Stefania Lamberti Gio Mag 12, 2011 2:09 pm
La domotica - dalla definizione data da Wikipedia - è la scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti antropizzati. Il termine domotica deriva dal latino domus che significa "casa". Come si potrà facilmente evincere dal contenuto della voce, questa area fortemente interdisciplinare richiede l'apporto di molte tecnologie e professionalità, tra le quali ingegneria edile, elettrotecnica, elettronica, telecomunicazioni ed informatica. Come ho già sottolineato nel mio intervento sulle tecnologie, credo che questa tematica abbia aspetti positivi e negativi. Nel caso della domotica utilizzate per le persone con disabilità onestamente non riesco a vedere effetti negativi. Il video trasmesso oggi in aula, dove la madre del ragazzo in carrozzina esce di casa e lo lascia solo, perchè la domotica gli consente di svolgere numerose funzioni, è certamente positivo. Inoltre credo che la possibilità di compiere determinate azioni da soli, senza dover aspettare per forza l'aiuto di qualcuno, influisca positivamente sull'immagine di se stessi. Però, al tempo stesso, credo sia fondamentale il movimento e quindi ritengo che ogni intervento tecnologico vada accompagnato sempre da una terapia di integrazione motoria, come suggerisce la Murdaca. L'aspetto che più mi preoccupa, infatti, è l'utilizzo delle tecnologie per fini che non sono nobili e quindi il successivo peggioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità. Poter lasciare il proprio figlio in carrozzina da solo, perchè la domotica ha reso la casa 'intelligente' non deve assolutamente portare i genitori ad abbandonare i loro figli in casa, senza coinvolgerli in attività esterne, sociali. Come ha sottolineato oggi anche la nostra collega impegnata nel progetto "Emozioni di conoscere e desiderio di esistere", le maggiori difficoltà che le persone con disabilità incontrano sono proprio da ricercarsi nel sociale: la ragazza da lei seguita, infatti, non riusciva ad andare dal centro direzionale a Montesanto da sola e, solo dopo avere fatto esperienza del percorso aiutata dalla foto mappa, ha imparato a percorrere quel tragitto da sola. Se l'obbiettivo è rendere le persone disabili in grado di vivere una vita attiva, non dobbiamo adagiarci sulle scoperte della tecnologie e abbandonare le persone disabili nelle mani della tecnica: credo che il calore di una carezza e di un abbraccio non potranno mai essere sostituiti da nessun artificio tecnologico e quindi spero che la tecnica sia utilizzata sempre in maniera integrata, unitamente al rispetto dell'altro, della sua diversità ed all'ascolto.