Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    Messaggio  roberta Ven Mag 13, 2011 6:05 pm

    La tecnologia è invasiva quando è intesa come invasione del corpo umano.Quindi le tecnologie invasive parlano di questo nuovo individuo che è un cyborg ossia un organismo cibernetico. Il cyborg di cui parla Caronia è il nostro avatar.Il confine tra essere umano e cyborg è sempre più sfumato basti pensare ai progressi delle tecnologie come protesi artificiali, pacemaker che già si può parlare di cyborg.La tecnologia diventa la fisicità. La tecnologia non cambia l'uomo semmai allarga il suo campo culturale.
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    Messaggio  DomenicoTesta Ven Mag 13, 2011 7:33 pm

    La "Tecnologia invasiva" è vista come una vera e propria invasione del corpo umano...In questo caso il vero protagonista è il corpo,perchè reale,non più prodotto magari artificialmente...Altresì vero è che il tutto non può essewre riassunto così,considerando che il confine tra uomo e macchina è sempre più sottile...Piccola è la differenza tra un cyborg e un essere umano...Non a caso persone che possiedono "pacemaker",vengono definite cyborg...Naief Yehya ci parla di qualcosa del genere...Umanoide,Robot,Cyborg sono tre prototipi cyborg...In essi sono inclusi impianti tecnologici,che hanno permesso i cosiddetti:"Completamenti artificiali",nel mondo reale,oltre che nel mondo virtuale...
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    Messaggio  Annalisa Nunziata Ven Mag 13, 2011 9:12 pm

    LA TECNOLOGIA INVASIVA E' L' INVASIONE DEL CORPO. RIGUARDO LA DOMANDA DI GRANELLI CHE DICE:" LA TECNOLOGIA POTENZIA O ATROFIZZA LA CAPACITà DELL' UOMO?" IO MI SENTO DI RISPONDERE CHE SECONDO ME QUESTO TIPO DI TECNOLOGIE AIUTANO A VIVERE MEGLIO.LA NOSTRA è UNA SOCIETà SUPERTECNOLOGICA,MA L'UOMO DEVE SEMPRE MANTENERE LA PROPRIA IDENTITà.POPITZ DICE CHE:" LA TECNOLOGIA NON COMPLETA L' UOMO SEMMAI AMPLIFICA IL CAMPO DEL SUO OPERARE " E QUINDI STA ALL' UOMO DI FARNE UN BUON UTILIZZO DI QUESTE NUOVE TECNOLOGIE.
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    Messaggio  Marialda D'Auria Ven Mag 13, 2011 9:20 pm

    Continuando a parlare delle tecnologie invasive cito innanzitutto Polptz che diceva che la tecnologia non completa, semmai allarga il campo di operare dell'uomo. Voglio citare anche Granelli che nel suo testo, Il sé digitale, ricollega il tentativo di provvedere a superare i limiti dell’uomo con le nuove tecnologie viste come estensioni delle potenzialità umane. A tal proposito Granelli scrive: La tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell’uomo? C'è da dire che tutte le invezioni sia materiali (meccanica, vestiti, ecc) che immateriali (teoremi matematici, ordinamento giuridico) hanno sempre contribuito all'idea di "poter fare di più ma con minore fatica". La tecnica rappresenta l'essenza dell'uomo perché, a causa della sua insufficiente dotazione istintuale, esso senza la tecnica ha potuto invece raggiungere culturalmente quella selettività e stabilità che l’animale possiede per natura. La tecnica è nata non come espressione dello spirito dell’uomo, ma come vero e proprio rimedio alla sua insufficienza biologica. Una delle prime tecniche è stata la medicina vista come tentativo di evitare la morte evitabile. In questo si aveva una conoscenza dell'organismo ed inoltre veniva abbandonato la convizione che ogni cosa avveniva per mano degli Dei. La tecnologia se mal impiegata atrofizza i nostri sensi e riduce quindi le capacità sensoriali su cui si costruiscono le relazioni umane. Andy Clark afferma che noi siamo dei cyborg nati perchè già dalla nascita veniamo indotti a elaborare architetture cognitive e computazionali. Solo utilizzando i nostri sensi
    possiamo far emergere e ricostruire la vastità delle relazioni che ci fanno interagire con il mondo. Non è infrequente che l’espansione di una funzionalità possa tradursi nella sostanziale atrofizzazione di un’altra funzionalità. Dando un significato alla parola atrofizzazione dei sensi posso dire che l'uso eccessivo di un senso ne indebolisce un altro. Esistono perciò aspetti positivi e aspetti negativi. Però possiamo concludere dicendo che questo tipo di tecnologie possono contribuire alla ricostruzione di una nuova cultura della disabilità centrata sulla valorizzazione della persona umana con il rispetto delle differenze e delle identità.
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    Messaggio  iolandaborrelli Sab Mag 14, 2011 8:29 am

    ieri in aula abbiamo ripreso la tematica delle tecnologie invasive. in particolare ci siamo soffermati su alcuni autori come Granelli,Popitz,Longo e Galimberti. Granelli è un esperto di tematiche relative all'innovazione e si avvicina molto alle tematiche relative alle protesi tecnologiche. si pone un interrogativo La tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell’uomo? la risposta è che la tecnologia viene sviluppata per potenziare le capacità dell'uomo.le grandi invenzioni della meccanica, i vestiti,le medicine ma anche le innovazioni più immateriali ad esempio i teoremi matematici hanno cercato di soddisfare una grande esigenza: poter fare di più con minore fatica. la tecnologia quindi è adoperata sia per potenziare le capacità dell'uomo, sia per rendere meno problematici i suoi limiti le sue debolezze. second H. Popitz la tecnologia non serve a completare l'uomo ma ad allargare il campo del suo operare. Longo nel suo ''homo technologicus'' afferma che il primo e più importante strumento tecnologico dell'uomo è stato il corpo stesso. Al centro del discorso filosofico di Galimberti invece c’è la tecnica, che secondo il filosofo è il tratto comune dell’occidente.Noi continuiamo a pensare la tecnica come uno strumento a nostra disposizione, mentre la tecnica è diventata l’ambiente che ci circonda e ci costituisce secondo regole di razionalità. non ci rendiamo conto che il rapporto uomo-tecnica si sia capovolto, e per questo ci comportiamo come l’uomo pre-tecnologico che agiva in vista di scopi iscritti in un orizzonte di senso, con un bagaglio di idee e di sentimenti in cui si riconosceva. Ma la tecnica non tende a uno scopo, non promuove un senso, non apre scenari di salvezza:la tecnica funziona e basta.Non abbiamo i mezzi intellettuali per comprendere la nostra posizione nel cosmo, per questo motivo ci adattiamo sempre di più alle comodità che la tecnica ci offre. secondo il filosofo Ciò di cui necessitiamo è un ampliamento psichico capace di compensare la nostra attuale inadeguatezza. La tecnologia è invasiva quando è intesa come invasione del corpo umano.Quindi le tecnologie invasive parlano di questo nuovo individuo che è un cyborg cioè un organismo cibernetico. il termine cibernetica ha un significato complesso.il primo ad inaugurare questa definizione fu N. WIENER nel suo testo cybernetic; indica la metafora della navigazione di internet ed era una tecnologia nata per scopi bellici. l'obiettivo della cibernetica era creare macchine artificiali che avevano le stesse prestazioni del cervello umano. secondo le enciclopedie multimediali il termine cyborg viene descritto come un organismo bionico,un essere anche umano di forma umanoide costituito da un insieme di organi artificiali e biologici. il termine nasce nell ambito della medicina anche se ha avuto maggiore successo nell ambito fantascientifico. infatti Naief Yehya afferma che nel cyborg si includono gli impianti tecnologici che hanno consentito completamenti artificiali non solo dell immaginario fantascientifico ma anche nell'evoluzione scientifica (biotecnologie medicina genetica).
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    Messaggio  annamariaruopoli Sab Mag 14, 2011 11:06 am

