Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    Messaggio  gaetanatartaglione Lun Mar 14, 2011 5:37 pm

    Oggi in aula abbiamo fatto una simulazionemettendo una benda davanti agli occhi. Abbiamo tenuto questa benda per circa 5 minuti, ma mi sembrava un'eternità; per un momento mi sono sentita spaesata, impotente al solo pensare che non potevo vedere niente davanti ai miei occhi. Successivamente ho focalizzato la mia attenzione su ciò che si stava leggendo; poesie bellissime che mi hanno fatto riflettere molto sulle situazioni difficili di queste persone, che però nonostante la loro disabilità amano la vita, hanno voglia di vivere e non vogliono essere esclusi dalla società.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty simulazione !

    Messaggio  linapaudice Lun Mar 14, 2011 5:40 pm

    OGGI IN AULA ABBIAMO VISSUTO UNA PROFONDA ED EMOZIONANTE ESPERIENZA ; OVVERO QUELLA DI ESSERE BENDATA E SOLTANTO ATTRAVERSO L'UDITO ASCOLTARE LE MERAVIGLIOSE POESIE INTERPRETATE DALLA PROFF.BRIGANTI. LE MIE SENSAZIONI SONO STATE ,IN UN PRIMO MOMENTO, DI VUOTO, PAURA ,BUIO SOLITUDINE,SMARRIMENTO IN QUANTO NON MI PERMETTEVANO DI VEDERE I VOLTI DELLE PERSONE, MA ANCHE SEMPLICEMENTE LA LUCE DEL SOLE CHE PENETRAVA NELL'AULA , PERò è STATO ANCHE UN MOMENTO DI TRANQUILLITà E DI RIFLESSIONE VERSO IL MONDO E VERSO LE PERSONE CHE NON HANNO IL DONO DELLA VISTA , FACENDOSI AIUTARE SEMPLICEMENTE DALL'UDITO , PER ASCOLTARE LA VOCE DELLE PERSONE , I SUONI E I PROFONDI RESPIRI . TUTTO CIò FA ULTERIORMENTE RIFLETTERE SULLA VITA DEI DISABILI , IN QUANTO NONOSTANTE LA VITA GLI HA RISERVATO DEI LIMITI , LORO COMUNQUE HANNO UNA FORZA DI VOLONTà IDESCRIVIBILE , NEL VIVERE LA VITA E LE EMOZIONI. QUESTA ESPERIENZA MI HA FATTO CAPIRE CHE NON SERVE L'APPARIRE , IL COME SI è, MA QUELLO CHE CONTA è VIVERE LA VITA INTENSAMENTE ESSENDO UN BENE ESTREMAMENTE PREZIOSO . Very Happy Smile

    Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,

    una gioia da condividere.

    Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.

    Chiamatemi per nome.

    GIANNI SCOPELLITI.
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    Messaggio  stefaniacontorsi Lun Mar 14, 2011 5:50 pm

    E' così difficile descrivere ciò che può provare un disabile o in questo caso un cieco, la simulazione di stamattina è stata molto coinvolgente: cercare d'immaginare la loro vita,le loro difficoltà, chiudere semplicemente gli occhi e trovarsi in un'altra dimensione ascoltare quelle poesie e viverle in prima persona, inizialmente mi sono persa in quel buio ero disorientata però poi ascoltando sono riuscita a ritrovare la mia calma.Mi sono emozionata! Embarassed
    Poesie molto forti e significative, ho provato tristezza,dolore,solitudine ma allo stesso tempo una sensazione di conforto..forza,speranza e tanta voglia di vivere nonostante le mille difficoltà che queste persone affrontano tutti i giorni e che apprezzo tanto anche perchè riescono a vedere più in profondità di chiunque altra persona,infatti si dice la cecità fa paura a chi non c'è l ha..beh si questo è più che vero e poi è così difficile immedesimarsi nei panni degli altri figuratevi in un disabile!
    Ho capito che quando si giudica qualcuno la vista ci condiziona troppo invece nel buio tutto sembra più facile ci si avvicina all'essenza delle cose e delle persone..riesci a percepire i dettagli le sfumatore senza perdersi in cose inutili!!!


