Mariacarmen Scuotto Ven Mag 13, 2011 2:27 pm
In quest'ultima lezione si è affrontato il tema della DOMOTICA.
La domotica non è fantascienza, è la scienza che studia l'applicazione tecnologica in "domus"; parliamo di "case intelligenti" nate per "coccolare " chi ama la propria casa…e la tecnologia!
Questa nuova conquista scientifica, mira ad una sempre più soddisfacente automatizzazione abitativa, tesa ad un miglioramento della qualità della vita, soprattutto, dei diversamente abili.
Ogni sistema domotico si costituisce di:
-SENSORI (dispositivi ausiliari) collocati su tutta la superficie domestica, che catturano i segnali inoltrati da "dispositivi attuatori", ad esempio, i telecomandi;
-INTERFACCE UTENTE, che permettono l'interazione con il sistema
-GATEWAY RESIDENZIALE, che è l'unità per la connessione con la rete di comunicazione esterna.
-UNITA' CENTRALE (un normale PC o una centralina domestica), che è il cuore del sistema domotico, ha il compito di gestire i dispositivi periferici e di elaborare i segnali provenienti sia dai sensori che dalle interfacce utente.
La domotica, come qualsiasi altro contributo tecnologico, non può che snellire la "pesantezza" della vita pratica, apportando benessere.
I maggiori richiedenti di queste tecno-strutture sono proprio gli "handicappati", già martoriati dall'esclusione e svalutazione sociale, perché non riconosciuti come persone nella loro interezza, ma collocati in una determinata e sfortunata categoria, quella dei disabili.
Ricordiamo che anche sua "cugina": handimatica, nasce per soddisfare le esigenze...di chi è portatore di un deficit, attraverso l'aiuto del PC e di un terapista.
La domotica è permessa a chi, come la nostra amica Adele, VUOLE L'AUTONOMIA!
Ma…quel vento che solletica le fronde nel suo giardino rimarrà lì, dietro quei vetri, perché quel "soffio di libertà" non scende a compromessi con la sua domo-solitudine!
Come i diversamente abili, anche questa nuova scienza ha dei limiti…che risiedono nello stesso nome: Domotica (ovvero, velleitaria scienza di libertà).
Un diversabile nella propria domus, grazie a questi ausili tecnologici specifici, può finalmente assaporare l'ebbrezza dell'autonomia, ma, appena fuori dalle sue mura domestiche, s'imbatte nella difficile realtà del suo "limite", tornando ad essere "handicappato"/svantaggiato .
Perché se un semplice gradino gli impedisce l'accesso " al giardino di casa", figuriamoci cosa accade nel caotico mondo urbanistico, spesso indifferente dell'invalidità altrui e irto di barriere architettonico-culturali!!
(…)"L'handicap rappresenta la discrepanza tra efficienza e le aspettative sia
dello stesso individuo sia del particolare gruppo di cui egli fa parte"(…) (A. Canevaro)
La domotica e l'handimatica, oltre a mitigare le problematiche relative a menomazioni di vario tipo, contribuiscono a sedare i sentimenti di "inferiorità e inadeguatezza", prodotti dalla stessa società d'appartenenza.
La TECNOLOGIA AVANZATA, aiuta, ma non basta a migliorare "globalmente" la vita di una persona con deficit;
non basta neanche la RESILIENZA che sostiene la mente.
Credo, piuttosto, che "entrambe" debbano essere supportate da:
- un contributo globale della società ( si ricordi che è proprio il contesto sociale a determinare la condizione di HANDICAP)
- la promozione del "legame affettivo", che aiuta a liberarsi dalla zavorra pregiudiziale, attraverso il rispetto e la PARITA' su cui si fonda la relazione.
Quindi, non posso che dare il mio assenso all'evoluzione tecnologica…ma che sia sempre governata dal buon senso...tipicamente "umano"!
Ultima modifica di Mariacarmen Scuotto il Ven Mag 13, 2011 4:56 pm - modificato 4 volte.