Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio)

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    Messaggio  Admin Lun Apr 11, 2011 11:34 am

    28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO

    commenta un intervento/libro
    sia come contenuti sia come presentazione

    poi vi metterò anche i miei!
    la docente



    Ultima modifica di Admin il Lun Mag 09, 2011 6:32 pm - modificato 6 volte.
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    Mariacarmen Scuotto


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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) Empty 28 aprile- LA PIAZZETTA DEL LIBRO

    Messaggio  Mariacarmen Scuotto Mar Apr 12, 2011 9:09 am

    Porterò il racconto di Josè Saramago : "cecità".
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    Messaggio  raffaella Mar Apr 12, 2011 11:05 am

    Il libro che ho scelto si chiama UNA BAMBINA ...... Raffaella Sciaudone Embarassed
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    Messaggio  raffaella Mar Apr 12, 2011 11:11 am

    Admin ha scritto:*prossimamente: 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO
    PRENOTATI QUI

    IN COSA CONSISTE?
    CIASCUNO DI VOI PARLERà DI UN LIBRO CHE HA A CASA
    SULLA DISABILITà PORTANDO PROPRIO IL LIBRO
    E RACCONTANDOCELO / DISCUTENDONE IN BREVE
    (5/10 MINUTI CIASCUNO) IN AULA.

    TUTTI POTRANNO INTERVENIRE.

    NUMERO DI POSTI 25
    (NON POSSONO ESSERE GLI STESSI DEL 7 APRILE)


    GIà PRENOTATE:
    FRANCESCA DELETTI(OLOCAUSTO)
    iVANA (SINDROME DI RETT)
    raffaella sciaudone (una bambina)
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    Messaggio  rachele.carbone Gio Apr 14, 2011 5:10 pm

    Ci prenotiamo:Carbone Rachele e Belluomo Nicolina
    TEMA: DISABILITA' E DISTURBI COMPORTAMENTALI NELLA PRIMA INFANZIA
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    Messaggio  Fabrizia Pinto Gio Apr 14, 2011 6:07 pm

    Ho in mente più di un libro sul quale mi piacerebbe parlare, però sono un po' indecisa. Intanto però voglio prenotarmi Smile
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    Messaggio  Marta Mascioli Gio Apr 14, 2011 7:20 pm

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    Messaggio  Viviana Esposito Ven Apr 15, 2011 4:36 pm

    ARGOMENTO:Sindrome di down
    Titolo del libro "il futuro è Lunedì"
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    Messaggio  Maddalena Antignano Ven Apr 15, 2011 5:54 pm

    esperienza personale obesità...
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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) Empty prossimamente: 28aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO

    Messaggio  pascarella mariateresa Dom Apr 17, 2011 8:33 am

    IL LIBRO CHE HO SCELTO E' "MIO FIGLIO HA LE ALI" mariateresa
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    Messaggio  CarolinaGalluccio Dom Apr 17, 2011 2:04 pm

    Sono un po indecisa su quale libro portare oppure se raccontare la mia esperienza di bulimica nel frattempo mi prenoto.....
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    Messaggio  Fabrizia Pinto Dom Apr 17, 2011 5:53 pm

    Il libro che tratterò in aula sarà: Un amico come Henry di Nuala Gardner
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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) Empty La solitudine dei numeri primi

    Messaggio  Stefania Lamberti Mar Apr 19, 2011 8:52 am

    Mi piacerebbe illustrare il tema della diversità e dell'isolamento legato alla disabilità commentando il libro "La solitudine dei numeri primi". Grazie mille
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    Messaggio  nicolettabarbato Mer Apr 20, 2011 4:50 am

    Ci prenotiamo:Barbato Nicoletta, Fabiano Maria, Maria Esposito Mocerino, il libro che vogliamo presentare si intitola:"Disabilità e corso di vita"
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    Messaggio  altieri carmela Mer Apr 20, 2011 7:35 am

    Arrow Il libro che ho scelto è VIAGGIO NELLA MEMORIA ( ASSOCIAZIONE MELAGRANA ONLUS)14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) Viaggi10
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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) Empty 28 aprile La piazzetta del libro

    Messaggio  Maria Luisa Ceriello Dom Apr 24, 2011 10:34 am

    Mi ero prenotata per l'autopresentazione del 7 aprile ma dato che dovetti lasciare l'aula anticipatamente perchè mia figlia non si senti bene,vorrei prenotarmi per il 28 aprile per poter commentare un libro che ho scelto,di Mark Haddon,"lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte".
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    Messaggio  Virginia Maddaloni Dom Apr 24, 2011 4:56 pm

