Pedagogia della disabilità 2010-11

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Pedagogia della disabilità 2010-11

Stanza di collaborazione della classe del corso di Pedagogia della disabilità (tit. O. De Sanctis) a cura di Floriana Briganti a.a. 2010-11 periodo marzo-maggio 2011


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    16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

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    Messaggio  maria viro Gio Mag 12, 2011 4:54 pm

    C'è nello spazio una chiave per aprire il mio scafandro?Una metropolitana senza capolinea?Una moneta abbastanza forte per riscattare la mia libertà?Bisogna cercare altrove.Ci vado!


    E’ una storia che ci parla di speranza, di determinazione, di forza, di chi nonostante sia bloccato dentro un corpo che non risponde più non si arrende. Uno scafandro per l’appunto ma la sua mente è ancora libera come una farfalla.


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    Messaggio  RosaIncarnato Gio Mag 12, 2011 4:55 pm

    Un film che dalla prima all'ultima scena ti fa sentire una stretta al cuore. Proprio la prima scena è stata una delle più forti... guardare la vita con gli occhi del protagonista, JeanDominique, ascoltare i suoi pensieri e accorgersi di quanto è difficile. Un film che tocca tanti aspetti, primo fra tutti quello della disabilità; una disabilità causata da un incidente, e quindi (a mio parere) ancora più difficile da accettare. Svegliarsi e accorgersi che non puoi più muoverti, camminare, parlare e mangiare.. svegliarsi e accorgersi che la tua vita è radicalmente cambiata. A questo proposito mi ha emozionato una frase del protagonista: "immaginazine e memoria: i soli mezzi che ho, che non sono paralizzati". Come si può accettare una cosa simile da un giorno all'altro? me lo sono chiesta tante volte, ma mai sono riuscita a darmi una risposta. Jean Dominique, però, ci ha dimostrato che ciò può accadere, anche se l'accettazione arriva soltanto in un secondo momento. Infatti nel film, inizialmente JeanDo, attraverso l'alfabeto esplicita il desiderio di voler morire ( una scena che mi ha emozionato tanto), ma successivamente si decide a reagire e a cercare ancora dei lati positivi. Ed è qui che entra in gioco la resilienza (un tema affrontato varie volte durante il corso), ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici.
    Come ho già detto, è un film che mi ha lasciata senza parole dall'inizio alla fine. Un'altra scena mi è rimasta incisa nella mente: la telefonata del padre al figlio, il pianto liberatorio che dimostra la difficoltà da parte delle persone che ci amano, di accettare una situazione simile. Ma allo stesso tempo dimostra di quanto sia importante per la persona disabile l'affetto e l'amore circostante delle persone importanti. Jean Dominique, per esempio, trova la sua forza di volontà anche e soprattutto nei suoi figli, nella sua logopedista, nel padre e in tutte le persone che gli sono state accanto, permettendogli di non smettere mai di sperare e soprattutto di realizzare i suoi sogni, che per JeanDo era scrivere un libro... e alla fine ci è riuscito.
    Un film ricco di emozioni, che aiutaa riflettere sugli aspetti fondamentali della vita e credo che Jean Dominique sia di esempio per tutte quelle persone che si trovano nella sua stessa situazione e che (chi per una cosa chi per l'altra) si ritrovano a rapportarsi con una realtà tanto faticosa.
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    Messaggio  mariaderosa Gio Mag 12, 2011 5:10 pm

    Trovarsi all' improvviso in una condizione di disabilità, rendersi conto in un attimo che la tua vita non può tornare più com era prima non è assolutamente semplice..come non lo è stato per Jean Dominique Bauby protagonista del film "lo scafandro e la farfalla". un film che mi ha toccato nel profondo..che ha suscitato in me mille sensazionI: angoscia, tristezza ma anche compassione..
    ho mostrato interesse dalla prima fino all'ultima scena..provando anche nervoso nel momento in cui le scene venivano saltate a causa del poco tempo a disposizione Very Happy
    il fatto di vedere le scene "dall' occhio del protagonista" è stato quasi come se fossi io a trovarmi nella sua situazione..e questa sensazione l ho provata soprattutto nel momento in cui Bauby dopo il suo lungo coma ha riaperto gli okki o meglio l'occhio sinistro..ho percepito in lui un senso quasi di fastidio nel visionare tutta quella gente attorno, che cerca di studiare, di capire, di arrivare ad una sentenza.. e la cosa più brutta è stato proprio vedere l'incapacità del protagonista di cominicare con gli altri..penso che sia una delle cose peggiori che mai vorrei mi capitasse..essere coscienti e non poter dire all altro ciò che pensi,ciò che provi..l'unico mezzo di salvezza per Bauby era la palpebra del suo occhio sinistro con il quale attraverso un alfabeto delle lettere più frequenti riusciva ad esprimersi..
    vedendo queste scene non facevo altro che ripetere nella mia mente "mi da fastidio" perchè sentivo la sua voce che parlava e gli altri che per capirlo non facevano altro che ripetere queste paroli uno dopo l'altra..e nel momento in cui c'è stata la scena dove lui ha comunicato che voleva morire la mia risposta a questo messaggio è stato:l'avrei detto anch'io..
    perdere l'autonomia, vedere persone attorno a te che si occupano del tuo corpo della tua igiene è sicuramente fastidioso..
    però è stato bello vedere che in un secondo momento anche grazie all'aiuto della fisioterapista lui è riuscito a riaquistare un pò di "fiducia" :
    "tutto il mio corpo è paralizzato,tranne due cose: l'occhio e l'IMMAGINAZIONE"
    ed è proprio quest'ultima che ha accompagnato il protagonista in tutto il suo percorso di vita--->"l'immaginazione è l'unica cosa che può farmi uscire dal mio scafandro" perchè è così che lui si sentiva: rinchiuso in uno scafandro..intrappolato dentro un involucro nel quale nessuno era in grado di penetrarvi..
    2 i personaggi che mi hanno colpito particolarmente: il papà che in una telefonata comunica al figlio di non sentirsi solo perchè anche lui si ritrova in una situazione simile:"vedi tu sei prigioniero del tuo corpo ed io del mio appartamento" in quanto essendo anziano non aveva tutta quest'agilità di spostarsi..e poi la moglie che nonostante fosse venuta a conoscenza del tradimento del marito ha continuato a stargli vicino e a prendersi cura di lui..
    una delle scene più belle è stato quando la dottoressa chiama una redattrice per comunicare il desiderio di Jean Dominique nel volev scrivere un libro..è stato un grosso segno di forza e di non abbattimento..nonostante le sue difficoltà nel comunicare decide di REAGIRE,di portare avanti quel suo progetto dove la sua immaginazione diventava protagonista..
    ecco il tema della Resilienza:"l'attitudine dell'individuo di reagire e far fronte a situazioni di forte disagio, mediante l'attivazione di competenze individuali e risorse interiori"
    ---->LO SCAFANDRO DEL CORPO NON IMPEDì ALLA FARFALLA DELL'ANIMA DI USCIRE A COMINICARE!!!
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    Messaggio  rosadecristofaro Gio Mag 12, 2011 5:31 pm

