanto meno provarci perchè mi rendo conto che è impossibile sapere e riusciore a provare quello che quotidianamente vivono i ragazzi diversamente abili.
    Una cosa è certa: loro hanno da insegnarci molto di più rispetto alle persone normodotate perchè percepiscono le cose in maniera diversa dalla nostra. e noi per crescere, lvorativamente ma soprattutto nella vita, dobbiamo rivolgerci a loro come un inesauribile fonte di vita.
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    Messaggio  vincenza de cristofaro Mer Mar 30, 2011 1:27 pm

    Nel fare questo esperimento inizialmente ho sentito un senso di vuoto ,buio totale fino a quando non ho sentito la voce della professoressa e da quel momento in poi col fatto che io non vedessi nessuno sono riuscita ad immedesimarmi in loro attraverso le parole. Ho provato sensazioni tristi,spiacevoli per coloro che vorrebbero essere come noi poichè sono riuscita a capire in parte come realmente si sentono,le loro emozioni ,i disagi ma soprattutto come vengono etichettati dalla società .La poesia che più mi è rimasta impressa è "NON" qui il disabile parla in prima persona delle cose che non può fare ma allo stesso tempo di sentirsi viva e con tanta voglia di amare ,sognare e vivere .
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 15 Empty sensazioni mai provate prima

    Messaggio  Rossella Morra Mer Mar 30, 2011 1:43 pm

    Essere bendata e perdera la "vista" solo per 5 minuti (ke sembrava un'eternità)ho sentito delle sensazioni mai sentite prima.Mi sentivo disorientata,mi mancava la possibilità anche di guardare la mia compagna di fianco a me.Devo dire che all'inizio istintivamente volevo levarmi la benda,ma poi ho cercato di concentrarmi e ascoltavo solo le parole della professoressa ,gli altri rumori erano secondari per me. mentre la professoressa leggeva le poesie io ho cercato di immedesimarmi in loro,cercando di immaginare la vita senza la vista,e ho capito che queste persone hanno voglia di vivere ,hanno una forza d'animo straordinaria e nonostante la loro difficoltà riescono ad avere una vita normale ,socializzando cn le persone,spiegando anche cosa provano e che utilizzano molto gli altri sensi per capire chi siamo, come siamo e soprattutto riconoscerci.Con questo penso che queste persone devono essere integrate nella vita sociale senza pregiudizi e compassione proprio perchè sn persone come noi e devono quindi avere la possibilità di fare ciò che vogliono.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 15 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  nunzia puocci Gio Mar 31, 2011 7:27 am

    un insieme di emozioni che s'incrociavano le un l'altre in un piccolo arco di tempo, mettendo il foulard sugli occhi e avendo la sensazione di essere un non vedente,le parole della poesia dettate dalla docente, alle mie orecchie erano paragonabili ad una dolce sinfonia che imprimeva serenità e quiete...stando con gli occhi chiusi ho provato sensazioni uniche che sono difficili da spiegare ed è solo così che ho capito anche se solo per poco quello che provano i ragazzi non vedenti...
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    mariarosaria catuogno


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 15 Empty ....ma sogno e vivo"

    Messaggio  mariarosaria catuogno Gio Mar 31, 2011 8:01 am

    ...Appena ho messo la benda la mia prima emozione è stata sicuramente di smarrimento,mi sono sentita molto a disagio , e sicuramente spaesata .... trascorsi alcuni minuti mi ha travolta invece un sentimento di tranquillità e pace , non saprei descriverlo meglio ...poi ascoltando le poesie al pezzo:
    "Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Ma sogno
    E vivo"

    mi sono venuti letteralmete i brividi ... mi sono resa conto che poche volte nella mia vita ho prestato così tanta attenzione , forse perchè comunque avendo la benda sugli occhi dovevo concentrarmi solo sull'udito , mi sono sentita profondamente incantata a sentire quelle parole...


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    Messaggio  Velardi Giusy Gio Mar 31, 2011 2:26 pm

