questo film è stato un vero e proprio pugno nello stomaco.
all'inizio mi ha trasmesso un senso di claustrofobia, mi sentivo soffocare alla sola idea di me in quel letto al suo posto. all'inizio provavo a distogliere lo sguardo, perchè mi sentivo una forte angoscia dentro, quasi sentivo i dolori e la sofferenza sul mio corpo e nella mia mente.
la parte che mi terrorizzava di più era quando tutti andavano via e lui rimaneva li, da solo, in quel letto, dritto, senza potersi muovere, e con un solo occhio si guardava intorno, guardava quella stanza buia e angosciante.
una seconda scena a cui ripenso è quando lui viene lavato dagli infermieri; in quel momento lui si sente ormai un vegetale, consapevole del fatto che ormai non sarebbe stato più in grado di essere autonomo, di realizzare ogni suo desiderio, di fare tutto quello che gli passava per la testa.
ma la parte che mi ha commosso particolarmente è quando, ormai rassegnato, pensa alle parti del suo corpo che non sono paralizzate, e cioè la sua fantasia. in questo caso potremmo parlare di resilienza, quindi adattabilità, flessibilità.
la resilienza dell'individuo è la forza di reagire e fronteggiare situazioni di forte disagio, mediante l'attivazione di competenze individuali e risorse interiori.
quando il protagonista pensa alle cose che può fare e quindi pensare, mettere in atto la fantasia, mette in atto un adattamento passivo, ossia la possibilità di riuscire ad accettare le situazioni che non possiamo cambiare senza valutarle negativamente e dedicarsi ad altro.
i personaggi che mi hanno colpito sono due, cioè la dottoressa (logopedista) e la traduttrice (la ragazza che lo aiuta a scrivere il libro).
la dottoressa svolge un ruolo importante, cioè riporta, attraverso il metodo dell'alfabeto,( la dottoressa elenca le lettere dell'alfabeto ed il paziente quando sceglie una lettere chiude un occhio) in parole quello di cui il paziente ha bisogno o vuole dire. una persona diversamente abile è una persona che è impossibilitata a svolgere le normali attività della vita quotidiana , una persona affetta da disfunzioni motorie e/o cognitive, caratterizzata dalla mancanza di una o più abilità.
in questo caso la dottoressa con il suo metodo, ha dato la possibilità con un ausilio (l'apparecchiatura o metodo che aiuta una persona con deficit) a ridurre la sua disabilità, il suo handicap.
ma tra la dottoressa ed il paziente si instaura anche un rapporto, che diventa unoo scambio di emozioni, una trasmissione di esperienze da entrambe le persone. la relazione in questo caso è il rapporto tra una persona guida (dottoressa) ed il paziente (protagonista)in difficoltà.
quindi si instaura una relazione d'aiuto in cui l'uno promuove la crescita dell'altro, per sviluppare nella persona diversamente abile la consapevolezza di sè ed emanciparlo dalla condizione di prigioniero di una situazione. l'aiuto si orienta, infatti, nella direzione della crescita e dell'autonomia dell'altro.
con il secondo personaggio (traduttrice del libro), si stabilisce, oltre che un legame di lavoro, anche un legame affettivo. lei si affeziona molto a lui, ma la cosa più bella e che lei non sente un senso di dovere, come nel caso della madre dei suoi figli, infatti, lei lo ha conosciuto nel momento in cui lui gia era nella condizione di malato di ictus.
un'altro aspetto è quello rappresentato dalla sua compagna attuale, che non riesce a trovare il coraggio di vederlo in quelle condizioni, nonostante afferma di amarlo. forse ha paura, paura di non ritrovare più quella persona di prima, avventurosa, spumeggiante, realizzato, quindii terrorizzata dal fatto che se avesse continuato ad amarlo non avrebbe più condotto la vita di prima, ma una vita radicalmente cambiata.
questo film è stato per me un'insegnamento di vita, nonostante il suo essere drammatico è stato comunque bellissimo, perchè mi ha insegnato a vivere nel migliore dei modi, a cogliere tutte le occasioni che il cammino della vita ci propone davanti, a vivere tutto sempre conn sensibilità ed emozione, anche per la cosa più banale e soprattutto mi sono resa conto di quanto sono fortunata.
un grazie particolare va alla professoressa Floriana Briganti, che ha creato un corso, per me, bellissimo, pieno di emozioni e nello stesso tempo trasmettitore di conoscenza. ma la cosa più bella è che è stato un'insegnamento di vita....