    Vorrei prenotarmi col gruppo: Barbato Nicoletta, Fabiano Maria, Maria Esposito Mocerino.
    Vorrei discutere, oltre di un libro che lessi in cui alcuni temi trattati erano l'autismo e le tecnologie estensive, anche della mia esperienza in una residenza per anziani in cui sono stata in contatto in particolare con una anziana che da pochi anni ha perso la vista, collegandomi e discutendo anche sulla Legge Basaglia che chiuse i manicomi e di come essa non abbia poi pianificato provvedimenti di assistenza.
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    Messaggio  Assunta Pilato Mer Apr 27, 2011 2:41 pm

    http://www.ioamolitalia.com/wp-content/uploads/integrazionescolastica75.pdf

    "La lunga vita di Marianna Ucrìa" - Assunta Pilato.
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    Messaggio  luanacirma Gio Apr 28, 2011 3:13 pm

    un interessante libro che voglio consigliarvi é intitolato Sonny boy....un libro che parla di diversità...sotto due punti di vista:emarginazione e razzismo...so che hanno girato anche un film,soeriamo di vederlo presto anche ij italia
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    Messaggio  Maria Scotto di Cesare Gio Apr 28, 2011 4:05 pm

    “Un amico come Henry”, libro autobiografico di Nuala Gardner, racconta la sua storia in maniera molto disinvolta, emoziona e trascina, Nuala ha due figli, un bambino, Dale, e molti anni dopo nasce una bambina, Amy, e scopre, quando il figlio è ancora un bebè, che soffre di una grave forma di autismo, lotta affinché i medici che accompagnano la crescita di Dale riconoscano il grave disturbo: solamente questa specifica diagnosi permetterà un corretto e adeguato trattamento di suo figlio.
    Dopo molte lotte nel sistema sanitario scozzese, ottiene l'aiuto di una specialista, una scuola speciale, giochi didattici, un trattamento sanitario, un accompagnamento psichiatrico, tutto per il suo adorato figlio.
    Ma la parte che più emoziona della sua storia e la base fondamentale di questo libro è la presenza di un cane, che permette a Dale di aprirsi alla sua famiglia e al mondo esterno. Tutto cambia dall'arrivo di questo cucciolo in casa: la vita sociale e la capacità di apprendimento del bambino mutano in maniera radicale. Il cucciolo Henry riesce a penetrare nel mondo interiore di Dale, cosa che il trattamento psicoterapico riesce a fare più lentamente: Dale si chiudeva di fronte ai tentativi dei genitori e dei medici, ma quel cucciolo ha riportato Dale al mondo esterno e ai genitori, e il bambino inizia a rispondere meglio alla terapia.
    Anche la piccola Amy soffre di autismo, ma meno grave di quello di Dale: anche lei sente il benefico effetto di questo meraviglioso Golden Retriever".Questa storia autobiografica e' ambientata nell'anno 1988 quando l'autismo era ritenuta una malattia legata alla freddezza dei genitori.Gia' durante alcune lezioni abbiamo parlato delle cosiddette "mamme frigorifero",le mamme chiamate in questo modo incolpate del fatto che la loro freddezza potesse,in qualche modo,opprimere i propri figli.Si e' poi scoperto che l'autismo non ha nessuna connessione con l'approccio dei genitori.Purtroppo si nasce con questa malattia e nel corso della vita si puo' solo migliorare e non guarire.Il caso di Dale,raccontato in questo libro, e' davvero un'eccezione.Dale guarisce grazie all'aiuto di del suo cagnolino Henry,nome preso dall'amato cartone animato "Il trenino Thomas".L'amore verso questo cucciolo e' grande,il primo disegno di Dale rappresenta proprio Henry.Questa storia mi ha davvero molto colpita e in un certo qual senso emozionata..so' cosa vuol dire crescere cn un cagnolino,so' quanto puo' essere importante condividere bei momenti,so' quanto puo' far crescere.Un essere che ti rende la vita speciale.Come nel film "Io e Marley": "Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati. Un bastone marcio per lui è sufficiente, a un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido, se gli dai il tuo cuore lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone ti fanno sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire straordinario?Nessuno riesce a farti sentire straordinario..nessuno ci riesce come lui, quando torni a casa esausto e lui ti accoglie come se fossi Dio, pieno di gioa e con quegli occhi mozzafiato, così profondi, dolci, languidi che ti fanno solo pensare quanto sia bello averlo tuo. E non appena ti salta addosso la stanchezza scivola via..e sentirlo così morbido mentre leggi la sua immensa felicità nel vederti è la cosa più bella del mondo". In questa frase e',secondo me,racchiusa tutta la grandezza e bellezza di questo straordinario rapporto! E oggi fanno davvero tanto anche tutte le associazioni che si affidano alla "Pet Terapy"! Wink
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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) Empty SINDROME DI RETT