    Giunti nel terzo millennio, possiamo affermare senza alcun dubbio che la tecnologia fa parte della nostra quotidianietà, influenza l'uomo psicologicamente, fisicamente e culturalmente. Granelli esperto di tematiche relative all'innovazione senza intrecciarci con la disabilità tenta di superare i limiti dell'uomo attraverso le nuove tecnologie viste come estensione delle potenzialità umane. Egli sul testo il "Sé digitale"si domanda se la tecnologia potenzia? o atrofizza le capacità dell'uomo? è un pò difficile rispondere a questa domanda perché sicuramente essa potenzia le capacità dell'uomo aiutandolo a superare le sue debolezze. L'uomo fin dalla nascita ha sempre cercato di far meglio con minor fatica e le grandi invenzioni come i vestiti, la casa, le medicine, i mezzi di comunicazione come gli aerei che hanno riavvicinato le distanze o i mezzi di comunicazione come la TV che attraverso il piccolo schermo ci permette di conoscere luoghi mai visitati prima, però se la tecnologia viene mal impiegata atrofizza i nostri sensi e riduce le capacità sensoriali fondamentali per le relazioni umane perchè secondo David Abram attraverso i nostri sensi possiamo far emergere e ricostruire le diverse relazioni che ci permettono di farci integrare con il mondo infatti attraverso gli occhi,le orecchie, la lingua possiamo ricevere gli stimoli per avvicinarci agli altri, però un uso sostanziale di altri sensi ad esempio l'eccessivo utilizzo della vista toglie rilevanza all'udito che progressivamente tende ad atrofizzarsi,un altro esempio può essere l'esperimento del fular che facemmo un pò di tempo fa in aula e notammo che coprendo gli occhi sviluppammo meglio il senso dell'udito. Secondo Galimberti ci comportiamo nell'ambiente-tecnica come l'uomo pre-tecnologico che agiva in vista di scopi, ma la tecnica non tende a uno scopo, funziona e basta, noi non possediamo la tecnica che ha sostituito la natura che ci circonda e costituisce oggi l'ambiente nel quale viviamo. Per Popitz, post-umanista ritiene che la tecnica non completa l'uomo, ma allarga il suo potere. I post-umanisti ritengono che la tecnologia possa modificare le potenzialità umane e quando ciò accade viene iscritto nel patrimonio genetico della specie. Luongo nel suo "homo Technologicus"afferma che il primo e il più importante strumento tecnologico dell'uomo è stato il corpo stesso. La tecnica non può essere separata dalla cultura come dice anche Bruner, quindi qualsiasi discorso non può non essere inquadrato nei miti fondativi della nostra cultura. Purtroppo le diverse apparecchiature costituiscono una cascata di aggiornamenti mentali alternando e trasformando in questo modo la mente dell'uomo, le nostre menti e le nostre identità diventeranno sempre più profondamente inviluppate in una matrice non biologica di macchine,invece è importante che la tecnica non isoli l'uomo e che la mente non sia estratta dal corpo come se fosse una macchina.
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    Messaggio  Veronica Tonia Mennillo Sab Mag 14, 2011 12:56 pm

    Giovedì in aula abbiamo approfondito il tema sulla "tecnologie invasive", che come già citato nel commento precedente, sono una invasione del corpo umano.
    Vorrei partire dalla domanda di Granelli: "la tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell'uomo?". A mio parere la tecnologia può causare entrambi,sia potenziamento che indebolimento. Pertanto autori come Popitz hanno affermato che "la tecnica non ha supplito a una mancanza biologica, al contrario ha ampliato il dominio di intervento dell'uomo, gli ha permesso nuove forme di vita. La tecnologia non completa l'uomo, semmai allarga il campo del suo operare."
    Ancora invece possiamo parlare di un altro tema fondamentale, cioè "l'atrofizzazione sensoriale", dove la tecnologia, se mal adoperata, indebolisce i nostri sensi e riduce quindi le capacità sensoriali su cui si costruiscono le relazioni umane.
    A tal proposito credo che non sia la tecnologia ad essere o positiva o negativa, ma tutto stà nel modo di usarla e di intenderla.
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    Messaggio  silvia Sab Mag 14, 2011 2:45 pm