    UN FILM MOLTO FORTE E SIGNIFICATIVO, RICCO DI SENTIMENTI E DI EMOZIONI. RACCONTA DI JEANDO, DI UN UOMO DI 43 ANNI COLPITO DA UN ICTUS CHE GLI DANNEGGIA ALCUNE AREE DEL CERVELLO PER LA QUALE RIMANE PARALIZZATO NON RIUSCENDO Nè A VEDERE E Nè A SENTIRE BENE.UNA DELLE SCENE CHE MI HA COLPITO DI PIù è QUELLA INIZIALE QUANDO CON LA VISTA ANNEBBIATA DEL PAZIENTE NOI SPETTATORI "VEDIAMO" L' IMMAGINE SFOCATA DEL MEDICO CHE GLI SPIEGA LA MALATTIA CHE HA,MOLTI EFFETTI SPECIALI CHE CI PERMETTONO DI IMMEDESIMARCI NEL PROTAGONISTA IN MODO DI FARCI SENTIRE CON LE SUE ORECCHIE E VEDERE CON I SUOI OCCHI. I PERSONAGGI CHE MI HANNO COLPITO DI PIù E GLI HANNO DATO FIDUCIA SONO:LE TERAPISTE CHE SI SONO DEDICATE ED IMPEGNATE PER FAR SI CHE JEANDO INIZIASSE A COMUNICARE, L' EX MOGLIE, I SUOI FIGLI,L' AMANTE E IL VECCHIO PADRE NOVANTENNE.E' UN FILM MOLTO BELLO RICCO DI FLASH-BACK,DI VIAGGI DELLA MENTE SULL' AMORE DELLE DONNE.UN PROTAGONISTA MOLTO CORAGGIOSO PERCHè RACCONTA SENZA ESSERE PATETICO IL DRAMMA DELLA SUA VITA CHE CAMBIA,DALLA QUALE PUò USCIRNE VINCITORE.UN TEMA AFFRONTATO IN QUESTO FILM è LA RESILIENZA:LA CAPACITà DELL' INDIVIDUO DI REAGIRE E DI FAR FRONTE A SITUAZIONI DI FORTE DISAGIO ATTRAVERSO L' ATTIVAZIONE DI COMPETENZE INDIVIDUALI E RISORSE INTERIORI.INFATTI A SORRIDERE ALLE DISGRAZIE DELLA VITA RACCONTANDO ANCHE CON DOLORE LA SUA VITA ATTRAVERSO IL SUO LIBRO.
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    Messaggio  turco valentina Gio Mag 12, 2011 5:35 pm

    questo film è stato un vero e proprio pugno nello stomaco.
    all'inizio mi ha trasmesso un senso di claustrofobia, mi sentivo soffocare alla sola idea di me in quel letto al suo posto. all'inizio provavo a distogliere lo sguardo, perchè mi sentivo una forte angoscia dentro, quasi sentivo i dolori e la sofferenza sul mio corpo e nella mia mente.
    la parte che mi terrorizzava di più era quando tutti andavano via e lui rimaneva li, da solo, in quel letto, dritto, senza potersi muovere, e con un solo occhio si guardava intorno, guardava quella stanza buia e angosciante.
    una seconda scena a cui ripenso è quando lui viene lavato dagli infermieri; in quel momento lui si sente ormai un vegetale, consapevole del fatto che ormai non sarebbe stato più in grado di essere autonomo, di realizzare ogni suo desiderio, di fare tutto quello che gli passava per la testa.
    ma la parte che mi ha commosso particolarmente è quando, ormai rassegnato, pensa alle parti del suo corpo che non sono paralizzate, e cioè la sua fantasia. in questo caso potremmo parlare di resilienza, quindi adattabilità, flessibilità.
    la resilienza dell'individuo è la forza di reagire e fronteggiare situazioni di forte disagio, mediante l'attivazione di competenze individuali e risorse interiori.
    quando il protagonista pensa alle cose che può fare e quindi pensare, mettere in atto la fantasia, mette in atto un adattamento passivo, ossia la possibilità di riuscire ad accettare le situazioni che non possiamo cambiare senza valutarle negativamente e dedicarsi ad altro.
    i personaggi che mi hanno colpito sono due, cioè la dottoressa (logopedista) e la traduttrice (la ragazza che lo aiuta a scrivere il libro).
    la dottoressa svolge un ruolo importante, cioè riporta, attraverso il metodo dell'alfabeto,( la dottoressa elenca le lettere dell'alfabeto ed il paziente quando sceglie una lettere chiude un occhio) in parole quello di cui il paziente ha bisogno o vuole dire. una persona diversamente abile è una persona che è impossibilitata a svolgere le normali attività della vita quotidiana , una persona affetta da disfunzioni motorie e/o cognitive, caratterizzata dalla mancanza di una o più abilità.
    in questo caso la dottoressa con il suo metodo, ha dato la possibilità con un ausilio (l'apparecchiatura o metodo che aiuta una persona con deficit) a ridurre la sua disabilità, il suo handicap.
    ma tra la dottoressa ed il paziente si instaura anche un rapporto, che diventa unoo scambio di emozioni, una trasmissione di esperienze da entrambe le persone. la relazione in questo caso è il rapporto tra una persona guida (dottoressa) ed il paziente (protagonista)in difficoltà.
    quindi si instaura una relazione d'aiuto in cui l'uno promuove la crescita dell'altro, per sviluppare nella persona diversamente abile la consapevolezza di sè ed emanciparlo dalla condizione di prigioniero di una situazione. l'aiuto si orienta, infatti, nella direzione della crescita e dell'autonomia dell'altro.
    con il secondo personaggio (traduttrice del libro), si stabilisce, oltre che un legame di lavoro, anche un legame affettivo. lei si affeziona molto a lui, ma la cosa più bella e che lei non sente un senso di dovere, come nel caso della madre dei suoi figli, infatti, lei lo ha conosciuto nel momento in cui lui gia era nella condizione di malato di ictus.
    un'altro aspetto è quello rappresentato dalla sua compagna attuale, che non riesce a trovare il coraggio di vederlo in quelle condizioni, nonostante afferma di amarlo. forse ha paura, paura di non ritrovare più quella persona di prima, avventurosa, spumeggiante, realizzato, quindii terrorizzata dal fatto che se avesse continuato ad amarlo non avrebbe più condotto la vita di prima, ma una vita radicalmente cambiata.
    questo film è stato per me un'insegnamento di vita, nonostante il suo essere drammatico è stato comunque bellissimo, perchè mi ha insegnato a vivere nel migliore dei modi, a cogliere tutte le occasioni che il cammino della vita ci propone davanti, a vivere tutto sempre conn sensibilità ed emozione, anche per la cosa più banale e soprattutto mi sono resa conto di quanto sono fortunata.
    un grazie particolare va alla professoressa Floriana Briganti, che ha creato un corso, per me, bellissimo, pieno di emozioni e nello stesso tempo trasmettitore di conoscenza. ma la cosa più bella è che è stato un'insegnamento di vita....
    vincenza de cristofaro
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    Messaggio  vincenza de cristofaro Gio Mag 12, 2011 6:06 pm

