La Domotica: Domus + Informatica, è una scienza relativamente giovane tesa ad automatizzare e integrare varie funzioni domestiche.
Più specificatamente wikipedia ci dice che essa "è la scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti antropizzati. Il termine domotica deriva dal latino domus che significa "casa". Come si potrà facilmente evincere dal contenuto della voce, questa area fortemente interdisciplinare richiede l'apporto di molte tecnologie e professionalità, tra le quali ingegneria edile, elettrotecnica, elettronica, telecomunicazioni ed informatica. Nata nel corso della terza rivoluzione industriale allo scopo di studiare, trovare strumenti e strategie per: migliorare la qualità della vita; migliorare la sicurezza; risparmiare energia; semplificare la progettazione, l'installazione, la manutenzione e l'utilizzo della tecnologia; ridurre i costi di gestione; convertire i vecchi ambienti e i vecchi impianti."
La tecnologia permette quindi di rendere la casa "intelligente" ossia opportunamente progettata e tecnologicamente attrezzata con impianti che vanno oltre il "tradizionale", dove apparecchiature e sistemi sono in grado di svolgere funzioni parzialmente o completamente autonome. Ciò che è importante sottolineare in relazione ai fini delle tematiche studiate è che la creazione di un sistema integrato può semplificare la vita all'interno dell'abitazione, in quanto il sistema intelligente di cui è dotata è capace di controllare e gestire in modo facile il funzionamento degli impianti presenti. Attualmente le apparecchiature tecnologiche sono poco integrate tra loro e il controllo è ancora ampiamente manuale, nella casa domotica gli apparati sono comandati da un unico sistema automatizzato che ne realizza un controllo intelligente.
Di seguito uno degli articoli che ho trovato maggiormente interessante sull'argomento, proprio perchè direttamente collegato alla disabilità:
LA DOMOTICA PER IL RECUPERO DELL'AUTONOMIA
Dott.ssa Alessandra Eselli
<<“Domotica”, “casa intelligente”, “automazione ambiente”; tutti sinonimi di una stessa scienza che studia particolari sistemi per automatizzare l’abitazione e facilitare di conseguenza l’adempimento di molte azioni che solitamente si svolgono in casa.
Nata per lo sfizio di qualche facoltoso, oggi la domotica è diventata un’arma indispensabile per quei disabili motori molto gravi che vogliono riappropriarsi della loro autonomia.
Troppo spesso, a seguito di traumi fortemente invalidanti, molte persone si trovano nella condizione di dover dipendere interamente dai familiari o, nei casi meno fortunati, da sconosciuti: dall’impossibilità di svolgere quelle attività che da sempre hanno costituito la quotidianità di un individuo, deriva quasi sempre una perdita profonda di autostima che rende sempre più lungo e complesso il processo riabilitativo.
Proviamo per un istante a pensare a quante azioni, nell’arco della giornata, siamo talmente abituati a svolgere da non farci nemmeno più caso: apriamo la porta di casa per uscire e suoniamo il campanello per rientrare; accendiamo la luce quando fa buio e la spegniamo se vogliamo dormire; apriamo la finestra se sentiamo caldo e chiudiamo le tapparelle se scoppia un temporale; rispondiamo al telefono quando squilla o facciamo “zapping” con il telecomando della televisione quando siamo stufi dei soliti programmi trasmessi. Potremmo andare avanti per ore a citare innumerevoli cose: ma se un giorno non fossimo più in grado di svolgere da soli nemmeno la più semplice di esse? Quanto ci sentiremmo inutili e frustrati nel dover chiedere in continuazione: “Mi cambi canale per favore? Puoi abbassare il volume? Mi apri la porta del bagno?”, o se dovessimo telefonare ad un amico con qualcuno a fianco che ci tiene la cornetta e che, inevitabilmente, partecipa alla nostra telefonata.
Fortunatamente la tecnologia mette oggi a disposizione innumerevoli sistemi per controllare l’ambiente domestico, alcuni di essi studiati appositamente per disabili, altri facilmente reperibili sul mercato e ideati per automazioni di processi industriali o per necessità di estetica e design.
Molte case produttrici hanno iniziato ormai da qualche anno a produrre elettrodomestici, luci per interni e motori per serrande, controllabili attraverso un piccolo telecomando o programmabili attraverso piccoli cervelli elettronici (quasi dei mini computer) che rendono più facile l’adempimento di molte attività.
Ma proviamo allora a pensare cosa potrebbe significare consentire ad un disabile motorio di controllare interamente quel telecomando: la tapparella si alzerebbe e si abbasserebbe con un semplice comando a distanza; la luce si accenderebbe a richiesta; la lavatrice, caricata e pronta per partire, si avvierebbe con un semplice “clic”.