    Il discorso iniziato la settimana scorsa, sulle tecnologie invasive è stato completato con l'ultima lezione che ha allargato ancora la mia conoscenza sulla tematica e mi ha fornito ulteriori innumerevoli spunti di riflessione, che fanno un po' seguito a quanto da me già espreso precedentemente in altri post.
    Domanda guida è quella che Andrea Granelli pone nel suo "Il sè digitale":
    La tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell’uomo?
    Nel nostro testo si sottolinea che la prima questione aperta è se le tecnologie siano usate per potenziare le capacità umane, discutendo le origini di questa idea, addirittura riflettendo sul fatto che l’uomo abbia o meno dei limiti e che questi ultimi debbano o meno essere superati. Granelli cita Gehlen, il quale sostiene che l'uomo, come specie, è da un punto di vista biologico un essere incompleto, pertanto le sue inadeguatezze biologiche vengono compensate mediante la tecnologia; tale è la prospettiva del paradigma dell'incompletezza che concepisce l'uomo come “essere manchevole”, inadatto alla vita, ma proprio questa sua “imperfezione” ha reso necessario la creazione di un mondo artificiale a lui adatto, che possa cooperare con il suo deficiente equipaggiamento organico:“la ricerca e l’innovazione tecnologica non seguono quindi solo il cammino dell’utilità; pertanto riflettere esclusivamente su come le tecnologie potenzino le capacità umane dà una visione molto parziale dell’importanza della tecnica e soprattutto della sua genesi storica. Qualsiasi discorso sulla tecnica non può non essere inquadrato nei miti fondativi della nostra cultura”. Limperfezione dell’uomo si completa attraverso la cultura (intesa secondo la prospettiva di Bruner, quale universo condiviso di simboli). Quindi tutto è tecnica....i vestiti, la casa, l'auto.... tutti gli oggetti del quotidiano sono potenzianti, potenziano la persona perchè rappresentano dei “prolungamenti” del corpo biologico e delle sue capacità perseguendo l'obiettivo di poter fare di più o meglio, idealmente con minore fatica. In alcuni casi, come per esempio quello delle tecnologie integrative e abilitanti, esse risultano essere fondamentali nel ridurre l'handicap provocato da una menomazione e quindi migliorare la qualità di vita, come nel caso delle protesi utilizzate da Pistorius, le flex foot, o come nel caso di Andrea che grazie alla casa domotica ha una maggiore autonomia; solo alcuni degli esempi, questi, di una tecnologia sviluppata per per rendere meno problematici i limiti o le debolezze dell'uomo: “la tecnica è addirittura «l’essenza dell’uomo», perché, a causa della sua insufficiente dotazione istintuale, l’uomo senza la tecnica ha potuto invece «raggiungere culturalmente quella selettività e stabilità che l’animale possiede per natura».
    Ma, come sostiene Galimberti, bisogna tener presente che la tecnica non ha una motivazione precisa, non tende a uno scopo, è l'uomo che nel suo tempo la utilizza in un determinato modo ripensando costantemente i concetti di natura, individuo, identità, libertà, verità, senso, etica, politica, storia e religione.
    Questa tesi è fortemente contestata da Popitz che, con i «post-umanisti», ritiene che la tecnologia non ha supplito a una mancanza biologica ma al contrario ha ampliato il dominio di intervento dell'uomo: essa non completa l'uomo ma allarga il campo del suo operare; la tecnologia può modificare le potenzialità umane e quando ciò accade quella tecnologia viene di fatto iscritta nel patrimonio genetico della specie.
    Giuseppe Longo nel suo Homo technologicus, afferma che il primo e più importante strumento tecnologico dell’uomo è il corpo stesso, la tecnologia cioè diventa fisicità stessa dell'uomo, basti pensare al collo allungato di alcune tribù fino ad arrivare alle tecniche invasive, alla cyborg art, al caso Orlan...il corpo diventa strumento di sperimentazione. Longo inoltre mette in guardia dal separare troppo la mente dal corpo in quanto corpo e mente sono sempre attaccati: anche se siamo al computer, ove la mente percepisce il tempo in modo diverso, vi è sempre un corpo attaccato, un corpo che ha fame, sete....ecc... dunque il corpo è certo strumento, ma non è concepibile una mente «disincarnata» avulsa dai nostri sensi che costituiscono sempre e comunque le porte sensoriali.
    A tal proposito trovo molto interessante (e vicina a quanto scrivevo nel post precedente sui sensi ) la posizione di David Abram, il quale sostiene che la civiltà e il progresso tecnico hanno isolato l’uomo, togliendogli la consapevolezza di essere immerso in un mondo «senziente»...“solo utilizzando i nostri sensi in maniera profonda, completa e soprattutto consapevole possiamo far emergere e ricostruire la vastità delle relazioni che ci fanno interagire con il mondo, poiché occhi, pelle, lingua, orecchie sono di fatto porte di accesso tramite cui il nostro corpo riceve stimoli e nutrimento dall’«altruità»”. I sensi quindi vanno usati tutti in maniera adeguata, uno alla volta, prestando veramente attenzione ad essi, senza cadere nell'errore/abitudine di usarne uno in maniera eccessivamente preponderante. Quando non lo facciamo invece subiamo una molteplicità di imput contemporaneamente e ciò genera confusione , ma anche atrofizzazione dei sensi meno utilizzati, riduzione delle capacità sensoriali su cui si costruiscono le relazioni umane. Spesso infatti la vista è maggiormente usata e sollecitata a scapito del tatto ma anche dell'udito...non a caso si è soliti affermare che siamo nella cultura delle immagini.
    Quindi tornando alla domanda posta da Granelli penso si possa senz'altro dire che la tecnica potenzia ma il confine con l'atrofizzazione è sottile ed è un paletto in continuo spostamento.
    Molto interessante, all'interno di una riflessione che si può definire «tecnologie della mente» è quanto dice Andy Clark, nel suo Cyborg nati? Questi afferma che le nuove tecnologie costituiscono una “cascata di aggiornamenti mentali, sconvolgenti cognitivi nel corso dei quali l’architettura stessa della mente umana viene alterata e trasformata”; in altre parole le tecnologie cambiano anche il modo di pensare: ne è un esempio l' e-learning che cambia il modo di studiare, di strutturare il pensiero e di approfondire le conoscenze.
    A tal proposito De Kerckhove afferma “che ogni tecnologia è di fatto una psicotecnologia, perché modifica profondamente la capacità dell’uomo di fare ipotesi sul mondo, mediante la creazione di veri e propri «brainframe». Un brainframe è una struttura cognitiva che viene creata dalle tecnologie digitali nelle zone profonde della cognizione e « inquadra» il modo di pensare dell’uomo; non solo atteggiamento ma anche stile di pensiero in quanto queste tecnologie influiscono sui codici e linguaggi utilizzati dall’uomo”.
    Fondamentale importanza ha, quindi, la modalità con cui una particolare tecnologia viene assimilata, interpretata, utilizzata e diffusa, il come si utilizza! Ne è un esempio il cellulare che ha favorito comportamenti come le abitudini alla scrittura veloce, a scapito della scrittura più complessa. E proprio in relazione a tale pratica comunicativa, diversi pedagogisti come Frabboni e Pinto Minerva, parlano di una nuova emergenza educativa, indicata come uno dei trend di cambiamento socio-culturale della società attuale, costituita dall' alfabetizzazione debole, ossia l'apprendere senza mantenere. In particolare su questo tema Paolo Orefice e Vincenzo Sarracino in “Nuove questioni di pedagogia sociale”, scrivono che essa consiste “nell'acquisire informazioni e conoscenze in un'epoca come la nostra che ne è pregna, le quali scivolano via senza trasformarsi in cultura personalizzata. L'alfabetizzazione debole non aiuta a pensare, non è creativa, anzi è piuttosto ripetitiva e statica.” Frabboni e Pinto Minerva la indicano come uno dei rischi e delle insidie che può scaturire dalle nuove frontiere dell'alfabetizzazione elettronica e computerizzata, in quanto segna il punto di dissolvenza dell'alfabetizzazione primaria perchè porta ad accettare idee e pratiche indotte, passive e ricettive, conduce ad una sorta di riduzionismo e sterilizzazione mentale, allontana il soggetto dagli altri. Inoltre un problema connesso all'alfabetizzazione debole, che da qualche tempo sta emergendo sempre di più, riguarda la diminuita capacità linguistica (di uso soprattutto della lingua scritta) da parte delle giovani generazioni. Tra messaggi digitali e codici comunicativi ristretti, propri del linguaggio veloce delle chat, degli sms, e simili, si rischia ormai di danneggiare le competenze riflessive dei giovani, dal momento che come è risaputo il linguaggio è pensiero, il pensiero si struttura sul linguaggio e dunque quante meno parole il soggetto possiederà tanto meno sarà capace di pensare in maniera adeguata. La rilevanza di tale emergenza sul piano pedagogico formativo è notevole in quanto oltre l'aspetto quantitativo investe anche quello qualitativo: infatti all'enorme numero di soggetti che sempre più si trovano a vivere nel “bagno sociale” dei miliardi di informazioni presenti nell' “epoca della conoscenza”, corrisponde un decremento della resa maturativa, ossia di quella necessaria personalizzazione della conoscenza, che deve poter avvenire anche attraverso strumenti cognitivi profondi, che distingue un singolo soggetto dall'altro e che siamo soliti definire “alfabetizzazione individuale”.
    L'argomento è naturalmente vastissimo e apre numerosi scenari che qui mi sono limitata a sintetizzare...ma quello che osservo, in merito, attraverso i ragazzi che seguo sia in comunità che nel gruppo scout, ha da tempo allertato la mia attenzione....spesso i ragazzi non hanno parole per esprimersi o meglio si esprimono con quelle poche parole che conoscono...