    Lo scafandro e la farfalla secondo il mio parere è un film che tutti dovremmo vedere per capire la vita .Infatti il film è un 'esperienza toccante,piena di significato ,un'esperienza che come spettatore vivi dal corpo del protagonista un percorso intenso e toccante che ti porta a capire che la nostra esistenza non sono le cose che ci circondano ma che la vita siamo noi stessi con i nostri sentimenti e con i nostri ricordi .Tra i personaggi i più significativi sono:il protagonista ovvero Jean-dominique Baudy ,caporeddattore di Elle France prima ,poi un uomo colpito da un ictus che lo vede paralizzato dalla testa ai piedi con la sola facoltà di battere le palpebre e l'ortofonista ,donna gentile ,generosa,paziente che lo aiuterà per tutto il suo percorso di vita a creare un modo di comunicare col mondo esterno grazie ad un nuovo alfabeto .Ed è proprio lei che riesce a farlo rivivere e a darle forza d'animo infatti in una scena Henriette pronunciandogli le lettere dell'alfabeto lui le comunica di voler morire in questa scena ho notato lo stato di disperazione di Baudy il porre limiti alla speranza.
    Un'altra scena è il giorno della festa del papà :vedere una famiglia unita intorno al padre .sorridere ,correre intorno a lui ,non farlo sentire solo ,ma il dimostrare tutto l'affetto che hanno nei suoi confronti farlo sentire una persona normale.
    La scena di un padre disperato per suo figlio parlargli al telefono senza che lui possa rispondere.
    Una scena che mi ha infastidito è quando la moglie è stata costretta a fare da interlocutrice tra il marito e l'amante qui si è notato la gelosia della moglie.
    Altrettanto significativa ed importante che racchide tutto il film è quando Baudy allo stato di disperazione e al senso di soffocamento che egli si trovava inizialmente ,lo scafandro appunto, si schiuderanno verso la condizione di farfalla ,la condizione nella quale il corpo non serve più ma sopravvive grazie ai sogni ,all'immaginazione come un album di fotografie e pensieri .
    In questo film ricordiamo il concetto di resilienza che come afferma Murdaca è la capacità di adattamento necessaria per adottare nuovi comportamenti infatti qui viene messo in atto nel momento in cui Baudy afferma che "le uniche cose a non essere paralizzate sono l'immaginazione e il ricordo ? decidendo cosi di proseguire a scrivere il suo libro intitolato appunto LO SCAFANDRO E LA FARFALLA.
    silvio valentina
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 10 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  silvio valentina Gio Mag 12, 2011 6:15 pm

    Un film che tutti dovrebbero vedere per capire che la vita non è fatta di sole cose che ci circondano ma che noi come persone, siamo la vita con i nostri sentimenti e i nostri ricordi. Non a caso il titolo di questo film ci riporta a questo pensiero; infatti, da come ho inteso, lo SCAFANDRO non sarebbe altro che il corpo del protagonista, ormai inerte e pesante del quale se ne libererà e volerà verso la farfalla del pensiero. Subentrerà perciò, la condizione nella quale il corpo non serve più ma basterà l'anima per sopravvivere, coi ricordi, coi sogni e con l'immaginazione. La storia racconta di Jean- Dominique, capo redattore della rivista 'ELLE', rivista di moda, per questo circondato da belle donne e con una vita chic,estrosa. Ma quando viene colpito da un ictus la sua vita verrà piegata improvvisamente e drasticamente; una malattia che lo vedrà paralizzato dalla testa ai piedi ma il cervello funzionerà come prima; l'unico modo per comunicare con il mondo esterno sarà l'occhio sinistro grazie al quale, ma grazie anche alla caparbietà di un'ortofonista, riuscirà a comporre un libro, attraverso un alfabeto che gli permetterà di raccontare il suo percorso doloroso ma propenso alla speranza. La speranza in lui, inizia a nascere quando sentirà che ce la sta mettendo tutta per andare avanti, ma nel momento più bello si ammalerà di polmonite e dopo 10 giorni dalla pubblicazione del suo libro morirà.
    Questo film è un continuo succedersi di flash backs proprio perchè essendogli rimasta solo l'immaginazione e la memoria, pensa, ripensa e rimpiange:'GLI ISTANTI DI FELICITA' CHE NON HO SAPUTO APPREZZARE, LE DONNE CHE NON HO SAPUTO AMARE....' tutto quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato:'ERO CIECO E SORDO PER NON CAPIRE CIO' CHE E' LA VITA'. Compie un viaggio interiore riflettendo su quello che era, ritornando indietro nel tempo e ritrovando la sua anima, la forza di resilienza per andare avanti e quindi la forza di vivere. Oltre i familiari, mi ha colpito l'interesse e la dedizione che l'ortofonista ci metteva nel suo lavoro e la sensibilità che mostrava nei confronti di Dominique.Inoltre mi ha incuriosito la genialità di quell'alfabeto cosi' utile a renderlo partecipe, tanto al punto da scrivere un libro, questo però, grazie principalmente alla sua forza di volontà.
    Sinceramente finito il film, sono ritornata a casa triste e angosciata continuando a pensare a quanto è strana la vita... un giorno sembra di avere tutto e il giorno dopo ti svegli e capisci che quel tutto non era nulla! Quante volte ci affatichiamo, rincorriamo la vita o sembra tanto che è lei a rincorrere noi aggravandoci problemi poco importanti... Perciò dopo questo film e dopo il racconto di Adele cerherò di prendermi la vita con un'altra filosofia, LA VITA é BELLA SE NOI LA GUARDIAMO CON GLI OCCHI ILLUMINATI; QUINDI LA VITA é BELLA E VA VISSUTA NEL SUO SPLENDORE!
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    Messaggio  luciaparadiso Gio Mag 12, 2011 7:23 pm