    Messaggio  mariabarbarino Gio Apr 28, 2011 4:25 pm

    Oggi in aula c’è stata da parte di alcuni miei colleghi una condivisione riguardo alcuni testi,ognuno diverso dall’altro che trattavano degli argomenti più o meno tutti affrontati durante il corso per esempio l’Anoressia e Bulimia,diverse biografie riguardo all’Autismo, all’Olocausto,alla Tratta degli Schiavi,ad una concezione del ‘nido’ su come è inteso e cosa realmente è e ai vari disturbi dei bambini;ovviamente come ho riferito in precedenza sono un po’ storie i cui temi ho avuto modo di discuterli, quindi oggi vorrei approfondire l’argomento trattato da Ivana che non ha proposto una storia ma una guida riferita ad un pubblico costituito da insegnanti-noi futuri educatori-genitori di come affrontare le situazioni riguardo alla SINDROME DI RETT e raccontandoci una sua esperienza quale ,quella di aver conosciuto una bambina affetta da questa sindrome. Parlando della sindrome di Rett non vorrei sminuire l’importanza degli altri temi ma semplicemente approfondire uno di cui non si parla molto spesso per non dire che non si conosce affatto.Infatti ieri pomeriggio durante la trasmissione di Paola Perego c'è stata una testimonianza di un genitore che ha una bambina di sei anni affetta da questa sindrome,i genitori cercavano di essere forti nell'accudirla anche se la madre della bambina non riesce ad accettare le condizioni di sua figlia e spera in un miracolo.I genitori sono molto amareggiati perchè non vengono sostenuti ne psicologicamente ne economicamente e ne con adeguate strutture dallo stato ma tutto ciò ormai è già a noi noto.La sindrome di Rett è una grave patologia neurologica, che colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile.
    La malattia è congenita, anche se non evidente subito , e si manifesta durante il secondo anno di vita colpisce una persona su 10.000. Si possono osservare gravi ritardi nell'acquisizione del linguaggio e nell'acquisizione della coordinazione motoria infatti la bambina di cui ci ha parlato Ivana con la mano sinistra tirava quella destra . Spesso la sindrome è associata a ritardo mentale grave o gravissimo. La perdita delle capacità di prestazione è persistente e progressiva. La sindrome di Rett provoca gravi disabilità a molti livelli, rendendo chi ne è affetto dipendente dagli altri per tutta la vita. La sindrome prende il nome da Andreas Rett, il professore di origine austriaca, che per primo la descrisse nel 1966. La sindrome si manifesta con un rallentamento dello sviluppo del cranio (di grandezza normale alla nascita) rispetto al resto del corpo tra i primi 5 e i 48 mesi di vita; uno sviluppo psicomotorio normale entro i primi 5 mesi di vita, con successiva perdita delle capacità manuali precedentemente sviluppate e comparsa di movimenti stereotipati delle mani (torcerle, batterle, morderle, strizzarle). Si assiste anche ad una progressiva perdita di interesse per l'ambiente sociale, che tuttavia in alcuni casi ricompare con l'adolescenza. Possono essere anche presenti: irregolarità nella respirazione; anomalie dell'EEG (L'elettroencefalografia è la registrazione dell'attività elettrica dell'encefalo); epilessia (oltre il 50% delle persone affette ha avuto almeno una crisi epilettica); aumento della rigidità muscolare con l'età, che può anche provocare deformità e atrofie muscolari; deambulazione a base allargata; scoliosi; ritardo della crescita. Non esiste una terapia risolutiva per la sindrome di Rett. Tuttavia gran parte degli autori ritiene che il decorso della malattia possa essere modificato da una varietà di terapie, mirate a ritardare la progressione della disabilità motoria e a migliorare le capacità di comunicazione. Infatti da come apprendiamo anche dal testo della docente e quello presentatoci in aula le terapie sono mirate e individuali, (come in questo caso anche nell’Autismo). Sono state descritte delle varianti cliniche:
    • La forma più grave, conosciuta come variante congenita della Sindrome di Rett: le pazienti non evidenziano nessun periodo di sviluppo normale nel primo periodo di vita;
    • La variante con preservazione del linguaggio (Zappella Variant of Rett Syndrome), che è una forma più lieve della malattia e nella quale le bambine riescono ad acquisire alcune abilità sia verbali che manuali. È spesso caratterizzata da peso, altezza e dimensione della testa nella norma;
    • La forma a convulsioni a esordio precoce di Hanefeld.
    Per questo motivo, la definizione stessa della patologia è stata affinata nel corso degli anni: poiché accanto alla forma classica sussistono anche forme atipiche (Hagberg & Gillberg, 1993) è stato introdotto l’utilizzo della terminologia di “Rett Complex’.Riguardo a questa sindrome ci sono alcune associazioni che finanziano le ricerche per la scoperta di nuove terapie come l’air infatti qui di seguito ho voluto riportarvi un articolo….L'AIR è l'associazione Italiana che unisce in particolare i genitori con bambine/ragazze affette da Sindrome di Rett
    Nasce a Siena nel 1990, con sede presso il Policlinico Le Scotte, per volere di alcuni genitori che si sono ritrovati a condividere la medesima realtà della malattia.
    L'AIR, in relazione anche alla Sua ventennale esperienza, ritiene che sia fondamentale occuparsi della patologia sotto tutti i suoi aspetti
    Pertanto si pone come obiettivi da una parte quello importante/ fondamentale di promuovere e finanziare la ricerca genetica per arrivare quanto prima ad una cura, dall'altro quello alquanto necessario di sostenere la ricerca clinica - riabilitativa, per individuare soluzioni alle numerose problematiche che un soggetto affetto da Sindrome di Rett si trova quotidianamente ad affrontare. A tal fine oltre che finanziare mirati progetti di ricerca supporta la formazione di medici e terapisti presso centri per la SR all'avanguardia a livello internazionale ed è impegnata alla creazione in Italia di centri di riferimento specializzati nella SR per la diagnosi, il check up e la stesura di un adeguato programma di riabilitazione e cura della sintomatologia
    Inoltre l'associazione si prefigge di essere costantemente aggiornata sulla ricerca a livello internazionale per questo è membro della RSE (Rett Syndrome Europe), promuove convegni a livello internazionale, con l'obiettivo di stimolare medici e ricercatori allo studio della patologia e di informare genitori e specialisti.
    Ritiene inoltre fondamentale essere un punto di riferimento e di contatto per famiglie con ragazze affette da SR, aggiornando sulle novità riguardanti la malattia attraverso la rivista "ViviRett ", ad uscita quadrimestrale, e tramite il proprio sito internet.
    Inoltre, sempre tramite il proprio sito internet, mette a disposizione degli associati, esperti , per aiutarli nel trovare soluzioni a problematiche sanitarie / assistenziali / scolastiche.
    L'Associazione Italiana Sindrome di Rett è fatta di tante persone: bambine, genitori, padri e madri, amici e parenti, ma anche di tanti volti spesso sconosciuti che, aiutano, a volte silenziosamente, sostengono, finanziano, contribuiscono, moralmente e materialmente, a far crescere l'Associazione stessa (che ancora oggi sopravvive autofinanziandosi) e con essa le speranze, la fiducia e il desiderio di un futuro senza la Sindrome di Rett.
    Nonostante i contributi delle varie associazioni molto spesso a malincuore i genitori di questi ragazzi devono ricorrere ai media per ricevere un pò di attenzione che non va confusa con il pietismo ma una forza in più che si danno per velocizzare un meccanismo che si chiama Stato.
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    Messaggio  mariabarbarino Gio Apr 28, 2011 4:34 pm


    Vincenzo Raia
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    Messaggio  Vincenzo Raia Gio Apr 28, 2011 4:56 pm