    Infine, sempre guardando i ragazzi, ma non solo loro, non bisogna dimenticare che un'altra deriva pericolosissima è costituita dalla net addiction, ossia dalla dipendenza dalla rete, dal net, ma anche a mio avviso dai più comuni oggetti tecnologici senza i quali oggi ci si sente “persi”, mancanti di qualcosa...e proprio questo senso di “essere manchevole” di qualcosa che accompagna chi, per esempio ha ldimenticato il cellulare a casa....mi inquieta non poco e mi fa pensare che anche il senso dell' “essere manchevole” di cui ci parla Gehlen può assumere oggi nuove accezioni...

    Concludendo ripeto quanto ho già espresso più volte in questo forum: senza dubbio la tecnologia produce strumenti strordinari per precisione, velocità, potenza, imponendoci continui aggiornamenti, ma non dobbiamo però mai dimenticare che, per quanto raffinato, uno strumento resta sempre uno strumento: il suo uso chiama in causa la nostra responsabilità, la nostra conoscenza, le nostre scelte. Proprio per questo, è necessario che si conoscano bene le diverse tecnologie, e come funzionano, rischi e opportunità che possono offrire. Penso che è la nostra responsabilità che risulta fondamentale nel dirigere l’uso delle diverse tecnologie: se saremo in grado di tenere alta questa attenzione, questa responsabilità, la tecnologia sarà utilizzata in maniera giusta ed equilibrata e costituirà un fattore di progresso e uno strumento irrinunciabile per costruire un mondo più giusto e più umano. Altrimenti, come è già accaduto nella storia, potrà essere usata per manipolare, per nascondere, per distruggere....nell'epoca della comunicazione di massa questa responsabilità di conoscenza è più che mai necessaria...sia per diventare capaci di selezionare il grande flusso di notizie, capirne la fondatezza, apprezzarne la profondità, sia per usare ed insegnare ad usare tali tecnologie come strumenti non fini a se stessi.
    E' molto importante, soprattutto per gli educatori, approfondire quest'argomento, non avere a priori una posizione “apocalittica”, demonizzando questa o quella tecnologia in assoluto, ma conoscerla nei suoi più svariati aspetti, conoscenza ed analisi possono aiutare ad avere una chiara consapevolezza dei pro e dei contro di ogni singola tecnologia, delle possibili derive e pertanto consentire di adottare strategie idonee per controbilanciare i possibili effetti negativi.
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    Messaggio  Arianna Prato Sab Mag 14, 2011 4:23 pm

    In questa ultima lezione è stato posto un ulteriore accento riguardo l’argomento delle tecnologie invasive,soffermandoci in particolare su alcuni autori come Granelli,Galimberti,Popitz,Longo e Abram.
    Granelli nel suo testo “Il sé digitale”,ricollega il tentativo di provvedere a superare i limiti dell’uomo con le nuove tecnologie viste come estensioni delle potenzialità umane.Si accosta molto alle protesi tecnologiche e si pone un interrogativo:“La tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell’uomo?”.E’ sicuramente noto che la tecnologia viene sviluppata per potenziare le capacità dell’uomo e per rendere meno problematici i suoi limiti o le sue debolezze. La tecnica è l’essenza dell’uomo e con questo termine si intende sia le tecnologie che il loro utilizzo in termini di funzionalità ed efficienza.Per Galimberti,la tecnica non tende ad uno scopo.Essa è nata per porre rimedio all’insufficienza biologica dell’uomo.Ma,contrariamente a questa tesi,Popitz ritiene che la tecnica ha ampliato il dominio di intervento dell’uomo,gli ha permesso nuove forme di vita e allarga il campo del suo operare.Longo afferma che il primo e più importante strumento tecnologico dell’uomo è stato il corpo stesso(e lo è ancora oggi).
    David Abram sostiene che solo utilizzando i nostri sensi possiamo far emergere la vastità delle relazioni che ci fanno interagire con il mondo.Sono d'accordo nel ritenere che bisogna fare un buon utilizzo delle tecnologie perché altrimenti si atrofizzano i nostri sensi e si riducono,quindi,le capacità sensoriali su cui si costruiscono le relazioni umane.
    Sono state fatte molte ricerche sulle tecnologie,e ciò che emerge è il fatto che l’obiettivo non è di limitarsi a studiare come esse potenziano l’uomo,ma anche come quest’ultimo muti e si adatti a tali tecnologie nel suo essere nel mondo.
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    Messaggio  Ida Di Turo Sab Mag 14, 2011 4:42 pm

    Come sappiamo la tecnologia puo essere invasiva ,ed è intesa come invasione del corpo umano ..e ha come soggetto il cyborg . Ma la domanda che ci poniamo è se ciò peggiora o migliora le capacità dell'uomo ..molti rifiutano queste tecnologie, altri pensano che i robot e le macchine possano sostituire l' uomo, per altri è l'essenza dell'invasione ad esempio caronia ci parla di cyborg come personaggio collegato ad un computer ,un uomo che possiede una protesi ,un innesto che sia un braccio impiantato o un corpo nuovo ..
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    Messaggio  teresamemoli Sab Mag 14, 2011 5:49 pm

    Anche oggi in aula abbiamo affrontato il tema delle tecnologie invasive ed il loro rapporto con l'uomo ed il corpo umano.
    Gli strumenti tecnologici influenzano e modificano il corpo e le azioni che svolge l'uomo quotidianamente.
    Abbiamo precedentemente parlato di cyborg, cioè quando l'uomo diventa una sola cosa con l'elaboratore tecnologico.
    Anche Granelli, nella sua opera "Il sè digitale" ritiene che le nuove tecnologie siano estensioni delle potenzialità umane e provvedono a superare i limiti dell'uomo. La tecnologia viene utilizzata per potenziare le capacità e rendere meno problematiche le debolezze dell'uomo. La ricera e la tecnologia non seguono solo il cammino dell'utilità, ma ci si sofferma a pensare come queste possano potenziare le capacità umane e sull'importanza della tecnica.
    La tecnica comprende sia le tecnologie, sia il modo che permette il loro funzionamento per renderle efficienti.
    Galimberti considera la tecnica l'essenza dell'uomo grazie alla quale è riuscito a raggiungere una stabilità culturale. La tecnica è nata come rimesio all'insufficienza biologica. Pensiamo ad es. alla medicina, vista come tentativo di evitare la morte evitabile.
    I post-umanisti ritengono che la tecnologia possa modificare le potenzialità umane. Uno dei grandi esponenti post-umanista è Popitz. Egli ritiene che la tecnica non rimedia ad una mancanza biologica, ma amplia il dominio di intervento dell'uomo. La tecnologia allarga il campo del suo operare.
    Longo nel suo testo "Homo technologicus" ritiene che la tecnologia diventa fisicità stessa dell'uomo ed il primo e più importante strumento tecnologico dell'uomo è il corpo stesso.
    Se noi consideriamo gli oggetti di uso quotidiano come il cellulare, il portatile, i mezzi di trasporto, i media... questi possono essere considerati prolungamenti del corpo in grado di potenziare le capacità umane e di muoversi nello spazio.
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    Messaggio  nicolettabarbato Sab Mag 14, 2011 6:25 pm