Se poi riuscissimo a convogliare tutti i telecomandi in un unico sistema, magari tanto intelligente da essere in grado di riprodurre anche il funzionamento dei trasmettitori che solitamente si usano per comandare a distanza lo stereo, la televisione, il videoregistratore, ecc…, avremmo tra le mani un piccolo dispositivo in grado di ridare autonomia anche alla persona la cui mobilità è completamente compromessa.
In questa direzione si sono mosse, da una decina d’anni a questa parte, alcune delle aziende nord-europee che da sempre hanno cercato di ideare dispositivi per l’autonomia dei disabili gravi. Esistono telecomandi programmabili in grado di controllare tutto ciò che è alimentato da corrente e che può essere adattato per ricevere un segnale infrarosso proveniente dal telecomando stesso; alcuni di essi hanno l’aspetto di un trasmettitore tradizionale, altri sono dotati di un display sul quale compaiono i comandi da impartire alle utenze elettriche, alcuni si possono controllare attraverso un computer, altri attraverso lo stesso sistema che ci consente di guidare la carrozzina elettrica; alcuni richiedono interventi particolari sulle utenze elettriche, altri si interfacciano semplicemente con il loro sistema di comunicazione; una cosa accomuna tutti questi dispositivi: tutti consentono la massima accessibilità e possono essere controllati direttamente anche da quelle persone che, apparentemente, non presentano alcuna capacità motoria funzionale residua.
In questa prima parte del nostro viaggio attraverso la Domotica, proviamo a capire meglio da cosa è composto un sistema di automazione ambiente:
Sistema di Automazione Ambiente
Il capostipite del sistema deve necessariamente essere l’UTENTE. Scopo di un sistema di automazione ambiente è infatti quello di adattare l’ambiente domestico alle speciali esigenze di chi lo deve vivere senza stravolgere le modalità standard di gestione delle utenze che normalmente si hanno (vedremo in un secondo momento come le centraline si installino in parallelo ai sistemi esistenti).
Ogni utente, sebbene affetto dalla stessa patologia o dalla stessa disabilità di altri, sviluppa delle abilità residue differenti e pertanto l’INTERFACCIA che le sfrutta deve essere studiata e scelta secondo valutazioni individuali.
Tutti i sistemi di controllo (nel diagramma indicati come UNITA’ CENTRALE) sono stati ideati in modo da accettare comandi da fonti differenti: dalla semplice pressione dei tasti sulla schermata di un telecomando, la cui sensibilità è stata opportunamente aumentata, all’accesso indiretto attraverso il sistema a scansione con sensori esterni, al controllo proporzionale grazie all’utilizzo di un joystick, fino al controllo vocale indipendente o via personal computer.
La prima valutazione da effettuare è quindi quella sulle potenzialità residue dell’utente. E’ fondamentale osservarlo durante le attività quotidiane e conoscere le sue reazioni se posto di fronte a determinati stimoli, al fine di individuare con assoluta precisione un movimento, anche minimo, ma sempre volontariamente ripetibile, da utilizzare per azionare il comando. Vedremo in seguito e nel dettaglio i tipi di comandi disponibili sul mercato.
La seconda valutazione da fare è di tipo meno funzionale ma più pratica: si tratta dell’analisi dei bisogni.
Molto spesso, chi decide di avvalersi di un sistema di automazione ambiente, ha già sviluppato tutta una serie di meccanismi di compensazione, che a volte sono difficili da eliminare. Ancora una volta il nostro compito è quello di osservarli, comprenderli e cercare, ove possibile, di adattare il sistema tecnologico alle abitudini quotidiane.
Ci sorprenderà scoprire come molte funzioni che prima di questa analisi venivano interpretate come indispensabili, risultino essere superflue e ridondanti. Allo stesso modo emergeranno tanti altri piccoli aspetti che in prima analisi sono stati dimenticati. E’ facile ad esempio non considerare più così importante il controllo di elettrodomestici quali forno, cucina in vetroceramica o lavatrice, e rivalutare ad esempio l’utilizzo del telefono in assoluta privacy e autonomia.
Non sottovalutate mai l’importanza di guidare l’utente nell’identificazione dei bisogni e nella scelta dei dispositivi da automatizzare: la vera qualità di un sistema di automazione ambiente si vede anche nella capacità di essere snello, non invasivo sull’ambiente nel quale viene introdotto, gradevole esteticamente e facile da utilizzare. Appesantire troppo un’automazione equivale a contravvenire a tutte queste qualità che fanno della domotica una risorsa.