    Questa lezione è stata una delle più emozionanti e significative a cui ho assistito fin'ora.Molte volte mi è capitato di chiudere gli occhi e provare a camminare nel buio,nn sono mai riuscita a fare più di 10 passi...ho sempre sentito il bisogno di riaprire gli occhi per sentirmi al sicuro.Per questa lezione ci è stato chiesto di portare con noi un foulard...nn avevo capito a cosa potesse servire,ho subito pensato che qualcuno di noi avrebbe dovuto fare un percorso bendato,ma nn è stato cosi,l'emozione provata è stata indescrivibile.Appena mi sono bendata,cosi come mi accadeva quando a casa cercavo di barcamenarmi nel buio,ho subito sentito un senso di opprimenza,mi sentivo spaesata,privata di una delle cose che più di tutte mi permette di tenere il controllo delle cose,non mi sentivo al sicuro,cercavo col tatto la mia amica seduta accanto a me,tanto che per sopperire al fatto di non poterla cercare con lo sguardo, come ci accade spesso in aula,le ho preso la mano.Cominciavo a sentirmi più sicura e quando la professoressa ha letto quelle poesie scritte proprio da ragazzi non vedenti mi sono lasciata trasportare dall'emozione e dall'immaginazione,pur non vedendole riuscivo a sentire davvero quelle parole e percepire in qualche modo lo stato d'animo di quelle persone.E'ammirevole la forza e il coraggio che dimostrano nell'affrontare la loro vita nonostante sia cosi difficile non riuscire a vedere il mondo ma soltanto immaginarlo,non sanno com'è il mare,le stelle,il viso di un amico ma nonostante questo riescono ad emozionarsi e sorridere comunque e cogliere il vero senso delle cose andando oltre le semplici apparenze.Allo stesso tempo,però ho letto nelle loro parole una grande sofferenza e soprattutto il desiderio di essere riconosciuti come persone e non per la loro disabilità come dimostra la poesia "Chiamatemi per nome" che è stata quella che mi ha colpito di più...un grido di una persona che chiede semplicemente di essere accettata per quello che è.Infatti credo che la diversità sia un modo per riflettere e per arricchirci come lo è stata per me quest'esperienza che mi ha permesso di riflettere e immedesimarmi in una situazione che credevo lontana da me....Grazie. Smile
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    Messaggio  federica carandente Gio Mar 31, 2011 3:09 pm

    Per circa dieci minuti ci siamo dovuti bendare per me sono stati lunghissimi, sembravano non passare mai,ho provato una sensazione di smarrimento,mi infastidiva non poter vedere gli altri, non vedere i movimenti della persona al mio fianco e non vedere da dove provenivano determinati rumori.Mi sono poi concentrata di più su quelle che erano le poesie e nel buio della mia mente vedevo scorrere le immagini che le parole delle poesie mi facevano apparire.Un' esperimento che ci ha permesso in qualche modo di metterci nei panni dei non vedenti e che mi ha fatto capire quanto queste persone sono in grado di svilluppare gli altri sensi e non si soffermano sulle banalità come noi.
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    Messaggio  AlessandraMori Gio Mar 31, 2011 6:32 pm

    Così senza vedere,senza vedere la persona che parlava, senza vedere la mia amica affianco...ascoltare parole suoni e rumori... la mia attenzione era rivolta soprattutto a questo , ai vari ruomori che arrivavano ai passi vicino a me...ho avuto più che altro un sensazione di paura, di fastidio.Ho sentito il bisogno di toccare la mano della mia amica!! Sicuramente non si può in 10 minuti non si può veramnete capire cosa prova un "non vedente" è qualcosa di molto più complesso....è stata un' esperienza abbastanza toccante!!!
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    Messaggio  savio anna Gio Mar 31, 2011 11:14 pm

    In aula ci è stato richiesto di mettere una benda sugli occhi per alcuni minuti.Inizialmente sono sembrati un eternità,mi ritrovavo in un aula colma di persone ma non vedevo nulla,riuscivo solo a percepire dei suoni,delle voci senza capire da dove provenissero.c'era il buio intorno a me volevo davvero che passasse tutto il più in fretta possibile poichè i miei occhi anche se per poco non vedevano la luce,non riuscivano a vedere i colori ed i volti di chi mi sedeva accanto.io e la mia amica ci siamo tenute la mano e tutto è diventato di colpo più tranquillo mi sentivo al sicuro.spesso a casa (luogo che conosco alla perfezione)ho provato a chiudere gli occhi,a camminare un pò e toccare qualche oggetto per poterlo riconoscere,ma non è durato tanto finivo con il riaprirli subito dopo per ritrovare la pace.in aula però ad un tratto è calato il silenzio quando abbiamo ascoltato le poesie scritte dai ragazzi non vedenti mi sono resa conto che il mio corpo diventava più sereno non badavo più al buio,l'ansia svaniva pian piano.ho provato emozioni indescrivibili che andavano oltre la luce oltre i colori e le forme.nel mio palazzo abita un ragazzo non vedente e ogni volta che lo vedo camminare non posso non ammirarlo e stimarlo poichè ha una forza indescrivibile che gli ha permesso di svolgere una vita molto simile alla mia,è infatti laureato ha un ottimo lavoro ha degli amici e fà spesso lunghe passeggiate.magari lui il sole,il mare hanno colori e forme diverse dalla loro reale realtà ma lui riesce comunque a vederli,il volto,gli occhi di sua madre di sua sorella lui non potrà mai vederli per come sono realmente,ma ci posso giurare che li conosce benissimo lo stesso poichè lui vede con altri occhi;quelli del cuore ed è proprio li che c'è tutto è li che entra la vera luce.come dice una citazione tratta dal piccolo principe l'essenziale è invisibile agli occhi!!!!
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    Messaggio  martinellimaddalena Ven Apr 01, 2011 7:23 pm