    Durante l’ultima lezione, abbiamo ripreso il tema delle tecnologie invasive, ponendoci come prima domanda:”la tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell’uomo?Sicuramente la tecnologia potenzia l’uomo, la tecnologia rende meno problematici i limiti e le debolezze dell’individuo. Come dice Galimberti oggi tutto è tecnica, essa è addirittura l’essenza dell’uomo. L’uomo è un essere manchevole, non completo. La tecnica completa l’uomo, egli la utilizza e la potenzia potenziando nel contempo anche se stesso. La tecnologia secondo Papiz può modificare la capacità dell’uomo e diventa parte del patrimonio genetico dell’individuo. Essa non completa l’essere umano, ma allarga il campo del suo operare. Longo, invece, afferma che la tecnologia diventa fisicità; il corpo, invece, strumento di specializzazione dell’uomo. Infatti, il primo e più importante strumento dell’uomo, è proprio il corpo. Andy Clark nel suo cyborg nati afferma che le nuove tecnologie, una volta messe all’opera nelle diverse apparecchiature e istituzioni che ci circondano, non si limitano solo a consentire la memorizzazione esterna e la trasmissione delle idee. Noi siamo cyborg nati, per essere pronti ad elaborare queste nuove architetture e diventare user sensitive .Le identità in questo modo, sono sempre più profondamente inviluppate in una matrice non biologica di macchine, strumenti, sostegni, codici,oggetti quotidiani semi intelligenti. Secondo il mio punto di vista, quello che affermano gli autori precedentemente citati, è molto importante. Infatti, rispecchia a pieno quello che siamo ,che siamo diventati e quello che diventeremo con il progredire e l’avanzare della tecnica, che sicuramente potenzia e sviluppa nell’individuo buone potenzialità di cambiamento e progresso.
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    Messaggio  emanuelaerrichiello Sab Mag 14, 2011 8:05 pm

    TECNOLOGIA!!!Una vera e propria tematica della nostra società odierna.La tecnica non può separarsi dalla cultura,perchè entrambe seguono un unico percorso,quello dell'utilità
    Nell'ultima lezione sono state interessanti,a mio avviso,le posizioni assunte da Andrea Granelli e Longo sul tema delle tecnologie.
    Granelli si pone una domanda in particolare:
    "La tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell'uomo? Question Question
    Egli risponde che la tecnologia,è sviluppata per potenziare la capacità dell'uomo o almeno per rendere meno problematici i suoi limiti.Essa serve sicuramente per poter fare di più o meglio con minore fatica
    Difatti anche i semplici vestiti o le medicine ad esempio,possono essere considerati dei tecnopotenziamenti.
    Nella vita di tutti i giorni,sono molte le circostanze che ci fanno pensare su come e quanto,le tecnologie stiano modificando e potenziando il corpo umano.
    Basta pensare al caso di Oscar Pistorius e le sue flex-foot per rendersene conto.
    Anche Giuseppe Longo mi ha colpito,inquanto,egli considera il corpo stesso,come un vero e proprio strumento tecnologico e ciò che differenzia gli esseri umani,rendendoli ESSERI SINGOLARI è proprio la mente.
    C'è una sorta di dualismo tra mente e corpo,poichè essi sono logicamente separabili ma concretamente indissociabili.
    Abbiamo parlato anche dei sensi.
    La tecnologia,se mal impiegata può atrofizzare i nostri sensi come ad esempio nel caso della perdita della capacità di sentire le proprie gambe.
    Infatti David Abram dice,a tal proposito,che la civiltà ed il progresso,hanno isolato l'uomo,togliendogli la consapevolezza di essere immerso in un mondo senziente.
    Soltanto se prestiamo particolare attenzione ai nostri sensi,riusciremo a percepirli completamente e solo allora potremo ricostruire la vastità delle relazioni che ci fanno interagire con il mondo.
    La mente infatti,sembra essere distaccata dal corpo e diviene quindi macchina autonoma,mentre il corpo,resta solo un involucro.
    Andy Clark,nel suo "Cyborg nati" ci parla delle nuove tecnologie.
    Queste ultime,una volte messe all'opera nelle diverse apparecchiature che ci circondano,non si limitano a consentire la memorizzazione esterna e la trasmissione delle idee,esse diventano come delle cascate di aggiornamenti mentali che sconvolgono l'intera architettura cognitiva della stessa mente umana.
    In tale contesto noi esseri umani,per Clark,siamo dei "Cyborg nati",perchè regolati sin dalla nascita ad essere pronti per elaborare architetture cognitive.
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    17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 2 Empty Re: 17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  mariafabiano Sab Mag 14, 2011 9:21 pm

    In questa lezione abbiamo ripreso il tema delle tecnologie invasive soffermandoci su una domanda che Andrea Granelli pone nel suo testo: “ il sé digitale” cioè “ la tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell’uomo?”…
    È difficile rispondere a questo quesito, in quanto secondo il mio parere ci possono essere dei pro e dei contro nell’utilizzare qualsiasi tipo di tecnologie, se poi facciamo riferimento esclusivamente a quelle digitali allora posso dire che queste tecnologie portano a dei risultati positivi o negativi rispetto all’uso. Esse possono risultare potenziali, come ad esempio la demotica, che viene utilizzata per migliorare lo stile di vita all’interno della tua casa e più in generale negli ambienti antropizzati, utilizzando apparecchiature, impianti e sistemi capaci di funzionare autonomamente o con l’aiuto di un piccolo computer che permette di svolgere i comandi impartiti dall’utente, invece può risultare atrofizzante nel momento in cui viene utilizzato il web con lo scopo di sdoppiare la propria vita in reale e virtuale per evadere da una realtà che ci rende impotenti di fronte a delle difficoltà. Concludo con due citazioni una a favore del web e l’altra a sfavore:

    Il Web non si limita a collegare macchine, connette delle persone.
    Tim Berners-Lee, Discorso al Knight Foundation, 2008
    Nella rete non c'è notte e non c'è giorno, non c'è alto e non c'è basso, non c'è corpo e non c'è calligrafia, c'è solo il bit, che viaggia e che prende la forma che gli vogliamo dare.
    Jovanotti, Il Grande Boh!, 1998




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    17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 2 Empty tecnologie invasive seconda parte