    Il film " lo scafandro e la farfalla" è uno dei tanti film che mi ha molto emozionato, in particolar modo sono due le scene che di più mi sono rimaste impresse. Quella della telefonata che il protagonista, Bauby, ha con il padre, una scena molto toccante che fa capire l'amore che ogni genitore prova per il proprio figlio, che in quel momente avrebbe voluto abbracciarlo ma invece non gli restava altro che piangere. Un'altra scena molto importante è quella in cui Bauby dice alla sua terapista "voglio morire", parole forti che in quella situazione davvero desiderava, ma poi con l'andare avanti si rente conto che poteva farcela, poteva andare avanti e decide di lottare, in questo caso si parla proprio di resilienza che l'azione positiva di reagire che avviene al paziente. Il protagonista lotta e riesce ad affrontare la malattia, infatti scrive anche un libro usando solo l'immaginazione e la memoria che erano le uniche cose a non essere paralizzate. In questo fil tutti i personaggi hanno avuto un ruolo fondamentale, ma il ruolo più importante è stato quello della dottoressa che è stata accento al paziente sempre ed è riuscita a farlo comunicare attraverso una sola palpebra. La frase che invece mi ha colpito di più è stata: " solo i folli ridono quando non c'è nulla da ridere", ebbene si è così perchè non c'è nulla da ridere quando si aiutano gli altri.
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    Messaggio  Loredana Tessitore Gio Mag 12, 2011 7:25 pm

    Oggi in aula abbiamo visto lo scafandro e la farfalla,uno dei film più belli che abbia
    mai visto.Le scene che hanno sollecitato la mia attenzione sono varie...
    Bauby dopo un lungo coma provocato da un ictus finalmente si risveglia e appena
    si rende conto di essere paralizzato si agita...inizialmente vede come unica via di
    uscita da questa terribbile realtà la morte ma poi invece incomincia a lottare
    (quì è evidenziato il concetto di resilienza).Inoltre,la sua mente rimase lucida
    ed inizia a comunicare e a trasmettere i suoi pensieri sbattendo la palpebra sinistra.E'
    attraverso l'immaginazione e la memoria che egli riesce ad uscire fuori dallo scafandro
    in cui si trova.Una delle frasi che mi ha colpito è stata proprio questa:Lo scafrando
    del corpo non impedì alla farfalla dell'anima di uscire e comunicare.
    Tutti i personaggi del film hanno avuto un ruolo importante ma personalmente
    mi ha colpito il protagonista,il suo modo di reagire a questa brutale realtà
    che gli sconvolge la vita,la trasforma in pochi attimi,ma lui reagisce infatti,scrive anche un libro
    grazie ai battiti di una ciglia...Questo film mi ha trasmesso molte emozioni
    è stato davvero bello!!!
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 10 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  Claudia Matarazzo Gio Mag 12, 2011 7:29 pm

    "Lo scafandro e la farfalla" , un film decisamente bellissimo.
    Ci è stato chiesto di descrivere quale scena ha destato di più la nostra attenzione e la scena iniziale è quella che mi ha lasciato più spiazzata .. Lui, Jean-Dominique Bauby, il protagonista, apre gli occhi ed eccoti li che invece di essere davanti allo schermo per visionare il film ti ritrovi direttamente catapultato nella sua testa, come se quelle sensazioni le avessi vissute io, come se quelle parole mancate costrette a restare sotto forma di pensieri le avessi formulate io..
    Ma comunque più che le scene, sono state tutte le frasi dette dal protagonista, che facevano parte di quel monologo interiore che ci ha accompagnato durante il corso del film, a colpirmi particolarmente..
    "IO, IL LORO PADRE, NON HO PIU' IL SEMPLICE DIRITTO DI PASSAR LORO LA MIA MANO TRA I CAPELLI .. DI STRINGERE I LORO PICCOLI CORPI .. CIO' NONOSTANTE MI RIEMPIE DI GIOIA VEDERLI RIDERE".
    Penso seriamente che questa, data la situazione, sia una delle frasi più belle e profonde che abbia mai sentito.
    E' oltremodo eccezionale anche l'aiuto fondamentale dato dall'ortofonista perché è lei che davvero è riuscita a dargli quella spinta in più che gli mancava, grazie a quel nuovo modo di comunicare riesce anche a scrivere un libro col solo movimento della palpebra sinistra e la pazienza di chi è li a scrivere.

    Dalla trama di questo film possiamo ricollegarci al concetto di RESILIENZA, la capacità di uscire vincente da una situazione negativa, la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre senza perdere la propria umanità.
    E chi meglio di Jean-Dominique Bauby ci ha mostrato che affrontare positivamente la propria situazione, in alcuni casi drammatica, è possibile.
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 10 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  MiriamFalanga Gio Mag 12, 2011 7:29 pm

    Questo film è stato bellissimo , a mio avviso il tema principale di questo film è la resilienza , mi ha colpito la forza di quest'uomo che è riuscito ad affrontare e ha superare la sua malattia con un "battito di ciglia ".
    La prima scena che mi ha colpito e quando il protagonista si rende conto della sua condizione , dove non riesce a muoversi e a comunicare con le altre persone ,altra scena significativa è stata quella in cui il protagonista è sulla spiaggia con suoi figli e uno di loro gli asciuga la saliva e piange abbracciato alla madre , evidenziando così il rapporto che viene a crearsi tra padre e figlio.
    Il personaggio che mi ha emozionato di più è stato il protagonista e naturalmente la sua forza d'animo , altro personaggio che mi ha emozionato è stata la sua ex moglie ,che ha sorvolato su il suo tradimento , senza mai abbonare il suo ex marito .
    Mi è rimasta impressa la metafora dove lui si sente sequestrato , imprigionata dalla sua malattia , ma libero di viaggiare nell'immaginazione rivivendo così anche il suo passato.
    ...Questo film è stato stupendo e mi ha molto emozionato consiglio a tutti di vederlo ...
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    Messaggio  Maddalena Manna Gio Mag 12, 2011 7:36 pm