    La lezione di oggi è stata molto interessante, ascoltare le mie colleghe a dir la verità molto emozionate mi ha molto affascinato. Amo molto leggere libri ma non ho mai letto un libro che riguardasse un tema di disabilità e di problemi attuali. Tutti i commenti per i loro aspetti sono stati interessantissimi ma vorrei soffermarmi su alcuni.
    Il primo è quello di Ivana che ci ha spiegato un po’ la Sindrome di Rett. A dir la verità non ho mai sentito parlare di questa malattia ma mi ha molto interessato. Il libro che ci ha illustrato Ivana è una guida rivolta agli insegnanti, genitori, educatori. E’ una patologia neurologica che colpisce il sesso femminile, congenita e si manifesta durante il secondo anno di vita. La bambina colpita da questa malattia subisce gravi ritardi nell’ acquisizione del linguaggio. Informandomi un po’ su internet ho letto che si assiste ad un rallentamento dello sviluppo del cranio rispetto al resto del corpo e anche ad un perdita di interesse per l’ambiente sociale che in alcuni casi ricompare con l’adolescenza. Esistono alcuni trattamenti come la musicoterapia, l’ippoterapia, la pet therapy che si affiancano ai farmaci.
    Altro libro che mi ha colpito molto è quello che ci ha illustrato Fabrizia, “Un amico come Hanry”. Il tema centrale è l’autismo, tema che abbiamo molte volte citato in aula. Il protagonista è Dale, bambino autistico che ha difficoltà nel comunicare con il mondo circostante e che non riconosce neanche i suoi genitori. L’autismo è un disturbo pervasivo dello sviluppo che si manifesta entro il terzo anno di età con gravi alterazioni nella comunicazione verbale e non verbale. I genitori di Dale tentano tutte le strade per ottenere qualche miglioramento fino a quando la vita del bambino viene cambiata da Henry, un cane che riesce a farlo uscire da quello stato di isolamento instaurando un rapporto di fiducia, insomma come un vero amico. Fabrizia ci ha mostrato il primo disegno fatto da Dale, aveva rappresentato il suo amico ed è molto bello vedere come grazie ad un animale, che anche nel suo piccolo riesce a cambiare la vita di un bambino affetto da una patologia. Proprio stamattina mentre spiegava il libro mi è venuta in mente questa frase: “ SE I CANI NON SANNO MENTIRE SULL’AMORE E’ PERCHE’ SONO FATTI PER L’AMORE, NON SANNO PARLARE MA SANNO DIMOSTRARLO.”
    Ultimo commento che vorrei fare è quello che riguarda l’esperienza di Carolina sulla bulimia. L’adolescenza e la prima giovinezza sono appunto le fasi decisive per la formazione della personalità umana, i disturbi dello sviluppo possono manifestarsi attraverso alterazioni del comportamento alimentare che sono l’anoressia e la bulimia. La bulimia, come ho ricercato, deriva dal greco e significa “fame da bue”. E’ caratterizzata da un continuo incessante bisogno di cibo a tute le ore del giorno. A differenza dell’anoressia che s’intende la perdita di appetito accompagnata dalla perdita di peso e in alcuni periodi la persona affetta da anoressia può essere colta da improvvisi attacchi di bulimia che al costringono a divorare quantità di cibi per poi liberarsi immediatamente attraverso il vomito. Il contesto sociale gioca un ruolo importante, specialmente nell’insorgere dell’anoressia. Come c’è scritto nel capitolo 5 del nostro libro di testo “Nozioni…”, certi modelli di bellezza femminile veicolati dai mass media inducono le adolescenti a sottoporsi a diete drastiche per perdere peso. La Braidotti presenta il cibo da diverse prospettive: come gioia, piacere e come disordine alimentare che porta poi a problemi con il corpo, anoressia e bulimia. Il problema che riscontra è che da due lati del mondo si muore per la stessa malattia: la fame per mancanza e per eccesso. La televisione fornisce informazioni alimentari scorrette per quanto riguarda il cibo, le reti televisive, Rai, Mediaset durante il giorno propongono gustose ricette e noi siamo spinti a provare i cibi proposti. Aveva ragione, Popper che nel 1994 nel testo” Cattiva maestra televisione” che la televisione cambia radicalmente l’ambiente e i bambini traggono modelli da imitare. La televisione trasmette messaggi che incidono su di noi, sulla nostra percezione del mondo, sulle nostre abitudini e addirittura sui nostri stessi sentimenti. Mi dilungo molto, ma su questo argomento ci tengo veramente tanto, anche perché vedo i bambini dell’azione cattolica che trascorrono ore ed ore davanti alla tv vedendo film, gossip, programmi televisivi e trascurando le notizie importanti come quelle fornite dal telegiornale. E come il testo dice, “gli adolescenti vengono erroneamente percepiti talvolta come passivi di fronte a notizie televisive ascoltate in modo distratto, altri come intercettatori di modelli comportamentali e di stili di vita che vengono proposti”. Così c’è il rischio non solo di seguire stili di vita sbagliati o seguire diete che vengono consigliate ma c’è il rischio anche di perdere il rapporto con gli altri. Oggi le agenzie educative come la scuola devono istruirli all’uso che si può fare della televisione e deve renderli telespettatori in grado di distinguere la finzione della realtà, di comprendere il linguaggio e le strategie che la televisione dispone per modificare la realtà. Le modelle che compaiono sui giornali e i personaggi dello spettacolo forniscono modelli estetici irrealizzabili per la popolazione, la magrezza viene “glorificata” e la corposità viene definita esteticamente brutta. Vorrei concludere con un personaggio che cita il libro non ancora studiato in aula ma leggendo il libro mi ha incuriosito è appunto la modella Twiggy, diventata famosa a 17 anno quando Mary Quant decide di affidare alla sua immagine il lancio della minigonna e da quel momento in poi tutte le riviste iniziano ad adattare le immagini delle modelle che corrispondo a Twiggy.