    Messaggio  d'ambrosio ernestina Dom Mag 15, 2011 9:00 am

    Riguarda il tema delle tecnologie invasive in aula si è CONTINUATO A DISCUTERE IN PARTICOLARE DEL LORO RAPPORTO CON IL CORPO UMANO ,infatti ci si è RIFATTI A Granelli dove nel suo testo "il sé digitale si interroga se queste tecnologie servissero ad estendere la capacità DELL'uomo in modo di poter fare di più CON MINOR FATICA , in pratica se atrofizzassero o potenziassero le capacità UMANE RISPONDERE A QUESTA DOMANDA NON è facile .LE TECNOLOGIE NON PUò atrofizzare l'UMANO MA DOBIAMO PORRE DEI LIMITI OLTRE I QUALI SIGNIFICHEREBBE ESSERE VITTIME DELLA TECNOLOGIA .
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    17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 2 Empty Re: 17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  veronicadolce Dom Mag 15, 2011 10:19 am

    Come abbiamo detto la volta precedente la tecnologia invasiva è intesa coma un invasione del corpo umano.
    Quando parliamo di invasione pensiamo sempre ad un impianto.Un qualcosa che è all'interno del nostro corpo ad esempio gli organi artificiali.Un soggetto invaso dalla nuova tecnologia,è un qualcosa impiantato nel suo corpo.
    Si parla quindi di cyborg cioè di un essere mezzo uomo mezzo tecnologia possiede cioè un innesto o una protesi.Non si tratta quindi di estensioni virtuali ma di vere e proprie protesi come quelle al seno oppure un pacemaker al cuore.Il cyborg quindi è l'unione dell'umano e del tecnologico.Ci riferiamo anche a Granelli che ricollega il tentativo di provvedere a superare i limiti dell'uomo con le nuove tecnologie viste come estensioni delle potenzialità dell'uomo.
    Pone la domanda:La tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell'uomo?
    Le tecnologie sono quindi usate per potenziare le capacità umane e non per atrofizzare.Per poter fare di più o meglio con minor fatica.(Possiamo pensare a Pistorius)
    A volte però possono anche atrofizzare l'uomo,possiamo pensare ad esempio al computer,al cellulare o all'automobile(se usati in modo sbagliato).Tutti questi non fanno sviluppare del tutto parte dei nostri sensi.Ad esempio usando il computer l'uomo non sviluppa il senso dell'immagine,dell'emozioni,è solo un soggetto passivo che scrive su una tastiera e non ha davanti l'altro soggetto.Dobbiamo saper usare questi oggetti con un limite.
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    Messaggio  Raffaella De Paolo Dom Mag 15, 2011 11:20 am

    come abbiamo già parlato in precedenza le tecnologie invasive adesso fanno parte dell'uomo o meglio dire sono una parte dell'uomo, perchè le tecnologie invasive potenziano l'uomo e lo aiutano a vivere una vita normale a tutti gli effetti senza farlo sentire una specie di ibrido non umano, ma lo aiutano ad essere sereno nella vita di tutti i giorni, aiutandolo non solo fisicamente quindi a compiere azioni, ma lo aiutano psicologicamente quindi a stare bene con gli altri. E' questo è la cosa piu' importante perchè se l'uomo ha una disabilità deve essere forte psicologicamente per poter affrontare una vita normale, fatta di difficoltà di agonie ma anche di soddisfazioni e tranquliità.
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    17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 2 Empty Re: 17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  filomena granato Dom Mag 15, 2011 11:26 am

    ho già commento su questo argomento nell'altra cartella, spero sia bastato a esprimere il mio pensiero Smile
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    17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 2 Empty Re: 17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  ANNUNZIATA NATALE Dom Mag 15, 2011 8:12 pm

    LE TECNOLOGIE INVASIVE SONO INTESE COME UN INVASIONE DEL CORPO UMANO, ATTRAVERSO L' IMPIANTO DI NUOVE TECNOLOGIE E PROTESI. POSSIAMO DISTINGUERE ASPETTI NEGATIVI E POSITIVI, INFATTI PROPRIO INERENTE A CIO' SI DISTINGUONO PERSONE FAVOREVOLI A IMPIANTI E NON, CIO' DIPENDE ANCHE DALLA PROPRIA ETICA, DECISIONE FONDAMENTALE.
    A MIO AVVISO IN QUESTA SOCIETA' EVOLUTA SONO MOLTO IMPORTANTI, L' INTELLIGENZA UMANA HA RAGGIUNTI LIVELLI DI ALTISSIMA TECNOLOGIA CHE HA COME FINEDI PRODURRE BENEFICI E ARMONIA ALL' UOMO!!!
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    17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 2 Empty ...............................LA TECNOLOGIA POTENZIA O ATROFIZZA LE CAPACITA' DELL'UOMO.?................................