    E’ la storia vera del giornalista Jean-Dominique Bauby, direttore della rivista Elle, che a 42 fu colto da un ictus che gli paralizzò tutto il corpo ad eccezione dell’occhio destro attraverso il quale imparò a comunicare riuscendo a dettare un romanzo con il solo battito di ciglia:Lo scafandro e la farfalla.La cosa che mi colpisce e il modo in cui il protagonista riesce ad affrontare la sua situazione con un’estrema dose di ironia e autoironia: ride di sé, ride dei suoi dottori, ride degli operai che lo prendono in giro...La scene più intense e travolgente è quella in cui Il suo occhio sinistro gli viene cucito.L’unica parte ancora attiva del suo organismo è quindi l’occhio destro.L’uomo un tempo personaggio popolare e di mondo , è ora costretto in un metaforico scafandro che lo fa sentire come se il suo corpo fosse imprigionato in fondo al mare, incapace di comunicare e di chiedere aiuto. Il suo cervello, del tutto funzionante, non è più in grado di comunicare con il suo organismo, ma la fantasia e l’intelletto scalciano per sottolineare e rafforzare la sua personalità, nonostante le mostruose fattezze fisiche che lo rendono irriconoscibile,dimostrando una capacità resiliente, quella capacita di reagire positivamente agli eventi drammatici e tragici che possono accadere nella vita, riuscendo quindi ad accettare il dolore e a trovare una dimensione che renda possibile una vita ulteriormente soddisfacente.IL personaggio che ha suscitato la mia attezione è la moglie che non è mai stata amata come avrebbe voluto e desiderato, ma che continua a stargli fedelmente accanto.Questo film è un' inno alla vita,un forte messaggio e una lezione che ci insegna, a fare quello che possiamo fin quando possiamo e a cercare di lasciare il segno, in un modo o nell’altro.

    cit."immeginazione e memoria sono gli unici mezzi che ho per uscire dal mio scafandro"
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    Messaggio  Marialda D'Auria Gio Mag 12, 2011 7:42 pm

    Lo scafandro e la farfalla è un film basato sul libro autobiografico di Jean-Dominique Bauby, e in questa pellicola viene interpretato dall'attore Mathieu Amalric. Il film narra della vita di Jean-Dominique Bauby che in seguito ad un ictus (ossia un evento vascolare cerebrale patologico, con conseguente perturbazione acuta della funzionalità encefalica, focale o generalizzata) rimane paralizzato dalla testa ai piedi potendo muovere soltato la palpebra sinistra che grazie a questa trova un modo di comunicare. Il protagonista diventa quindi una persona affetta da disabilità. Per disabilità si intende qualsiasi incapacità, conseguente alla menomazione (un danno organico o funzionale relativo ad un settore specifico), di svolgere determinate funzioni e di assolvere particolari compiti nel modo e nell'ampiezza considerati "normali" per un individuo. La disabilità infine può portare all'handicap ovvero allo svantaggio sociale che si manifesta a seguito dell'interazione con l'ambiente. Ma è importante sapere che la disabilità non è solo deficit, mancanza, privazione a livello organico o psichico ma è una condizione che va oltre la limitazione, che supera le barriere mentali ed architettoniche. Dunque, ritornando al film la prima parola che dice Dominique, è quella di voler morire ma grazie al suo attaccamento alla vita, cerca, con l'aiuto delle tertapiste di vivere la sua situazione in maniera migliore. Da questo scaturisce la tematica della resilienza: l'attitudine dell'individuo di reagire e far fronte a situazioni di forte disagio mediante l'attivazione di competenze individuali e risorse interiori, può far riferimento la resilienza, in questo caso, ad una capacità di adattamento passivo ossia la possibilità di riuscire ad accettare le situazioni che non possiamo cambiare senza continuare a valutarle negativamente bensì imparando da esse o dedicandoci ad altro. Le frasi che mi hanno colpito sono due: la prima è quando dice che "era cieco e sordo; mi serviva la luce dell'infermità per capire la mia vera natura". Una frase che fa capire di quanto vuota fosse la vita di quest'uomo perchè non si soffermava sulle vere bellezze della vita e quando ha perso la possibilità di sfruttarle gli si sono aperti gli occhi tornandogli alla mente tutti quegli istanti di felicità che ha fatto volare via. Se prima aveva tutto e non lo apprezzava, perchè sono del parere che se una persona gode di ottima salute significa essere fortunato in tutto e per tutto, adesso si accontenta delle uniche cose che ha ossia un occhio e l'udito. La seconda: "Lo scafandro del corpo non impedì alla farfalla dell’anima di uscire e comunicare". Il suo corpo era intrappolato in uno scafandro che scendeva sempre più in fondo al mare ma la farfalla era la sua immaginazione libera di volare dove più gli piaceva e grazie ad essa poteva fare tutto. Era la cosa che forse maggiormente l'avrebbe aiutato a non mollare e andare avanti. Bella la scena del ristorante. La cosa bella del film sono stati anche gli sketch quando faceva vedere gli insetti volare, montagne di ghiaccio da cui cadevano i pezzi, il mare. Poi ho notato il suo attaccamento alla vita da come guardava le donne. Infine i personaggi: tutti hanno mostrato la massima solidarietà dall'ortofonista che non acceteva il fatto che lui volesse morire ricordandogli le persone che lo amavano. Questa persona ha mostrato una grande personalità d'animo in quanto oltre al suo lato professionale ha messo in pratica anche quegli aspetti emotivi e relazionali attraverso un'attenta cura al paziente sia dal punto di vista psicologico che riabilitativo, quasi se la vita di quel paziente la riguardasse in prima persona. La moglie che lo portò al mare e lui si vergognava quasi del suo stato nei confronti dei figli ma lei lo rassicurò. Un pò tutti insomma hanno fatto la loro parte ma la scena più toccante è stata il pianto del padre. Mi ha sempre dato l'impressione di voler apparire rigido ma davanti alla disgrazia del figlio è emersa la sua vera natura cioè quella di un padre che vuole un bene immenso al proprio figlio. Chiudo questo commento ringraziando la professoressa che grazie a questo film, oltre alle tante emozioni che mi ha regalato, mi ha aiutata a capire l'importanza delle cose che ho.
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    Messaggio  Marialda D'Auria Gio Mag 12, 2011 7:53 pm

    Riporto alcune citazioni:
    "Sono stati tanti i momenti in cui ero disperato, sull'orlo del suicidio, carico d'odio, ma sono sopravvissuto, perchè mi attaccavo a ciò che faceva di me un uomo, non potevo fare altrimenti, era la sola cosa che mi restava. [...] Deve attaccarsi all'uomo che è in lei e sopravviverà"

    Siamo tutti dei bambini e abbiamo tutti bisogno di riconoscimenti

    "Mi hanno detto che ti eri ridotto come un vegetale"
    "Che tipo di vegetale? Una carota? Una patata? Un cetriolo?"