    Ultima modifica di stefaniacontorsi il Lun Mar 14, 2011 7:35 pm - modificato 1 volta.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty oltre la vita...

    Messaggio  Fabiola pinto Lun Mar 14, 2011 6:00 pm

    Appena mi sono bendata ,mi sono ritrovata nel buio,ma dopo i primi dieci secondi un brivido mi percorreva la schiena ,quasi brividi di freddo.Dopo alcuni secondi mi sono sentita come se mi mancasse l'aria ,così mi sono data sicurezza dando la mano alla mia collega vicino ,ci siamo date sicurezza a vicenda .Contemporaneamente venivano lette delle poesie ,molto belle ,forse alcune mi risaltavano all'udito più di altre ,ma le emozioni dovute al buio erano molto più forti che hanno preso il sopravvento quasi nascondendo le parole .Dopo le mie colleghe hanno espresso le loro opinioni ,anche esperienze personali ,ascoltandole quel brivido rinasce in me.Noi non sappiamo veramente cosa si prova ,come si vive in assenza della vista ,oggi noi siamo stati al buio per qualche minuto ,ma non con questo si può dire che abbiamo provato le stesse sensazioni di chi non vede perchè noi non le conosciamo.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty Con gli OCCHI dell'ascolto!

    Messaggio  Giuseppina Picozzi Lun Mar 14, 2011 6:09 pm

    Simulare in aula è stato particolarmente emozionante......
    Essere bendata in un primo momento mi ha sconcertato parecchio,l'ANSIA mi ha assalito e cercavo continuamente la mano dell' amica che mi stava accanto.per avere un minimo di orientamento nel buio più totale,ho focalizzato l'attenzione sulle parole che stavo ascoltando quasi come potessero guidarmi nella giusta direzione....! Embarassed
    VEDERE ATTRAVERSO L'UDITO
    SE un senso dei cinque che ci caratterizzano viene meno, automaticamente si accentuano tutti gli altri,in questo caso l'udito ha reso percettibbile e chiaro ogni minimo rumore,e dato un 'immagine alle parole che la prof pronunciava durante la lettura delle poesie!
    DA queste ultime si evince un forte sentimento di amarezza da parte di coloro che le hanno scritte,in questo caso ragazzi disabili,i quali sentono gravare sulla loro persona il peso di chi dall'esterno li guarda con occhi di compassione,di pena,perkè "poverini"portatori di handicap,additandoli come diversi...
    DI pesrone disabili ne ho conosciute,, un mio amico lo è! sfortunatamente in seguito ad un incidente,ha perso l'uso delle gambe,non riesce nemmeno a parlare,a fatica pronuncia un'intera parola,però nonostante tutto è straordinaria la sua voglia di vivere,è ATTIVO,NON SI ABBANDONA a se stesso, reagisce ad ogni impulso,e vive.
    Tutto ciò mi fa riflettere,e mi rendo conto che ad apprezzarla la vita sono spesso persone come loro,rispetto a chi "normale"lo è solo in apparenza!
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    Mariacarmen Scuotto