    Messaggio  Rosa De Luca Dom Mag 15, 2011 8:35 pm

    In aula abbiamo affrontato l’argomento Tecnologie Invasive.
    A tal proposito Granelli, nel suo libro “IL SE’ DIGITALE”, si pone una domanda: “La Tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell’uomo?
    In primo luogo, bisogna capire se le Tecnologie vengano usate per potenziare le capacità umane e se l’uomo abbia o meno dei limiti che debbano essere o meno superati.
    La Tecnologia, viene sviluppata per potenziare le capacità dell’uomo o per rendere meno problematici i suoi limiti o le sue debolezze.
    Le Grandi Invenzioni, come i vestiti, la casa, le innovazioni più immateriali, hanno cercato di soddisfare un’unica grande esigenza, ossia poter fare sempre di più o meglio, idealmente con minore fatica, perché la ricerca e l’innovazione tecnologica, tendono anche all’Utilità.
    Noi non possediamo completamente la Tecnica, che ha sostituito la Natura che ci circonda e oggi costituisce l’ambiente in cui viviamo.
    Secondo Galimberti, ci comportiamo nell’ambiente, che lui chiama Tecnica, come l’uomo pre-tecnologico, che agiva in vista di scopi; ma la tecnica non ha uno scopo, funziona e basta.
    I concetti vanno ripensati e riesaminati in ogni nuovo tempo, perché come afferma Bruner la tecnica non può essere separata dalla Cultura.
    Tutto sembra inadeguato nei nuovi scenari, l’inadeguatezza invade ed appartiene all’uomo.
    Questa nuova psicologia dell’azione, mira ad evitare di essere dominati dalla Tecnica.
    I Post-umanisti alla domanda di Granelli rispondono che la Tecnologia può modificare le potenzialità umane e quando ciò accade quella Tecnologia, viene iscritta nel patrimonio genetico della specie.
    Popitz, esponente di tale corrente, sostiene che la Tecnica non ha supplito ad una mancanza biologica, al contrario ha ampliato il dominio di intervento dell’uomo e gli ha permesso nuove forme di vita.
    Quindi la “tecnologia non completa l’uomo, semmai allarga il campo del suo operare”, perciò qualsiasi discorso sulla tecnologia non può non essere inquadrato nei miti fondativi della nostra cultura.
    Si parla di Cyborg perché l’essere umano è stato definito Obsoleto, un essere manchevole, che deve essere completato dalle macchine e per tale motivo si parla sempre più di uomo “tecnologizzato”.
    Possiamo dire con Braidotti che i corpi post-umani sono anche sorprendentemente generativi, in quanto implacabilmente e tenacemente si riproducono.
    Giuseppe Longo, nel suo “Homo Technologicus”, afferma che il primo e più importante strumento tecnologico dell’uomo è stato il suo corpo; infatti l’involucro corporeo esterno è unito alla mente e può essere considerato uno strumento.
    Secondo Longo, la mente è disincarnata non esiste; mente e corpo sono uniti, anche se nel mondo virtuale, la mente ha un tempo diverso.
    Una tesi opposta è quella di David Abram, il quale afferma che la civiltà ed il Progresso Tecnico hanno isolato l’uomo, togliendogli la consapevolezza di essere immerso in un mondo senziente, e di conseguenza la mente è come se fosse disincarnata ed estratta dal corpo, visto come un involucro.
    Inoltre, egli afferma che sono con l’uso profondo, completo e consapevole dei Sensi, possiamo far emergere le Relazioni che ci fanno interagire col mondo esterno, poiché i cinque Sensi, costituiscono la parte di accesso cui riceviamo gli stimoli altrui.
    Quindi dal discorso di Abram, è chiaro che la Tecnologia, se mal impiegata, atrofizza i nostri sensi e riduce le capacità sensoriali, su cui si costituiscono le Relazioni Umane.
    Su questo aspetto mi voglio collegare alla teoria, libro “Corpo, tecnologie e disabilità”, in cui si spiega che anche l’uomo digitale usa le dita, quindi il tatto, insieme alla vista, gli occhi, privilegiando le funzioni sensoriali.
    In aula abbiamo esaminato l’importanza dei nostri sensi attraverso l’esperimento del Foulard.
    Andy Clark, afferma che le nuove Tecnologie forniscono una cascata di Aggiornamenti Mentali, attraverso cui la mente umana viene alterata e trasformata.
    Egli sostiene che noi esseri umani siamo dei Cyborg nati, perché fin dalla nascita siamo pronti ad elaborare architetture cognitive e computazionali.
    Man mano che le Tecnologie progrediscono e diventano più “user-sensitive”, si integrano maggiormente con l’uomo e le sue funzionalità.
    Le Tecnologie, sono diventate parte fondamentale della nostra vita quotidiana, non possiamo vivere senza cellulare, internet, la televisione.
    Il motivo è che apparteniamo ad una generazione super tecnologica e l’uso di questi strumenti sono entrati a far parte della nostra Cultura.
    Il solo pensiero di perderli con la semplice interruzione della corrente o rottura dell’apparecchio, genera panico tra noi giovani.
    E qui mi voglio collegare al libro “Corpo, Tecnologie e Disabilità”, in cui si parla dell’oggetto tecnologico come parte integrante del nostro corpo.
    Un esempio è il telefonino che si evoluto per la funzione di estensione della comunicazione verbale a grandi distanze, a cui poi si sono integrate altre tecnologie preesistenti.
    Internet risulta una diretta conseguenza, essendo collegata in rete esattamente come il telefono, ma resta limitata in spazio e capacità dal telefono stesso.
    Lyon afferma che nella società sorvegliata i nostri corpi scompaiono appena operiamo una comunicazione a distanza.
    Nella comunicazione telefonica, la voce rappresenta il nostro corpo, ma nella e-mail il corpo è del tutto assente e le emoticon suppliscono il volto e senza l’utilizzo della webcam il corpo è invisibile.
    Però possiamo dire che tutti gli oggetti di uso quotidiano, dal telecomando al cellulare, rappresentano dei prolungamenti del corpo biologico e delle sue capacità.
    Sono in grado di potenziare le capacità umane tutti i media, i mezzi di trasporto e, in generale, tutti gli strumenti tecnologici in grado di vedere, di sentire, ragionare, spostarsi nello spazio.
    Kerckhove afferma che il corpo costruisce un mondo per escursioni illimitate tra i campi del sapere.
    Fondamentale risulta l’esplorazione del corpo: non basta avere un interfaccia tecnologico con il mondo, deve essere interpretata modificando l’ambiente in cui il corpo vive.
    Ciò costituisce una ridefinizione del rapporto tra naturale e tecnologico e questo porterebbe il corpo a recuperare i propri sensi.
    Si tratta di un corpo che sente l'esigenza di attrezzarsi di artefatti e di protesi, perchè è forte il desiderio di rendere più facile la propria esistenza.
    Capucci, nel testo "Corpo Tecnologico" si interroga sullo statuto del corpo in relazione ad una realtà antropocentrica generata dalle Tecnologie, sull'impatto degli artefatti tecnologici e della nuova natura che generano.
    La sua riflessione, è rivolta allo sviluppo tecnologico recepito come una sorte di acceleratore evolutivo che comporta una ridefinizione tra corpo e spazio esterno.
    Secondo il mio parere, la Tecnologia sicuramente ha migliorato il nostro modo di vivere, le nostre relazioni, abbiamo tutto a portata di mano, possiamo vederci e sentirci con una persona anche a chilometri di distanza, quando e dove vogliamo, ma ciò non toglie che possiamo riscoprire il piacere di leggere un libro, andare in biblioteca a fare una ricerca, vedersi faccia a faccia con un’amica.
    Credo che la Tecnologia abbia messo in crisi le persone anziane che hanno difficoltà ad utilizzare il telefonino, non sanno cosa sia internet, ma anche qui c’ è da fare delle distinzioni.
    Infatti ci sono degli anziani che si sono adeguati alle nuove Tecnologie, anzi a volte sono più aggiornati di noi ragazzi, altri invece rifiutano di entrare in questa nuova generazione tecnologica e di conseguenza si sentono in una bolla, esclusi dal mondo.
    Penso che col passare del tempo, le tecnologie prenderanno sempre il sopravvento, perché ciò fa parte della nostra Evoluzione…
    L ’importante è non essere completamente dipendenti e attuare un discernimento tra le tecnologie, o meglio scegliere quelle che possono esserci utili.
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    17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 2 Empty ..................................TECNOLOGIE INVASIVE...........................

    Messaggio  Rosa De Luca Dom Mag 15, 2011 9:45 pm

    17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 2 Chirur10








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    Messaggio  BarbaraGrande Dom Mag 15, 2011 10:29 pm

    Credo di aver già espresso il mio pensiero riguardo l'argomento nell'altra cartella. Spero di aver compiuto correttamente il lavoro!
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    17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 2 Empty TECNOLOGIE INVASIVE II PARTE

    Messaggio  cristina riccardi Dom Mag 15, 2011 10:40 pm

    In aula abbiamo continuato ad affrontare il tema delle tecnologie invasive evidenziando il rapporto tra tecnologico e umano.
    Ci si e’ riferiti al sé digitale di Granelli il quale si interroga se la tecnologia sta modificando il corpo umano avvicinandosi alle protesi tecnologiche relative alla disabilità o all’estetica;
    Successivamente a Popits il quale si chiede se la tecnologia può modificare le capacita dell’uomo;
    Infine a Longo il quale considera il corpo il primo e più importante strumento dell’uomo. La tecnologia diviene fisicità ,corpo e mente sono attaccati ma anche se ad esempio ci siamo virtualmente introdotti in un personaggio nel pc in noi avremo sempre i bisogni di mangiare,dormire anche se nel tempo virtuale è diverso.
    La tecnologia ha fortemente aiutato l’uomo a migliorarsi ma nello stesso tempo atrofizzano le sue capacità. I nostri sensi non li percepiamo più,stiamo riducendo le nostre capacità sensoriali. Nel pc diveniamo più virtuali ma perdiamo la percezione del sentire,dell’olfatto…
    Andy Clark pensa che le nuove tecnologie cambiano anche il nostro modo di pensare ad es. uno studio sempre e solo online cambia il nostro pensare,noi diventeremo user-sensitive.