    E alcune immagini:

    https://i.servimg.com/u/f26/16/46/69/18/lo-sca10.jpg
    https://i.servimg.com/u/f26/16/46/69/18/lo-sca11.jpg
    https://i.servimg.com/u/f26/16/46/69/18/scafig10.jpg
    https://i.servimg.com/u/f26/16/46/69/18/ea69df10.jpg
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    Messaggio  Annalisa Nunziata Gio Mag 12, 2011 8:02 pm

    Il film "lo scafandro e la farfalla" non l' avevo mai visto prima ed è stato un film molto toccante ed emozionante. Questo film racconta la storia di un giornalista francese,Bauby,che ha avuto un ictus ed è stato in coma per tre settimane. La sua vita ormai è paralizzata, bloccata in un letto ed egli non può dedicare il suo tempo alla moglie e ai figli ed è proprio quì che si collega al concetto di RESILIENZA;ovvero la capacità dell' individuo di reagire di fronte a situazioni di disagio.Questo capolavoro viene racchiuso in un' unica frase:"lo scafandro del corpo non impedì alla farfalla dell' anima di uscire e comunicare". Lo scafandro è il corpo immobile,il corpo di un uomo che chiede e vuole morire poichè sostiene che quella che sta vivendo non è vita.La farfalla è il battito delle ciglia dell' occhio sinistro con il quale egli riesce a comunicare e a scrivere un libro prima di morire. La vita è un dono prezioso ed è degna di essere vissuta nonostante ci si presentino difficoltà Exclamation Exclamation Exclamation
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 10 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  LuciaDeGregorio88 Gio Mag 12, 2011 8:04 pm

    premetto che sono rimasta affascinata da questo film per la modalità di come è stato girato,rappresentato,di come riesce a metterti direttamente nella prospettiva del protagonista Bauby,a sentire le sue emozioni,sentirsi soffacati,al punto tale che durante la visione avrei voluto urlare per farmi sentire.Penso sia capitato a tutti fare un incubo nel quale si voleva chiedere aiuto,parlare,urlare e la voce non usciva e svegliarsi con quella brutta sensazione di non riuscire a comunicare.guardando il film subito ho sentito quella sensazione,quella sensazione che ti fa impazzire.ma mentre noi fortunamente lo classifichiamo come "un brutto sogno" per J.D.Bauby non lo è stato!Da una vita ricca di emozioni,piaceri,soddisfazioni si è risvegliato in un letto di ospedale con un corpo paralizzato ,eccetto un occhio ,che gli ha permesso di avere ancora un contatto con l'esterno ed i suoi pensieri.Nel film si evince una grande forza d'animo del protagonista,che sebbene all'inizio volesse morire ,grazie all'aiuto dell'ortofonista riesce a trovare una grande carica.Non c'è dubbio che B.sia un Resiliente e come ben sappiamo ,si vede dal flm che da solo una persona non può farcela. le 2 donne che più mi hanno sorpreso sono l'ortofonista ,che lo sprona giorno dopo giorno,e la scrittice ,che gli sta accanto e lo aiuta a comunicare al mondo intero ciò che ha dentro.da riconoscere anche l'amore dell'amico e della moglie che gli sono vicino e fanno proprio quell'alfabeto studiato dalla dott. per lui. (penso che questo mezzo possa essere classificato come tecnologia integrativa di sostegno,perchè anche se non è un computer che aiuta la persona con disabilità e non lo rende autonomo ma è comunque un mezzo ,se pur astratto ,che gli permette di comunicare). una delle frasi che mi ha colpito è stata quella che lui usa nel momento in cui riesce a reagire ,ha trovare la forza che gli permetterà di essere un resiliente...."ho imparato che ho ancora altri mezzi oltre all'occhio,che mi permettono di evadere dal mio scafandro,immaginazione e memoria" questa frase mi ha fatto pensare a Borges,il quale afferma che "tra i mezzi più importanti che l'uomo ha ,il libro è lo strumento più potente ,perchè è estensione della memoria e dell'immaginzaione".queste sono parole verissime...cosa saremmo noi senza l'immag??cosa ne sarebbe stato di b. senza di essa?? non credo che sarebbe riuscito a superare quest'ostacolo del suo scafandro,a ritrovare quell'umorismo che gli ha permesso di andare oltre.L'unico personaggio che mi ha urtato un pò nel film è il primario,anche se ha spiegato nei dettagli la malattia, l'ho sentito indelicato,freddo, e non so mi sembrava essere interessato a B. solo per la rarità del caso, per non parlare della poco professionalità del chirurgo ,che gli cuce l'occhio e dei 2 ponyexpress...non ci sono parole !comunque è un film stupendo...
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    Messaggio  AnnaDiSarno86 Gio Mag 12, 2011 8:21 pm

    Lo scafandro e la farfalla, un film bellissimo e molto emozionante
    Parto da un pensiero del protagonista che mi ha colpito durante la visione del film e che ho appuntato:”Non voglio più compiangermi, a parte il mio occhio paralizzato la mia immaginazione e la mia memoria sono i soli mezzi per evadere dallo scafandro. Posso immaginare qualunque cosa, persona, andare a trovare la donna che amo, vivere i miei sogni da bambino…Voglio ricordarmi cosi com’ero bello ed affascinante”.
    Il protagonista è imprigionato nel suo corpo, la sua mente vivace è racchiusa in un corpo inerte, i cinque sensi gli sono stati azzerati dalla malattia l’unico modo che gli è rimasto per comunicare è la palpebra ancora viva e mobile attraverso la quale detta un libro;vive un brutto momento,intorno a lui gli parlano lui risponde alle loro domande ma nessuno puo sentirlo,è solo un monologo interiore, a volte accompagnato dall’autoironia “i miei figli pensano di avere uno zombie come padre”. L’unica cosa che puo farlo sentire ancora vivo è la memoria e l’immaginazione, attraverso la quale riflette sul dono della vita “Non ci sono mai stao per i miei figli adesso non potrò mai piu rimediare”.
    Il tema che domina in questo film secondo me è la resilienza,cioè la capacità umana di affrontare le avversità della vita.
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    Messaggio  sofia fontana Gio Mag 12, 2011 8:29 pm