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty SIMULAZIONE 14/03/11

    Messaggio  Mariacarmen Scuotto Lun Mar 14, 2011 6:13 pm

    Oggi é stata una strana esperienza ma, anche questa, mi ha emozionato e mi ha portato ad una profonda riflessione. E' stata una sorta di "gioco educativo" che, attraverso "il buio simulato",
    mi ha condotto in un' altra dimensione: quello dei non vedenti.
    Ho scoperto che per "il non vedente" la percezione del mondo é molto diversa dalla nostra;
    il non "appoggiarsi" al senso della vista apre ampi spazi agli altri quattro sensi, in particolar modo all'udito e al tatto.
    In aula, con la perdita della "compagna vista", il mio udito ha rafforzato incredibilmente la sua funzione: dopo un primo momento di concentrazione collettiva è seguito un secondo momento,
    in cui squilli e passi inopportuni si sono uditi con molta più incidenza distogliendo l'attenzione dalle poesie recitate dalla docente.
    Mi sono irritata , offesa, per due motivi: per la maleducazione delle persone ( che non fa sentire mai la sua mancanza! ) e per aver "dovuto" interrompere il viaggio in quella dimensione così sconosciuta.
    E' stato breve, anzi, brevissimo ma molto emozionante! Ascoltare le parole ( attraverso una voce prestata ) di quei "veri disabili" mi hanno commosso,
    soprattutto quelle di Gianni Scopelliti con: "... abbiate occhi nuovi ..." e quelle di Rebecca con : "...non scrivo, non parlo, non canto ma sogno e VIVO...".
    Sembra evidente che queste persone abbiano più rispetto per la vita, sappiano più di noi cos'è la vita e come superare le sue insidie.
    Il non vedente è diverso da tutti noi ( soprattutto dalla nuova generazione ) per una nobile ragione:
    al centro delle sue attenzioni e dei suoi interessi pone "l'essenza"/il contenuto delle cose e non la forma.
    Diversamente dai giovani ( e meno giovani! ) non portatori di handicap che, in questo periodo storico, vivono soltanto di "apparenza",
    si cercano corpi perfetti da esibire e corpi perfetti da ammirare.
    Purtroppo, la cultura, la conoscenza e le emozioni non sono più appannaggio di tutti ma, forse, soltanto di coloro che,
    per scelta o per costrizione, sono "diversi" e quindi "distanti" dallo stile di vita delle nuove generazioni!
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    MariaFCostantino


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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  MariaFCostantino Lun Mar 14, 2011 6:13 pm

    Oggi,durante l' esercitazione non mi sono sentita spaesata,ma anzi ero tranquilla.Sicuramente ha inciso il fatto che una cosa del genere l'avevo gia sperimentata alle superiori,dove il prof. di ed.fisica,durante una lezione ci ha bendato per eseguire degli esercizi.Lo scopo era più o meno lo stesso di oggi,ossia provare in prima persona come "sentono" il mondo i non-vedenti.Inoltre conoscevo la breve durata dell'"esperimento". Secondo me.e secondo tutti, la vista è senza dubbio IL SENSO . Credo che senza mi sentirei persa.Non poter vedere il mondo,i suoi colori,il volto delle persone care è terribile solo da immaginare e penso che qualsiasi esercitazione non possa provocare im me quello che realmente sentirei se fossi non-vedente.Sinceramente mi piacerebbe parlare o avere contatti con persone cieche,perchè in primo luogo avrei tante domande da fare,poi vorrei riuscire sul serio a capire cosa si prova.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty un esperienza unica

    Messaggio  Viviana Esposito Lun Mar 14, 2011 6:19 pm

    Rimanere per un pò di tempo bendata è stata per me un'esperienza unica:sembrava che il tempo non passasse mai,mi sentivo isolata da quello che mi circondava e questo mi ha disorientato,cercavo quindi un contatto con la mia amica accanto per sentirmi rassicurata.Io abituata a vivere il mondo con gli occhi,in quei momenti ho visto il buio e ho sentito solo voci e rumori.In tutte le poesie che ho ascoltato è emersa la loro ricchezza interiore,l'amore per la vita,il bisogno di affetto e di solidarietà,ma anche quello di essere riconosciuti come persone e non solo come disabili.Ma sopratutto quello che più mi ha colpito è il grande senso di solitudine che essi sentono.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty FORTI EMOZIONI

    Messaggio  ivana cannavale Lun Mar 14, 2011 6:23 pm

    Ho provato tante emozioni nello stesso tempo , freddo addosso , come quasi vedessi da vicino realmente la persona che parlava nascosta dietro una poesia .
    Ho provato ad immedesimarsi , anche se difficile , mi è caduto ad un certo punto il mondo addosso però nello stesso tempo sentivo la mia tenacia che voleva emergere , "aiutare" queste persone a trasformare le loro poesie in belle canzoni che dimostrassero il loro coraggio , la loro forza di lottare e andare avanti abbattendo stereotipi e pregiudizi .
    L'ultima poesia è per me la più bella e significativa l'essere uguali non è solo a livello morale una cosa bella ma è diritto che avvolge tutti .
    L'ho letta più di una volta e tutte le volte mi sono emozionata ....
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty simulazione