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    Messaggio  orsola maria ferraro Lun Mag 16, 2011 1:53 am

    Il giorno 12.05.2011 abbiamo ripreso di nuovo il tema delle tecnologie invasive facendo riferimento a Granelli,colui che senza intrecciarsi con le disabilità,ricollega il tentativo di provvedere a superare i limiti dell'uomo con le nuove tecnologie viste come estensioni delle potenzialità umane.Una delle domande,che Granelli si pone è sè la tecnologia potenzia o atrofizza le capacità dell'uomo?cioè sè rende l'uomo più potente,qui ricordiamo(PISTORIUS).Le grandi invenzioni della meccanica,come pure i vestiti,la casa,le medicine ma anche le innovazioni più immateriali,hanno sempre cercato di soddisfare un'unica grande esigenza:poter fare di più o meglio,idealmente con minore fatica.Un altro interrogativo che emerge è sè la tecnologia sta modificando il corpo umano?Secondo Galimberti,qualsiasi discorso sulla tecnica non può non essere inquadrato nei miti fondativi della nostra cultura.Noi non possediamo completamente la tecnica che ha sostituito la natura che ci circonda e costituisce l'ambiente nel quale viviamo.Con il termine cultura si intende infatti sia l'universo dei mezzi,che nel loro insieme compongono l'apparato tecnico,sia la razionalità necessaria (LE SUE COMPETENZE)per un loro utilizzo in termini di funzionalità ed efficienza.Infatti,a proposito di ambienti,egli suggerisce:che noi ci comportiamo nell'ambiente-tecnico come l'uomo pre-tecnologico che agiva in vista di scopi ma la tecnica non tende a uno scopo,"FUNZIONA"e basta.Egli rivede i concetti di natura,individuo,identità,libertà,tali concetti vanno riesaminati in ogni nuovo tempo.Coloro che hanno iniziato a parlare dell'uomo dopo le tecnologie sono stati i"POSTUMANI".
    Postumano:relazioni tra uomo e tecnologia nella società delle reti.Un Postumano è il discendente di un essere umano che è stato incrementato fino al punto di non essere più un essere umano.A ciò aspirano molti TRANSUMANISTI.I mezzi con i quali quest'ultimi sperano di raggiungere lo stadio Postumano includono:Intelligenza artificiale,medicinali,strumenti avanzati per la gestione delle informazioni, computer portabili/indossabili.
    Esponente principale del Postmatismo è HEINRICH POPITZ,quest'ultimo sostiene che la tecnologia ha ampliato il dominio dell'intervento dell'uomo,gli ha permesso nuove informazioni(ALLARGA IL SUO POTERE).
    Mentre,Longo sostiene che il I strumento è il corpo,quest'ultimo diventa strumento di sperimentazione,corpo e mente sono sempre attaccati...Ad esempio i sensi sono sempre con noi,anche durante le nostre lezioni,i cinque sensi sono sempre attivi.
    Ma bisogna tener presente che riusciamo a percepire solo i sensi utilizzati con consapevolezza,altrimenti diventa una confusione.Altro problema,conseguente alle tecnologie è quello di "ATROFIZZAZIONE",e ciò che atrofizza di più i nostri sensi
    è la TV...Concludendo si può affermare che le nuove tecnologie stanno cambiando sempre di più il nostro modo di pensare....
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    17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 2 Empty Re: 17. tecnologie invasive II parte (facoltativo) ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  IvanaTammaro Lun Mag 16, 2011 11:07 am

    Durante la lezione del 13 Maggio abbiamo iniziato a parlare di tecnologie invasive,e oggi abbiamo approfondito il discorso.La tecnologia è invasiva quando è intesa come invasione del corpo umano.Quando si parla di invasione si pensa ad un impianto,che può essere inteso come collocazione,sistemazione o allestimento.Nell’era tecnologica il corpo umano incamera una quantità sempre maggiore di artificiale,tanto da non poter più essere considerato un organismo puramente naturale.Il corpo diventa,così,soggetto "invaso" e protagonista del nuovo modo di essere e comunicare,si passa ad un corpo "virtuale",ossia all'individuo cyborg,come è definito da Caronia nel suo libro "Saggio sull'uomo artificiale".Caronia parla,infatti,di cyber-organo,ossia quando l'individuo diventa una sola cosa con l'elaboratore elettronico,si crea una nuova condizione umana,a metà fra naturale e artificiale,un neologismo che nella fantascienza indica un essere ibrido fra uomo e macchina, ma che ha invece salde origini scientifiche o tecnologiche.A studiare la comunicazione tra gli esseri viventi e le macchine è la cibernetica che intende raggiungere l'obiettivo di creare macchine che abbiamo stesse prestazioni del cervello umano.Il termine cyborg viene coniato nel 1960 da due medici che cercarono di associare la definizione ad un organismo che integra elementi esterni per espandere le funzioni del proprio corpo,non si tratta,quindi,di estensioni virtuali,ma di PROTESI di diverso tipo.In ciò risiede,così,la‘svolta’argomentativa nel lavoro di Caronia:l’altro, il diverso o la macchina è detentore di ‘conoscenza’o,meglio,è il solo a poter conoscere e dare senso ad alcune realtà.Come afferma il post-umanista Popitz,infatti,la tecnica ha permesso all'uomo nuove forma di vita,in quanto la tecnologia allarga il campo del suo operare.Il confine tra essere umano e cyborg è,così,sempre più sfumato,ad esempio una persona dotata di pacemaker potrebbe,infatti,già corrispondere alla definizione di cyborg.Esistono,inoltre,altre creature che spesso si confondono con la defizione di cyborg e sono:robot,umanoide e androide.Per robot si intende qualsiasi macchina in grado di svolgere un lavoro al posto dell'uomo,per umanoide si intende qualsiasi oggetto o essere vivente con una forma analoga o somigliante all'essere umano,infine un robot con sembianze umane nei movimenti e nella forma è detto androide.Questa ripartizione del termine cyborg è ripresa anche da Naief Yehya,il quale intende per cyborg organismi autoregolati di natura ibrida che mettono in discussione le differenze tra organico e inorganico e tra naturale e artificiale.Possiamo dire,così,che oggi ogni limite che si attribuiva alla natura può essere sovrascritto,questo vale per la genetica e per le scienze in generale,
    oggi ogni uscita dalla norma è l’inizio di un progetto,ogni diversità è una rampa di lancio verso il futuro e ogni protesi è l’utensile di cui un umano si dota per riuscire ad andare oltre.

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