    Jean-Dominique Bauby si risveglia dopo un lungo coma in un letto d'ospedale. È il caporedattore di 'Elle' e ha accusato un malore mentre era in auto con uno dei figli. Jean-Do scopre ora un'atroce verità: il suo cervello non ha più alcun collegamento con il sistema nervoso centrale. Il giornalista è totalmente paralizzato e ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio destro. Gli resta solo il sinistro per poter lentamente riprendere contatto con il mondo. Dinanzi a domande precise (ivi compresa la scelta delle lettere dell'alfabeto ordinate secondo un'apposita sequenza) potrà dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure "no" battendole due volte. Con questo metodo riuscirà a dettare un libro che uscirà in Francia nel 1997 con il titolo che ora ha il film.
    L'occhio del protagonista diventa la soglia che permette al pesante e inerte scafandro del suo corpo di liberare (anche se faticosamente) la farfalla del pensiero. Il giornalista pensa, desidera, soffre, grida dentro di sé. È un grido in cerca di una bocca che possa tradurlo in suoni e parole. Il battito delle ciglia (che ricorda non a caso il battito d'ali di una farfalla) si traduce in lettere e le lettere in parole.Ci ritroviamo cosi davanti a un caso di resilienza uomo distrutto per il cambiamento della sua vita ma si rende conto che la vita è bella ugualmente.
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    Messaggio  elvira pilozzi Gio Mag 12, 2011 8:50 pm

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA è un film eccezionale, toccante e allo stesso tempo molto profondo. Bauby, il protagonista in seguito ad un ictus cade in un profondo coma, ritrovandosi al risveglio paralizzato. Inizialmente rifiuta la realtà, desidera morire perche non accetta di vivere in quel modo, solo in seguito riesce a trovare la forza nell'immaginazione e nel pensiero, i soli mezzi che ha per evadere dal suo scafandro. Le occasioni che non ha voluto cogliere, gli istanti di felicità che ha lasciato volare via, era cieco e sordo non gli serviva la luce di un infernità per vedere la sua vera natura, ora è capace di immaginare qualunque cosa, qualunque persona in qualunque luogo: Lo scafandro del corpo non impedì alla farfalla dell'anima di uscire e comunicare! Assistiamo all'attivazione del processo di resilienza, in cui l'individuo reagisce difronte alle situazioni di forte disagio che non può cambiare ma imparare da esse. Questo film ci insegna che la vita è degna di essere vissuta, ogni attimo bello o brutto che sia.
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    Messaggio  claudia.moreno Gio Mag 12, 2011 9:56 pm

    Lo scafandro e la farfalla
    Le scene che più mi hanno colpito sono state: 1)il momento in cui il medico cuce l'occhio del protagonista...scena per me molto cruda... 2)quando Henriette (la fisiterapista)lo aiuta ad sprimersi facendogli sbattere le palpebre per avere assenso o dissensoe soprattutto a fargli elaborare delle parole o delle frasi...3)scena molto ricorrente dove lui è rinchiuso in uno scafandro(tuta in cui nn penetra acqua)immenso in acqua per far capire il suo stato d'animo egli infatti si sente come uno scafandro ovvero intrappolato ma come dice il protagonista:"solo due cose in me non sono paralizzate:la memoria e l'immaginazione"che lo rendono libero di viaggiare nella sua mente e potersi ritrovare in posti e fare le cose più impensate...
    I Personaggi che mi hanno colpito di più sono stati:
    - la sua voce fuori campo(che fà capire come si sente)
    -Henriette la fisioterapista che lo aiuta a potersi esprimere
    -L'ex moglie che, nonostante il divorzio gli sta accanto
    -e il padre
    Ricollegandomi alla teoria la disabilità che ho visto è la RESILIENZA: ovvero l'attitudine dell'individuo di reagire e far fronte a situazioni di forte disagio mediante L'ATTIVAZIONE DI COMPETENZE INDIVIDUALE E RISORSE INTERIORI perchè nonostante quasi tutto il suo corpo sia paralizzato e non può muoversi egli va avanti scrivendo un libro...e ce
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    Messaggio  martina miccoli Gio Mag 12, 2011 10:02 pm

    LO SCAFANDRO E LA FARFALLA è un film eccezionale!Il libro è stato scritto da Bauby tramite il battito della palpebra del suo occhio sinistro, unico contatto con il mondo esterno.Un collaboratore gli recitava l'alfabeto e Bauby batteva il ciglio alla lettera desiderata. Così, lettera dopo lettera, Bauby dettò parole,frasi e intere pagine !! study
    Bellissimo film,toccante proprio perchè traspare la sua forza d'animo!
    Il tema che domina in questo film secondo me è la resilienza;la capacità umana di affrontare le avversità della vita...!
    Una delle frasi che racchiudono il senso del film:
    "Lo scafandro del corpo non impedì alla farfalla dell'anima di uscire e comunicare"...
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 10 Empty Lo scafandro e la farfalla.

    Messaggio  Sara Palumbo Gio Mag 12, 2011 10:13 pm

    Questo significativo film che mi ha colpito tantissimo, tratta la storia, tra le altre cose vera, di Jean-Dominique Bauby, un caporedattore di una rivista francese, che un giorno mentre è alla guida della sua auto accusa un malore.Risvegliandosi dal coma dopo vari giorni, egli scopre una cruda verità e cioè di aver perso completamente l'uso del corpo, tranne che per il suo occhio sinistro a causa della sindrome di Lock-in, che porta ad un interruzione del collegamento tra il sistema nervoso centrale e il cervello.Dopo essersi risvegliato egli non riesce a esprimersi, ma man mano riesce a fare progressi, dapprima utilizzando l'occhio per indicare un si o un no, successivamente per descrivere le lettere più comunemente usate.All'inizio il protagonista esprime il desiderio di morire, ma grazie all'amore della propria famiglia e dei suoi tre figli, e grazie all'aiuto di un copista, riesce a scrivere un libro, nel quale esprime tutte le proprie sensazioni.Immagina di viaggiare in posti sconosciuti, di baciare la fondatrice della clinica dove è ricoverato.Dopo due anni di malattia e 10 giorni dalla pubblicazione del suo libro Jean-Do muore.