    Messaggio  angelaesposito Lun Mar 14, 2011 6:31 pm

    Avere gli occhi bendati per pochi minuti mi ha fatto sentire per un attimo come un disabile,come un non vedente!Ma stando bendata ho accolto con pienezza il significato delle poesie e ciò che volevano trasmettere.
    Ho provato un Brivido, un emozione che non avevo mai provato e mi sono resa conto cosa significa non vedere ciò che ci circonda,chi ti parla, i colori e associare visivamente ogni rumore; personalmente credo che i non vedenti siano persone piene di vita e molto profonde e solo per questo vanno stimati e non etichettati!!
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty la bellezza di una persona è quella interiore

    Messaggio  iolandaborrelli Lun Mar 14, 2011 6:33 pm

    oggi abbiamo fatto una simulazione con il foulard,ed è stata un'esperienza molto interessante ma sopratutto molto significativa. non pensavo di riuscire a bendarmi per alcuni minuti senza vedere niente,prendere qualcosa dalla borsa ma solo poter ascoltare
    delle poesie molto significative scritte da alcuni ragazzi e lette in aula dalla docente. in quel momento mi sono immedesimata in una persona non vedente e ho provato una sensazione di paura, di tristezza e nostalgia,ma allo stesso tempo una sensazione di conforto e di speranza pensando queste persone che a differenza mia sono nate cosi. l'ultima poesia''chiamatemi cosi'' mi ha fatto riflettere per alcuni minuti perchè le persone diversamente abili si sentono inferiori ed emarginate dalla società. invece come scrive Gianni Scopelliti
    ''anche loro hanno un nome,un volto, un sorriso ma sopratutto una GIOIA da condividere''. queste persone sono capaci di trasmetterci emozioni uniche, e per tanto non devono essere emarginate ma inserite nella società. la vera bellezza di una persona per me non è quella esteriore ma quella interiore.








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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty Simulazione

    Messaggio  martina saiano Lun Mar 14, 2011 6:35 pm

    Ascoltando le poesie lette dalla professoressa oggi in aula durante la lezione ho colto più in profondità il significato della resilienza, soprattutto di fronte all'appello di un ragazzo che chiede di non essere chiamato più disabile, ma semplicemente con il proprio nome perchè non vuole essere riconosciuto per il proprio handicap(per ciò che non ha) ma, come lui stesso afferma:"Per quello che sono: una persona come tante." E' sicuramente comprensibile la sua richiesta, in quanto ciò che ci rende unici non è un'handicap fisico come non lo è nemmeno il colore dei nostri occhi, ma sono le nostre gioie, i nostri pensieri, le nostre fantasie a farlo. La poesia che , però, mi ha ancor di più colpita è quella in cui un altro ragazzo si rivolge ai propri genitori che si sentono in colpa e impotenti di fronte alla disabilità del proprio figlio, ai quali cerca , però, di far capire che la sua disabilità non è una disgrazia. E' stato, inoltre, davvero emozionante ascoltare queste poesie bendata , perchè anche solo per un attimo ho provato cosa significa non possedere uno dei cinque sensi, la vista, forse quello più importante che troppe volte chi lo possiede lo sottovaluta.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty 14 Marzo 2011:SIMULAZIONE