Sperando di aver stimolato un po’ la curiosità di molti, vi rimando al prossimo incontro per approfondire meglio il cuore del sistema, ovvero quelle che abbiamo definito UNITA’ CENTRALI e che avranno il compito di comunicare con l’utente e con tutte le apparecchiature che si desidera controllare.>>
http://www.leonardoausili.com/approfondimenti/la-domotica-il-recupero-dellautonomia-capitolo-1
Quanto detto dalla docente oggi durante la lezione, i video propostici, la definizione offerta da wikipedia e l'approfondimento offerto dall'articolo sopra citato mi hanno aiutato innanzitutto nella conoscenza di un argomento per me sconosciuto, ed in secondo luogo a comprenderne l'importanza in relazione alla disabilità. In particolare del video mi è piaciuto il notare come le diverse azioni dell'"orologio" di Andrea venissero non sono facilitate ma aalcune anche rese possibili dalla tecnologia (rispondere al citofono, aprire la porta...)e questo come sottolineato dalla madre gli ha restituito una maggiore indipendenza e quindi potenziato le sue risorse; e in linea con ciò è quanto scritto nell'articolo sopra citato, del quale mi è piaciuto proprio il ripercorrere le diverse azioni che normalmente svolgiamo nella giornata perchè mi ha richiamato alla mente l'esercizio dell'orologio, la testimonianza di Adele, le prime lezioni sulle barriere architettoniche e sui diversi concetti di menomazione, deficit ed handicap, fino ad arrivare alle ultime lezioni sugli ausili.
Partendo dal presupposto, più volte sottolineato nel nostro corso, che l'handicap è dato dal contesto, è cioè una condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all’età al sesso e ai fattori socioculturali, possiamo meglio comprendere l'importanza della domotica che può senz'altro aiutare a costruire percorsi che puntino all'emancipazione delle persone con disabilità migliorandone l'autonomia e la vita relazionale, fornendo ausili, ossia strumenti ad alto contenuto di tecnologia per accrescere il livello di autonomia e ridurre la dipendenza...la domotica aiuta a superare dei limiti...è una tecnologia che non atrofizza ma aiuta. L'ottica è quella dell'empowerment: lo sviluppo delle nuove tecnologie ha favorito la realizzazione di ausili computerizzati che si sono rivelati fondamentali per una serie di disabilità ritenute prima irrecuperabili, con l'obiettivo di migliorarne la qualità di vità. E'chiaro che percorsi volti a ridurre l'handicap devono affiancare alle scoperte tecnologiche, anche la capacità da parte dello istituzioni e della cittadinaza tutta di garantire pari opportunità, tendendo sempre verso una reale inclusione che renda la persona con disabilità un cittadino a pieno titolo, mettendo in atto percorsi idonei e progetti come quello "Emozioni di conoscere e desiderio di esistere", raccontatoci dala nostra collega circa il suo tutoraggio ad una giovane donna affetta dalla sindrome di down, progetto che ho trovato veramente ben fatto perchè tarato sulle esigenze di quella specifica persona in quel preciso momento. Tornando alla domotica penso che è senz'altro da assumere come modello il comune "domotico", ma è altrettanto vero che non si può non prendere atto che per ora siamo ben lontani da questa realtà....gli stessi costi altissimi sono un limite non da poco...
Come tutte le cose credo che dietro ogni tecnologia ci sia l'uomo...il suo essere uomo...la sua dignità di appartenente alla specie umana ...è questo che rende una casa o un comune intelligente...o un computer....o..ecc.... l'uso che egli ne fa....e per quale fine decide di mettere a servizio la sua di intelligenza e dunque la tecnologia da lui creata. Se c'è questo c'è civiltà, rispetto dei diritti di tutti, la possibilità per tutti di sentirsi cittadini a pieno titolo....capacità di andare oltre...se non c'è questo creiamo solo mostruosità che ci isolano, ci alienano o ci de-responsabilizzano verso l'altro e riducono non l'handicap ma la nostra umanità!!!
Segnalo di seguito un link: Bandinelli-La domotica come ausilioper persone disabili e/o anziani. E' un power point che ho trovato molto completo e che riprende molti concetti affrontati nel nostro percorso
www.sistemapiemonte.it/scuole/idd2003/dwd/bianchi_bandinelli.ppt
Il nostro densissimo, stimolante e arricchente percorso si è poi concluso tornando alla resilienza, nostro punto di partenza... e con mia grande sorpresa l'esempio presentato è stato stavolta il papa Giovanni Paolo II...con mia grande sorpresa, perchè avevo inserito una canzone nel forum dei film per la stessa motivazione, visto che proprio in quei giorni dovevo presentare la sua figura ad un gruppo di ragazzi e "ispirata" da questo corso lo presentai sottolineandone proprio la resilienza ed il desiderio di comunicare, soprattutto con i giovani....
...dunque....più in sintonia di così...!!! ;-)
Ultima modifica di silvia.ferrante il Gio Mag 12, 2011 10:01 pm - modificato 3 volte.