    Secondo la mia riflessione in questo film ci sono tantissimi punti che colpiscono la sensibilità, e riescono a toccare l'animo di coloro che lo guardano.La frase del film che condivido a pieno è:"lo scafandro del corpo non impedì alla farfalla dell’anima di uscire e comunicare".Di fatti non solo in questa frase viene descritto il titolo del film per l'appunto, ma viene descritta un pò la situazione di tutti coloro che non riescono ad esprimersi con il corpo, ma attraverso le proprie emozioni e il proprio animo.Il protagonista infatti, dopo aver vissuto per un periodo della sua vita come una persona normale, si ritrova ad un tratto a comunicare con l'uso del solo occhio sinistro, ma nonostante il suo disagio di trovarsi in uno scafandro, riesce a spiegare le ali dall'interno permettendo alla farfalla che è dentro di se di volare.Come ci tengo sempre a dire, infatti, si dovrebbe sempre guardare oltre cercando di non fermarsi alle apparenze.
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    Messaggio  MarialuisaDiCostanzo Gio Mag 12, 2011 11:30 pm

    “anche l’immobilità può essere fonte di gioia.” cit

    Lo scafandro e la farfalla è un pugno nello stomaco, è il tasto che serve per resettare la propria mente da stupidi problemi, che giornalmente noi trasformiamo in insormontabili.

    “Sono stato cieco e sordo o ci è voluta l’amara luce di un dramma per trovare la mia vera natura?”. cit

    Premetto: io non amo i film drammatici, ancor meno i film con persone malate o morenti, perché sto male con loro. Potete quindi immaginarvi come possa essere stato duro per me guardare un film come Lo scafandro e la farfalla , la storia di un uomo colpito da un ictus, che riesce a comunicare con il mondo che lo circonda solo sbattendo la palpebra dell’occhio sinistro.E un ottimo esempio di resilenza a mio parere..
    Pensare di averlo visto è stato ancora più difficile perché alla fine, prima dei titoli di coda, appare la scritta che testimonia la reale esistenza di Jean Dominique Bauby, l’uomo che, nonostante il grave problema fisico che l’ha colpito, è riuscito a scrivere un libro dettandolo ad una donna utilizzando un alfabeto, che mette in ordine di maggior utilizzo le lettere, nonché la sua palpebra e a lasciarci una testimonianza di cio che è stata la sua vita e di come lui l ha vissuta...PAZZESCO! ci vuole coraggio....ci vuole davvero un enorme forza d'animo per riuscire a voler comunicare a far vincere la propria volontà...quando si dice "volere è potere" ...ecco cosa significa questo detto: Jean Dominique Bauby !Lo Scafandro e la farfalla è un inno alla vita, cantato da chi ha sfiorato la morte ed è rimasto intrappolato nel suo corpo, cantato da chi prima rinnega la vita, poi decide di affrontarla con tenacia, costanza, ma sopratutto con la memoria e l’immaginazione, inoltre non ricalca lo stereotipo dell’uomo ridotto a vegetale (E’ lui il primo a rifiutare un simile epiteto), ma nemmeno vuole essere commiserato anzi è pure capace a prendersi in giro ; è splendida la scena dove lui ride della battuta del tecnico del telefono che, installandogli l’apparecchio, lo prende in giro chiedendogli se voglia, per caso, fare telefonate da maniaco..riesce anche a strappare un sorriso nonostante la storia triste!
    maria carmela iazzetta
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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 10 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  maria carmela iazzetta Ven Mag 13, 2011 12:57 am

    "Ho appena scoperto che a parte il mio occhio ho altre due cose che non sono paralizzate: la mia immaginazione e la mia memoria"..questa frase e trattadal film lo scafandro e la farfalla ì...mi ha colpita tantissimo
    il protagonista di questa storia è Jean-Dominique,si trova in ospedale ha avuto un ictus ed e rimasto paralizzato completamente l'unica cosa che lo permette di comunicare cn l'esterno e lo sbattimento della palpebra sinistra.l'occhi del protagonista è quindi punto di vista di un omo dilaniato,prigioniero di un corpo morto(lo scafandro)e padrone soltanto della sua immaginazione e della sua memoria(la farfalla).il regista sembra voglia dirci che della morte bisogna avere paura e che vivere il presente e cogliere ogni occasione sono le uniche soluzioni che ci permettono di dare un senso alle notre vite.Ciò che colpisce e il percorso del protagonista,l'uomo riesce a ribaltare la sua condizione precedente dell'incidente.difatti la superficialità che lo aveva caratterizzato inpassato lascia posta ad una grnade profondità e spiritualità,cercando di riappriopriarsi di uan vita che esiste e non esiste allo stesso tempo.questo e un flm a mio parere molto amaro,toccante ma anche ironico,senza essere irrispettoso.al centro del discorso c'è infatti la storia unicamente di un uomo che ha tratto il massimo dalla sua inconsolabile situazione,riuscendo a pubblicare un libro dettato con il solo sbattere della palpebra. study
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    mariacantice


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    16. film lo scafandro e la farfalla  ( si chiuderà il 15/05) - Pagina 10 Empty Re: 16. film lo scafandro e la farfalla ( si chiuderà il 15/05)

    Messaggio  mariacantice Ven Mag 13, 2011 6:17 am

    Giovedi 5 Maggio abbiamo visto un film molto toccante che non avevo mai visto prima d'ora. il film si intitola "Lo scafandro e la farfalla". All'inizio può spaventare poiché lo spettatore trova a guardare ciò che vede il protagonista che si risveglia dopo 3 settimane di coma dovuto ad un improvviso ictus. Dopo il risveglio scopre di essere totalmente paralizzato dalla testa ai piedi e ha perso anche l'uso della parola. Gli resta l'occhio sinistro per poter comunicare. Dinanzi a domande precise potrà dire "si" battendo una volta la ciglia oppure "no" battendo 2 volte, con questo metodo riuscirà a dettare il libro sulla sua vita. In questo film viene trattato un tema fondamentale, quello della resilienza. La resilienza viene vista come la capacità dell'uomo di affrontare e superare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente, infatti possiamo vede che l'uomo riuscirà ad andare avanti grazie all'aiuto dei suoi cari e a riprendersi da una crisi visto che l'uomo all'inizio aveva deciso di voler morire. Vedere che una persona riesce a vivere anche in queste condizioni è veramente da ammirare perché non tutti riuscirebbero a vivere una vita sofferente e frustrante come ha fatto il nostro protagonista. La frase che mi ha aspirato maggiore attenzione è stata: "Ho appena scoperto che a parte il mio occhio ho altre 2 cose che non sono paralizzate: la mia immaginazione e la memoria".

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