    Messaggio  teresa d'andrea Lun Mar 14, 2011 6:36 pm

    Durante la simulazione che abbiamo fatto in classe,ho provato delle sensazioni uniche.Quando ho bendato gli occhi la prima cosa che ho fatto è cercare la mano della mia amica accanto a me perché ho provato un senso di smarrimento,paura e solitudine.Poi durante l'ascolto delle poesie,in un primo momento,ho sentito il bisogno di togliere il foulard e scoprire gli occhi per poter guardare la docente,ma poi pian piano ho iniziato a rilassarmi,non avevo più bisogno dei miei occhi,le mie orecchie bastavano per capire e immaginare quello che le poesie volevano trasmettere.In quelle poesie che a primo impatto trasmettono quiete,ci sono, invece,le grida di tante persone che hanno voglia di vivere,amare e essere amate e che vogliono urlare al mondo che sotto la loro pelle c'è un cuore,uguale a tutti gli altri,che batte e che prova emozioni.Mentre scrivevo questo commento la mia mente ha fatto un passo indietro di una decina d'anni; ero a scuola elementare e nella mia classe c'era un bambino disabile dalla nascita che partecipava attivamente alle attività di classe, scherzava e sorrideva con tutti, non aveva nessun problema se non quello di stare seduto su una sedia a rotelle.Mi ricordo che i primi giorni di scuola mi metteva un po' d'ansia, mi sentivo in difficoltà,ma poi conoscendolo per me e per i mie amici quella sedia neppure esisteva più,lui era riconosciuto per quello che sapeva trasmettere,per quello che aveva e non per quello che non aveva.Era una persona formidabile.
    Questa simulazione è stata importantissima perché mi ha fatto capire che per sognare non abbiamo bisogno né di occhi né di gambe né di nient'altro,soltanto di un CUORE e un ANIMA.
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    Messaggio  Daniela Vellecchi Lun Mar 14, 2011 6:45 pm

    Oggetto della prima simulazione è stato l'essere bendata per essere messa temporaneamente nella condizione di un "non-vedente".
    Porto gli occhiali e ho sempre provato una sensazione di fastidio quando li tolgo, perdo il controllo, non vedo bene quello che c'è intorno a me e questo mi fa sentire impotente, per questo al momento della simulazione ho sentito il bisogno di avere un contatto fisico, stringere la mano della mia amica vicino.
    Essendo bendata sono riuscita a sentire meglio ogni singolo rumore che a tratti distoglieva la mia attenzione dalle parole della professoressa che leggeva alcune poesie e proprio queste mi hanno suscitato una grande emozione, una tra tutte "Non" di Rebecca, questa poesia mi ha fatto capire che queste persone anche se non hanno la vista, l'udito, non possono usare le gambe, le braccia, hanno un grande amore da donare e che vogliono gli sia restituito, senza compassione, ma molte volte è proprio questo che gli offriamo e loro smettono di provare e sentire anche l'amore.
    Non arriviamo a questo, averli nella nostra vita ci arricchisce, arricchisce il nostro modo di vedere e percepire il mondo, che sicuramente è molto più limitato del loro.

    "Non"

    Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
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    Ma sogno
    E vivo

    Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Ma amo
    Sogno e sono viva

    Non scrivo
    Non parlo
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    Non canto
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    Non sogno
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    Rebecca
    Ester Giacobbe
    Ester Giacobbe


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    Messaggio  Ester Giacobbe Lun Mar 14, 2011 6:48 pm

    Non mi sono sentita a disagio nel bendarmi gli occhi,anzi sono stata bene.Molto spesso chiudo gli occhi e mi fermo degli istanti per distaccarmi dalla vista degli occhi per entrare nel mondo delle immagini della mia mente che reputo più vive e chiare di quelle della realtà che mi circonda.E' come se fossi entrata nel mio mondo,nel mondo delle mie vere sensazioni.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty simulazione il Lun Mar 14, 2011

    Messaggio  chiara.forino Lun Mar 14, 2011 6:49 pm

    Durante la lettura delle poesie ho provato molte sensazioni;
    la più forte è stato il dispiacere.
    Dispiacere per Rebecca, Giovanni, Sara e gli altri ragazzi essendo io la prima a non trattarli in modo naturale, ma a cercare a volte di fare troppo mettendo così a disagio il disabile stesso.
    In effetti si tende sempre a guardarli con lo sguardo di una persona dispiaciuta, sguardo di cui si parla in una delle poesie.
    Potrei provare a cambiare qualcosa pur essendoci la diversità;
    magari da ora in poi guarderò queste persone come delle persone del tutto normali, senzà ovattare tutte le situazioni circostanti, senza comportarmi in modo diverso da come mi comporterei con una persona senza disabilità, ma soprattutto senza guardare in modo dispiaciuto, quello sguardo che loro reputano troppo pesante.
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty Re: 4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE

    Messaggio  irma di capua Lun Mar 14, 2011 6:52 pm

    E' difficile immedesimarsi nella vita di queste persone,anche perchè l'esercizio che abbiamo fatto è di "buio temporaneo",sapevamo che dopo pochi minuti sarebbe tornato tutto alla normalità..Però quegli attimi sono stati di grande riflessione:la maggior parte delle cose che facciamo si basa sulla vista,noi sappiamo cosa sono i colori,cos'è un bel paesaggio,cosa vuol dire svegliarsi con una bella giornata di sole,loro invece posso confidare solo sull'immaginazione.E'come vivere una vita in "bianco e nero"..anzi,solo in "nero" e tutto ciò che accade devi fartelo raccontare o immaginarlo attraverso gli altri sensi,il tatto,l'olfatto e l'udito che in questo caso sono più affinati(anche i più "silenziosi rumori",ad esempio,arrivano all'orecchio come suoni forti che invece senza benda(noi che possiamo toglierla)non avremmo nemmeno ascoltato.Noi abbiamo avuto scelta(mettere la benda,e toglierla per tornare a vedere),invece,nel loro caso, qualcuno ha scelto al posto loro..questa è la cosa che più fa rabbia..Chiunque è impotente!
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    4. laboratorio 14 marzo - SIMULAZIONE - Pagina 2 Empty Il buio!

    Messaggio  AnnaDiSarno86 Lun Mar 14, 2011 6:55 pm

    IL BUIO...smarrimento, confusione, insicurezza
    Oggi 14/03 per almeno 5 minuti ho provato anche io queste sensazioni!Mi batteva il cuore forte, mi sentivo disorientata,mi soffermavo su voci piccoli rumori suoni...Questa simulazione mi ha fatto riflettere sull'importanza degli altri sensi...penso che un non vedente riesce ad andare diritto al cuore delle persone e a capire la loro vera essenza non facendosi condizionare dal mondo esteriore, inoltre il tatto è importante per un non vedente "nel buio si cerca la presenza dell'altro" di una persona/amica che ti guidi!!!
    Mi sentivo rincuorata dal fatto che per me questo buio durava poco, era solo un momento... e cosi mi sono soffermata ad ascoltare le poesie...da queste poesie traspare il loro pensiero, le loro paure,i loro desideri, la voglia di non essere etichettati,la voglia di essere chiamati per nome!I disabili sono persone come noi che hanno voglia di amare di sognare di vivere!
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    Messaggio  claudia cancro Lun Mar 14, 2011 6:56 pm

    Oggi in aula,nell'ascoltare le tre poesie,bendata,dentro di me è nato un senso di assoluto smarrimento, ma allo stesso tempo la mia totale attenzione era portata all'ascolto ed ho cercato
    di immedesimarmi in queste persone disabili, che desiderano essere viste come persone normali,infatti in una delle tre poesie "Chiamatemi per nome" emerge proprio il forte desiderio che i disabili hanno nel non voler essere etichettati e di volersi sentire persone normali come cita una strofa della poesia "Anch'io ho un volto,un sorriso,un pianto,una gioia da condividere.
    Ammiro tanto queste persone
    Per me il disabile è:GRANDE UMANITA',TANTA FORZA D'ANIMO E PERSONA AMMIREVOLE
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    Messaggio  nicla ruggiero Lun Mar 14, 2011 7:17 pm