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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) Empty Piazzetta del libro. La lunga vita di Marianna Ucria.

    Messaggio  martina_stifani Gio Apr 28, 2011 4:59 pm

    Antica Sicilia.Una bambina normale sino all'età di cinque anni.Poi,nell'adolescenza,la bestialità di uno zio che trova sfogo in atroce violenza.La violenza su Marianna.In seguito all'accaduto,ella diverrà sordomuta.Nonostante ciò,sarà una madre esemplare,attenta e premurosa.Ciò che maggiormente mi sconvolge di questa storia,è la straordinaria forza d'animo della protagonista,che riesce ad affrontare la sua disabilità accidentale così come anche la vita; ed ecco che ancora una volta,entra in gioco la POTENZIALITà DELLA RESILIENZA; è però terribile pensare che dietro quel silenzio non voluto, possa celarsi un indescrivibile dolore,oltre che una disperata voglia di far ascoltare la propria voce e le proprie emozioni.
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    14. lab 28 aprile LA PIAZZETTA DEL LIBRO (questa cartella si chiuderà il 13 maggio) Empty La piazzetta del libro

    Messaggio  Stefania Lamberti Gio Apr 28, 2011 5:08 pm

    Tra tutti gli interventi di oggi, ciascuno a suo modo molto interessante e degno di lode perchè mettersi in gioco dinanzi ad un'intera classe non è facile, ho scelto di commentare quello di Maria Carmen Scuotto, quello di Fabrizia e quello di Ivana. "Cecità", il romanzo di Saramago scelto da Maria Carmen, è un libro molto interessante. Saramago utilizza la cecità come metafora per raccontare gli esseri umani che vivono in un un mondo di cui non vedono gli orrori e le brutture quotidiane, quasi che fossero realmente ciechi. Quest'aspetto del libro è stato ben sottolineato da Maria Carmen, che ha infatti posto l'accento sull'acuirsi dell'istintualità in mancanza della vista. Inoltre mi è piaciuto molto il motivo per il quale Maria Carmen ha scelto di intervenire durante la lezione: rendersi conto di avere un limite, nel suo caso appunto la paura di parlare in pubblico, e quindi decidere di superarlo, è un atteggiamento degno di lode. Credo che attraverso il suo intervento di oggi Maria Carmen sia riuscita a superare questo limite. Ringrazio Ivana perchè mi ha fatto scoprire una malattia che non conoscevo. Il suo racconto preciso ed emozionato delle difficoltà che vivono le bambine affette dalla sindrome di Rett ed il suo impegno nel raccogliere fondi per un'associazione che si occupa di questi piccoli malati mi hanno scaldato il cuore. Poi, come ho accennato all'inizio, mi è piaciuto molto l'intervento di Fabrizia. Il suo modo di presentare il libro "Un amico come Henry" mi ha affascinata sin dalle prime parole. Le difficoltà quotidiane di una madre di due bambini autistici e il felice epilogo mi hanno dimostrato, ancora una volta, quanto sia fondamentale riuscire ad instaurare delle relazioni positive durante la propria vita. La relazione del bambino con il cane Henry, la sua crescita emotiva personale attraverso la cura del suo cane, hanno stimolato in me ulteriori riflessioni sull'importanza delle relazioni. Dalla prima, fondamentale relazione, che è quella con sè stessi ed è il prodromo della socratica 'Cura sui', quel 'sapersi prendere cura di sè' che appunto consente di conoscersi, di migliorarsi, di sapersi ascoltare e quindi di saper entrare in contatto con gli altri, percependone i reali bisogni. Credo che questo sia uno degli aspetti che mi interessa di più in assoluto: mi affascina scoprire come e quanto le relazioni, siano esse tra genitori e figli o all'interno del gruppo dei pari o tra docente e