Prima dell'arrivo della nostra ospite in aula la professoressa Briganti ci ha avvertiti della fatica che Adele avrebbe incontrato nel raccontarsi e soprattutto nel raccontarsi pubblicamente. In effetti una volta arrivata, Adele ha avanzato quasi titubante verso il microfono ed ha iniziato a parlarci con una dolce vocina tremula, a dimostrazione del fatto che, oltre ad essere timida di suo, non ama sentirsi al centro dell'attenzione proprio per le condizioni in cui si trova. Evidentemente il suo tentennamento è derivato proprio dalla paura di trovarsi di fronte a sguardi volti al pietismo che lei stessa ha poi consigliato di evitare categoricamente. "Non amo il pietismo" ha detto, non vuole che le persone disabili siamo guardate con occhio triste e compassionevole, vuole che nel vederla passeggiare un qualsiasi passante le possa sorridere come farebbe a chiunque altro.
Le parole del discorso di Adele mi hanno riempito di gioia, non c'è stato un attimo in cui io abbia smesso di sorridere, soddisfatta del suo intervento, onorata della sua presenza e compiaciuta della sua forza. Alla domanda "dove hai trovato la forza per andare avanti?" lei risponde facendo riferimento a quattro aspetti fondamentali che le hanno favorito la convivenza con la sua disabilità: CARATTERE, FEDE, FAMIGLIA, AMICI. Gli amici per lei sono una grande forza, i "pochi amici ma buoni", quelli che non si abbandonano al pietismo e che dicono sempre la verità, anche la più cruda, fondando il rapporto amicale sulla lealtà e sulla sincerità, coloro che riescono a vedere in te la persona che sei, non considerando nè i tuoi limiti nè i tuoi difetti. "Non è la carenza di alcunché, infatti, che può contraddistinguere chiunque, ma la sua capacità di sentire, di fare, di agire e di pensare nell'unico suo modo specifico e personale" (Cit. Documento del Miur - libro "Nozioni" - pag.31). Adele sente, Adele pensa, Adele fa, Adele agisce, ma potrebbe agire ancor di più se la sua società le permettesse e le facilitasse movimenti e azioni. Le barriere architettoniche sono ancora tante, e a quanto pare prima che architettoniche sono mentali. Com'è possibile che Adele abbia dovuto lottare per ricevere delle agevolazioni finanche nel suo condominio?! La società tende solo teoricamente all'integrazione della disabilità, relegandola in spazi e possibilità limitate, per cui diventano normali conseguenze le affermazioni "Non mi accetto perché la società non mi accetta" e "Non mi sento integrata perché non mi fanno integrare". Adele non si butta giù...non si deprime, ha scelto di convivere con il suo problema, di affrontare le sue difficoltà, ma la strada per l'accettazione della sua condizione è ancora distante, e lo sarà di certo finché le barriere mentali e poi architettoniche non saranno abbattute. Adele è una donna forte e determinata, ai limiti della testardaggine, per questo suo padre la canzonava dicendole "Il pericolo è il mio mestiere!". Non ha mai cercato aiuto, non vuole appoggiarsi agli altri né dipendere da essi, ma vorrebbe essere almeno considerata e ritenuta pari a tutti gli altri cittadini, vuole essere vista, nel senso che non vuole essere lasciata in disparte, come invisibile. "Noi siamo come voi, amiamo, ridiamo, ci arrabbiamo..." per cui, a prescindere dalle differenze di ogni genere, tutti maritiamo gli stessi diritti e doveri, le stesse possibilità e libertà!
Credo che il discorso di Adele abbia potuto sottolineare un messaggio che durante questo corso più volte è stato ripreso anche in forma indiretta: dobbiamo imparare a considerare noi stessi e l'altro come esseri unici, speciali ed irripetibili, dobbiamo aver cura di noi stessi e dell'altro, dobbiamo imparare a contare sulle nostre forze ma con la consapevolezza di poter aiutare ed essere aiutati nel momento del bisogno, dobbiamo imparare e diffondere il valore fondamentale della solidarietà e dell'uguaglianza, affinché possiamo contribuire alla formazione di una società e di una comunità volta all'integrazione e all'abbattimento di ogni barriera. "Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere" (M. Gandhi): affinché la società tutta cambi, iniziamo da noi!