    Questo corso lezione dopo lezione mi trasmette nuove emozioni e sentimenti.
    Oggi in classe per cinque minuti abbiamo vissuto bendati ma questi pochi minuti sembravano un' eternità,ci siamo immedesimati in una persona cieca.
    All'inizio volevo togliermi la benda d'avanti agli occhi perché non c'è la facevo mi sentivo smarrita ma poi mi sono tranquillizzata e ho iniziato ad ascoltare le parole della professoressa che ci stava leggendo delle poesie riguardanti queste persone così ho iniziato ad immaginare e a paragonare le parole ad oggetti.
    Come sempre ti rendi conto dell'importanza e del valore delle cose quando non le possiedi più, fino ad ora non avevo mai immaginato come poteva essere vivere da ciechi e tutte le difficoltà che si possono incontrare e così mi complimento ancora una volta con queste persone che hanno una grande forza e non si arrendono mai, loro non hanno la vista ma basano tutto la loro vita sugli altri sensi che sono più sviluppati proprio perché li utilizzano di più.
    Per me la poesia più bella che la professoressa ci ha letto in classe durante l'esercizio è "Chiamatemi per nome" perché ancora una volta si nota che si tende ad emarginare queste persone e a considerarle diverse e ad aggettivarle come disabili, non udenti e portatori di handicap e non ad utilizzare il loro proprio "nome" visto che anche loro vivono e hanno sentimenti ed emozioni come noi.
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    Messaggio  luisa sacco Lun Mar 14, 2011 7:23 pm

    Nel lavoro di oggi con gli occhi bendati mi sono sentita sbandata ed incapace di reagire sentendo le poesie e le emozioni dei disabili specialmente quella dei genitori...mi ha fatto riflettere ke alcune volte non ci rendiamo conto di come guardiamo un disabile ed alcune volte come uno sguardo di un genitore viene percepito da un figlio anche se un padre ed una madre vorrebbero nascondere la "sofferenza"....Spero che questo laboratorio mi faccia conoscere un mondo che non ho mai visto che ha delle sfaccettature ke noi ""normali"" non notiamo
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    Messaggio  Vincenzo Raia Lun Mar 14, 2011 7:26 pm

    Quando la professoressa nella lezione precedente ci ha chiesto di portare una sciarpa avevo immaginato tutt'altro. Pensavo volesse farci fare un percorso bendati affidandoci ad una persona che ci guidasse.
    Invece no, ci ha chiesto di bendarci ed ascoltare delle poesie. Poesie che mi hanno fatto riflettere e capire tante cose e tanto dispiacere per queste persone e mi sono fatto tante domande: " Ma perchè non ci accontentiamo mai di quello che abbiamo? Perchè non apprezziamo mai la bellezza della vita? Perchè notiamo sempre con superficialità i doni della natura, i colori?"
    Durante il laboratorio ho provato una sensazione di insofferenza, sudavo le mani e volevo liberarmi di quella sciarpa, quei 5/10 minuti bendati sembravano che non finivano mai. Ascoltavo le poesie con attenzione, riflettevo su qualche frase e mi ha colpito molto la poesia "chiamatemi per nome". Si, anche loro hanno un nome, il loro nome non è "handicappato", "disabile" ma hanno diritto ad essere chiamati per nome. Quante volte magari in una conversazione si nomina una persona disabile e magari non viene subito riconosciuta e si dice: "Roberto, l'handicappato, il disabile".(cito Roberto come esempio) Non si può dire solo Roberto?!? Non è come noi?.
    Perchè noi veniamo chiamati: "Vincenzo, il normale?" .
    Ero così concentrato che non ho sentito il rumore dei soldi caduti e il cellulare che squillava.
    Essere ciechi non significa "assenza", perchè loro anche se non vedono, mettono in gioco gli altri sensi, percepiscono le emozioni, i suoni, quelli che per una persona normale sono "banali".
    Non posso fare a meno di ridire QUANTO SONO FORTUNATO.. e questi incontri mi stanno facendo capire e riflettere ancora di più sulla vita.. la vita che deve essere apprezzata in ogni suo aspetto. Bellissima la testimonianza della ragazza, fiera, orgogliosa della madre, quando ha detto che è una persona solare, allegra, piena di vita, nonostante il problema, i suoi occhi trasmettevano quella luce, quella gioia che non ho mai visto.
    E allora, perchè etichettare queste persone?
    ANCHE LORO HANNO UN VOLTO, UN SORRISO, UNA GIOIA DA CONDIVIDERE!