    oggi 14 marzo 2011, quarta lezione di pedagogia
    della disabilità, è stata una lezione molto emozionante perchè
    la professoressa ci ha fatto bendare gli occhi con sciarpa o fourlad perchè dovevamo immergerci nelle difficoltà dei disabili.
    Abbiamo potuto così sentire, provare, anche se in minima parte, le difficoltà di una persona non vedente,non udente,e con handicap vari.
    Durante questo laboratorio,la professoressa ci ha letto delle poesie che mi hanno colpite molto e mi hanno fatto molto pensare a quanto fosse difficile per queste persone affrontare la vita ogni giorno...ma mi faceva pensare anche alla forza di queste persone, il loro non avvilirsi mai,nonostante queste loro difficoltà.
    qui di seguito ripropongo la poesia che più di tutte mi ha fatto riflettere molto.

    poesia di Gennaro Morra." IN BILICO ".
    "Il mio precario equilibrio
    mi tiene in bilico
    mi costringe a cercare un appiglio.
    Devo avvinghiarmi ai muri
    alle sedie,alle persone
    non posso commettere
    il minimo errore.
    Barcollo come un birillo
    sfiorato da una palla
    traballo come una bottiglia
    urtata da una biglia.
    Ho paura di cadere
    non tanto per il dolore che potrei avvertire
    ma per il peso dei loro occhi
    che sul quel pavimento
    mi potrebbero inchiodare.
    Basterebbe un sorriso
    il protrarsi di una mano
    alla quale mi potrei aggrappare
    per non sentire più l'imbarazzo
    del mio continuo ondeggiare."
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    Messaggio  teresamemoli Dom Apr 03, 2011 9:52 am

    Ore 11:30: luce, colori, vedo il mondo che mi circonda.
    Ore 11:40: buio.
    Questa mattina, in aula, per qualche minuto intorno a me e alle mie amiche e colleghe c'è stato il buio più totale. Questo non è avvenuto per mancanza di elettricità, ma abbiamo fatto una simulazione per comprendere il mondo delle persone non vedenti.
    La benda per me in quel momento è stata una barriera che mi impediva di vedere i colori, la luce, il mondo.. insomma tutto ciò che mi circondava.
    La prima cosa che ho provato è stata una sensazione di ansia e smarrimento. Per qualche secondo siamo stati in silenzio poi la Professoressa ha iniziato a leggere delle poesie scritte da persone disabili. Ognuna di essa porta inscritta un messaggio significativo degno di riflessione.
    Due poesie in particolare mi hanno colpito: "Chiamatemi per nome" (di Gianni Scoppellitti) e "L'angelo del Signore" (di Riccardo Fafnir).
    La prima ci fa capire che in un mondo in cui si parla tanto di uguaglianza, di abbattere le barriere, in realtà non si fa nulla per accettare l'altro semplicemente per quello che è, per le sue qualità.. ma lo si deve sempre etichettare. Non si comprende forse fino in fondo che sono persone come noi e non oggetti o cose che hanno bisogno di essere etichettati.
    Della seconda poesia mi ha colpito in modo particolare una frase: "Diversamente abile, persona debole, fardello inutile... per voi sono un fiore delicato" e "Vi sentite come in colpa per la mia diversità e non cogliete l'insegnamento che la mia vita vi dà". Questo è sicuramente un messaggio che l'autore della poesia manda ai suoi genitori. Queste parole sono significative perchè ci fanno comprendere che nonostante la diversità nulla gli impedisce di vivere, di godere dei piaceri e delle bellezze che il mondo ci dà, di sognare... e non fermarsi quindi alla prima difficoltà, perchè come afferma Jim Morrison "Ti potranno tagliare le ali, ma non potranno impedirti di volare, perchè a volte il vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato". Non bisogna mai arrendersi ma lottare, non bisogna abbandonare i propri sogni ma vivere per realizzarli, perchè anche se siamo diversi tra di noi, siamo unici per gli altri.
    La simulazione della benda è stata molto significativa, mi ha portato in un mondo nuovo, che se anche inizialmente mi spaventava, mi ha fatto capire tante cose. E' vero i non vedenti sono privi di un senso che per noi può essere fondamentale, "la vista", ma sicuramente hanno a disposizione gli altri quattro che saranno più sviluppati dei nostri, in particolare l'udito.
    Restando bendati ho percepito, grazie all'udito, cose a cui prima non facevo caso e mi sono resa conto come basta poco per poter perdere l'attenzione a causa di una moneta che cade sul pavimento, o del silenzioso vociare tra due persone...
    Non si ha la vista per vedere ma sicuramente i non vedenti "vedono" mediante gli altri sensi, costruendosi un proprio mondo fatto di mille colori e sfaccettature che non vengono percepiti dalla vista.
    Possono insegnarci tanto, possono farci apprendere l'esistenza di un mondo pieno di emozioni e sensazioni che, anche se queste ci accompagnano giorno dopo giorno, non riusciamo a percepire. Abbiamo molto da imparare.

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