insegnante, possono influenzare in positivo o in negativo la vita di una persona. Come ben illustra Andreoli ne "La vita digitale", l'uomo può essere considerato come un nodo di una rete relazionale. La vita è relazione ed ogni relazione è un'occasione di formazione bilatetrale, perchè si dà e si riceve al tempo stesso. Andreoli scrive: "Il bisogno dell'altro è una condizione esistenziale: stare al mondo significa poter appartenere ad altri che stanno nel mondo". Anche nel libro "Nozioni introduttive di Pedagogia della Disabilità" l'importanza della relazione educativa per le persone con disabilità occupa un ruolo centrale: qualsiasi esperienza della vita è anche educativa ed è fondata su un legame affettivo, rappresentato dallo scambio di emozioni tra due persone, ma per poter scambiare emozioni con chicchesia dobbiamo prima conoscere noi stessi e le nostre emozioni. Ed è proprio di questa dimensione emozionale che la vita virtuale ci priva. Lo schermo di un pc non ci consente di sviluppare la capacità di imparare a leggere sul volto degli altri le emozioni che si agitano nel loro animo e quindi prevedere le loro azioni future. Gli emoticon che le persone al pc pubblicano sono solo lo stato d'animo che le persone vogliono comunicare, non quello che le loro espressioni facciali o il tono della loro voce avrebbero comunicato in una situazione dal vivo, indipendentemente dalla loro volontà. Il linguaggio delle emozioni, il cosidetto 'linguaggio non verbale' o 'linguaggio del corpo' è comune a tutti gli esseri umani, anche ai non alfabetizzati, sin dai primi mesi di vita: l'universalità di questa 'lingua delle emozioni' credo ne dimostri l'importanza. Alla base di una relazione educativa vi è la volontà di predisporsi all'ascolto dell'altro, alla comprensione delle sue parole ma anche dei suoi silenzi: la competenza emotiva di cui si parla in psicologia dello sviluppo, insieme a quella intellettuale, ci consente di vivere in mezzo agli altri. Ma il valore dell'empatia non è praticabile attraverso lo schermo di un computer. Alla luce dell'importanza dei legami tra gli uomini, condivido totalmente l'invito a rispettare gli altri che Fabrizia ha rivolto alla classe: è solo rispettando gli altri che possiamo chiedere di essere rispettati. E dobbiamo imparare a capire, me per prima, che se una relazione positiva può avere effetti salvifici sulle persone coinvolte noi tutti abbiamo una grande responsabilità, prima come persone e poi, ma solo poi, come educatori. Anche la conclusione di Fabrizia, che ha fatto riferimento ai tanti episodi di sopraffazione che si verificano anche all'interno dell'università, dimostra quanto sia difficile mettere in pratica quello che si riesce a mettere facilmente sulla carta. Con le parole siamo tutti bravi, buoni, comprensibili e altruisti, me compresa, mentre nella vita reale continuiamo ad innaffiare il nostro orticello, spesso senza cercare neanche di capire realmente chi ci sta accanto. Parlare di rispetto è come parlare di una chimera.
    Per concludere, dagli interventi di oggi è emerso che ci si può avvicinare alla disabilità attraverso la lettura di un romanzo e credo che questo sia molto importante: gli scrittori possono sensibilizzare l'opinione pubblica su temi che, anche se non ci riguardano da vicino, è importante conoscere. La lettura di un libro universitario, infatti, spesso può essere ostica, mentre leggere un romanzo è un esercizio di impersonificazione molto utile e quasi involontario.


    Ultima modifica di Stefania Lamberti il Ven Apr 29, 2011 12:45 am - modificato 4 volte.

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