    Vincenzo quanto tu analizzi è sicuramente degno di riflessione.
    grazie per la tua prospettiva.
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    rosa micillo


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    Messaggio  rosa micillo Lun Mar 14, 2011 7:33 pm

    Ad ascoltare quelle parole mi sono venuti davvero i brividi!Essendo bendata e non avendo il senso della vista mi sentivo persa completamente,priva di punti di riferimento.Inconsciamente si è sovrasviluppato il senso dell'udito,all'improvviso ogni rumore o semplice respiro aveva tutt'altro effetto,non sò..più valore!Ci si affidava all'unica cosa di concreto:l'orecchio.Unico strumento che ci fa capire chi o cosa ci ritroviamo davanti.Ascoltare quelle poesie è stato emozionante,da un lato,impressionante dall'altro poichè vedere il buoio totale,sfondo privo di colore mi creava angoscia,ma forse questa sensazione è per me che ci ho provato da vedente,ma chi già ci è nato senza colori e forme,non credo provi lo stesso..può soltanto immaginare.I non vedenti sono da apprezzare tanto poichè sviluppano caratteristiche meravigliose:sanno riconoscere una situazione allegra da una triste..come se dal loro eterno buoio si accendesse qualcosa che li rende consapevoli della realtà circostante.Quando ripenso ai non vendenti mi salta in mente il grande Adriano Celentano,il quale in una sua celebre canzone dal titolo "Pregherò",invita una giovane ragazza,non vedente,ad avere fede,in quanto grazie a ciò un giorno vedrà..vedrà la luce del Signore!Occorre Pazienza e Speranza poichè la bellezza non esiste solo in Terra ma verrà un giorno in cui i loro occhi si riempiranno di colori.L'ultima poesia ascoltata mi ha colpito in particolar modo perchè una ragazza voleva essere riconosciuta come una persona come tante altre,voleva essere chiamata per nome!Non si devono etichettare come diversi ma come esseri umani!!
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    Messaggio  mariagaglione Lun Mar 14, 2011 7:34 pm

    Attraverso la simulazione in aula ,immedesimandomi in una persona non vedente,ho provato una serie di emozioni e sensazioni che in quel piccolo arco di tempo mi hanno fatto sentire come se sprofondassi nel buio più totale.Ciò che prevaleva in me era il senso di timore per ciò che mi stava intorno.Il non poter guardare quella luce,mi ha fatto capire come può essere sconfortante per queste persone ,con questo tipo di handicap,non poter osservare la realtà e l'oggettività delle cose e quindi vivere di immaginazione,basandosi su altri sensi per conoscere.
    Inoltre in quel momento così intenso ,ascoltando le poesie, ho capito ancora di più come queste persone amano la vita e come loro non vogliono compassione dagli altri,ma vogliono sentirsi parte di noi e di ciò che ci circonda,quindi non bisogna considerare queste persone come esseri passivi,ma come persone partecipi alla vita attivamente.
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    Messaggio  annamariaruopoli Lun Mar 14, 2011 7:47 pm

    La simulazione fatta oggi in aula è stata ricca di emozioni, quando mi sono immedisimata in un non vedente, in un primo momento mi sentivo smarrita, disiorentata, poi ascoltando le poesie mi è tornata la concentrazione. Mi sono resa conto che la vista è un dono bellissimo ma rende la vita superficiale perchè ci fa fermare alle apparenze delle cose.
    Chi è cieco invece si serve dell' emozioni e delle senzazioni che ci danno gli alri sensi per scoprire il mondo e la profondità delle cose, diventando così più riflessivi senza dare nulla per scontato.
    Le poesie lette in classe dalla professoressa mi hanno colpito perchè spesso coloro che hanno un deficit non vengono chiamati per nome e ciò non è giusto perchè sono persone come noi e quindi non bisogna classificarli nè per il loro handicap, nè privileggiarli e devono essere inseriti nella società senza emarginarli.
    Penso, che non si riesce a gustare qualcosa o qualcuno con gli occhi, si riuscirà sempre a capirlo con il cuore, la vista a volte ci fa illudere.

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